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Frenesia del lettore
 

Tipologie e megalomanie del lettore modern
o

Fare più cose contemporaneamente sembra essere diventata un po' la cifra di questo nostro
tempo frenetico. Non tanto perché altrimenti non ci sarebbe tempo di fare tutto, quanto piuttosto
per ritagliarsi più tempo libero possibile da occupare con altre dieci attività contemporanee e così
via
fi
nché non ci
fl
ippa il cervello e ci ritroviamo a brasarcelo confrontando parola per parola Il
giovane Holden che abbiamo letto da piccoli con la nuova traduzione di Matteo Colombo e
giocando a un malatissimo Trova le differenze.
 

Anche per i libri funziona così: nessuno ne legge solo uno alla volta. Ecco, quindi, un wannabe
esaustivo elenco dei tipi di lettori multitasker
.

La nuova s
fi
ducia post-moderna nell’intelligenza ha ingenerato anche una nuova capacità di
apprezzare l’attesa, l’attesa che la mente da sola elabori soluzioni senza che l’attenzione sia
costantemente e ansiosamente focalizzata sui problemi, sulle dif
fi
coltà e sugli ostacoli. Ovvero, il
saper pensare dopo, invece che prima. Il che, per Epimeteo, potrebbe essere una bella rivincita,
dopo che per millenni lo abbiamo considerato il fratello scemo di Prometeo (Graves, 1955)
.

L'IMPAZIENT
E

Non c'è niente da fare. L'impaziente ha troppi libri sul comodino che vuole leggere disperatamente
e appena ne inizia uno deve subito aprire anche quello dopo, e quello dopo ancora, e così via, in
una spirale di insoddisfazione letteraria dalla quale non uscirà più. Per questo si licenzia dal suo
lavoro – è notaio in una piccola cittadina e "fattura" milioni di euro al giorno – e si propone come
lettore per le case editrici. Così, dopo qualche anno di lavori gratis, adesso vive in una baracca
fatta di libri che, puntualmente, gli crolla addosso ogni volta che s
fi
la un volume portante per
leggerlo contemporaneamente a mille altri
.

IL BULL
O

Il bullo probabilmente non ha mai letto altro che le quarte di copertina dei libri che possiede
(possedere forse non è il verbo giusto, visto che li prende dalla biblioteca dando generalità false e
se li tiene per sempre). Solo che legge cinque o sei quarte di copertina alla volta e quando va
all'aperitivo con gli amici che, poveretti, si vantano di aver
fi
nito un paio di libri alla settimana, lui
snocciola una decina di titoli raccontandone brevemente la trama ed elogiando le capacità iterative
del suo cervello,
fi
nché qualcuno più furbo di lui non lo sgama, condannandolo a un infelice
analfabetismo di ritorno.
 

L'INCONCLUDENT
E

Povero inconcludente: inizia mille libri e non ne porta a termine nemmeno uno. Quando gli
chiedono: ma tu, quanti libri leggi al mese?, lui, prima di rispondere, deve speci
fi
care: intendi
quanti libri
fi
nisco al mese? Sì, dice l'immaginario interlocutore. Nessuno, risponde l'inconcludente,
ma ne comincio almeno venti. La società intellettuale italiana, purtroppo, non è ancora pronta ad
accettare un innovatore di questo calibro e
fi
nisce per allontanarlo nel suo eremo solitario pieno di
libri con grandi incipit e nessun
fi
nale
.

IL METODIC
O

Allora: oggi inizio un libro di avventure alla Dickens di 800 pagine, un libro sui giovani precari
italiani scritto da un giovane precario italiano, un saggio sull'editoria digitale, una raccolta di
racconti inediti, una di racconti editi ma ritradotti, un ebook autoprodotto, una graphic novel
sputtanata e una graphic novel che non conosce nessuno. Poi un numero di Topolino, uno di
Orfani e la brochure di Mediaworld. Li porto avanti tutti in parallelo, leggendo un numero di pagine
proporzionale alla lunghezza, calcolato rispetto all'avanzamento totale delle letture (10 pagine del
tomo da 800, poi 5 di quello da 400, poi 2,5 di quello da 200 e qualche vignetta di ogni fumetto) di
modo da
fi
nirli tutti contemporaneamente e poi ricominciare. Una volta, qualche giorno fa (o erano
mesi? o anni?), qualcuno mi ha detto che esiste anche una vita… com'è che la chiamava?, ah sì:
"sociale", in cui esseri umani si ritrovano, in uno strano rituale alcolico, attorno a un tavolo poco
prima di cena per bere dei mix di spiriti dal nome vagamente offensivo, Negroni, e si divertono.
Poverini, non sanno quello che si perdono.

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  • 2. Orfani e la brochure di Mediaworld. Li porto avanti tutti in parallelo, leggendo un numero di pagine proporzionale alla lunghezza, calcolato rispetto all'avanzamento totale delle letture (10 pagine del tomo da 800, poi 5 di quello da 400, poi 2,5 di quello da 200 e qualche vignetta di ogni fumetto) di modo da fi nirli tutti contemporaneamente e poi ricominciare. Una volta, qualche giorno fa (o erano mesi? o anni?), qualcuno mi ha detto che esiste anche una vita… com'è che la chiamava?, ah sì: "sociale", in cui esseri umani si ritrovano, in uno strano rituale alcolico, attorno a un tavolo poco prima di cena per bere dei mix di spiriti dal nome vagamente offensivo, Negroni, e si divertono. Poverini, non sanno quello che si perdono.