SlideShare a Scribd company logo
1 of 3
La combustione di scarti legnosi nel distretto del mobile trevigiano: i risultati di un
triennio di monitoraggi ARPAV presentati nel seminario di Treviso del 9 marzo 2012

In un affollato incontro presso la sede della Provincia di Treviso si è svolto il Seminario
"Impianti di combustione a scarti di legno - controllo tecnico analitico delle emissioni prodotte
e raffronto con il quadro normativo di settore", nel quale sono stati presentati i risultati dei
controlli svolti da ARPAV (dip. di Treviso) su di un campione di caldaie industriali alimentate a
biomasse, nel periodo 2009 - 2011.
L'iniziativa è legata all'esistenza di un importante distretto del mobile in Provincia di Treviso,
con peculiari problemi ambientali, relativi principalmente alle emissioni in atmosfera dagli
impianti di verniciatura e dalle caldaie, alimentate con scarti di legno derivanti dalle
lavorazioni.
Riguardo alle emissioni delle caldaie, tema dell’incontro, si contano 57 impianti autorizzati alla
combustione di rifiuti legnosi. I controlli svolti da ARPAV, considerati nello studio, hanno
coinvolto 12 impianti a legno trattato (scarti di truciolare, MDF e similari) e 5 a legno vergine
(cippato, scarti da lavorazione di tavolame grezzo), quindi un campione significativo.

La copiosa documentazione tecnica è reperibile nei siti internet di Provincia e ARPAV agli
indirizzi:
http://ecologia.provincia.treviso.it/dettaglio_pubblicazione.asp?idunita=1&IDPubb=83
(raccoglie tutti gli interventi presentati)
http://www.arpa.veneto.it/arpav/chi-e-arpav/file-e-allegati/dap-treviso/aria/relazione
%20Impianti%20di%20combustione_Daniel.pdf
(link diretto alla relazione di ARPAV)

Dal sito della Provincia si può scaricare la seguente documentazione, presentata al
seminario:
- Introduzione normativa
- Possibili azioni di intervento
- Metodiche analitiche e modalità di campionamento
- Impianti di combustione a scarti di legno - Normativa
- Relazione finale
- Organizzazione dei controlli c/o A.R.P.A.V. Dipartimento di Treviso
- Cicli produttivi, impianti di combustione e termici
- Biomasse dall'industria del legno in Veneto
- Impianti di combustione a scarti di legno
- Introduzione normativa Rifiuti

Senza entrare nel dettaglio degli argomenti amministrativi e normativi, ampiamente trattati,
alcuni degli aspetti più salienti emersi, relativi alla parte chimico/analitica, si possono
sintetizzare nei punti seguenti:

- per le caldaie a biomasse vergini, il parametro più critico sono le polveri: in assenza di filtri
ad alta efficienza (es. a maniche) non è possibile rispettare il limite di 100 mg/Nm 3 per le
Polveri Totali (impianti di potenza < 3 MW);
- per le caldaie che utilizzano legno trattato, vi è una criticità legata agli Ossidi di Azoto,
dovuta al contenuto relativamente elevato di Azoto combinato nel combustibile, derivante
dalle colle a base di resine ureiche; in assenza di impianti di abbattimento dedicati, si
riscontra il superamento pressochè sistematico dei limiti per gli NOx (400 mg/Nm 3 espressi
come NO2)

Questi due problemi, peraltro ben noti e assodati nella letteratura internazionale, vanno quindi
a incidere direttamente sulle caratteristiche tecniche richieste agli impianti in fase di nuova
autorizzazione o di rinnovo e ne condizionano pesantemente la convenienza economica,
specialmente dal punto di vista della gestione.

Un’altra questione emersa dai controlli sulle caldaie a legno trattato è stato il riscontro di
diversi superamenti dei limiti relativi al parametro Diossine (0,1 ng/Nm 3 come I-TE), aspetto
tuttavia più difficile da inquadrare, in quanto non sistematico come i precedenti, ma non per
questo trascurabile.

Nella documentazione sopracitata vi sono numerosi elementi di interesse, sia per chi svolge
attività di consulenza nel privato (es. modalità e norme tecniche applicate) che per i tecnici
pubblici (orientamenti in merito alla normativa, impostazione dei controlli, modalità pratiche di
svolgimento).

E’ stato accennato infine alla ricorrente richiesta di distinguere, tramite l’analisi di campioni,
tra residui (segatura) di legno “vergine” e “trattato”, essendo quest’ultimo preponderante
come disponibilità, e spesso difficile da distinguere “a vista”. Il problema si pone
principalmente per i controlli “fiscali”, quando non è possibile ricostruire tutta la filiera di
produzione della biomassa, che rimane il metodo di verifica più sicuro.
Una soluzione per uno screening efficace e poco costoso è l’analisi dell’Azoto Totale: mentre
il legno vergine ha tenori, che (abbondando) sono generalmente inferiori allo 0,3%, i pannelli
in MDF/truciolare (i più usati) con colle a base di resine ureiche/melaminiche raggiungono
usualmente livelli del 4 – 5 %. Valori inferiori si hanno nei multistrati/compensati che utilizzano
altre tipologie di colle, ma sono poco usati nel settore del mobile da arredo.
Vale la pena ricordare che il valore limite Azoto < 0,3 % (metodo EN 15104:2011) è stato
adottato dalla norma europea (volontaria) EN 14961-2 per il “pellet” di migliore qualità (A1)
destinato all’uso domestico.
Un passaggio successivo di conferma può essere l’analisi della Formaldeide Totale
(combinata), che in una serie di campioni di pannelli truciolare/MDF è stata riscontrata
nell’intervallo 6 – 15 grammi/Kg. I tenori quindi sono abbastanza elevati da non aver bisogno
di metodi di analisi sensibili, ma è necessaria una idrolisi preliminare della resina, da eseguire
in condizioni blande per evitare la formazione di interferenti per il metodo di analisi prescelto.
Questo approccio è stato sperimentato con successo, in forma almeno preliminare, in una
tesi di laurea della Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Venezia (Prof. Pavoni,
laureando E. Polo), con il contributo di ARPAV.
L’analisi della formaldeide “libera” (parametro normato per le emissioni indoor dei pannelli)
non ha alcun significato, al fine di verificare l’origine del materiale, in quanto dipende
essenzialmente dal grado di polimerizzazione della resina.
La difficoltà di questo approccio analitico sta nel fatto che, non essendovi indicazioni tecniche
accettate a livello normativo, il tutto si configura come una perizia, affidata alla piena
responsabilità dell’esecutore, normalmente non alla portata di strutture dedicate
esclusivamente alle analisi.
Seminario emissioni combustione scarti legnosi 9.3.2012

More Related Content

More from Porfirina

Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
Porfirina
 
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
Porfirina
 
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e VenetoAntiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Porfirina
 

More from Porfirina (20)

Perizia ITALSIDER Taranto 1980-81
Perizia ITALSIDER Taranto 1980-81Perizia ITALSIDER Taranto 1980-81
Perizia ITALSIDER Taranto 1980-81
 
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. Bianucci
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. BianucciInquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. Bianucci
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. Bianucci
 
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU farmacologica Prof. F. Bertè
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU farmacologica Prof. F. BertèInquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU farmacologica Prof. F. Bertè
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU farmacologica Prof. F. Bertè
 
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. Caddeo
 Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. Caddeo Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. Caddeo
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. Caddeo
 
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...
 
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979
 
Gelsolino 1897 - fibra derivata dal gelso, prodotta a Vittorio Veneto a fine ...
Gelsolino 1897 - fibra derivata dal gelso, prodotta a Vittorio Veneto a fine ...Gelsolino 1897 - fibra derivata dal gelso, prodotta a Vittorio Veneto a fine ...
Gelsolino 1897 - fibra derivata dal gelso, prodotta a Vittorio Veneto a fine ...
 
ISOFLAVONES and ERECTILE DYSFUNCTION: is PDE5 the link?
ISOFLAVONES and ERECTILE DYSFUNCTION: is PDE5 the link? ISOFLAVONES and ERECTILE DYSFUNCTION: is PDE5 the link?
ISOFLAVONES and ERECTILE DYSFUNCTION: is PDE5 the link?
 
Analisi? Con Giudizio! (fatele solo se serve!)
Analisi? Con Giudizio! (fatele solo se serve!)Analisi? Con Giudizio! (fatele solo se serve!)
Analisi? Con Giudizio! (fatele solo se serve!)
 
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)
 
Il campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioni
Il campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioniIl campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioni
Il campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioni
 
Vino, gatti e odori: l'ecologia chimica tra uomini e topi
Vino, gatti e odori: l'ecologia chimica tra uomini e topiVino, gatti e odori: l'ecologia chimica tra uomini e topi
Vino, gatti e odori: l'ecologia chimica tra uomini e topi
 
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e VenetoAntiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
 
4 in chimica
4 in chimica4 in chimica
4 in chimica
 
Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)
Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)
Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)
 
Test di cessione DM 5/2/1998
Test di cessione DM 5/2/1998Test di cessione DM 5/2/1998
Test di cessione DM 5/2/1998
 
Radioattivita nei percolati di discarica
Radioattivita nei percolati di discaricaRadioattivita nei percolati di discarica
Radioattivita nei percolati di discarica
 
Convegno medicina spaziale treviso
Convegno medicina spaziale trevisoConvegno medicina spaziale treviso
Convegno medicina spaziale treviso
 
Documentazione “Open” dal web - Contenuti “chimici” nella rete (Web Open Chem...
Documentazione “Open” dal web - Contenuti “chimici” nella rete (Web Open Chem...Documentazione “Open” dal web - Contenuti “chimici” nella rete (Web Open Chem...
Documentazione “Open” dal web - Contenuti “chimici” nella rete (Web Open Chem...
 
Bonifiche, Rischio Chimico, Emergenze
Bonifiche, Rischio Chimico, EmergenzeBonifiche, Rischio Chimico, Emergenze
Bonifiche, Rischio Chimico, Emergenze
 

Seminario emissioni combustione scarti legnosi 9.3.2012

  • 1. La combustione di scarti legnosi nel distretto del mobile trevigiano: i risultati di un triennio di monitoraggi ARPAV presentati nel seminario di Treviso del 9 marzo 2012 In un affollato incontro presso la sede della Provincia di Treviso si è svolto il Seminario "Impianti di combustione a scarti di legno - controllo tecnico analitico delle emissioni prodotte e raffronto con il quadro normativo di settore", nel quale sono stati presentati i risultati dei controlli svolti da ARPAV (dip. di Treviso) su di un campione di caldaie industriali alimentate a biomasse, nel periodo 2009 - 2011. L'iniziativa è legata all'esistenza di un importante distretto del mobile in Provincia di Treviso, con peculiari problemi ambientali, relativi principalmente alle emissioni in atmosfera dagli impianti di verniciatura e dalle caldaie, alimentate con scarti di legno derivanti dalle lavorazioni. Riguardo alle emissioni delle caldaie, tema dell’incontro, si contano 57 impianti autorizzati alla combustione di rifiuti legnosi. I controlli svolti da ARPAV, considerati nello studio, hanno coinvolto 12 impianti a legno trattato (scarti di truciolare, MDF e similari) e 5 a legno vergine (cippato, scarti da lavorazione di tavolame grezzo), quindi un campione significativo. La copiosa documentazione tecnica è reperibile nei siti internet di Provincia e ARPAV agli indirizzi: http://ecologia.provincia.treviso.it/dettaglio_pubblicazione.asp?idunita=1&IDPubb=83 (raccoglie tutti gli interventi presentati) http://www.arpa.veneto.it/arpav/chi-e-arpav/file-e-allegati/dap-treviso/aria/relazione %20Impianti%20di%20combustione_Daniel.pdf (link diretto alla relazione di ARPAV) Dal sito della Provincia si può scaricare la seguente documentazione, presentata al seminario: - Introduzione normativa - Possibili azioni di intervento - Metodiche analitiche e modalità di campionamento - Impianti di combustione a scarti di legno - Normativa - Relazione finale - Organizzazione dei controlli c/o A.R.P.A.V. Dipartimento di Treviso - Cicli produttivi, impianti di combustione e termici - Biomasse dall'industria del legno in Veneto - Impianti di combustione a scarti di legno - Introduzione normativa Rifiuti Senza entrare nel dettaglio degli argomenti amministrativi e normativi, ampiamente trattati, alcuni degli aspetti più salienti emersi, relativi alla parte chimico/analitica, si possono sintetizzare nei punti seguenti: - per le caldaie a biomasse vergini, il parametro più critico sono le polveri: in assenza di filtri ad alta efficienza (es. a maniche) non è possibile rispettare il limite di 100 mg/Nm 3 per le Polveri Totali (impianti di potenza < 3 MW); - per le caldaie che utilizzano legno trattato, vi è una criticità legata agli Ossidi di Azoto, dovuta al contenuto relativamente elevato di Azoto combinato nel combustibile, derivante
  • 2. dalle colle a base di resine ureiche; in assenza di impianti di abbattimento dedicati, si riscontra il superamento pressochè sistematico dei limiti per gli NOx (400 mg/Nm 3 espressi come NO2) Questi due problemi, peraltro ben noti e assodati nella letteratura internazionale, vanno quindi a incidere direttamente sulle caratteristiche tecniche richieste agli impianti in fase di nuova autorizzazione o di rinnovo e ne condizionano pesantemente la convenienza economica, specialmente dal punto di vista della gestione. Un’altra questione emersa dai controlli sulle caldaie a legno trattato è stato il riscontro di diversi superamenti dei limiti relativi al parametro Diossine (0,1 ng/Nm 3 come I-TE), aspetto tuttavia più difficile da inquadrare, in quanto non sistematico come i precedenti, ma non per questo trascurabile. Nella documentazione sopracitata vi sono numerosi elementi di interesse, sia per chi svolge attività di consulenza nel privato (es. modalità e norme tecniche applicate) che per i tecnici pubblici (orientamenti in merito alla normativa, impostazione dei controlli, modalità pratiche di svolgimento). E’ stato accennato infine alla ricorrente richiesta di distinguere, tramite l’analisi di campioni, tra residui (segatura) di legno “vergine” e “trattato”, essendo quest’ultimo preponderante come disponibilità, e spesso difficile da distinguere “a vista”. Il problema si pone principalmente per i controlli “fiscali”, quando non è possibile ricostruire tutta la filiera di produzione della biomassa, che rimane il metodo di verifica più sicuro. Una soluzione per uno screening efficace e poco costoso è l’analisi dell’Azoto Totale: mentre il legno vergine ha tenori, che (abbondando) sono generalmente inferiori allo 0,3%, i pannelli in MDF/truciolare (i più usati) con colle a base di resine ureiche/melaminiche raggiungono usualmente livelli del 4 – 5 %. Valori inferiori si hanno nei multistrati/compensati che utilizzano altre tipologie di colle, ma sono poco usati nel settore del mobile da arredo. Vale la pena ricordare che il valore limite Azoto < 0,3 % (metodo EN 15104:2011) è stato adottato dalla norma europea (volontaria) EN 14961-2 per il “pellet” di migliore qualità (A1) destinato all’uso domestico. Un passaggio successivo di conferma può essere l’analisi della Formaldeide Totale (combinata), che in una serie di campioni di pannelli truciolare/MDF è stata riscontrata nell’intervallo 6 – 15 grammi/Kg. I tenori quindi sono abbastanza elevati da non aver bisogno di metodi di analisi sensibili, ma è necessaria una idrolisi preliminare della resina, da eseguire in condizioni blande per evitare la formazione di interferenti per il metodo di analisi prescelto. Questo approccio è stato sperimentato con successo, in forma almeno preliminare, in una tesi di laurea della Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Venezia (Prof. Pavoni, laureando E. Polo), con il contributo di ARPAV. L’analisi della formaldeide “libera” (parametro normato per le emissioni indoor dei pannelli) non ha alcun significato, al fine di verificare l’origine del materiale, in quanto dipende essenzialmente dal grado di polimerizzazione della resina. La difficoltà di questo approccio analitico sta nel fatto che, non essendovi indicazioni tecniche accettate a livello normativo, il tutto si configura come una perizia, affidata alla piena responsabilità dell’esecutore, normalmente non alla portata di strutture dedicate esclusivamente alle analisi.