1. L'EQUALIZZATORE
Quello qui sopra è l'equalizzatore parametrico di REASON l' “MClass Equalizer”
L'equalizzatore è uno strumento estremamente importante per la produzione musicale, tuttavia se
usato in maniera non adeguata può danneggiare la messa a punto del suono.
L'equalizzatore non è altro che un dispositivo (virtuale o analogico) che ci permette di amplificare o
attenuare determinate frequenze di un suono (ad esempio un campione) che noi vogliamo gestire.
Per poter capire a pieno però le funzioni e gli usi dell'equalizzatore avremmo però bisogno di
comprendere le “frequenze”.
Quando si parla di frequenza ci si riferisce al numero di cicli al secondo di una sinusoide.
Le basse frequenze sono attribuite a onde sinusoidali lunghe e in tal senso compiono meno cicli.
Queste frequenze si propagano attraverso i corpi solidi molto meglio delle alte frequenze.
L'orecchio umano percepisce solo le frequenze comprese tra i 20Hz e i 20 000Hz (20kHz).
Dovrai quindi essere capace di riconoscere nella fase di ascolto del tuo mix come le frequenze dei
suoni si comportino al proprio interno.
Bisogna tener conto che le frequenze maggiormente udibili dall'uomo sono comprese tra 1-3kHz,
bisogna quindi stare attenti a non eccedere nell'amplificazione di tali frequenze poiché tale
comportamento potrebbe causare una difficoltà ed una pesantezza nell'ascolto del mix.
Le frequenze che sono comprese tra 9-15kHz sono le frequenze occupate generalmente da Hi Hats
(piatti vari, triangoli, charleston ecc.).
Le frequenze che sono comprese tra 300-500Hz sono generalmente le frequenze occupate dalla
parte di chiusura dei suoni bassi (gran cassa, bassi vari ecc.); invece le frequenze comprese tra 80-
200Hz sono le frequenze occupate nella quasi totalità dei suoni bassi e al disotto degli 80Hz sono
presenti quei suoni chiamati “sub – bass” caratteristici nei suoni bassi e che ne danno maggiore
risalto.
Prima di utilizzare un equalizzatore (che comunque non sempre è indispensabile n.b. errore
comune) bisogna dedicarsi all'ascolto del mix e individuare i suoni da trattare, la dove è necessario.
Per fare ciò è utile concentrarsi ed immaginare il tipo di suono che vorremmo ottenere dal nostro
mix e poi confrontarlo con quello che abbiamo domandandoci se il suono ci aggrada o no.
Quindi non bisogna precipitarsi a smanettare sull'equalizzatore, ma decidere realmente ciò che
vogliamo.
Il miglior modo di iniziare è quello di attuare un “taglio” di frequenze “non udibili” ( sotto i
20Hz ma anche sotto i 30Hz).
In ogni caso se percepite che su una determinata fascia di frequenze il suono da voi percepito non è
gradevole o comunque va danno dell'ascolto, apportate sempre il dovuto taglio di frequenze
adeguato.
Per esempio un suono potrebbe risultare troppo acuto, graffiante ecc.
Il metodo migliore per accertarsi della presenza di tali frequenze “fastidiose”, che a volte si
percepiscono ma magari non si riescono ad individuare è quello di applicare alle frequenze un gain
2. di circa 10db e un fattore q minimo.
In questo modo scorrendo lentamente con la manopola delle frequenze avanti e indietro lungo
l'onda del suono potremmo facilmente udire la fascia di frequenze che ci interessa; si percepirà
infatti un suono fastidioso intorno a tali frequenze. (naturalmente tale lavoro dovrà essere effettuato
isolando il suono che a noi interessa dal resto del mix e mettendolo in riproduzione).
Una volta trovato il fascio di frequenze che a noi interessa possiamo apportare il taglio di queste
ultime.
n.b bisogna stare molto attenti sia ad amplificare i suoni ma anche ad attenuarli, infatti un eccessivo
tagli di certe frequenze potrebbe solo danneggiare il suono.
IMPORTANTE!!
Quando si effettua un equalizzazione di un suono bisogna tener conto del fatto che se uno strumento
isolato suona bene, all'interno del mix potrebbe comunque risultare poco gradevole o poco udibile.
Ciò succede per l'effetto di sovrapposizione delle frequenze del suono, infatti per avere un buon
risultato nel mix dovremmo cercare di dare ogni suono nel mix una propria posizione all'interno
delle frequenze ed evitare quindi che suoni che sfruttino le stesse frequenze entrino in collisione fra
di loro.
Per comprendere tale fenomeno prendiamo l'esempio in cui vi trovate in un club e state ascoltando
musica e percepite i suoni della cassa sul petto e quelli del basso sullo stomaco, questo infatti
accade perché la cassa e il basso sfruttano frequenze differenti tra loro.
Bisogna perciò stare attenti che il suono di uno strumento sia buono all'interno del mix e non
considerare solo l'ascolto dello strumento isolato.
By DNA