1. E’ STATO UN ONORE SERVIRE LA MIA CITTA’
Il 3 marzo ho presentato le mie dimissioni da qualsiasi carica rivestita nel Comune di Gioia del
Colle ed in particolare da quelle di assessore e vicesindaco.
Alla luce delle dimissioni del sindaco Sergio Povia non vi erano infatti più ragioni per la
prosecuzione del mio incarico ed in particolare di quello di f.f. sindaco, che ho svolto solo per
senso di responsabilità verso le istituzioni e con il preciso obiettivo di rimettere il mio mandato
nelle mani di chi me lo aveva conferito.
Con le dimissioni del primo cittadino è venuta meno questa possibilità e dunque ho sentito il
dovere di concludere immediatamente la mia esperienza amministrativa.
Ho sempre cercato di adempiere alle mie funzioni con disciplina ed onore, nel rispetto della
legalità e nell’interesse dei cittadini.
I risultati conseguiti, soprattutto nel settore di servizi sociali, sono stati tanti e di grande
importanza, ma non credo sia questo il momento dei bilanci con una lunga elencazione delle
cose fatte.
Sono accaduti fatti gravi, che potranno essere valutati compiutamente solo al termine delle
inchieste e dopo le sentenze.
Resta tuttavia la responsabilità politica che, a differenza di quella penale che è personale, è
invece collettiva.
Ed io la mia quota di responsabilità politica intendo assumerla tutta, senza sconti, perché non
collegata ad una responsabilità diretta, ma alla carica rivestita.
Ed è per questo che chiedo scusa alla città perché non ho saputo impedire che fosse ferita.
La mattina del 5 febbraio avevo già scritto la mia lettera di dimissioni, poi dopo un colloquio
telefonico con il Prefetto, ho compreso che non potevo sottrarmi ai miei doveri istituzionali,
perché non si possono fare le scelte più facili per se stessi, ma bisogna fare quelle richieste dal
senso di responsabilità.
Avevo un patto con la mia coscienza che era noto a molti: non appena il Sindaco fosse tornato
ad avere pieni poteri, mi sarei comunque dimesso e la stessa cosa avrei fatto nel momento in
cui fosse stato lui a presentare le dimissioni.
Avrei voluto farlo insieme con giunta e consiglieri, ma dopo l’ultima riunione di maggioranza mi
sono sentito libero di fare finalmente di testa mia, senza più seguire percorsi che non
condividevo.
Non cerco sconti o assoluzioni, non si tratta di prendere distanze, ma certe frasi e la decisione
di sottoscrivere un documento di poche righe, mi hanno fatto capire che alcuni dei miei
compagni di avventura non avevano compreso nulla della gravità dei fatti accaduti.
Non cerco polemiche né riabilitazioni, ma sono stanco di dovermi allineare per spirito di
squadra, quando la squadra non esiste più perché l‘ha sciolta il suo capitano, decidendo di
dimettersi.
Io sto cercando di comprendere ancora le cause dei nostri errori, altri pensano già a come
ricandidarsi direttamente o sotto mentite spoglie.
Mi dispiace isolarmi anche da tante persone corrette con cui ho condiviso un percorso, ma visto
che non posso fare la lista dei buoni e dei cattivi, preferisco la solitudine, se questo significa
essere leali nei confronti della mia città.
2. Si possono fare scelte giuste o sbagliate, nessuno ha la palla di vetro, ma l’errore politico più
grave è stato non aver affrontato con coraggio la questione burocrazia comunale. Senza una
macchina agile, snella, efficiente, non si può governare bene.
Era necessario tagliare tutti i ponti tra dipendenti ed amministratori/consiglieri, bandendo
protezioni e raccomandazioni, affidandosi solo alla meritocrazia ed ad una organizzazione
moderna, basata su produzione omogeneizzata, obiettivi quantificabili, riduzione della spesa,
pianificazione e controllo. Nulla di tutto questo. Abbiamo premiato dipendenti che
commettevano “errori” (ed “orrori”), quasi impauriti che ci paralizzassero l’attività
amministrativa, ma finendo invece sempre di più impantanati. Abbiamo lasciato che ci fossero
dipendenti con piccoli feudi che si ingrandivano sempre più, invece di far girare il personale,
soprattutto dove erano in gioco interessi economicamente ‘forti’.
La mia voce su una questione come questa che era vitale è rimasta inascoltata. Rivendico
invece di aver difeso i servizi sociali da ogni ingerenza, garantendo autonomia al personale,
minacciando le dimissioni ogni qual volta si parlava di “tagli” o di cambiare la responsabile (che
rappresentava per me garanzia di legalità per gli atti compiuti) per motivi incomprensibili.
A Sergio Povia non posso che dire grazie per avermi dato fiducia, per aver creduto in me ed
avermi sempre difeso e sono convinto che dimostrerà la sua estraneità ai fatti contestati. Non
mi ha mai imposto nulla, mi ha sempre chiesto di vigilare sulla legalità. Ha svolto una mole
enorme di lavoro, con carisma e competenza, ma ha dato fiducia ad alcuni dipendenti… ‘poco
competenti’, nella migliore delle ipotesi…
Gli rimprovero invece, seppur con affetto, di non aver ascoltato alcuni ‘buoni consigli’ che gli
sono arrivati non solo da me ma anche da qualche consiglieri, relegandomi nell’infelice ruolo
della “Cassandra” di turno.
Per quanto riguarda Ventaglini, che molti hanno paura anche solo a nominare, dico
serenamente che non ha mai avuto il ‘controllo’ dei miei assessorati, né mi ha mai chiesto di
compiere atti illegittimi. Se ha sbagliato, saranno i giudici ad accertarlo e a sanzionarlo, ma
non vorrei fosse il capro espiatorio anche di errori politici, di cui tutti noi siamo responsabili.
E’ vero, abbiamo fatto tanto, e molti frutti saranno raccolti da chi verrà dopo di noi, ma
abbiamo anche fatto errori evitabili, che hanno sempre più deteriorato il rapporto con i
cittadini.
A quella parte dell’opposizione che ci ‘perseguitava’ con esposti, denunce, interpellanze,
interrogazioni, avremmo dovuto rispondere con atti che fossero il più possibile trasparenti ed
inattaccabili (oltre che ovviamente legittimi) e risultati concreti percepibili.
Invece ci siamo cullati narcisisticamente sulla quantità delle cose fatte, che a volte tuttavia non
hanno avuto ricadute sulla vita quotidiana di cittadini.
Ecco perché, quando poi sono accaduti fatti gravi, non poteva bastarmi l’apprezzamento
personale dei gioiesi, ma dovevo e volevo assumermi la mia quota di responsabilità politica.
In queste settimane abbiamo cercato di utilizzare il tempo a nostra disposizione e ringrazio
l’intera giunta per aver condiviso atti coraggiosi ed importanti, a volte non condivisi da parte
della maggioranza che voleva immobilismo.
Abbiamo annullato la delibera del Social Housing (che non conoscevo non avendola firmata),
ridotto le posizioni apicali con un’organizzazione più snella e legittima, avviato la spending
review, introducendo così oggettivi criteri di premialità ispirati alla meritocrazia. Ed ancora la
delibera sui sussidi alle famiglie disagiate che avrà una serie di effetti sulla dignità delle
persone e sui servizi erogati alla collettività.
Ed avremmo voluto fare ancora altro, affrontando con decisione la problematica delle zone “F”
ed altre questioni in sospeso.
3. Eppure mentre ricevevamo plausi da settori dell’opposizione, all’interno della maggioranza
c’era chi ci derideva…
Ecco perché quando mi è stato detto di ‘fermarmi’, ho ritenuto concluso il mio mandato e la
mia appartenenza.
Mi consentirete ora una sintetica lista di ringraziamenti, anche se dimenticherò qualcuno come
sempre accade.
Il primo va ai miei ‘amati’ Servizi sociali: a tutti i dipendenti, alle assistenti sociali ed alla
responsabile Silvana Casamassima. Li ringrazio con affetto e stima per questa esperienza
bellissima e per la immensa collaborazione ricevuta. Sono nel mio cuore, non potrò mai
dimenticarli.
Ringrazio ugualmente il personale e le educatrici dell’asilo nido con la responsabile Carla
Donvito, per il lavoro svolto.
Un grazie al responsabile del Personale, Gianmaria Palmisano, che ho potuto apprezzare in
questo mese da sindaco f.f.
In questi 27 giorni più che prezioso è stato il ruolo del Segretario Generale Teresa Gentile, che
mi auguro possa essere un pilastro fondamentale per la ricostruzione della burocrazia
comunale, per competenza e senso della legalità: un sincero grazie!
Un grazie a Gianni Buttiglione ed agli amici di Gioia Futura (Giulia e Antonio su tutti…): senza
alcun sostegno da parte del consigliere comunale eletto con i nostri voti, non mi hanno mai
fatto sentire solo.
Ringrazio chi mi ha dato preziosi consigli, che purtroppo non sempre ho ascoltato…
Un grandissimo grazie ai Gioiesi, perché non c’è onore più grande che avere avuto la possibilità
di servire la propria città.
Io ci ho messo l’anima, il cuore e tutto quello che avevo…
Filippo Donvito