“L’innovazione è tutto. Quando si è in prima linea si riesce a vedere quale sarà la prossima innovazione necessaria. Quando si è dietro, si devono spendere le energie per recuperare terreno” - R. Noyce
La leadership al femminile e un futuro al digitale
Innovazione e internazionalizzazione del sistema imprese
1. interventi
Il percorso per il miglioramento e il sostegno della produttività
è importante e complesso.
Pubblichiamo in merito un contributo dell’avvocato Alberto Mascia
Innovazione e internazionalizzazione
del sistema imprese
di Alberto Mascia*
Robert Noyce, imprendi-tore
e inventore statuni-tense,
diceva: “L’inno-vazione
è tutto. Quando si è in
prima linea si riesce a vedere
quale sarà la prossima innova-zione
necessaria. Quando si è
dietro, si devono spendere le
energie per recuperare terreno”.
Parlare di innovazione e inter-nazionalizzazione
significa di-rezionare
il ‘fare impresa’ verso
una migliore efficienza, capaci-tà
gestionale e decisionale, mo-dernizzazione,
lea-dership,
creazione e
diffusione di iniziati-ve
progettuali in am-bito
locale, nazionale
e sovranazionale, ispi-rate
alla ricerca della
qualità, eccellenza,
semplificazione, ope-ratività
in ogni conte-sto
di sinergie.
L’Istituto Nazionale
di Statistica (ISTAT)
ha preso in esame dif-ferenti
profili legati
Il Rapporto ISTAT
2012 rileva come
negli ultimi
dieci anni il forte
ridimensionamento
della crescita
si è legato
a una
insoddisfacente
dinamica
della produttività
alla struttura e competitività del
sistema imprese, evidenziando
come, pur in un clima di gene-rale
difficoltà con riferimento al-l’andamento
e alle prospettive
dell’economia e in un contesto di
rallentamento della domanda
mondiale, la performance delle
vendite all’estero dell’Italia, ri-ferita
all’anno 2011, sia stata an-cora
positiva e in linea con quel-la
media dell’area euro, per la
prima volta dall’introduzione
della moneta unica.
Partendo da tali elementi, appo-sitamente
giustificati da valori
numerici e grafici indicati nel
rapporto ISTAT 2012, si con-ferma
come sia nel 2010, sia nel
2011 è stata la domanda estera,
maggiormente vivace rispetto a
quella interna, a trainare l’attività
produttiva.
In tale ottica il Rapporto ISTAT
rileva che «nel 2011 la doman-da
estera netta ha ripreso, dopo
molti anni, il ruolo di principa-le
motore della crescita. Le op-portunità
offerte dai mercati
esteri sono ancora considerevo-li.
Il nostro sistema esportatore
ha, infatti, mostrato negli ultimi
anni notevoli capacità di adatta-mento,
ma il confronto europeo
mostra per l’Italia un livello di
apertura internazionale agli
scambi di merci ancora relati-vamente
ridotto, che lascia spa-zi
di miglioramento».
Considerazioni e dati importan-ti,
che vanno commentati in una
chiave propositiva e ottimistica,
perchè si possa punta-re
alle enormi possi-bilità
di sviluppo e mi-glioramento
insite nel-la
presenza sul merca-to
straniero, sia di pic-cole
e medie imprese,
sia di grandi imprese.
Con riferimento al
quadro nazionale e alla
interazione commer-ciale
tra imprese stra-niere
e mercato inter-no,
il Rapporto ISTAT
2012 rileva come negli
ultimi dieci anni il for-te
ridimensionamento della cre-scita
sia legato a una insoddi-sfacente
dinamica della produt-tività.
E ancora: «Il capitale im-materiale
che tanto incide sulla
produttività è ancora troppo bas-so:
le imprese italiane, a diffe-renza
di quelle dei principali
paesi europei, non rinnovano
abbastanza i propri modelli or-ganizzativi
e non investono in
nuove tecnologie».
Riflessioni, queste ultime, estre-mamente
importanti e necessa-rie,
perché se è vero che la pre-senza
di due scogli importanti,
(quali le normative complesse e
un sistema giustizia inefficiente),
può condizionare la navigazio-ne
verso rotte significative per il
mercato nazionale, (anche e so-prattutto
nell’ottica di attrarre im-prese
e partner che vogliano
investire nella nostra penisola),
è anche vero che si deve e si può
molto investendo in iniziative a
livello imprenditoriale e istitu-
60 Notiziario Industriale - n. 26 • Aprile 2013
2. zionale. A conferma di ciò, mol-teplici
e variegati, per forma e
contenuti, sono i progetti che vari
istituti, enti, imprese, gruppi di
imprese, istituzioni, stanno cer-cando
di ideare per rendere più
competitivo l’intero sistema del-le
imprese in un’ottica di intera-zione
commerciale non solo na-zionale
(che abbia una inciden-za
sul PIL), ma anche sovrana-zionale.
Il percorso, dunque, vie-ne
proseguito con convinzione,
e in tale direzione risulta più che
mai doveroso supportare la cul-tura
del ‘fare impresa’ con ini-ziative
locali e nazionali, perché
sia patrimonio della collettività e
consenta il rafforzamento di quel
patrimonio immateriale che lo
stesso Rapporto ISTAT 2012
cita come elemento di forte in-cidenza
sulla produttività. E dun-que
maggiore cultura del fare im-presa,
migliori modelli organiz-zativi
e gestionali, apertura al-l’utilizzo
sapiente delle nuove
tecnologie.
Sempre nel Rapporto ISTAT
2012 si fa notare come dopo la
crisi del 2008-2009, «nel 2011 la
performance delle nostre espor-tazioni
è stata significativa, con
tassi di crescita coerenti con
l’espansione del commercio
mondiale, molto più elevati per
le vendite verso i paesi extra eu-ropei
che quelle verso l’Ue». E
ancora si evidenzia come «anche
nella fase di massima espansio-ne
delle nostre esportazioni l’Ita-lia
esprimeva un’apertura agli
scambi internazionali di beni
notevolmente inferiore a quella
media europea e a quella dei
principali paesi concorrenti con
livelli di sviluppo e dimensioni
paragonabili ai nostri. Un grado
di apertura internazionale anco-ra
più contenuto riguarda i ser-vizi.
Ne consegue che il sistema
delle imprese esportatrici ha no-tevoli
margini per aumentare il
livello di proiezione sui merca-ti
esteri».
Una ulteriore conferma di come
sia possibile e doveroso agire con
concretezza, consapevolezza,
competitività, sia in un contesto
nazionale sia internazionale,
puntando a raggiungere differenti
obiettivi: aumentare le dinami-che
di produttività, migliorare la
struttura, le performances del-l’economia
e l’efficienza del si-stema
giustizia, riconoscere un
peso al ruolo svolto dai cosiddetti
“beni immateriali” e dagli inve-stimenti
Ict, semplificare gli as-setti
normativi complessi, au-mentare
i livelli di funziona-mento
dei servizi logistici, il si-stema
dei trasporti, il funziona-mento
del mercato del lavoro e
l’ampia presenza dell’economia
sommersa. Tutte operazioni che
possono e devono essere com-piute
con fare costruttivo, con
iniziative e atteggiamenti che sia-no
manifestazione di una preci-sa
assunzione di responsabilità e
voglia di contribuire al cambia-mento.
Proseguendo nell’esame dei fat-tori
relativi al sistema imprese,
la Banca Mondiale in tema di bu-siness
per le PMI, in collabora-zione
con l’IFC (International fi-nance
corporation) ha presenta-to
il rapporto Doing Business
2013 (con dati aggiornati al 1°
giugno 2012), valutando le eco-nomie
di 185 Paesi e classifi-candole
in 11 aree di applica-zione
delle normative, per mi-surare
(in ottica comparativa,
seppur non assoluta) il business
environment in cui operano le
piccole e medie imprese. Una let-tura
attenta di tale rapporto con-sente
di valorizzare l’importan-za
delle iniziative imprenditoriali
e del contesto geografico di ri-ferimento,
che consenta di fon-dare
il futuro del Paese sulla for-za
dei giovani, sulle loro idee, sul
loro entusiasmo, sulla loro ca-pacità
di crescere e migliorarsi,
all’interno di un contesto terri-toriale,
locale, nazionale e so-vranazionale,
che sappia valo-rizzare
e accogliere tali iniziati-ve.
Come rilevato nel Rapporto, a
partire dal 2011 il governo ita-liano
ha adottato tutta una serie
di misure per ristabilire la fidu-cia
dei mercati, stabilizzare la si-tuazione
fiscale e porre rimedio
alle debolezze strutturali del
Paese. In particolare, il “Pro-gramma
di Stabilità” e il “Pro-gramma
Nazionale di Riforma”,
sviluppati sotto l’impulso della
strategia “Europa 2020”, i qua-li
si concentrano sul consolida-mento
fiscale e la promozione
della crescita. Nello specifico, sia
la comunità politica, sia quella
imprenditoriale sembrano rico-noscere
l’importanza del mi-glioramento
dell’efficienza, del-la
competitività e della produt-tività
del sistema economico
per fondare una crescita e un au-mento
concreto della produttività
Notiziario Industriale - n. 26 • Aprile 2013 61
3. ad ampio spettro. In particolare,
nel rapporto in esame tali obiet-tivi
sono ritenuti raggiunti «per-mettendo
una maggiore concor-renza
nei mercati di beni e ser-vizi,
incoraggiando le piccole e
medie imprese ad in-vestire
di più in inno-vazione,
liberalizzan-do
ulteriormente
l’economia, rifor-mando
il mercato del
lavoro e creando un si-stema
fiscale flessi-bile
e semplice la cui
gestione sia traspa-rente
ed efficiente».
Quattro sono nello
specifico i piani di
azione posti in essere
dalle autorità nazionali
per fronteggiare le debolezze
strutturali esistenti, semplifica-re
e eliminare la burocrazia inu-tile,
creare un ambiente più fa-vorevole
per sviluppare l’im-prenditorialità
e sbloccare la
competitività. Tali piani sono:
(“Salva Italia”, “Cresci Italia”,
“Semplifica Italia” e “Piano di
Azione Coesione”).
Il decreto “Salva Italia”, adotta-to
alla fine del 2011, mira a ga-rantire
la stabilità finanziaria, la
crescita e la giustizia sociale. I
decreti “Cresci Italia” e “Sem-plifica
Italia” sono finalizzati a
perseguire i seguenti obiettivi:
sostenere l’imprenditoria priva-ta;
facilitare l’accesso ai merca-ti;
creare un ambiente più favo-revole
agli investimenti nazionali
ed esteri; promuovere l’inno-vazione,
l’efficienza e la tra-sparenza
nella P.A.; accelerare
l’adozione delle tecnologie del-l’informazione
e della comuni-cazione.
L’ultimo piano opera-tivo
è il “Piano di Azione Coe-sione”,
che dovrebbe avere la fi-nalità
di portare ad un assorbi-mento
ed una gestione più effi-cace
dei fondi dell’Unione Eu-ropea,
in particolare per il Mez-zogiorno.
Il percorso per il miglioramen-to
e il sostegno della produttivi-tà
passa attraverso un percorso
importante e a volte complesso,
un percorso che è iniziato e
deve essere proposto con con-vinzione
e determinazione in
ogni contesto territoriale locale
e nazionale, anche mediante
progetti di diffusione della cul-tura
del fare impresa, in modo in-novativo
e in ottica anche inter-nazionale.
“Le idee migliori
sono proprietà di tutti”.
(SENECA)
*Avvocato & Partner
c/o Studio Legale Mascia
(Avvocati associati)
Business consulting, Conflict
management & Problem solving
interventi
Politica
ed imprenditoria
sono concordi
nel riconoscere
l’importanza
dell’incremento
dell’efficienza,
della competitività
e della produttività
del sistema
economico