Le frasi indicate da Google per le ricerche si avvicinano infatti a qualcosa che ricorda stralci di conversazione: Google è costretto perciò a diventare più “intelligente
Google Hummingbird (Colibrì) e Penguin 2.1 penalizzano gravemente il posizionamento di moltissimi siti web !
1. Google Hummingbird (Colibrì) e Penguin 2.1 penalizzano
gravemente il posizionamento di moltissimi siti web !
La società di Mountain View ha recentemente lanciato Hummingbird, altrimenti noto come Colibrì, un rinnovato algoritmo per le
ricerche online. Non sembrerebbe trattarsi di un parziale aggiornamento, quanto piuttosto di una grande rivoluzione strutturale.
L’ottimizzazione non è arrivata certo al capolinea, ma dovrà adeguarsi sempre più ai cambiamenti in atto. Anche perché — non importa
se il responsabile sia stato Hummingbird o Penguin 2.1 — molti siti sono precipitati nelle SERP nel corso delle ultime settimane,
stroncati dai misteriosi e spietati filtri di Google. Con Penguin 2.1 schiere di ottimizzatori hanno purtroppo visto sfumare mesi di duro
lavoro.
Tra i primi pensieri di Mr G c’è sempre quello di filtrare lo spam, isolando i siti malposizionati, ma con l’avvento di Hummingbird la
qualità dei risultati sembra essere la vera preoccupazione principale. Niente spam e tanta qualità, quindi. I criteri di indicizzazione
ormai rispondono a esigenze diverse rispetto alle priorità degli ultimi tre anni. Il 90% delle ricerche è ad oggi influenzato dalla grande
rivoluzione delle ultime settimane.
Le parole chiave usate dagli utenti per le ricerche online, anche a causa dei comandi vocali degli smartphone, arrivano a coincidere con
stringhe piuttosto lunghe e particolareggiate, veri e propri moduli discorsivi.
Le frasi indicate a Google per le ricerche si avvicinano infatti a qualcosa che ricorda stralci di conversazione: Google è costretto perciò a
diventare più “intelligente”. L’algoritmo mira a decifrare e interpretare le intenzioni degli utenti, e questo cambia le regole di
gioco: sistema delle ricerche online ne esce totalmente sconvolto.
Una rivoluzione come quella in atto non si era davvero più vista dal 2001 !
Caffeine, la modifica strutturale risalente al 2010, è stato superato da Colibrì e dal suo tentativo di risolvere tutte le irrisolte mancanze
del predecessore. Il recente intervento di Google è ben più drastico rispetto ai numerosi aggiornamenti succedutisi negli anni.
Con Caffeine la qualità dei risultati era stata compromessa, si era di molto abbassata di livello: occorreva perciò una massiva opera di
perfezionamento. Ma Google è incredibilmente veloce nel gestire lacune e vizi del sistema, ed ecco perciò l’avvento rivoluzionario di
Hummingbird. Vediamo nel dettaglio qualche sua caratteristica.
L’algoritmo di analisi Pagerank continua a essere parte dell’aggiornamento, ma gli altri parametri (qualche centinaio) sono piuttosto
numerosi e misteriosi.
Le parole digitate dagli utenti potranno essere meno asciutte e stenografiche, e generare ugualmente dei risultati corrispondenti alle
aspettative. Stringhe lunghe e complesse si volgono in direzione del cosiddetto “web semantico”, quella particolare idea di Web 3.0
prospettata da Tim Berners-Lee.
Contenuti sempre più complessi e articolati, l’accorpamento di stringhe sinonimiche, creeranno
una rete sempre più umana e intelligente.
Le regole fondamentali dell’ottimizzazione non sono state stravolte, nonostante qualche grave difficoltà riscontrata da numerosi SEO
(probabilmente imputabile a Penguin 2.1).
Ovviamente la sempre crescente complessità del sistema, degli algoritmi già
piuttosto misteriosi prima di Hummingbird, non aiuta gli ottimizzatori a decifrare i
numerosissimi parametri che operano in sinergia.
Google ha fondato il proprio potere sulla segretezza: la scelta di avere un occhio
di riguardo per i suoi partners commerciali, mediante una maggiore visibilità nelle
SERP, si traduce in parametri creati ad hoc.
Ormai la grande società americana, che monopolizza il web, sa proporre
risultati perfettamente in linea con le intenzioni dei suoi utenti. Google offre —
non importa quante numerose siano le stringhe sinonimiche digitate — le stesse
pagine di risultati. Risultati del tutto pertinenti scaturiscono anche dalla
digitazione di stringhe lunghe e molto somiglianti a frasi, indicando anche le
preziose inserzioni.
2. Rivolgere gli interventi di ottimizzazione a un pubblico quanto più specifico sia possibile, offrire contenuti limpidi e scongiurare ogni
forzatura o certi pericolosi automatismi, dare il giusto peso ai significati, scegliere sempre un linguaggio originale e ricco, operare in
vista della condivisione di contenuti, carpire l’indispensabile popolarità nel settore dei social networks, evitare ridondanze ed eccessi di
ottimizzazione: questo è tutto ciò che il SEO professionista deve fare, oggi più che mai.
Google va certamente assecondato e blandito, senza mai tentare di scavalcarlo. Non c’è posto per furberie e scorciatoie, le regole non
sono cambiate: è meglio stare in guardia e non fare passi falsi che possono inficiare, come è spesso accaduto, il duro lavoro di mesi
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