1. Diossina
Dopo la vicenda drammatica di Seveso abbiamo conosciuto la pericolosità delle diossine
nell’ambiente ma da quel momento anziché mettere in atto sistemi di sicurezza e di contenimento
della loro presenza si è vista come una rimozione del problema. Recentemente queste molecole
sono tornate di attenzione generale dopo il caso francese. Qui, infatti, le emissioni di un grande
inceneritore sono entrate nella catena alimentare degli animali e si sono trovati la carne e il latte
contaminati da queste pericolosissime molecole.
La situazione in Italia è poco conosciuta e il problema è grandemente sottovalutato.
Di seguito si riportano alcune notizie su questo argomento.
Cosa sono le diossine 1
Nell’uso corrente il termine improprio di “diossine” indica un gruppo di sostanze chimiche
aromatiche policlorurate appartenenti alla due famiglie chimiche molto simili delle PCDD (N=75)
Policlorodibenzodiossine e dei PCDF (N=135) Policolorodifenili. Fra le PCDD e le PCDF è
particolarmente noto per la sua tossicità il congenere 2,3,7,8,-T4CDD disperso a Seveso. Le
diossine hanno proprietà fisico chimiche abbastanza simili nel senso che sono altamente liofile,
sostanzialmente insolubili in acqua, molto stabili chimicamente e fisicamente, fa eccezione una
certa labilità fotochimica, in genere estremamente persistenti nell’ambiente e nei sistemi biologici.
Le fonti della diossina2
I cicli produttivi della diossina sono molteplici, e tutti ugualmente preoccupanti, dalle
produzioni di materie plastiche agli erbicidi.
Sicuramente però le più gravi sono legate alle attività di combustione: i motori a scoppio degli
autoveicoli e gli inceneritori dei rifiuti e dei fanghi industriali.
Le fonti della diossina possono essere le reazioni chimiche: produzione di erbicidi a base di acido
clorofenossiaacetico; esaclorofene; Clorofenoli; Clorodifenileteri; esaclorobenzene; sbiancamento
della cellulosa; produzione di alcuni pigmenti; sintesi del PVC; produzione di cloro.
Altre fonti sono le combustioni, forse quelle più pericolose, incenerimento rifiuti urbani;
incenerimento fanghi di depurazione; incenerimento rifiuti ospedalieri; combustione del legno;
emissione motori autoveicoli; riciclo metalli.
Smaltimento: è un punto oscuro, dal momento che vi sono molte imprese che si dedicano a questa
attività e non viene fornite notizie sicure sui controlli che si fanno su di esse e sui sistemi autorizzati
di distruzione di queste sostanze.
La presenza
Le diossine si trovano nell’aria, nell’acqua e nei terreni.
La loro presenza è legata ad una emissione inizialmente in forma gassosa, quindi si deposita nelle
acque e nei terreni. È sufficiente ricordare la vicenda di Seveso che ha richiesto l’intervento di
bonifica dei terreni.
La fase gassosa implica che esse possano andare anche in zone lontanissime dal luogo di
produzione, ad esempio si sono ritrovate nei ghiacci dell’artico.
Nei nostri paesi si ammette una presenza di base, un “rumore di fondo” che va continuamente
aumentando.
1
Alessandro di Domenico, Elena de Felip, Gianfranco Brambilla, Analisi e gestione del rischio tossicologico, Giornata
nazionale dis tudio Cenobitici super tossici negli alimenti, Reggio Emilia, 12 febbraio 2000.
2
Roberto Fanelli, Ettore Zuccato, Elena Fattore, Istituto “Mario Negri”, idem
2. L’esposizione per persone e animali, è sia diretta che indiretta. Gli animali la possono accumulare
lungo la catena alimentare. La lontra ad esempio non tollera i PCB i quali si accumulano nel
plancton di cui essa si nutre, con la conseguenza di indurne la sterilità.
Per questo motivo gli animali allevati dall’uomo diventano un segnale importante come indicatori
dei problemi legati a queste sostanze, non a caso l’ultimo segnale preoccupante è stato il
ritrovamento di elevati livelli in animali allevati vicino agli inceneritori.
Un altro elemento di estrema preoccupazione è legato alle industrie produttive, come dimostrano le
vicende dell’inquinamento da diossina a Brescia dove è stata rilevata una situazione estremamente
preoccupante a livello di inquinamento del suolo. Anche a Firenze è stata rilevata una presenza al
suolo della sostanza.
Che cosa si fa
L’Arpa sarebbe incaricata di effettuare i controlli della diossina.
Non sono accessibili però, a livello regionale piemontese, e neppure a livello italiano, non è dato di
sapere quali siano i valori di fondo.
A titolo di esempio in Regione Piemonte non si è risposto a distanza di 20 mesi ad una
interrogazione riguardante gli esiti dei controlli della presenza della diossina in alcune situazioni a
rischio.
Non risulta in maniera ufficiale come in Italia si monitorino suolo, acqua e prodotti animali
per il rilevamento di queste sostanze.
Non si consoce con certezza quanti siano i laboratori italiani in grado di ricercare queste
molecole non solo nei prodotti animali ma anche in altri materiali, quali appunto aria acqua e
terreno.
Effetti tossici3di PCDD, PDF e PCB diossina simili nell’uomo,
per esposizione accidentale e occupazionale
Effetti persistenti negli esposti di Yusho e di Yu-cheng
Tossicità cutanea (cloroacne,
iperpigmentazione)
3
di Domenico e altri, vedi sopra
3. Alterazione della funzionalità epatica (operai addetti alla
Epatotossicità
produzione di clorofenoli); lesioni epatiche ( Yusho e Yu-cheng).
Alterazioni dell’immunità umorale e cellulomediata; aumento
Immunotossicità
dell’incidenza di alcuni tipi di infezioni (Yu-cheng).
2,3,7,8T4CDD classificata come cancerogena per l’uomo
Cancerogenicità
(Gruppo 1) dalla IARC (International Agency for Research on
Cancer) in base a studi su modelli animali e a osservazioni
epidemiologiche ( addetti alla produzione di clorofenoli; residenti
in un’area contaminata (Seveso).
Attività di endocrine disruptor: alterazioni dei livelli degli
Tossicità riproduttiva e dello
ormoni sessuali e tiroidei (Seveso, addetti alla produzione di
sviluppo
clorofenoli); danni a livello neurologico e malformazioni
congenite dell’apparato riproduttivo degli esposti in utero (Yusho
e Yu-cheng; operaie addette alla produzione di triclorofenoli).
Effetti specifici sui bambini delle esposizioni a diossine e PCB
Esposizione prenatale a bassi livelli di PCB
Neonati basso peso alla nascita
Bambini ritardi motori nei primi due anni di vita
Bambini di 7 mesi difetti nella memoria di riconoscimento visivo
Bambini di 4 anni Difetti nella memoria di riconoscimento visivo
Bambini di 11 anni ritardi nell’apprendimento.
Esposizione prenatale al alti livelli di PCB e PCDF
Neonati basso peso corporeo; congiuntivite; iperpigmentazione.
Bambini di varie età: ritardi generalizzati della capacità d’apprendimento; disordini
comportamentali; ritardi di crescita; sviluppo anormale di unghie, peli
e denti; iperpigmentazione; aumento rischio bronchite.
Pubertà Anomalie dell’apparato riproduttive maschile; ritardi di crescita nelle
ragazze.
Assunzione diretta di alte dosi di PCB e PCDF
A tutte le età cloracne; cheratosi; iperpigmentaizone; neuropatie periferiche; gastrite.