Progetto Intercultura "Una scuola per tutti", nato per di accogliere ed ben integrare un nuovo compagno congolese con il resto della classe, imparando a conoscersi meglio, a confrontarsi e ad arricchirsi vicendevolmente. Come spesso accade nella didattica, la narrazione è divenuta in questo progetto il ponte tra i popoli...
4. Manipolando il racconto realistico “Che
accoglienza nella foresta”, mi relaziono, mi
esprimo, “mi apro”, mi racconto.
Il lavoro che segue è una
STORIA VERA che mi ha
permesso di ricordare, rivivere e
condividere, con i miei compagni
di viaggio, emozioni ed esperienze
vissute.
5.
6. Oliver faceva di mestiere il
fotografo e gli piaceva tanto
fotografare gli animali .
Un giorno il suo capo gli disse
che sarebbe dovuto andare in
Africa, un paese lontano,
precisamente a Kinshasa, a
scattare fotografie agli animali
che qui da noi, di certo,
abitualmente non se ne vanno in
giro per le strade della città e
nemmeno della campagna !
Finalmente avrebbe visto da
vicino gli elefanti, le zebre, i
leoni e le giraffe.
Appena comunicò la notizia a
Cristine, sua moglie, fu molto
felice.
7. Fu così che i due coniugi, dopo un viaggio in aereo, a più
tappe, atterrarono all’aeroporto di Kinshasa, la capitale
della Repubblica Democratica del Congo.
Questa città, come tutte le città, ha una storia: prima
colonia Belga, oggi indipendente, ma invasa da cinesi.
8. Si trova nel cuore
dell’Africa, leggermente
spostata ad occidente. È
attraversata dal fiume
Lukaya, che tra meandri e
tratti rettilinei versa le
sue acque nel fiume Congo.
9. I due si guardarono attorno spaesati , si sentirono a
disagio, come pesci fuor d’acqua…
Questo stato d’animo ebbe i minuti contati, perché
presto trovarono sistemazione in un hotel a più piani,
accolti da un uomo che, essendo bilingue, riuscì a dare ai
due “stranieri” conforto e accoglienza adeguata.
Un appartamentino li ospitò per tutto il periodo del
soggiorno in una terra così lontana dalla loro città natale.
Era costituito da due camere da letto, un bagno e
l’angolo cottura, acqua corrente, energia elettrica,
televisione e persino uno spazio per giocare. Ma per chi?
Non c’erano con loro bambini!
Oliver spalancò subito la finestra : meraviglia!
10. Un lungo corso d’acqua
attirò il suo sguardo e lui
iniziò a immaginare
coccodrilli di dimensioni
sia modeste, sia notevoli
travolti dalle onde
violente.
Esultando di gioia, ruzzolò
giù per le scale, senza
aspettare l’ascensore, e si
diresse, più veloce del
vento, per dare inizio alla
sua missione.
11. Cristine, rimasta sola, colse l’occasione per perlustrare la zona circostante.
Dopo aver vagato per una mezz’oretta si trovò a pochi passi da “ una città nella
città” che era abbracciata da una muraglia di Baobab dall’ampia chioma folta,
frondosa e verdeggiante . Questo era il re degli alberi della savana; luogo di
ritrovo per gli abitanti di tanti villaggi africani.
Sotto questi immensi esemplari le persone chiacchierano, prendono le decisioni
importanti, ballano, cantano, suonano e riposano.
Proprio ai piedi di questa sontuosa pianta una miriade di bambini e bambine, dalle
diverse età, spensierati, giocavano all’ombra estesa dell’albero della Pace e
dell’Incontro. Erano divisi in gruppi eterogenei ed omogenei e tra biglie,
“tuddhri”, campana, altalena, bambole, calcio, “indovina cosa” riempivano l’aria di
voci festose.
12. Ad un tratto qualcuno notò la
signora dal portamento
distinto, dallo sguardo dolce
e sereno e dall’abbigliamento
in sintonia con l’ambiente.
Era un ragazzo abbastanza
alto, ricciuto, dallo sguardo
sorridente che uscì dal
gruppo e le si avvicinò per
salutarla : “boun jiur”.
Cristine ricambiò, con gli
occhi lucidi, il saluto,
accarezzandogli i ricciuti
capelli.
13. Da quella volta , gli
incontri divennero
sempre più frequenti,
anzi Cristine venne
accompagnata da Oliver,
un uomo dalla statura
poco al di sopra della
media, che lasciava
trasparire un’intelligenza
grande e nello stesso
tempo semplice, che,
senza pensarci due volte,
diede un senso diverso al
suo viaggio.
14. I coniugi sfidando pericoli ed
intemperie (vento, pioggia… )
trascorsero le ore ad osservare i
bambini “della città nella città” nelle
loro azioni quotidiane.
Li seguivano mentre si recavano a
scuola attraversando il ponticello di
legno che sovrastava il fiumiciattolo.
Li fissavano increduli, mentre i più
grandicelli scavavano delle pozze
per raccogliere l’acqua del piccolo
corso; li scrutavano nello
svolgimento dei loro lavori
pomeridiani: zappettare la terra,
piantare gli ortaggi, innaffiare l’orto
attingendo l’acqua dalle pozze e…
raccogliere peperoni, melanzane,
pomodori e verdure varie,
necessarie per il loro fabbisogno sia
nutritivo, sia economico.
15. Passarono i giorni e Cristine
ed Oliver coltivarono l’idea e
il desiderio di offrire il loro
amore a due di quei bambini.
Tra i tanti si fece avanti
ancora una volta il ragazzino
ricciuto che trascinava con
sé un piccoletto vivace più di
un peperoncino.
L’abbraccio tra i quattro fu
spontaneo e da quel momento
niente e nessuno li separò
più.
16. Ora i due bambini sono in
Italia, vivono in una casa
accogliente accarezzati dalle
premure di due splendidi
genitori. Frequentano la
scuola Primaria e conducono
una vita serena, adatta alla
loro età.
Stanno bene, sono come tutti
gli altri bambini, grazie a
quelle due “splendide persone”
che hanno cambiato la loro
vita.
17.
18.
19.
20.
21.
22. Tendi la tua mano
a chi la chiederà.
Dona il tuo sorriso
a chi lo offrirà.
Un sorriso porta
Gioia e Amore
e rende felice ogni
Cuore.