Case study di agricoltura urbana nelle più importanti città del Midwest e East Coast.
Supporto al workshop "Coltivare la Fiducia", tenuto allo IED in collaborazione con Coldiretti (2015).
2. Perché questo interesse per gli USA?
Di ritorno dalle strade americane, nasce Bjull.
Bjull, il primo marketplace che mette in contatto piccoli agricoltori con tutti
coloro che desiderano portare in tavola qualcosa di unico e con una storia
da raccontare.
Bjull è una community creata per unire le piccole aziende agricole, gli
ortisti, i foodies e le famiglie che credono nella sharing economy e nel
valore della condivisione.
www.bjull.com
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4. "In the end, as First Lady, this isn’t just a policy issue for me. This is a passion.
This is my mission. I am determined to work with folks across this country to
change the way a generation of kids thinks about food and nutrition."
- First Lady Michelle Obama
www.letsmove.gov
Let’s Move
7. Grow food not lawns!
Movimento di opinione che incentiva la
riconversione dei prati davanti casa in orti coltivati
con cibo (esempio).
Il sito fornisce informazioni su coltivazioni,
esperienze e suggerimenti utili.
Si occupa anche di allevamento di piccoli animali
destinati al consumo alimentare: galline, conigli,
porcellini d’india, capre.
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10. Chi è l’urban farmer in USA?
Il 76% degli iscritti alla Farm School di NYC
sono donne.
Agricoltura urbana come modo alternativo di fare
startup.
Woman's Land Army of America: oltre 20000 donne
occupate in agricoltura (anche urbana) durante la
Prima Guerra mondiale. Erano pagate come gli
uomini e furono una grande spinta al movimento per
il riconoscimento del suffragio universale.
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12. Boston, Massachusetts
Fenway Victory Gardens: l’ultimo dei Victory
Gardens sempre operativo. Fondato ai tempi della
Seconda Guerra Mondiale dall’amministrazione
Roosevelt, era uno dei 20 milioni di orti urbani che
da soli provvedevano alla metà della produzione di
verdura durante la guerra.
Ci sono oltre 500 orti coltivati da più di 350 persone,
ognuna delle quali lo gestisce con le coltivazioni e
nei modi che preferisce.
MIT City Farm: Un laboratorio del MIT dedicato allo
studio del futuro dell’agricoltura urbana.
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14. Indianapolis, Indiana
Nel 2014, oltre 120 orti urbani e comunitari nel
territorio della contea, una crescita doppia rispetto
alle previsioni.
Growing Places Indy: gestisce 7 orti che differiscono
per metodi di coltivazione, produzione e obiettivi.
I loro orti ospitano numerose attività collaterali:
didattica, yoga, corsi di cucina.
Vendono al dettaglio, tramite CSA (i nostri GAS) e
forniscono ristoranti “organic”.
Shared Harvest Project (SHarP): progetti
collaborativi gestiti da comunità religiose in quartieri
“alti”, forniscono prodotti ai banchi alimentari dove
acquistano coloro che hanno i “food stamps”.
15. Ludington, Michigan
Nel 2012 è stato inaugurato un Harvest Garden al
centro della cittadina per supportare mense e gruppi
di aiuto per le persone più bisognose.
La scarsa partecipazione della comunità ha portato
all’abbandono di tutto.
Nella primavera del 2015 lo stanno restaurando!
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17. Detroit, Michigan
Da Motor City a Farmers City.
Parte del territorio è costituito da praterie urbane
(urban prairie), zone un tempo edificate ora
abbandonate, dove la vegetazione cresce
incontrollata.
Per combattere disoccupazione, povertà diffusa e
degrado sono nati molti progetti di agricoltura
urbana:
Greening of Detroit,coordinare tutti i progetti green
e dare supporto agli oltre 1500 orti urbani cittadini.
Keep growing Detroit, con l’obiettivo di rendere la
città completamente autosufficiente per il cibo.
L’Eastern Market è il più grande mercato all’aperto
degli USA, visitato al sabato da quasi 45000 persone.
20. New York e Newark
In città si coltiva en plen air, indoor e in modo
idroponico. Si allevano anche animali come le galline
per le uova e api per il miele.
Come già visto altrove, l’orto urbano è un luogo
polifunzionale dove si parla soprattutto di lifestyle.
Gli orti urbani sono sui tetti: Brooklyn Grange, sito su
un ex cantiere navale, è l’orto urbano più grande del
mondo. In 2 diverse location produce 23 tonnellate
di prodotti agricoli organic e possiede 30 arnie di api.
Radicle Farm gestisce numerose serre idroponiche,
su tetti e su terreni tra New York e New Jersey.
Produce “microgreens” (insalate) che sono vendute
“vive”, cioè con radici, eliminando spese di trasporto
e garantendo un prodotto più fresco a prezzi bassi.