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                                                                                                 Come al solito, bisognerebbe parti-
                                  Carmelo Marazia                                                re dalla riflessione critica sull’espe-
                                  Consulente di organizzazione                                   rienza. Ci sarebbe da domandarsi
                                                                                                 perché in Italia si è parlato e scritto
                                                                                                 dello sviluppo locale, ma si è realiz-
                                                                                                 zato poco, perché “quando si è fat-
                                                                                                 to riferimento alla cosiddetta valo-
                             Territorio e PA:                                                    rizzazione delle risorse locali, il tutto
                                                                                                 si è tradotto in infrastrutturazione
                           è ora di Cambia-Menti                                                 del territorio e implementazione di
                                                                                                 nuove attività economiche, sempre
                                                                                                 e comunque ripetitive di altre espe-
                                                                                                 rienze simili o già provate in altri con-
                                                                                                 testi, anche dove si avevano indica-
                                                                                                 zioni certe di risultati non scontati o
                                                                                                 addirittura negativi”2.
                                                                                                 Finora mi sembra che ci si sia affi-
         Dall’ultimo incontro dell’Osservatorio    proposta nel corso dell’Osservatorio,         dati a ipotesi di marketing territoria-
         BELTEL del 22 marzo scorso sul tema       questa volta da Massimo Recalcati             le che prevedevano soprattutto la
         “Cambia-Menti. Dalla cooperazione         (tra i più noti psicanalisti italiani ndr),   corsa a quanti più aeroporti, uni-
         al venture capital, dalla videocrazia     quella di innovazione e tradizione.           versità, grandi opere e grandi even-
         alle network community”, ci sono          Se è vero che non c’è innovazione             ti (che poi venivano magari deloca-
         derivati alcuni spunti e collegamen-      senza legame con la tradizione, se            lizzati per un’idea di marketing po-
         ti di cui proponiamo l’approfondi-        non c’è equilibrio tra conservazione          litico) si riuscivano a portare a casa.
         mento.                                    e cambiamento, come è stato det-              Sarebbe utile monitorare quante ri-
         Il primo è tratto dall’intervento di      to, questa coppia è quanto mai pre-           sposte alla crisi che stiamo attraver-
         Bruno Lamborghini (Presidente na-         gnante sul terreno dello sviluppo lo-         sando verranno su una prospettiva
         zionale AICA1 in merito all’importanza    cale (SL), che è l’approccio che pun-         di sviluppo locale vero, a comincia-
         del binomio economia-territorio, e        ta non sulla distruzione, ma sulla va-        re dal caso di Termini Imerese, per
         quindi del ruolo del potere locale        lorizzazione di ciò che c’è, di presente      eventualmente valorizzarle.
         nello sviluppo. Questo ruolo, tra l’al-   e di antico sul territorio.                   Non si intende qui proporre questa
         tro, andrebbe considerato tenendo
         conto di un’altra osservazione dello        Ma che idea ti metti in testa
         stesso Lamborghini, quella sull’alto
         tasso di conservatorismo nelle pra-        Questo articolo di Carmelo Marazia trae spunto dal dibattito, molto vi-
         tiche manageriali della piccola e me-      vace ed interessante, che si è svolto il 22 marzo scorso a Milano, nella
         dia impresa italiana. Quindi una del-      Sala Consiglio di Palazzo Turati, durante l’Osservatorio BELTEL dedicato
         le politiche pubbliche locali sarebbe      al tema dell’Innovazione. L’argomento è stato approcciato in modo, an-
         quella di diffondere le pratiche e la      ticonvenzionale e provocatorio, come si comprende dal titolo: “Cambia-
         cultura di innovazione nel tessuto         Menti: dalla cooperazione al venture capital, dalla videocrazia alle
         imprenditoriale diffuso. Per atten-        network community”. Ne hanno discusso, da diversi punti di vista, l’on.
         dersi un ruolo di questo genere da         Giovanna Melandri, gli economisti Aldo Livolsi ed Elserino Piol, lo psi-
         parte di poteri locali, bisogna tene-      canalista Massimo Recalcati. Punto di partenza comune, la constata-
         re conto che uno dei proverbi più          zione che l’innovazione e il cambiamento non si generano in un Paese
         diffusi tra gli operatori in molte am-     se gli interventi sono solo di tipo strutturale. Occorre che qualcosa di si-
         ministrazioni pubbliche è: “Abbiamo        gnificativo avvenga nelle nostre teste, a livello individuale, e che si tra-
         fatto sempre così, perché cambia-          sformi quindi in una volontà di cambiamento collettivo. La tecnologia
         re?”, e quindi la cultura del cambia-      assume in questo contesto un ruolo controverso, con impatti talora ne-
         mento deve passare prima da lì.            gativi e a volte positivi, nella misura in cui realizza la trasformazione su-
         In ogni caso diamo per scontata l’im-      perando la tradizione, senza però rinnegarla. Attorno a queste tesi si è
         portanza di quel binomio, che tra          sviluppata la discussione cui si fa qui riferimento.
         l’altro è rafforzata da un’altra coppia
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                                                                                                                             numero
                                                                                                                             aprile
                                                                                                                             2010
                                                                                    del fallimento.
                                                                                  2.L’altro aspetto riguarda l’orizzonte
                                                                                    temporale del governo locale. Lo
                                                                                    schiacciamento sul breve periodo,
                                                                                    e sulla ricerca immediata del con-
                                                                                    senso, il rivolgersi all’opinione pub-
                                                                                    blica, e non agli stakeholders, è
                                                                                    un problema più generale della
                                                                                    politica, ma nel caso di questi pro-
                                                                                    getti è esiziale, perché richiedono
                                                                                    molti anni di realizzazione e poi di
                                                                                    valutazione dei risultati. Nel caso
                                                                                    del progetto citato, esso non ha
                                                                                    retto al cambio del sindaco (si ba-
                                                                                    di bene, non dello schieramento
                                                                                    politico, che non è cambiato), per-
                                                                                    ché ormai ci sono solo program-
                                                                                    mi personali. Anche questo ab-
                                                                                    biamo constatato nel caso del Par-
                                                                                    co Scientifico. È un problema che
                                                                                    è stato accentuato dalle riforme
                                                                                    istituzionali che hanno portato al-
                                                                                    l’elezione diretta di sindaci e pre-
                                                                                    sidenti. L’ideazione e la gestione
                                                                                    dei piani devono tenere conto del
                                                                                    problema. Se il progetto è ben ra-
                                                                                    dicato tra gli attori e gli stakehol-
                                                                                    ders, sarà più difficile mandare tut-
                                                                                    to all’aria. Quindi l’idea di inno-
                                                                                    vazione deve rapidamente trasfe-
                                                                                    rirsi dal singolo soggetto innova-
                                                                                    tore agli altri attori. Perciò è mol-
analisi critica, ma solo sottolineare     cesso . È necessaria però, al tem-        to delicato il momento di ideazio-
l’importanza di alcune condizioni or-     po stesso, una forte integrazione         ne e poi di lancio, di warm up dei
ganizzative e di implementazione          con il livello nazionale, con il go-      piani, che comunque richiede an-
dello sviluppo locale, che riguarda-      verno centrale. La presunzione di         ch’esso tempi non brevi, soprat-
no in particolare quell’agente indi-      far da soli degli enti locali, la de-     tutto trattandosi di progetti com-
spensabile che si richiamava all’ini-     bolezza dei collegamenti delle rap-       plessi, i quali devono prevedere
zio, cioè il potere locale e la sua ca-   presentanze locali e nazionali, l’as-     probabilmente momenti di studio
pacità amministrativa e di governo.       senza nei governi centrali di una         e coinvolgere una pluralità di sog-
1.Il primo argomento riguarda il li-      visione dei territori, se non richia-     getti. E diventa importante che le
   vello della governance dei progetti    mati dalle emergenze, il mancato          strategie ed i progetti di innova-
   di SL. È necessario un forte presi-    inquadramento dei sistemi locali          zione sul territorio diventino im-
   dio locale, che vede gli enti loca-    nel sistema-Paese sono esiziali. In       mediatamente partecipati, non so-
   li non semplicemente come par-         una nostra esperienza diretta in          lo in termini di coinvolgimento,
   tners, ma come agenti principali       un progetto, fallito, di costituzio-      ma anche in termini di costante
   della molteplicità di condizioni che   ne di un Parco Scientifico per Tec-       “accountability”, per tenere “ag-
                                                                                                                             rubriche




   entrano in gioco, a partire dalla      nologie Ambientali sul territorio         ganciata” l’attenzione dei cittadi-
   garanzia del livello di servizi ne-    delle aree industriali dismesse di        ni e degli stakeholders. Qui le tec-
   cessari, ma anche della mobilita-      Sesto San Giovanni (PSTA) abbia-          nologie per l’e-participation han-
   zione di tutte le energie e i sog-     mo constatato come questo fatto           no un ruolo importante da gio-
   getti che prendono parte al pro-       sia stato sicuramente una causa           care. Per garantire la continuità
                                                                                                                             pagina
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amministrativa e delle politiche di
           lungo respiro pur nella disconti-
           nuità della politica, un ruolo im-
           portante spetta ad un particolare
           stakeholder, di cui parliamo al pun-
           to successivo.
         3.Il terzo aspetto che vogliamo ri-
           chiamare infatti attiene al ruolo del
           management pubblico. La pre-
           messa, forse scontata o forse no,
           è che le politiche di sviluppo ter-
           ritoriale non possono prescindere
           dai ruoli manageriali, che tra i ruo-
           li di governo politico, gli altri at-
           tori sociali e gli attuatori di natura
           strettamente tecnico-specialistica
           (urbanisti, economisti, tecnologi
           ecc.) ci devono essere dei mana-
           ger, che definire puri attuatori è ri-
           duttivo (si pensi al lavoro di ani-
           mazione, di combinazione di ri-
           sorse che non sono semplice-
           mente quelle nelle disponibilità im-
           mediate di un’azienda, ma sono
           trasversali alle singole organizza-        be più ampi sviluppi, con il colle-      che agiscano insieme su mappe
           zioni coinvolte e diffuse sul terri-       gamento al punto 2 precedente:           strategiche e “balanced scorecard"
           torio, al lavoro di relazione). Una        un manager pubblico empowe-              (insiemi conseguenti di obiettivi,
           seconda considerazione è che ri-           red e “custode” di piani strategici      target e misure di realizzazione)
           sorse in grado di svolgere questo          di lungo periodo come quelli di          comuni. Un ruolo nuovo e strate-
           ruolo non sono per niente tradi-           SL, potrebbe essere un contralta-        gico dei governi locali per lo svi-
           zionali nella burocrazia pubblica.         re alla discontinuità della politica.    luppo dovrebbe essere quello di
           Siccome la delega di queste fun-           Una conseguenza è che biso-              implementare e gestire organiz-
           zioni ad agenzie non è affatto un          gnerebbe rivedere la natura e la         zazioni di questo tipo. Natural-
           modo per aggirare il problema,             fonte del commitment dei mana-           mente lo strumento non può es-
           l’obiettivo di un management pub-          ger pubblici, andando al di là del-      sere quello autoritativo pubblico
           blico diffuso e degno del nome è           le logiche dello spoil system.           tradizionale, ma quello dell’auto-
           inevitabile. Ma non c’è solo un pro-     4.Un ultimo punto riguarda la na-          revolezza. E qui la palla passa e
           blema di valori, orientamento e            tura degli strumenti e dei modelli       rimpalla tra la qualità del nostro
           competenze. Vi è un fondamen-              organizzativi che bisogna mette-         management pubblico e quella
           tale problema di riconoscimento            re in campo. Due i modelli che ci        del nostro ceto politico.
           di questo ruolo, non solo “azien-          limitiamo a citare: l’adhocrazia di
           dale” ma anche sociale, e di em-           Mintzberg, cioè un’organizzazio-
           powerment dei manager pubbli-              ne molto organica, con una scar-        Note
           ci. Parafrasando un detto di un            sa formalizzazione del comporta-        1 Associazione Italiana per l’Informa-
           manager giapponese, “finché ci si          mento e un’elevata specializza-           tica ed il calcolo Automatico.
                                                                                              2 Antonio Mezzino, Gigi Montoli, Dal
           limiterà a dire che i manager pub-         zione orizzontale delle mansioni,         cielo alla terra. Innovazione e svi-
           blici sono solo dei burocrati, avre-       con meccanismi di coordina-               luppo locale tra burocrazia e lea-
           mo sempre dei burocrati”. Pur-             mento per reciproco adattamen-            dership: il caso Pesaro, Rubettino,
                                                                                                2009, pag. 84.
           troppo questa è la visione dei ma-         to e per gruppi di progetto fon-        3 Ci riferiamo al cosiddetto “decreto
           nager pubblici attualmente al go-          dati sul mercato, e l’organizza-          Brunetta”, per la critica del quale rin-
                                                                                                viamo al nostro “Non una, ma cen-
           verno3. Viceversa, e concludiamo           zione olonico virtuale, cioè la re-
                                                                                                to, mille P.A.”, Beltel, Settembre 2009.
           su questo punto, che meritereb-            te di organizzazioni diverse ma
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044

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Beltel 144 Marazia

  • 1. OFFline Come al solito, bisognerebbe parti- Carmelo Marazia re dalla riflessione critica sull’espe- Consulente di organizzazione rienza. Ci sarebbe da domandarsi perché in Italia si è parlato e scritto dello sviluppo locale, ma si è realiz- zato poco, perché “quando si è fat- to riferimento alla cosiddetta valo- Territorio e PA: rizzazione delle risorse locali, il tutto si è tradotto in infrastrutturazione è ora di Cambia-Menti del territorio e implementazione di nuove attività economiche, sempre e comunque ripetitive di altre espe- rienze simili o già provate in altri con- testi, anche dove si avevano indica- zioni certe di risultati non scontati o addirittura negativi”2. Finora mi sembra che ci si sia affi- Dall’ultimo incontro dell’Osservatorio proposta nel corso dell’Osservatorio, dati a ipotesi di marketing territoria- BELTEL del 22 marzo scorso sul tema questa volta da Massimo Recalcati le che prevedevano soprattutto la “Cambia-Menti. Dalla cooperazione (tra i più noti psicanalisti italiani ndr), corsa a quanti più aeroporti, uni- al venture capital, dalla videocrazia quella di innovazione e tradizione. versità, grandi opere e grandi even- alle network community”, ci sono Se è vero che non c’è innovazione ti (che poi venivano magari deloca- derivati alcuni spunti e collegamen- senza legame con la tradizione, se lizzati per un’idea di marketing po- ti di cui proponiamo l’approfondi- non c’è equilibrio tra conservazione litico) si riuscivano a portare a casa. mento. e cambiamento, come è stato det- Sarebbe utile monitorare quante ri- Il primo è tratto dall’intervento di to, questa coppia è quanto mai pre- sposte alla crisi che stiamo attraver- Bruno Lamborghini (Presidente na- gnante sul terreno dello sviluppo lo- sando verranno su una prospettiva zionale AICA1 in merito all’importanza cale (SL), che è l’approccio che pun- di sviluppo locale vero, a comincia- del binomio economia-territorio, e ta non sulla distruzione, ma sulla va- re dal caso di Termini Imerese, per quindi del ruolo del potere locale lorizzazione di ciò che c’è, di presente eventualmente valorizzarle. nello sviluppo. Questo ruolo, tra l’al- e di antico sul territorio. Non si intende qui proporre questa tro, andrebbe considerato tenendo conto di un’altra osservazione dello Ma che idea ti metti in testa stesso Lamborghini, quella sull’alto tasso di conservatorismo nelle pra- Questo articolo di Carmelo Marazia trae spunto dal dibattito, molto vi- tiche manageriali della piccola e me- vace ed interessante, che si è svolto il 22 marzo scorso a Milano, nella dia impresa italiana. Quindi una del- Sala Consiglio di Palazzo Turati, durante l’Osservatorio BELTEL dedicato le politiche pubbliche locali sarebbe al tema dell’Innovazione. L’argomento è stato approcciato in modo, an- quella di diffondere le pratiche e la ticonvenzionale e provocatorio, come si comprende dal titolo: “Cambia- cultura di innovazione nel tessuto Menti: dalla cooperazione al venture capital, dalla videocrazia alle imprenditoriale diffuso. Per atten- network community”. Ne hanno discusso, da diversi punti di vista, l’on. dersi un ruolo di questo genere da Giovanna Melandri, gli economisti Aldo Livolsi ed Elserino Piol, lo psi- parte di poteri locali, bisogna tene- canalista Massimo Recalcati. Punto di partenza comune, la constata- re conto che uno dei proverbi più zione che l’innovazione e il cambiamento non si generano in un Paese diffusi tra gli operatori in molte am- se gli interventi sono solo di tipo strutturale. Occorre che qualcosa di si- ministrazioni pubbliche è: “Abbiamo gnificativo avvenga nelle nostre teste, a livello individuale, e che si tra- fatto sempre così, perché cambia- sformi quindi in una volontà di cambiamento collettivo. La tecnologia re?”, e quindi la cultura del cambia- assume in questo contesto un ruolo controverso, con impatti talora ne- mento deve passare prima da lì. gativi e a volte positivi, nella misura in cui realizza la trasformazione su- In ogni caso diamo per scontata l’im- perando la tradizione, senza però rinnegarla. Attorno a queste tesi si è portanza di quel binomio, che tra sviluppata la discussione cui si fa qui riferimento. l’altro è rafforzata da un’altra coppia pagina 042
  • 2. 144 numero aprile 2010 del fallimento. 2.L’altro aspetto riguarda l’orizzonte temporale del governo locale. Lo schiacciamento sul breve periodo, e sulla ricerca immediata del con- senso, il rivolgersi all’opinione pub- blica, e non agli stakeholders, è un problema più generale della politica, ma nel caso di questi pro- getti è esiziale, perché richiedono molti anni di realizzazione e poi di valutazione dei risultati. Nel caso del progetto citato, esso non ha retto al cambio del sindaco (si ba- di bene, non dello schieramento politico, che non è cambiato), per- ché ormai ci sono solo program- mi personali. Anche questo ab- biamo constatato nel caso del Par- co Scientifico. È un problema che è stato accentuato dalle riforme istituzionali che hanno portato al- l’elezione diretta di sindaci e pre- sidenti. L’ideazione e la gestione dei piani devono tenere conto del problema. Se il progetto è ben ra- dicato tra gli attori e gli stakehol- ders, sarà più difficile mandare tut- to all’aria. Quindi l’idea di inno- vazione deve rapidamente trasfe- rirsi dal singolo soggetto innova- tore agli altri attori. Perciò è mol- analisi critica, ma solo sottolineare cesso . È necessaria però, al tem- to delicato il momento di ideazio- l’importanza di alcune condizioni or- po stesso, una forte integrazione ne e poi di lancio, di warm up dei ganizzative e di implementazione con il livello nazionale, con il go- piani, che comunque richiede an- dello sviluppo locale, che riguarda- verno centrale. La presunzione di ch’esso tempi non brevi, soprat- no in particolare quell’agente indi- far da soli degli enti locali, la de- tutto trattandosi di progetti com- spensabile che si richiamava all’ini- bolezza dei collegamenti delle rap- plessi, i quali devono prevedere zio, cioè il potere locale e la sua ca- presentanze locali e nazionali, l’as- probabilmente momenti di studio pacità amministrativa e di governo. senza nei governi centrali di una e coinvolgere una pluralità di sog- 1.Il primo argomento riguarda il li- visione dei territori, se non richia- getti. E diventa importante che le vello della governance dei progetti mati dalle emergenze, il mancato strategie ed i progetti di innova- di SL. È necessario un forte presi- inquadramento dei sistemi locali zione sul territorio diventino im- dio locale, che vede gli enti loca- nel sistema-Paese sono esiziali. In mediatamente partecipati, non so- li non semplicemente come par- una nostra esperienza diretta in lo in termini di coinvolgimento, tners, ma come agenti principali un progetto, fallito, di costituzio- ma anche in termini di costante della molteplicità di condizioni che ne di un Parco Scientifico per Tec- “accountability”, per tenere “ag- rubriche entrano in gioco, a partire dalla nologie Ambientali sul territorio ganciata” l’attenzione dei cittadi- garanzia del livello di servizi ne- delle aree industriali dismesse di ni e degli stakeholders. Qui le tec- cessari, ma anche della mobilita- Sesto San Giovanni (PSTA) abbia- nologie per l’e-participation han- zione di tutte le energie e i sog- mo constatato come questo fatto no un ruolo importante da gio- getti che prendono parte al pro- sia stato sicuramente una causa care. Per garantire la continuità pagina 043
  • 3. amministrativa e delle politiche di lungo respiro pur nella disconti- nuità della politica, un ruolo im- portante spetta ad un particolare stakeholder, di cui parliamo al pun- to successivo. 3.Il terzo aspetto che vogliamo ri- chiamare infatti attiene al ruolo del management pubblico. La pre- messa, forse scontata o forse no, è che le politiche di sviluppo ter- ritoriale non possono prescindere dai ruoli manageriali, che tra i ruo- li di governo politico, gli altri at- tori sociali e gli attuatori di natura strettamente tecnico-specialistica (urbanisti, economisti, tecnologi ecc.) ci devono essere dei mana- ger, che definire puri attuatori è ri- duttivo (si pensi al lavoro di ani- mazione, di combinazione di ri- sorse che non sono semplice- mente quelle nelle disponibilità im- mediate di un’azienda, ma sono trasversali alle singole organizza- be più ampi sviluppi, con il colle- che agiscano insieme su mappe zioni coinvolte e diffuse sul terri- gamento al punto 2 precedente: strategiche e “balanced scorecard" torio, al lavoro di relazione). Una un manager pubblico empowe- (insiemi conseguenti di obiettivi, seconda considerazione è che ri- red e “custode” di piani strategici target e misure di realizzazione) sorse in grado di svolgere questo di lungo periodo come quelli di comuni. Un ruolo nuovo e strate- ruolo non sono per niente tradi- SL, potrebbe essere un contralta- gico dei governi locali per lo svi- zionali nella burocrazia pubblica. re alla discontinuità della politica. luppo dovrebbe essere quello di Siccome la delega di queste fun- Una conseguenza è che biso- implementare e gestire organiz- zioni ad agenzie non è affatto un gnerebbe rivedere la natura e la zazioni di questo tipo. Natural- modo per aggirare il problema, fonte del commitment dei mana- mente lo strumento non può es- l’obiettivo di un management pub- ger pubblici, andando al di là del- sere quello autoritativo pubblico blico diffuso e degno del nome è le logiche dello spoil system. tradizionale, ma quello dell’auto- inevitabile. Ma non c’è solo un pro- 4.Un ultimo punto riguarda la na- revolezza. E qui la palla passa e blema di valori, orientamento e tura degli strumenti e dei modelli rimpalla tra la qualità del nostro competenze. Vi è un fondamen- organizzativi che bisogna mette- management pubblico e quella tale problema di riconoscimento re in campo. Due i modelli che ci del nostro ceto politico. di questo ruolo, non solo “azien- limitiamo a citare: l’adhocrazia di dale” ma anche sociale, e di em- Mintzberg, cioè un’organizzazio- powerment dei manager pubbli- ne molto organica, con una scar- Note ci. Parafrasando un detto di un sa formalizzazione del comporta- 1 Associazione Italiana per l’Informa- manager giapponese, “finché ci si mento e un’elevata specializza- tica ed il calcolo Automatico. 2 Antonio Mezzino, Gigi Montoli, Dal limiterà a dire che i manager pub- zione orizzontale delle mansioni, cielo alla terra. Innovazione e svi- blici sono solo dei burocrati, avre- con meccanismi di coordina- luppo locale tra burocrazia e lea- mo sempre dei burocrati”. Pur- mento per reciproco adattamen- dership: il caso Pesaro, Rubettino, 2009, pag. 84. troppo questa è la visione dei ma- to e per gruppi di progetto fon- 3 Ci riferiamo al cosiddetto “decreto nager pubblici attualmente al go- dati sul mercato, e l’organizza- Brunetta”, per la critica del quale rin- viamo al nostro “Non una, ma cen- verno3. Viceversa, e concludiamo zione olonico virtuale, cioè la re- to, mille P.A.”, Beltel, Settembre 2009. su questo punto, che meritereb- te di organizzazioni diverse ma pagina 044