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GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
APPLICAZIONI E PROSPETTIVEAPPLICAZIONI E PROSPETTIVE
Dr. Geol. ROBERTO SPALVIERI
robertospalvieri@geologilazio.it
CONSIGLIERE ORDINE GEOLOGI LAZIO
COORDINATORE COMMISSIONE GEOTERMIA
ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI
Le problematiche socio-politico-economiche connesse alla gestione della risorsa petrolio hanno innescato un
continuo parlare di ENERGIAENERGIA, di RISPARMIORISPARMIO ENERGETICOENERGETICO e soprattutto della necessità di produrre
energia da FONTIFONTI RINNOVABILIRINNOVABILI (risorse che possiedono una velocità di rigenerazione superiore alla
velocità con cui vengono consumate, per cui risulta virtualmente impossibile il loro esaurimento).
Quasi sempre parlando di energia si pensa all’energia di tipo “elettrico”, poiché l’ELETTRICITÀ è molto
familiare a tutti grazie alle sue ubiquitarie proprietà di essere facilmente trasportabile e trasformabile in
una qualsiasi quotidiana esigenza: movimento, luce, musica, calore, informazione, climatizzazione, etc.
Nonostante ciò, l’Elettricità è un prodotto secondario ottenuto da processi termodinamici di combustione o processi
meccanici di sfruttamento di energia potenziale naturale (acqua, vento) o da fenomeni di fissione/scissione nucleare.
Difficilmente ci si rende conto che il vero problema dell’energia nel mondo è l’ENERGIA TERMICA!Difficilmente ci si rende conto che il vero problema dell’energia nel mondo è l’ENERGIA TERMICA!
Circa il 40-45% dell’energia primaria (*) in Europa viene impiegata per il condizionamento di edifici!
(*) per “energia primaria” s’intende il potere energetico di quella risorsa che, presente in natura, viene utilizzata per produrre
direttamente energia elettrica, ad esempio: petrolio, carbone, gas, etc = Energia chimica da combustibile fossile).
Ma non solo, del restante 55-60% di energia primaria si può approssimare che più della metà….
…sia dispersa nell’ambiente sottoforma di calore!
Si considera che per buona parte ci siano attività di produzione di energia elettrica con rendimento elettrico di circa il 37% e
per un’altra parte processi industriali che mediamente si stima possano dare rendimenti leggermente superiori (40-45%).
ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI
25%
20%
10%
Consumo Sistemi di Illuminazione
Consumo Apparecchiature da Ufficio
Acqua Calda Sanitaria & Altri Carichi
45%
Consumo Impianti
di Climatizzazione e
Trattamento dell’Aria
Consumo Sistemi di Illuminazione
ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI
Dunque, ragionando per ordini di grandezza, possiamo dire che circa il 70% dell’energia che
preleviamo dalla natura viene trasformata in ENERGIA TERMICAENERGIA TERMICA e per lo più in CALORECALORE!
(ad eccezione di una minima parte che viene tramutata in energia frigorifera)
IL VERO RISPARMIO ENERGETICO STA NELLA GESTIONE DEGLI SPRECHIIL VERO RISPARMIO ENERGETICO STA NELLA GESTIONE DEGLI SPRECHI DIDI
ENERGIA TERMICAENERGIA TERMICA..
Ci sono sostanzialmente due modi, allo stato della tecnica possibile attualmente, per attingere nel
giacimento degli sprechi di energia termica:
1) RISPARMIANDO: diminuendo il fabbisogno di energia tramite isolamento, aumento dell’efficienza
energetica dei processi, etc.
1) CO-TRIGENERANDO: sostanzialmente producendo energia elettrica laddove c’è possibilità di1) CO-TRIGENERANDO: sostanzialmente producendo energia elettrica laddove c’è possibilità di
utilizzare tutta la risultante energia termica, o gran parte di essa, mediante sistemi con combustibili
fossili, impianti solari termici o termodinamici, sistemi ibridi, reti di teleriscaldamento e quant’altro.
Pertanto, si rafforza il concetto di quanto “secondaria” sia l’elettricità e quanto sia più importante dal
punto di vista energetico, quindi anche economico (*), il condizionamento degli edifici.
(*) una famiglia tipo di reddito medio, soprattutto se del Nord Italia, presenta una bolletta energetica fortemente sbilanciata sul
costo del riscaldamento rispetto a quello della “luce”!
In quest’ottica si inserisce una grande famiglia di tecnologie energetiche rinnovabili, che racchiude
varie tecniche di geoscambio, che va sotto il nome di:
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
CLASSIFICAZIONE GENERALECLASSIFICAZIONE GENERALE
D.LGS.D.LGS. n.22 del 11.02.2010n.22 del 11.02.2010
““Riassetto della normativa in materia di ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche”
Ai sensi e per gli effetti del presente decreto legislativo (art.1, comma 2) valgono le
seguenti definizioni:
a) sono risorserisorse geotermichegeotermiche adad altaalta entalpiaentalpia quelle caratterizzate da una temperatura
del fluido reperito superiore a 150°C;
b) sono risorserisorse geotermichegeotermiche aa mediamedia entalpiaentalpia quelle caratterizzate da una temperatura
del fluido reperito compresa tra 90°C e 150 °C;del fluido reperito compresa tra 90°C e 150 °C;
c) sono risorserisorse geotermichegeotermiche aa bassabassa entalpentalpiaia quelle caratterizzate da una temperatura
del fluido reperito inferiore a 90°C.
art. 10- Piccole utilizzazioni locali di calore geotermico quelle che consentono la realizzazione di impianti di
potenza inferiore a 2 MWt, ottenibili dal fluido geotermico alla temperatura convenzionale dei reflui di 15 gradi
centigradi, mediante l'esecuzione di pozzi di profondita' fino a 400 metri. Sono altresì piccole utilizzazioni locali
di calore geotermico quelle effettuate tramite l'installazione di sonde geotermiche che scambiano calore con il
sottosuolo senza effettuare il prelievo e la reimmissione nel sottosuolo di acque calde o fluidi geotermici. Al
comma 3 è previsto che le autorita' competenti per le funzioni amministrative, comprese le funzioni di vigilanza,
riguardanti le piccole utilizzazioni locali di calore geotermico sono le Regioni o Enti da esse delegate.
Uffici, Centri Direzionali
Centri Commerciali
Residenziale
Condizionamento,
Climatizzazione,
Acqua sanitaria,
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PRINCIPALI APPLICAZIONIPRINCIPALI APPLICAZIONI
Ospedali – Cliniche - Scuole Industria, Processi produttivi
Acqua sanitaria,
Flussi Energetici di
Processo
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PRINCIPIO FONDAMENTALEPRINCIPIO FONDAMENTALE DIDI GEOSCAMBIOGEOSCAMBIO
Un impianto geotermico a bassa entalpia è costituito da tre parti fondamentali:
1)1) Sistema di scambio con il terrenoSistema di scambio con il terreno, sonde geotermiche ed altri sistemi
2)2) Una o più pompe di caloreUna o più pompe di calore ++ tutti i dispositivi atti a movimentazione dei fluidi e sicurezza dell’impianto
3)3) Sistema di distribuzione del calore all’utenzaSistema di distribuzione del calore all’utenza,, con appositi terminali d’impianto.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ
1
• il calore endogeno terrestre deriva dalle masse
magmatiche interne al nostro pianeta;
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ
2
Già nel 1860 Lord Kelvin, dopo aver progettato nel 1852 un apparecchio con un circuito frigorifero a ciclo invertito
(prima pompa di calore), si interessò allo studio sperimentale della variazione della T con la profondità nell’arco
dell’anno: misurò che a - 8.1 metri la T media annuale variava con una dinamica di 1/20 rispetto a quella superficiale
e a -16.2 metri la dinamica di variazione non era che di 1/400 rispetto a quella di superficie.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ
3
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
EFFICIENZA ENERGETICA E RINNOVABILITÀEFFICIENZA ENERGETICA E RINNOVABILITÀ
20% ENERGIA NON RINNOVABILE
16 % ENERGIA NON RINNOVABILE
100 % ENERGIA RINNOVABILE
“Per ciascun sistema geotermico, e per ciascuna modalità di produzione, esiste un certo livello di
produzione massima di energia, al di sotto del quale è possibile mantenere costante la produzione di
energia dal sistema per un lungo periodo (100-300 anni)” (Orkustofnun Working Group, 2001).
Una “produzione sostenibile da singolo sistema geotermico”, in sostanza, deve assicurare che
l’impianto collegato a terreno, comporti il raggiungimento di un equilibrio termodinamico sul lungo
periodo, assestando il livello della temperatura del terreno su un valore accettabile e ambientalmente
compatibile; inoltre è necessario che una volta terminato il funzionamento dell’impianto il terreno
raggiunga su tutto il volume interessato dei valori di temperatura confrontabili con quelli del terreno
indisturbato prima dell’applicazione degli scambiatori.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
IMPATTO AMBIENTALE E SONDE GEOTERMICHEIMPATTO AMBIENTALE E SONDE GEOTERMICHE
indisturbato prima dell’applicazione degli scambiatori.
Numerosi studi hanno dimostrato che applicazioni di sonde geotermiche correttamente dimensionate
consentono di realizzare un sistema geotermico ambientalmente sostenibile secondo la definizione
data: dopo qualche anno di funzionamento, si instaura un nuovo equilibrio stazionario, fra la tendenza
naturale del suolo a mantenere le condizioni iniziali e l’energia estratta ed immessa dallo scambiatore.
Fermo restando quanto sopra, le criticità e problematiche ambientali sono essenzialmente:
1) Comunicazione tra falde sovrapposte
2) Potenzialità inquinanti sulla falda coinvolta (termica o dovuta a perdite dei fluidi termovettori)
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI
ApplicazioneApplicazione APERTAAPERTA: Falda: Falda Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
GeoscambiatoreGeoscambiatore OrizzontaleOrizzontale
Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
GeoscambiatoreGeoscambiatore VerticaleVerticale
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI
(OLTRE LE SONDE GEOTERMICHE VERTICALI)(OLTRE LE SONDE GEOTERMICHE VERTICALI)
ApplicazioneApplicazione APERTAAPERTA: Falda: Falda Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
GeoscambiatoreGeoscambiatore OrizzontaleOrizzontale
Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA
GeoscambiatoreGeoscambiatore VerticaleVerticale
Il prelievo può avvenire da bacini superficiali (mare, laghi o fiumi) o da pozzo.
I sistemi per via diretta sono relativamente utilizzati in Italia da molto tempo, seppur
relativamente poco diffusi. Sono fondamentalmente costituiti da un impianto di prelievo ed uno
di scarico, collegati direttamente alla pompa di calore o tramite un circuito secondario ed uno
scambiatore (nel caso di incrostazioni, alghe, corrosione per agenti inquinanti o acque salmastre,
intasamenti dei circuiti, al fine di ridurre gli interventi sulla pompa di calore, più complicati ed
onerosi).
Per la movimentazione dell’acqua sono necessarie pompe idrauliche, il cui consumo energetico
generalmente costituisce una quota significativa del consumo complessivo dell’impianto. La
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO APERTOSISTEMI A CIRCUITO APERTO
generalmente costituisce una quota significativa del consumo complessivo dell’impianto. La
convenienza rispetto ai sistemi chiusi, dal punto di vista dei costi d’esercizio, si ha fino a prevalenze dell’ordine
dei 30 metri. Con un’analisi economica basata sui costi di ammortamento dell’impianto, invece, i vantaggi dei
sistemi aperti risultano interessanti fino anche a prevalenze di 50 metri.
I fattori limitanti lo sviluppo dei sistemi aperti sono essenzialmente tre:
1) Maggiori costi di manutenzione;
2) Costi di pompaggio per falde acquifere ad elevata profondità;
3) Difficoltà ed incertezza nell’iter autorizzativo per l’esecuzione dei pozzi, per il prelievo di
acque pubbliche e soprattutto per lo scarico di acqua trattata (anche “solo” termicamente).
DD..LL.. 152152//0606 - art 104. “Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee”.
• c.1. È vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo.
• c.2. In deroga a quanto previsto al comma 1, l'autorità competente, dopo indagine preventiva,
può autorizzare gli scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per scopi geotermici, delle
acque di infiltrazione di miniere o cave o delle acque pompate nel corso di determinati lavori di
ingegneria civile, ivi comprese quelle degli impianti di scambio termico.”
In assenza di specifiche indicazioni normative regionali (vedi Lazio) in merito ai criteri di verifica di
conformità di tale scarico ed in attesa di alcune indicazioni richieste agli Uffici Legali provinciali,
nell’ambito delle istruttorie in itinere si ritiene che debbano essere rispettate le seguenti indicazioni,
effettuando le necessarie verifiche in fase di progetto:
Valutazione della Temperatura massima consentita per le acque di reimmissione;
Minimizzazione delle variazione chimico-batteriologica tra l’acqua prelevata e quella scaricata;
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO APERTOSISTEMI A CIRCUITO APERTO
Minimizzazione delle variazione chimico-batteriologica tra l’acqua prelevata e quella scaricata;
Interventi atti a ridurre il carico batterico per aumenti di temperatura dell’acqua reimmessa;
Miglioramento della qualità chimica e riduzione del carico solido dell’acqua che entra nei circuiti dello
scambiatore (pompa di calore geotermica) onde evitarne il danneggiamento;
Assenza di cortocircuitazione termica a breve o medio termine;
Modellazione e verifica dell’ampiezza della bolla di calore nelle condizioni di esercizio;
Modellazione e verifica delle “deformazioni” indotte localmente sulla falda e i possibili cedimenti o
danni alle opere sovrastanti e/o circostanti;
monitoraggio sulle caratteristiche quali-quantitative dell’acquifero utilizzato.
Hanno uno sviluppo poco al di sotto del piano campagna (da -1.5 a -3 metri), con
andamento solitamente a serpentina simile ai pavimenti radianti.
Utilizzando una provocazione, potremmo ricondurli a “collettori solari” ed analizzarli
come sottocategoria dei pannelli solari termodinamici: la ricarica delle sonde orizzontali è
solo minimamente dovuta all’energia geotermica, la gran parte proviene dall’atmosfera
sottoforma di irraggiamento e di precipitazioni atmosferiche.
E’ assolutamente errato porre le tubazioni sotto edifici, ma anche sotto aree asfaltate
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALISONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALI
E’ assolutamente errato porre le tubazioni sotto edifici, ma anche sotto aree asfaltate
(impermeabilizzate); si devono evitare le zone in ombra se l’impianto è pensato per il
riscaldamento.
In genere le tubazioni sono in polietilene (analoghe a quelle utilizzate per l’acqua
potabile). Per facilitare eventuali fasi manutentive è opportuno utilizzare tubazioni con
linea di marcatura assente o differente dall’azzurro (acqua potabile) e dal giallo (gas), ed è
d’obbligo usare nastro monitore al di sopra delle tubazioni per evitare danneggiamenti
qualora si eseguano scavi all’interno del campo geotermico.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALISONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALI
CONFIGURAZIONICONFIGURAZIONI
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
La sonda geotermica ha la funzione di scambiatore di calore tra il
terreno e la pompa di calore ed è composta da una o più tubazioni a
circuito chiuso all’interno delle quali passa il fluido termovettore.
La sonda geotermica è pensata per non richiedere alcun tipo di
manutenzione durante la sua vita tecnica: essendo “sigillate” fino in
superficie, non è possibile intervenire sulle tubazioni in profondità.
La sonda in sé è un componente estremamente semplice dell’impianto,
costituita da tre elementi fondamentali:costituita da tre elementi fondamentali:
• TUBAZIONI
• PIEDE
• MATERIALE DI RIEMPIMENTO
e tre elementi ausiliari:
• TUBO D’INIEZIONE
• ZAVORRA
•DISTANZIALI
Le tubazioni che costituiscono le sonde sono in polietilene ad alta densità (HDPE o PEAD),
rispondenti alle norme DIN 8074 e 8075. Questo materiale plastico risulta:
• maneggevole e flessibile,
• resistente alla corrosione ad opera dei più svariati agenti chimici,
• caratterizzato da buone caratteristiche meccaniche,
• di elevata stabilità a lungo termine,
• di ridotta scabrezza interna (bassa resistenza idraulica),
• di bassa conducibilità termica (0.38-0.4 W/m),
• uno dei materiali che richiedono meno energia per la loro trasformazione e produzione.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
TUBAZIONITUBAZIONI
• uno dei materiali che richiedono meno energia per la loro trasformazione e produzione.
Le tubazioni sono identiche nell’aspetto e nei materiali a quanto abitualmente in uso per
l’acquedottistica; solitamente di colore nero (trattamento al nerofumo per la difesa dai raggi
ultravioletti solari- exp mai superiore a due anni). Le uniche differenze di rilievo tra i tubi per
sonde geotermiche e tubi per le altre utilities sono:
• l’assenza di banda colorata laterale, utile per identificare le tipologie di servizi;
• la maggior cura che le case produttive specializzate pongono nel controllo di produzione, visti gli
ingenti costi necessari alla riesecuzione di una sonda mal prodotta.
Lo spessore delle pareti delle tubazioni deve seguire un compromesso tra:
RESISTENZA MECCANICARESISTENZA MECCANICA SCAMBIO TERMICOSCAMBIO TERMICO
Sebbene esista la possibilità di usare materiale adatto a pressione nominale di 10 bar
(PN10), il compromesso ottimale si ottiene con tubazioni PN16.
I diametri esterni più utilizzati, per motivi idrodinamici più che termici, sono:
• De 25 mm fino alla lunghezza di 80 metri;
• De 32 mm fino a lunghezze di 150 metri e/o configurazione a “doppio tubo ad U”
• De 40 mm fino a 300 metri ed oltre o in configurazione a “singolo tubo ad U”
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
TUBAZIONITUBAZIONI
• De 40 mm fino a 300 metri ed oltre o in configurazione a “singolo tubo ad U”
Per dare garanzie di qualità, sulle tubazioni deve essere impresso:
• costruttore
• tipo e diametro di tubazione
• materiale
• norme costruttive di riferimento
• spessore della parete
• data di produzione
• progressiva metrica (dal piede alla testa) o doppia
Le tubazioni non devono presentare saldature di nessun genere sulla
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SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
TUBAZIONITUBAZIONI
Le tubazioni non devono presentare saldature di nessun genere sulla
verticale, né tanto meno devono essere giuntate in cantiere.
Vengono svolte tramite sbobinatori e posate mediante rulliere.
Oltre all’HDPE, alcuni costruttori propongono tubazioni in materiali
alternativi:
polietilene reticolato (PEAX) indicato per termalismi anomali;
PE-RC (resistant to crack).
Per piede di sonda si intende la U di raccordo tra le tubazioni di mandata
e di ritorno al fondo della sonda geotermica, anch’esse solitamente in
HDPE PN16.
Elemento fondamentale è la saldatura con le tubazioni (punto più
delicato dell’intero circuito idraulico) meglio se eseguita in fabbrica:
sonda già assemblata e trasportata in cantiere su pallet adeguatamente
imballata e certificata.
Ulteriore aspetto di cui tener conto è la sezione di passaggio dei fluidi:
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
PIEDEPIEDE DIDI SONDASONDA
Ulteriore aspetto di cui tener conto è la sezione di passaggio dei fluidi:
devono essere ridotte al minimo le perdite di carico (no curve a 90°)
come nel sistema a collettore (piccola camera ricavata nel piede), con
preferenza dei piedi a U tagliati testa a testa. La forma del piede deve
favorire lo svolgimento nella perforazione, evitando spigoli vivi, e
garantire adeguato fissaggio della zavorra (peso medio 30-40 Kg).
All’interno della sonda geotermica scorre un fluido incaricato dello scambio termico
terreno-pompa di calore. A seconda delle temperature che si raggiungono in fase
invernale, il fluido può essere semplicemente acqua o può essere costituito da una
miscela di acqua e antigelo (proporzione variabile in funzione del punto di
congelamento voluto). Quelli di uso più comune sono i glicole etilenico e propilenico.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
FLUIDIFLUIDI TERMOVETTORITERMOVETTORI
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
Solitamente la perforazione per geotermia è sempre aa distruzionedistruzione didi nucleonucleo con uso di
aria o acqua, realizzabile con metodo a rotazionerotazione (triconi, trilama o frese) o a
rotopercussionerotopercussione (martello fondo foro).
A seconda del tipo di sottosuolo si utilizzano tecniche di avanzamento diverse,
raggruppabili in tre categorie in funzione del fluido di raffreddamento delle punte e
del tipo di circolazione:
1) Ad aria compressa e martello fondo foro (in roccia o in caso di foro
autosostenuto);
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
autosostenuto);
2) A circolazione diretta di fanghi (per tutti i tipi di terreno);
3) A circolazione inversa di fanghi (in caso di terreni sciolti, sabbiosi, con
rivestimento).
Di seguito si riporta l’analisi delle tecniche distinte sulla base del tipo di sostegno delle
pareti del perforo:
a) Perforazione con fanghi bentonitici o polimeri
b) Perforazione con camicie di rivestimento
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
PERFORAZIONE CON FANGHI BENTONITICIPERFORAZIONE CON FANGHI BENTONITICI
1) Unità impiegata specifica per pozzi
2) Perforazione generalmente a sola rotazione con frese o triconi
3) Impiego di polimeri o fanghi bentonitici, con adeguata densità, per
stabilizzare e sostenere il foro e con funzione di fluido di espurgo
4) Recupero della batteria di perforazione
5) Posa della sonda geotermica mediante aggancio alla batteria di5) Posa della sonda geotermica mediante aggancio alla batteria di
perforazione e “spinta” fino a fondo foro
6) Per l’infissione bisogna vincere la sottospinta derivante dalla densità dei
fanghi bentonitici
7) Recupero della batteria usata per l’inserimento della sonda
8) Generalmente nessuna cementazione della SGV ma si considera
sufficiente per la sigillatura il solo fango bentonitico
9) Soluzione ottimale sostituire con miscela cemento-bentonite
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
TECNICA DI PERFORAZIONE A DISTRUZIONE DI NUCLEO CON IMPIEGO DI BENTONITE
PERFORAZIONE CON CAMICIEPERFORAZIONE CON CAMICIE DIDI RIVESTIMENTORIVESTIMENTO
1) Unità impiegata tipica di perforazioni generiche (singola batteria) o
specifica per sola geotermia (doppia batteria)
2) Perforazione a rotazione o rotopercussione
3) Impiego del rivestimento provvisorio con il compito prevalente di
sostenere e stabilizzare le pareti del foro.
4) Asta di perforazione interna per portare l’utensile di perforazione
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
4) Asta di perforazione interna per portare l’utensile di perforazione
5) Fluidi di perforazione impiegati: aria, acqua, misti aria – acqua, fanghi
bentonitici (solo per stabilizzare acquiferi in pressione)
6) Recupero della batteria interna di perforazione
7) Posa per gravità della sonda geotermica completa di tubo di iniezione
8) Iniezione di miscela cementante
9) Recupero del rivestimento provvisorio
10) Rabbocco di miscela cementante in fase di recupero del rivestimento
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
SISTEMASISTEMA DIDI PERFORAZIONE “A DOPPIA TESTA”PERFORAZIONE “A DOPPIA TESTA”
((B.A.T.B.A.T. BestBest AvailableAvailable TechnologyTechnology))
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE
Perforazione a fanghi bentonitici
• Facilità di perforazione su terreni a
grana fine
• Difficoltà dell’utilizzo della bentonite
in termini ambientali
• Difficoltà nell’inserimento delle SGV
Perforazione con “doppia batteria”
• Facilità di perforazione su terreni
granulari anche in presenza di
trovanti
• Nessun impiego di fanghi bentonitici
se non in presenza di acquiferi in
DIFFERENZE TRA I METODIDIFFERENZE TRA I METODI
• Difficoltà nell’inserimento delle SGV
con possibile danneggiamento in
fase di posa
• Difficoltà di sostituzione dei fanghi
bentonitici con una miscela
cementante
• Smaltimento dei fanghi bentonitici
in discarica a fine cantiere
se non in presenza di acquiferi in
pressione
• Nessuna difficoltà nell’inserimento
delle sonde
• Facilità di cementazione delle SGV
con apposite miscele
• Nessun problema di smaltimento
dei detriti di perforazione
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
COLLAUDICOLLAUDI SONDASONDA
Una volta terminata la posa delle sonde, prima di procedere alla
cementazione, si dovrà provvedere:
1) Al riempimento con acqua delle sonde stesse e messa in
pressione (ca 5-6 bar) per il test di tenuta con sistemi ad
acqua o aria. Durata minima della prova: 1-2 h. Variazione di
pressione tollerata da 0.2 a 0.5 bar.
2) Dopo il test di tenuta si procede ad iniettare acqua dalla2) Dopo il test di tenuta si procede ad iniettare acqua dalla
superficie nelle sonde e verificarne la fuoriuscita nello
stesso quantitativo (test di circolazione idrica).
3) In caso di esito positivo, i quattro tubi costituenti la sonda
verranno segnati rispettivamente con del nastro colorato al
fine di identificare l'andata ed il ritorno.
4) La sonda che non dovesse superare il test con esito positivo
dovrà essere colmata con miscele impermeabilizzanti e
abbandonata.
È l’elemento costitutivo su cui si riscontra maggiore differenziazione sul mercato.
La classificazione dei riempimenti vede una distinzione in due macrocategorie:
materiali sciolti (generalmente sabbie quarzifere)
malte cementizie
Nel caso dei materiali sciolti la posa può avvenire a secco, per caduta, o tramite pompaggio
in miscela acquosa, scongiurando la formazione di cavità durante la posa.
L’uso di riempimento con sabbia fornisce i migliori risultati in presenza di falda,
consentendo il diretto contatto dell’acquifero con le tubazioni (trasmissione del calore
anche a carattere convettivo a vantaggio dello scambio termico); è solitamente limitato ad
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA CEMENTAZIONELA CEMENTAZIONE
MATERIALIMATERIALI DIDI RIEMPIMENTORIEMPIMENTO
anche a carattere convettivo a vantaggio dello scambio termico); è solitamente limitato ad
istallazioni in roccia sana o in sistemi monofalda. In tutte le altre situazioni è preferibile far
ricorso a miscele cementizie.
Le principali malte cementizie usate sono composti premiscelati termicamente migliorati- e
non- contenenti cemento Portland+ bentonite + acqua (con eventuali additivi).
L’impasto viene solitamente fatto in cantiere controllando la corretta proporzione tra acqua
e polvere. Una miscela molto utilizzata prevede, per un metro cubo di malta:
450 Kg di cemento + 50 Kg di bentonite + 900 litri di acqua
Le attività di cementazione devono essere dettagliatamente descritte in apposito verbale.
Le principali caratteristiche delle malte cementizie sono:
conduttività termica (cemento-bentonite da 0.6 a 1.2 W/mk, premiscelati termicamente
migliorati da 1.6 a 2.2 W/mk);
densità (assume in genere valori di poco inferiori a 1.5 t/mc);
reologia (viscosità valutata con cono di Marsh, elevata viscosità = buona cementazione);
permeabilità (buona malta per basse permeabilità- nell’ordine di 10-10 cm/s);
andamento della maturazione (variabile da mezza giornata a qualche giorno, maggiore per le
tratte di cementazione sotto falda). Una buona malta per sonde non deve presentare fenomeni
di variazione volumetrica durante la maturazione;
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
MATERIALIMATERIALI DIDI RIEMPIMENTORIEMPIMENTO
di variazione volumetrica durante la maturazione;
calore di maturazione (si parla di incrementi termici nell’ordine dei 15-20°C, il tempo di
ritorno a regime delle T dipende oltre che dalla malta anche dal terreno, di solito varia da 3 a 4
settimane);
resistenza al gelo (in inverno il fluido convettore può trovarsi a temperature negative,
determinando aumento di volume e fratturazione del getto).
La cementazione avviene da fondo foro tramite tubo d’iniezione normalmente a perdere,
economico ma al contempo in grado di resistere alle pressioni di iniezione (ca 20 bar). In taluni
casi, durante la cementazione è necessario procedere all’adozione del packer.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
COLLAUDO SONDE: IL GRT
“Thermal Response Test” o “Ground Response Test” (GRT): uno scambiatore pilota installato nel suolo
(che sarà parte di un pozzo poi appartenente al loop dell’impianto che si realizzerà) sollecitato da un
impulso termico a potenza costante. Attraverso il test vengono misurati i seguenti tre parametri:
To : temperatura media del terreno indisturbato
λλλλ : conducibilità termica media del suolo
Rb : resistenza termica media della sonda (resistenza equivalente di pozzo)
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
IL GRT
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
I DIAGRAMMI DEL GRT
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
I DIAGRAMMI DEL GRT
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
La pompa di calore assorbe calore attraverso il fluido refrigerante in un evaporatore, ne
alza la temperatura attraverso il compressore, cede calore all'ambiente circostante
attraverso il condensatore; durante questo processo viene consumata energia elettrica
(coefficiente di prestazione “C.O.P.”).
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
SCHEMA IMPIANTO PER CLIMATIZZAZIONE AMBIENTE + ACQUA SANITARIA
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
Classificazione per effetto utile:
• Macchina frigorifera (o chiller, frigo, refrigeratore)
• Pompa di calore
• pompa di calore reversibile
Classificazione per refrigerante:
• R22 (in abbandono per impatto ozono)
• R134a
• R410A
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SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
CLASSIFICAZIONICLASSIFICAZIONI
• R410A
• R407C (in abbandono per motivi di mercato)
• Ammoniaca, anidride carbonica come R744, propano come R290 (poco usati in geotermia)
Classificazione ASHRAE (tipologia di sorgente di scambio):
• SWHP (Surface Water Heat Pump): quelle che utilizzano acque superficiali. Sono di tipo diretto se
avviene prelievo ed immissione nello stesso sistema idrico.
• GWHP (Ground Water Heat Pump): la sorgente è l’acqua di falda che viene prelevata e poi
reimmessa all’interno della stessa o – più diffusamente in Italia- in corpo idrico superficiale.
• GCHP (Ground-Coupled Heat Pump) sfruttano il terreno attraverso le sonde geotermiche.
Classificazione GSP (Gruppo promoz. Svizzero per le PdC) basata su una sigla del tipo:
L1N1/L2N2
La prima parte (L1N1) si riferisce all’evaporatore, la seconda (L2N2) al condensatore.
Le lettere L1 e L2 rimandano al tipo di fluido utilizzato, rispettivamente, come sorgente per
l’evaporatore e pozzo caldo per il condensatore, e possono essere:
• A per l’aria
• B per l’acqua glicolata (brine)
• W per l’acqua
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SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
CLASSIFICAZIONICLASSIFICAZIONI
• W per l’acqua
Si indica rispettivamente con:
• N1 la temperatura del fluido all’ingresso dell’evaporatore;
• N2 la temperatura del fluido all’ingresso del condensatore.
L’efficienza di funzionamento della pompa di calore si identifica con l’acronimo COP
(coefficient of performance) pari i al rapporto tra energia fornita e energia consumata
per produrre il lavoro.
L’efficienza è inversamente proporzionale alla differenza tra la temperatura della
sorgente e la temperatura dell’utilizzatore o viceversa.
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
IL “COP”IL “COP”
Il ciclo di Carnot suggerisce che di norma si ha:
Valore COPreale < 50% del valore COPteorico.
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SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
IL “COP”IL “COP”
CURVECURVE DIDI RENDIMENTO DELLERENDIMENTO DELLE PdCPdC
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
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SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
TERMINALITERMINALI D’UTENZAD’UTENZA
RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 20-30°C
Nelle condizioni di scambio lato utenza giocano un ruolo determinanti i terminaliterminali d’impiantod’impianto. Tali
condizioni impongono un salto termico che deve sussistere tra il fluido termovettore e l’aria ambiente.
Mentre questa è un dato di progetto imposto dalle condizioni di comfort, la T del fluido termovettore è
determinata dall’efficienza dello scambio termico e, pertanto, dalla configurazione del terminale.
RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 20-30°C
RAFFRESCAMENTO: T° mandata H2O = 15-20°C
RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 45-50°C
RAFFRESCAMENTO: T° mandata H2O = 6-8°C
RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 55-60°C
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
I TERMINALII TERMINALI D’UTENZAD’UTENZA
La progettazione a regola d’arte richiede competenze multidisciplinari:
- il progettista GEOLOGO nella ricostruzione del modello geologico e idrogeologico del sito;
- il progettista GEOTERMICO (GEOLOGO o INGEGNERE) nella definizione-gestione-controllo
delle fasi operative di perforazione, di posa e collaudo delle sonde (direzione lavori con
giornali di cantiere, verbali di cementazione, certificati di collaudo), solitamente arriva sino
alla pompa di calore;
- il progettista TERMOTECNICO (tecnico abilitato) che si occupa della distribuzione ai
terminali d’impianto;
- il progettista ELETTRICO (tecnico abilitato) che si occupa dell’alimentazione delle
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
- il progettista ELETTRICO (tecnico abilitato) che si occupa dell’alimentazione delle
macchine e dei sistemi di controllo (riceve dal progettista geotermico i carichi elettrici e le
logiche di controllo per il funzionamento di pompa di calore, valvole servocomandate e
circolatori).
ADEGUATA DIVISIONEADEGUATA DIVISIONE DIDI RESPONSABILITÀ E COMPETENZE = LAVORORESPONSABILITÀ E COMPETENZE = LAVORO DIDI SUCCESSOSUCCESSO
I problemi più frequenti sono dati dall’eccessivo utilizzo del terreno (serbatoio geotermico),
con conseguente perdita prestazionale (nei casi migliori) o danneggiamento irreparabile
delle sonde geotermiche (costi per la sostituzione realmente gravosi).
PROCEDURA PROGETTUALE
1) Verifica della fattibilità tecnica;
2) Individuazione di vincoli autorizzativi;
3) Caratterizzazione dell’utenza;
4) Caratterizzazione geologica e termogeologica del sito;
5) Definizione delle condizioni di scambio sonda-terreno;
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
5) Definizione delle condizioni di scambio sonda-terreno;
6) Scelta dello schema di centrale termica e della pompa di calore;
7) Dimensionamento delle sonde geotermiche (profondità, numero, posizione)
8) Dimensionamento della distribuzione orizzontale alle sonde;
9) Definizione delle componenti di centrale termica;
10)Dimensionamento di staffaggi e finiture.
PROCEDURA PROGETTUALE
1) STUDIO DI FATTIBILITÀ
a) Caratteristiche utenza (temperature fluidi, spazi in centrale termica, continuità d’uso,
sviluppo nel tempo, bilancio d’utilizzo estate-inverno)
b) Aspetti cantieristici (accessibilità, utilities di cantiere, pendenze del terreno, etc.)
c) Aspetti geologici (movimenti franosi e carsismo: pericolosi; variabilità geologica vert.,
elevato indice vuoti, fratture e rocce abrasive: costi aggiuntivi)
d) Aspetti idrogeologici (presenza di falda/e, acquiferi in pressione)
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
d) Aspetti idrogeologici (presenza di falda/e, acquiferi in pressione)
e) Aspetti ambientali (presenza pozzi idropotabili in vicinanza, interessamento di acquiferi
potabili o sistemi multifalda, presenza di carico microbiologico o sostanze pericolose disciolte)
f) Aspetti autorizzativi (legislazione vigente sul territorio)
2) VINCOLI AUTORIZZATIVI
Normative regionali in rapido sviluppo, dove esistente l’attuazione può variare da provincia a
provincia. Solitamente tre tipi di prescrizioni: divieto per aree di salvaguardia risorse idropotabili,
imposizione di monitoraggio ambientale continuo, limitazioni nella profondità di posa.
PROCEDURA PROGETTUALE
4) CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E TERMOGEOLOGICA
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
Lo studio geologico e le relative prospezioni devono essere estesi alla parte di sottosuolo
interessata, direttamente o indirettamente, dalla realizzazione dell’opera o che influenza
il comportamento dell’opera stessa.
A seguito della ricostruzione del modello geologico ed idrogeologico vengono trasferite
agli steps progettuali successivi le seguenti nozioni: temperatura, capacità e conduttività
termica medie, informazioni sulla variabilità della stratigrafica e delle condizioni
idrogeologiche, informativa circa il rischio di inquinamento della falda.
PROCEDURA PROGETTUALE
5) CONDIZIONI DI SCAMBIO SONDE-TERRENO
Si possono dire note quando sono determinate le seguenti grandezze:
a)a) CampoCampo didi variabilitàvariabilità accettabileaccettabile perper lala temperaturatemperatura deldel fluidofluido termovettoretermovettore: un
impianto geotermico si può ritenere vantaggioso quando la T del fluido è vantaggiosa
rispetto alla T dell’aria ambientale. Alle nostre latitudini ciò si verifica quando la
temperatura del fluido non scende sotto gli 0° C in inverno (4° se si usa solo acqua
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
temperatura del fluido non scende sotto gli 0° C in inverno (4° se si usa solo acqua
senza antigelo) e non sale sopra i 35° C in estate. Tale quadro termico garantisce oltre
che vantaggi economici anche problemi tecnici, sia agli impianti che di natura
geologica.
b)b) CaratteristicheCaratteristiche didi conduzioneconduzione deldel calorecalore deldel sistemasistema sondasonda, risolto con la definizione
della resistenza termica apparente di pozzo: per utenze > 30 KW (GRT e software di
modellazione matematica), non influente per impianti < 30KW (dati tabellari).
PROCEDURA PROGETTUALE
7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE
Segue criteri diversi a seconda della potenza e del funzionamento dell’impianto:
CASO “A”: IMPIANTI MEDIOCASO “A”: IMPIANTI MEDIO--PICCOLI (potenza invernale all’utenza <30KW)PICCOLI (potenza invernale all’utenza <30KW)
1. Impianti per produzione di riscaldamento + ACS + condizionamento ridotto
2. Funzionamento annuo standard (circa 1800 h)
3. Geologia “standard”: roccia o terreni alluvionali in generale umidi
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
3. Geologia “standard”: roccia o terreni alluvionali in generale umidi
4. Temperatura limite alle sonde geotermiche (0°C)
5. Temperatura del terreno indisturbata non inferiore a 10 °C
6. Sonda a doppia U o singola U cementata con prodotti termicamente migliorati
La lunghezza L complessiva da perforare può essere stimata con la seguente relazione:
L = Pi,t / q (t)
dove Pi,t è la potenza termica (invernale) estratta dal suolo (< potenza resa all’utenza in
funzione del COP) e q (t) è la resa termica lineare della sonda (mediamente 50 W/m).
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO
SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE
PROCEDURA PROGETTUALE
7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE
CALORE SPECIFICO DI ESTRAZIONE
(FONTE VDI 4640)
PROCEDURA PROGETTUALE
7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE
CASO “B”: IMPIANTI MEDIOCASO “B”: IMPIANTI MEDIO--GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)
Il dimensionamento avviene tramite test termici e/o software di calcolo basati su
modellazioni teoriche. I datidati principaliprincipali didi ingressoingresso sono:
1. Caratterizzazione termica del terreno: conducibilità e capacità termica;
2. Massa volumica del terreno e flusso geotermico naturale;
3. Temperatura del terreno indisturbato;
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
3. Temperatura del terreno indisturbato;
4. Geometria della sonda (diametro perforazione, disposizione e diametro tubi,
resistenza termica sonda, conducibilità termica materiali di riempimento);
5. Caratteristiche del fluido termovettore (portata e tipo)
6. Geometria del campo sonde (numero, profondità, interasse, distribuzione);
7. Fabbisogni energetici annui e loro distribuzione stagionale;
8. COP estivo ed invernale della pompa di calore;
9. Fabbisogni di picco (potenza max impianto) e durata rispettiva.
OUTPUT = ANDAMENTO TEMPERATURE DEL FLUIDO TERMOVETTORE NEL TEMPOOUTPUT = ANDAMENTO TEMPERATURE DEL FLUIDO TERMOVETTORE NEL TEMPO
OCEDURA PROGETTUALE
7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE
CASO “B”: IMPIANTI MEDIOCASO “B”: IMPIANTI MEDIO--GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)
Utilizzando il modello teorico della sorgente cilindrica, secondo un approccio analitico proposto da
ASHRAE, il dimensionamento può essere condotto adottando le seguenti formule:
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI
dove:
ΦΦΦΦ sono i flussi termici
R sono le resistenze termiche lineari equivalenti
W sono le potenze elettriche assorbite dalla Pdc
PLF è il fattore di carico parziale per il mese di picco e F è il fattore di perdita per cortocircuito
T sono le temperature (del terreno indisturbato, di ingresso e uscita dalla pompa, e di penalizzazione
per interferenza tra sonde)
CASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARECASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARE
Supponiamo di applicare l’analisi dei costi ad un’abitazione di 200 mq, ubicata in zona climatica E con
indice di prestazione energetica per la climatizzazione ambientale di 90 KWh/mq annui
(soddisfacente i requisiti del D.L. 311/06 applicabili dal 01.01.2010). Si ipotizzano i seguenti
rendimenti:
-Pompa di calore con COP = 4
- Gruppo refrigerante (chiller) = 2.5
- Caldaia a metano con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione)
- Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione)
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI
- Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione)
L’analisi viene condotta basandosi sui seguenti costi dell’energia elettrica e dei combustibili fossili:
-Energia elettrica (tariffa D3 residente, potenza 10 KW, consumo annuale tot. 12 MWh): 0.23 €/kWh
- Metano (valore medio AEEG per il 2007, incrementato dell’8%): 0.697 €/mc – 0.075 €/KWh
- Gasolio (valore medio Eurostat per il 2007, incrementato dell’8%): 1,45 €/l – 0,13 €/kWh
Di seguito si riportano i confronti di costo tra l’impianto geotermico e le alternative tradizionali
rispettivamente per riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria:
CASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARECASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARE
Fabbisogno di energia termica in riscaldamentoriscaldamento: 18000 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 1.035
Consumi impianto a metano € 1.595
Consumi caldaia a gasolio € 2.722
Fabbisogno di energia termica in raffrescamentoraffrescamento: 7200 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 414
Consumi impianto di condizionamento aria-aria € 662
Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 4200 kWh
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI
Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 4200 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 240
Consumi impianto a metano € 370
Consumi caldaia a gasolio € 631
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO GEOTERMICO A POMPA DI CALORE € 1.689
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A METANO € 2.627
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A GASOLIO € 4.015
RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU METANOMETANO 3636 %%
RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU GASOLIOGASOLIO 5858 %%
CASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALECASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALE
Supponiamo di applicare l’analisi dei costi ad un capannone industriale di 1000 mq, ubicato in zona
climatica E con indice di prestazione energetica per la climatizzazione ambientale di 15 KWh/mc
annui. Si ipotizzano i medesimi rendimenti visti per il caso residenziale:
-Pompa di calore con COP = 4
- Gruppo refrigerante (chiller) = 2.5
- Caldaia a metano con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione)
- Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione)
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI
L’analisi viene condotta basandosi sui seguenti costi dell’energia elettrica e dei combustibili fossili:
-Energia elettrica (tariffa fornitura in BT per altri usi, potenza 50 KW, consumo annuale tot. 100
MWh): 0.14 €/kWh
- Metano (Eurostat 2007, incrementato dell’8%, consumo di 418 GJ/anno): 0.05 €/KWh
- Gasolio (valore medio Eurostat per il 2007, incrementato dell’8%): 0,12 €/kWh
Di seguito si riportano i confronti di costo tra l’impianto geotermico e le alternative tradizionali
rispettivamente per riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria:
CASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALECASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALE
Fabbisogno di energia termica in riscaldamentoriscaldamento: 90000 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 3.150
Consumi impianto a metano € 5.396
Consumi caldaia a gasolio € 13.608
Fabbisogno di energia termica in raffrescamentoraffrescamento: 36000 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 1.260
Consumi impianto di condizionamento aria-aria € 2.016
Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 17600 kWh
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI
Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 17600 kWh
Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 618
Consumi impianto a metano € 1.058
Consumi caldaia a gasolio € 2.667
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO GEOTERMICO A POMPA DI CALORE € 5.027
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A METANO € 8.469
COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A GASOLIO € 18.291
RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU METANOMETANO 4141 %%
RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU GASOLIOGASOLIO 7373 %%
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
BENEFICI AMBIENTALIBENEFICI AMBIENTALI
MERCATO EUROPEO POMPEMERCATO EUROPEO POMPE DIDI CALORECALORE
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PROSPETTIVEPROSPETTIVE
MERCATO EUROPEO POMPEMERCATO EUROPEO POMPE DIDI CALORECALORE
RIPARTIZIONE PER TIPOLOGIARIPARTIZIONE PER TIPOLOGIA
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PROSPETTIVEPROSPETTIVE
QUADRO NORMATIVO ENERGETICO EUROPEOQUADRO NORMATIVO ENERGETICO EUROPEO
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PROSPETTIVEPROSPETTIVE
LO SCENARIO ITALIANOLO SCENARIO ITALIANO
FONTE: LIBRO BIANCO DELLE POMPE DI CALORE- EDIZIONE 2010
Dati ISTAT riferiscono che in Italia ci sono circa 26 milioni di unità abitative residenziali, dei quali ca
19 milioni sono dotati di impianti di climatizzazione (prevalentemente riscaldamento) e utilizzati in
modo continuo come prima abitazione. Riferendoci al 2005 come anno medio (in termini climatici)
dell’ultimo decennio, si ha:
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PROSPETTIVEPROSPETTIVE
Ipotizzando che il 30 % della domanda sia soddisfatta da Pdc è plausibile prevedere una riduzione di
ca 4.6 Mtep (-23 % dei consumi residenziali complessivi).
LO SCENARIO ITALIANOLO SCENARIO ITALIANO
FONTE: LIBRO BIANCO DELLE POMPE DI CALORE- EDIZIONE 2010
GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
PROSPETTIVEPROSPETTIVE
--6.26.2 MtepMtep == --18% consumi energia primaria =18% consumi energia primaria = --14.2 Milioni tonnellate CO14.2 Milioni tonnellate CO22
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” (Lao“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” (Lao TsuTsu))
Dr. Geol. ROBERTO SPALVIERI
robertospalvieri@geologilazio.it

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  • 1. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA APPLICAZIONI E PROSPETTIVEAPPLICAZIONI E PROSPETTIVE Dr. Geol. ROBERTO SPALVIERI robertospalvieri@geologilazio.it CONSIGLIERE ORDINE GEOLOGI LAZIO COORDINATORE COMMISSIONE GEOTERMIA
  • 2.
  • 3. ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI Le problematiche socio-politico-economiche connesse alla gestione della risorsa petrolio hanno innescato un continuo parlare di ENERGIAENERGIA, di RISPARMIORISPARMIO ENERGETICOENERGETICO e soprattutto della necessità di produrre energia da FONTIFONTI RINNOVABILIRINNOVABILI (risorse che possiedono una velocità di rigenerazione superiore alla velocità con cui vengono consumate, per cui risulta virtualmente impossibile il loro esaurimento). Quasi sempre parlando di energia si pensa all’energia di tipo “elettrico”, poiché l’ELETTRICITÀ è molto familiare a tutti grazie alle sue ubiquitarie proprietà di essere facilmente trasportabile e trasformabile in una qualsiasi quotidiana esigenza: movimento, luce, musica, calore, informazione, climatizzazione, etc. Nonostante ciò, l’Elettricità è un prodotto secondario ottenuto da processi termodinamici di combustione o processi meccanici di sfruttamento di energia potenziale naturale (acqua, vento) o da fenomeni di fissione/scissione nucleare. Difficilmente ci si rende conto che il vero problema dell’energia nel mondo è l’ENERGIA TERMICA!Difficilmente ci si rende conto che il vero problema dell’energia nel mondo è l’ENERGIA TERMICA! Circa il 40-45% dell’energia primaria (*) in Europa viene impiegata per il condizionamento di edifici! (*) per “energia primaria” s’intende il potere energetico di quella risorsa che, presente in natura, viene utilizzata per produrre direttamente energia elettrica, ad esempio: petrolio, carbone, gas, etc = Energia chimica da combustibile fossile). Ma non solo, del restante 55-60% di energia primaria si può approssimare che più della metà…. …sia dispersa nell’ambiente sottoforma di calore! Si considera che per buona parte ci siano attività di produzione di energia elettrica con rendimento elettrico di circa il 37% e per un’altra parte processi industriali che mediamente si stima possano dare rendimenti leggermente superiori (40-45%).
  • 4. ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI 25% 20% 10% Consumo Sistemi di Illuminazione Consumo Apparecchiature da Ufficio Acqua Calda Sanitaria & Altri Carichi 45% Consumo Impianti di Climatizzazione e Trattamento dell’Aria Consumo Sistemi di Illuminazione
  • 5. ASPETTI ENERGETICI GENERALIASPETTI ENERGETICI GENERALI Dunque, ragionando per ordini di grandezza, possiamo dire che circa il 70% dell’energia che preleviamo dalla natura viene trasformata in ENERGIA TERMICAENERGIA TERMICA e per lo più in CALORECALORE! (ad eccezione di una minima parte che viene tramutata in energia frigorifera) IL VERO RISPARMIO ENERGETICO STA NELLA GESTIONE DEGLI SPRECHIIL VERO RISPARMIO ENERGETICO STA NELLA GESTIONE DEGLI SPRECHI DIDI ENERGIA TERMICAENERGIA TERMICA.. Ci sono sostanzialmente due modi, allo stato della tecnica possibile attualmente, per attingere nel giacimento degli sprechi di energia termica: 1) RISPARMIANDO: diminuendo il fabbisogno di energia tramite isolamento, aumento dell’efficienza energetica dei processi, etc. 1) CO-TRIGENERANDO: sostanzialmente producendo energia elettrica laddove c’è possibilità di1) CO-TRIGENERANDO: sostanzialmente producendo energia elettrica laddove c’è possibilità di utilizzare tutta la risultante energia termica, o gran parte di essa, mediante sistemi con combustibili fossili, impianti solari termici o termodinamici, sistemi ibridi, reti di teleriscaldamento e quant’altro. Pertanto, si rafforza il concetto di quanto “secondaria” sia l’elettricità e quanto sia più importante dal punto di vista energetico, quindi anche economico (*), il condizionamento degli edifici. (*) una famiglia tipo di reddito medio, soprattutto se del Nord Italia, presenta una bolletta energetica fortemente sbilanciata sul costo del riscaldamento rispetto a quello della “luce”! In quest’ottica si inserisce una grande famiglia di tecnologie energetiche rinnovabili, che racchiude varie tecniche di geoscambio, che va sotto il nome di: GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA
  • 6. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA CLASSIFICAZIONE GENERALECLASSIFICAZIONE GENERALE D.LGS.D.LGS. n.22 del 11.02.2010n.22 del 11.02.2010 ““Riassetto della normativa in materia di ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche” Ai sensi e per gli effetti del presente decreto legislativo (art.1, comma 2) valgono le seguenti definizioni: a) sono risorserisorse geotermichegeotermiche adad altaalta entalpiaentalpia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito superiore a 150°C; b) sono risorserisorse geotermichegeotermiche aa mediamedia entalpiaentalpia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito compresa tra 90°C e 150 °C;del fluido reperito compresa tra 90°C e 150 °C; c) sono risorserisorse geotermichegeotermiche aa bassabassa entalpentalpiaia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito inferiore a 90°C. art. 10- Piccole utilizzazioni locali di calore geotermico quelle che consentono la realizzazione di impianti di potenza inferiore a 2 MWt, ottenibili dal fluido geotermico alla temperatura convenzionale dei reflui di 15 gradi centigradi, mediante l'esecuzione di pozzi di profondita' fino a 400 metri. Sono altresì piccole utilizzazioni locali di calore geotermico quelle effettuate tramite l'installazione di sonde geotermiche che scambiano calore con il sottosuolo senza effettuare il prelievo e la reimmissione nel sottosuolo di acque calde o fluidi geotermici. Al comma 3 è previsto che le autorita' competenti per le funzioni amministrative, comprese le funzioni di vigilanza, riguardanti le piccole utilizzazioni locali di calore geotermico sono le Regioni o Enti da esse delegate.
  • 7. Uffici, Centri Direzionali Centri Commerciali Residenziale Condizionamento, Climatizzazione, Acqua sanitaria, GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PRINCIPALI APPLICAZIONIPRINCIPALI APPLICAZIONI Ospedali – Cliniche - Scuole Industria, Processi produttivi Acqua sanitaria, Flussi Energetici di Processo
  • 8. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PRINCIPIO FONDAMENTALEPRINCIPIO FONDAMENTALE DIDI GEOSCAMBIOGEOSCAMBIO Un impianto geotermico a bassa entalpia è costituito da tre parti fondamentali: 1)1) Sistema di scambio con il terrenoSistema di scambio con il terreno, sonde geotermiche ed altri sistemi 2)2) Una o più pompe di caloreUna o più pompe di calore ++ tutti i dispositivi atti a movimentazione dei fluidi e sicurezza dell’impianto 3)3) Sistema di distribuzione del calore all’utenzaSistema di distribuzione del calore all’utenza,, con appositi terminali d’impianto.
  • 9. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ 1 • il calore endogeno terrestre deriva dalle masse magmatiche interne al nostro pianeta;
  • 10. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ 2 Già nel 1860 Lord Kelvin, dopo aver progettato nel 1852 un apparecchio con un circuito frigorifero a ciclo invertito (prima pompa di calore), si interessò allo studio sperimentale della variazione della T con la profondità nell’arco dell’anno: misurò che a - 8.1 metri la T media annuale variava con una dinamica di 1/20 rispetto a quella superficiale e a -16.2 metri la dinamica di variazione non era che di 1/400 rispetto a quella di superficie.
  • 11. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA I TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀI TRE MOTIVI DELLA RINNOVABILITÀ 3
  • 12. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA EFFICIENZA ENERGETICA E RINNOVABILITÀEFFICIENZA ENERGETICA E RINNOVABILITÀ 20% ENERGIA NON RINNOVABILE 16 % ENERGIA NON RINNOVABILE 100 % ENERGIA RINNOVABILE
  • 13. “Per ciascun sistema geotermico, e per ciascuna modalità di produzione, esiste un certo livello di produzione massima di energia, al di sotto del quale è possibile mantenere costante la produzione di energia dal sistema per un lungo periodo (100-300 anni)” (Orkustofnun Working Group, 2001). Una “produzione sostenibile da singolo sistema geotermico”, in sostanza, deve assicurare che l’impianto collegato a terreno, comporti il raggiungimento di un equilibrio termodinamico sul lungo periodo, assestando il livello della temperatura del terreno su un valore accettabile e ambientalmente compatibile; inoltre è necessario che una volta terminato il funzionamento dell’impianto il terreno raggiunga su tutto il volume interessato dei valori di temperatura confrontabili con quelli del terreno indisturbato prima dell’applicazione degli scambiatori. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA IMPATTO AMBIENTALE E SONDE GEOTERMICHEIMPATTO AMBIENTALE E SONDE GEOTERMICHE indisturbato prima dell’applicazione degli scambiatori. Numerosi studi hanno dimostrato che applicazioni di sonde geotermiche correttamente dimensionate consentono di realizzare un sistema geotermico ambientalmente sostenibile secondo la definizione data: dopo qualche anno di funzionamento, si instaura un nuovo equilibrio stazionario, fra la tendenza naturale del suolo a mantenere le condizioni iniziali e l’energia estratta ed immessa dallo scambiatore. Fermo restando quanto sopra, le criticità e problematiche ambientali sono essenzialmente: 1) Comunicazione tra falde sovrapposte 2) Potenzialità inquinanti sulla falda coinvolta (termica o dovuta a perdite dei fluidi termovettori)
  • 14. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI
  • 15. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI ApplicazioneApplicazione APERTAAPERTA: Falda: Falda Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA GeoscambiatoreGeoscambiatore OrizzontaleOrizzontale Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA GeoscambiatoreGeoscambiatore VerticaleVerticale
  • 16. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVIPRINCIPALI SISTEMI APPLICATIVI (OLTRE LE SONDE GEOTERMICHE VERTICALI)(OLTRE LE SONDE GEOTERMICHE VERTICALI) ApplicazioneApplicazione APERTAAPERTA: Falda: Falda Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA GeoscambiatoreGeoscambiatore OrizzontaleOrizzontale Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA Applicazione CHIUSAApplicazione CHIUSA GeoscambiatoreGeoscambiatore VerticaleVerticale
  • 17. Il prelievo può avvenire da bacini superficiali (mare, laghi o fiumi) o da pozzo. I sistemi per via diretta sono relativamente utilizzati in Italia da molto tempo, seppur relativamente poco diffusi. Sono fondamentalmente costituiti da un impianto di prelievo ed uno di scarico, collegati direttamente alla pompa di calore o tramite un circuito secondario ed uno scambiatore (nel caso di incrostazioni, alghe, corrosione per agenti inquinanti o acque salmastre, intasamenti dei circuiti, al fine di ridurre gli interventi sulla pompa di calore, più complicati ed onerosi). Per la movimentazione dell’acqua sono necessarie pompe idrauliche, il cui consumo energetico generalmente costituisce una quota significativa del consumo complessivo dell’impianto. La GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO APERTOSISTEMI A CIRCUITO APERTO generalmente costituisce una quota significativa del consumo complessivo dell’impianto. La convenienza rispetto ai sistemi chiusi, dal punto di vista dei costi d’esercizio, si ha fino a prevalenze dell’ordine dei 30 metri. Con un’analisi economica basata sui costi di ammortamento dell’impianto, invece, i vantaggi dei sistemi aperti risultano interessanti fino anche a prevalenze di 50 metri. I fattori limitanti lo sviluppo dei sistemi aperti sono essenzialmente tre: 1) Maggiori costi di manutenzione; 2) Costi di pompaggio per falde acquifere ad elevata profondità; 3) Difficoltà ed incertezza nell’iter autorizzativo per l’esecuzione dei pozzi, per il prelievo di acque pubbliche e soprattutto per lo scarico di acqua trattata (anche “solo” termicamente).
  • 18. DD..LL.. 152152//0606 - art 104. “Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee”. • c.1. È vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo. • c.2. In deroga a quanto previsto al comma 1, l'autorità competente, dopo indagine preventiva, può autorizzare gli scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per scopi geotermici, delle acque di infiltrazione di miniere o cave o delle acque pompate nel corso di determinati lavori di ingegneria civile, ivi comprese quelle degli impianti di scambio termico.” In assenza di specifiche indicazioni normative regionali (vedi Lazio) in merito ai criteri di verifica di conformità di tale scarico ed in attesa di alcune indicazioni richieste agli Uffici Legali provinciali, nell’ambito delle istruttorie in itinere si ritiene che debbano essere rispettate le seguenti indicazioni, effettuando le necessarie verifiche in fase di progetto: Valutazione della Temperatura massima consentita per le acque di reimmissione; Minimizzazione delle variazione chimico-batteriologica tra l’acqua prelevata e quella scaricata; GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO APERTOSISTEMI A CIRCUITO APERTO Minimizzazione delle variazione chimico-batteriologica tra l’acqua prelevata e quella scaricata; Interventi atti a ridurre il carico batterico per aumenti di temperatura dell’acqua reimmessa; Miglioramento della qualità chimica e riduzione del carico solido dell’acqua che entra nei circuiti dello scambiatore (pompa di calore geotermica) onde evitarne il danneggiamento; Assenza di cortocircuitazione termica a breve o medio termine; Modellazione e verifica dell’ampiezza della bolla di calore nelle condizioni di esercizio; Modellazione e verifica delle “deformazioni” indotte localmente sulla falda e i possibili cedimenti o danni alle opere sovrastanti e/o circostanti; monitoraggio sulle caratteristiche quali-quantitative dell’acquifero utilizzato.
  • 19. Hanno uno sviluppo poco al di sotto del piano campagna (da -1.5 a -3 metri), con andamento solitamente a serpentina simile ai pavimenti radianti. Utilizzando una provocazione, potremmo ricondurli a “collettori solari” ed analizzarli come sottocategoria dei pannelli solari termodinamici: la ricarica delle sonde orizzontali è solo minimamente dovuta all’energia geotermica, la gran parte proviene dall’atmosfera sottoforma di irraggiamento e di precipitazioni atmosferiche. E’ assolutamente errato porre le tubazioni sotto edifici, ma anche sotto aree asfaltate GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALISONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALI E’ assolutamente errato porre le tubazioni sotto edifici, ma anche sotto aree asfaltate (impermeabilizzate); si devono evitare le zone in ombra se l’impianto è pensato per il riscaldamento. In genere le tubazioni sono in polietilene (analoghe a quelle utilizzate per l’acqua potabile). Per facilitare eventuali fasi manutentive è opportuno utilizzare tubazioni con linea di marcatura assente o differente dall’azzurro (acqua potabile) e dal giallo (gas), ed è d’obbligo usare nastro monitore al di sopra delle tubazioni per evitare danneggiamenti qualora si eseguano scavi all’interno del campo geotermico.
  • 20. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALISONDE GEOTERMICHE ORIZZONTALI CONFIGURAZIONICONFIGURAZIONI
  • 21. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI La sonda geotermica ha la funzione di scambiatore di calore tra il terreno e la pompa di calore ed è composta da una o più tubazioni a circuito chiuso all’interno delle quali passa il fluido termovettore. La sonda geotermica è pensata per non richiedere alcun tipo di manutenzione durante la sua vita tecnica: essendo “sigillate” fino in superficie, non è possibile intervenire sulle tubazioni in profondità. La sonda in sé è un componente estremamente semplice dell’impianto, costituita da tre elementi fondamentali:costituita da tre elementi fondamentali: • TUBAZIONI • PIEDE • MATERIALE DI RIEMPIMENTO e tre elementi ausiliari: • TUBO D’INIEZIONE • ZAVORRA •DISTANZIALI
  • 22. Le tubazioni che costituiscono le sonde sono in polietilene ad alta densità (HDPE o PEAD), rispondenti alle norme DIN 8074 e 8075. Questo materiale plastico risulta: • maneggevole e flessibile, • resistente alla corrosione ad opera dei più svariati agenti chimici, • caratterizzato da buone caratteristiche meccaniche, • di elevata stabilità a lungo termine, • di ridotta scabrezza interna (bassa resistenza idraulica), • di bassa conducibilità termica (0.38-0.4 W/m), • uno dei materiali che richiedono meno energia per la loro trasformazione e produzione. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI TUBAZIONITUBAZIONI • uno dei materiali che richiedono meno energia per la loro trasformazione e produzione. Le tubazioni sono identiche nell’aspetto e nei materiali a quanto abitualmente in uso per l’acquedottistica; solitamente di colore nero (trattamento al nerofumo per la difesa dai raggi ultravioletti solari- exp mai superiore a due anni). Le uniche differenze di rilievo tra i tubi per sonde geotermiche e tubi per le altre utilities sono: • l’assenza di banda colorata laterale, utile per identificare le tipologie di servizi; • la maggior cura che le case produttive specializzate pongono nel controllo di produzione, visti gli ingenti costi necessari alla riesecuzione di una sonda mal prodotta.
  • 23. Lo spessore delle pareti delle tubazioni deve seguire un compromesso tra: RESISTENZA MECCANICARESISTENZA MECCANICA SCAMBIO TERMICOSCAMBIO TERMICO Sebbene esista la possibilità di usare materiale adatto a pressione nominale di 10 bar (PN10), il compromesso ottimale si ottiene con tubazioni PN16. I diametri esterni più utilizzati, per motivi idrodinamici più che termici, sono: • De 25 mm fino alla lunghezza di 80 metri; • De 32 mm fino a lunghezze di 150 metri e/o configurazione a “doppio tubo ad U” • De 40 mm fino a 300 metri ed oltre o in configurazione a “singolo tubo ad U” GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI TUBAZIONITUBAZIONI • De 40 mm fino a 300 metri ed oltre o in configurazione a “singolo tubo ad U”
  • 24. Per dare garanzie di qualità, sulle tubazioni deve essere impresso: • costruttore • tipo e diametro di tubazione • materiale • norme costruttive di riferimento • spessore della parete • data di produzione • progressiva metrica (dal piede alla testa) o doppia Le tubazioni non devono presentare saldature di nessun genere sulla GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI TUBAZIONITUBAZIONI Le tubazioni non devono presentare saldature di nessun genere sulla verticale, né tanto meno devono essere giuntate in cantiere. Vengono svolte tramite sbobinatori e posate mediante rulliere. Oltre all’HDPE, alcuni costruttori propongono tubazioni in materiali alternativi: polietilene reticolato (PEAX) indicato per termalismi anomali; PE-RC (resistant to crack).
  • 25. Per piede di sonda si intende la U di raccordo tra le tubazioni di mandata e di ritorno al fondo della sonda geotermica, anch’esse solitamente in HDPE PN16. Elemento fondamentale è la saldatura con le tubazioni (punto più delicato dell’intero circuito idraulico) meglio se eseguita in fabbrica: sonda già assemblata e trasportata in cantiere su pallet adeguatamente imballata e certificata. Ulteriore aspetto di cui tener conto è la sezione di passaggio dei fluidi: GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI PIEDEPIEDE DIDI SONDASONDA Ulteriore aspetto di cui tener conto è la sezione di passaggio dei fluidi: devono essere ridotte al minimo le perdite di carico (no curve a 90°) come nel sistema a collettore (piccola camera ricavata nel piede), con preferenza dei piedi a U tagliati testa a testa. La forma del piede deve favorire lo svolgimento nella perforazione, evitando spigoli vivi, e garantire adeguato fissaggio della zavorra (peso medio 30-40 Kg).
  • 26. All’interno della sonda geotermica scorre un fluido incaricato dello scambio termico terreno-pompa di calore. A seconda delle temperature che si raggiungono in fase invernale, il fluido può essere semplicemente acqua o può essere costituito da una miscela di acqua e antigelo (proporzione variabile in funzione del punto di congelamento voluto). Quelli di uso più comune sono i glicole etilenico e propilenico. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI FLUIDIFLUIDI TERMOVETTORITERMOVETTORI
  • 27. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI Solitamente la perforazione per geotermia è sempre aa distruzionedistruzione didi nucleonucleo con uso di aria o acqua, realizzabile con metodo a rotazionerotazione (triconi, trilama o frese) o a rotopercussionerotopercussione (martello fondo foro). A seconda del tipo di sottosuolo si utilizzano tecniche di avanzamento diverse, raggruppabili in tre categorie in funzione del fluido di raffreddamento delle punte e del tipo di circolazione: 1) Ad aria compressa e martello fondo foro (in roccia o in caso di foro autosostenuto); LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE autosostenuto); 2) A circolazione diretta di fanghi (per tutti i tipi di terreno); 3) A circolazione inversa di fanghi (in caso di terreni sciolti, sabbiosi, con rivestimento). Di seguito si riporta l’analisi delle tecniche distinte sulla base del tipo di sostegno delle pareti del perforo: a) Perforazione con fanghi bentonitici o polimeri b) Perforazione con camicie di rivestimento
  • 28. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE PERFORAZIONE CON FANGHI BENTONITICIPERFORAZIONE CON FANGHI BENTONITICI 1) Unità impiegata specifica per pozzi 2) Perforazione generalmente a sola rotazione con frese o triconi 3) Impiego di polimeri o fanghi bentonitici, con adeguata densità, per stabilizzare e sostenere il foro e con funzione di fluido di espurgo 4) Recupero della batteria di perforazione 5) Posa della sonda geotermica mediante aggancio alla batteria di5) Posa della sonda geotermica mediante aggancio alla batteria di perforazione e “spinta” fino a fondo foro 6) Per l’infissione bisogna vincere la sottospinta derivante dalla densità dei fanghi bentonitici 7) Recupero della batteria usata per l’inserimento della sonda 8) Generalmente nessuna cementazione della SGV ma si considera sufficiente per la sigillatura il solo fango bentonitico 9) Soluzione ottimale sostituire con miscela cemento-bentonite
  • 29. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE TECNICA DI PERFORAZIONE A DISTRUZIONE DI NUCLEO CON IMPIEGO DI BENTONITE
  • 30. PERFORAZIONE CON CAMICIEPERFORAZIONE CON CAMICIE DIDI RIVESTIMENTORIVESTIMENTO 1) Unità impiegata tipica di perforazioni generiche (singola batteria) o specifica per sola geotermia (doppia batteria) 2) Perforazione a rotazione o rotopercussione 3) Impiego del rivestimento provvisorio con il compito prevalente di sostenere e stabilizzare le pareti del foro. 4) Asta di perforazione interna per portare l’utensile di perforazione GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE 4) Asta di perforazione interna per portare l’utensile di perforazione 5) Fluidi di perforazione impiegati: aria, acqua, misti aria – acqua, fanghi bentonitici (solo per stabilizzare acquiferi in pressione) 6) Recupero della batteria interna di perforazione 7) Posa per gravità della sonda geotermica completa di tubo di iniezione 8) Iniezione di miscela cementante 9) Recupero del rivestimento provvisorio 10) Rabbocco di miscela cementante in fase di recupero del rivestimento
  • 31. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE SISTEMASISTEMA DIDI PERFORAZIONE “A DOPPIA TESTA”PERFORAZIONE “A DOPPIA TESTA” ((B.A.T.B.A.T. BestBest AvailableAvailable TechnologyTechnology))
  • 32. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PERFORAZIONELA PERFORAZIONE Perforazione a fanghi bentonitici • Facilità di perforazione su terreni a grana fine • Difficoltà dell’utilizzo della bentonite in termini ambientali • Difficoltà nell’inserimento delle SGV Perforazione con “doppia batteria” • Facilità di perforazione su terreni granulari anche in presenza di trovanti • Nessun impiego di fanghi bentonitici se non in presenza di acquiferi in DIFFERENZE TRA I METODIDIFFERENZE TRA I METODI • Difficoltà nell’inserimento delle SGV con possibile danneggiamento in fase di posa • Difficoltà di sostituzione dei fanghi bentonitici con una miscela cementante • Smaltimento dei fanghi bentonitici in discarica a fine cantiere se non in presenza di acquiferi in pressione • Nessuna difficoltà nell’inserimento delle sonde • Facilità di cementazione delle SGV con apposite miscele • Nessun problema di smaltimento dei detriti di perforazione
  • 33. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI COLLAUDICOLLAUDI SONDASONDA Una volta terminata la posa delle sonde, prima di procedere alla cementazione, si dovrà provvedere: 1) Al riempimento con acqua delle sonde stesse e messa in pressione (ca 5-6 bar) per il test di tenuta con sistemi ad acqua o aria. Durata minima della prova: 1-2 h. Variazione di pressione tollerata da 0.2 a 0.5 bar. 2) Dopo il test di tenuta si procede ad iniettare acqua dalla2) Dopo il test di tenuta si procede ad iniettare acqua dalla superficie nelle sonde e verificarne la fuoriuscita nello stesso quantitativo (test di circolazione idrica). 3) In caso di esito positivo, i quattro tubi costituenti la sonda verranno segnati rispettivamente con del nastro colorato al fine di identificare l'andata ed il ritorno. 4) La sonda che non dovesse superare il test con esito positivo dovrà essere colmata con miscele impermeabilizzanti e abbandonata.
  • 34. È l’elemento costitutivo su cui si riscontra maggiore differenziazione sul mercato. La classificazione dei riempimenti vede una distinzione in due macrocategorie: materiali sciolti (generalmente sabbie quarzifere) malte cementizie Nel caso dei materiali sciolti la posa può avvenire a secco, per caduta, o tramite pompaggio in miscela acquosa, scongiurando la formazione di cavità durante la posa. L’uso di riempimento con sabbia fornisce i migliori risultati in presenza di falda, consentendo il diretto contatto dell’acquifero con le tubazioni (trasmissione del calore anche a carattere convettivo a vantaggio dello scambio termico); è solitamente limitato ad GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA CEMENTAZIONELA CEMENTAZIONE MATERIALIMATERIALI DIDI RIEMPIMENTORIEMPIMENTO anche a carattere convettivo a vantaggio dello scambio termico); è solitamente limitato ad istallazioni in roccia sana o in sistemi monofalda. In tutte le altre situazioni è preferibile far ricorso a miscele cementizie. Le principali malte cementizie usate sono composti premiscelati termicamente migliorati- e non- contenenti cemento Portland+ bentonite + acqua (con eventuali additivi). L’impasto viene solitamente fatto in cantiere controllando la corretta proporzione tra acqua e polvere. Una miscela molto utilizzata prevede, per un metro cubo di malta: 450 Kg di cemento + 50 Kg di bentonite + 900 litri di acqua Le attività di cementazione devono essere dettagliatamente descritte in apposito verbale.
  • 35. Le principali caratteristiche delle malte cementizie sono: conduttività termica (cemento-bentonite da 0.6 a 1.2 W/mk, premiscelati termicamente migliorati da 1.6 a 2.2 W/mk); densità (assume in genere valori di poco inferiori a 1.5 t/mc); reologia (viscosità valutata con cono di Marsh, elevata viscosità = buona cementazione); permeabilità (buona malta per basse permeabilità- nell’ordine di 10-10 cm/s); andamento della maturazione (variabile da mezza giornata a qualche giorno, maggiore per le tratte di cementazione sotto falda). Una buona malta per sonde non deve presentare fenomeni di variazione volumetrica durante la maturazione; GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI MATERIALIMATERIALI DIDI RIEMPIMENTORIEMPIMENTO di variazione volumetrica durante la maturazione; calore di maturazione (si parla di incrementi termici nell’ordine dei 15-20°C, il tempo di ritorno a regime delle T dipende oltre che dalla malta anche dal terreno, di solito varia da 3 a 4 settimane); resistenza al gelo (in inverno il fluido convettore può trovarsi a temperature negative, determinando aumento di volume e fratturazione del getto). La cementazione avviene da fondo foro tramite tubo d’iniezione normalmente a perdere, economico ma al contempo in grado di resistere alle pressioni di iniezione (ca 20 bar). In taluni casi, durante la cementazione è necessario procedere all’adozione del packer.
  • 36. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI COLLAUDO SONDE: IL GRT “Thermal Response Test” o “Ground Response Test” (GRT): uno scambiatore pilota installato nel suolo (che sarà parte di un pozzo poi appartenente al loop dell’impianto che si realizzerà) sollecitato da un impulso termico a potenza costante. Attraverso il test vengono misurati i seguenti tre parametri: To : temperatura media del terreno indisturbato λλλλ : conducibilità termica media del suolo Rb : resistenza termica media della sonda (resistenza equivalente di pozzo)
  • 37. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI IL GRT
  • 38. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI I DIAGRAMMI DEL GRT
  • 39. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI I DIAGRAMMI DEL GRT
  • 40. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE La pompa di calore assorbe calore attraverso il fluido refrigerante in un evaporatore, ne alza la temperatura attraverso il compressore, cede calore all'ambiente circostante attraverso il condensatore; durante questo processo viene consumata energia elettrica (coefficiente di prestazione “C.O.P.”).
  • 41. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE SCHEMA IMPIANTO PER CLIMATIZZAZIONE AMBIENTE + ACQUA SANITARIA
  • 42. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE
  • 43. Classificazione per effetto utile: • Macchina frigorifera (o chiller, frigo, refrigeratore) • Pompa di calore • pompa di calore reversibile Classificazione per refrigerante: • R22 (in abbandono per impatto ozono) • R134a • R410A GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE CLASSIFICAZIONICLASSIFICAZIONI • R410A • R407C (in abbandono per motivi di mercato) • Ammoniaca, anidride carbonica come R744, propano come R290 (poco usati in geotermia) Classificazione ASHRAE (tipologia di sorgente di scambio): • SWHP (Surface Water Heat Pump): quelle che utilizzano acque superficiali. Sono di tipo diretto se avviene prelievo ed immissione nello stesso sistema idrico. • GWHP (Ground Water Heat Pump): la sorgente è l’acqua di falda che viene prelevata e poi reimmessa all’interno della stessa o – più diffusamente in Italia- in corpo idrico superficiale. • GCHP (Ground-Coupled Heat Pump) sfruttano il terreno attraverso le sonde geotermiche.
  • 44. Classificazione GSP (Gruppo promoz. Svizzero per le PdC) basata su una sigla del tipo: L1N1/L2N2 La prima parte (L1N1) si riferisce all’evaporatore, la seconda (L2N2) al condensatore. Le lettere L1 e L2 rimandano al tipo di fluido utilizzato, rispettivamente, come sorgente per l’evaporatore e pozzo caldo per il condensatore, e possono essere: • A per l’aria • B per l’acqua glicolata (brine) • W per l’acqua GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE CLASSIFICAZIONICLASSIFICAZIONI • W per l’acqua Si indica rispettivamente con: • N1 la temperatura del fluido all’ingresso dell’evaporatore; • N2 la temperatura del fluido all’ingresso del condensatore.
  • 45. L’efficienza di funzionamento della pompa di calore si identifica con l’acronimo COP (coefficient of performance) pari i al rapporto tra energia fornita e energia consumata per produrre il lavoro. L’efficienza è inversamente proporzionale alla differenza tra la temperatura della sorgente e la temperatura dell’utilizzatore o viceversa. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE IL “COP”IL “COP” Il ciclo di Carnot suggerisce che di norma si ha: Valore COPreale < 50% del valore COPteorico.
  • 46. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE IL “COP”IL “COP” CURVECURVE DIDI RENDIMENTO DELLERENDIMENTO DELLE PdCPdC
  • 47. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI TERMINALITERMINALI D’UTENZAD’UTENZA RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 20-30°C Nelle condizioni di scambio lato utenza giocano un ruolo determinanti i terminaliterminali d’impiantod’impianto. Tali condizioni impongono un salto termico che deve sussistere tra il fluido termovettore e l’aria ambiente. Mentre questa è un dato di progetto imposto dalle condizioni di comfort, la T del fluido termovettore è determinata dall’efficienza dello scambio termico e, pertanto, dalla configurazione del terminale. RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 20-30°C RAFFRESCAMENTO: T° mandata H2O = 15-20°C RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 45-50°C RAFFRESCAMENTO: T° mandata H2O = 6-8°C RISCALDAMENTO: T° mandata H2O = 55-60°C
  • 48. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI POMPAPOMPA DIDI CALORECALORE I TERMINALII TERMINALI D’UTENZAD’UTENZA
  • 49. La progettazione a regola d’arte richiede competenze multidisciplinari: - il progettista GEOLOGO nella ricostruzione del modello geologico e idrogeologico del sito; - il progettista GEOTERMICO (GEOLOGO o INGEGNERE) nella definizione-gestione-controllo delle fasi operative di perforazione, di posa e collaudo delle sonde (direzione lavori con giornali di cantiere, verbali di cementazione, certificati di collaudo), solitamente arriva sino alla pompa di calore; - il progettista TERMOTECNICO (tecnico abilitato) che si occupa della distribuzione ai terminali d’impianto; - il progettista ELETTRICO (tecnico abilitato) che si occupa dell’alimentazione delle GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI - il progettista ELETTRICO (tecnico abilitato) che si occupa dell’alimentazione delle macchine e dei sistemi di controllo (riceve dal progettista geotermico i carichi elettrici e le logiche di controllo per il funzionamento di pompa di calore, valvole servocomandate e circolatori). ADEGUATA DIVISIONEADEGUATA DIVISIONE DIDI RESPONSABILITÀ E COMPETENZE = LAVORORESPONSABILITÀ E COMPETENZE = LAVORO DIDI SUCCESSOSUCCESSO I problemi più frequenti sono dati dall’eccessivo utilizzo del terreno (serbatoio geotermico), con conseguente perdita prestazionale (nei casi migliori) o danneggiamento irreparabile delle sonde geotermiche (costi per la sostituzione realmente gravosi).
  • 50. PROCEDURA PROGETTUALE 1) Verifica della fattibilità tecnica; 2) Individuazione di vincoli autorizzativi; 3) Caratterizzazione dell’utenza; 4) Caratterizzazione geologica e termogeologica del sito; 5) Definizione delle condizioni di scambio sonda-terreno; GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI 5) Definizione delle condizioni di scambio sonda-terreno; 6) Scelta dello schema di centrale termica e della pompa di calore; 7) Dimensionamento delle sonde geotermiche (profondità, numero, posizione) 8) Dimensionamento della distribuzione orizzontale alle sonde; 9) Definizione delle componenti di centrale termica; 10)Dimensionamento di staffaggi e finiture.
  • 51. PROCEDURA PROGETTUALE 1) STUDIO DI FATTIBILITÀ a) Caratteristiche utenza (temperature fluidi, spazi in centrale termica, continuità d’uso, sviluppo nel tempo, bilancio d’utilizzo estate-inverno) b) Aspetti cantieristici (accessibilità, utilities di cantiere, pendenze del terreno, etc.) c) Aspetti geologici (movimenti franosi e carsismo: pericolosi; variabilità geologica vert., elevato indice vuoti, fratture e rocce abrasive: costi aggiuntivi) d) Aspetti idrogeologici (presenza di falda/e, acquiferi in pressione) GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI d) Aspetti idrogeologici (presenza di falda/e, acquiferi in pressione) e) Aspetti ambientali (presenza pozzi idropotabili in vicinanza, interessamento di acquiferi potabili o sistemi multifalda, presenza di carico microbiologico o sostanze pericolose disciolte) f) Aspetti autorizzativi (legislazione vigente sul territorio) 2) VINCOLI AUTORIZZATIVI Normative regionali in rapido sviluppo, dove esistente l’attuazione può variare da provincia a provincia. Solitamente tre tipi di prescrizioni: divieto per aree di salvaguardia risorse idropotabili, imposizione di monitoraggio ambientale continuo, limitazioni nella profondità di posa.
  • 52. PROCEDURA PROGETTUALE 4) CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E TERMOGEOLOGICA GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI Lo studio geologico e le relative prospezioni devono essere estesi alla parte di sottosuolo interessata, direttamente o indirettamente, dalla realizzazione dell’opera o che influenza il comportamento dell’opera stessa. A seguito della ricostruzione del modello geologico ed idrogeologico vengono trasferite agli steps progettuali successivi le seguenti nozioni: temperatura, capacità e conduttività termica medie, informazioni sulla variabilità della stratigrafica e delle condizioni idrogeologiche, informativa circa il rischio di inquinamento della falda.
  • 53. PROCEDURA PROGETTUALE 5) CONDIZIONI DI SCAMBIO SONDE-TERRENO Si possono dire note quando sono determinate le seguenti grandezze: a)a) CampoCampo didi variabilitàvariabilità accettabileaccettabile perper lala temperaturatemperatura deldel fluidofluido termovettoretermovettore: un impianto geotermico si può ritenere vantaggioso quando la T del fluido è vantaggiosa rispetto alla T dell’aria ambientale. Alle nostre latitudini ciò si verifica quando la temperatura del fluido non scende sotto gli 0° C in inverno (4° se si usa solo acqua GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI temperatura del fluido non scende sotto gli 0° C in inverno (4° se si usa solo acqua senza antigelo) e non sale sopra i 35° C in estate. Tale quadro termico garantisce oltre che vantaggi economici anche problemi tecnici, sia agli impianti che di natura geologica. b)b) CaratteristicheCaratteristiche didi conduzioneconduzione deldel calorecalore deldel sistemasistema sondasonda, risolto con la definizione della resistenza termica apparente di pozzo: per utenze > 30 KW (GRT e software di modellazione matematica), non influente per impianti < 30KW (dati tabellari).
  • 54. PROCEDURA PROGETTUALE 7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE Segue criteri diversi a seconda della potenza e del funzionamento dell’impianto: CASO “A”: IMPIANTI MEDIOCASO “A”: IMPIANTI MEDIO--PICCOLI (potenza invernale all’utenza <30KW)PICCOLI (potenza invernale all’utenza <30KW) 1. Impianti per produzione di riscaldamento + ACS + condizionamento ridotto 2. Funzionamento annuo standard (circa 1800 h) 3. Geologia “standard”: roccia o terreni alluvionali in generale umidi GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI 3. Geologia “standard”: roccia o terreni alluvionali in generale umidi 4. Temperatura limite alle sonde geotermiche (0°C) 5. Temperatura del terreno indisturbata non inferiore a 10 °C 6. Sonda a doppia U o singola U cementata con prodotti termicamente migliorati La lunghezza L complessiva da perforare può essere stimata con la seguente relazione: L = Pi,t / q (t) dove Pi,t è la potenza termica (invernale) estratta dal suolo (< potenza resa all’utenza in funzione del COP) e q (t) è la resa termica lineare della sonda (mediamente 50 W/m).
  • 55. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA SISTEMI A CIRCUITO CHIUSOSISTEMI A CIRCUITO CHIUSO SONDE GEOTERMICHE VERTICALISONDE GEOTERMICHE VERTICALI LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE PROCEDURA PROGETTUALE 7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE CALORE SPECIFICO DI ESTRAZIONE (FONTE VDI 4640)
  • 56. PROCEDURA PROGETTUALE 7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE CASO “B”: IMPIANTI MEDIOCASO “B”: IMPIANTI MEDIO--GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW) Il dimensionamento avviene tramite test termici e/o software di calcolo basati su modellazioni teoriche. I datidati principaliprincipali didi ingressoingresso sono: 1. Caratterizzazione termica del terreno: conducibilità e capacità termica; 2. Massa volumica del terreno e flusso geotermico naturale; 3. Temperatura del terreno indisturbato; GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI 3. Temperatura del terreno indisturbato; 4. Geometria della sonda (diametro perforazione, disposizione e diametro tubi, resistenza termica sonda, conducibilità termica materiali di riempimento); 5. Caratteristiche del fluido termovettore (portata e tipo) 6. Geometria del campo sonde (numero, profondità, interasse, distribuzione); 7. Fabbisogni energetici annui e loro distribuzione stagionale; 8. COP estivo ed invernale della pompa di calore; 9. Fabbisogni di picco (potenza max impianto) e durata rispettiva. OUTPUT = ANDAMENTO TEMPERATURE DEL FLUIDO TERMOVETTORE NEL TEMPOOUTPUT = ANDAMENTO TEMPERATURE DEL FLUIDO TERMOVETTORE NEL TEMPO
  • 57. OCEDURA PROGETTUALE 7) DIMENSIONAMENTO DELLE SONDE CASO “B”: IMPIANTI MEDIOCASO “B”: IMPIANTI MEDIO--GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW)GRANDI (potenza invernale all’utenza >30KW) Utilizzando il modello teorico della sorgente cilindrica, secondo un approccio analitico proposto da ASHRAE, il dimensionamento può essere condotto adottando le seguenti formule: GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA LA PROGETTAZIONELA PROGETTAZIONE DIDI IMPIANTI GEOTERMICIIMPIANTI GEOTERMICI dove: ΦΦΦΦ sono i flussi termici R sono le resistenze termiche lineari equivalenti W sono le potenze elettriche assorbite dalla Pdc PLF è il fattore di carico parziale per il mese di picco e F è il fattore di perdita per cortocircuito T sono le temperature (del terreno indisturbato, di ingresso e uscita dalla pompa, e di penalizzazione per interferenza tra sonde)
  • 58. CASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARECASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARE Supponiamo di applicare l’analisi dei costi ad un’abitazione di 200 mq, ubicata in zona climatica E con indice di prestazione energetica per la climatizzazione ambientale di 90 KWh/mq annui (soddisfacente i requisiti del D.L. 311/06 applicabili dal 01.01.2010). Si ipotizzano i seguenti rendimenti: -Pompa di calore con COP = 4 - Gruppo refrigerante (chiller) = 2.5 - Caldaia a metano con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione) - Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione) GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI - Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione) L’analisi viene condotta basandosi sui seguenti costi dell’energia elettrica e dei combustibili fossili: -Energia elettrica (tariffa D3 residente, potenza 10 KW, consumo annuale tot. 12 MWh): 0.23 €/kWh - Metano (valore medio AEEG per il 2007, incrementato dell’8%): 0.697 €/mc – 0.075 €/KWh - Gasolio (valore medio Eurostat per il 2007, incrementato dell’8%): 1,45 €/l – 0,13 €/kWh Di seguito si riportano i confronti di costo tra l’impianto geotermico e le alternative tradizionali rispettivamente per riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria:
  • 59. CASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARECASO “A”: ABITAZIONE MONOFAMILIARE Fabbisogno di energia termica in riscaldamentoriscaldamento: 18000 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 1.035 Consumi impianto a metano € 1.595 Consumi caldaia a gasolio € 2.722 Fabbisogno di energia termica in raffrescamentoraffrescamento: 7200 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 414 Consumi impianto di condizionamento aria-aria € 662 Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 4200 kWh GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 4200 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 240 Consumi impianto a metano € 370 Consumi caldaia a gasolio € 631 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO GEOTERMICO A POMPA DI CALORE € 1.689 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A METANO € 2.627 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A GASOLIO € 4.015 RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU METANOMETANO 3636 %% RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU GASOLIOGASOLIO 5858 %%
  • 60. CASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALECASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALE Supponiamo di applicare l’analisi dei costi ad un capannone industriale di 1000 mq, ubicato in zona climatica E con indice di prestazione energetica per la climatizzazione ambientale di 15 KWh/mc annui. Si ipotizzano i medesimi rendimenti visti per il caso residenziale: -Pompa di calore con COP = 4 - Gruppo refrigerante (chiller) = 2.5 - Caldaia a metano con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione) - Caldaia a gasolio con rendimento = 0.85 (versioni di ultima generazione) GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI L’analisi viene condotta basandosi sui seguenti costi dell’energia elettrica e dei combustibili fossili: -Energia elettrica (tariffa fornitura in BT per altri usi, potenza 50 KW, consumo annuale tot. 100 MWh): 0.14 €/kWh - Metano (Eurostat 2007, incrementato dell’8%, consumo di 418 GJ/anno): 0.05 €/KWh - Gasolio (valore medio Eurostat per il 2007, incrementato dell’8%): 0,12 €/kWh Di seguito si riportano i confronti di costo tra l’impianto geotermico e le alternative tradizionali rispettivamente per riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria:
  • 61. CASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALECASO “B”: FABBRICATO INDUSTRIALE Fabbisogno di energia termica in riscaldamentoriscaldamento: 90000 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 3.150 Consumi impianto a metano € 5.396 Consumi caldaia a gasolio € 13.608 Fabbisogno di energia termica in raffrescamentoraffrescamento: 36000 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 1.260 Consumi impianto di condizionamento aria-aria € 2.016 Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 17600 kWh GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA BENEFICI ECONOMICIBENEFICI ECONOMICI Fabbisogno di energia termica per produzioneproduzione ACSACS: 17600 kWh Consumi impianto geotermico a pompa di calore € 618 Consumi impianto a metano € 1.058 Consumi caldaia a gasolio € 2.667 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO GEOTERMICO A POMPA DI CALORE € 5.027 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A METANO € 8.469 COSTI DI GESTIONE IMPIANTO A GASOLIO € 18.291 RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU METANOMETANO 4141 %% RISPARMIORISPARMIO GEOTERMICOGEOTERMICO SUSU GASOLIOGASOLIO 7373 %%
  • 62. GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA BENEFICI AMBIENTALIBENEFICI AMBIENTALI
  • 63. MERCATO EUROPEO POMPEMERCATO EUROPEO POMPE DIDI CALORECALORE GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PROSPETTIVEPROSPETTIVE
  • 64. MERCATO EUROPEO POMPEMERCATO EUROPEO POMPE DIDI CALORECALORE RIPARTIZIONE PER TIPOLOGIARIPARTIZIONE PER TIPOLOGIA GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PROSPETTIVEPROSPETTIVE
  • 65. QUADRO NORMATIVO ENERGETICO EUROPEOQUADRO NORMATIVO ENERGETICO EUROPEO GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PROSPETTIVEPROSPETTIVE
  • 66. LO SCENARIO ITALIANOLO SCENARIO ITALIANO FONTE: LIBRO BIANCO DELLE POMPE DI CALORE- EDIZIONE 2010 Dati ISTAT riferiscono che in Italia ci sono circa 26 milioni di unità abitative residenziali, dei quali ca 19 milioni sono dotati di impianti di climatizzazione (prevalentemente riscaldamento) e utilizzati in modo continuo come prima abitazione. Riferendoci al 2005 come anno medio (in termini climatici) dell’ultimo decennio, si ha: GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PROSPETTIVEPROSPETTIVE Ipotizzando che il 30 % della domanda sia soddisfatta da Pdc è plausibile prevedere una riduzione di ca 4.6 Mtep (-23 % dei consumi residenziali complessivi).
  • 67. LO SCENARIO ITALIANOLO SCENARIO ITALIANO FONTE: LIBRO BIANCO DELLE POMPE DI CALORE- EDIZIONE 2010 GEOTERMIA A BASSA ENTALPIAGEOTERMIA A BASSA ENTALPIA PROSPETTIVEPROSPETTIVE --6.26.2 MtepMtep == --18% consumi energia primaria =18% consumi energia primaria = --14.2 Milioni tonnellate CO14.2 Milioni tonnellate CO22
  • 68. GRAZIE PER L’ATTENZIONE “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” (Lao“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” (Lao TsuTsu)) Dr. Geol. ROBERTO SPALVIERI robertospalvieri@geologilazio.it