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Definizione di autismo
l’autismo è definito a partire dall’associazione di
anomalie qualitative negli ambiti dell’interazione
sociale, da disturbi della comunicazione e da
caratteristiche di comportamento rigido e stereotipato.
Diagnosi precoce
Diverse fonti ci possono fornire informazioni sui segni
precoci dell’autismo. La sintomatologia più frequente
comporta delle anomalie nella comunicazione, nella
ripetizione di suoni, il ritardo nell’apparizione di giochi
simbolici, anomalie nell’interazione sociale, l’imitazione, il
gesto dell’indicare e l’utilizzo dello sguardo, e infine attività
ripetitive ed utilizzo anomalo degli oggetti. Vengono
ugualmente osservati manierismi nei movimenti di mani e
dita, il fiutare oggetti e persone, l’esplorazione buccale di
oggetti, reazioni atipiche a suoni o altre stimolazioni
sensoriali, così come anomalie motorie e posturali.
L’identificazione precoce
L’identificazione precoce dell’autismo rappresenta una
sfida importante poiché apre delle possibilità di presa a
carico ad un’età dove alcuni processi di sviluppo
possono ancora venire modificati.
Autismo problema per la vita
Occorre diffondere la consapevolezza che l’autismo è
un problema che riguarda l’intero ciclo della vita.
Più di una ricerca condotta in vari territori regionali
segnala il crollo numerico delle diagnosi di autismo
dopo i 18 anni.
Epidemiologia in età adulta
Il dato epidemiologico italiano necessita di
ulteriori approfondimenti e sono ancora
molte le regioni che non hanno sistemi di
rilevazione codificati
 I dati disponibili indicano una sottostima
delle diagnosi in età adulta, anche rispetto
ai dati italiani disponibili per l’età evolutiva
 La “scomparsa” o l’assenza della diagnosi
dopo i 18 anni riduce la possibilità di
attivare interventi mirati e, probabilmente,
aumenta anche i costi sociali
Epidemiologia
 L'incidenza varia da 5 a 50 persone su 10.000
 Quindi da 0,75 su 1.500 a 7,5 su 1.500, a seconda dei criteri
diagnostici impiegati, che si sono sviluppati e migliorati
nel corso del tempo (spettro autistico).
 Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso
dalle due alle quattro volte.
 Si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita.
 Studi condotti in popolazioni generali in varie parti del
mondo, senza tenere conto di criteri di esclusione o
diagnosi differenziali, possono rilevare affidabilmente
prevalenze attorno all'1% in tutte le fasce d'età.
Incidenza in età adulta
 incidenza da 1 a 7 per ogni MMG, a seconda dei criteri
diagnostici
Differenze fra autismo e deficit intellettivo
In un gruppo di 57 adulti con autismo a basso
livello di funzionalità presentava profilo distinto
di sintomi rispetto al gruppo che presentava lo
stesso grado di deficit intellettivo, ma senza
diagnosi di autismo.
Le differenze riguardavano soprattutto tendenza
ad attivare pochi contatti sociali e a mettere in
atto vari comportamenti ruotinari e stereotipie
nel 70 - 92% (poco presente l’ecolalia, molto
presente deficit nella reciprocità,
comportamenti ripetitivi.
Esiti in età adulta
Gli studi sugli esiti in età adulta evidenziano la
permanenza nella maggior parte dei casi di difficoltà nel
comportamento adattivo e la dipendenza dal contesto
Studi
Tantam (1991) in uno studio su 46 adulti che incontravano i
criteri per la SA e che erano stati diagnosticati come
autistici da bambini, ha trovato che:
 Solo 2 soggetti avevano completato il percorso universitario
di primo livello
 Solo 4 lavoravano
 Il 53% risiedeva in istituzioni residenziali protette
 Il 41% abitava con i genitori
 Solo il 3% viveva in maniera indipendente.
Primo Caso
Primo Caso
Secondo Caso
 ANNI 30
 SESSO F
 PUBERTA’ PRECOCE E IRREGOLARITA’ MESTRUALI
 RITARDO MENTALE
 CARIE DIFFUSA
 COMUNICAZIONE ASSENTE
Patologie e mancata
collaborazione con il medico
 Ipertensione (fino al 30%)
 Diabete (5-10%)
 Ipercolesterolemia (21%-23%)
 Cardiopatia ischemica (224.00 decessi, 38,8% del
totale).
 Bpco (10%)
 Carie
Pianificazione dei servizi
È importante tenere conto per la pianificazione dei
servizi:
 delle caratteristiche dei soggetti con autismo (del
livello di Disabilità Intellettiva, della comorbidità
psichiatrica)
 delle esigenze delle famiglie nelle diverse fasi del ciclo
di vita
Carenza grave di servizi
La situazione delle persone adulte affette da autismo è
fortemente condizionata dalla carenza grave di servizi,
di progettualità e programmazione per il futuro
Dall’adolescenza all’età adulta
 La condivisione del ruolo educativo con la scuola si
riduce man mano
 L’integrazione con i coetanei può essere più
problematica
 Il genitore rischia di diventare
nuovamente l’unico interlocutore
educativo del figlio
Supporto e orientamento educativo
I Servizi devono supportare e orientare la
famiglia nel suo ruolo educativo.
 parent training e consulenza sulla
promozione delle autonomia, sulla sessualità
 gestione di eventuali “quando lo scuolabus
non passa più”
 garantire il proseguimento del ruolo
educativo espletato dalla scuola attivando
servizi di “tregua e respiro” anche con il
supporto della rete sociale
Preoccupazioni per il “dopo di noi”
 In età adulta emergono le
preoccupazioni per il “dopo di
noi”
 Il genitore chiede alla rete di
affiancarsi o sostituirsi a lui nel
ruolo genitoriale
Ruolo di supporto:
servizi e rete sociale
 I Servizi aiutano la famiglia a costruire un’immagine
del figlio adulto e a sostenerne l’autonomia (la
massima autonomia possibile)
 La Rete si sostituisce alla famiglia (o la affianca)
mettendo a disposizione strutture diurne e residenziali
(autonomia possibile)
 Vengono attivati servizi di
“tregua e respiro” anche con
il supporto della rete sociale
Grazie per l’attenzione
Dr Giovanni Pagana – MMG Catania

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L’autismo degli adulti nello studio del medico di famiglia

  • 1.
  • 2. Definizione di autismo l’autismo è definito a partire dall’associazione di anomalie qualitative negli ambiti dell’interazione sociale, da disturbi della comunicazione e da caratteristiche di comportamento rigido e stereotipato.
  • 3. Diagnosi precoce Diverse fonti ci possono fornire informazioni sui segni precoci dell’autismo. La sintomatologia più frequente comporta delle anomalie nella comunicazione, nella ripetizione di suoni, il ritardo nell’apparizione di giochi simbolici, anomalie nell’interazione sociale, l’imitazione, il gesto dell’indicare e l’utilizzo dello sguardo, e infine attività ripetitive ed utilizzo anomalo degli oggetti. Vengono ugualmente osservati manierismi nei movimenti di mani e dita, il fiutare oggetti e persone, l’esplorazione buccale di oggetti, reazioni atipiche a suoni o altre stimolazioni sensoriali, così come anomalie motorie e posturali.
  • 4. L’identificazione precoce L’identificazione precoce dell’autismo rappresenta una sfida importante poiché apre delle possibilità di presa a carico ad un’età dove alcuni processi di sviluppo possono ancora venire modificati.
  • 5. Autismo problema per la vita Occorre diffondere la consapevolezza che l’autismo è un problema che riguarda l’intero ciclo della vita. Più di una ricerca condotta in vari territori regionali segnala il crollo numerico delle diagnosi di autismo dopo i 18 anni.
  • 6. Epidemiologia in età adulta Il dato epidemiologico italiano necessita di ulteriori approfondimenti e sono ancora molte le regioni che non hanno sistemi di rilevazione codificati  I dati disponibili indicano una sottostima delle diagnosi in età adulta, anche rispetto ai dati italiani disponibili per l’età evolutiva  La “scomparsa” o l’assenza della diagnosi dopo i 18 anni riduce la possibilità di attivare interventi mirati e, probabilmente, aumenta anche i costi sociali
  • 7. Epidemiologia  L'incidenza varia da 5 a 50 persone su 10.000  Quindi da 0,75 su 1.500 a 7,5 su 1.500, a seconda dei criteri diagnostici impiegati, che si sono sviluppati e migliorati nel corso del tempo (spettro autistico).  Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte.  Si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita.  Studi condotti in popolazioni generali in varie parti del mondo, senza tenere conto di criteri di esclusione o diagnosi differenziali, possono rilevare affidabilmente prevalenze attorno all'1% in tutte le fasce d'età.
  • 8. Incidenza in età adulta  incidenza da 1 a 7 per ogni MMG, a seconda dei criteri diagnostici
  • 9.
  • 10. Differenze fra autismo e deficit intellettivo In un gruppo di 57 adulti con autismo a basso livello di funzionalità presentava profilo distinto di sintomi rispetto al gruppo che presentava lo stesso grado di deficit intellettivo, ma senza diagnosi di autismo. Le differenze riguardavano soprattutto tendenza ad attivare pochi contatti sociali e a mettere in atto vari comportamenti ruotinari e stereotipie nel 70 - 92% (poco presente l’ecolalia, molto presente deficit nella reciprocità, comportamenti ripetitivi.
  • 11. Esiti in età adulta Gli studi sugli esiti in età adulta evidenziano la permanenza nella maggior parte dei casi di difficoltà nel comportamento adattivo e la dipendenza dal contesto
  • 12. Studi Tantam (1991) in uno studio su 46 adulti che incontravano i criteri per la SA e che erano stati diagnosticati come autistici da bambini, ha trovato che:  Solo 2 soggetti avevano completato il percorso universitario di primo livello  Solo 4 lavoravano  Il 53% risiedeva in istituzioni residenziali protette  Il 41% abitava con i genitori  Solo il 3% viveva in maniera indipendente.
  • 15. Secondo Caso  ANNI 30  SESSO F  PUBERTA’ PRECOCE E IRREGOLARITA’ MESTRUALI  RITARDO MENTALE  CARIE DIFFUSA  COMUNICAZIONE ASSENTE
  • 16. Patologie e mancata collaborazione con il medico  Ipertensione (fino al 30%)  Diabete (5-10%)  Ipercolesterolemia (21%-23%)  Cardiopatia ischemica (224.00 decessi, 38,8% del totale).  Bpco (10%)  Carie
  • 17. Pianificazione dei servizi È importante tenere conto per la pianificazione dei servizi:  delle caratteristiche dei soggetti con autismo (del livello di Disabilità Intellettiva, della comorbidità psichiatrica)  delle esigenze delle famiglie nelle diverse fasi del ciclo di vita
  • 18. Carenza grave di servizi La situazione delle persone adulte affette da autismo è fortemente condizionata dalla carenza grave di servizi, di progettualità e programmazione per il futuro
  • 19. Dall’adolescenza all’età adulta  La condivisione del ruolo educativo con la scuola si riduce man mano  L’integrazione con i coetanei può essere più problematica  Il genitore rischia di diventare nuovamente l’unico interlocutore educativo del figlio
  • 20. Supporto e orientamento educativo I Servizi devono supportare e orientare la famiglia nel suo ruolo educativo.  parent training e consulenza sulla promozione delle autonomia, sulla sessualità  gestione di eventuali “quando lo scuolabus non passa più”  garantire il proseguimento del ruolo educativo espletato dalla scuola attivando servizi di “tregua e respiro” anche con il supporto della rete sociale
  • 21. Preoccupazioni per il “dopo di noi”  In età adulta emergono le preoccupazioni per il “dopo di noi”  Il genitore chiede alla rete di affiancarsi o sostituirsi a lui nel ruolo genitoriale
  • 22. Ruolo di supporto: servizi e rete sociale  I Servizi aiutano la famiglia a costruire un’immagine del figlio adulto e a sostenerne l’autonomia (la massima autonomia possibile)  La Rete si sostituisce alla famiglia (o la affianca) mettendo a disposizione strutture diurne e residenziali (autonomia possibile)  Vengono attivati servizi di “tregua e respiro” anche con il supporto della rete sociale
  • 23. Grazie per l’attenzione Dr Giovanni Pagana – MMG Catania