Comprel: i nuovi moduli RF di Telit in banda ISM - Milena Milosevic
Standard
1. Le tre categorie.
Categoria broadcast:
E’ la categoria in assoluto più elevata e ben definita rispetto alle altre due; si differenzia soprattutto
perché presenta soluzioni senza compromessi.
Le parti meccaniche che quelle elettroniche delle apparecchiature facenti parte di questa categoria
devono avere una bassa “propensione al guasto”.
apparecchiature performanti, con risposta in frequenza, rapporto S/N, bitrate molto elevati e
possibilità di connessione verso il mondo esterno in analogico, SDI, IP e Firewire.
I bitrate molto elevati sanciscono una scarsa “compressione” del segnale e di conseguenza non sono
visibili problemi relativi ad essa.
A questa categoria appartiene lo standard analogico BetaCam SP e tutti quegli standard digitali che
superano i 25Mbps, in 4:2:2, full screen a 25fps, come definito dalla normativa ITU-R 601.
Categoria professional:
apparecchiature mediamente performanti, con risposta in frequenza, rapporto S/N, bitrate accettabili
che offrono spesso differenti possibilità di connessione.
I bitrate di queste apparecchiature spesso non bastano per un loro utilizzo broadcast anche se, in
casi eccezionali, quanto registrato può essere preso in considerazione.
La linea di demarcazione tra la categoria professional e la più bassa consumer si è notevolmente
assottigliata dopo dopo l’avvento della tecnologia digitale.
A questa categoria appartengono gli standard con un bitrate intorno ai 25Mbps.
Categoria consumer:
apparecchiature scarsamente performanti se viste sotto il punto di vista dell’uso Broadcast, con
risposta in frequenza, rapporto S/N, bitrate scarsi.
I bitrate di queste apparecchiature spesso danno luogo a distorsioni apprezzabili delle immagini ed
al decadimento qualitativo delle stesse.
Nonostante queste apparecchiature spesso offrano connessioni interessanti verso il mondo esterno
(per esempio FireWire a 400Mbps), queste sono state aggiunte al solo scopo di renderle più
accattivanti verso il pubblico consumer ma non corrispondono ad un effettivo aumento qualitativo
del risultato.
Quanto registrato con questi standard non può essere preso in considerazione.
A questa categoria appartengono gli standard analogici VHS, VHS-C, S-VHS e tutti quegli standard
digitali con un bitrate inferiore ai 25Mbps.
Identificazione degli standard e loro collocazione nelle categorie.
Di seguito l’identificazione della maggior parte degli standard in commercio e la loro collocazione
all’interno delle varie categorie.
BetaCam SP – [Broadcast]
Standard lanciato nel 1982, utilizzato a tutt’oggi a causa della vasta quantità
di vecchio materiale che vive su questo formato e per copie di backup low-
cost
risposta in frequenza 30 Hz – 4.5 MHz +0.5/-4.0 dB per la luminanza
risposta in frequenza 30 Hz – 1.5 MHz +0.5/-3.0 dB per la crominanza
rapporto S/N > 51db per la luminanza
rapporto S/N > 53db per la crominanza
2. BetaCam Digitale o DigiBeta – [Broadcast]
Standard lanciato nel 1993
Bitrate 90Mbps
Uscite in analogico e SDI a 270Mbps
Anche se oramai è superato dagli standard di più recente introduzione è stato
il più diffuso ed è tutt’oggi il più utilizzato.
BetaCam SX – [Professionale]
formato introdotto nel 1996, è una alternativa economica al DigiBeta.
Nonostante la compressione molto elevata (18Mbps) le sue peculiarità
“parallele” (registrazione simultanea su hard disk interno per veloci editing
on-line) lo hanno promosso a prodotto broadcast entry-in. Nonostante questo
standard sia oramai fuori produzione è ancora usato da molti operatori del
settore.
MPEG IMX – [Broadcast]
Formato introdotto nel 2001, è lo sviluppo naturale del DigiBeta. Esso usa la
compressione MPEG ma con un bitrate più alto di quello utilizzato per il
BetaCam SX. La compressione può essere variata a scelta su tre formati
30Mbps (6:1), 40Mbps (4:1) e 50Mbps (3,3:1). Questa è la prima macchina
dotata della tecnologia e-VTR per il trasporto dei contenuti direttamente su
IP (network). Alcune di queste macchine sono compatibili in lettura con le
BetaCam SP, DigiBeta, BetaCam SX, ma possono registrare soltanto su
cassette native IMX.
XD Cam – [Broadcast se usato come IMX]
Formato introdotto nel 2003, usa metodi di compressione differenti a seconda
dell’uso; MPEG-2 quando registra in MPEG IMX, DV25 (25Mbps) quando
registra in modo DVCAM e MPEG-4 quando registra in bassa risoluzione.
La variante di questo standard è XD Cam HD che registra in MPEG-2 a
35Mbps. La registrazione avviene su dischi ottici simili ai DVD “BluRay”.
Panasonic DVCPRO P2 – [Broadcast]
Formato introdotto da Panasonic nel 2004 principalmente indirizzato ad
utilizzi con troupes ENG (electronic news gathering).
La novità principale di questo formato è che la registrazione avviene su
schede di memoria allo stato solido e non più su cassette o dischi e quindi
non utilizza trascinamenti meccanici che possono rappresentare punti di fault
e comunque rallentamenti nella gestione del contenuto (accesso sequenziale ai dati e velocità
massima correlate al trascinamento del nastro/rotazione del disco). Inoltre, sempre grazie
all’utilizzo di memorie allo stato solido, il bitrate risulta molto elevato.
3. Panasonic DVCPRO100 (DVCPRO HD) – [Broadcast]
Panasonic DVCPRO50 – [Broadcast]
Panasonic DVCPRO25 (DVCPRO) – [Professional]
Formato creato per utilizzi con troupes esterne ENG. Utilizza il nastro
magnetico come trasporto e a seconda del tipo offre bitrates diversi, dai
25Mbps del DVCPRO ai 100Mbps del DVCPRO100.
DVCAM – [Broadcast se in versione HD, Professional nella versione SD]
Il Digital Video, noto anche con l'acronimo DV, è un formato di video digitale
introdotto nel 1996.
I lettori DVCAM sono compatibili anche con i nastri DV.
MiniDV – [Consumer]
Il DV nella sua versione con videocassetta di dimensioni più ridotte nota
come MiniDV, è diventato molto popolare e uno standard di fatto per la
produzione video amatoriale. Il bitrate di questo standard, nonché la sua
risoluzione, non lo rende utilizzabile per scopi broadcast.
DVD video – [Consumer]
Il DVD, acronimo di Digital Versatile Disc fu introdotto sul mercato nel
1998, è uno standard che fa capo ad un supporto di memorizzazione di tipo
ottico.
Vista lo scarso bitrate disponibile su questo formato (<=10Mbps), il DVD
video non può essere utilizzato per scopi broadcast.
VHS, VHS-C, S-VHS – [Consumer]
Introdotto sul mercato nel 1996 è di gran lunga lo standard analogico più
diffuso nell’ambito consumer.
Alla sua diffusione non corrisponde però la scarsissima qualità video con una
risposta in frequenza molto limitata soprattutto sulla crominanza, un basso
rapporto S/N, una scarsa possibilità di connessione verso il mondo esterno
(soltanto uscite video e audio analogiche) una eccessiva delicatezza del
nastro di supporto che con il tempo si deteriora visibilmente (drop-outs continui). Assolutamente
sconsigliato per usi broadcast.
Contribuzione e Distribuzione del segnale.
L’avvento della tecnologia digitale ha influito in maniera importante anche sulle reti di
trasferimento del segnale.
4. Infatti, dove prima le contribuzioni e la distribuzione del segnale per aree geografiche (cittadine,
regionali ecc) venivano espletate con ponti radio analogici, ora le nuove tecnologie hanno permesso
di avere degli ottimi risultati con una sicurezza maggiore utilizzando dei ponti radio digitali ed
anche delle fibre ottiche. Il trasferimento di segnali in punti differenti con l’ausilio del satellite è a
sua volta realizzato con tecniche digitali.
Per fare alcuni esempi, il trasferimento dei segnali in digitale è da noi utilizzato per:
• le contribuzioni da Roma verso la TX di Milano e viceversa;
• la distribuzione del segnale di TX dall’Emissione di Milano verso Prato;
• le distribuzioni dei segnali dei sei canali CartaPiù da Roma verso Prato;
• le distribuzioni da Prato a tutti i MUX regionali per il DTT;
• le contribuzioni da tutte le consorziate, via Prato, verso l’MCR Roma;
• le contribuzioni dal CPTV Novaro a MCR Pineta e viceversa;
• le contribuzioni dagli studi dislocati in zone geograficamente distanti;
• le contribuzioni satellitari.
Instradare il segnale sul canale prescelto per la contribuzione/distribuzione (fibra, radio digitale,
satellite, ecc) introduce la necessità di una ulteriore compressione con l’ausilio di “encoders”,
apparecchi che lo modificano cosi da ottimizzarlo e questo spesso corrisponde all’esigenza di
ridurre la banda.
Per ridurre la banda si lavora sempre sul bitrate, riducendolo prima dell’instradamento sul canale di
trasmissione.
Ora, se si comprime un segnale che originariamente presenta una buona qualità, questi sicuramente
soffrirà di un deterioramento ma in maniera limitata e comunque la qualità percepita nella visione
sarà elevata.
Se, al contrario, il segnale prima degli encoders è già compresso in maniera importante, il risultato
sarà un segnale ulteriormente degradato e con enormi problemi tecnici.
Da notare che ad ogni compressione sequenziale del segnale, questi subirà un degrado sempre
maggiore.
Nuovi standard per la distribuzione del segnale.
In questo contesto si può certamente introdurre il discorso relativo ai test che si stanno conducendo
per approcciare all’utilizzo dei nuovi standard di distribuzione del segnale.
I più importanti, in via di sperimentazione, sono la trasmissione in 16:9 in HD (high definition) e il
Dolby Digital AC-3, anche conosciuto come 5.1, dove il 5 è la somma dei tre canali anteriori (left,
right, center) più i due canali posteriori dedicati al surround (left surround, right surround) ed il .1
rappresenta il canale dedicato alle basse frequenze inviate verso un altoparlante subwoofer.
In questo caso l’occupazione di banda del video che quella dell’audio aumentano
considerevolmente ed un buon livello tecnico è ottenibile soltanto con l’ausilio di ottime sorgenti
audio/video dotate di bitrate notevoli, altrimenti i risultati possono riservare sgradevoli sorprese.
Digital Library.
è imminente la messa in produzione del sistema Digital Library centralizzato che, finalmente,
permetterà di unificare tutti gli archivi, sia storici che presenti e futuri, in un unico contenitore che
offrirà una estrema condivisibilità dei contenuti, un rapido accesso agli stessi ed anche una
flessibilità notevole per quanto riguarda la sua alimentazione con nuovi eventi.
In questo senso viene posto in risalto ancora una volta quella che è la necessità di una ottima qualità
del materiale in “ingresso” in modo da avere una buona resa in “uscita”, evitando, inoltre, lo spreco
di spazio che ci sarebbe dedicandolo a quel materiale non utilizzabile.
5. Non avrebbe neanche senso il controllo qualitativo realizzato a valle del processo di acquisizione in
library (ingest) a causa del fatto che il materiale non soddisferebbe gli standard tecnici richiesti già
dall’origine.
Naturalmente si vedrà accresciuta l’importanza di quegli standard che permettono di trattare il
messaggio contenuto sul supporto utilizzato non solo come audio/video ma già in formato file
dall’apparecchio “player” (porte I/O direttamente su IP Ethernet).
Rete “IT Broadcast”.
È imminente anche l’istituzione di una rete “IT Broadcast” che permetterà il trasferimento di
essenze audio/video in formato file senza riconversioni da video a file. Anche in questo caso si
vedrà accresciuta l’importanza di quegli standard che permettono di trattare il messaggio contenuto
sul supporto utilizzato non solo come audio/video ma già in formato file dall’apparecchio “player”
(porte I/O direttamente su IP Ethernet).
Conclusioni.
Uniformarsi a quanto descritto in questo documento non solo contribuirà a rendere qualitativamente
omogeneo il nostro prodotto ma permetterà di prepararlo per quelli che saranno gli sviluppi tecnici
futuri.
6. Non avrebbe neanche senso il controllo qualitativo realizzato a valle del processo di acquisizione in
library (ingest) a causa del fatto che il materiale non soddisferebbe gli standard tecnici richiesti già
dall’origine.
Naturalmente si vedrà accresciuta l’importanza di quegli standard che permettono di trattare il
messaggio contenuto sul supporto utilizzato non solo come audio/video ma già in formato file
dall’apparecchio “player” (porte I/O direttamente su IP Ethernet).
Rete “IT Broadcast”.
È imminente anche l’istituzione di una rete “IT Broadcast” che permetterà il trasferimento di
essenze audio/video in formato file senza riconversioni da video a file. Anche in questo caso si
vedrà accresciuta l’importanza di quegli standard che permettono di trattare il messaggio contenuto
sul supporto utilizzato non solo come audio/video ma già in formato file dall’apparecchio “player”
(porte I/O direttamente su IP Ethernet).
Conclusioni.
Uniformarsi a quanto descritto in questo documento non solo contribuirà a rendere qualitativamente
omogeneo il nostro prodotto ma permetterà di prepararlo per quelli che saranno gli sviluppi tecnici
futuri.