1. Perché la Faisa-Cisal non ha firmato l’accordo
Dopo mesi di trattative è stato siglato il documento (ex articolo 47 Legge 428/1990), da tutte le sigle sindacali
tranne la scrivente che ha ritenuto mancassero delle garanzie estremamente importanti.
In particolare teniamo ad informare che l’accordo firmato ieri da UmbriaTPL con l’avvallo di quasi tutte le
Organizzazioni Sindacali non riconosce un unico trattamento normativo e salariale a tutti i dipendenti che
andranno a far parte della nuova azienda, e che rimarrà invariato il doppio regime (probabilmente diventerà
triplo) che i lavoratori di Apm S.p.A. subiscono ormai da anni.
Gli stessi lavoratori per vedersi riconosciuti gli spettanti diritti economici e normativi dovranno non solo aspettare
che i colleghi più anziani vadano in pensione, uno per volta, ma anche attendere ulteriori 70 mesi, e
soprattutto senza alcuna garanzia che ciò accadrà, visti gli imminenti tagli al trasporto pubblico che i rappresentanti
delle aziende prospettano ormai a chiare lettere ed al quale intendono ovviare con il blocco del turn-over.
Si capisce senza essere dei geni che aspetteranno all’infinito.
Le aziende non manifestano nemmeno la minima intenzione di riconoscere le indennità di turno allo stesso
personale (buoni mensa, tempi di trasferimento e nastro lavoro), anche se nel frattempo elargiscono aumenti di
parametri a pioggia ed indennità di presenza non minori di 17€ giornaliere, con criteri del tutto discutibili che
esulano da qualsiasi accordo sindacale.
Non è contemplata inoltre nessuna garanzia nemmeno per i lavoratori a tempo determinato, che molto
probabilmente a scadenza di contratto non saranno più necessari.
(…)
Stavolta però il documento lo hanno firmato.
(…)
Ci chiediamo quindi il motivo per cui il 5 Agosto è stato redatto un comunicato unitario (allegato) nel quale tutte le
sigle sindacali, con forza, rigettavano un accordo lamentando le poche garanzie contemplate e rompevano,
abbandonandolo, il tavolo delle trattative. Oggi, di contro, tutti pronti con le penne in mano sottoscrivono un
documento nel quale di quelle poche garanzie non c’è nemmeno l’ombra, richiamati all’ordine dal solito
“genio” della CGIL.
Questo è quanto avremmo voluto che fosse inserito nel documento per apporre la nostra firma in calce, ma ci è
stato perfino impedito dalle stesse sigle firmatarie (CGIL, CISL, UIL, UGL) di inserire in esso una semplice
“nota a verbale” che tutelasse i lavoratori dal dover subire norme svantaggiose che erano già state ampiamente
superate.
E’ stato sottoscritto un accordo che i rappresentanti delle aziende saranno lieti di sbandierare ai quattro
venti, firmato dai soliti noti che si ergono a Vostri paladini, senza aver ottenuto né un euro né un diritto in
più per i lavoratori, e soprattutto senza alcuna promessa di ottenerli in futuro.
Perugia 28 ottobre 2010
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