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IL RUOLO DELLO PSICHIATRA 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita 
Reggio Calabria, 20.9.2014 
Dr. Francesco Polito 1
SINPIA ( LINEE GUIDA PER L’AUTISMO - 2005) 
Sindrome comportamentale causata da un 
disordine dello sviluppo biologicamente 
determinato, con esordio nei primi tre anni di 
vita, con gravissime menomazioni nell’area 
dell’interazione sociale, della comunicazione 
sia verbale che non verbale, del 
comportamento, che spesso diventa 
estremamente problematico e del modo di 
percepire sia il proprio corpo che il mondo. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 2
DSM-IV-TR 
F.84.x Disturbi pervasivi dello sviluppo 
Compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo: 
capacità di interazione sociale reciproca, capacità di comunicazione, o 
presenza di comportamenti, interessi e attività stereotipate. Le 
compromissioni qualitative che definiscono queste condizioni sono 
nettamente anomale rispetto a livello di sviluppo o all’età mentale del 
soggetto. 
L’eventuale ritardo mentale associato andrebbe codificato sull’asse II. 
Se sono associati a condizioni mediche generali (anomalie cromosomiche, 
infezioni congenite, anomalie strutturali del SSN) queste andrebbero codificate 
sull’asse III. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 3
DSM-IV-TR 
F.84.x Disturbi pervasivi dello sviluppo 
Disturbo Autistico 
Disturbo di Rett 
Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia 
Disturbo di Asperger 
Disturbo Pervasivo dello Sviluppo NAS 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 4
DSM-IV-TR 
La triade sintomatologica 
1. Deficit nell’interazione sociale 
2. Deficit nella comunicazione 
3. Deficit dell’immaginazione con interessi ristretti e stereotipati 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 5
DSM-5 
Disturbo dello spettro autistico (DSA) 
Un approccio dimensionale 
 Autismo grave 
 Autismo medio 
 Autismo lieve 
 Autismo sottosoglia 
 Autismo variante fisiologica della norma. 
Disturbo della comunicazione sociale 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 6
DSM-5 
Disturbo dello spettro autistico (DSA) 
Criteri diagnostici 
 Dominio 1: deficit socio-comunicativo 
(componente sociale dei DSA) 
 Dominio 2: interessi ristretti e comportamenti ripetitivi 
componente non sociale dei DSA) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 7
DSM-IV-TR versus DSM-5 
DSM-5 
 I sintomi devono essere presenti nella 
prima infanzia, ma possono non essere 
pienamente manifesti fino a quando le 
richieste sociali eccedano le limitate 
abilità 
 Non è più presente il deficit della 
comunicazione, che entra a far parte 
del nuovo Disturbo della 
Comunicazione Sociale 
 La classificazione dimensionale 
determina un continuum patologico 
attraverso cui si identificano i bisogni 
della persona ed il grado di sostegno 
richiesto 
DSM –IV-TR 
 I sintomi si manifestano entro i 
primi tre anni di vita 
 E’ presente il deficit della 
comunicazione 
 Sono previste sindromi specifiche 
classicamente identificate 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 8
Gli studi sugli esiti in età adulta 
evidenziano la permanenza nella 
maggior parte dei casi di difficoltà 
nel comportamento adattivo e la 
dipendenza dal contesto 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 9
Le caratteristiche tipiche della sindrome si 
mantengono anche in età adulta 
Matson, Wilkins e Ancona (2008), hanno osservato che un gruppo di 57 adulti con 
autismo a basso livello di funzionalità presentava un profilo distinto di sintomi rispetto al 
gruppo di controllo che presentava lo stesso grado di deficit intellettivo ma senza diagnosi 
di autismo. Le differenze riguardavano soprattutto la tendenza ad attivare pochi contatti 
sociali e a mettere in atto comportamenti routinari e stereotipie. 
Billstedt, Gillberg e Cristopher (2007), in un gruppo di 105 soggetti adulti con autismo, 
mettevano in evidenza la presenza in una percentuale compresa tra il 70% ed il 92% dei 
casi di molti sintomi relativi all’interazione sociale; nella comunicazione, poco presente 
ecolalia, molto presente deficit nella reciprocità e comportamenti ripetitivi. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 10
Billsteadt, Gillberg e Gillberg (2005) 
Su 120 soggetti diagnosticati nell’infanzia e rivisti da adulti 
(dei quali il 50% con Q.I. <50), nel 78% dei casi sono stati 
riscontrati esiti “poveri” o “molto poveri”, nel 21% esiti 
“medi”, in nessun caso “buoni”. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 11
Anche nel caso di soggetti con Autismo ad alto 
Funzionamento o Sindrome di Asperger gli esiti 
non sempre sono in linea con quanto atteso 
sulla base delle capacità del soggetto 
Tantam (1991), su 46 adulti con Asperger che erano stati diagnosticati come 
autistici da bambini, ha trovato che solo 2 di essi avevano completato il percorso 
universitario di I° livello e solo 4 lavoravano. Il 53% risiedeva in istituzioni 
residenziali protette, il 41% abitava con i genitori e solo il 3% viveva in maniera 
indipendente. 
Howlin (2000): “Sebbene le persone con autismo ad alta funzionalità e con 
sindrome di Asperger possano avere un buon successo adattivo come adulti, tale 
condizione raramente si verifica in maniera agevole”. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 12
Howlin, Goode, Hutton e Rutter (2004) 
Su 68 soggetti con Q.I. >50, valutati nell’infanzia ed analizzati 
nuovamente in età adulta, malgrado alcuni abbiano raggiunto 
un livello discreto di autonomia, si osserva che la maggior 
parte è rimasta dipendente dalla famiglia e dai servizi. 
Il 58% ha esiti “poveri” o “molto poveri” (“buoni” o “molto 
buoni “ nel 29% dei casi) 
Il Q.I. >70 nell’infanzia si accompagna ad esiti migliori, ma ciò 
non vale per tutti gli individui. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 13
Occorre diffondere la consapevolezza che 
l’autismo è un problema che riguarda l’intero 
ciclo di vita. 
Più di una ricerca condotta in vari territori 
regionali segnala il crollo numerico delle 
diagnosi di autismo dopo i 18 anni 
Ministero della Salute 
Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro 
sull’autismo, 2008 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 14
Nel 2001 il DSM-IV-TR riportava che tre 
persone su 10.000 presentavano un disturbo 
autistico. 
Partendo da questo dato, Baron Cohen nel 
2009 inviava al corpo insegnante ed alle 
famiglie degli scolari dai 5 ai 9 anni un test 
screening e procedeva ad una nuova 
valutazione diagnostica. 
Con questo studio, riportava ben 157 casi su 
10.000, e la prevalenza passava dallo 0,03% al 
1,57%, aumentando di 50 volte. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 15
DATI EPIDEMIOLOGICI DISPONIBILI IN ITALIA 
REGIONE PIEMONTE 
ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 
2008 0-18 1702 2,5 
2007 18-30 377 0,7 
2012 18-30 771 1,6 
REGIONE EMILIA ROMAGNA 
ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 
2009 0-18 1335 2 
2002 > 18 62 0,11 
REGIONE TOSCANA 
ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 
2006 0-18 646 1,5 
2006 > 18 75 0,15 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 16
Utilizzo al momento della diagnosi, nel caso 
dei soggetti oggi adulti, di categorie 
diagnostiche non codificate secondo 
classificazioni internazionali 
Scomparsa e cambiamento della diagnosi a 
quella di Disabilità intellettiva o Psicosi 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 17
Oltre un terzo dei soggetti con Disabilità 
Intellettiva (DI) inseriti in strutture diurne e 
residenziali presenta comportamenti 
compatibili con un DPS 
Tra questi la percentuale sale al 48%-59% per i 
soggetti con DI più grave 
Kraijer, Lassi e La Malfa (2006) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 18
PIEMONTE – ADULTI CON DIAGNOSI F84 SEGUITI DAI DSM 
Seguiti 28% 
Non seguiti 72% 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 19
La situazione delle persone adulte affetta da autismo è 
fortemente condizionata dalla carenza grave di servizi, di 
progettualità e programmazione per il futuro, che produce 
troppo spesso un carico esorbitante per le famiglie, con il 
rischio di perdita di autonomie ed abilità faticosamente 
raggiunte, di abusi di interventi farmacologici per sopperire 
alla mancanza di idonei interventi psicoeducativi o di adeguata 
organizzazione dei contesti e degli spazi vitali, di 
istituzionalizzazioni fortemente segreganti in quanto 
puramente custodialistiche e restrittive. 
Ministero della Salute 
Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro 
sull’autismo, 2008 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 20
Vi è quindi l’esigenza di una presa in 
carico che si muova per tutto l’arco 
della vita delle persone con autismo, 
dall’infanzia all’età adulta ed anziana. 
Ministero della Salute 
Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro 
sull’autismo, 2008 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 21
CRITICITA’ NEL PASSAGGIO DALL’ADOLESCENZA ALL’ETA’ ADULTA 
La condivisione del 
ruolo educativo della 
scuola si riduce 
progressivamente 
I genitori rischiano 
di diventare 
nuovamente 
l’unico 
interlocutore del 
figlio 
L’integrazione con 
i coetanei può 
essere più 
problematica 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 22
L’ETA’ ADULTA 
Il genitore diventa anziano, il bambino non è diventato adulto 
Il genitore fatica ad esercitare da solo il suo ruolo educativo 
Emergono le preoccupazioni per il “dopo di noi” 
Il genitore chiede alla rete di affiancarsi o di sostituirsi a lui nel suo ruolo genitoriale 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 23
DSM–IV-TR Decorso Disturbo Autistico 
Gli studi di follow-up disponibili indicano che solo 
una piccola parte di soggetti con Disturbo 
Autistico riesce, nell’età adulta, a vivere e lavorare 
in modo indipendente. In circa un terzo dei casi, è 
possibile un certo grado di indipendenza parziale. 
I soggetti adulti affetti da DA con funzionamento 
più elevato continuano tipicamente a mostrare 
problemi nell’interazione sociale e nella 
comunicazione, oltre ad una notevole ristrettezza 
di interessi ed attività. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 24
DSM–IV-TR Decorso Disturbo di Rett 
Permane per tutta la vita e la perdita delle 
capacità di prestazioni è generalmente persistente 
e progressiva. Nella maggior parte dei casi la 
remissione è piuttosto limitata, sebbene vi 
possano essere alcuni recuperi di sviluppi molto 
modesti e si possa osservare un interesse 
nell’interazione sociale quando il soggetto 
raggiunge la tarda fanciullezza o l’adolescenza. Le 
difficoltà di comunicazione rimangono 
relativamente costanti per tutta la vita. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 25
DSM–IV-TR Decorso Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia 
Questo disturbo presenta un decorso continuo e 
nella maggior parte dei casi permane per la durata 
di tutta la vita. Le difficoltà sociali, di 
comunicazione e comportamentali rimangono 
relativamente costanti nel corso della vita. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 26
DSM–IV-TR Decorso Disturbo di Asperger 
Nell’adolescenza può aumentare l’interesse nello stabilire 
relazioni sociali nella misura in cui gli individui imparano a 
rispondere in modo più adattivo alle difficoltà. I più grandi 
possono essere interessati all’amicizia, ma sono privi della 
comprensione delle convenzioni dell’interazione sociale e 
possono più verosimilmente avere relazioni con individui 
molto più grandi o più piccoli di loro. La prognosi sembra 
significativamente migliore di quella del DA, poiché gli studi di 
follow-up sostengono che molti soggetti da adulti sono in 
grado di ottenere impieghi remunerativi e di provvedere 
all’autosufficienza. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 27
In Gran Bretagna la prevalenza di adulti autistici non diagnosticati è 
risultata essere del 1% (ADOS > 10 su un campione di 618 persone - 
Brugha ed aa., 2009) 
La maggior parte dei casi di DPS sono diagnosticati 
durante l’infanzia e molto sforzo è stato prodotto per 
lo sviluppo di strategie per ottenere una diagnosi 
precoce. Purtroppo, molti individui autistici con 
problemi lievi passano attraverso l’infanzia e 
l’adolescenza senza ricevere una diagnosi. 
Barnard ed aa. (2001) hanno trovato che il 29% delle 
persone con autismo ad alto funzionamento ed il 46% 
di quelli con S. di Asperger non aveva ricevuto questa 
diagnosi fino alla tarda adolescenza o l’età adulta. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 28
Le difficoltà diagnostiche riguardo i DPS ad alto funzionamento e la 
S. di Asperger sono legati probabilmente all’allargamento dei criteri 
diagnostici, all’alta intelligenza, alla capacità verbale che consente di 
camuffare e compensare le difficoltà. 
Secondo Bejerot e Wetterberger (2008) altri disturbi 
psichiatrici e sintomi spesso coesistono con i DPS. 
In altri casi (Gillberg 2002) le difficoltà legate ai DPS 
possono essere scambiate per espressioni di altri 
problemi psichiatrici o psicologici. 
Le difficoltà possono diventare più pronunciate nella 
transizione verso l’età adulta, quando le esigenze di 
autonomia aumentano, mentre le abilità sociali 
diventano fondamentali per la realizzazione 
accademica e professionale. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 29
Comorbidità dei DPS 
 Ritardo mentale 
 Disturbi della comunicazione 
 ADHD 
 Disturbo psicotico NAS 
 Schizofrenia 
 Disturbo da movimenti stereotipati 
 Disturbi d’ansia 
 Fobia sociale 
 Disturbi dell’adattamento 
 Disturbo ossessivo-compulsivo 
 Disturbo schizoide di personalità 
 Disturbo evitante di personalità 
 Disturbo dipendente di personalità 
 Disturbo ossessivo compulsivo di personalità 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 30
TEST PSICODIAGNOSTICI PER L’AUTISMO LIEVE NEGLI ADULTI 
 Autism Quotient (AQ, Baron-Cohen ed aa., 2001) 
 Aspie-Quiz (Ekblad, 2013) 
 Adult Autism Assesment (AAA, Baron-Cohen ed aa., 2005) 
 Ritvo Autism and Asperger Diagnostic Scale Revised (RAADS-R, Ritvo ed aa., 
2011) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 31
AQ – Identifica tratti autistici come strumento di screening, ma ha 
scarso valore come strumento diagnostico –Test di autovalutazione 
Aspie-Quiz – Simile al AQ, compilabile anche on line 
AAA- Buon sistema diagnostico, ma è lungo, richiede un’ottima 
conoscenza dell’autismo ed è basato strettamente sui criteri del DSM-IV. 
Ha un’ottima specificità, ma bassa sensibilità, escludendo i casi più 
lievi. 
RAADS-R – Studiato appositamente per la popolazione adulta con DSA 
di grado lieve o con S. di Asperger. La somministrazione viene fatta 
insieme al clinico. Gratuito, può essere scaricato dal sito 
www.spazioasperger.it/RAADS/ 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 32
RAADS-R 
 Sensibilità del 97% , specificità 100% (Ritvo ed aa., 2011) 
 Progettato per persone con QI medio o superiore (>80) e 
con DSA lieve o subclinico 
 E’ indifferente per soggetti di sesso maschile o femminile 
 Validato in uno studio internazionale comprendente 3 
nazioni di lingua anglofona (779 soggetti) ed in uno studio 
svedese (272 soggetti) 
 In Italia è in corso uno studio di validazione 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 33
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 34
FATTORI GENETICI 
 Alta incidenza della patologia fra fratelli (50-100 volte superiore rispetto alla 
popolazione normale 
 Modello poligenico (da 10 a 15 geni interagenti fra di loro) 
 Cromosomi X - 7 - 15 
 Maggiore incidenza nei maschi rispetto alle femmine (4:1) 
 Mutazione gene MECP-2 sul cromosoma X, presente nel 80% delle bambine con 
sindrome di Rett 
 Regione 7q31-35, coinvolta anche in alcuni disturbi del linguaggio 
 Regione 15q11-q13, coinvolta anche nella s. di Angelman e nella Prader-Willi, 
accomunate ai DPS per il ritardo mentale, i disturbi comportamentali e le 
frequenti anomalie EEG 
 Mutazioni del gene delle Relina , che gioca un ruolo fondamentale nella 
migrazione neuronale durante lo sviluppo cerebrale 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 35
ANOMALIE CEREBRALI 
LIVELLO MACRO 
 Aumentata densità neuronale nei nuclei dell’amigdala (emozione e motivazione) 
 Agenesia dell’oliva superiore (zona interessata alle vie acustiche) 
 Ipoplasia cerebellare posteriore e ridotto numero delle cellule del Purkinje (sistema motorio) 
LIVELLO MICRO 
 Anomalie nelle organizzazioni neuroniche minicolonnari del cervello (sia DA che s. di Asperger). 
Troppe minicolonne determinano anomalie di elaborazione del segnale 
 La RMN funzionale misurando le risposte emodinamiche dei siti di attivazione arriva a misurare le 
risposte metaboliche delle colonne corticali funzionali. Nell’autismo, le reti neuroniche locali non 
correlano in tempo fra di loro e quindi l’integrazione dell’informazione fra reti locali è difficoltosa. 
Deficit cognitivi 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 36
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Definizione 
Il Comportamento Problema (Challenging Behaviour ) viene 
definito un comportamento culturalmente abnorme di tale 
intensità, frequenza e durata da porre in serio rischio la sicurezza 
fisica della persona e degli altri, oppure un comportamento che 
presumibilmente limita in modo grave o fa sì che alla persona sia 
negato l’accesso alle ordinarie situazioni della vita sociale. 
(Emerson ed aa, 1995) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 37
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
I CP sono di fatto uno degli ostacoli più gravi all’integrazione sociale 
delle persone autistiche e contribuiscono a fare dell’autismo, tra 
tutte le disabilità, la condizione che comporta per le famiglie lo 
stress più grave. 
Interferiscono gravemente con la vita e con la socializzazione delle 
persone autistiche e delle loro famiglie, non solo quando hanno 
caratteri clamorosi, come i CP aggressivi o autolesionistici, o la pica 
o le crisi di tantrum, ma anche la chiusura prolungata in 
comportamenti stereotipati, il negativismo, le reazioni abnormi alle 
variazioni della sameness, i comportamenti intrusivi, 
l’autostimolazione. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 38
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Correlazioni positive di un’alta prevalenza di CP 
 Basso QI 
 Sesso maschile (per i comportamenti etero-aggressivi) 
 Co-presenza di altre disabilità (motorie, visive, ma soprattutto 
comunicative e di social-skills) 
 Livelli e precocità di istituzionalizzazione in contesti restrittivi (ma 
è vero anche il contrario, ovvero che i CP inducono 
istituzionalizzazione) 
 Eccesso oppure difetto di stimoli (contesti confusi o contesti poco 
significativi e demotivanti) 
 Età (tende a crescere progressivamente durante l’infanzia, ha un 
picco tra i 15 ed i 35 anni, poi tende a declinare con differenze tra 
i singoli tipi di CP e per sindromi) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 39
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
I CP - con consapevolezza limitata o assente - più frequenti nell’autismo 
 Vagare, fughe 
 Distruttività 
 Rumorosità 
 Crisi di bizzosità o rabbia 
 Comportamento aggressivo 
 Iperattività 
 Comportamento in luoghi pubblici 
 Mancanza di cooperazione 
 Gridare o piangere 
 Abitudini personali negative 
 Rompere o gettare oggetti 
 Altri problemi del comportamento 
(Modificata da Wing L.) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 40
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
I CP - con consapevolezza sociale - più frequenti nell’autismo 
 Difficoltà con altre persone 
 Comportamenti ribelli 
 Richieste tormentose di attenzione 
 Menzogne, inganni, furti 
 Altri problemi di comportamento 
(Modificata da Wing L.) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 41
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Alcuni CP particolari 
 Autolesionismo (morsicatura mani e labbra) > Sindrome di Lesch-Nyhan 
 Autolesionismo e movimenti stereotipati delle mani > Sindrome di Rett 
 Comportamenti autolesivi > X fragile ed aa. 
 Ipercinesie, deficit dell’attenzione, stereotipie > X fragile 
 Alta prevalenza di CP nella sindrome di Prader-Willi, e nei soggetti con 
epilessia 
(Modificata da Wing L.) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 42
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Frequenza di alcuni tipi di comportamento 
 Aggressione fisica 
 Autolesionismo (frequente e grave) 
 Autolesionismo (frequente) 
 Distruzione di proprietà 
2,1% 
2,2% 
9,3% 
7,1% 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 43
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Valore comunicativo del comportamento problema 
Il Comportamento Problema a volte ha un valore 
comunicativo, altre volte no. 
In alcuni casi il valore comunicativo si costruisce strada 
facendo, magari attraverso le risposte che a quel CP sono state 
via via date ed il valore funzionale che esso ha assunto. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 44
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Procedure di assessment e analisi funzionale 
 Che funzione svolge quel determinato CP? Comunicazione 
verso l’ambiente? Autostimolazione? Modulazione del 
flusso sensoriale? Più azioni insieme? 
 In quali occasioni è più frequente? Ci sono ricorrenze 
evidenziabili? Ci sono particolari stimoli (fisici, sociali, 
relazionali) che innescano, mantengono o modulano il CP? 
 Quali comportamenti positivi del repertorio del soggetto 
autistico potrebbero essere utilizzati in alternativa o 
essere incrementati? 
 E’ possibile sviluppare una qualche forma di 
comunicazione funzionale che prenda il posto del 
comportamento disadattativo? 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 45
I COMPORTAMENTI PROBLEMA 
Strategie comportamentali 
 Identificazione dello o degli scopi alla base del CP 
 Educazione e sviluppo di comportamenti alternativi, che 
non consiste nella semplice riduzione del CP, ma 
nell’implementare una nuova abilità 
 La pluralità degli scopi può richiedere interventi molteplici 
 Cambiamenti non solo degli individui, ma dell’insieme 
delle relazioni e del contesto 
 La meta finale di ogni intervento è rivolta non al singolo 
problema ma alla persona, al suo stile di vita 
LA META DELL’INTERVENTO E’ LO STILE DI VITA (Carr) 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 46
MODELLI NEUROBIOLOGICI 
 Sistemi dopaminergici – Regola l’attività motoria. Alcune evidenze 
suggeriscono che anomalie nel sottosistema recettoriale D1 possano 
essere implicate nello sviluppo e nel mantenimento di alcune forme di 
comportamento autolesivo. 
 Sistemi Serotoninergici – Correlato a veglia, appetito, ansia e 
depressione. Alcune evidenze correlano una relazione fra serotonina 
ed aggressività, in particolare nei comportamenti autolesivi. 
 Peptidi oppioidi – Le Beta-endorfine, con proprietà analgesiche ed 
antinocicettive, possono essere correlate ai comportamenti autolesivi 
sia in termini di alterazione della soglia del dolore, sia in termini di 
autostimolazione alla ricerca di proprietà analgesiche ed euforizzanti. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 47
TRATTAMENTO 
L’approccio al trattamento dei CP nel soggetto con DPS deve essere 
analitico, multimodale e contestualizzato. 
L’attenzione agli aspetti comunicativi non prescinde dalla complessità 
etiopatogenetica dei CP, nei cui meccanismi etiologici intervengono 
fattori neurobiologici, comportamentali e relazionali. 
Nessun tipo di intervento può essere escluso, anche se di tipo frustrante 
(finanche il blocco fisico) se tecniche diverse (ad esempio 
farmacologiche) risultano inefficaci e se servono a correggere 
nell’immediato comportamenti gravemente autolesivi o manifestazioni 
perduranti di agitazione. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 48
TRATTAMENTO 
Va da sé che questioni etiche e giuridiche 
consigliano di privilegiare, in funzione del modello di 
trattamento meno restrittivo, tutte le tecniche 
positive ricorrendo agli interventi negativi solo in 
caso di comprovata inefficacia. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 49
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 50
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 51
SERVIZI E RETE SOCIALE 
Sostegno all’autonomia 
 Servizi di tregua e respiro 
Strutture semiresidenziali 
Strutture residenziali 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 52
LA TERAPIA DELL’AUTISMO 
La SINPIA, nelle Linee Guida, pone al primo posto per l´abilitazione di una persona 
autistica l´Approccio Comportamentale, cioè l´A.B.A. (Applied Behaviour Analysis) nelle 
sue diverse modalità di realizzazione, con non meno di 18 ore settimanali di impegno 
educativo attivo. 
La base Biologica dell´ABA è ben spiegata dal concetto di "Plasticità" del Sistema Nervoso 
Centrale 
Scrivono Sally Rogers e Geraldine Dawson "Negli ultimi anni abbiamo imparato molto 
sulla velocità con cui il cervello umano è in grado di rispondere ai cambiamenti 
nell´esperienza. Iniziare ad apprendere una nuova abilità (come suonare uno strumento a 
corde) produce effetti misurabili nel funzionamento cerebrale nel giro di pochi giorni. 
Regioni cerebrali che prima della pratica non erano sensibili allo stimolo iniziano a 
rispondere. Regioni cerebrali che precedentemente rispondevano ad uno stimolo 
differente, sono ´reclutate´ dalla nuova attività e iniziano a rispondere allo stimolo 
nuovo.....L´esperienza plasma il cervello, stimolando la formazione di reti di neuroni che 
rispondono, e di regioni neurali che permettono una performance sempre più abile e 
automatica...L´esperienza di ricompensa e di reazione da parte dell´ambiente è parte 
integrante di questo processo.“ 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 53
LA TERAPIA DELL’AUTISMO 
Ivar Lovaas riferisce che un bimbo trattato precocemente (18- 
48 mesi) con A.B.A. per 2-4 anni, nel 46-48 % dei casi può 
integrarsi nella scuola senza avere poi necessità di sostegno, 
può arrivare alla maggiore età con lo stesso patrimonio di 
conoscenze dei coetanei normotipici e può conseguire la base 
necessaria per ulteriori studi o per una attività lavorativa che 
permetta di raggiungere un livello di autonomia adeguato ad 
una accettabile qualità della vita, che può permettere delle 
scelte affettive fino anche al matrimonio. Gli altri migliorano 
in diversa misura ed in tempi diversi, sulla base di alcune 
variabili personologiche e contestuali. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 54
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
La maggior parte delle esperienze terapeutiche 
per lo più proviene dagli Stati Uniti, dove 
indagini epidemiologiche attestano che 
trattamenti farmacologici vengono utilizzati in 
circa il 50% delle persone con "Autismo" di 
qualsivoglia età (Baghdadli et al., 2002) e 
riguarda terapie farmacologiche sintomatiche, 
limitate e ristrette al contenimento dei problemi 
comportamentali e, più spesso, su soggetti 
adolescenti ed adulti, molto più raramente su 
bambini sotto i 5 anni di età. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 55
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
Altro elemento da considerare è rappresentato 
dal ritardo mentale associato: soggetti autistici 
con ritardo mentale medio o grave assumono 
farmaci con frequenza tripla rispetto a quelli 
senza ritardo mentale o con ritardo mentale 
lieve (Masi et al., 1999). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 56
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
Altro elemento di rilievo nella difficoltà all’uso di 
farmaci in questi soggetti è dato dall’ampia 
variabilità clinica delle persone affette e quindi la 
possibilità che un farmaco risultato efficace in un 
soggetto non lo sia per un altro, o addirittura 
peggiori la situazione o determini la comparsa di 
effetti collaterali. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 57
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
I NEUROLETTICI 
I farmaci più studiati riguardano l’ampio gruppo dei Neurolettici Atipici ed in 
particolare il Risperidone (McCracken et al., 2002) su cui troviamo anche studi in 
doppio cieco, preferito per la minor evidenza di effetti collaterali quali sedazione 
e manifestazioni distoniche o parkinsoniane, oltre alla discinesia tardiva. Il 
razionale per l’uso di questi farmaci risiede nell’azione sul sistema 
dopaminergico, associata ad un’azione sul sistema serotoninergico che è 
risultato in più studi implicato nei DPS. Scarsi sono gli studi sugli altri neurolettici 
atipici, quali l’Olanzapina e la Clozapina, che sembrano avere maggiore effetto 
sui contenuti ideativi e sui rituali e potenziali buoni effetti su sintomi positivi 
quali aggressività ed agitazione, ma anche effetti collaterali quali maggiore 
incremento del peso corporeo, rischio di leucopenia ed agranalucitosi, oltre ad 
un potenziale rischio epilettogeno. In caso di auto o eteroaggressività è stato in 
passato consigliato l’uso del naltrexone, antagonista degli oppioidi endogeni, 
che però dopo iniziali entusiasmi attualmente non viene più utilizzato per la 
sostanziale mancanza di efficacia in questa direzione (Gillberg, 1995). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 58
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
GLI SSRI 
Riguardo al recente impiego degli SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione 
di Serotonina) (sertralina, fluvoxamina e fluoxamina) per lo più in soggetti 
ad alto funzionamento e con sintomatologia ossessiva o nei piccoli con un 
forte isolamento ed apatia, il razionale per il loro impiego riporta all’ipotesi 
serotoninergica. La loro efficacia è stata testata quasi prevalentemente in 
studi in aperto e manca uniformità nei risultati. In alcuni casi il loro uso è 
coinciso con miglior comportamento sociale e riduzione delle condotte 
stereotipe; tuttavia in altri casi è stato osservato un effetto "attivante" con 
aumento dell’ipercinesia, dei disturbi del sonno, e di agitazione, pur 
permanendo i buoni effetti negli apprendimenti e nel comportamento 
interattivo (Masi et al.,1999) In questo gruppo sono pertanto preferibili 
sertralina e fluvoxamina che sembrano dotati di minore azione 
"disinibente“. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 59
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
GLI STABILIZZATORI DELL’UMORE 
Per i disturbi del tono dell’umore, spesso presenti nei 
pazienti autistici con miglior livello intellettivo e con 
sospetta patologia bipolare, si può ricorrere anche alla 
somministrazione di carbamazepina, del valproato di sodio 
o di magnesio o di lamotrigina. Questi farmaci hanno 
anche il vantaggio di trattare le crisi epilettiche e di 
attenuare le anomalie parossistiche sull’EEG qualora il 
paziente presenti questa sintomatologia che, peraltro, 
ricorre in circa un quinto dei soggetti con DPS. La 
lamotrigina ha anche la caratteristica di produrre un 
miglioramento delle capacità attentive (Di Martino e 
Tuchman, 2001). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 60
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
ALTRI FARMACI 
Fra gli altri trials utilizzati (non facenti parte del gruppo 
degli "psicofarmaci"), anche per la supposta relativa 
innocuità, va menzionata la vitamina B6 associata a 
magnesio, che ha mostrato in studi in aperto effetti 
positivi sui problemi di comportamento e nell’attenzione 
agli apprendimenti (Giovanardi Rossi et al., 1992); tuttavia 
non tutti gli autori ne hanno confermato l’efficacia a lungo 
termine e/o rispetto al placebo e attualmente è in corso 
un protocollo per una revisione sistematica su questo 
trattamento (Nye e Brice, 2002). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 61
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
ALTRI FARMACI 
Riguardo all’uso della Secretina il suo largo utilizzo e l’ampia 
pubblicità sono dovuti alla divulgazione operata dai mass media su 
"drammatici" effetti insorti dopo infusione di questa sostanza come 
test di stimolo a fini diagnostici in un bambino autistico con sintomi 
gastrointestinali: rapido miglioramento del linguaggio e delle abilità 
sociali. Studi controllati in doppio cieco, ripetuti in seguito, hanno 
escluso significative differenze rispetto al placebo (Carey et al., 2002). 
Tuttavia qualche studio, sempre in doppio cieco con placebo, ha 
indicato una potenziale efficacia in un sottogruppo specifico di 
bambini autistici affetti anche da diarrea cronica a confronto con 
bambini autistici privi di sintomi gastrointestinali (Kern et al., 2002). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 62
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
ALTRI FARMACI 
A fianco di studi mirati al farmaco, altri contemporaneamente hanno 
suggerito un ruolo significativo da parte della dieta priva di latte e glutine. 
Un’interessante ipotesi in questo senso è rappresentata dalla teoria 
sull’eccesso di oppioidi (Reichelt et al., 1993) che propone una incompleta 
metabolizzazione ed un eccessivo assorbimento a livello intestinale di 
peptidi derivati dal glutine e dai prodotti caseari. Questi peptidi 
eserciterebbero poi un effetto a livello del sistema nervoso centrale tipo 
oppiacei sia direttamente (per una maggiore permeabilità di barriera) sia 
legandosi alle peptidasi che catabolizzano gli oppioidi endogeni, inducendo 
una disregolazione del sistema endogeno di endorfine ed encefaline. Alcuni 
studi in aperto riportano un miglioramento, descritto dai genitori ed 
insegnanti, sul versante sociale, sull’attenzione e sull’iperattività (Knivsber et 
al., 2001). Tuttavia, si attendono conferme da parte di studi con casi 
controllo e in doppio cieco. 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 63
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE 
ALTRI FARMACI 
E’ stato, infine, ipotizzato che anomalie di produzione di 
ossitocina e vasopressina possano contribuire allo sviluppo 
dei comportamenti ripetitivi e dei deficit sociali che si 
ritrovano nell’autismo ed una recente ricerca riporta la 
netta diminuzione di ossessività e altri comportamenti 
stereotipati dopo trattamento con ossitocina su 15 
soggetti con autismo a confronto con placebo (Hollander 
et al., 2003). 
Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 64
Grazie per l’attenzione 
https://www.facebook.com/DipartimentoSaluteMentaleRC?ref=stream

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Il ruolo dello psichiatria

  • 1. IL RUOLO DELLO PSICHIATRA Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita Reggio Calabria, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 1
  • 2. SINPIA ( LINEE GUIDA PER L’AUTISMO - 2005) Sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita, con gravissime menomazioni nell’area dell’interazione sociale, della comunicazione sia verbale che non verbale, del comportamento, che spesso diventa estremamente problematico e del modo di percepire sia il proprio corpo che il mondo. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 2
  • 3. DSM-IV-TR F.84.x Disturbi pervasivi dello sviluppo Compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo: capacità di interazione sociale reciproca, capacità di comunicazione, o presenza di comportamenti, interessi e attività stereotipate. Le compromissioni qualitative che definiscono queste condizioni sono nettamente anomale rispetto a livello di sviluppo o all’età mentale del soggetto. L’eventuale ritardo mentale associato andrebbe codificato sull’asse II. Se sono associati a condizioni mediche generali (anomalie cromosomiche, infezioni congenite, anomalie strutturali del SSN) queste andrebbero codificate sull’asse III. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 3
  • 4. DSM-IV-TR F.84.x Disturbi pervasivi dello sviluppo Disturbo Autistico Disturbo di Rett Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia Disturbo di Asperger Disturbo Pervasivo dello Sviluppo NAS Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 4
  • 5. DSM-IV-TR La triade sintomatologica 1. Deficit nell’interazione sociale 2. Deficit nella comunicazione 3. Deficit dell’immaginazione con interessi ristretti e stereotipati Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 5
  • 6. DSM-5 Disturbo dello spettro autistico (DSA) Un approccio dimensionale  Autismo grave  Autismo medio  Autismo lieve  Autismo sottosoglia  Autismo variante fisiologica della norma. Disturbo della comunicazione sociale Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 6
  • 7. DSM-5 Disturbo dello spettro autistico (DSA) Criteri diagnostici  Dominio 1: deficit socio-comunicativo (componente sociale dei DSA)  Dominio 2: interessi ristretti e comportamenti ripetitivi componente non sociale dei DSA) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 7
  • 8. DSM-IV-TR versus DSM-5 DSM-5  I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia, ma possono non essere pienamente manifesti fino a quando le richieste sociali eccedano le limitate abilità  Non è più presente il deficit della comunicazione, che entra a far parte del nuovo Disturbo della Comunicazione Sociale  La classificazione dimensionale determina un continuum patologico attraverso cui si identificano i bisogni della persona ed il grado di sostegno richiesto DSM –IV-TR  I sintomi si manifestano entro i primi tre anni di vita  E’ presente il deficit della comunicazione  Sono previste sindromi specifiche classicamente identificate Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 8
  • 9. Gli studi sugli esiti in età adulta evidenziano la permanenza nella maggior parte dei casi di difficoltà nel comportamento adattivo e la dipendenza dal contesto Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 9
  • 10. Le caratteristiche tipiche della sindrome si mantengono anche in età adulta Matson, Wilkins e Ancona (2008), hanno osservato che un gruppo di 57 adulti con autismo a basso livello di funzionalità presentava un profilo distinto di sintomi rispetto al gruppo di controllo che presentava lo stesso grado di deficit intellettivo ma senza diagnosi di autismo. Le differenze riguardavano soprattutto la tendenza ad attivare pochi contatti sociali e a mettere in atto comportamenti routinari e stereotipie. Billstedt, Gillberg e Cristopher (2007), in un gruppo di 105 soggetti adulti con autismo, mettevano in evidenza la presenza in una percentuale compresa tra il 70% ed il 92% dei casi di molti sintomi relativi all’interazione sociale; nella comunicazione, poco presente ecolalia, molto presente deficit nella reciprocità e comportamenti ripetitivi. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 10
  • 11. Billsteadt, Gillberg e Gillberg (2005) Su 120 soggetti diagnosticati nell’infanzia e rivisti da adulti (dei quali il 50% con Q.I. <50), nel 78% dei casi sono stati riscontrati esiti “poveri” o “molto poveri”, nel 21% esiti “medi”, in nessun caso “buoni”. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 11
  • 12. Anche nel caso di soggetti con Autismo ad alto Funzionamento o Sindrome di Asperger gli esiti non sempre sono in linea con quanto atteso sulla base delle capacità del soggetto Tantam (1991), su 46 adulti con Asperger che erano stati diagnosticati come autistici da bambini, ha trovato che solo 2 di essi avevano completato il percorso universitario di I° livello e solo 4 lavoravano. Il 53% risiedeva in istituzioni residenziali protette, il 41% abitava con i genitori e solo il 3% viveva in maniera indipendente. Howlin (2000): “Sebbene le persone con autismo ad alta funzionalità e con sindrome di Asperger possano avere un buon successo adattivo come adulti, tale condizione raramente si verifica in maniera agevole”. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 12
  • 13. Howlin, Goode, Hutton e Rutter (2004) Su 68 soggetti con Q.I. >50, valutati nell’infanzia ed analizzati nuovamente in età adulta, malgrado alcuni abbiano raggiunto un livello discreto di autonomia, si osserva che la maggior parte è rimasta dipendente dalla famiglia e dai servizi. Il 58% ha esiti “poveri” o “molto poveri” (“buoni” o “molto buoni “ nel 29% dei casi) Il Q.I. >70 nell’infanzia si accompagna ad esiti migliori, ma ciò non vale per tutti gli individui. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 13
  • 14. Occorre diffondere la consapevolezza che l’autismo è un problema che riguarda l’intero ciclo di vita. Più di una ricerca condotta in vari territori regionali segnala il crollo numerico delle diagnosi di autismo dopo i 18 anni Ministero della Salute Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro sull’autismo, 2008 Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 14
  • 15. Nel 2001 il DSM-IV-TR riportava che tre persone su 10.000 presentavano un disturbo autistico. Partendo da questo dato, Baron Cohen nel 2009 inviava al corpo insegnante ed alle famiglie degli scolari dai 5 ai 9 anni un test screening e procedeva ad una nuova valutazione diagnostica. Con questo studio, riportava ben 157 casi su 10.000, e la prevalenza passava dallo 0,03% al 1,57%, aumentando di 50 volte. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 15
  • 16. DATI EPIDEMIOLOGICI DISPONIBILI IN ITALIA REGIONE PIEMONTE ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 2008 0-18 1702 2,5 2007 18-30 377 0,7 2012 18-30 771 1,6 REGIONE EMILIA ROMAGNA ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 2009 0-18 1335 2 2002 > 18 62 0,11 REGIONE TOSCANA ANNO FASCIA DI ETA' SOGGETTI CON DPS PREVALENZA SU 1000 2006 0-18 646 1,5 2006 > 18 75 0,15 Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 16
  • 17. Utilizzo al momento della diagnosi, nel caso dei soggetti oggi adulti, di categorie diagnostiche non codificate secondo classificazioni internazionali Scomparsa e cambiamento della diagnosi a quella di Disabilità intellettiva o Psicosi Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 17
  • 18. Oltre un terzo dei soggetti con Disabilità Intellettiva (DI) inseriti in strutture diurne e residenziali presenta comportamenti compatibili con un DPS Tra questi la percentuale sale al 48%-59% per i soggetti con DI più grave Kraijer, Lassi e La Malfa (2006) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 18
  • 19. PIEMONTE – ADULTI CON DIAGNOSI F84 SEGUITI DAI DSM Seguiti 28% Non seguiti 72% Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 19
  • 20. La situazione delle persone adulte affetta da autismo è fortemente condizionata dalla carenza grave di servizi, di progettualità e programmazione per il futuro, che produce troppo spesso un carico esorbitante per le famiglie, con il rischio di perdita di autonomie ed abilità faticosamente raggiunte, di abusi di interventi farmacologici per sopperire alla mancanza di idonei interventi psicoeducativi o di adeguata organizzazione dei contesti e degli spazi vitali, di istituzionalizzazioni fortemente segreganti in quanto puramente custodialistiche e restrittive. Ministero della Salute Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro sull’autismo, 2008 Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 20
  • 21. Vi è quindi l’esigenza di una presa in carico che si muova per tutto l’arco della vita delle persone con autismo, dall’infanzia all’età adulta ed anziana. Ministero della Salute Relazione finale Tavolo Nazionale di Lavoro sull’autismo, 2008 Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 21
  • 22. CRITICITA’ NEL PASSAGGIO DALL’ADOLESCENZA ALL’ETA’ ADULTA La condivisione del ruolo educativo della scuola si riduce progressivamente I genitori rischiano di diventare nuovamente l’unico interlocutore del figlio L’integrazione con i coetanei può essere più problematica Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 22
  • 23. L’ETA’ ADULTA Il genitore diventa anziano, il bambino non è diventato adulto Il genitore fatica ad esercitare da solo il suo ruolo educativo Emergono le preoccupazioni per il “dopo di noi” Il genitore chiede alla rete di affiancarsi o di sostituirsi a lui nel suo ruolo genitoriale Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 23
  • 24. DSM–IV-TR Decorso Disturbo Autistico Gli studi di follow-up disponibili indicano che solo una piccola parte di soggetti con Disturbo Autistico riesce, nell’età adulta, a vivere e lavorare in modo indipendente. In circa un terzo dei casi, è possibile un certo grado di indipendenza parziale. I soggetti adulti affetti da DA con funzionamento più elevato continuano tipicamente a mostrare problemi nell’interazione sociale e nella comunicazione, oltre ad una notevole ristrettezza di interessi ed attività. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 24
  • 25. DSM–IV-TR Decorso Disturbo di Rett Permane per tutta la vita e la perdita delle capacità di prestazioni è generalmente persistente e progressiva. Nella maggior parte dei casi la remissione è piuttosto limitata, sebbene vi possano essere alcuni recuperi di sviluppi molto modesti e si possa osservare un interesse nell’interazione sociale quando il soggetto raggiunge la tarda fanciullezza o l’adolescenza. Le difficoltà di comunicazione rimangono relativamente costanti per tutta la vita. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 25
  • 26. DSM–IV-TR Decorso Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia Questo disturbo presenta un decorso continuo e nella maggior parte dei casi permane per la durata di tutta la vita. Le difficoltà sociali, di comunicazione e comportamentali rimangono relativamente costanti nel corso della vita. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 26
  • 27. DSM–IV-TR Decorso Disturbo di Asperger Nell’adolescenza può aumentare l’interesse nello stabilire relazioni sociali nella misura in cui gli individui imparano a rispondere in modo più adattivo alle difficoltà. I più grandi possono essere interessati all’amicizia, ma sono privi della comprensione delle convenzioni dell’interazione sociale e possono più verosimilmente avere relazioni con individui molto più grandi o più piccoli di loro. La prognosi sembra significativamente migliore di quella del DA, poiché gli studi di follow-up sostengono che molti soggetti da adulti sono in grado di ottenere impieghi remunerativi e di provvedere all’autosufficienza. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 27
  • 28. In Gran Bretagna la prevalenza di adulti autistici non diagnosticati è risultata essere del 1% (ADOS > 10 su un campione di 618 persone - Brugha ed aa., 2009) La maggior parte dei casi di DPS sono diagnosticati durante l’infanzia e molto sforzo è stato prodotto per lo sviluppo di strategie per ottenere una diagnosi precoce. Purtroppo, molti individui autistici con problemi lievi passano attraverso l’infanzia e l’adolescenza senza ricevere una diagnosi. Barnard ed aa. (2001) hanno trovato che il 29% delle persone con autismo ad alto funzionamento ed il 46% di quelli con S. di Asperger non aveva ricevuto questa diagnosi fino alla tarda adolescenza o l’età adulta. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 28
  • 29. Le difficoltà diagnostiche riguardo i DPS ad alto funzionamento e la S. di Asperger sono legati probabilmente all’allargamento dei criteri diagnostici, all’alta intelligenza, alla capacità verbale che consente di camuffare e compensare le difficoltà. Secondo Bejerot e Wetterberger (2008) altri disturbi psichiatrici e sintomi spesso coesistono con i DPS. In altri casi (Gillberg 2002) le difficoltà legate ai DPS possono essere scambiate per espressioni di altri problemi psichiatrici o psicologici. Le difficoltà possono diventare più pronunciate nella transizione verso l’età adulta, quando le esigenze di autonomia aumentano, mentre le abilità sociali diventano fondamentali per la realizzazione accademica e professionale. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 29
  • 30. Comorbidità dei DPS  Ritardo mentale  Disturbi della comunicazione  ADHD  Disturbo psicotico NAS  Schizofrenia  Disturbo da movimenti stereotipati  Disturbi d’ansia  Fobia sociale  Disturbi dell’adattamento  Disturbo ossessivo-compulsivo  Disturbo schizoide di personalità  Disturbo evitante di personalità  Disturbo dipendente di personalità  Disturbo ossessivo compulsivo di personalità Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 30
  • 31. TEST PSICODIAGNOSTICI PER L’AUTISMO LIEVE NEGLI ADULTI  Autism Quotient (AQ, Baron-Cohen ed aa., 2001)  Aspie-Quiz (Ekblad, 2013)  Adult Autism Assesment (AAA, Baron-Cohen ed aa., 2005)  Ritvo Autism and Asperger Diagnostic Scale Revised (RAADS-R, Ritvo ed aa., 2011) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 31
  • 32. AQ – Identifica tratti autistici come strumento di screening, ma ha scarso valore come strumento diagnostico –Test di autovalutazione Aspie-Quiz – Simile al AQ, compilabile anche on line AAA- Buon sistema diagnostico, ma è lungo, richiede un’ottima conoscenza dell’autismo ed è basato strettamente sui criteri del DSM-IV. Ha un’ottima specificità, ma bassa sensibilità, escludendo i casi più lievi. RAADS-R – Studiato appositamente per la popolazione adulta con DSA di grado lieve o con S. di Asperger. La somministrazione viene fatta insieme al clinico. Gratuito, può essere scaricato dal sito www.spazioasperger.it/RAADS/ Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 32
  • 33. RAADS-R  Sensibilità del 97% , specificità 100% (Ritvo ed aa., 2011)  Progettato per persone con QI medio o superiore (>80) e con DSA lieve o subclinico  E’ indifferente per soggetti di sesso maschile o femminile  Validato in uno studio internazionale comprendente 3 nazioni di lingua anglofona (779 soggetti) ed in uno studio svedese (272 soggetti)  In Italia è in corso uno studio di validazione Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 33
  • 34. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 34
  • 35. FATTORI GENETICI  Alta incidenza della patologia fra fratelli (50-100 volte superiore rispetto alla popolazione normale  Modello poligenico (da 10 a 15 geni interagenti fra di loro)  Cromosomi X - 7 - 15  Maggiore incidenza nei maschi rispetto alle femmine (4:1)  Mutazione gene MECP-2 sul cromosoma X, presente nel 80% delle bambine con sindrome di Rett  Regione 7q31-35, coinvolta anche in alcuni disturbi del linguaggio  Regione 15q11-q13, coinvolta anche nella s. di Angelman e nella Prader-Willi, accomunate ai DPS per il ritardo mentale, i disturbi comportamentali e le frequenti anomalie EEG  Mutazioni del gene delle Relina , che gioca un ruolo fondamentale nella migrazione neuronale durante lo sviluppo cerebrale Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 35
  • 36. ANOMALIE CEREBRALI LIVELLO MACRO  Aumentata densità neuronale nei nuclei dell’amigdala (emozione e motivazione)  Agenesia dell’oliva superiore (zona interessata alle vie acustiche)  Ipoplasia cerebellare posteriore e ridotto numero delle cellule del Purkinje (sistema motorio) LIVELLO MICRO  Anomalie nelle organizzazioni neuroniche minicolonnari del cervello (sia DA che s. di Asperger). Troppe minicolonne determinano anomalie di elaborazione del segnale  La RMN funzionale misurando le risposte emodinamiche dei siti di attivazione arriva a misurare le risposte metaboliche delle colonne corticali funzionali. Nell’autismo, le reti neuroniche locali non correlano in tempo fra di loro e quindi l’integrazione dell’informazione fra reti locali è difficoltosa. Deficit cognitivi Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 36
  • 37. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Definizione Il Comportamento Problema (Challenging Behaviour ) viene definito un comportamento culturalmente abnorme di tale intensità, frequenza e durata da porre in serio rischio la sicurezza fisica della persona e degli altri, oppure un comportamento che presumibilmente limita in modo grave o fa sì che alla persona sia negato l’accesso alle ordinarie situazioni della vita sociale. (Emerson ed aa, 1995) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 37
  • 38. I COMPORTAMENTI PROBLEMA I CP sono di fatto uno degli ostacoli più gravi all’integrazione sociale delle persone autistiche e contribuiscono a fare dell’autismo, tra tutte le disabilità, la condizione che comporta per le famiglie lo stress più grave. Interferiscono gravemente con la vita e con la socializzazione delle persone autistiche e delle loro famiglie, non solo quando hanno caratteri clamorosi, come i CP aggressivi o autolesionistici, o la pica o le crisi di tantrum, ma anche la chiusura prolungata in comportamenti stereotipati, il negativismo, le reazioni abnormi alle variazioni della sameness, i comportamenti intrusivi, l’autostimolazione. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 38
  • 39. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Correlazioni positive di un’alta prevalenza di CP  Basso QI  Sesso maschile (per i comportamenti etero-aggressivi)  Co-presenza di altre disabilità (motorie, visive, ma soprattutto comunicative e di social-skills)  Livelli e precocità di istituzionalizzazione in contesti restrittivi (ma è vero anche il contrario, ovvero che i CP inducono istituzionalizzazione)  Eccesso oppure difetto di stimoli (contesti confusi o contesti poco significativi e demotivanti)  Età (tende a crescere progressivamente durante l’infanzia, ha un picco tra i 15 ed i 35 anni, poi tende a declinare con differenze tra i singoli tipi di CP e per sindromi) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 39
  • 40. I COMPORTAMENTI PROBLEMA I CP - con consapevolezza limitata o assente - più frequenti nell’autismo  Vagare, fughe  Distruttività  Rumorosità  Crisi di bizzosità o rabbia  Comportamento aggressivo  Iperattività  Comportamento in luoghi pubblici  Mancanza di cooperazione  Gridare o piangere  Abitudini personali negative  Rompere o gettare oggetti  Altri problemi del comportamento (Modificata da Wing L.) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 40
  • 41. I COMPORTAMENTI PROBLEMA I CP - con consapevolezza sociale - più frequenti nell’autismo  Difficoltà con altre persone  Comportamenti ribelli  Richieste tormentose di attenzione  Menzogne, inganni, furti  Altri problemi di comportamento (Modificata da Wing L.) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 41
  • 42. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Alcuni CP particolari  Autolesionismo (morsicatura mani e labbra) > Sindrome di Lesch-Nyhan  Autolesionismo e movimenti stereotipati delle mani > Sindrome di Rett  Comportamenti autolesivi > X fragile ed aa.  Ipercinesie, deficit dell’attenzione, stereotipie > X fragile  Alta prevalenza di CP nella sindrome di Prader-Willi, e nei soggetti con epilessia (Modificata da Wing L.) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 42
  • 43. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Frequenza di alcuni tipi di comportamento  Aggressione fisica  Autolesionismo (frequente e grave)  Autolesionismo (frequente)  Distruzione di proprietà 2,1% 2,2% 9,3% 7,1% Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 43
  • 44. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Valore comunicativo del comportamento problema Il Comportamento Problema a volte ha un valore comunicativo, altre volte no. In alcuni casi il valore comunicativo si costruisce strada facendo, magari attraverso le risposte che a quel CP sono state via via date ed il valore funzionale che esso ha assunto. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 44
  • 45. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Procedure di assessment e analisi funzionale  Che funzione svolge quel determinato CP? Comunicazione verso l’ambiente? Autostimolazione? Modulazione del flusso sensoriale? Più azioni insieme?  In quali occasioni è più frequente? Ci sono ricorrenze evidenziabili? Ci sono particolari stimoli (fisici, sociali, relazionali) che innescano, mantengono o modulano il CP?  Quali comportamenti positivi del repertorio del soggetto autistico potrebbero essere utilizzati in alternativa o essere incrementati?  E’ possibile sviluppare una qualche forma di comunicazione funzionale che prenda il posto del comportamento disadattativo? Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 45
  • 46. I COMPORTAMENTI PROBLEMA Strategie comportamentali  Identificazione dello o degli scopi alla base del CP  Educazione e sviluppo di comportamenti alternativi, che non consiste nella semplice riduzione del CP, ma nell’implementare una nuova abilità  La pluralità degli scopi può richiedere interventi molteplici  Cambiamenti non solo degli individui, ma dell’insieme delle relazioni e del contesto  La meta finale di ogni intervento è rivolta non al singolo problema ma alla persona, al suo stile di vita LA META DELL’INTERVENTO E’ LO STILE DI VITA (Carr) Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 46
  • 47. MODELLI NEUROBIOLOGICI  Sistemi dopaminergici – Regola l’attività motoria. Alcune evidenze suggeriscono che anomalie nel sottosistema recettoriale D1 possano essere implicate nello sviluppo e nel mantenimento di alcune forme di comportamento autolesivo.  Sistemi Serotoninergici – Correlato a veglia, appetito, ansia e depressione. Alcune evidenze correlano una relazione fra serotonina ed aggressività, in particolare nei comportamenti autolesivi.  Peptidi oppioidi – Le Beta-endorfine, con proprietà analgesiche ed antinocicettive, possono essere correlate ai comportamenti autolesivi sia in termini di alterazione della soglia del dolore, sia in termini di autostimolazione alla ricerca di proprietà analgesiche ed euforizzanti. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 47
  • 48. TRATTAMENTO L’approccio al trattamento dei CP nel soggetto con DPS deve essere analitico, multimodale e contestualizzato. L’attenzione agli aspetti comunicativi non prescinde dalla complessità etiopatogenetica dei CP, nei cui meccanismi etiologici intervengono fattori neurobiologici, comportamentali e relazionali. Nessun tipo di intervento può essere escluso, anche se di tipo frustrante (finanche il blocco fisico) se tecniche diverse (ad esempio farmacologiche) risultano inefficaci e se servono a correggere nell’immediato comportamenti gravemente autolesivi o manifestazioni perduranti di agitazione. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 48
  • 49. TRATTAMENTO Va da sé che questioni etiche e giuridiche consigliano di privilegiare, in funzione del modello di trattamento meno restrittivo, tutte le tecniche positive ricorrendo agli interventi negativi solo in caso di comprovata inefficacia. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 49
  • 50. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 50
  • 51. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 51
  • 52. SERVIZI E RETE SOCIALE Sostegno all’autonomia  Servizi di tregua e respiro Strutture semiresidenziali Strutture residenziali Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 52
  • 53. LA TERAPIA DELL’AUTISMO La SINPIA, nelle Linee Guida, pone al primo posto per l´abilitazione di una persona autistica l´Approccio Comportamentale, cioè l´A.B.A. (Applied Behaviour Analysis) nelle sue diverse modalità di realizzazione, con non meno di 18 ore settimanali di impegno educativo attivo. La base Biologica dell´ABA è ben spiegata dal concetto di "Plasticità" del Sistema Nervoso Centrale Scrivono Sally Rogers e Geraldine Dawson "Negli ultimi anni abbiamo imparato molto sulla velocità con cui il cervello umano è in grado di rispondere ai cambiamenti nell´esperienza. Iniziare ad apprendere una nuova abilità (come suonare uno strumento a corde) produce effetti misurabili nel funzionamento cerebrale nel giro di pochi giorni. Regioni cerebrali che prima della pratica non erano sensibili allo stimolo iniziano a rispondere. Regioni cerebrali che precedentemente rispondevano ad uno stimolo differente, sono ´reclutate´ dalla nuova attività e iniziano a rispondere allo stimolo nuovo.....L´esperienza plasma il cervello, stimolando la formazione di reti di neuroni che rispondono, e di regioni neurali che permettono una performance sempre più abile e automatica...L´esperienza di ricompensa e di reazione da parte dell´ambiente è parte integrante di questo processo.“ Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 53
  • 54. LA TERAPIA DELL’AUTISMO Ivar Lovaas riferisce che un bimbo trattato precocemente (18- 48 mesi) con A.B.A. per 2-4 anni, nel 46-48 % dei casi può integrarsi nella scuola senza avere poi necessità di sostegno, può arrivare alla maggiore età con lo stesso patrimonio di conoscenze dei coetanei normotipici e può conseguire la base necessaria per ulteriori studi o per una attività lavorativa che permetta di raggiungere un livello di autonomia adeguato ad una accettabile qualità della vita, che può permettere delle scelte affettive fino anche al matrimonio. Gli altri migliorano in diversa misura ed in tempi diversi, sulla base di alcune variabili personologiche e contestuali. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 54
  • 55. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE La maggior parte delle esperienze terapeutiche per lo più proviene dagli Stati Uniti, dove indagini epidemiologiche attestano che trattamenti farmacologici vengono utilizzati in circa il 50% delle persone con "Autismo" di qualsivoglia età (Baghdadli et al., 2002) e riguarda terapie farmacologiche sintomatiche, limitate e ristrette al contenimento dei problemi comportamentali e, più spesso, su soggetti adolescenti ed adulti, molto più raramente su bambini sotto i 5 anni di età. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 55
  • 56. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE Altro elemento da considerare è rappresentato dal ritardo mentale associato: soggetti autistici con ritardo mentale medio o grave assumono farmaci con frequenza tripla rispetto a quelli senza ritardo mentale o con ritardo mentale lieve (Masi et al., 1999). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 56
  • 57. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE Altro elemento di rilievo nella difficoltà all’uso di farmaci in questi soggetti è dato dall’ampia variabilità clinica delle persone affette e quindi la possibilità che un farmaco risultato efficace in un soggetto non lo sia per un altro, o addirittura peggiori la situazione o determini la comparsa di effetti collaterali. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 57
  • 58. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE I NEUROLETTICI I farmaci più studiati riguardano l’ampio gruppo dei Neurolettici Atipici ed in particolare il Risperidone (McCracken et al., 2002) su cui troviamo anche studi in doppio cieco, preferito per la minor evidenza di effetti collaterali quali sedazione e manifestazioni distoniche o parkinsoniane, oltre alla discinesia tardiva. Il razionale per l’uso di questi farmaci risiede nell’azione sul sistema dopaminergico, associata ad un’azione sul sistema serotoninergico che è risultato in più studi implicato nei DPS. Scarsi sono gli studi sugli altri neurolettici atipici, quali l’Olanzapina e la Clozapina, che sembrano avere maggiore effetto sui contenuti ideativi e sui rituali e potenziali buoni effetti su sintomi positivi quali aggressività ed agitazione, ma anche effetti collaterali quali maggiore incremento del peso corporeo, rischio di leucopenia ed agranalucitosi, oltre ad un potenziale rischio epilettogeno. In caso di auto o eteroaggressività è stato in passato consigliato l’uso del naltrexone, antagonista degli oppioidi endogeni, che però dopo iniziali entusiasmi attualmente non viene più utilizzato per la sostanziale mancanza di efficacia in questa direzione (Gillberg, 1995). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 58
  • 59. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE GLI SSRI Riguardo al recente impiego degli SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione di Serotonina) (sertralina, fluvoxamina e fluoxamina) per lo più in soggetti ad alto funzionamento e con sintomatologia ossessiva o nei piccoli con un forte isolamento ed apatia, il razionale per il loro impiego riporta all’ipotesi serotoninergica. La loro efficacia è stata testata quasi prevalentemente in studi in aperto e manca uniformità nei risultati. In alcuni casi il loro uso è coinciso con miglior comportamento sociale e riduzione delle condotte stereotipe; tuttavia in altri casi è stato osservato un effetto "attivante" con aumento dell’ipercinesia, dei disturbi del sonno, e di agitazione, pur permanendo i buoni effetti negli apprendimenti e nel comportamento interattivo (Masi et al.,1999) In questo gruppo sono pertanto preferibili sertralina e fluvoxamina che sembrano dotati di minore azione "disinibente“. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 59
  • 60. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE GLI STABILIZZATORI DELL’UMORE Per i disturbi del tono dell’umore, spesso presenti nei pazienti autistici con miglior livello intellettivo e con sospetta patologia bipolare, si può ricorrere anche alla somministrazione di carbamazepina, del valproato di sodio o di magnesio o di lamotrigina. Questi farmaci hanno anche il vantaggio di trattare le crisi epilettiche e di attenuare le anomalie parossistiche sull’EEG qualora il paziente presenti questa sintomatologia che, peraltro, ricorre in circa un quinto dei soggetti con DPS. La lamotrigina ha anche la caratteristica di produrre un miglioramento delle capacità attentive (Di Martino e Tuchman, 2001). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 60
  • 61. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE ALTRI FARMACI Fra gli altri trials utilizzati (non facenti parte del gruppo degli "psicofarmaci"), anche per la supposta relativa innocuità, va menzionata la vitamina B6 associata a magnesio, che ha mostrato in studi in aperto effetti positivi sui problemi di comportamento e nell’attenzione agli apprendimenti (Giovanardi Rossi et al., 1992); tuttavia non tutti gli autori ne hanno confermato l’efficacia a lungo termine e/o rispetto al placebo e attualmente è in corso un protocollo per una revisione sistematica su questo trattamento (Nye e Brice, 2002). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 61
  • 62. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE ALTRI FARMACI Riguardo all’uso della Secretina il suo largo utilizzo e l’ampia pubblicità sono dovuti alla divulgazione operata dai mass media su "drammatici" effetti insorti dopo infusione di questa sostanza come test di stimolo a fini diagnostici in un bambino autistico con sintomi gastrointestinali: rapido miglioramento del linguaggio e delle abilità sociali. Studi controllati in doppio cieco, ripetuti in seguito, hanno escluso significative differenze rispetto al placebo (Carey et al., 2002). Tuttavia qualche studio, sempre in doppio cieco con placebo, ha indicato una potenziale efficacia in un sottogruppo specifico di bambini autistici affetti anche da diarrea cronica a confronto con bambini autistici privi di sintomi gastrointestinali (Kern et al., 2002). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 62
  • 63. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE ALTRI FARMACI A fianco di studi mirati al farmaco, altri contemporaneamente hanno suggerito un ruolo significativo da parte della dieta priva di latte e glutine. Un’interessante ipotesi in questo senso è rappresentata dalla teoria sull’eccesso di oppioidi (Reichelt et al., 1993) che propone una incompleta metabolizzazione ed un eccessivo assorbimento a livello intestinale di peptidi derivati dal glutine e dai prodotti caseari. Questi peptidi eserciterebbero poi un effetto a livello del sistema nervoso centrale tipo oppiacei sia direttamente (per una maggiore permeabilità di barriera) sia legandosi alle peptidasi che catabolizzano gli oppioidi endogeni, inducendo una disregolazione del sistema endogeno di endorfine ed encefaline. Alcuni studi in aperto riportano un miglioramento, descritto dai genitori ed insegnanti, sul versante sociale, sull’attenzione e sull’iperattività (Knivsber et al., 2001). Tuttavia, si attendono conferme da parte di studi con casi controllo e in doppio cieco. Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 63
  • 64. LE TERAPIE FARMACOLOGICHE ALTRI FARMACI E’ stato, infine, ipotizzato che anomalie di produzione di ossitocina e vasopressina possano contribuire allo sviluppo dei comportamenti ripetitivi e dei deficit sociali che si ritrovano nell’autismo ed una recente ricerca riporta la netta diminuzione di ossessività e altri comportamenti stereotipati dopo trattamento con ossitocina su 15 soggetti con autismo a confronto con placebo (Hollander et al., 2003). Autismo, dalla diagnosi al progetto di vita – RC, 20.9.2014 Dr. Francesco Polito 64
  • 65. Grazie per l’attenzione https://www.facebook.com/DipartimentoSaluteMentaleRC?ref=stream