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IO HO UN SOGNO
Dramma in quattro scene scritto dagli studenti
della classe 3H dell’I.I.S.S Tommaso Fiore
Grumo Appula
Progetto “Vite spezzate”
LETTERA DI PRESENTAZIONE
Il lavoro intitolato “Io ho un sogno” è stato realizzato da alcuni studenti
della classe 3H dell’I.I.S.S Tommaso Fiore di Grumo Appula. La parte
onirica del dramma è stata ispirata al racconto di un nostro amico che,
mentre si recava in ospedale per avere notizie di un parente, ha ricordato
di aver fatto un sogno “premonitore”. Il sogno è stata la strategia
narrativa sulla quale abbiamo innestato la storia. Il finale si conclude,
però, con un sogno bello… di quelli che, con passione, possiamo
realizzare.
P.S abbiamo preferito portare in scena una motocicletta perché è il
veicolo della grande passione di Vito.
Studenti:
 Abbatescianni Teresa
 De Simone Nico
 Di Gioia Cristian
 Flora Vito
Docenti referenti:
 Prof.ssa Anna Maria Mastromatteo
 Prof.ssa Giulia Ferrari
IO HO UN SOGNO
Scena prima:
Marco, avvocato, é in ufficio. Sulla scena ci sono due scrivanie,
su ciascuna scrivania c'è un computer, fascicoli, materiale dì
cancelleria.Marco è seduto ad una delle duescrivanie. All'altra
scrivania è seduto il suocapoufficio.Il capo ufficio, dottor
Lamberti, si alza e va da Marco.
DOTTOR LAMBERTI:
 Ehi Marco, tutto bene? Hai una faccia!
MARCO:
 Tutto bene dottore, tutto bene. Non ho dormito stanotte... un
po’ di insonnia.
DOTTOR LAMBERTI:
 Problemi?
MARCO:
 No, no.... uno strano sogno.
DOTTOR LAMBERTI:
 Ah...bè non pensarci, i sogni sono solo sogni. Ecco, questa è
la pratica di quel cliente di cui ti ho parlato. Studiatela per bene
e poi pensa ad una strategia da adottare. Va bene?
MARCO:
 Certo dottore.
DOTTOR LAMBERTI:
 Ricordati che domani vieni con me in tribunale. Anche se sei
laureato in Giurisprudenza da poco, sei un ragazzo in gamba
ed io ho fiducia in te. Farai strada, figliolo.
MARCO:
 Grazie Dottor Lamberti, lei mi sta dando una grande
opportunità ed io non la deluderò.
Lamberti dà una pacca sulla spalla di Marcoe poi sorridente se
ne torna alla suascrivania. Entra Giulio il collega di Marco.
GIULIO:
 Buon giorno signori.
DOTTOR LAMBERTI:
 Giulio sempre in ritardo... per la serie "Chi dorme non piglia
pesci". Avanti: raccontaci la scusante di oggi per questo
ritardo.
GIULIO:
 Non ci crederete Dottore, tutti i semafori rossi... una specie di
stregoneria... un'onda rossa che sembrava un incubo!
Marco ride.
DOTTOR LAMBERTI:
 Te la dò io "l'onda rossa " se non termini entro 3 ore il lavoro
che ti ho assegnato... onda rossa!
Giulio si dirige versola scrivania di Marco.
GIULIO:
 Oh Marco, ho incontrato la biondinadi ieri sera... l'ho incontrata
al bar e le ho offerto la colazione. Si chiama Sara, è bellissima
e ci vediamo anche stasera.
MARCO:
 Ah... ecco qual era l'ONDA ROSSA!
A Marco squilla il cellulare.
 Pronto. Sì, sono io... chi mi cerca?
Attimo di silenzio. Marco si alza.
 Dove?...Certo...Arrivo subito.
Marco impallidisce, ci mette un attimo a realizzare.
GIULIO:
 Oh Marco, cosa c'è?
Marco non risponde, si dirige alla scrivania del Dottor
Lamberti.
MARCO:
 Dottore, mi scusi, mi hanno chiamato dall'ospedale " Fanelli ".
Mio padre... ha avuto un incidente sul lavoro.. é li... devo
andare... devo correre. Non so altro.
LAMBERTI(si alza)
 Certo, certo figliuolo. Vuoi che ti accompagni? Ho l’auto al
parcheggio...
MARCO:
 No, signore...grazie… ho la moto giù, con li traffico di quest'ora
faccio prima.
Marco va alla sua scrivania, in fretta indossa ilgiubbotto e
afferra le chiavi della moto e il casco.
GIULIO:
 Marco, và piano... vedrai che non è nulla, facci sapere.
MARCO:(a bassa voce)
 Stanotte ho fatto un brutto sogno!
Esce dallo stanza. Calail sipario.
Scena seconda:
Sulla scena una moto, sullo sfondo il video di una stradache
scorre. Marco sta sulla moto. Dall'altra parte della scena
una luminaria.Durante la scena parla solo Marco,
soliloquio.
MARCO:
 Stanotte ho fatto quel maledetto sogno. Era così brutto che mi
sono svegliato di soprassalto e non ho più dormito. Ho
sognato mio padre... mio padre a lavoro... quel suo lavoro
quasi "magico". Si, perché mio padre lavora per una ditta che
monta le luminarie per le feste patronali dei paesi. Gira tutta la
provincia: Bari, Monopoli, Altamura, Putignano... e oltre…
anche Taranto.
Lui è ”l'uomo delle luci” e da bambino mi portava nei paesi
vicini per vedere la sera le luminarie che aveva montato al
mattino tutte illuminate... migliaia di lampadine di tutti i colori...
Io preferivo le gialle.
Il paese era in festa e tutti...tutti alzavano la testa per vedere le
luci che prendevano forma di fiori, di cascate, di arabeschi. Nel
sogno... mio padre saliva su una scala altissima per sistemare
alcune lampadine... ma era senza imbracatura e mentre si
estendeva la scala barcollava e lui è cascava giù... Che brutto
sogno... Dio mio fà che non sia vero!
Cala sipario.
Scena terza :
Corsia di ospedale, sedia, gabbiotto in cui c'è un'infermiera, un
orologio. Entra Marco e vi trova suofratello Luigi e sua sorella
Francesca.
LUIGI:
 Marco!
I tre si abbracciano
MARCO:
 Cosa dicono i medici?
FRANCESCA:
 Non sappiamo ancora niente...
MARCO:
 Ma come è successo?
LUIGI:
 E' caduto dalla scala lunga...non aveva l'imbragatura
Marco porta le mani ai capelli e si siede.Arriva un medicoin
camice bianco. Marco si alza.
MEDICO:
 Buonasera ragazzi. Sarò franco: purtroppo vostro padre è in
gravi condizioni. La caduta ha provocato molte fratture, ma
sopratutto uno schiacciamento toracico che ha fortemente
danneggiato gli organi interni. Adesso lo portiamo in sala
operatoria e cercheremo di fare il possibile. Attendete qui e
state tranquilli.
I ragazzi si siedono. Le lancette dell'orologio si muovono; si sente
il ticchettio del tempoche passa.Ritorna il medico, questa volta in
camice verde e mascherina. Si toglie la mascherina, ha un'aria
triste.
MEDICO:
 Mi dispiace ragazzi, il cuore era fortemente compromesso e
anche i polmoni. Non ce l'ha fatta.
Francesca scoppia a piangere. Luigi la abbraccia. Marco resta
senza parole, impietrito, mentre il medico si allontana. Cala il
sipario.
Scena quarta:
Sulla scena solo Marco sullamotocicletta; non ha il casco, ha in
mano una lampadina gialla.
MARCO:
 Sapete? Ho fatto nuovamente un sogno " Di nuovo? "....direte
voi. Forse è meglio che io non sogni più... visto che poi i sogni
miei... pare che si avverino. Ma... questo sogno è bello.
Si... è passato un mese dal giorno dell'incidente e l'altra notte
ho sognato nuovamente mio padre. Era sereno e mi parlava.
Mi diceva " Marco... non essere triste... non ti amareggiare.
Quel giorno avevamo fatto tardi e l'assessore ci ha dato fretta
perché nel pomeriggio iniziavano i festeggiamenti per San
Rocco. Ci siamo accorti che una fila di lampadine blu non
funzionava... bisognava sistemare un filo. Così son salito sulla
scala... neanche sul braccio meccanico perché pensavo di
farcela... non era poi così in alto. Non riuscivo a sistemare i fili
e mi sono esposto e poi...poi… ho perso l'equilibrio... o la
scala ha traballato... non so.
Ora però, figlio mio, tocca a te. Sono fiero di te, sei l'unico
della famiglia che si è laureato e che pratica la sua professione
di avvocato. Fai onore della tua professione.
Poi mio padre mi ha dato una lampadina gialla, mi ha sorriso e
se n'è andato. Io adesso ho un sogno... un sogno bello... un
sogno per gli altri... per tutti i lavoratori come mio padre.

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14 Fiore Modugno - Io ho un sogno

  • 1. IO HO UN SOGNO Dramma in quattro scene scritto dagli studenti della classe 3H dell’I.I.S.S Tommaso Fiore Grumo Appula Progetto “Vite spezzate” LETTERA DI PRESENTAZIONE Il lavoro intitolato “Io ho un sogno” è stato realizzato da alcuni studenti della classe 3H dell’I.I.S.S Tommaso Fiore di Grumo Appula. La parte onirica del dramma è stata ispirata al racconto di un nostro amico che, mentre si recava in ospedale per avere notizie di un parente, ha ricordato di aver fatto un sogno “premonitore”. Il sogno è stata la strategia narrativa sulla quale abbiamo innestato la storia. Il finale si conclude, però, con un sogno bello… di quelli che, con passione, possiamo realizzare. P.S abbiamo preferito portare in scena una motocicletta perché è il veicolo della grande passione di Vito. Studenti:  Abbatescianni Teresa  De Simone Nico  Di Gioia Cristian  Flora Vito Docenti referenti:  Prof.ssa Anna Maria Mastromatteo  Prof.ssa Giulia Ferrari
  • 2. IO HO UN SOGNO Scena prima: Marco, avvocato, é in ufficio. Sulla scena ci sono due scrivanie, su ciascuna scrivania c'è un computer, fascicoli, materiale dì cancelleria.Marco è seduto ad una delle duescrivanie. All'altra scrivania è seduto il suocapoufficio.Il capo ufficio, dottor Lamberti, si alza e va da Marco. DOTTOR LAMBERTI:  Ehi Marco, tutto bene? Hai una faccia! MARCO:  Tutto bene dottore, tutto bene. Non ho dormito stanotte... un po’ di insonnia. DOTTOR LAMBERTI:  Problemi? MARCO:  No, no.... uno strano sogno. DOTTOR LAMBERTI:  Ah...bè non pensarci, i sogni sono solo sogni. Ecco, questa è la pratica di quel cliente di cui ti ho parlato. Studiatela per bene e poi pensa ad una strategia da adottare. Va bene? MARCO:  Certo dottore.
  • 3. DOTTOR LAMBERTI:  Ricordati che domani vieni con me in tribunale. Anche se sei laureato in Giurisprudenza da poco, sei un ragazzo in gamba ed io ho fiducia in te. Farai strada, figliolo. MARCO:  Grazie Dottor Lamberti, lei mi sta dando una grande opportunità ed io non la deluderò. Lamberti dà una pacca sulla spalla di Marcoe poi sorridente se ne torna alla suascrivania. Entra Giulio il collega di Marco. GIULIO:  Buon giorno signori. DOTTOR LAMBERTI:  Giulio sempre in ritardo... per la serie "Chi dorme non piglia pesci". Avanti: raccontaci la scusante di oggi per questo ritardo. GIULIO:  Non ci crederete Dottore, tutti i semafori rossi... una specie di stregoneria... un'onda rossa che sembrava un incubo! Marco ride. DOTTOR LAMBERTI:  Te la dò io "l'onda rossa " se non termini entro 3 ore il lavoro che ti ho assegnato... onda rossa! Giulio si dirige versola scrivania di Marco.
  • 4. GIULIO:  Oh Marco, ho incontrato la biondinadi ieri sera... l'ho incontrata al bar e le ho offerto la colazione. Si chiama Sara, è bellissima e ci vediamo anche stasera. MARCO:  Ah... ecco qual era l'ONDA ROSSA! A Marco squilla il cellulare.  Pronto. Sì, sono io... chi mi cerca? Attimo di silenzio. Marco si alza.  Dove?...Certo...Arrivo subito. Marco impallidisce, ci mette un attimo a realizzare. GIULIO:  Oh Marco, cosa c'è? Marco non risponde, si dirige alla scrivania del Dottor Lamberti. MARCO:  Dottore, mi scusi, mi hanno chiamato dall'ospedale " Fanelli ". Mio padre... ha avuto un incidente sul lavoro.. é li... devo andare... devo correre. Non so altro. LAMBERTI(si alza)  Certo, certo figliuolo. Vuoi che ti accompagni? Ho l’auto al parcheggio...
  • 5. MARCO:  No, signore...grazie… ho la moto giù, con li traffico di quest'ora faccio prima. Marco va alla sua scrivania, in fretta indossa ilgiubbotto e afferra le chiavi della moto e il casco. GIULIO:  Marco, và piano... vedrai che non è nulla, facci sapere. MARCO:(a bassa voce)  Stanotte ho fatto un brutto sogno! Esce dallo stanza. Calail sipario. Scena seconda: Sulla scena una moto, sullo sfondo il video di una stradache scorre. Marco sta sulla moto. Dall'altra parte della scena una luminaria.Durante la scena parla solo Marco, soliloquio. MARCO:  Stanotte ho fatto quel maledetto sogno. Era così brutto che mi sono svegliato di soprassalto e non ho più dormito. Ho sognato mio padre... mio padre a lavoro... quel suo lavoro quasi "magico". Si, perché mio padre lavora per una ditta che
  • 6. monta le luminarie per le feste patronali dei paesi. Gira tutta la provincia: Bari, Monopoli, Altamura, Putignano... e oltre… anche Taranto. Lui è ”l'uomo delle luci” e da bambino mi portava nei paesi vicini per vedere la sera le luminarie che aveva montato al mattino tutte illuminate... migliaia di lampadine di tutti i colori... Io preferivo le gialle. Il paese era in festa e tutti...tutti alzavano la testa per vedere le luci che prendevano forma di fiori, di cascate, di arabeschi. Nel sogno... mio padre saliva su una scala altissima per sistemare alcune lampadine... ma era senza imbracatura e mentre si estendeva la scala barcollava e lui è cascava giù... Che brutto sogno... Dio mio fà che non sia vero! Cala sipario. Scena terza : Corsia di ospedale, sedia, gabbiotto in cui c'è un'infermiera, un orologio. Entra Marco e vi trova suofratello Luigi e sua sorella Francesca. LUIGI:  Marco! I tre si abbracciano MARCO:  Cosa dicono i medici? FRANCESCA:  Non sappiamo ancora niente...
  • 7. MARCO:  Ma come è successo? LUIGI:  E' caduto dalla scala lunga...non aveva l'imbragatura Marco porta le mani ai capelli e si siede.Arriva un medicoin camice bianco. Marco si alza. MEDICO:  Buonasera ragazzi. Sarò franco: purtroppo vostro padre è in gravi condizioni. La caduta ha provocato molte fratture, ma sopratutto uno schiacciamento toracico che ha fortemente danneggiato gli organi interni. Adesso lo portiamo in sala operatoria e cercheremo di fare il possibile. Attendete qui e state tranquilli. I ragazzi si siedono. Le lancette dell'orologio si muovono; si sente il ticchettio del tempoche passa.Ritorna il medico, questa volta in camice verde e mascherina. Si toglie la mascherina, ha un'aria triste. MEDICO:  Mi dispiace ragazzi, il cuore era fortemente compromesso e anche i polmoni. Non ce l'ha fatta. Francesca scoppia a piangere. Luigi la abbraccia. Marco resta senza parole, impietrito, mentre il medico si allontana. Cala il sipario.
  • 8. Scena quarta: Sulla scena solo Marco sullamotocicletta; non ha il casco, ha in mano una lampadina gialla. MARCO:  Sapete? Ho fatto nuovamente un sogno " Di nuovo? "....direte voi. Forse è meglio che io non sogni più... visto che poi i sogni miei... pare che si avverino. Ma... questo sogno è bello. Si... è passato un mese dal giorno dell'incidente e l'altra notte ho sognato nuovamente mio padre. Era sereno e mi parlava. Mi diceva " Marco... non essere triste... non ti amareggiare. Quel giorno avevamo fatto tardi e l'assessore ci ha dato fretta perché nel pomeriggio iniziavano i festeggiamenti per San Rocco. Ci siamo accorti che una fila di lampadine blu non funzionava... bisognava sistemare un filo. Così son salito sulla scala... neanche sul braccio meccanico perché pensavo di farcela... non era poi così in alto. Non riuscivo a sistemare i fili e mi sono esposto e poi...poi… ho perso l'equilibrio... o la scala ha traballato... non so. Ora però, figlio mio, tocca a te. Sono fiero di te, sei l'unico della famiglia che si è laureato e che pratica la sua professione di avvocato. Fai onore della tua professione. Poi mio padre mi ha dato una lampadina gialla, mi ha sorriso e se n'è andato. Io adesso ho un sogno... un sogno bello... un sogno per gli altri... per tutti i lavoratori come mio padre.