1. La paura del referendum nel Consiglio Comunale
Il referendum cittadino per l'abrogazione della delibera che consegna la riscossione delle entrate
comunali ai privati fa paura e in Consiglio Comunale e la maggioranza inventa nuove regole per
ritardare e annullare il ricorso alla consultazione popolare. Almeno questa è la sensazione che
serpeggiava tra il pubblico presente in aula quando si è trattato il punto della nomina della
commissione che deciderà sull'ammissibilità del questo referendario.
Questa commissione, è bene ricordarlo, si sarebbe dovuta essere insediata entro 60 giorni dal
deposito della richiesta di referendum avvenuta il 6 febbraio. Quindi il 6 aprile. Il 13 marzo però
la maggioranza dopo aver letto il regolamento dello Statuto Comunale si accorge che a Gioia non è
più prevista la figura del difensore civico che doveva presiedere la commissione e chiede al
Consiglio Comunale almeno 30 giorni di sospensione dei tempi previsti nel regolamento per
consentire la variazione del regolamento stesso e prevedere nuove figure per ricoprire l'incarico di
presidente della commissione.
Il 13 maggio quindi la commissione sarebbe stata finalmente nominata. E invece no. Prima il
Consiglio Comunale deve eleggere i due esperti giuridici esterni che, per un patto tra gentiluomini
proposto dal sindaco e accettato da tutti i consiglieri comunali, sarebbero stati assegnati uno alla
maggioranza e uno alla minoranza.
Nel Consiglio Comunale del 25 giugno, quindi con altri 30 e passa giorni di ritardo sui tempi
previsti dallo Statuto Comunale bisognava soltanto votare i due nominativi. Ed invece il patto tra
gentiluomini viene dimenticato e il consigliere Tisci, della maggioranza, interviene trincerandosi
dietro la giustificazione che lui quel patto non lo conosceva perchè assente in Consiglio quando fu
stipulato e si inventa una proposta ridicola: tra i candidati al ruolo di esperti giuridici esterni
bisogna scegliere quelli che hanno i requisiti migliori.
Una proposta ridicola perchè non contemplata nello Statuto e il criterio di elezione stabilito dal
consiglio comunale il 13 marzo stabiliva che ogni consigliere avrebbe potuto dare un solo
nominativo a scrutinio segreto e secondo le proprie valutazioni personali. Il presidente del Comitato
promotore del referendum cittadino, Franco Gisotti, presente al dibattimento nel pubblico si reca
sullo scranno dove siede il Sindaco e gli ricorda che lui per primo deve rispettare e far rispettare il
patto tra gentiluomini, ma soprattutto rispettare e far rispettare le regole del gioco troppo spesso
violate e cambiate dalla maggioranza mentre si gioca.
Disinnescata questa mina giunge il momento di nominare questa benedetta commissione. ma
ancora una volta il consiglio Comunale ricade nel ridicolo e ancora una volta con una proposta
di Tisci. Il quale propone di mettere ai voti anche la nomina del presidente della Commissione e, a
nome della maggioranza - che sgomenta lo ascolta incredula non sapendone nulla - propone che il
presidente sia nominato dall'ordine degli avvocati di Bari.
Praticamente negli ultimi tre mesi la maggioranza ha "dimenticato" di provvedere d'ufficio a
chiedere al giudice di pace o all'ordine degli avvocati o al tribunale di Bari la propria disponibilità a
indicare la persona che deve presiedere la commissione. Ancora una volta Franco Gisotti, questa
volta direttamente dal pubblico, grida allo scandalo per l'ignoranza istituzionale che regna in
Consiglio e nella fattispecie nella maggioranza.
Un atto dovuto previsto dallo Statuto ancora una volta viene disatteso. Questa volta le
rimostranze non producono effetti positivi e al contrario di quanto previsto dallo statuto, il
Consiglio comunale si trova ad essere chiamato a votare qualcosa che avrebbe dovuto fare da oltre
due mesi la giunta per mezzo dei propri funzionari, e cioè scrivere una lettera all'ordine degli
avvocati. Ma non finisce qui.
Si passa finalmente al voto per la nomina dei due esperti giuridici. Mentre la minoranza vota
compatta per l'avvocato Michele Gaudiomonte, tenendo così fede ai patti col Comitato Promotore
del Referendum, la maggioranza si divide sui nominativi degli avvocati Paccione e De Biasi. Al
termine della discussione risulteranno eletti Gaudiomonte e Paccione ma il Comitato Promotore
2. registra un nuovo ritardo dovuto all'iter per la nomina del presidente di commissione e che porterà
all'insediamento della Commissione ad agosto se non a settembre.
Insomma il referendum fa così tanta paura alla maggioranza che regole stravolte e ridicole
proposte temiamo ne vedremo ancora. Per non tenerlo, ma soprattutto per non perderlo.