1. Le (dis)avventure della politica
La politica gioiese, dopo tre anni e mezzo di governo andata peggiorando, fino a convincerlo a rassegnare le ha contribuito, in un recente passato, a farlo assurgere
guidato dal sindaco Piero Longo e dalla sua Giunta, sue dimissioni che non ha mai avuto la possibilità di a consigliere provinciale e regionale, l’attuale PD, ex
la prima nella storia della città di centro destra, e a ritirare, come probabilmente era nelle sue intenzioni. PDS e DS. Un’opera di demolizione iniziata con l’ac-
quattro anni dalla caduta dell’ex sindaco Vito Ma- Ha provato a risalire la china, a riprendere quota, e con quisizione e la stipula di accordi con alcuni rappresen-
strovito, si ritrova, come nulla fosse accaduto, al essa a recuperare il bandolo della matassa, ma non c’è tanti politici e i loro pacchetti di voti, di cui la nuova
punto di partenza, a dover cioè ricominciare tutto dac- riuscito, non fino in fondo. Ad un consigliere ritrovato segreteria del PD locale voleva e doveva fare a meno.
capo. Una sorta di involuzione, di ritorno al passato, (Mauro Mastrovito) ce n’è stato un altro (Giusep- Proseguita con il proselitismo interno rivolto ai gio-
foriero di nuove e prevedibili (dis)av- pe Tuccillo) che secondo lui ha ordito e vani (ormai già vecchi) e alle donne banderuole oltre
venture per l’intera cittadinanza, de- tradito proprio sul filo di lana. Un filo di che piddielline, che in massa hanno iniziato l’esodo,
terminatosi grazie ad un manipolo di lana su cui sono naufragate le sue ultime abbandonando il mistico e idealista (a tratti utopico)
politicanti, i così definiti mestieranti speranze di raddrizzare la barca e ripren- segretario Enzo Cuscito, per seguire le note (magiche
della politica o i soliti noti, che hanno dere una nuova rotta. Speranze basate su o dorate?) del pifferaio della politica nostrana, a cui si
sempre ruotato e continuano a ruotare di un aiuto esterno proveniente, forse sono uniti, in una sorta di armata Brancaleone, i ma-
intorno alla figura di Sergio Povia, paventato, se non addirittura promesso, gnificanti della comunicazione locale, ormai più poli-
ormai in preda, dopo quasi otto anni da parte del consigliere di minoranza tici e imprenditori che pubblicisti. Alcuni di loro li ha
dal suo ultimo mandato da sindaco e Tommaso Bradascio, aiuto alla fine ne- inseriti nei posti chiave, quelli che contano, per tenere
l’allontanamento forzoso dalle stanze gato, anche in questo caso in extremis. evidentemente tutto sotto controllo, dalla segreteria
che contano dei palazzi provinciali e Da quel momento, ciò che sembrava im- al direttivo, passando per il partito. All’interno sono
regionali, a evidenti crisi di astinenza possibile è diventato realtà, sono tornati rimasti in pochissimi, alcuni fedeli al povero Cuscito,
da potere. Si dice sia lui il vero fulcro tutti a casa per essere sostituiti in blocco come quel Paolo Covella che sognava ad occhi aperti
di un potere nel potere che, stante i risultati ottenu- dal Commissario Prefettizio. E mentre il povero Pie- il grande cambiamento che non c’è stato, come l’aiuto
ti, continua a dettare i ritmi della politica nel nostro ro Longo, ormai ex sindaco, si disperava e si dimenava di Enzo Lavarra e del suo scrivano addetto stampa.
paese. Era già successo con Vito Mastrovito (nelle per spiegare alla cittadinanza le cause della sua caduta Tra di loro però si sono infiltrati altri guastatori che,
due legislature guidate da Povia è stato assessore e e, quindi, del suo fallimento, anche utilizzando alcuni mascherati da figliol prodigo, carpiscono i loro umori
vicesindaco senza mai candidarsi), sfiduciato dal suo presunti capri espiatori interni (dimissioni di Tateo dal e le loro strategie per poi “passarle” al loro tradiziona-
“patron” perché ritenuto troppo di parte, di una par- coordinamento del Pdl), dall’altra parte della barricata le e potente “sponsor”, che tutto può e vuole. Un’ope-
te che probabilmente non si incarnava più nella sua proseguivano e proseguono le grandi manovre messe ra di disfacimento di quanto creato dall’attuale segre-
o in quella dei suoi detrattori. Mastrovito tentò di re- in campo dal solito Sergio Povia, ormai onnipresente tario (nel momento in cui scriviamo lo è ancora) che
sistere, celebri e scandalosi furono considerati i suoi in tutte le “diaspore” politiche interne oggi è considerato più un ostacolo che
inutili tentativi di accontentarli, cambiando in meno ai partiti di centrosinistra. Eppure ave- una risorsa. Un segretario a tempo, quin-
di un anno ben tre giunte, ma fu tutto inutile, la sua va promesso che non si sarebbe più di, ormai in dirittura di arrivo e prossimo
fine era stata già decisa (a tavolino), e così avvenne. candidato a sindaco! Ma, evidentemen- alle forzate dimissioni. Lo stesso che gli
Con Piero Longo parrebbe sia stato tutto più facile, te, erano da considerare parole “fatue”, attuali demolitori, a suo tempo, avevano
non è stato necessario ricorrere alla sottoscrizione di da elargire a piene mani ai soliti credu- promosso ed eletto tale perché conside-
un documento ufficiale di sfiducia, e che tutto si sia loni. Sta di fatto che dopo aver contri- rato necessario per rifarsi un nuovo look,
svolto in sede consiliare, quasi alla luce del sole. Se buito, dopo Mastrovito, anche alla ca- per non dire indispensabile dopo quanto
si considera che l’opposizione contava solo otto con- duta della Giunta Longo, organizzando accaduto prima e dopo le scorse elezioni
siglieri, tra cui un infiltrato speciale (Claudio De Le- incontri più o meno segreti con alcuni comunali. Un cambiamento in cui tanti
onardis), sarebbe stato difficilissimo scalzarlo senza consiglieri del centro destra, si è per- cittadini avevano creduto e su cui face-
il contributo di forze interne alla sua maggioranza. sonalmente attivato nella realizzazione vano affidamento per le future elezioni,
Senza il voto, cioè, di quei tre consiglieri che il sinda- del nuovo Centro, unendo i Ventagli- utilizzato, non per colpa sua o di chi re-
co ha più volte definito e chiamato “traditori, Giuda”. ni, i Mancino, i De Leonardis, i Donvito (Filippo), almente ha lottato per attuarlo, come “detergente” per
Sta di fatto che nonostante una repentina rotazione in i Ludovico (prossimamente i Paradiso, i Tuccillo, i il lavaggio dei panni sporchi. Da considerare un sem-
corsa delle deleghe assessorili, l’assegnazione di altre Dongiovanni, i Venere, i Masi), e creando anche a plice maquillage esterno che, a conti fatti, non servirà
in suo possesso ad alcuni consiglieri di maggioranza e Gioia del Colle una sede del neo movimento politico comunque assolutamente a nulla se non cambieranno i
le successive dimissioni in blocco della stessa giunta, “Italia Futura”. Ma c’è di più. Ancora una volta, pur contenitori, ormai privi di qualsiasi contenuto spendi-
a cui ha fatto seguito la nomina di un nuovo Esecuti- di raggiungere il suo scopo, non solo cambia casacca, bile e credibile, che non si chiami “potere”!
vo, la situazione venutasi a creare più che cambiare è ma semina “zizzania” all’interno di quel partito che Donato Stoppini
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