2. Lo sviluppo dell’individuo può
essere descritto come un
processo di interiorizzazione
di attività che hanno favorito
lo sviluppo della vita sociale
e la mediazione tra le
persone.
3. Linguaggio: principale di queste
attività;
Il
processo per cui i segni
acquistano
progressivamente
una
funzione
interna
è
emblematico del processo di
interiorizzazione
delle
forme
culturali del comportamento.
4. Il punto di vista di Vigotskij può essere
considerato opposto a quello di Piaget:
la
prima
forma
di
attività
intellettuale non è “autistica” ma è
attiva, pratica, rivolta verso il reale;
socialità come dato primario: il
bambino fin dall’inizio è oggetto e
protagonista di relazioni sociali;
all’inizio il linguaggio assolve solo ad
una
funzione
sociale,
ma
progressivamente si sviluppa anche
una funzione intrapersonale;
5.
Come il pensiero, che da un nucleo
originario
si
differenzia
per
assolvere a funzioni diverse come
quella razionale e fantastica, così
anche il linguaggio segue due
percorsi, uno esteriore e uno
interiore, partendo da un’unica
funzione sociale.
6. Prima di diventare interiore il
linguaggio attraversa una fase
egocentrica:
nel corso dell’attività il bambino
commenta
linguisticamente
le
proprie azioni; successivamente
questo linguaggio perde la sua
manifestazione esteriore e diventa
completamente interiorizzato.
7. anche nello sviluppo di altre funzioni, prima di
raggiungere una completa interiorizzazione il
bambino usa segni esteriori:
ad esempio, prima che la memoria
diventi logica, cioè governata dal
pensiero, c’è una fase in cui
vengono usati segni esteriori (es.
nodo al fazzoletto);
prima che il calcolo diventi mentale,
c’è una fase in cui il bambino conta
sulle dita.
8. Il linguaggio egocentrico è uno strumento del
pensiero come il linguaggio interiore:
guida l’elaborazione di piani per
l’attività pratica;
favorisce la presa di coscienza della
situazione;
sottomette l’azione ad un’intenzione
e ad un progetto, innalzandola ad un
livello superiore.
9. Linguaggio egocentrico
strutturalmente diverso da quello
sociale:
poiché non deve essere esplicito per
un interlocutore esterno è ricco di
omissioni;
la sua funzione è chiara se si
considera
che
aumenta
nelle
situazioni cognitivamente più difficili
(quando nel corso dell’azione si
presentano degli ostacoli).
10. Il linguaggio interiore
Forma di pensiero che si struttura
utilizzando le regole della lingua, le
parole e i loro significati;
È un pensiero verbale al quale il
linguaggio conferisce una forma
logica, analitica e sequenziale.
11.
L’acquisizione del sistema linguistico e la
sua interiorizzazione riorganizzano le
funzioni preesisteni e le trasformano in
funzioni psichiche superiori;
Il linguaggio accompagna l’azione, la
guida e la riorganizza svincolandola
dalla situazione concreta: le parole che
il bambino usa per riferirsi ad uno stimolo
esterno sono a loro volta stimoli che
modificano la situazione oggettiva, e
diventano strumenti per la soluzione del
problema pratico.
12. Nel processo di interiorizzazione:
Il linguaggio diventa sempre meno
dipendente dall’azione in corso,
perde il carattere di commento
dell’attività pratica e acquisisce la
funzione
di
guida
e
di
anticipazione del comportamento,
precede l’azione, sorregge un piano
che deve essere ancora realizzato.
13. Così il linguaggio segue una
doppia evoluzione:
da un lato serve alla comunicazione
e all’interazione sociale;
dall’altro, in quanto strumento di
controllo del proprio agire, si
interiorizza,
cioè
diventa
uno
strumento interno che guida il
comportamento e il pensiero.
14. Le prime forme di intelligenza hanno origini
precedenti al linguaggio e si manifestano
nell’attività pratica
Fase prelinguistica dello sviluppo
intellettivo: il bambino è in grado di
usare e inventare strumenti per
adattarsi all’ambiente (scimpanzè di
Kohler);
Fase preintellettuale del linguaggio:
uso di suoni e delle prime parole per
esprimere emozioni e affetti.
15. Durante il secondo anno di vita:
intelligenza non ancora verbale e
linguaggio non ancora razionale
si integrano e convergono in una
“unità dialettica”, il linguaggio
dotato di significato.
16. La relazione tra pensiero e linguaggio
si manifesta nel significato della parola:
Appartiene sia all’ambito linguistico
perché parole senza significato non
sono parole della lingua;
Appartiene all’ambito del pensiero,
perché il significato non si riferisce a
singole entità ma a classi e dunque
deriva da un’attività di
generalizzazione.
17.
L’ipotesi di un passaggio dagli
strumenti esterni ai segni per il
controllo del comportamento e delle
attività intellettuali ha portato
Vigotskij a definire un concetto
estremamente
rilevante
nella
psicologia
e
psicopedagogia
odierne: il concetto di Zona di
Sviluppo Prossimale.
18. Zona di Sviluppo Prossimale:
differenza tra il livello di sviluppo di
un bambino nel risolvere un
compito da solo – che definisce lo
sviluppo effettivo – e il livello di
sviluppo potenziale (abilità che
esibisce quando affronta un compito
con il sostegno di un adulto o in
collaborazione con coetanei più
capaci).
19.
se nella situazione di sviluppo
potenziale il bambino ha delle
prestazioni migliori è perché la
guida di un esperto gli consente di
acquisire conoscenze nuove e di
utilizzare
funzioni
non
ancora
mature.
20. Il processo attraverso il quale questa
acquisizione si realizza è
l’interiorizzazione del dialogo
Il bambino può riflettere su quanto
è
stato
detto
nel
corso
dell’interazione con l’adulto, può
ripensare ai concetti espressi e
usare
questa
riflessione
per
riformulare il proprio pensiero;
l’apprendimento
attraverso
l’interazione con gli adulti e con i
coetanei mette in moto una varietà
di processi evolutivi.
21. Il concetto di ZSP consente
di definire il rapporto tra
sviluppo spontaneo e apprendimento:
la ZSP di un bambino in un dato
momento della sua evoluzione è
evidenziata
da
situazioni
di
apprendimento e dunque indica le
tappe dello sviluppo che non sono
state ancora raggiunte ma che sono
in via di maturazione;
22. ne deriva che:
l’apprendimento anticipa lo sviluppo
naturale e dunque fornisce all’adulto
importanti indicazioni sul corso
normale dell’evoluzione individuale;
questo concetto è molto utile nella
diagnosi delle possibilità di sviluppo
dei bambini;
23.
l’adulto può modulare il proprio intervento
a seconda della quantità di supporto di cui
il bambino ha bisogno, differenziandolo in
funzione della velocità di apprendimento;
può infatti verificarsi che bambini con lo
stesso livello di sviluppo effettivo ricavino
un vantaggio diverso dall’insegnamento in
quanto dispongono di ZSP più o meno
ampie.
24. Vygotskij - La scuola storico culturale
Influenza del contesto socio-culturale sui processi cognitivi
Lo sviluppo consiste nell’appropriarsi dei significati
della cultura da parte dell’individuo
INTERIORIZZAZIONE DI FORME
CULTURALI
Zona di sviluppo
prossimale
Distanza tra il livello di sviluppo effettivo
e il livello di sviluppo potenziale
25. Rapporto tra pensiero e linguaggio
Piaget
Nelle prime fasi di
sviluppo il pensiero e il
linguaggio sono
“egocentrici”, ovvero non
adattati alla realtà e non
comunicabili agli altri
Vygotskij
Il primo uso del linguaggio è di
tipo sociale e comunicativo.
In seguito il linguaggio attraversa
una fase egocentrica (il bambino
commenta verbalmente le
proprie azioni). Infine si
trasforma in linguaggio interiore
o pensiero verbale