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Gruppo 2)           LA FILIERA DEL VALORE E IL RAPPORTO CON I PRODUTTORI
          Il nostro specifico di successo è il controllo della filiera. Come migliorare in questo campo ed essere sempre più credibili? Quale ruolo per i
          produttori (anche quelli al Nord del Mondo dopo l’introduzione del concetto di Solidale Italiano)? Andiamo verso un commercio equo
          globale, come valorizzare questo concetto e quali difficoltà reali per una valorizzazione reale di tutta la catena del valore?

  ________________________________________________________________________


  CdA: Guido Leoni                     CSN: Sara Padovan

  Sintesi degli interventi dei soci e delle 2 rappresentanti di Assolavoratori presenti.


  Il Presidente Leoni presenta alcuni stimoli per avviare la discussione.
  Nel rapporto coi produttori è prioritario:
       - fare attenzione alle richieste del mercato;
       - massimizzare il valore aggiunto di ciò che sa fare il produttore; può essere necessaria una cooperazione allo scopo di rendere indipendente
           il produttore;
       - partnership duratura con la creazione di una relazione interdipendente e con maggiore controllo della filiera.
  Proposta per il futuro:
       - ampliare la cooperazione anche agli aspetti sociali ed educativi oltre che sui prodotti?

  Si apre il dibattito.

  Non ci sono soluzioni che siano valide per tutti i produttori: sono necessarie soluzioni personalizzate.

  Far crescere i produttori con supporti tecnici e formativi per renderli competitivi sul loro mercato locale/tradizionale.

  Massimizzare le trasformazioni fatte al Sud del mondo.

  Conosciamo i bilanci dei produttori? Sono positivi?
I produttori chiedono di essere più formati e vorrebbero conoscere meglio la nostra organizzazione e le nostre strategie di marketing; di fatto CTM
fornisce loro supporto e consigli anche nelle attività quotidiane di gestione e ottimizzazione: con un piccolo sforzo si riesce ad avere un grande
ritorno relazionale e produttivo.
I produttori di alimentari sono più strutturati: bisognerebbe far crescere anche i produttori di artigianato per dare accesso al mercato italiano
extrabotteghe.

Gli interventi formativi nelle scuole e nel territorio dovrebbero riguardare la catena del valore e l’importanza di quegli aspetti non strettamente
commerciali.

I temi del gemellaggio e dell’importazione diretta da parte delle botteghe erano presenti nel PES: sono ancora validi?

I gemellaggi generalmente non portano risultati adeguati: il Consorzio dovrebbe farsi carico di queste attività sostenendo le botteghe.

Può essere utile collaborare con comunità straniere presenti nel nostro territorio per facilitare le relazioni coi produttori.

I prodotti poco trasformati, come caffè e tè, sono percepiti dal cliente con un contenuto etico molto elevato a differenza degli snack e dei prodotti
molto trasformati.
Nei prodotti della linea Natyr è poco riconoscibile la presenza del commercio equo, anche per la complessità della lista degli ingredienti.

I produttori grandi e più strutturati dovrebbero rendere possibile liberare risorse per i produttori minori che richiedono maggiori energie: non
dimentichiamoci dell’Africa, dove i produttori sono più in difficoltà.

I grandi produttori sono necessari per evitare le rotture di stock. I piccoli produttori con prodotti in quantità limitata potrebbero essere destinati a
una rosa di botteghe che si impegnano a sostenerli.

Sarebbe utile che nel PES ci fossero indicazioni precise sulle famiglie (tipologie) di produttori da supportare:
   - il supporto dovrebbe essere indipendente dalla grandezza (no alla distinzione piccolo/grande), ma in base alle necessità
   - il supporto dovrebbe dare slancio alle organizzazioni che potrebbero così avere maggiori possibilità sul mercato
   - il supporto dovrebbe essere dato in collaborazione con le ONG.

Partnership coi produttori dovrebbe essere più forte: le relazioni più strette.
Solidale italiano: in molte botteghe era già presente con i prodotti delle cooperative italiane. Adesso c’è il rischio della sovrapposizione e il
conflitto con prodotti similari. Il Consorzio potrebbe aprirsi anche alle realtà con cui le botteghe già collaborano.

È utile spingere i produttori ad implementare miglioramenti tecnologici nei loro stabilimenti?



Conclusioni finali

   •   partnership
          o conoscenza reciproca, non unilaterale
          o relazioni interpersonali, utili anche nei momenti di difficoltà
          o relazione più stretta con i produttori strategici

   •   gemellaggi
          o gestione diretta del Consorzio, per una maggiore efficacia
          o per evitare rotture di stock, fare in modo che i produttori con una limitata offerta siano accessibili a una rosa di botteghe che hanno
              scelto di supportare i progetti

   •   famiglie di produttori
          o le tipologie di produttori dovrebbero essere indicate nel PES
          o attività di supporto in base alla necessità, indipendente dalle dimensioni
          o supporto articolato in:
                    formativo e organizzativo
                    tecnologico e strutturale
                    miglioramento qualitativo
          o appoggio e collaborazione con ONG
          o dare slancio ad organizzazioni che possono così avere maggiori possibilità sul mercato, sia comes che tradizionale

   •   solidale italiano
           o CTM potrebbe aprirsi anche ad altre realtà con cui le BdM già collaborano

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Gruppo 2 la filiera

  • 1. Gruppo 2) LA FILIERA DEL VALORE E IL RAPPORTO CON I PRODUTTORI Il nostro specifico di successo è il controllo della filiera. Come migliorare in questo campo ed essere sempre più credibili? Quale ruolo per i produttori (anche quelli al Nord del Mondo dopo l’introduzione del concetto di Solidale Italiano)? Andiamo verso un commercio equo globale, come valorizzare questo concetto e quali difficoltà reali per una valorizzazione reale di tutta la catena del valore? ________________________________________________________________________ CdA: Guido Leoni CSN: Sara Padovan Sintesi degli interventi dei soci e delle 2 rappresentanti di Assolavoratori presenti. Il Presidente Leoni presenta alcuni stimoli per avviare la discussione. Nel rapporto coi produttori è prioritario: - fare attenzione alle richieste del mercato; - massimizzare il valore aggiunto di ciò che sa fare il produttore; può essere necessaria una cooperazione allo scopo di rendere indipendente il produttore; - partnership duratura con la creazione di una relazione interdipendente e con maggiore controllo della filiera. Proposta per il futuro: - ampliare la cooperazione anche agli aspetti sociali ed educativi oltre che sui prodotti? Si apre il dibattito. Non ci sono soluzioni che siano valide per tutti i produttori: sono necessarie soluzioni personalizzate. Far crescere i produttori con supporti tecnici e formativi per renderli competitivi sul loro mercato locale/tradizionale. Massimizzare le trasformazioni fatte al Sud del mondo. Conosciamo i bilanci dei produttori? Sono positivi?
  • 2. I produttori chiedono di essere più formati e vorrebbero conoscere meglio la nostra organizzazione e le nostre strategie di marketing; di fatto CTM fornisce loro supporto e consigli anche nelle attività quotidiane di gestione e ottimizzazione: con un piccolo sforzo si riesce ad avere un grande ritorno relazionale e produttivo. I produttori di alimentari sono più strutturati: bisognerebbe far crescere anche i produttori di artigianato per dare accesso al mercato italiano extrabotteghe. Gli interventi formativi nelle scuole e nel territorio dovrebbero riguardare la catena del valore e l’importanza di quegli aspetti non strettamente commerciali. I temi del gemellaggio e dell’importazione diretta da parte delle botteghe erano presenti nel PES: sono ancora validi? I gemellaggi generalmente non portano risultati adeguati: il Consorzio dovrebbe farsi carico di queste attività sostenendo le botteghe. Può essere utile collaborare con comunità straniere presenti nel nostro territorio per facilitare le relazioni coi produttori. I prodotti poco trasformati, come caffè e tè, sono percepiti dal cliente con un contenuto etico molto elevato a differenza degli snack e dei prodotti molto trasformati. Nei prodotti della linea Natyr è poco riconoscibile la presenza del commercio equo, anche per la complessità della lista degli ingredienti. I produttori grandi e più strutturati dovrebbero rendere possibile liberare risorse per i produttori minori che richiedono maggiori energie: non dimentichiamoci dell’Africa, dove i produttori sono più in difficoltà. I grandi produttori sono necessari per evitare le rotture di stock. I piccoli produttori con prodotti in quantità limitata potrebbero essere destinati a una rosa di botteghe che si impegnano a sostenerli. Sarebbe utile che nel PES ci fossero indicazioni precise sulle famiglie (tipologie) di produttori da supportare: - il supporto dovrebbe essere indipendente dalla grandezza (no alla distinzione piccolo/grande), ma in base alle necessità - il supporto dovrebbe dare slancio alle organizzazioni che potrebbero così avere maggiori possibilità sul mercato - il supporto dovrebbe essere dato in collaborazione con le ONG. Partnership coi produttori dovrebbe essere più forte: le relazioni più strette.
  • 3. Solidale italiano: in molte botteghe era già presente con i prodotti delle cooperative italiane. Adesso c’è il rischio della sovrapposizione e il conflitto con prodotti similari. Il Consorzio potrebbe aprirsi anche alle realtà con cui le botteghe già collaborano. È utile spingere i produttori ad implementare miglioramenti tecnologici nei loro stabilimenti? Conclusioni finali • partnership o conoscenza reciproca, non unilaterale o relazioni interpersonali, utili anche nei momenti di difficoltà o relazione più stretta con i produttori strategici • gemellaggi o gestione diretta del Consorzio, per una maggiore efficacia o per evitare rotture di stock, fare in modo che i produttori con una limitata offerta siano accessibili a una rosa di botteghe che hanno scelto di supportare i progetti • famiglie di produttori o le tipologie di produttori dovrebbero essere indicate nel PES o attività di supporto in base alla necessità, indipendente dalle dimensioni o supporto articolato in:  formativo e organizzativo  tecnologico e strutturale  miglioramento qualitativo o appoggio e collaborazione con ONG o dare slancio ad organizzazioni che possono così avere maggiori possibilità sul mercato, sia comes che tradizionale • solidale italiano o CTM potrebbe aprirsi anche ad altre realtà con cui le BdM già collaborano