Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/11/blog-post_28.html
Tesla Revolution 2016 - Rinnovabili e mobilità elettrica: le sfide per il futuro
Copia di combustione di rifiuti nei cementifici comunicato stampa
1. Comunicato ISDE Italia sulla combustione di CSS nei cementifici
ISDE Italia ribadisce la propria netta contrarietà a provvedimenti legislativi che semplifichino le
procedure per la combustione di rifiuti (in particolare CSS, combustibile solido secondario), nei cementifici del
nostro Paese.
L’intenzione, da parte del Governo, di voler riproporre questa cattiva pratica (bocciata nella precedente
legislatura, in seguito ad approfondimenti, dalla Commissione Ambiente della Camera) è contraria alle più
recenti direttive del Parlamento e della Commissione Europea, che chiedono invece agli Stati membri il
completo abbandono del ricorso all’incenerimento nel prossimo decennio, favorendo il recupero spinto di
materia. L’Italia, che è il Paese Europeo con il maggior numero di cementifici, diventerebbe lo Stato Europeo
con la maggiore capacità di incenerimento, potendo contare su circa 120 impianti (tra inceneritori e cementifici)
da utilizzare per la combustione di rifiuti, con tutte le conseguenze sanitarie e ambientali che questo
comporterebbe.
Bruciare rifiuti nei cementifici (pratica economicamente vantaggiosa solo per i gestori di questi impianti e
per i produttori di CSS) non ridurrebbe in maniera utile le loro elevatissime emissioni inquinanti: la modesta
riduzione che si otterrebbemediante sostituzione dei combustibili fossili con rifiuti, sarebbe abbondantemente
compensata da incrementi anche minimi della capacità produttiva, con incrementi importanti delle emissioni di
microinquinanti persistenti nell’ambiente, bioaccumulabili e tossici per la salute umana,quali metalli pesanti e
diossine.
Il cemento prodotto, inoltre, ingloberebbe le ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti,
incrementando il rischio professionale e sanitario legato al suo utilizzo.
Sarebbe molto più utile, in termini di sostenibilità, se il Governo prendesse in considerazione per i
cementifici il divieto di utilizzo di alcuni combustibili altamente inquinanti (ad es. ilpet-coke) e l’imposizione
di miglioramenti tecnologici e di limiti produttivi ed emissivi in grado di garantire la tutela dell’ambiente e
della salute pubblica ai residenti nelle vicinanze di questi impianti, molto spesso inseriti in pieno contesto
urbano con gravi conseguenze sanitarie.
INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR THE ENVIRONMENT
ASSOCIAZIONE MEDICI PER L’AMBIENTE - ISDE ITALIA
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