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Consiglialo a chi vuoi!
Una pubblicazione
Pharmawizard
Consiglialo a chi vuoi!2
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CAPITOLO PRIMO
Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione
Cos’è un farmaco?
Ideare un farmaco
La sperimentazione: le 4 fatiche del farmaco
La commercializzazione
CAPITOLO SECONDO
Classificazione e prescrizione dei farmaci
Classificazione dei farmaci
Farmaci equivalenti e brevetto scaduto
La ricetta medica
CAPITOLO TERZO
Uso corretto e consapevole dei farmaci
Le formulazione dei farmaci
Leggere l’etichetta di un farmaco
Il foglietto illustrativo
L’importanza dell’adesione terapeutica
L’approccio ai farmaci si fa social
COSA C’È NEL PHARMABOOK
Il Pharmabook è la prima guida all’uso consapevole dei farmaci. Sfogliandolo impari a co-
noscere i farmaci e a sceglierli con intelligenza, scopri anche le cure naturali e tante curio-
sità sul mondo della salute. Pharmawizard, invece, è un’app per la salute con un motore di
intelligenza semantica che, in un’unica e veloce ricerca, ti permette di accedere ai foglietti
illustrativi, informarti sulle interazioni tra farmaci e trovare la farmacia dove acquistare il tuo
farmaco al prezzo più conveniente.
Indice
3 Consiglialo a chi vuoi!
CAPITOLO QUARTO
Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia
Omeopatia
Storia dell’omeopatia
Funzionamento
Quali tipi di rimedi omeopatici esistono?
Istruzioni per l’uso
Piccole attenzioni per non vanificare la terapia
Oligoelementi
Origine degli oligoelementi
Cosa sono
Le diatesi
Oligoelementi in commercio
Come si assumono
Fitoterapia
Che cos’è la fitoterapia?
Il lato oscuro della fitoterapia
Storia della fitoterapia
Nascita della moderna fitoterapia
Erbolario
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Indice
Pharmabook è un’idea di Pharmawizard. Pharmawizard è l’innovativa e gio-
vanissima startup romana che, un mattino di maggio 2013, ha deciso di unire
le più lucide menti in ambito farmaceutico e le proprie esperienze in campo di
comunicazione e programmazione per realizzare quella deliziosa app arancione
destinata a risolvere tutti i vostri dubbi riguardanti la scelta, l’acquisto e l’assun-
zione di farmaci.
Siamo dunque lieti di presentare questa guida gratuita all’uso garbato… ops!
No, scusate, com’era? All’uso gentile! No, nemmeno. Forse equilibrato? Potrebbe
darsi... Ah no, ecco! Pharmawizard è lieta di presentare una guida gratuita all’uso
consapevole dei farmaci! Suona bene, no?!
La farmacia ha origini antichissime. Nasce con l’atavico desiderio dell’uomo
di trovare nella natura un rimedio per lenire le molestie e le infermità che il vivere
quotidiano porta in sé. È un’arte che nasce come ricerca filosofico-operativa, è storia
di una pratica che con i secoli ha compreso medicina, botanica, alchimia, magia...
Ma questa guida, di certo, non parte da lì.
È stata pensata come un racconto o, ancor meglio, come un percorso da fare
insieme ai lettori. Sfogliandola potrete leggere istruzioni e consigli su come
scegliere, usare, conoscere il vostro farmaco e perciò risparmiare
all’acquisto; notizie in continuo aggiornamento dal mondo delle nuove tecnologie
farmaceutiche e dei social media; nonché le vicende avventurose legate alla
nascitadiunfarmaco,allasuaideazioneerealizzazioneedellestraordinarieperipezie
burocratiche che deve attraversare un medicinale prima di venir commercializzato.
Insomma, questa guida è l’ambiziosa narrazione del viaggio che un farmaco
compie da quando è ancora un minuscolo ammasso di molecole fino al
momento in cui arriva, dal bancone della farmacia, alle vostre mani.
Perché facciamo tutto questo? Per offrirvi una scelta: la scelta di conoscere.
Buona lettura!
Introduzione
CAPITOLO 1
COME NASCE UN FARMACO?
Dalla scoperta alla commercializzazione
6
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
farmaco?
cos’è un
Entriamo in farmacia ed ecco
schiudersi davanti ai nostri occhi lo
sterminato oceano del calcolo delle
probabilità. Scaffali e cassetti, ceste
ed espositori verticali pieni di piccole e
grandi confezioni dall’aspetto serioso o
dai colori zuccherini.
La scelta è vastissima e per ogni
nostro disturbo, anche il più impen-
sato, c’è lì dentro la soluzione.
Ma qual è? Dov’è? Com’è fatta? Di che
cosa si tratta, esattamente?
Ed è con questo intricato nugolo di
dubbi che ci avviciniamo al banco-
ne e pronunciamo solennemente
le parole: “Mi fa male la testa”.
O magari si tratta del collo, la
gola, la pancia, ma più basso ven-
tre che addome, forse il rene,
l’orecchio, no meglio… è il piede!
Sappiamo bene che cosa sentiamo,
ma non sempre che cosa vogliamo
e nemmeno che cosa andremo ad
assumere.
Perché, d’altronde, che cos’è vera-
mente un farmaco? In questa guida
Pharmawizard vuole raccontarlo, per-
ché conoscere un farmaco è il pri-
mo passo per imparare a usarlo al
meglio. Un farmaco (o medicinale) è
una sostanza o un’unione di sostanze
utilizzata per curare o prevenire delle
malattie oppure dei disturbi e lievi
fastidi. La sua composizione può es-
sere più o meno complessa, ma tutto
si origina da un elemento essenziale:
il principio attivo.
?
7
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
Dal principio attivo dipende l’azione cura-
tiva vera e propria del farmaco. Insieme al
principio attivo il farmaco è composto da
“materiali” privi di capacità terapeutica
chiamati eccipienti, questi svolgono una
preziosa funzione: proteggere il principio
attivo da altre sostanze chimiche, facilitar-
ne l’assorbimento da parte dell’organismo o
addirittura mascherare eventuali odori o
sapori sgradevoli del farmaco stesso.
Solitamente il farmaco viene classificato in
vari modi e secondo diverse caratteristiche:
•	 la classe o categoria terapeu-
tica
Riguarda gli organi su cui agisce o il
tipo di azione che svolge; ad esempio
antibiotici, antidolorifici, antipertensivi,
ecc.
•	 le modalità di produzione
Se di origine industriale o preparati in
farmacia detti anche “galenici”.
•	 la forma farmaceutica
Aerosol, capsule, colliri, fiale,
gocce, compresse, pomate, unguenti,
creme, gel, paste, sciroppi, sospensioni,
supposte.
•	 il regime di fornitura
Come il farmaco può essere
distribuito al pubblico: in farmacia,
in ospedale, con ricetta del medico o
senza, eccetera.
•	 il regime di rimborsabilità
Ovvero se il farmaco è a carico del
Servizio Sanitario Nazionale o del
cittadino.
Essenzialmente al farmaco viene
richiesto che sia efficace, sicuro e che
sia ben chiaro come utilizzarlo corret-
tamente. Ma prima che un prodotto
possa rispondere a tutti questi requi-
siti deve attraversare diverse, tortuose
tappe.
A+B=
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PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
farmaco
Ideare un
Paracelso disse: “Tutto è veleno,
e nulla esiste senza veleno. Solo la
dose fa in modo che il veleno non
faccia effetto. È la dose che fa il vele-
no”.
Perciò, cari voi che siete arriva-
ti fin qui con la lettura, attenti.
Non vi stiamo dicendo che potete
iniettarvi con estrema moderazione il
siero di dente di vipera del Gabon, né
che potete ricorrere a piccole punture di
scorpione giallo per rimediare alle notti
insonni. No.
[La vipera del Gabon e lo scorpione
giallo ringraziano sentitamente con il
sollievo dell’intero WWF]
Vogliamo semplicemente introdurre
questo paragrafo sull’ideazione dei
farmaci, parlando nello specifico di cosa
li rende efficaci ma non pericolosi,
cosa è buono e cosa è cattivo, cosa è
medicina e cosa è veleno, cosa è giusto
e cosa è sbagliato, insomma vogliamo
parlare di progresso, etica, umanità...
Ehi, che sono quelle facce? Oh, animo
per piacere! Parliamo di salute, non di
insaccati. E giù le mani dalla vipera!
Giù le mani, lasciatela stare!
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PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
Qui comincia il prestigio. È il momento
del drug design. Il drug design è un
trucco imprescindibile per la creazione
di un farmaco: si tratta di realizza-
re una versione virtuale e tridimensio-
nale dell’obiettivo (target) del farmaco.
In questa immagine virtuale si possono
selezionare le molecole che, sulla base
della loro struttura, hanno elevata pro-
babilità di legarvisi. Prima dell’avvento
della moderne tecnologie, un farmaco
veniva individuato ricercandolo tra pro-
dotti naturali o tra farmaci esistenti ma
poco efficaci o sicuri, oppure osservando
effetti collaterali positivi di altri farma-
ci dai quali si cercava di sfruttare l’ef-
fetto “collaterale” o, infine, per evento
fortuito. Fortunatamente le cose sono
cambiate, anche se non si è molto
abbreviato il processo di ricerca che por-
ta alla nascita di un nuovo farmaco.
L’ideazione di un farmaco è parago-
nabile a una storia di avventura, ricca
di colpi di scena e personaggi sempre
in viaggio. Bisogna tenersi pronti a
tutto. E allora vediamo insieme cosa
verrà appuntato sul diario di bordo di
un equipaggio di chimici lanciato alla
ricerca del farmaco migliore. Le più
moderne tecniche di sviluppo di medi-
cinali si basano sulla conoscenza della
molecola target della malattia.
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PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
La molecola target è il nostro codice
criptato, ovvero, l’elemento o il meccani-
smo biologico da tradurre e su cui inter-
venire per modificare il percorso di una
malattia. Si parte da questa moleco-
la per progettare un farmaco in grado di
contrastarne l’attività. Immaginate una
chiave e la sua serratura, la serratura è il
nostro target, mentre la chiave il farmaco.
Non tutte le chiavi apriranno quella serra-
tura! Tutti i processi biologici vanno quindi
decriptati e la prima mossa è capire quale
tra le chiavi disponibili possiede la strut-
tura complementare a quella serratura.
Nel cercare di determinare quali siano le
caratteristiche necessarie perché una nuo-
va molecola sia attiva, si arriva a ottenere
una serie di possibili candidati, i cosiddetti
lead compoundsocomposti guida,che
sono la “materia grezza” su cui i ricercato-
ri lavoreranno per sviluppare un farmaco.
I composti guida rappresentano i pre-
cursori del futuro principio attivo:
quella molecola quindi in grado, per esem-
pio, di agire su una molecola chiave del
meccanismo che bisogna fermare o rego-
lare all’interno dell’organismo oppure, nel
caso di una malattia infettiva, un elemento
fondamentale per la replicazione del batte-
rio o del virus.
Consiglialo a chi vuoi!11
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione
le 4 fatiche del farmaco
La sperimentazione:
Inizia qui la parte più critica del viaggio del nostro farmaco.
Fra le varie molecole studiate, la selezione di quello che sarà il principio
attivo migliore del gruppo, adatto all’impiego sull’uomo, è suddivisa a
livello internazionale in 3 FASI. A queste tre fasi, che comportano
costi fino a 150 milioni di euro, se ne aggiunge una quarta detta di
farmacovigilanza.
Iniziamo!
12
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
FASE 0
L’introduzione di un farmaco in terapia
deve soddisfare un principio inderoga-
bile: “primum non nocere”. Ci tro-
viamo all’inizio della fase 0, ovvero la
sperimentazione preclinica (richiede da
2 a 3 anni e costituisce il 30% dell’in-
vestimento totale). L’obiettivo è verifi-
care in laboratorio il maggior numero
possibile di caratteristiche positive e
negative di un farmaco. Durante que-
sta fase, nella maggior parte dei casi, si
stronca sul nascere il futuro di numerosi
farmaci.
È adesso che si devono valutare i
rischi e la potenziale tossicità per
l’uomo, cosa che viene minuziosamen-
te studiata e testata su un modello che
riproduce lo stesso bersaglio farma-
cologico (serratura) per cui si studia il
farmaco, che può essere rappresentato
da una coltura cellulare (come batteri),
da animali di laboratorio o da sistemi
artificiali che riproducono determinate
caratteristiche dell’organismo umano.
Le nuove molecole vengono dunque
sottoposte a una serie di test che in-
dicano se una sostanza può avere una
qualche attività terapeutica. Identifi-
cata l’area si restringe via via il campo
per comprendere verso quali patologie
si indirizza l’attività della molecola.
Più o meno a questo punto entrano
in causa gli esperimenti su animali da
laboratorio, che servono a comprende-
re le proprietà di una sostanza.
C’è una cosa che bisogna tener
sempre presente: il principio attivo
deve possedere una via di som-
ministrazione accettabile (modo
in cui il farmaco viene assunto),
venire assorbito una volta som-
ministrato, poi raggiungere i suoi
bersagli, svolgere la sua azione e
venire eliminato; il tutto, ovvia-
mente, senza essere tossico. Il far-
maco deve insomma curare efficace-
mente, ma i suoi effetti devono essere
del tutto reversibili.
13
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
FASE 1
A questo punto è necessario determi-
nare la dose e la modalità di sommi-
nistrazione che verrà utilizzata per la
prima volta nello studio clinico.
Ah! Dimenticavamo di dire che il
momento è molto delicato: stiamo
sperimentando sull’uomo.
Nello specifico su un numero limitato
(da 20 a 50) di volontari sani. Servirà a
confermare quanto sperimentato
sull’animale, cioè che la molecola
non è pericolosa. Una volta accerta-
ta l’efficacia dei composti sul bersaglio
farmacologico bisogna calcolare la rea-
le tollerabilità ed efficacia sull’uomo. Il
numero di molecole che “sopravvivono”
a questa durissima selezione è decisa-
mente limitato ma se la molecola ottie-
ne la “patente di sicurezza”, passa alla
fase 2.
FASE 2
Il percorso qui diventa ancora più
rocambolesco e l’odore di gloria inizia
a percepirsi nell’aria: si vuole, per la
prima volta, verificare se effetti-
vamente la cura è attiva contro
la malattia per la quale è stata
inventata. Perciò si incominciano a
selezionare non più di un centinaio di
pazienti, il più possibile simili tra loro
per caratteristiche individuali e della
patologia. Anche in questa fase si fa
attenzione a eventuali effetti collaterali
e tossici, e si stabilisce qual è la poso-
logia ottimale (dosaggio e tempi della
somministrazione). Se anche questa
fase trascorre senza perdite, morti o
altri incidenti di particolare rilievo e il
farmaco dimostra la sua attività, si
passa intrepidamente alla fase 3.
?
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PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
FASE 3
Qui la nuova cura viene confronta-
ta alla terapia standard già esisten-
te per verificarne la reale effica-
cia. Ci possiamo prendere qualche
attimo per respirare e goderci la
situazione. Siamo al party d’inaugura-
zione del nostro nuovo farmaco, parte-
cipano diversi ospedali in tutto il mon-
do e il numero dei pazienti invitati è
decisamente aumentato (nell’ordine
delle migliaia). Solo facendo crescere il
numero di persone sottoposte alla
sperimentazione è possibile verifica-
re se questa è veramente efficace e
se esistono effetti collaterali rari, che
difficilmente si possono scoprire
finché la cura è somministrata a poche
persone. State vedendo? Sono tutti ben
vestiti e sorridenti, ma la piacevo-
le sensazione dura poco. Domani è
lunedì e si comincia con la burocrazia.
FASE 4
Questa fase si chiama grevemente
“farmacovigilanza”.
In questa fase, tutta la documentazio-
ne relativa alla sperimentazione viene
portata dalla casa farmaceutica che
detiene il brevetto del nuovo farmaco
all’ente regolatore, che la esamina e
approva la messa in commercio. Ora
la nuova cura è a disposizione di
tutti, ma non viene abbandonata a se
stessa poiché possono comparire ef-
fetti collaterali rarissimi, nell’ordine di
un caso su milioni di utilizzatori. Qual-
siasi effetto collaterale, sia pur minimo
e non notato nelle fasi precedenti, vie-
ne segnalato alle autorità che ne consi-
derano l’importanza ed eventualmente
cambiano le indicazioni o il foglietto illu-
strativo del farmaco o, in casi veramen-
te estremi, dispongono tassativamente
il ritiro della cura dal commercio.
Consiglialo a chi vuoi!15
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione
commercializzazione
La
A questo punto del viaggio il
nostro Farmaco si trova in balia
della burocrazia! Infatti, dopo che
l’azienda ha accertato che il nuo-
vo medicinale è sicuro ed effica-
ce, per farlo arrivare sugli scaffali
delle farmacie deve chiedere
l’Autorizzazione all’Immissio-
ne in Commercio (A.I.C).
Nessun medicinale può essere
commercializzato sul territorio
italiano senza aver ottenu-
to un’autorizzazione dell’ AIFA.
Questa procedura, chiamata
registrazione, prevede la consegna
al Ministero della Salute di tutta
la documentazione degli studi
effettuati, prima sugli animali, poi
su volontari sani, infine su pazien-
ti, che dimostrano come il farmaco
sia sicuro (non pericoloso, né tos-
sico) e più efficace rispetto agli
altri già in commercio.
Nella fase di registrazione, viene
assegnato il nome di fantasia
con cui il farmaco verrà identifi-
cato dal medico e dal paziente.
16
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
Nel momento in cui l’AIC è conces-
sa, questa diviene una vera e propria
carta di identità del farmaco, poiché
stabilisce:
•	 il nome del medicinale;
•	 la sua composizione;
•	 la descrizione del metodo di fabbri-
cazione;
•	 le indicazioni terapeutiche, le con-
troindicazioni e le reazioni avverse;
•	 la posologia, la forma farmaceutica,
il modo e la via di somministrazione;
•	 le misure di precauzione da adottare
per la conservazione del medicinale
e per somministrazione ai pazienti;
•	 il riassunto delle caratteristiche del
prodotto;
•	 un modello dell’imballaggio esterno;
•	 il foglio illustrativo;
•	 la valutazione dei rischi che il medici-
nale può comportare per l’ambiente.
Ciò comporta che, nel momento in
cui per un medicinale è stata rilascia-
ta un’AIC, non vi si possa apporta-
re alcuna modifica, né al dosaggio
né alla forma farmaceutica né alla
somministrazione. Una qualsiasi modi-
fica necessita di un’ulteriore richiesta di
autorizzazione.
Perciò,soloedesclusivamenteilfarmaco
sopravvissuto a tutte queste incredibili
peripezie è quello che arriva dalla far-
macia alle nostre mani.
Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
17
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci
CAPITOLO 2
CLASSIFICAZIONE E PRESCRIZIONE
DEI FARMACI
18
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.1 - Come nasce un farmaco?
Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi!
farmaci
Classificazione dei
A questo punto il nostro farmaco è
in commercio e probabilmente lo
abbiamo già acquistato. Ma dobbia-
mo sapere che ad ogni farmaco che
riceve l’autorizzazione all’immissio-
ne in commercio (AIC) devono esse-
re attribuiti un regime di fornitu-
ra e una classe di rimborsabilità.
Nell’ambito del Servizio Sanitario
Nazionale, è diffuso un aforisma:
“Chi lo sceglie non lo usa e non lo
paga, chi lo paga non lo sceglie e
non lo usa, chi lo usa non lo sceglie
e non lo paga”. Ahinoi, è una triste
realtà dei fatti che ha portato a gra-
vissimi danni economici per la sanità.
Tutti i medicinali sono distinti in
classi a seconda della loro eroga-
bilità a carico o meno del SSN
(Servizio Sanitario Nazionale), mentre
il regime di fornitura identifica la mo-
dalità di prescrizione e di distribuzione
dei medicinali.
Vediamone la classificazione insieme:
19 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
A
Farmaci essenziali e per le malattie croniche.
Comprende i farmaci gratuiti per il cittadino, cioè
interamente rimborsati dal SSN, fatta salva la
possibilità per le Regioni di introdurre delle quote di
compartecipazione alla spesa (ticket).
Stiamo parlando dei cosi detti “farmaci mutuabili”,
la cui rimborsabilità da parte del SSN è concessa solo
se il farmaco viene prescritto per il trattamento delle
patologie contenute nelle “Indicazioni terapeutiche” del
foglietto illustrativo.
Per alcuni medicinali compresi in fascia A è il medi-
co prescrittore che stabilisce se il paziente ha o meno
diritto ad ottenere il farmaco gratuitamente e solo in
questo caso la ricetta è rimborsata dal SSN. Si tratta
di farmaci prescrivibili a carico del Servizio Sanitario
Nazionale (SSN) soltanto per determinate indicazioni
specificate nelle “note AIFA” .
Classe A
20 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
C
Farmaci completamente a carico del cittadino.
Comprende invece quei farmaci che, non essendo con-
siderati essenziali, sono completamente a carico del
cittadino. I farmaci di fascia C possono a loro volta
essere suddivisi in farmaci per i quali è necessaria la
prescrizione medica e farmaci senza obbligo di prescri-
zione, i quali comprendono a loro volta i farmaci SOP
(senza obbligo di prescrizione medica) per i quali
non è concessa la pubblicità e i farmaci OTC (farmaci
da banco) per i quali invece è concessa.
Per i farmaci di classe C il cittadino è tenuto a paga-
re l’intero prezzo del medicinale che è stabilito dall’
azienda farmaceutica. Il prezzo può essere aumentato
una sola volta nel corso del mese di gennaio di ogni
anno dispari. Il prezzo dei medicinali SOP e OTC è
oggi liberamente determinato dalle singole far-
macie.
Classe C
21 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Farmaci ospedalieri.
La fascia H comprende invece i farmaci di esclusivo
uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le
farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distri-
buibili solo nell’ambito delle strutture sanitarie
pubbliche.
I farmaci di classe H sono contrassegnati con la sigla
OSP. Alcuni di questi farmaci, per alcune malattie gra-
vi, sono dispensabili dalle ASL anche ai cittadini non
ricoverati nelle strutture ospedaliere.
Classe H
H
Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
22
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci
brevetto scaduto
Farmaci equivalenti e
Approdiamo così nella galassia Farmaci Equivalenti, l’oasi paradisia-
ca del brevetto scaduto. Molliamo gli ormeggi ed esploriamo il luogo.
Come abbiamo scritto nel nostro blog, i farmaci equivalenti vengo-
no spesso guardati con ingiusto sospetto, quando in verità offrono
vantaggi affatto indifferenti.
Naturale è che nell’assumere un qualsivoglia farmaco se ne debbano
valutare non solo i benefici ma soprattutto gli effetti collaterali e, di
solito, davanti allo svilente elenco delle controindicazioni è facile che si
preferisca affidarsi ciecamente a medicinali di marca, ma di cui spesso
non si verifica neanche l’effettiva utilità nella cura della propria pato-
logia e figurarsi allora se ci si dedica a una rassegna degli equivalen-
ti! Perciò riteniamo importante chiarire le caratteristiche essenziali di
questo tipo di farmaci.
23 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
I farmaci equivalenti, messi sul mer-
cato nel 2001 e chiamati comunemente
“generici”, hanno goduto di un
maggior consumo solo negli ulti-
mi anni. Infatti, non è ancora del
tutto diffusa l’idea che si tratti di me-
dicinali, per l’appunto, equivalenti in
termini di qualità, efficacia e
sicurezzadel corrispettivo di marca,
eppure l’AIFA esegue su questi gli stessi
controlliqualitativi,corrispondentiapre-
cisi standard applicati in tutta Europa!
Inoltre, il loro costo sensibilmen-
te ridotto non rappresenta solo un
vantaggio per chi ne fa uso, bensì per-
mette anche di investire fondi e risorse
nella ricerca e nell’acquisto di farmaci
innovativi per la cura di malattie gravi e
croniche come tumori, diabete e AIDS.
Insomma, il termine “equivalente” si-
gnifica in tutto e per tutto “valido come
l’altro” e chiamare questo tipo di far-
maci “generici” non rende loro giustizia.
È essenziale sapere che i farmaci equi-
valenti e quelli di marca:
•	 contengono lo stesso principio atti-
vo;
•	 sono bioequivalenti (ovvero efficaci
allo stesso modo);
•	 sono entrambi sicuri e sottoposti
agli stessi controlli;
•	 nelle loro confezioni è presente la
stessa quantità di farmaco;
•	 hanno identiche indicazioni e con-
troindicazioni.
Le uniche differenze tra le due tipo-
logie di medicinale si trovano negli
eccipienti che ne possono modifica-
re il colore, il sapore e la forma, ma
ciò non comporta alcun cambiamen-
to a livello di meccanismo di azione.
Gli eccipienti sono gli ingredien-
ti “neutri” di un farmaco, quin-
di farmacologicamente innativi.
A questo punto nel vociare della
platea si alza provocatoria la doman-
da: “Perché allora costano tanto
di meno?”. Be’, incominciamo col dire
che il costo ridotto di almeno il 20% è
dovuto alla scadenza del brevetto
del corrispondente farmaco di “marca”,
che ne consentiva la produzione esclu-
siva a una data ditta, permettendo così
ad altre aziende di produrne di identici.
Non dimentichiamoci che per realizza-
re un nuovo farmaco possono volerci
anni di ricerche e non è detto che alla
fine si ottenga un prodotto da mette-
re in commercio. Nell’Unione europea
nonostante i brevetti sui farmaci duri-
no 20 anni, dalla domanda di brevet-
to all’autorizzazione a vendere un me-
dicinale ne passano di solito 10 o 12.
24 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Questo significa che al titolare del bre-
vetto ne rimangono solo otto per recu-
perare gli investimenti e guadagnarci.
È per compensare questi rischi che i far-
maci – come tutte le invenzioni – sono
coperti da un brevetto. Dunque, finché
il brevetto è valido, chi ha inventato il
nuovo farmaco è l’unico ad aver il dirit-
to di produrlo e venderlo. Solo quando il
brevetto scade, la formula del farmaco
può essere usata per produrre un equi-
valente. E rieccola la voce impaziente
che urla: “Sì sì, va bene. Come il tonno
in scatola, i detersivi, i ricordi: tutto
scade. E anche il brevetto scade. Ma il
costo? Perché costano di meno?”.
Allora, visto che gli equivalenti non
hanno bisogno di spese in ricerca per
scoprire e sintetizzare il nuovo prin-
cipio attivo e pubblicità come quelle
sostenute da chi inventato la formula
originale, il loro prezzo è naturalmente
molto più basso. Semplice, no?!
La legge dice infatti che il medicinale
generico deve avere un prezzo infe-
riore, al momento della sua immissio-
ne in commercio, di almeno il 20% del
prezzo della specialità di riferimento.
Il farmaco “generico” è quindi una
valida alternativa a prezzo infe-
riore. Il medico DEVE prescrivere il
medicinale mediante l’indicazione
del suo principio attivo e il farmaci-
sta è tenuto ad informare il paziente
sulla possibilità di sostituire il medicina-
le prescritto dal medico con il generico
corrispondente, qualora disponibile in
commercio. Tale facoltà del farmacista
viene meno solo nel caso in cui il medico
apponga sulla ricetta l’indicazione “non
sostituibile”. Il cittadino, comunque, è
libero di non accettare la proposta di
sostituzione effettuata dal farmacista.
€
€
€
25 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
“Ma allora chi risparmia con i
farmaci equivalenti?”. Quando un
medicinale è rimborsato dal SSN (clas-
se A) questo copre per intero il costo
del farmaco generico. In questo caso lo
Stato risparmia, ma risparmia anche il
cittadino che non deve pagare alcuna
differenza di prezzo. Quando il medici-
nale non è rimborsato dal SSN (classe
C) il farmaco generico viene comunque
offerto ad un prezzo inferiore rispetto al
farmaco di marca.
In questo caso è il cittadino a rispar-
miare, in quanto il generico costa meno
di quello di marca.
In Italia, quando la copertura del
brevetto scade, l’autorizzazione lega-
le a produrre i farmaci equivalenti vie-
ne concessa esclusivamente dall’AIFA.
Perciò possiamo stare sereni. Tutte le
domande sollevate hanno trovato rispo-
sta, la platea si quieta e le luci si spen-
gono. Passiamo al prossimo paragrafo.
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Consiglialo a chi vuoi!
ricetta medica
La
Riavvolgiamo il nastro e torniamo sulla soglia della farmacia, davan-
ti alle colonne di medicinali che sovrastano ogni nostra volontà di
risolutezza. Una delle questioni essenziali che ci si pongono davanti è:
“Posso scegliere da solo il farmaco da acquistare?”.
Naturalmente la risposta è no. La scelta e l’assunzione di un farmaco
sono cose che dovrebbero avvenire solo dopo essersi consultati con un
medico. Si sa, alcuni farmaci sono di facile assunzione e indicati per
disturbi lievi, altri invece richiedono che sia uno specialista a sommini-
strarli e in certi casi il controllo del medico è del tutto vincolante.
Le situazioni possono essere varie e la maggior parte delle volte il
cittadino può entrare in possesso del medicinale solo se possiede la
ricetta medica.
Ma che cos’è una ricetta medica?
?
27 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Si tratta di un documento rilasciato
dal medico al paziente per acquistare
i farmaci elencati in farmacia e al far-
macista per autorizzarne la consegna.
Esistono più tipi di ricetta.
Una ricetta medica perché sia valida
deve presentare:
•	 il nome del farmaco oppure il
nome del suo principio attivo
(sulla base del quale il farmacista
può offrire il più economico farmaco
brevettato o generico);
•	 la quantità di farmaco (dosaggio)
•	 la data in cui è stata scritta;
•	 i dati del medico e la sua firma,
che deve essere sempre scritta a
penna in originale e leggibile.
Ricetta rosa o bianca? Cosa cambia?
Solo il colore? Ma certo che no!
I farmaci prescritti con la “ricetta
bianca” sono sempre a totale carico
dell’assistito e sulla confezione reca-
no la dicitura: “Da vendersi dietro pre-
sentazione di ricetta medica”.
Per ottenere farmaci a totale o par-
ziale carico dello Stato, il medi-
co dovrà invece utilizzare il cosiddetto
“ricettario rosa” aggiungendo tanti
altri dati importanti come il nome e il
cognome dell’assistito, il suo codice fi-
scale, gli eventuali codici di esenzione,
ecc.
Quanto tempo vale la ricetta bian-
ca? E quella rosa?
La “ricetta bianca” ha validità non
superiore a sei mesi e comunque, per
non più di dieci volte, salvo che per al-
cune categorie di farmaci (come gli
ormoni o gli ansiolitici), per i quali il
periodo di validità della ricetta può di-
ventare trenta giorni per non più di tre
confezioni o in alcuni casi usabile una
sola volta. La ricetta si dice “ripetibi-
le” quando l’assistito può continuare ad
esibirla al farmacista per acquistare i far-
maci, fino al termine della sua validità.
Infatti, ogni volta che viene presentata
al farmacista per l’acquisto del medici-
nale, la ricetta viene timbrata ma poi
riconsegnata all’assistito per il suo uso
futuro. Quando si tratta di farmaci che
per il loro uso continuato possono risul-
tare tossici o rischiosi per la salute del
paziente, si parla di ricetta “non ripe-
tibile” utilizzabile una sola volta.
La ricetta rosa ha invece una validità di 30
giorni per un massimo di due confezioni di
medicinali (tranne alcuni casi particolari).
Oggi in Italia esistono cinque diversi re-
gimi di fornitura.
Li riportiamo così come sono indicati
dall’AIFA.
28 Cap.2 - Classificazione e
prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
5.	 Medicinali soggetti a prescrizione
medica limitativa: in questa
categoria rientrano tre tipologie di
farmaci accomunati dalla caratteristica
di poter essere prescritti o utilizzati
soltanto da alcuni medici o in alcuni
ambienti: farmaci che, per poter
essere somministrati correttamente,
richiedono che la diagnosi sia effettuata
in ambienti ospedalieri o in centri
che dispongono di mezzi di diagnosi
adeguati; farmaci che non potrebbero
essere utilizzati in condizioni di
sufficiente sicurezza al di fuori di
strutture ospedaliere quindi a solo uso
ospedaliero e medicinali utilizzabili
esclusivamente dallo specialista
durante la visita.
1.	 Medicinali soggetti a prescrizione
medica:  sono quei farmaci che per
alcune caratteristiche o per la modalità
d’impiego potrebbero comportare dei
rischi se usati in modo inappropriato.
Sono venduti in farmacia e sono
facilmente riconoscibili poiché riportano
sulla confezione esterna la frase: «Da
vendersi dietro presentazione di ricetta
medica».
2.	 Medicinalinonsoggettiaprescrizione
medica: sono i farmaci indicati per
disturbi di lieve entità, sono usati per un
breve periodo di tempo e per i quali non
è necessario l’intervento del medico.
È possibile acquistarli quindi senza
ricetta medica e per questo sono definiti
anche “di libera vendita” (definiti anche
farmaci “da banco” o Over The Counter
(OTC) “sopra il banco”). Un bollino
sulla confezione li rende facilmente
riconoscibili. Sta di fatto che è sempre
meglio non sbizzarrirsi.
3.	 Medicinali soggetti a prescrizione
medica da rinnovare volta per
volta: sono quei farmaci per i quali un
uso continuato nel tempo può essere
dannoso. Anche questa categoria di
farmaci è facilmente riconoscibile in
quanto reca sulla confezione esterna la
frase:«Davendersidietropresentazione
di ricetta medica utilizzabile una sola
volta».
4.	 Medicinali soggetti a prescrizione
medica speciale: sono farmaci
appartenenti a una categoria
particolare, quella degli stupefacenti e
delle sostanze psicotrope (vale a dire
che agiscono sulla psiche dell’individuo,
modificandone l’umore, lo stato
d’animo, eccetera), con un’elevata
capacità di indurre dipendenza. Per tutti
questi motivi è prevista un’apposita
modalità di distribuzione e prescrizione.
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Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci
CAPITOLO 3
USO CORRETTO E CONSAPEVOLE
DEI FARMACI
30 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
farmaci
La formulazione dei
A questo punto sappiamo quasi tut-
to: che cos’è un farmaco, come vie-
ne messo in commercio, in quali casi
possiamo farcelo prescrivere e ormai
dovremmo avere anche una vaga idea
di come assumerlo senza incorrere in
morte certa. Ma ancora non abbiamo
parlato del perché ogni farmaco vie-
ne prodotto in più forme. Che si trat-
ti di compresse, capsule, polveri, sci-
roppi, gocce o soluzioni iniettabili, ogni
forma ha la sua specifica ragion d’es-
sere. Infatti, per svolgere la pro-
pria azione, un qualsiasi farmaco
deve poter “circolare” nell’orga-
nismo nella forma farmaceutica
e nel dosaggio adatti al pazien-
te. Proporre vie di somministrazio-
ne diverse rende l’azione di un medi-
cinale sempre più mirata e selettiva.
Facciamo una rapida carrellata.
31 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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Via orale
È la via di somministrazione più co-
mune e, in un certo senso, più istintiva.
Basti pensare alla semplicità con cui i bam-
bini “assaggiano” qualsiasi cosa vogliano
esplorare e a quanto il metodo d’indagine
risulti naturale anche agli adulti.
Il 70% delle forme farmaceutiche
prodotte industrialmente è costitui-
to da COMPRESSE, perché si tratta della
forma per il paziente più semplice d’assu-
mere e facile da trasportare.
Possono essere:
SEMPLICI: si assumono con acqua
RIVESTITE: compresse la cui superficie
è rivestita da uno o più strati di sostanze
diverse, che le rendono gastroresistenti o,
in altri casi ritardano la cessione del princi-
pio attivo (compresse a rilascio modificato).
EFFERVESCENTI: si sciolgono in acqua
prima della somministrazione.
MASTICABILI: hanno il grande vantaggio
di poter essere assunte senza il bisogno di
acqua, quindi anche da persone con difficol-
tà a ingoiare compresse intere.
SUBLINGUALI: si sciolgono sotto la lingua
e hanno un effetto più rapido.
Ci sono poi le CAPSULE, preparazioni co-
stituite da un involucro di consistenza dura
o molle contenente la miscela principio atti-
vo-eccipienti; e le POLVERI che possiamo
trovare in barattoli con misurino dosatore,
flaconi, ecc. oppure in bustine che si assu-
mono dopo essere state dissolte in acqua.
Infine gli SCIROPPI e le GOCCE. I primi
sono delle preparazioni liquide sotto forma di
soluzioni, emulsioni o sospensioni che nor-
malmente contengono un’alta percentuale
di zuccheri e che consentono la sommini-
strazione di farmaci poco gradevoli al gusto
anche a pazienti difficili come i bambini; le
seconde, invece, preparazioni liquide conte-
nute in recipienti muniti di contagocce e si
diluiscono in acqua. Bisogna fare attenzione
a non confonderle con le gocce per il naso,
le orecchie o gli occhi. Prima di assumerle, è
consigliabile leggere sempre sulla confezio-
ne la via di somministrazione!
32 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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Via inalatoria
Con il termine inalazione s’intende l’in-
troduzione di un farmaco nelle vie re-
spiratorie attraverso l’inspirazione. Il
farmaco, giunto a livello polmonare, può
svolgere la sua azione. Farmaci sommi-
nistrati con questa via sono broncodila-
tatori, cortisonici,fluidificanti oppure
anestetici. Stiamo parlando delle classi-
che FIALE da usare con un apparecchio
per aerosol o SPRAY ORALI.
Via rettale
La via rettale permette di somministrare
farmaci che, assunti per via orale, risul-
tano irritanti per la mucosa gastrica o
che vengono inattivati dagli enzimi dige-
stivi. Tale via è inoltre vantaggiosa in caso
di vomito o per pazienti che hanno difficoltà
a deglutire. Ecco un altro incubo, soprattut-
to dei più piccoli, le SUPPOSTE! Si tratta
di preparazioni solide formate da principi at-
tivi miscelati con eccipienti, che danno loro
la tipica forma ovale e la consistenza tale
da permetterne l’introduzione nel retto. Gli
eccipienti permettono la fusione della sup-
posta e quindi il rilascio veloce del principio
attivo che può quindi svolgere un’azione lo-
cale o una volta assorbito, a livello di tutto
l’organismo.
Via vaginale
Gli OVULI sono preparazioni farmaceutiche
di consistenza solida o molle, di dimensio-
ne e forma adatte all’introduzione vaginale,
contenenti uno o più principi attivi miscelati
ad eccipienti. Sono utilizzati per esercitare
un’azione locale o per veicolare farmaci do-
tati di azione generale. Attraverso questa
via si possono somminnistare anche farmaci
sottoforma di CREME o LAVANDE.
Via transdermica
Gli “ultimi arrivati” nei cassetti delle farma-
cie, i CEROTTI TRANSDERMICI. Applican-
do il cerotto sulla pelle è possibile ottenere
un assorbimento graduale e costante del
farmaco che va in circolo e può svolgere la
sua azione. A volte, nel punto di adesione
del cerotto, si può verificare una leggera
irritazione, per questo motivo è consigliabi-
le cambiare periodicamente la sede. Si può
scegliere fra pancia, petto, spalle, natiche,
gambe e braccia. L’efficacia del farmaco è
indipendente dal punto di applicazione.
33 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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Via parenterale
Si tratta di soluzioni sterili che vengono
iniettate nei tessuti. Stiamo parlando
della tanto temuta “PUNTURA”!
Alla sola vista di un ago molti di noi si
darebbero alla fuga, eppure questo tipo
di somministrazione offre diversi vantag-
gi: l’assorbimento è più rapido, la
quantità di principio attivo assorbita è
costante e poiché viene saltato il pas-
saggio attraverso stomaco e intestino, è
possibile somministrare farmaci che ver-
rebbero degradati dall’acidità dei succhi
gastrici. Le vie di somministrazione pa-
renterale più comuni sono sottocutanea,
intramuscolare e endovenosa. Quando si
inietta l’insulina, ad esempio, è proprio
il tessuto sottocutaneo che bisogna rag-
giungere, cioè lo strato di grasso sopra
la muscolatura. Ogni zona del corpo che
presenta massa muscolare è idonea alla
terapia intramuscolare e le sedi più utiliz-
zate sono il gluteo e il deltoide (parte su-
periore del braccio). Quando si desidera
una risposta veloce al medicinale, questo
viene iniettato direttamente in vena (di
solito quelle dell’avambraccio) molto len-
tamente.
Via oftalmica
Le forme farmaceutiche per uso oftalmi-
co sono i COLLIRI e le POMATE per gli
occhi. A queste possono essere aggiunte
i bagni oculari o soluzioni utilizzate per
il lavaggio dell’occhio. Sia i colliri (gocce
oftalmiche) che le pomate, devono es-
sere sterili per questo la loro validità
dopo l’apertura della confezione è limita-
ta nel tempo.
Via topica
I farmaci per uso topico vengono ap-
plicati direttamente sulla pelle o sulle
mucose (di bocca, naso, occhi, genita-
li, ecc.) per esercitare un effetto locale.
Si tratta generalmente di POMATE,
CREME, GEL o PASTE.
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34
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Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci
un farmaco
Leggere l’etichetta di
A questo punto, il lettore sfiancato vorrebbe solo scartare il suo
farmaco e mangiarlo golosamente come fosse la più gustosa delle
caramelle, abbandonandosi fiduciosamente ai frutti del progresso e
della tecnica. E invece gli viene richiesto un altro piccolo esercizio di
pazienza: leggere l’etichetta sulla confezione.
Dobbiamo ammetterlo, è assai improbabile trovarvi delle strisce illustra-
te o degli aforismi curiosi, ma ciò non toglie che l’etichetta farmaceutica
possa rivelarsi una lettura comunque interessante e istruttiva.
?
35 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
NOME DEL FARMACO:
è il nome di fantasia scelto dall’azien-
da produttrice e attribuito al farmaco
quando viene messo in commercio.
NUMERO A FIANCO DEL NOME:
Per le forme farmaceutiche solide è la
quantità di principio attivo espressa in
unità di peso g, mg, mcg (compressa,
supposta, busta), per le forme liqui-
de è la quantità di principio attivo in
mg/ml presente in ogni ml di soluzione
(fiale, gocce).
FORMA FARMACEUTICA:
è la forma sotto cui il farmaco si pre-
senta (compresse, gocce, supposte,
fiale, ecc.)
CODICE ATC:
(Anatomico, Terapeutico, Chimico) è
un sistema di classificazione costituito
da una sequenza di lettere e numeri
che identifica i farmaci secondo criteri
anatomici, terapeutici e clinici. Ad ogni
principio attivo è associato un solo
codice di sette cifre relativo all’impie-
go terapeutico prevalente. Farmaci con
stesso codice ATC di sette cifre sono
EQUIVALENTI.
PRINCIPIO ATTIVO:
è il nome della sostanza cui si deve
l’effetto terapeutico proprio del
farmaco.
INDICAZIONE SUL CONTENUTO
DELLA CONFEZIONE:
Per le forme solide è il numero di uni-
tà posologiche presenti nella confezio-
ne (20 compresse, 10 bustine). Per
le forme liquide, viene invece riporta-
to il volume di soluzione totale in ml
(sciroppo da 200ml).
NOME AZIENDA:
Azienda autorizzata all’immissione
in commercio per quel farmaco. Se i
nomi delle aziende sono due, vuol dire
che una è la titolare del brevetto e che
questo è stato ceduto alla seconda
azienda, responsabile della commer-
cializzazione.
COMPOSIZIONE:
viene riportata per ogni compressa, per
ogni fiala, per ogni ml di soluzione, la
quantità di principio attivo presente e il tipo
di eccipienti. Viene inoltre indicata la via di
somministrazione del farmaco: orale (os),
oftalmica, inalatoria, rettale, vaginale,
intramuscolare (i.m.), endovena (e.v.)
AIC:
Sullo stesso lato o su uno dei lati adia-
centi, si può inoltre ritrovare il numero di
A.I.C., cioè il numero dell’autorizzazione
all’immissione in commercio rilasciato dal
Ministero della Salute per quel farmaco.
DA VENDERSI DIETRO PRESENTA-
ZIONE DI RICETTA MEDICA:
il farmaco non può essere dispensato dal
farmacista senza ricetta.
36 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
DA VENDERSI DIETRO PRESENTA-
ZIONE DI RICETTA MEDICA UTILIZ-
ZABILE SOLO UNA VOLTA:
sono farmaci soggetti a ricetta non ripeti-
bile che verrà ritirata dal farmacista.
FARMACO DI AUTOMEDICAZIONE:
è un medicinale che può essere richiesto
direttamente al farmacista senza esibire
alcuna ricetta e per il quale è permessa la
pubblicità tramite i mezzi d’informazione.
TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI
BAMBINI:
è necessario che il farmaco sia riposto in
un luogo inaccessibile ai bambini poiché,
se assunto accidentalmente, potrebbe
risultare pericoloso.
ATTENZIONE, PER L’USO LEGGE-
RE ATTENTAMENTE IL FOGLIETTO
ILLUSTRATIVO:
l’esito di una terapia dipende dalla
stretta osservanza di alcune regole.
È buona norma leggere il foglietto
illustrativo o chiedere chiarimenti al
medico o al farmacista.
CONSERVARE AL RIPARO DAL
CALORE E UMIDITA’:
evidentemente si tratta di un farmaco
sensibile alla temperatura, quindi va
conservato in un luogo fresco e asciut-
to.
CONSERVARE FRA I 2°-8°:
è un farmaco che va conservato in fri-
gorifero.
NON CONSERVARE AL DI SOPRA
DEI 25° (o dei 30°):
è un farmaco che non può essere
lasciato a temperature superiori ai 25°
per lunghi periodi (come il davanzale
di una finestra, il cruscotto di un’auto
parcheggiata al sole, in bocca al vostro
cane e altri luoghi dove speriamo non
vi venga mai in mente di lasciare una
confezione di farmaci).
SOGGETTO ALLA DISCIPLINA DEL
D.P.R 309/90 TAB...:
questa avvertenza si trova stampata
sulle confezioni dei farmaci ad azio-
ne stupefacente. In tal caso servono
particolari cautele e il farmacista può
consegnare il farmaco solo a persone
maggiorenni e muniti di ricetta.
CONSERVARE AL RIPARO DALLA
LUCE:
si tratta di un medicinale fotosensibile
che non deve essere sottoposto a luce
diretta.
MEDICINALE NON SOGGETTO A
OBBLIGO DI PRESCRIZIONE ME-
DICA:
è un farmaco acquistabile senza ricetta.
AVVERTENZE:
sono una serie di raccomandazioni che
si trovano solitamente raggruppate su
di un unico lato della confezione.
37 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci
illustrativo
Il foglietto
Vi capita mai di aprire la confezione del vostro farmaco e di non incon-
trare subito ciò che avete acquistato ma della carta? All’incirca chilome-
tri di carta? Bene, quello è naturalmente il foglietto illustrativo e voi
avete aperto al confezione al contrario.
A cosa serve questo oggetto che la prassi farmaceutica chiama
“foglietto” ma che in realtà è un papiro scritto fitto fitto? Vediamolo.
Il foglietto illustrativo o “bugiardino” identifica il farmaco cui
appartiene in maniera inequivocabile, riassumendone tutte le
proprietà, per cui è opportuno che non venga smarrito fino a comple-
to esaurimento della confezione. La sua presenza infatti in alcuni casi
può essere di vitale importanza, perché indica eventuali controin-
dicazioni, effetti collaterali, informazioni sul sovradosaggio e
altro.
Ecco in dettaglio le informazioni che vi sono riportate all’interno:
39 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
•	 il nome di fantasia scelto dalla casa
farmaceutica per quel farmaco;
•	 tutte le forme farmaceutiche pre-
senti in commercio con relativi do-
saggi (uno stesso farmaco può esse-
re commercializzato in compresse,
supposte, gocce, ecc.);
•	 il nome del o dei principi attivi in
esso contenuti;
COMPOSIZIONE
•	 la quantità di principio attivo pre-
sente;
•	 l’elenco degli eccipienti
FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTOO
•	 forme farmaceutiche presenti in
commercio (compresse, bustine,
supposte, ecc.)
•	 quantità di principio attivo per unità
posologica
•	 numero di unità posologiche per
confezione (numero di compresse,
ml di soluzione presenti nel flacone,
numero di fiale)
CATEGORIA FARMACEUTICA
Breve descrizione della classe terapeu-
tica cui il farmaco appartiene e princi-
pale indicazione clinica (antinfiamma-
torio, analgesico, antidepressivo).
TITOLARE AIC
Nome ed indirizzo della casa farma-
ceutica titolare dell’Autorizzazione
all’ IMMISSIONE in COMMERCIO per
l’Italia.
PRODUTTORE E CONTROLLORE FINALE
Nome ed indirizzo degli stabilimen-
ti in cui il farmaco è effettivamente
prodotto.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Vengono indicate le motivazioni clini-
che per cui il farmaco dovrebbe essere
assunto, le finalità per cui è stato con-
cepito.
Attenti! Non è detto che lo scopo pre-
scrittivo coincida sempre con la pri-
ma indicazione! Uno stesso farmaco
può agire su vari livelli. In tal caso,
ulteriori indicazioni per l’assunzione,
dovranno essere obbligatoriamente
riportate nello stesso paragrafo alla
voce INDICAZIONI SECONDARIE.
CONTROINDICAZIONI
Sono elencate le condizioni per cui si
esclude in maniera categorica l’assun-
zione di quel farmaco. Ad esempio:
•	 assunzione concomitante di altri
farmaci;
•	 ipersensibilità a farmaci della stessa
“famiglia”;
40 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
PHARMABOOK
La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
•	 gravidanza o allattamento;
•	 altre patologie da cui il soggetto è
affetto;
•	 fasce di età (bambini, anziani, adulti).
PRECAUZIONI
Le stesse situazioni riportate in
CONTROINDICAZIONI possono ritro-
varsi sotto “precauzioni”, perdendo in
questo caso la connotazione di divieto
categorico vista in precedenza. Que-
sto significa che il farmaco potrà es-
sere ugualmente assunto dal pazien-
te, però, il medico che lo segue, dovrà
caso per caso valutare la giusta poso-
logia.
INTERAZIONI CON ALTRI FARMACI ED
ALTRE FORME D’INTERAZIONE
Non sempre è possibile l’assunzione
concomitante di farmaci diversi.
È buona regola riferire sempre al me-
dico prescrittore la presenza di altre
terapie in corso, affinché sia lui a valu-
tarne la compatibilità.
AVVERTENZE SPECIALI
Vengono segnalate condizioni partico-
lari in cui è necessario fare attenzione
quando si assume il farmaco. Queste
situazioni sono:
•	 gravidanza e allattamento;
•	 uso pediatrico;
•	 effetti sulla capacità di guidare e
sull’uso di macchine;
•	 presenza di componenti che posso-
no provocare in soggetti predisposti
reazioni allergiche.
Talvolta sono indicati i casi in cui è ne-
cessario sospendere l’assunzione del
farmaco.
Un’avvertenza speciale è anche
“TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI
BAMBINI”, il che significa che il far-
maco, anche in piccole dosi, assun-
to accidentalmente dal bambino, può
risultare dannoso. I genitori quindi,
dovranno preoccuparsi di conservare
la confezione in un luogo inaccessibile
ai loro figli.
DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINI-
STRAZIONE
•	 il numero di compresse, fiale, gocce
che devono essere assunte nel corso
delle 24 ore e la durata della terapia;
•	 intervallo fra dosaggio minimo e
massimo entro il quale è possibile
muoversi in base alle indicazioni te-
rapeutiche ed eventualmente, con
che modalità aumentare le dosi;
•	 come sospendere la terapia e quan-
do è necessario rivolgersi al medico
per rivalutare le condizioni cliniche;
•	 modo di assunzione in relazione ai
pasti e ai momenti della giornata
41 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
(prima di coricarsi, appena svegli);
•	 indicazioni sulla quantità o tipo di li-
quido in cui è possibile sciogliere la
compressa o le gocce ecc.
SOVRADOSAGGIO
•	 la dose di farmaco superata la quale
possono verificarsi effetti tossici;
•	 sintomi del sovradosaggio;
•	 eventuali antidoti;
•	 necessità di indurre emesi (vomito),
di sottoporre il soggetto a lavanda
gastrica, dialisi;
•	 necessità di avvisare il proprio me-
dico o di condurre il soggetto al più
vicino ospedale;
NB: la dose superata la quale possono verificar-
si effetti tossici, si riferisce all’individuo adulto
di peso corporeo di circa 60 kg. Qualora sia un
bambino di 10 kg ad assumere accidentalmente
il farmaco, quella stessa dose andrà divisa per un
fattore pari a 6! Quindi ATTENZIONE!
EFFETTI INDESIDERATI
Sono i classici “effetti collaterali” che
possono verificarsi in seguito all’assun-
zione di un farmaco e che sono spesso
transitori. È opportuno che questi distur-
bi vengano comunicati al proprio medico
o farmacista soprattutto se non menzio-
nati nel foglietto illustrativo; ci riferiamo
a qualunque disturbo, da eczemi, asma,
stati di panico fino all’apparizione im-
provvisa e ingiustificata di alci rosa che
corrono in salotto.
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Sono forniti consigli sulla modalità di
conservazione del farmaco (temperatu-
ra, umidità, ecc). È opportuno controlla-
re sempre la data di scadenza stampata
sulla confezione che si riferisce al farma-
co integro, correttamente conservato.
D’altra parte lo facciamo con i cibi, è im-
pensabile non farlo anche con i farmaci!
In ultimo è riportata la data in cui il
foglietto illustrativo è stato revisionato
dal Ministero della Salute.
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci
terapeutica
L’importanza dell’adesione
“Scrivere una ricetta è facile, parlare con chi soffre è molto più difficile.”
F. Kafka - Die Zürauer Aphorismen
(Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via, in Confessioni e
diari, Mondadori, Milano 1976)
È solo nel gennaio del 2013 che l’annosa questione della scarsa adesione tera-
peutica viene affrontata tramite la pubblicazione di un manifesto: Il manifesto per
l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio italiano, presentato in Senato
durante un Convegno promosso dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la
Promozione del Diritto alla Prevenzione. Ma che cosa s’intende per adesione
terapeutica?
43 Cap.3 - Uso corretto e
consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Per quanto se ne sia parlato, non
sempre è chiaro che il concetto di
“adesione” comprende comporta-
menti riguardanti la salute che vanno
ben oltre le prescrizioni farmaceuti-
che. L’OMS nel 2001 ha stabilito che la
definizione di adesione (allora si usa-
va più spesso il termine compliance)
come “la misura in cui il paziente se-
gue le istruzioni del medico” fosse di
sicuro un utile punto di partenza, ma
il termine “istruzioni” implica un pa-
ziente passivo destinatario di pareri e
consigli, mentre l’approccio alla pato-
logia (specialmente se cronica) richie-
de un’attiva di forte collaborazione nel
processo terapeutico.
Dunque, mantenere un comportamen-
to coerente: seguire le cure mediche,
assumere farmaci in modo appropria-
to, rispettare gli appuntamenti di fol-
low-up, mettere in atto opportune
modifiche comportamentali, curare l’i-
giene personale, autocontrollarsi, abo-
lire il fumo, avere abitudini alimentari
corrette e dedicarsi a una buona attivi-
tà fisica. Tutte cose che in teoria sem-
brano semplici e scontate ma che nella
realtà quotidiana sono motivo di gravi
problemi sia per i pazienti che per il
servizio sanitario.
Come si legge nel manifesto:
“Nei paesi occidentali, l’aderenza al
trattamento, tra i pazienti affetti da
malattie croniche (Diabete, Ipertensio-
ne, ecc.) arriva solo al 50%. La scarsa
aderenza al trattamento si manifesta
principalmente nella non assunzione
(piuttosto che nel prendere una dose
aggiuntiva) e nel ritardarla rispetto
all’orario previsto. La scarsa aderenza
al trattamento si colloca, per tutte le
malattie, tra le cause principali di risul-
tati clinici non ottimali. Il trattamento
migliore, infatti, può divenire, a causa
dellascarsaaderenza,inefficaceomeno
efficace, così come esporre il paziente
a rischi quali effetti collaterali da re-
pentina interruzione della terapia, svi-
luppo di resistenze, dipendenza farma-
cologica e tossicità da sovradosaggio.
Le conseguenze della scarsa aderen-
za sono cliniche e psicosociali, con un
impatto negativo sulla qualità di vita
dei pazienti, ma anche economiche,
in quanto essa genera uno spreco di
risorse del sistema sanitario naziona-
le, collocandosi come una delle prin-
cipali cause di aumento di spesa far-
maceutica. Il paziente non ottiene
i benefici attesi in termini di salute,
mentre lo Stato, spesso, ha già acqui-
stato farmaci che non saranno assunti”.
44 Cap.3 - Uso corretto e
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L’aderenza al trattamento dipende da
vari fattori, tra i quali è rilevante la
complessità del trattamento stesso,
intesa non solo come numero di far-
maci da assumere, ma anche e soprat-
tutto come difficoltà a cambiare lo stile
di vita: seguire una dieta, di praticare
esercizio fisico, ricordarsi gli orari di
assunzione e autocontrollarsi. Di con-
seguenza i numeri della non adesione
sono sempre più elevati e i costi al-
trettanto. Basta prendere in conside-
razione le malattie cardiovascolari e il
diabete, patologie il cui onore econo-
mico è destinato ad aumentare a causa
dell’invecchiamento della popolazione
e al cambiamento dello stile di vita.
Alti livelli di aderenza aumentano
l’efficacia della terapia farmaco-
logica e garantiscono un minore di-
spendio di risorse: si evitano, infat-
ti, future complicanze della patologia,
conseguenti accessi al pronto soccorso
e lunghe degenze in ospedale. La man-
cata aderenza, invece, compromette la
vita sociale e lavorativa del paziente e
dei familiari, con perdite di produtti-
vità e scarsa qualità di vita. Spesso
un paziente non segue del tutto o in
parte la terapia, per sfiducia che il far-
maco possa essere efficace, per paura
di effetti collaterali, per timore di do-
vere assumere per sempre un farma-
co e quindi di dipendere da esso e per
mancanza di percezione di gravità del-
la propria condizione.
Sicuramente lo strumento più efficace
per migliorare l’adesione di un pazien-
te è il suo attivo coinvolgimento nella
gestione della patologia, attraverso un
percorso educativo adeguato. La
comprensione della complessità del-
la malattia e, di conseguenza, del suo
trattamento, assieme alla consapevo-
lezza dei benefici a medio e a lungo
termine che derivano da tale tratta-
mento. La comunicazione e il supporto
rappresentano la migliore motivazione
per il paziente e ne rafforzano l’ade-
sione.
È qui, infatti, che diventa fondamenta-
le il ruolo del medico curante, le cui ca-
ratteristiche possono influire positiva-
mente su un processo di comunicazione
efficace con il paziente. Numerosi studi
hanno documentato come l’aderenza
al trattamento farmacologico migliori
nei 5 giorni precedenti e successivi la
visita medica, rispetto a quella misu-
rata nei 30 giorni successivi e come si
correli con uno stile positivo ed empa-
tico nella relazione medico-paziente.
Anche il ruolo del farmacista non è da
sottovalutare, dovrebbe essere inve-
stito della responsabilità di monitorare
l’aderenza all’atto della riconsegna dei
45 Cap.3 - Uso corretto e
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farmaci, effettuare un maggiore con-
trollo dei costi e gestire una migliore
disposizione delle risorse.
Infine, dovrebbe essere riconosciuto
l’impegno delle aziende farmaceuti-
che nello sviluppo di nuovi farmaci con
minori effetti collaterali, e di monote-
rapie che richiedano minor frequenza
di assunzione e siano di facile utilizzo.
Uguale importanza ha anche l’offer-
ta di strumenti per la misurazione dei
livelli di aderenza (ad esempio di-
spositivi elettronici) e di strumen-
ti per la somministrazione del
somministrazionedeltrattamento,come
agende e diari provvisti di allert sonori.
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Cap.3 - Uso corretto e
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si fa social
L’approccio ai farmaci
In tutto il mondo sono 2.08
miliardi gli utenti che usano internet,
con un incremento dell’11% lo scorso
anno. Ci sono 476.213.935 di utenti
solo in Europa, 156 milioni di blog
e oltre 200 milioni di persone usano
Twitter e sparano nell’etere all’incirca
40 miliardi di cinguettii all’anno.
Facebook, invece, ha 750 milioni di
utenti: se fosse un paese, sarebbe il
terzo più grande del mondo, subito dopo
Cina e India. E andando così passiamo
dai numeri vertigionosi di YouTube,
che conta 1 miliardo di nuovi video
ogni giorno, e di Wikipedia con
i suoi 3.65 milioni di articoli (per
leggerli tutti potrebbero volerci più o
meno 123 anni).
Google registra 2 milardi di ricerche al
giorno.
“Salute” è la seconda ricerca più
frequente fatta sul motore.
47 Cap.3 - Uso corretto e
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Like, Retweet e Share it (in italiano
“mi piace”, “retwitta” e “condividi”),
sono tutte azioni che compiamo quo-
tidianamente e sempre più spesso
anche quando vogliamo avere maggio-
ri informazioni su un nostro sintomo o
su un farmaco che stiamo assumen-
do. Tra domande su Yahoo Answers e
certosini consulti Wikipedici tendiamo,
più o meno consciamente, a cercare e
a diffondere un grandissimo numero di
notizie e esperienze legate alla nostra
salute personale.
Con un report molto dettagliato ce
lo conferma l’IMS Institute for
Healthcare Informatics, che si è
proposto di misurare l’impegno di
utenti singoli e di case farmaceutiche
nell’ambito dei social media e di rileva-
re l’impatto di questi strumenti di co-
municazione nell’uso dei medicinali.
Il rapporto include una vasta anali-
si anche sul ruolo di Wikipedia e nel
suo essere ritenuta la principale fonte
di informazioni mediche, sia per il pa-
ziente che per il professionista del set-
tore: da un sondaggio fatto su 4.000
dottori è emerso che l’88% dei medici
usa internet per cercare informazioni
professionali e il 48% ha ammesso di
visitare Wikipedia più di una volta a
settimana. L’IMS Institute ha rilevato
così una forte correlazione tra le visi-
te alle pagine dell’enciclopedia libera e
l’uso del farmaco; i contenuti relativi
ad argomenti sanitari sono in costante
modificazione e supervisionati da grup-
pi ufficiali e spontanei e le informazio-
ni provengono per la maggior parte da
pazienti. Tra le poche discriminanti in
questo uso dei social media, c’è l’età
dell’utente, mentre il sesso, l’educa-
zione, il reddito e altre caratteristiche
sociali incidono in misura nettamente
inferiore. Il paziente più giovane, in-
fatti, tende a informarsi online prima
di iniziare la terapia, mentre il paziente
dai 50 anni in su tende a cercare infor-
mazioni sul proprio trattamento dopo
averlo già iniziato.
È, inoltre, tutto un fiorire di app
mediche e device hi-tech in gra-
48 Cap.3 - Uso corretto e
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do di monitorare il nostro stato di
salute.
Ad esempio l’attesissimo Helthbook di
Apple. È stata da poco rilasciata la ver-
sione ufficiale di iOS 7.1 ma sul web
si inizia già a pensare alle possibili
implementazioni che La Mela potrebbe
introdurre nella futura release del suo
sistema operativo per mobile.
In questa corsa all’innovazione del-
le tecnologie mediche, iWatch non è
che la punta di un iceberg. Pare che
iOS 8 avrà una nuova app chiamata,
appunto, Healthbook con la quale sarà
possibile controllare e aggregare serie
di dati riguardanti la nostra salute e i
nostri allenamenti.
Apple ha già lungamente dimostrato il
suo interesse per i sensori, il monito-
raggio non invasivo delle prestazioni e
dello stato di salute dei suoi user, per
esempio sviluppando applicazioni in
grado di calcolare i cicli e la qualità del
sonno.
Pensate poi ai dispositivi che
permettono di diagnosticare velo-
cementelemalattiedegliocchi,tra-
mite la fotocamera di un semplice
smartphone. Parliamo di due dispo-
sitivi, sviluppati a Standford, creati a
corredo del telefonino che consentono
di catturare immagini ad alta risoluzio-
ne della parte anteriore e posteriore
dell’occhio. Sono efficaci e molto più
economici dei macchinari ospedalieri,
spesso di difficile reperibilità e che co-
stano decide di migliaia di euro (contro
i 65 euro dei device di Stanford).
Adattare uno smartphone per fotogra-
fare l’occhio ha il potenziale per rivo-
luzionare la cura del settore oftalmolo-
gico. In particolare, questa invenzione
straordinaria è destinata a fornire i
servizi sanitari anche nei luoghi meno
accessibili. Infatti, grazie a questi
scatti sarà possibile realizzare diagnosi
istantanee, decisamente più dettaglia-
te, e garantire controlli più frequenti
anche a distanza. Quando si dice che
una foto vale più di mille parole!
I dati relativi al paziente potranno in
49 Cap.3 - Uso corretto e
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pochi tocchi essere trasferiti immedia-
tamente nella sua cartella clinica per-
mettendo ai medici di intervenire il più
prontamente possibile.
Una vera rivoluzione, chiara e ben vi-
sibile! E in questo panorama anche
Pharmawizard dà il proprio contributo.
Pharmawizard offre tutti i vantag-
gi di una ricerca online: permette
di accedere ai foglietti illustrativi,
confrontare i prezzi dei farmaci,
inserire un sintomo, verificare le
interazioni tra medicinali e trova-
re la farmacia più vicina. Ma la cosa
eccezionale è che con Pharmawizard si
può fare tutto questo in un’unica ricer-
ca veloce, immediata ed esauriente.
Detto questo, l’avete già scaricata?
http://bit.ly/report-ims-institute
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Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia
CAPITOLO 4
CURARSI CON LA NATURA:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia
51 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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Omeopatia
STORIA DELL’OMEOPATIA
Ed è in punta di piedi che entriamo nel vivo di una discussione accesissima: ome-
opatia o medicina tradizionale? Non agitiamoci! Non staremo di certo qui a
schierarci da una parte piuttosto che da un’altra, ma è pur sempre di una scelta
che si parla. E l’impegno di Pharmawizard è esattamente questo: offrire
una scelta.
Perciò, eccoci qui.
52 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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Come inizia la storia dell’omeopatia?
Fondamentalmente con una richiesta.
Quella di trovare una via per un “be-
nessere nuovo” e “naturale”, ma che
sia ugualmente avvalorata dal rigore del
metodo scientifico. Nonostante le cri-
tiche di scettici e di numerosi scienzia-
ti, secondo gli ultimi dati Doxa circa 4
italiani su 5 si dichiarano soddisfatti de-
gli esiti delle cure omeopatiche. Infatti,
nel nostro Paese è in costante aumento
il numero di persone e medici che va-
lutano positivamente le terapie ome-
opatiche, sia come metodo integrativo
che come cura totalmente alternativa.
Soprattutto negli ultimi dieci anni ed
in particolare in Francia, Inghilterra e
Germania si è assistito ad una crescita
esponenziale delle ricerche sull’efficacia
dell’omeopatia. I risultati non sempre
sono entusiasmanti, ma complessiva-
mente l’omeopatia ha dimostrato una
certa efficacia. In alcuni Paesi come
Francia e Germania i rimedi omeo-
patici vengono addirittura rimborsati
parzialmente o totalmente dal servizio
di sanità pubblica e l’omeopatia viene
praticata all’interno del Servizio Sani-
tario in ambulatori ospedalieri.
Inoltre, è bene ricordare che i rimedi
omeopatici sono classificati dalla
legge come farmaci e sono resi di-
sponibili come tali all’interno del circu-
ito terapeutico, rappresentando perciò
una scelta incontestabile per le perso-
ne che li preferiscono come terapia.
L’omeopatia nasce con Samuel Hah-
nemann, medico tedesco nato nel
1755 a Meissen, in Sassonia, tossicolo-
go e farmacologo, inizia a lavorare come
medico all’età di 24 anni. Rapidamente
deluso dall’assenza di risultati terapeu-
tici efficaci e dai limiti della medicina
dell’epoca (giudicò come troppo aggres-
sive le “droghe” allora utilizzate), deci-
de di non esercitare più. Per vivere, ini-
zia allora a tradurre varie opere, fino a
quando, un giorno, leggendo un tratta-
to medico del dottore scozzese William
Cullen, trova delle spiegazioni confuse
sull’azione della china, utilizzata corren-
temente per trattare la febbre malarica.
Nasce allora in lui l’idea geniale di speri-
mentarla su se stesso e sui suoi familiari
e amici per conoscerne i reali effetti.
Hahnemann, all’epoca in buona salute,
osserva come la china, a debole dose,
provochi in lui febbre. Una febbre in tutto
e per tutto paragonabile alla febbre ma-
larica (paludismo) combattuta da questa
stessachinaadosemaggiore(ponderale).
Capovolge quindi il fenomeno e imma-
gina la possibilità di curare i malati
con piccole dosi di china. Enuncia allo-
ra l’ipotesi seguente: “Una sostan-
za, in funzione della sua dose,
53 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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sarebbe capace di provocare in
un individuo sano dati sintomi e
di eliminare al tempo stesso sin-
tomi simili in un individuo mala-
to?”. Per verificare questa sua teoria,
Hahnemann avvia una serie di test
sistematici delle sostanze farmaco-
logiche dell’epoca prima su individui
sani e poi sui malati, alla ricerca, spie-
ga, dei loro “effetti puri”.
Accorgendosi che ottiene dei peg-
gioramenti spesso passeggeri all’i-
nizio delle sue terapie, diminuisce la
quantità di sostanza medicamentosa
somministrata: è l’origine delle dilu-
zioni successive. Si rende allora conto
che queste diluzioni, invece di diminui-
re l’efficacia terapeutica, la rafforzano,
a condizione di agitarle vigorosamente
tra ogni diluzione, una procedura da lui
battezzata “dinamizzazione”.
Il rimedio omeopatico, infatti, non
viene somministrato a dose “ponde-
rale”, cioè in grammi o in milligram-
mi di principio attivo, come i farmaci
ed i fitoterapici, ma diluito decine o
centinaia di volte e in soluzione
“dinamizzata”, cioè in un recipien-
te agitato decine o centinaia di volte,
in modo da aumentarne l’efficacia. La
conferma clinica è data dalla guarigio-
ne della maggior parte dei suoi pazien-
ti. Ottiene allora un successo che gli
vale gli onori e una reputazione che
oltrepasserà le frontiere.
La definizione dell’omeopatia con
l’espressione popolare “curare il
male con il male” è un sunto certo
discutibile, ma tuttavia intriso dell’idea
fondamentale che i simili sono curati
dai simili.
54 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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Saranno poi, nel 1932 gli studi di due
brillanti menti, quelle di Jean e Henri
Boiron, e dall’unione di queste con il
farmacista René Baudry e con il pub-
blicitario Lucien Lèvy che daranno
vita all’omeopatia moderna.
Da allora l’omeopatia si è affermata
sempre di più e il suo impiego in tera-
pia è molto diffuso.
Ma come funziona nel dettaglio?
FUNZIONAMENTO
Il principio dell’omeopatia può essere
oggi enunciato in questo modo: “Ogni
sostanza farmacologica attiva capace
di provocare, a dose ponderale nell’in-
dividuo sano, determinati sintomi può
anche eliminare sintomi simili nell’in-
dividuo malato, a condizione di essere
utilizzata a debole dose”.
Questa osservazione, esposta e poi
riformulata da Hahnemann, era già
stata presagita da Ippocrate, il quale
affermava: “I simili sono curati dai si-
mili”. Gli omeopati dicono “il simile
cura il simile”. Dunque una malat-
tia che causa bruciore di stomaco è
curata da una sostanza che causa lo
stesso sintomo in una persona sana,
non da un rimedio opposto al disturbo
(per esempio un antiacido per tampo-
nare il bruciore di stomaco), ma que-
sto succede solo quando la sostanza
utilizzata è diluita ripetutamente. Il
rimedio omeopatico inoltre non
viene somministrato solamente in
base al sintomo fisico, ma anche
secondo le caratteristiche fisiche
e psicologiche del paziente. Per cui
il rimedio per il bruciore di stomaco di
una persona tranquilla, alta ,testarda e
che ama il sole, sarà diverso da quel-
lo di un’altra, che ha una vita freneti-
ca, odia il mare ed è sovrappeso. Non
esiste, in verità, alcuna prova che per
curare un sintomo bisogna assumere
qualcosa che provoca lo stesso sinto-
mo; questa ipotesi, risalente al 1800,
non è mai stata dimostrata nemmeno
dagli omeopati.
Comunque sia, più viene diluita la
sostanza di partenza più questa
diventa “attiva”. Qualche preparazione
omeopatica può presentare alcune mole-
cole, ma questo succede per quelle a bassa
diluizione, quelle ad alta diluizione (oltre la
dodicesima, quindi in linguaggio omeopa-
tico oltre la 12CH) non contengono alcuna
traccia della sostanza iniziale.
Ha senso? Non possiamo dirlo con
certezza, ma è su questo che si basa
l’omeopatia. Procediamo a spiegarne il
processo per fasi.
55 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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1 - INDIVIDUAZIONE DEL SINTOMO
Il primo passo è quello di trovare una
sostanza che provochi nel pazien-
te lo stesso sintomo della malattia
da curare, per esempio un prurito può
essere curato con un estratto di ortica o
un’ustione da una sostanza acida come
il succo di limone e l’aceto, oppure il
bruciore agli occhi con il pepe! Non stia-
mo cercando di prendervi in giro. A dif-
ferenza della medicina convenzionale,
l’omeopatia ha un tipo di approccio
basato molto sull’individualità del pa-
ziente; perciò, se la scegliete come
terapia, preparatevi a lunghe e intime
chiacchierate col vostro omeopata.
L’omeopatia mira a riconoscere le
caratteristiche individuali di re-
azione del paziente, le cosiddette
“modalità”, e su queste e non sui sin-
tomi comuni della patologia imposta la
sua scelta terapeutica. Tende così a
restituire al paziente una salute più
duratura, riequilibrando i sistemi
biologici di omeostasi, rinforzando
le sue difese, rendendolo soprattutto
non più dipendente dal farmaco come
invece spesso succede con terapie tra-
dizionali, agisce dunque come una
vera medicina preventiva. Infatti
l’omeopatia è un modello di medicina
che ha come obiettivo la stimolazione
delle capacità di reazione dell’or-
ganismo alle malattie, sia fisiche che
psicologiche.
A questo punto, l’omeopata ha scelto il ri-
medio del caso, quello che produce lo stes-
so sintomo della persona da curare. I ri-
medi hanno spesso nomi strani o latini. Per
esempio per trattare l’insonnia gli omeopa-
ti usano “Coffea cruda”, ovvero l’estratto di
caffè che contiene soprattutto caffeina.
Perciò, se è una vita che soffrite d’insonnia,
sappiate che a rivolgervi a un omeopata vi
vedrete prescrivere, paradossalmente, dei
granuli di caffeina!
56 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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2 - LA DILUIZIONE
È il passaggio caratterizzante della pra-
tica omeopatica. Una piccola quan-
tità del rimedio sarà mescolato ad
acqua; partendo dal nostro esempio,
una goccia di caffeina sarà mescolata a
99 gocce di acqua. Possono essere uti-
lizzati altri solventi, come l’alcool, ma
questo renderebbe tutto più complica-
to, visto che l’alcool ha in sé già delle
proprietà specifiche (chiare a chiunque
di noi si sia svegliato sotto a un albero
dopo un confuso week end di feste) che
renderebbero difficoltosa l’attribuzione
dell’efficacia del rimedio.
Questa prima diluizione è chiamata 1CH
(diluizione centesimale di Hanneh-
man). A questo punto le molecole di
caffeina si trovano mescolate a quelle
di acqua. Gli omeopati sostengono che
le molecole di caffeina “comunicano”
a quelle di acqua le loro caratteristiche
e queste ultime, a contatto con quelle di
caffeina, le “memorizzano” (la chia-
mano “memoria dell’acqua”). Alla me-
dicina tradizionale non è chiaro come
ciò possa avvenire, né quali proprietà
siano “memorizzate” (ogni sostanza
può avere centinaia di effetti sull’orga-
nismo), non è chiaro nemmeno come
faccia l’acqua a capire perché memo-
rizzare l’effetto causato sull’uomo e non
quello causato in un’altra specie e non
si sa come mai l’acqua memorizzi le
proprietà della caffeina ma non quelle
degli eventuali contaminanti. L’ome-
opatia spiega che questa capacità
dell’acqua (la “attivazione”) si mo-
strerebbe per merito della dinamiz-
zazione.
3 - LA DINAMIZZAZIONE
Gli omeopati sostengono, come detto,
che questo processo di “memorizzazio-
ne” avvenga dopo la dinamizzazione.
Per “attivare” queste proprietà, cioè,
bisogna agitare 100 volte il recipiente
che contiene la soluzione acqua-caffei-
na ogni volta che si procede con una
diluizione (dinamizzazione). Così si
prende una goccia della prima diluizio-
ne, la 1CH, la si diluisce in altre 99
gocce di acqua e quindi si agita energi-
camente: si ha la 2CH. Roba per polsi
di ferro!
La diluizione toglie semplicemente
la potenziale tossicità delle sostan-
ze impiegate, mentre la dinamizza-
zione conferisce alla diluizione il
tanto discusso “quid energetico”,
che costituisce la base di azione del ri-
medio.
57 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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A questo punto la sostanza iniziale (la
caffeina), sarà presente solo in trac-
ce. Si procede allo stesso modo fino a
quando si raggiunge la diluizione desi-
derata, più si diluisce la sostanza più,
naturalmente, essa sarà poco presen-
te. Una 30CH avrà ripetuto il proce-
dimento per 30 volte. Naturalmente
dopo un certo numero di diluizioni,
la caffeina iniziale sarà già scompar-
sa, per logica e per le leggi di fisica e
chimica, oltre la 12ma diluizione non
esiste più nessuna molecola del prin-
cipio attivo iniziale (nel nostro caso
la caffeina) e oltre la 24ma anche
l’acqua iniziale sarà ormai sostituita da
acqua “nuova”. L’acqua ormai non ha
traccia del principio attivo ma le sue
molecole si ricordano. Ma solo di lui,
niente altro colpirà la loro memoria.
Visto che maggiore è la diluizione,
più potente è l’effetto, si potreb-
be pensare che una diluizione altissi-
ma rischierebbe di causare non solo
un effetto troppo potente ma anche
dei pericoli per la salute. Nel caso del-
la caffeina, ad esempio, una diluizione
molto alta (100CH) dovrebbe causare
gravissimi disturbi, addirittura il coma
ma, fortunatamente, l’omeopatia non
ha alcun effetto collaterale.
Il finale ha, dobbiamo ammetterlo, del
sorprendente. L’acqua così ottenuta
(quindi tanto diluita da non avere più
traccia di principio attivo) è spruzzata
in un granulo di zucchero (in real-
tà i granuli sono “spruzzati” a migliaia
dentro una sorta di “ruota”, tanto che
un granulo riceverà più acqua omeo-
patica e un altro di meno). I granuli
verranno poi confezionati e messi in
vendita.
Se da un lato questo processo rende
l’omeopatia praticamente immune da
effetti collaterali, dall’altro pone molti
dubbi sulla sua scientificità, appunto
perché spesso vengono utilizzati dilui-
zioni talmente numerose da azzerare la
sostanza originaria. Ma intanto, sull’al-
tro fronte, c’è la moderna farmacologia
che, pur essendo molto efficace nelle
condizioni di emergenza, spesso falli-
sce nel trattamento di patologie com-
plesse (come le malattie autoimmuni)
direttamente o indirettamente proprio
per eccesso di effetti collaterali.
Insomma, si tratta di scelte.
E come dice Esiodo ne Le opere e i
giorni: “la giusta scelta del momento
è in tutte le cose il fattore più impor-
tante”.
58 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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Gocce
Le gocce, solitamente realizzate con
una soluzione alcolica, sono la forma
più utilizzata per somministrare rime-
di omeopatici a diluizioni molto basse,
come nel caso della gemmoterapia.
E poi ancora…
•	 le capsule contenenti i globuli di lat-
tosio
•	 le compresse (1 compressa sostitu-
isce i 5-7 granuli)
•	 le pomate
•	 i colliri
•	 le soluzioni pronte per lavande
•	 gli spray nasali e cutanei
•	 le fiale bevibili o iniettabili per certi
prodotti
QUALI TIPO DI RIMEDI
OMEOPATICI ESISTONO?
In che modi possiamo assumere i nostri
beneamati rimedi omeopatici?
Granuli
Sono piccole sfere di lattosio, impre-
gnate della sostanza medicinale ome-
opatica diluita (solitamente a diluizioni
medio-basse) e contenute in un tubo.
Sono adatti per essere assunti più volte
al giorno (per es., 5 granuli 3 volte al
giorno).
Globuli
Sono simili ai granuli, ma sono molto più
piccoli. Il contenuto di un tubo (solita-
mente 200 globuli e a diluizioni molto
alte) viene assunto in un’unica dose (per
esempio, un tubo da 200 globuli una vol-
ta alla settimana).
59 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
sono molto le sostanze e gli aromi che
possono interferirvi. Per non com-
promettere l’efficacia del tratta-
mento è importante fare atten-
zione alle combinazioni con cibo,
alcol e fumo.
È essenziale perciò l’igiene orale, evi-
tando però di lavarsi i denti mezz’ora
prima e mezz’ora dopo l’assunzione del
rimedio e con i dentifrici aromatizzati,
in particolare quelli alla menta; prefe-
rite dentifrici omeopatici. L’assunzio-
ne del rimedio omeopatico dovrebbe
avvenire a digiuno o per lo meno lon-
tano dai pasti (almeno 30 minuti prima
o 2 ore dopo un pasto).
Importante è evitare il fumo almeno
un’ora prima e un’ora dopo l’assunzio-
ne del rimedio.
Durante una cura omeopatica, è bene
evitare di prendere caffè e alcolici e di
mangiare cibi speziati.
Ridurre in generale l’uso di prodotti co-
smetici con aromi molto intensi (come
certi saponi, creme, lozioni ecc.).
ISTRUZIONI PER L’USO
Per ottenere i massimi risultati dalla
terapia omeopatica è importante se-
guire una serie di accortezze.
Prima di tutto, assumere i rimedi
fin dai primi sintomi e continua-
re più spesso nella fase acuta. Te-
ner presente che la frequenza delle
somministrazioni dipende dalla gravi-
tà del disturbo: per esempio, 3-4 vol-
te al giorno in fase acuta, ma anche
più frequentemente se indicato, fino
a ridurre gradualmente fino alla so-
spensione. Ricordarsi che i granuli e i
globuli devono essere disciolti sotto la
lingua, è a questo livello che il rime-
dio viene assorbito meglio dalla ricca
rete di capillari venosi. Occhio, però!
Non ingeriteli subito: I rimedi in forma
liquida (sciroppi, gocce ecc.) dovreb-
bero essere trattenuti sotto la lingua
per almeno un minuto prima di essere
mandati giù!
ALTRE PICCOLE ATTENZIONI PER
NON VANIFICARE LA TERAPIA
Vi ricordate di quando abbiamo parla-
to di interazioni tra farmaci? Lo stesso
principio vale anche per l’omeopatia e
60 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
«Gli oligoelementi sono quelle sostanze
che senza partecipare essi stessi, pro-
ducono reazioni le quali, in loro assen-
za o non verrebbero prodotte o neces-
siterebbero di condizioni molto spesso
di difficile realizzazione» J.Polonovski
Eccoci, questo è l’angolo del picco-
lo alchimista. Come per l’omeopatia,
anche qui ci esprimiamo in termini di
strutture e dosi infinitesimali. Immagi-
nate perciò di avere di fronte un pa-
iolo di ghisa nel quale mescolare me-
talli, lacrime, sudore e minuscoli indizi
esoterici che vi condurranno alla sicura
scoperta della pietra filosofale. Forse la
troverete tra anni e anni e anni di rime-
scolamenti ma, intanto, non smettete
di crederci.
Sappiate però che, nel mentre mesco-
late, qualcuno prima di voi ha inventato
una cosa chiamata “oligoterapia”.
oligoelementi
Origine degli
?
61 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
La maggior parte degli oligoelementi
non è ancora sufficientemente cono-
sciuta, la nostra alimentazione ne
è più carente di quanto si possa
immaginare.
È stato Gabriel Bertrand a indivi-
duare il ruolo estremamente impor-
tante che giocano alcuni di questi
elementi, anche se sono presenti in
minima quantità, sia nei vegetali che
negli esseri viventi. In seguito, un
altro ricercatore di nome Jacques
Mènètrier, ha scoperto che questi
elementi, somministrati sotto una
forma fisico-chimica adeguata, per-
mettono, di migliorare il funziona-
mento del nostro organismo, sia sul
piano fisico che psichico.
Il gran merito di Menetrièr è stato
anche quello di esser riuscito a sta-
bilire una corrispondenza fra sinto-
mi e squilibri funzionali e biochimici
e, soprattutto, la loro correzione con
oligoelementi specifici.
Gli oligoelementi sono in grado di
catalizzare (velocizzare) le reazioni
biochimiche del nostro organismo.
COSA SONO
Il corpo umano contiene diversi mine-
rali. Alcuni, come il Calcio, fanno parte
integrante della struttura degli organi
Il termine Oligoterapia (dal greco
oligos = poco) indica un metodo
terapeutico che utilizza gli oligo-
elementi, sostanze semplici indispen-
sabili alla vita sia animale che vegeta-
le, dosati e assunti in piccolissime
quantità.
Queste sostanze nonostante siano
presenti nel nostro corpo in quantità
molto piccole, cioè in una percentua-
le infinitesimale (appunto “oligo”),
rivestono un’importanza vitale per
la nostra salute e il nostro benesse-
re. La scoperta del ruolo degli oli-
goelementi nel nostro organismo è
comunque molto recente.
Scegliere di curarsi con gli oligoele-
menti significa curarsi attraverso dei
minerali o dei metalli che per l’orga-
nismo umano risultano essere delle
sostanze molto preziose: oro, zolfo,
magnesio, cobalto, e tanti altri che
possiedono la capacità di attivare
degli organi e di stimolare dei me-
tabolismi. Se le proprietà del ferro e
dello iodio sono conosciute da tem-
po, soltanto in questi ultimi decenni
si è potuto stabilire il ruolo dello zin-
co nella crescita, del manganese nel-
la formazione delle cartilagini e del
selenio nella lotta contro i radicali li-
beri, come pure l’influsso del cromo
sulla tolleranza al glucosio (diabete).
62 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
A tutt’oggi sono stati individuati come
essenziali: Fluoro, Selenio, Cobal-
to, Cromo, Rame, Ferro, Manga-
nese, Molibdeno, Nichel, Vanadio,
Zinco e Silicio.
Qual è la differenza esatta fra mine-
rali e oligoelementi? La differenza sta
unicamente nella quantità. I minera-
li, chiamati pure macroelementi, sono
presenti in quantità relativamente
importante nel nostro corpo (fino a
1,5 kg di calcio). Al contrario gli oli-
goelementi sono presenti in picco-
lissime quantità (pochi milligrammi
o microgrammi per un peso totale di
8 – 10 grammi!); a dosi elevate sono
veri e propri veleni.
e dei tessuti e, proprio per questo, se
ne trova una grande quantità nel no-
stro organismo.
Gli altri, come il Rame, lo Zinco, il
Manganese, sono presenti in quanti-
tà minime, seppur rivestano una gran-
de importanza. Per questo motivo sono
stati chiamati “oligoelementi”.
Un oligoelemento viene definito es-
senziale quando possiede le seguenti
caratteristiche:
•	 è presente in tutti i tessuti sani di tutti
gli organismi viventi
•	 ha una concentrazione tissutale relati-
vamente costante
•	 induce, a seguito di una sua carenza,
delle alterazioni strutturali e fisiologi-
che di vario tipo
•	 previene o guarisce, attraverso il suo
apporto, le affezioni morbose provoca-
te dallo stato carenziale.
63 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
psichica che fisica. Il dottor Menétriér
individuò cinque tipi di diatesi, che
si potrebbero chiamare anche terreni
costituzionali del nostro organismo,
ognuno con delle tendenze patologiche
specifiche.
Diatesi allergica o artritica del
Manganese
La patologia, in questo caso, è collega-
ta all’oligoelemento, Manganese e si
presenta con gli stati allergici o ar-
tritici. La patologia si può manifesta-
re anche in forme acute ma raramente
gravi. Infatti essa è anche una diate-
si “giovane” cioè esse provengono da
un’espressione di vitalità e capacità
di difesa dell’organismo. Degli esem-
pi concreti che manifestano la diate-
si allergica sono: la rinite, il prurito
stagionale, l’orticaria, gli eczemi
allergici e le intolleranze alimen-
tari. Mentre gli stati artritici si posso-
no manifestare come artriti doloro-
se, deformanti, nevralgie. Inoltre il
raggio di influenza di questa prima dia-
tesi riguarda anche il comportamento
intellettuale (turbe della memoria), il
comportamento fisico (astenia mat-
tutina), il comportamento psicologico
aggressività, emotività), turbe cardio-
vascolari (palpitazioni), turbe genitali
Gli oligoelementi sono, in sostanza, dei
“BIOCATALIZZATORI”, ovvero aiu-
tano/attivano, le reazioni chimiche e
metaboliche indispensabili alla vita. La
loro carenza induce alterazioni struttu-
rali e fisiologiche, somministrati a giu-
ste dosi prevengono e guariscono gli
stati di carenza, e il loro impiego aiu-
ta a ripristinare le funzioni deficitarie
dell’organismo. Si integrano, in quan-
to naturali, all’organismo e non sono
come i farmaci di sintesi che rimedia-
no parzialmente a un funzionamento
deficitario; i farmaci vengono abitual-
mente eliminati attraverso gli organi
emuntori (fegato, rene, ecc.), mentre
gli oligoelementi entrano nel tessuto
cellulare riportando il corpo allo stato
di equilibrio funzionale.
Come possono essere individuate le
carenze? Grazie al mineralogramma o
i dosaggi nel sangue (effettuati dai la-
boratori specializzati).
LE DIATESI
Con uno studio durato oltre vent’an-
ni, producendo per prove, osserva-
zioni, sperimentazioni ed esperienze,
Ménétrier giunse ad ideare un enor-
me sistema terapeutico che congiun-
ge l’azione di ogni oligoelemento alla
diatesi. Per diatesi s’intende uno stato
di squilibrio che riguarda sia la sfera
64 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
rio delle due precedenti, la riscontrò
generalmente nei soggetti oltre i 40
anni. Per la verità oggi, con il ritmo
frenetico della vita moderna, si pos-
sono trovare soggetti distonici anche
prima di tale età. Si definiscono “vec-
chie” proprio perché si caratterizzano
dal venir meno della vitalità dell’orga-
nismo. Le manifestazioni di tale diatesi
però possono essere dovute anche a
uno choc fisico o psicologico. Le pato-
logia a cui si va incontro sono forme
di eczemi a partecipazione neurove-
getativa, artrosi, ma soprattutto pos-
sono riguardare delle turbe genitali
come stafilococchi, affezioni intestina-
li e tubercolosi acute. Mentre per ciò
che riguarda l’alterazione dello stato
psico-motorio si va incontro a forme di
astenia generale, di abulia, di deside-
rio di solitudine e di idee suicide.
Diatesi anergica del Rame-O-
ro-Argento
È la diatesi “più vecchia” con ciò si
intende la mancanza di vitalità e di
capacità di adattamento dell’or-
ganismo. Anergia significa mancanza
di vitalità e in effetti lo stato anergico è
tipico di un soggetto al quale sono ve-
nute meno le autodifese fisiche e psi-
cologiche. La Diatesi Anergica sottende
una vastissima gamma di stati aner-
(ciclo doloroso), turbe endocrine
(ipertiroidismo), antecedenti famigliari
(affezioni cardivascolari).
Diatesi ipostenica o artroinfetti-
va del Manganese-Rame
Tale diatesi si manifesta in uno stato
di fragilità generale dove viene a
mancare la resistenza a sforzi fi-
sici ma anche intellettuali. Le pa-
tologie che si iniziano a manifestare in
questo stato di fragilità possono evol-
vere verso forme croniche che riguar-
dano in particolare: l’artitrismo e la tu-
bercolosi. In generale invece, possono
riguardare forme croniche di eczemi,
bronchiti, cistiti recidivanti per l’appa-
rato genito-urinario, coliti per le affe-
zioni gastroduodenali, cicli mestruali
poco abbondanti o turbe tiroidee, sin-
dromi infettive come le adeniti (otite)
e pleuriti (sinusite), l’abulia, l’insta-
bilità psicofisica, l’astenia serale e/o
mattutina per ciò che riguarda i com-
portamenti fisici e intellettuali.
Diatesi distonica o neuroartriti-
ca del Manganese-Cobalto
È una diatesi di involuzione (nel senso
che ci si arriva partendo da una delle
Diatesi precedenti), che Ménétrier de-
finisce “vecchia” in quanto, al contra-
65 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
Diatesi della sindrome di adat-
tamento dello Zinco-rame (tipo
A) o dello Zinco-Nichel-Cobalto
(tipo B)
Non è una vera e propria diatesi perché
viene provocata da uno “stress” che
si subisce ma che porta alle manifesta-
zioni patologiche delle altre (suddette)
diatesi. Pertanto sono da osservare i
sintomi e gli squilibri che si accusano
sul piano ipofiso-surrenealitico o go-
nadico e sul piano ipofiso-pancreatico:
essi daranno disturbi come l’astenia
ciclica, frigidità, impotenze, enu-
resi e crisi ipoglicemiche.
Inbaseaquesteosservazioni,Menètrièr
individuò una cura detta (anche oggi)
oligoterapia catalitica. Introdotta
negli anni trenta tale cura rappresen-
tava la prima, vera e propria, utilizza-
zione sistematica di elementi minerali,
appunto gli oligoelementi.
gici, dai più lievi e che rappresentano
fasi transitorie e spontaneamente rever-
sibili (ad esempio le anergie post-influen-
zali e primaverili) ai più gravi, come quelli
dovuti a traumi fisici o psichici molto pe-
santi o ad estrema vecchiaia ed usura. La
Diatesi Anergica, se non viene curata
tempestivamente, degenera e può
portare alla lesione o addirittura alla
morte. Infatti si manifesta con alterazio-
ni dell’intero organismo piuttosto che con
patologie localizzate. Si parla di tendenze
morbose caratterizzate dalla ridotta o as-
sente reattività dell’organismo che por-
tano a una generale riduzione di energia
e alla comparsa di malattie di tipo dege-
nerativo. Infatti si assiste a una stato di
stanchezza, di fatica psichica e fisica, di
calo del desiderio sessuale, di progressi-
va perdita della capacità intellettuali, di
una tendenza allo stato depressivo con-
dotto da stati di isolamento e da un ge-
nerale atteggiamento di rinuncia.
66 Cap.4 - Curarsi con la natura:
omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi!
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La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
NiMgLiCuZnMnFeCa
OLIGOALIMENTI IN COMMERCIO
•	 Ca (Calcio)
•	 Co (Cobalto)
•	 Cu (Rame)
•	 Cu/Au/Ag (Rame/Oro/argento)
•	 F (Fluoro)
•	 Fe (Ferro)
•	 I (Iodio)
•	 K (Potassio)
•	 Li (Litio)
•	 Mg (Magnesio)	
•	 Mn (Manganese)
•	 Mn/Co (Manganese/Cobalto)
•	 Mn/Cu (Manganese/Rame)
•	 Mn/Cu/Co (Manganese/Rame/Co-
balto)
•	 Ni/Co (Nichel/Cobalto)
•	 P (Fosforo)
•	 S (Zolfo)
•	 Zn (Zinco)
•	 Zn/Cu (zinco/Rame)
•	 Zn/Ni/Co (zinco/Nichel/Cobalto)
COME SI ASSUMONO
Gli oligoelementi vanno assunti al
mattino a digiuno. Si versa il conte-
nuto di una fialetta (oppure 20 gocce),
sotto la lingua e lo si lascia per un
minuto, prima di deglutire.
È importante che il prodotto venga
assunto in questo modo, perché per-
mette agli elementi chimici dell’oligo-
elemento di procedere alla prime tra-
sformazioni, direttamente nella parte
inferiore della lingua.
Si trovano in commercio gli oligoele-
menti anche sotto altre forme, come
i granuli, spiccatamente propri della
medicina omeopatica.
Ca
Fe
Mn
Zn
Cu
Li
Mg
N
i
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  • 2. Consiglialo a chi vuoi!2 5 6 8 11 15 17 18 22 25 29 30 33 37 41 45 CAPITOLO PRIMO Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Cos’è un farmaco? Ideare un farmaco La sperimentazione: le 4 fatiche del farmaco La commercializzazione CAPITOLO SECONDO Classificazione e prescrizione dei farmaci Classificazione dei farmaci Farmaci equivalenti e brevetto scaduto La ricetta medica CAPITOLO TERZO Uso corretto e consapevole dei farmaci Le formulazione dei farmaci Leggere l’etichetta di un farmaco Il foglietto illustrativo L’importanza dell’adesione terapeutica L’approccio ai farmaci si fa social COSA C’È NEL PHARMABOOK Il Pharmabook è la prima guida all’uso consapevole dei farmaci. Sfogliandolo impari a co- noscere i farmaci e a sceglierli con intelligenza, scopri anche le cure naturali e tante curio- sità sul mondo della salute. Pharmawizard, invece, è un’app per la salute con un motore di intelligenza semantica che, in un’unica e veloce ricerca, ti permette di accedere ai foglietti illustrativi, informarti sulle interazioni tra farmaci e trovare la farmacia dove acquistare il tuo farmaco al prezzo più conveniente. Indice
  • 3. 3 Consiglialo a chi vuoi! CAPITOLO QUARTO Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Omeopatia Storia dell’omeopatia Funzionamento Quali tipi di rimedi omeopatici esistono? Istruzioni per l’uso Piccole attenzioni per non vanificare la terapia Oligoelementi Origine degli oligoelementi Cosa sono Le diatesi Oligoelementi in commercio Come si assumono Fitoterapia Che cos’è la fitoterapia? Il lato oscuro della fitoterapia Storia della fitoterapia Nascita della moderna fitoterapia Erbolario 49 50 53 57 58 58 59 60 62 65 65 66 67 68 68 71 Indice
  • 4. Pharmabook è un’idea di Pharmawizard. Pharmawizard è l’innovativa e gio- vanissima startup romana che, un mattino di maggio 2013, ha deciso di unire le più lucide menti in ambito farmaceutico e le proprie esperienze in campo di comunicazione e programmazione per realizzare quella deliziosa app arancione destinata a risolvere tutti i vostri dubbi riguardanti la scelta, l’acquisto e l’assun- zione di farmaci. Siamo dunque lieti di presentare questa guida gratuita all’uso garbato… ops! No, scusate, com’era? All’uso gentile! No, nemmeno. Forse equilibrato? Potrebbe darsi... Ah no, ecco! Pharmawizard è lieta di presentare una guida gratuita all’uso consapevole dei farmaci! Suona bene, no?! La farmacia ha origini antichissime. Nasce con l’atavico desiderio dell’uomo di trovare nella natura un rimedio per lenire le molestie e le infermità che il vivere quotidiano porta in sé. È un’arte che nasce come ricerca filosofico-operativa, è storia di una pratica che con i secoli ha compreso medicina, botanica, alchimia, magia... Ma questa guida, di certo, non parte da lì. È stata pensata come un racconto o, ancor meglio, come un percorso da fare insieme ai lettori. Sfogliandola potrete leggere istruzioni e consigli su come scegliere, usare, conoscere il vostro farmaco e perciò risparmiare all’acquisto; notizie in continuo aggiornamento dal mondo delle nuove tecnologie farmaceutiche e dei social media; nonché le vicende avventurose legate alla nascitadiunfarmaco,allasuaideazioneerealizzazioneedellestraordinarieperipezie burocratiche che deve attraversare un medicinale prima di venir commercializzato. Insomma, questa guida è l’ambiziosa narrazione del viaggio che un farmaco compie da quando è ancora un minuscolo ammasso di molecole fino al momento in cui arriva, dal bancone della farmacia, alle vostre mani. Perché facciamo tutto questo? Per offrirvi una scelta: la scelta di conoscere. Buona lettura! Introduzione
  • 5. CAPITOLO 1 COME NASCE UN FARMACO? Dalla scoperta alla commercializzazione
  • 6. 6 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! farmaco? cos’è un Entriamo in farmacia ed ecco schiudersi davanti ai nostri occhi lo sterminato oceano del calcolo delle probabilità. Scaffali e cassetti, ceste ed espositori verticali pieni di piccole e grandi confezioni dall’aspetto serioso o dai colori zuccherini. La scelta è vastissima e per ogni nostro disturbo, anche il più impen- sato, c’è lì dentro la soluzione. Ma qual è? Dov’è? Com’è fatta? Di che cosa si tratta, esattamente? Ed è con questo intricato nugolo di dubbi che ci avviciniamo al banco- ne e pronunciamo solennemente le parole: “Mi fa male la testa”. O magari si tratta del collo, la gola, la pancia, ma più basso ven- tre che addome, forse il rene, l’orecchio, no meglio… è il piede! Sappiamo bene che cosa sentiamo, ma non sempre che cosa vogliamo e nemmeno che cosa andremo ad assumere. Perché, d’altronde, che cos’è vera- mente un farmaco? In questa guida Pharmawizard vuole raccontarlo, per- ché conoscere un farmaco è il pri- mo passo per imparare a usarlo al meglio. Un farmaco (o medicinale) è una sostanza o un’unione di sostanze utilizzata per curare o prevenire delle malattie oppure dei disturbi e lievi fastidi. La sua composizione può es- sere più o meno complessa, ma tutto si origina da un elemento essenziale: il principio attivo. ?
  • 7. 7 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! Dal principio attivo dipende l’azione cura- tiva vera e propria del farmaco. Insieme al principio attivo il farmaco è composto da “materiali” privi di capacità terapeutica chiamati eccipienti, questi svolgono una preziosa funzione: proteggere il principio attivo da altre sostanze chimiche, facilitar- ne l’assorbimento da parte dell’organismo o addirittura mascherare eventuali odori o sapori sgradevoli del farmaco stesso. Solitamente il farmaco viene classificato in vari modi e secondo diverse caratteristiche: • la classe o categoria terapeu- tica Riguarda gli organi su cui agisce o il tipo di azione che svolge; ad esempio antibiotici, antidolorifici, antipertensivi, ecc. • le modalità di produzione Se di origine industriale o preparati in farmacia detti anche “galenici”. • la forma farmaceutica Aerosol, capsule, colliri, fiale, gocce, compresse, pomate, unguenti, creme, gel, paste, sciroppi, sospensioni, supposte. • il regime di fornitura Come il farmaco può essere distribuito al pubblico: in farmacia, in ospedale, con ricetta del medico o senza, eccetera. • il regime di rimborsabilità Ovvero se il farmaco è a carico del Servizio Sanitario Nazionale o del cittadino. Essenzialmente al farmaco viene richiesto che sia efficace, sicuro e che sia ben chiaro come utilizzarlo corret- tamente. Ma prima che un prodotto possa rispondere a tutti questi requi- siti deve attraversare diverse, tortuose tappe. A+B=
  • 8. 8 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! farmaco Ideare un Paracelso disse: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. È la dose che fa il vele- no”. Perciò, cari voi che siete arriva- ti fin qui con la lettura, attenti. Non vi stiamo dicendo che potete iniettarvi con estrema moderazione il siero di dente di vipera del Gabon, né che potete ricorrere a piccole punture di scorpione giallo per rimediare alle notti insonni. No. [La vipera del Gabon e lo scorpione giallo ringraziano sentitamente con il sollievo dell’intero WWF] Vogliamo semplicemente introdurre questo paragrafo sull’ideazione dei farmaci, parlando nello specifico di cosa li rende efficaci ma non pericolosi, cosa è buono e cosa è cattivo, cosa è medicina e cosa è veleno, cosa è giusto e cosa è sbagliato, insomma vogliamo parlare di progresso, etica, umanità... Ehi, che sono quelle facce? Oh, animo per piacere! Parliamo di salute, non di insaccati. E giù le mani dalla vipera! Giù le mani, lasciatela stare!
  • 9. 9 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! Qui comincia il prestigio. È il momento del drug design. Il drug design è un trucco imprescindibile per la creazione di un farmaco: si tratta di realizza- re una versione virtuale e tridimensio- nale dell’obiettivo (target) del farmaco. In questa immagine virtuale si possono selezionare le molecole che, sulla base della loro struttura, hanno elevata pro- babilità di legarvisi. Prima dell’avvento della moderne tecnologie, un farmaco veniva individuato ricercandolo tra pro- dotti naturali o tra farmaci esistenti ma poco efficaci o sicuri, oppure osservando effetti collaterali positivi di altri farma- ci dai quali si cercava di sfruttare l’ef- fetto “collaterale” o, infine, per evento fortuito. Fortunatamente le cose sono cambiate, anche se non si è molto abbreviato il processo di ricerca che por- ta alla nascita di un nuovo farmaco. L’ideazione di un farmaco è parago- nabile a una storia di avventura, ricca di colpi di scena e personaggi sempre in viaggio. Bisogna tenersi pronti a tutto. E allora vediamo insieme cosa verrà appuntato sul diario di bordo di un equipaggio di chimici lanciato alla ricerca del farmaco migliore. Le più moderne tecniche di sviluppo di medi- cinali si basano sulla conoscenza della molecola target della malattia.
  • 10. 10 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! La molecola target è il nostro codice criptato, ovvero, l’elemento o il meccani- smo biologico da tradurre e su cui inter- venire per modificare il percorso di una malattia. Si parte da questa moleco- la per progettare un farmaco in grado di contrastarne l’attività. Immaginate una chiave e la sua serratura, la serratura è il nostro target, mentre la chiave il farmaco. Non tutte le chiavi apriranno quella serra- tura! Tutti i processi biologici vanno quindi decriptati e la prima mossa è capire quale tra le chiavi disponibili possiede la strut- tura complementare a quella serratura. Nel cercare di determinare quali siano le caratteristiche necessarie perché una nuo- va molecola sia attiva, si arriva a ottenere una serie di possibili candidati, i cosiddetti lead compoundsocomposti guida,che sono la “materia grezza” su cui i ricercato- ri lavoreranno per sviluppare un farmaco. I composti guida rappresentano i pre- cursori del futuro principio attivo: quella molecola quindi in grado, per esem- pio, di agire su una molecola chiave del meccanismo che bisogna fermare o rego- lare all’interno dell’organismo oppure, nel caso di una malattia infettiva, un elemento fondamentale per la replicazione del batte- rio o del virus.
  • 11. Consiglialo a chi vuoi!11 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione le 4 fatiche del farmaco La sperimentazione: Inizia qui la parte più critica del viaggio del nostro farmaco. Fra le varie molecole studiate, la selezione di quello che sarà il principio attivo migliore del gruppo, adatto all’impiego sull’uomo, è suddivisa a livello internazionale in 3 FASI. A queste tre fasi, che comportano costi fino a 150 milioni di euro, se ne aggiunge una quarta detta di farmacovigilanza. Iniziamo!
  • 12. 12 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! FASE 0 L’introduzione di un farmaco in terapia deve soddisfare un principio inderoga- bile: “primum non nocere”. Ci tro- viamo all’inizio della fase 0, ovvero la sperimentazione preclinica (richiede da 2 a 3 anni e costituisce il 30% dell’in- vestimento totale). L’obiettivo è verifi- care in laboratorio il maggior numero possibile di caratteristiche positive e negative di un farmaco. Durante que- sta fase, nella maggior parte dei casi, si stronca sul nascere il futuro di numerosi farmaci. È adesso che si devono valutare i rischi e la potenziale tossicità per l’uomo, cosa che viene minuziosamen- te studiata e testata su un modello che riproduce lo stesso bersaglio farma- cologico (serratura) per cui si studia il farmaco, che può essere rappresentato da una coltura cellulare (come batteri), da animali di laboratorio o da sistemi artificiali che riproducono determinate caratteristiche dell’organismo umano. Le nuove molecole vengono dunque sottoposte a una serie di test che in- dicano se una sostanza può avere una qualche attività terapeutica. Identifi- cata l’area si restringe via via il campo per comprendere verso quali patologie si indirizza l’attività della molecola. Più o meno a questo punto entrano in causa gli esperimenti su animali da laboratorio, che servono a comprende- re le proprietà di una sostanza. C’è una cosa che bisogna tener sempre presente: il principio attivo deve possedere una via di som- ministrazione accettabile (modo in cui il farmaco viene assunto), venire assorbito una volta som- ministrato, poi raggiungere i suoi bersagli, svolgere la sua azione e venire eliminato; il tutto, ovvia- mente, senza essere tossico. Il far- maco deve insomma curare efficace- mente, ma i suoi effetti devono essere del tutto reversibili.
  • 13. 13 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! FASE 1 A questo punto è necessario determi- nare la dose e la modalità di sommi- nistrazione che verrà utilizzata per la prima volta nello studio clinico. Ah! Dimenticavamo di dire che il momento è molto delicato: stiamo sperimentando sull’uomo. Nello specifico su un numero limitato (da 20 a 50) di volontari sani. Servirà a confermare quanto sperimentato sull’animale, cioè che la molecola non è pericolosa. Una volta accerta- ta l’efficacia dei composti sul bersaglio farmacologico bisogna calcolare la rea- le tollerabilità ed efficacia sull’uomo. Il numero di molecole che “sopravvivono” a questa durissima selezione è decisa- mente limitato ma se la molecola ottie- ne la “patente di sicurezza”, passa alla fase 2. FASE 2 Il percorso qui diventa ancora più rocambolesco e l’odore di gloria inizia a percepirsi nell’aria: si vuole, per la prima volta, verificare se effetti- vamente la cura è attiva contro la malattia per la quale è stata inventata. Perciò si incominciano a selezionare non più di un centinaio di pazienti, il più possibile simili tra loro per caratteristiche individuali e della patologia. Anche in questa fase si fa attenzione a eventuali effetti collaterali e tossici, e si stabilisce qual è la poso- logia ottimale (dosaggio e tempi della somministrazione). Se anche questa fase trascorre senza perdite, morti o altri incidenti di particolare rilievo e il farmaco dimostra la sua attività, si passa intrepidamente alla fase 3. ?
  • 14. 14 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! FASE 3 Qui la nuova cura viene confronta- ta alla terapia standard già esisten- te per verificarne la reale effica- cia. Ci possiamo prendere qualche attimo per respirare e goderci la situazione. Siamo al party d’inaugura- zione del nostro nuovo farmaco, parte- cipano diversi ospedali in tutto il mon- do e il numero dei pazienti invitati è decisamente aumentato (nell’ordine delle migliaia). Solo facendo crescere il numero di persone sottoposte alla sperimentazione è possibile verifica- re se questa è veramente efficace e se esistono effetti collaterali rari, che difficilmente si possono scoprire finché la cura è somministrata a poche persone. State vedendo? Sono tutti ben vestiti e sorridenti, ma la piacevo- le sensazione dura poco. Domani è lunedì e si comincia con la burocrazia. FASE 4 Questa fase si chiama grevemente “farmacovigilanza”. In questa fase, tutta la documentazio- ne relativa alla sperimentazione viene portata dalla casa farmaceutica che detiene il brevetto del nuovo farmaco all’ente regolatore, che la esamina e approva la messa in commercio. Ora la nuova cura è a disposizione di tutti, ma non viene abbandonata a se stessa poiché possono comparire ef- fetti collaterali rarissimi, nell’ordine di un caso su milioni di utilizzatori. Qual- siasi effetto collaterale, sia pur minimo e non notato nelle fasi precedenti, vie- ne segnalato alle autorità che ne consi- derano l’importanza ed eventualmente cambiano le indicazioni o il foglietto illu- strativo del farmaco o, in casi veramen- te estremi, dispongono tassativamente il ritiro della cura dal commercio.
  • 15. Consiglialo a chi vuoi!15 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione commercializzazione La A questo punto del viaggio il nostro Farmaco si trova in balia della burocrazia! Infatti, dopo che l’azienda ha accertato che il nuo- vo medicinale è sicuro ed effica- ce, per farlo arrivare sugli scaffali delle farmacie deve chiedere l’Autorizzazione all’Immissio- ne in Commercio (A.I.C). Nessun medicinale può essere commercializzato sul territorio italiano senza aver ottenu- to un’autorizzazione dell’ AIFA. Questa procedura, chiamata registrazione, prevede la consegna al Ministero della Salute di tutta la documentazione degli studi effettuati, prima sugli animali, poi su volontari sani, infine su pazien- ti, che dimostrano come il farmaco sia sicuro (non pericoloso, né tos- sico) e più efficace rispetto agli altri già in commercio. Nella fase di registrazione, viene assegnato il nome di fantasia con cui il farmaco verrà identifi- cato dal medico e dal paziente.
  • 16. 16 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! Nel momento in cui l’AIC è conces- sa, questa diviene una vera e propria carta di identità del farmaco, poiché stabilisce: • il nome del medicinale; • la sua composizione; • la descrizione del metodo di fabbri- cazione; • le indicazioni terapeutiche, le con- troindicazioni e le reazioni avverse; • la posologia, la forma farmaceutica, il modo e la via di somministrazione; • le misure di precauzione da adottare per la conservazione del medicinale e per somministrazione ai pazienti; • il riassunto delle caratteristiche del prodotto; • un modello dell’imballaggio esterno; • il foglio illustrativo; • la valutazione dei rischi che il medici- nale può comportare per l’ambiente. Ciò comporta che, nel momento in cui per un medicinale è stata rilascia- ta un’AIC, non vi si possa apporta- re alcuna modifica, né al dosaggio né alla forma farmaceutica né alla somministrazione. Una qualsiasi modi- fica necessita di un’ulteriore richiesta di autorizzazione. Perciò,soloedesclusivamenteilfarmaco sopravvissuto a tutte queste incredibili peripezie è quello che arriva dalla far- macia alle nostre mani.
  • 17. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 17 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci CAPITOLO 2 CLASSIFICAZIONE E PRESCRIZIONE DEI FARMACI
  • 18. 18 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.1 - Come nasce un farmaco? Dalla scoperta alla commercializzazione Consiglialo a chi vuoi! farmaci Classificazione dei A questo punto il nostro farmaco è in commercio e probabilmente lo abbiamo già acquistato. Ma dobbia- mo sapere che ad ogni farmaco che riceve l’autorizzazione all’immissio- ne in commercio (AIC) devono esse- re attribuiti un regime di fornitu- ra e una classe di rimborsabilità. Nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, è diffuso un aforisma: “Chi lo sceglie non lo usa e non lo paga, chi lo paga non lo sceglie e non lo usa, chi lo usa non lo sceglie e non lo paga”. Ahinoi, è una triste realtà dei fatti che ha portato a gra- vissimi danni economici per la sanità. Tutti i medicinali sono distinti in classi a seconda della loro eroga- bilità a carico o meno del SSN (Servizio Sanitario Nazionale), mentre il regime di fornitura identifica la mo- dalità di prescrizione e di distribuzione dei medicinali. Vediamone la classificazione insieme:
  • 19. 19 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci A Farmaci essenziali e per le malattie croniche. Comprende i farmaci gratuiti per il cittadino, cioè interamente rimborsati dal SSN, fatta salva la possibilità per le Regioni di introdurre delle quote di compartecipazione alla spesa (ticket). Stiamo parlando dei cosi detti “farmaci mutuabili”, la cui rimborsabilità da parte del SSN è concessa solo se il farmaco viene prescritto per il trattamento delle patologie contenute nelle “Indicazioni terapeutiche” del foglietto illustrativo. Per alcuni medicinali compresi in fascia A è il medi- co prescrittore che stabilisce se il paziente ha o meno diritto ad ottenere il farmaco gratuitamente e solo in questo caso la ricetta è rimborsata dal SSN. Si tratta di farmaci prescrivibili a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) soltanto per determinate indicazioni specificate nelle “note AIFA” . Classe A
  • 20. 20 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci C Farmaci completamente a carico del cittadino. Comprende invece quei farmaci che, non essendo con- siderati essenziali, sono completamente a carico del cittadino. I farmaci di fascia C possono a loro volta essere suddivisi in farmaci per i quali è necessaria la prescrizione medica e farmaci senza obbligo di prescri- zione, i quali comprendono a loro volta i farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione medica) per i quali non è concessa la pubblicità e i farmaci OTC (farmaci da banco) per i quali invece è concessa. Per i farmaci di classe C il cittadino è tenuto a paga- re l’intero prezzo del medicinale che è stabilito dall’ azienda farmaceutica. Il prezzo può essere aumentato una sola volta nel corso del mese di gennaio di ogni anno dispari. Il prezzo dei medicinali SOP e OTC è oggi liberamente determinato dalle singole far- macie. Classe C
  • 21. 21 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Farmaci ospedalieri. La fascia H comprende invece i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distri- buibili solo nell’ambito delle strutture sanitarie pubbliche. I farmaci di classe H sono contrassegnati con la sigla OSP. Alcuni di questi farmaci, per alcune malattie gra- vi, sono dispensabili dalle ASL anche ai cittadini non ricoverati nelle strutture ospedaliere. Classe H H
  • 22. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 22 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci brevetto scaduto Farmaci equivalenti e Approdiamo così nella galassia Farmaci Equivalenti, l’oasi paradisia- ca del brevetto scaduto. Molliamo gli ormeggi ed esploriamo il luogo. Come abbiamo scritto nel nostro blog, i farmaci equivalenti vengo- no spesso guardati con ingiusto sospetto, quando in verità offrono vantaggi affatto indifferenti. Naturale è che nell’assumere un qualsivoglia farmaco se ne debbano valutare non solo i benefici ma soprattutto gli effetti collaterali e, di solito, davanti allo svilente elenco delle controindicazioni è facile che si preferisca affidarsi ciecamente a medicinali di marca, ma di cui spesso non si verifica neanche l’effettiva utilità nella cura della propria pato- logia e figurarsi allora se ci si dedica a una rassegna degli equivalen- ti! Perciò riteniamo importante chiarire le caratteristiche essenziali di questo tipo di farmaci.
  • 23. 23 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci I farmaci equivalenti, messi sul mer- cato nel 2001 e chiamati comunemente “generici”, hanno goduto di un maggior consumo solo negli ulti- mi anni. Infatti, non è ancora del tutto diffusa l’idea che si tratti di me- dicinali, per l’appunto, equivalenti in termini di qualità, efficacia e sicurezzadel corrispettivo di marca, eppure l’AIFA esegue su questi gli stessi controlliqualitativi,corrispondentiapre- cisi standard applicati in tutta Europa! Inoltre, il loro costo sensibilmen- te ridotto non rappresenta solo un vantaggio per chi ne fa uso, bensì per- mette anche di investire fondi e risorse nella ricerca e nell’acquisto di farmaci innovativi per la cura di malattie gravi e croniche come tumori, diabete e AIDS. Insomma, il termine “equivalente” si- gnifica in tutto e per tutto “valido come l’altro” e chiamare questo tipo di far- maci “generici” non rende loro giustizia. È essenziale sapere che i farmaci equi- valenti e quelli di marca: • contengono lo stesso principio atti- vo; • sono bioequivalenti (ovvero efficaci allo stesso modo); • sono entrambi sicuri e sottoposti agli stessi controlli; • nelle loro confezioni è presente la stessa quantità di farmaco; • hanno identiche indicazioni e con- troindicazioni. Le uniche differenze tra le due tipo- logie di medicinale si trovano negli eccipienti che ne possono modifica- re il colore, il sapore e la forma, ma ciò non comporta alcun cambiamen- to a livello di meccanismo di azione. Gli eccipienti sono gli ingredien- ti “neutri” di un farmaco, quin- di farmacologicamente innativi. A questo punto nel vociare della platea si alza provocatoria la doman- da: “Perché allora costano tanto di meno?”. Be’, incominciamo col dire che il costo ridotto di almeno il 20% è dovuto alla scadenza del brevetto del corrispondente farmaco di “marca”, che ne consentiva la produzione esclu- siva a una data ditta, permettendo così ad altre aziende di produrne di identici. Non dimentichiamoci che per realizza- re un nuovo farmaco possono volerci anni di ricerche e non è detto che alla fine si ottenga un prodotto da mette- re in commercio. Nell’Unione europea nonostante i brevetti sui farmaci duri- no 20 anni, dalla domanda di brevet- to all’autorizzazione a vendere un me- dicinale ne passano di solito 10 o 12.
  • 24. 24 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Questo significa che al titolare del bre- vetto ne rimangono solo otto per recu- perare gli investimenti e guadagnarci. È per compensare questi rischi che i far- maci – come tutte le invenzioni – sono coperti da un brevetto. Dunque, finché il brevetto è valido, chi ha inventato il nuovo farmaco è l’unico ad aver il dirit- to di produrlo e venderlo. Solo quando il brevetto scade, la formula del farmaco può essere usata per produrre un equi- valente. E rieccola la voce impaziente che urla: “Sì sì, va bene. Come il tonno in scatola, i detersivi, i ricordi: tutto scade. E anche il brevetto scade. Ma il costo? Perché costano di meno?”. Allora, visto che gli equivalenti non hanno bisogno di spese in ricerca per scoprire e sintetizzare il nuovo prin- cipio attivo e pubblicità come quelle sostenute da chi inventato la formula originale, il loro prezzo è naturalmente molto più basso. Semplice, no?! La legge dice infatti che il medicinale generico deve avere un prezzo infe- riore, al momento della sua immissio- ne in commercio, di almeno il 20% del prezzo della specialità di riferimento. Il farmaco “generico” è quindi una valida alternativa a prezzo infe- riore. Il medico DEVE prescrivere il medicinale mediante l’indicazione del suo principio attivo e il farmaci- sta è tenuto ad informare il paziente sulla possibilità di sostituire il medicina- le prescritto dal medico con il generico corrispondente, qualora disponibile in commercio. Tale facoltà del farmacista viene meno solo nel caso in cui il medico apponga sulla ricetta l’indicazione “non sostituibile”. Il cittadino, comunque, è libero di non accettare la proposta di sostituzione effettuata dal farmacista. € € €
  • 25. 25 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci “Ma allora chi risparmia con i farmaci equivalenti?”. Quando un medicinale è rimborsato dal SSN (clas- se A) questo copre per intero il costo del farmaco generico. In questo caso lo Stato risparmia, ma risparmia anche il cittadino che non deve pagare alcuna differenza di prezzo. Quando il medici- nale non è rimborsato dal SSN (classe C) il farmaco generico viene comunque offerto ad un prezzo inferiore rispetto al farmaco di marca. In questo caso è il cittadino a rispar- miare, in quanto il generico costa meno di quello di marca. In Italia, quando la copertura del brevetto scade, l’autorizzazione lega- le a produrre i farmaci equivalenti vie- ne concessa esclusivamente dall’AIFA. Perciò possiamo stare sereni. Tutte le domande sollevate hanno trovato rispo- sta, la platea si quieta e le luci si spen- gono. Passiamo al prossimo paragrafo.
  • 26. PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! ricetta medica La Riavvolgiamo il nastro e torniamo sulla soglia della farmacia, davan- ti alle colonne di medicinali che sovrastano ogni nostra volontà di risolutezza. Una delle questioni essenziali che ci si pongono davanti è: “Posso scegliere da solo il farmaco da acquistare?”. Naturalmente la risposta è no. La scelta e l’assunzione di un farmaco sono cose che dovrebbero avvenire solo dopo essersi consultati con un medico. Si sa, alcuni farmaci sono di facile assunzione e indicati per disturbi lievi, altri invece richiedono che sia uno specialista a sommini- strarli e in certi casi il controllo del medico è del tutto vincolante. Le situazioni possono essere varie e la maggior parte delle volte il cittadino può entrare in possesso del medicinale solo se possiede la ricetta medica. Ma che cos’è una ricetta medica? ?
  • 27. 27 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Si tratta di un documento rilasciato dal medico al paziente per acquistare i farmaci elencati in farmacia e al far- macista per autorizzarne la consegna. Esistono più tipi di ricetta. Una ricetta medica perché sia valida deve presentare: • il nome del farmaco oppure il nome del suo principio attivo (sulla base del quale il farmacista può offrire il più economico farmaco brevettato o generico); • la quantità di farmaco (dosaggio) • la data in cui è stata scritta; • i dati del medico e la sua firma, che deve essere sempre scritta a penna in originale e leggibile. Ricetta rosa o bianca? Cosa cambia? Solo il colore? Ma certo che no! I farmaci prescritti con la “ricetta bianca” sono sempre a totale carico dell’assistito e sulla confezione reca- no la dicitura: “Da vendersi dietro pre- sentazione di ricetta medica”. Per ottenere farmaci a totale o par- ziale carico dello Stato, il medi- co dovrà invece utilizzare il cosiddetto “ricettario rosa” aggiungendo tanti altri dati importanti come il nome e il cognome dell’assistito, il suo codice fi- scale, gli eventuali codici di esenzione, ecc. Quanto tempo vale la ricetta bian- ca? E quella rosa? La “ricetta bianca” ha validità non superiore a sei mesi e comunque, per non più di dieci volte, salvo che per al- cune categorie di farmaci (come gli ormoni o gli ansiolitici), per i quali il periodo di validità della ricetta può di- ventare trenta giorni per non più di tre confezioni o in alcuni casi usabile una sola volta. La ricetta si dice “ripetibi- le” quando l’assistito può continuare ad esibirla al farmacista per acquistare i far- maci, fino al termine della sua validità. Infatti, ogni volta che viene presentata al farmacista per l’acquisto del medici- nale, la ricetta viene timbrata ma poi riconsegnata all’assistito per il suo uso futuro. Quando si tratta di farmaci che per il loro uso continuato possono risul- tare tossici o rischiosi per la salute del paziente, si parla di ricetta “non ripe- tibile” utilizzabile una sola volta. La ricetta rosa ha invece una validità di 30 giorni per un massimo di due confezioni di medicinali (tranne alcuni casi particolari). Oggi in Italia esistono cinque diversi re- gimi di fornitura. Li riportiamo così come sono indicati dall’AIFA.
  • 28. 28 Cap.2 - Classificazione e prescrizione dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 5. Medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa: in questa categoria rientrano tre tipologie di farmaci accomunati dalla caratteristica di poter essere prescritti o utilizzati soltanto da alcuni medici o in alcuni ambienti: farmaci che, per poter essere somministrati correttamente, richiedono che la diagnosi sia effettuata in ambienti ospedalieri o in centri che dispongono di mezzi di diagnosi adeguati; farmaci che non potrebbero essere utilizzati in condizioni di sufficiente sicurezza al di fuori di strutture ospedaliere quindi a solo uso ospedaliero e medicinali utilizzabili esclusivamente dallo specialista durante la visita. 1. Medicinali soggetti a prescrizione medica:  sono quei farmaci che per alcune caratteristiche o per la modalità d’impiego potrebbero comportare dei rischi se usati in modo inappropriato. Sono venduti in farmacia e sono facilmente riconoscibili poiché riportano sulla confezione esterna la frase: «Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica». 2. Medicinalinonsoggettiaprescrizione medica: sono i farmaci indicati per disturbi di lieve entità, sono usati per un breve periodo di tempo e per i quali non è necessario l’intervento del medico. È possibile acquistarli quindi senza ricetta medica e per questo sono definiti anche “di libera vendita” (definiti anche farmaci “da banco” o Over The Counter (OTC) “sopra il banco”). Un bollino sulla confezione li rende facilmente riconoscibili. Sta di fatto che è sempre meglio non sbizzarrirsi. 3. Medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta: sono quei farmaci per i quali un uso continuato nel tempo può essere dannoso. Anche questa categoria di farmaci è facilmente riconoscibile in quanto reca sulla confezione esterna la frase:«Davendersidietropresentazione di ricetta medica utilizzabile una sola volta». 4. Medicinali soggetti a prescrizione medica speciale: sono farmaci appartenenti a una categoria particolare, quella degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope (vale a dire che agiscono sulla psiche dell’individuo, modificandone l’umore, lo stato d’animo, eccetera), con un’elevata capacità di indurre dipendenza. Per tutti questi motivi è prevista un’apposita modalità di distribuzione e prescrizione.
  • 29. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 29 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci CAPITOLO 3 USO CORRETTO E CONSAPEVOLE DEI FARMACI
  • 30. 30 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci farmaci La formulazione dei A questo punto sappiamo quasi tut- to: che cos’è un farmaco, come vie- ne messo in commercio, in quali casi possiamo farcelo prescrivere e ormai dovremmo avere anche una vaga idea di come assumerlo senza incorrere in morte certa. Ma ancora non abbiamo parlato del perché ogni farmaco vie- ne prodotto in più forme. Che si trat- ti di compresse, capsule, polveri, sci- roppi, gocce o soluzioni iniettabili, ogni forma ha la sua specifica ragion d’es- sere. Infatti, per svolgere la pro- pria azione, un qualsiasi farmaco deve poter “circolare” nell’orga- nismo nella forma farmaceutica e nel dosaggio adatti al pazien- te. Proporre vie di somministrazio- ne diverse rende l’azione di un medi- cinale sempre più mirata e selettiva. Facciamo una rapida carrellata.
  • 31. 31 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Via orale È la via di somministrazione più co- mune e, in un certo senso, più istintiva. Basti pensare alla semplicità con cui i bam- bini “assaggiano” qualsiasi cosa vogliano esplorare e a quanto il metodo d’indagine risulti naturale anche agli adulti. Il 70% delle forme farmaceutiche prodotte industrialmente è costitui- to da COMPRESSE, perché si tratta della forma per il paziente più semplice d’assu- mere e facile da trasportare. Possono essere: SEMPLICI: si assumono con acqua RIVESTITE: compresse la cui superficie è rivestita da uno o più strati di sostanze diverse, che le rendono gastroresistenti o, in altri casi ritardano la cessione del princi- pio attivo (compresse a rilascio modificato). EFFERVESCENTI: si sciolgono in acqua prima della somministrazione. MASTICABILI: hanno il grande vantaggio di poter essere assunte senza il bisogno di acqua, quindi anche da persone con difficol- tà a ingoiare compresse intere. SUBLINGUALI: si sciolgono sotto la lingua e hanno un effetto più rapido. Ci sono poi le CAPSULE, preparazioni co- stituite da un involucro di consistenza dura o molle contenente la miscela principio atti- vo-eccipienti; e le POLVERI che possiamo trovare in barattoli con misurino dosatore, flaconi, ecc. oppure in bustine che si assu- mono dopo essere state dissolte in acqua. Infine gli SCIROPPI e le GOCCE. I primi sono delle preparazioni liquide sotto forma di soluzioni, emulsioni o sospensioni che nor- malmente contengono un’alta percentuale di zuccheri e che consentono la sommini- strazione di farmaci poco gradevoli al gusto anche a pazienti difficili come i bambini; le seconde, invece, preparazioni liquide conte- nute in recipienti muniti di contagocce e si diluiscono in acqua. Bisogna fare attenzione a non confonderle con le gocce per il naso, le orecchie o gli occhi. Prima di assumerle, è consigliabile leggere sempre sulla confezio- ne la via di somministrazione!
  • 32. 32 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Via inalatoria Con il termine inalazione s’intende l’in- troduzione di un farmaco nelle vie re- spiratorie attraverso l’inspirazione. Il farmaco, giunto a livello polmonare, può svolgere la sua azione. Farmaci sommi- nistrati con questa via sono broncodila- tatori, cortisonici,fluidificanti oppure anestetici. Stiamo parlando delle classi- che FIALE da usare con un apparecchio per aerosol o SPRAY ORALI. Via rettale La via rettale permette di somministrare farmaci che, assunti per via orale, risul- tano irritanti per la mucosa gastrica o che vengono inattivati dagli enzimi dige- stivi. Tale via è inoltre vantaggiosa in caso di vomito o per pazienti che hanno difficoltà a deglutire. Ecco un altro incubo, soprattut- to dei più piccoli, le SUPPOSTE! Si tratta di preparazioni solide formate da principi at- tivi miscelati con eccipienti, che danno loro la tipica forma ovale e la consistenza tale da permetterne l’introduzione nel retto. Gli eccipienti permettono la fusione della sup- posta e quindi il rilascio veloce del principio attivo che può quindi svolgere un’azione lo- cale o una volta assorbito, a livello di tutto l’organismo. Via vaginale Gli OVULI sono preparazioni farmaceutiche di consistenza solida o molle, di dimensio- ne e forma adatte all’introduzione vaginale, contenenti uno o più principi attivi miscelati ad eccipienti. Sono utilizzati per esercitare un’azione locale o per veicolare farmaci do- tati di azione generale. Attraverso questa via si possono somminnistare anche farmaci sottoforma di CREME o LAVANDE. Via transdermica Gli “ultimi arrivati” nei cassetti delle farma- cie, i CEROTTI TRANSDERMICI. Applican- do il cerotto sulla pelle è possibile ottenere un assorbimento graduale e costante del farmaco che va in circolo e può svolgere la sua azione. A volte, nel punto di adesione del cerotto, si può verificare una leggera irritazione, per questo motivo è consigliabi- le cambiare periodicamente la sede. Si può scegliere fra pancia, petto, spalle, natiche, gambe e braccia. L’efficacia del farmaco è indipendente dal punto di applicazione.
  • 33. 33 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Via parenterale Si tratta di soluzioni sterili che vengono iniettate nei tessuti. Stiamo parlando della tanto temuta “PUNTURA”! Alla sola vista di un ago molti di noi si darebbero alla fuga, eppure questo tipo di somministrazione offre diversi vantag- gi: l’assorbimento è più rapido, la quantità di principio attivo assorbita è costante e poiché viene saltato il pas- saggio attraverso stomaco e intestino, è possibile somministrare farmaci che ver- rebbero degradati dall’acidità dei succhi gastrici. Le vie di somministrazione pa- renterale più comuni sono sottocutanea, intramuscolare e endovenosa. Quando si inietta l’insulina, ad esempio, è proprio il tessuto sottocutaneo che bisogna rag- giungere, cioè lo strato di grasso sopra la muscolatura. Ogni zona del corpo che presenta massa muscolare è idonea alla terapia intramuscolare e le sedi più utiliz- zate sono il gluteo e il deltoide (parte su- periore del braccio). Quando si desidera una risposta veloce al medicinale, questo viene iniettato direttamente in vena (di solito quelle dell’avambraccio) molto len- tamente. Via oftalmica Le forme farmaceutiche per uso oftalmi- co sono i COLLIRI e le POMATE per gli occhi. A queste possono essere aggiunte i bagni oculari o soluzioni utilizzate per il lavaggio dell’occhio. Sia i colliri (gocce oftalmiche) che le pomate, devono es- sere sterili per questo la loro validità dopo l’apertura della confezione è limita- ta nel tempo. Via topica I farmaci per uso topico vengono ap- plicati direttamente sulla pelle o sulle mucose (di bocca, naso, occhi, genita- li, ecc.) per esercitare un effetto locale. Si tratta generalmente di POMATE, CREME, GEL o PASTE.
  • 34. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 34 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci un farmaco Leggere l’etichetta di A questo punto, il lettore sfiancato vorrebbe solo scartare il suo farmaco e mangiarlo golosamente come fosse la più gustosa delle caramelle, abbandonandosi fiduciosamente ai frutti del progresso e della tecnica. E invece gli viene richiesto un altro piccolo esercizio di pazienza: leggere l’etichetta sulla confezione. Dobbiamo ammetterlo, è assai improbabile trovarvi delle strisce illustra- te o degli aforismi curiosi, ma ciò non toglie che l’etichetta farmaceutica possa rivelarsi una lettura comunque interessante e istruttiva. ?
  • 35. 35 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci NOME DEL FARMACO: è il nome di fantasia scelto dall’azien- da produttrice e attribuito al farmaco quando viene messo in commercio. NUMERO A FIANCO DEL NOME: Per le forme farmaceutiche solide è la quantità di principio attivo espressa in unità di peso g, mg, mcg (compressa, supposta, busta), per le forme liqui- de è la quantità di principio attivo in mg/ml presente in ogni ml di soluzione (fiale, gocce). FORMA FARMACEUTICA: è la forma sotto cui il farmaco si pre- senta (compresse, gocce, supposte, fiale, ecc.) CODICE ATC: (Anatomico, Terapeutico, Chimico) è un sistema di classificazione costituito da una sequenza di lettere e numeri che identifica i farmaci secondo criteri anatomici, terapeutici e clinici. Ad ogni principio attivo è associato un solo codice di sette cifre relativo all’impie- go terapeutico prevalente. Farmaci con stesso codice ATC di sette cifre sono EQUIVALENTI. PRINCIPIO ATTIVO: è il nome della sostanza cui si deve l’effetto terapeutico proprio del farmaco. INDICAZIONE SUL CONTENUTO DELLA CONFEZIONE: Per le forme solide è il numero di uni- tà posologiche presenti nella confezio- ne (20 compresse, 10 bustine). Per le forme liquide, viene invece riporta- to il volume di soluzione totale in ml (sciroppo da 200ml). NOME AZIENDA: Azienda autorizzata all’immissione in commercio per quel farmaco. Se i nomi delle aziende sono due, vuol dire che una è la titolare del brevetto e che questo è stato ceduto alla seconda azienda, responsabile della commer- cializzazione. COMPOSIZIONE: viene riportata per ogni compressa, per ogni fiala, per ogni ml di soluzione, la quantità di principio attivo presente e il tipo di eccipienti. Viene inoltre indicata la via di somministrazione del farmaco: orale (os), oftalmica, inalatoria, rettale, vaginale, intramuscolare (i.m.), endovena (e.v.) AIC: Sullo stesso lato o su uno dei lati adia- centi, si può inoltre ritrovare il numero di A.I.C., cioè il numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio rilasciato dal Ministero della Salute per quel farmaco. DA VENDERSI DIETRO PRESENTA- ZIONE DI RICETTA MEDICA: il farmaco non può essere dispensato dal farmacista senza ricetta.
  • 36. 36 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci DA VENDERSI DIETRO PRESENTA- ZIONE DI RICETTA MEDICA UTILIZ- ZABILE SOLO UNA VOLTA: sono farmaci soggetti a ricetta non ripeti- bile che verrà ritirata dal farmacista. FARMACO DI AUTOMEDICAZIONE: è un medicinale che può essere richiesto direttamente al farmacista senza esibire alcuna ricetta e per il quale è permessa la pubblicità tramite i mezzi d’informazione. TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI: è necessario che il farmaco sia riposto in un luogo inaccessibile ai bambini poiché, se assunto accidentalmente, potrebbe risultare pericoloso. ATTENZIONE, PER L’USO LEGGE- RE ATTENTAMENTE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO: l’esito di una terapia dipende dalla stretta osservanza di alcune regole. È buona norma leggere il foglietto illustrativo o chiedere chiarimenti al medico o al farmacista. CONSERVARE AL RIPARO DAL CALORE E UMIDITA’: evidentemente si tratta di un farmaco sensibile alla temperatura, quindi va conservato in un luogo fresco e asciut- to. CONSERVARE FRA I 2°-8°: è un farmaco che va conservato in fri- gorifero. NON CONSERVARE AL DI SOPRA DEI 25° (o dei 30°): è un farmaco che non può essere lasciato a temperature superiori ai 25° per lunghi periodi (come il davanzale di una finestra, il cruscotto di un’auto parcheggiata al sole, in bocca al vostro cane e altri luoghi dove speriamo non vi venga mai in mente di lasciare una confezione di farmaci). SOGGETTO ALLA DISCIPLINA DEL D.P.R 309/90 TAB...: questa avvertenza si trova stampata sulle confezioni dei farmaci ad azio- ne stupefacente. In tal caso servono particolari cautele e il farmacista può consegnare il farmaco solo a persone maggiorenni e muniti di ricetta. CONSERVARE AL RIPARO DALLA LUCE: si tratta di un medicinale fotosensibile che non deve essere sottoposto a luce diretta. MEDICINALE NON SOGGETTO A OBBLIGO DI PRESCRIZIONE ME- DICA: è un farmaco acquistabile senza ricetta. AVVERTENZE: sono una serie di raccomandazioni che si trovano solitamente raggruppate su di un unico lato della confezione.
  • 37. 37 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci
  • 38. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 38 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci illustrativo Il foglietto Vi capita mai di aprire la confezione del vostro farmaco e di non incon- trare subito ciò che avete acquistato ma della carta? All’incirca chilome- tri di carta? Bene, quello è naturalmente il foglietto illustrativo e voi avete aperto al confezione al contrario. A cosa serve questo oggetto che la prassi farmaceutica chiama “foglietto” ma che in realtà è un papiro scritto fitto fitto? Vediamolo. Il foglietto illustrativo o “bugiardino” identifica il farmaco cui appartiene in maniera inequivocabile, riassumendone tutte le proprietà, per cui è opportuno che non venga smarrito fino a comple- to esaurimento della confezione. La sua presenza infatti in alcuni casi può essere di vitale importanza, perché indica eventuali controin- dicazioni, effetti collaterali, informazioni sul sovradosaggio e altro. Ecco in dettaglio le informazioni che vi sono riportate all’interno:
  • 39. 39 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE • il nome di fantasia scelto dalla casa farmaceutica per quel farmaco; • tutte le forme farmaceutiche pre- senti in commercio con relativi do- saggi (uno stesso farmaco può esse- re commercializzato in compresse, supposte, gocce, ecc.); • il nome del o dei principi attivi in esso contenuti; COMPOSIZIONE • la quantità di principio attivo pre- sente; • l’elenco degli eccipienti FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTOO • forme farmaceutiche presenti in commercio (compresse, bustine, supposte, ecc.) • quantità di principio attivo per unità posologica • numero di unità posologiche per confezione (numero di compresse, ml di soluzione presenti nel flacone, numero di fiale) CATEGORIA FARMACEUTICA Breve descrizione della classe terapeu- tica cui il farmaco appartiene e princi- pale indicazione clinica (antinfiamma- torio, analgesico, antidepressivo). TITOLARE AIC Nome ed indirizzo della casa farma- ceutica titolare dell’Autorizzazione all’ IMMISSIONE in COMMERCIO per l’Italia. PRODUTTORE E CONTROLLORE FINALE Nome ed indirizzo degli stabilimen- ti in cui il farmaco è effettivamente prodotto. INDICAZIONI TERAPEUTICHE Vengono indicate le motivazioni clini- che per cui il farmaco dovrebbe essere assunto, le finalità per cui è stato con- cepito. Attenti! Non è detto che lo scopo pre- scrittivo coincida sempre con la pri- ma indicazione! Uno stesso farmaco può agire su vari livelli. In tal caso, ulteriori indicazioni per l’assunzione, dovranno essere obbligatoriamente riportate nello stesso paragrafo alla voce INDICAZIONI SECONDARIE. CONTROINDICAZIONI Sono elencate le condizioni per cui si esclude in maniera categorica l’assun- zione di quel farmaco. Ad esempio: • assunzione concomitante di altri farmaci; • ipersensibilità a farmaci della stessa “famiglia”;
  • 40. 40 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci • gravidanza o allattamento; • altre patologie da cui il soggetto è affetto; • fasce di età (bambini, anziani, adulti). PRECAUZIONI Le stesse situazioni riportate in CONTROINDICAZIONI possono ritro- varsi sotto “precauzioni”, perdendo in questo caso la connotazione di divieto categorico vista in precedenza. Que- sto significa che il farmaco potrà es- sere ugualmente assunto dal pazien- te, però, il medico che lo segue, dovrà caso per caso valutare la giusta poso- logia. INTERAZIONI CON ALTRI FARMACI ED ALTRE FORME D’INTERAZIONE Non sempre è possibile l’assunzione concomitante di farmaci diversi. È buona regola riferire sempre al me- dico prescrittore la presenza di altre terapie in corso, affinché sia lui a valu- tarne la compatibilità. AVVERTENZE SPECIALI Vengono segnalate condizioni partico- lari in cui è necessario fare attenzione quando si assume il farmaco. Queste situazioni sono: • gravidanza e allattamento; • uso pediatrico; • effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine; • presenza di componenti che posso- no provocare in soggetti predisposti reazioni allergiche. Talvolta sono indicati i casi in cui è ne- cessario sospendere l’assunzione del farmaco. Un’avvertenza speciale è anche “TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI”, il che significa che il far- maco, anche in piccole dosi, assun- to accidentalmente dal bambino, può risultare dannoso. I genitori quindi, dovranno preoccuparsi di conservare la confezione in un luogo inaccessibile ai loro figli. DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINI- STRAZIONE • il numero di compresse, fiale, gocce che devono essere assunte nel corso delle 24 ore e la durata della terapia; • intervallo fra dosaggio minimo e massimo entro il quale è possibile muoversi in base alle indicazioni te- rapeutiche ed eventualmente, con che modalità aumentare le dosi; • come sospendere la terapia e quan- do è necessario rivolgersi al medico per rivalutare le condizioni cliniche; • modo di assunzione in relazione ai pasti e ai momenti della giornata
  • 41. 41 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci (prima di coricarsi, appena svegli); • indicazioni sulla quantità o tipo di li- quido in cui è possibile sciogliere la compressa o le gocce ecc. SOVRADOSAGGIO • la dose di farmaco superata la quale possono verificarsi effetti tossici; • sintomi del sovradosaggio; • eventuali antidoti; • necessità di indurre emesi (vomito), di sottoporre il soggetto a lavanda gastrica, dialisi; • necessità di avvisare il proprio me- dico o di condurre il soggetto al più vicino ospedale; NB: la dose superata la quale possono verificar- si effetti tossici, si riferisce all’individuo adulto di peso corporeo di circa 60 kg. Qualora sia un bambino di 10 kg ad assumere accidentalmente il farmaco, quella stessa dose andrà divisa per un fattore pari a 6! Quindi ATTENZIONE! EFFETTI INDESIDERATI Sono i classici “effetti collaterali” che possono verificarsi in seguito all’assun- zione di un farmaco e che sono spesso transitori. È opportuno che questi distur- bi vengano comunicati al proprio medico o farmacista soprattutto se non menzio- nati nel foglietto illustrativo; ci riferiamo a qualunque disturbo, da eczemi, asma, stati di panico fino all’apparizione im- provvisa e ingiustificata di alci rosa che corrono in salotto. SCADENZA E CONSERVAZIONE Sono forniti consigli sulla modalità di conservazione del farmaco (temperatu- ra, umidità, ecc). È opportuno controlla- re sempre la data di scadenza stampata sulla confezione che si riferisce al farma- co integro, correttamente conservato. D’altra parte lo facciamo con i cibi, è im- pensabile non farlo anche con i farmaci! In ultimo è riportata la data in cui il foglietto illustrativo è stato revisionato dal Ministero della Salute.
  • 42. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 42 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci terapeutica L’importanza dell’adesione “Scrivere una ricetta è facile, parlare con chi soffre è molto più difficile.” F. Kafka - Die Zürauer Aphorismen (Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via, in Confessioni e diari, Mondadori, Milano 1976) È solo nel gennaio del 2013 che l’annosa questione della scarsa adesione tera- peutica viene affrontata tramite la pubblicazione di un manifesto: Il manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio italiano, presentato in Senato durante un Convegno promosso dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. Ma che cosa s’intende per adesione terapeutica?
  • 43. 43 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Per quanto se ne sia parlato, non sempre è chiaro che il concetto di “adesione” comprende comporta- menti riguardanti la salute che vanno ben oltre le prescrizioni farmaceuti- che. L’OMS nel 2001 ha stabilito che la definizione di adesione (allora si usa- va più spesso il termine compliance) come “la misura in cui il paziente se- gue le istruzioni del medico” fosse di sicuro un utile punto di partenza, ma il termine “istruzioni” implica un pa- ziente passivo destinatario di pareri e consigli, mentre l’approccio alla pato- logia (specialmente se cronica) richie- de un’attiva di forte collaborazione nel processo terapeutico. Dunque, mantenere un comportamen- to coerente: seguire le cure mediche, assumere farmaci in modo appropria- to, rispettare gli appuntamenti di fol- low-up, mettere in atto opportune modifiche comportamentali, curare l’i- giene personale, autocontrollarsi, abo- lire il fumo, avere abitudini alimentari corrette e dedicarsi a una buona attivi- tà fisica. Tutte cose che in teoria sem- brano semplici e scontate ma che nella realtà quotidiana sono motivo di gravi problemi sia per i pazienti che per il servizio sanitario. Come si legge nel manifesto: “Nei paesi occidentali, l’aderenza al trattamento, tra i pazienti affetti da malattie croniche (Diabete, Ipertensio- ne, ecc.) arriva solo al 50%. La scarsa aderenza al trattamento si manifesta principalmente nella non assunzione (piuttosto che nel prendere una dose aggiuntiva) e nel ritardarla rispetto all’orario previsto. La scarsa aderenza al trattamento si colloca, per tutte le malattie, tra le cause principali di risul- tati clinici non ottimali. Il trattamento migliore, infatti, può divenire, a causa dellascarsaaderenza,inefficaceomeno efficace, così come esporre il paziente a rischi quali effetti collaterali da re- pentina interruzione della terapia, svi- luppo di resistenze, dipendenza farma- cologica e tossicità da sovradosaggio. Le conseguenze della scarsa aderen- za sono cliniche e psicosociali, con un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, ma anche economiche, in quanto essa genera uno spreco di risorse del sistema sanitario naziona- le, collocandosi come una delle prin- cipali cause di aumento di spesa far- maceutica. Il paziente non ottiene i benefici attesi in termini di salute, mentre lo Stato, spesso, ha già acqui- stato farmaci che non saranno assunti”.
  • 44. 44 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci L’aderenza al trattamento dipende da vari fattori, tra i quali è rilevante la complessità del trattamento stesso, intesa non solo come numero di far- maci da assumere, ma anche e soprat- tutto come difficoltà a cambiare lo stile di vita: seguire una dieta, di praticare esercizio fisico, ricordarsi gli orari di assunzione e autocontrollarsi. Di con- seguenza i numeri della non adesione sono sempre più elevati e i costi al- trettanto. Basta prendere in conside- razione le malattie cardiovascolari e il diabete, patologie il cui onore econo- mico è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione e al cambiamento dello stile di vita. Alti livelli di aderenza aumentano l’efficacia della terapia farmaco- logica e garantiscono un minore di- spendio di risorse: si evitano, infat- ti, future complicanze della patologia, conseguenti accessi al pronto soccorso e lunghe degenze in ospedale. La man- cata aderenza, invece, compromette la vita sociale e lavorativa del paziente e dei familiari, con perdite di produtti- vità e scarsa qualità di vita. Spesso un paziente non segue del tutto o in parte la terapia, per sfiducia che il far- maco possa essere efficace, per paura di effetti collaterali, per timore di do- vere assumere per sempre un farma- co e quindi di dipendere da esso e per mancanza di percezione di gravità del- la propria condizione. Sicuramente lo strumento più efficace per migliorare l’adesione di un pazien- te è il suo attivo coinvolgimento nella gestione della patologia, attraverso un percorso educativo adeguato. La comprensione della complessità del- la malattia e, di conseguenza, del suo trattamento, assieme alla consapevo- lezza dei benefici a medio e a lungo termine che derivano da tale tratta- mento. La comunicazione e il supporto rappresentano la migliore motivazione per il paziente e ne rafforzano l’ade- sione. È qui, infatti, che diventa fondamenta- le il ruolo del medico curante, le cui ca- ratteristiche possono influire positiva- mente su un processo di comunicazione efficace con il paziente. Numerosi studi hanno documentato come l’aderenza al trattamento farmacologico migliori nei 5 giorni precedenti e successivi la visita medica, rispetto a quella misu- rata nei 30 giorni successivi e come si correli con uno stile positivo ed empa- tico nella relazione medico-paziente. Anche il ruolo del farmacista non è da sottovalutare, dovrebbe essere inve- stito della responsabilità di monitorare l’aderenza all’atto della riconsegna dei
  • 45. 45 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci farmaci, effettuare un maggiore con- trollo dei costi e gestire una migliore disposizione delle risorse. Infine, dovrebbe essere riconosciuto l’impegno delle aziende farmaceuti- che nello sviluppo di nuovi farmaci con minori effetti collaterali, e di monote- rapie che richiedano minor frequenza di assunzione e siano di facile utilizzo. Uguale importanza ha anche l’offer- ta di strumenti per la misurazione dei livelli di aderenza (ad esempio di- spositivi elettronici) e di strumen- ti per la somministrazione del somministrazionedeltrattamento,come agende e diari provvisti di allert sonori.
  • 46. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 46 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci si fa social L’approccio ai farmaci In tutto il mondo sono 2.08 miliardi gli utenti che usano internet, con un incremento dell’11% lo scorso anno. Ci sono 476.213.935 di utenti solo in Europa, 156 milioni di blog e oltre 200 milioni di persone usano Twitter e sparano nell’etere all’incirca 40 miliardi di cinguettii all’anno. Facebook, invece, ha 750 milioni di utenti: se fosse un paese, sarebbe il terzo più grande del mondo, subito dopo Cina e India. E andando così passiamo dai numeri vertigionosi di YouTube, che conta 1 miliardo di nuovi video ogni giorno, e di Wikipedia con i suoi 3.65 milioni di articoli (per leggerli tutti potrebbero volerci più o meno 123 anni). Google registra 2 milardi di ricerche al giorno. “Salute” è la seconda ricerca più frequente fatta sul motore.
  • 47. 47 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Like, Retweet e Share it (in italiano “mi piace”, “retwitta” e “condividi”), sono tutte azioni che compiamo quo- tidianamente e sempre più spesso anche quando vogliamo avere maggio- ri informazioni su un nostro sintomo o su un farmaco che stiamo assumen- do. Tra domande su Yahoo Answers e certosini consulti Wikipedici tendiamo, più o meno consciamente, a cercare e a diffondere un grandissimo numero di notizie e esperienze legate alla nostra salute personale. Con un report molto dettagliato ce lo conferma l’IMS Institute for Healthcare Informatics, che si è proposto di misurare l’impegno di utenti singoli e di case farmaceutiche nell’ambito dei social media e di rileva- re l’impatto di questi strumenti di co- municazione nell’uso dei medicinali. Il rapporto include una vasta anali- si anche sul ruolo di Wikipedia e nel suo essere ritenuta la principale fonte di informazioni mediche, sia per il pa- ziente che per il professionista del set- tore: da un sondaggio fatto su 4.000 dottori è emerso che l’88% dei medici usa internet per cercare informazioni professionali e il 48% ha ammesso di visitare Wikipedia più di una volta a settimana. L’IMS Institute ha rilevato così una forte correlazione tra le visi- te alle pagine dell’enciclopedia libera e l’uso del farmaco; i contenuti relativi ad argomenti sanitari sono in costante modificazione e supervisionati da grup- pi ufficiali e spontanei e le informazio- ni provengono per la maggior parte da pazienti. Tra le poche discriminanti in questo uso dei social media, c’è l’età dell’utente, mentre il sesso, l’educa- zione, il reddito e altre caratteristiche sociali incidono in misura nettamente inferiore. Il paziente più giovane, in- fatti, tende a informarsi online prima di iniziare la terapia, mentre il paziente dai 50 anni in su tende a cercare infor- mazioni sul proprio trattamento dopo averlo già iniziato. È, inoltre, tutto un fiorire di app mediche e device hi-tech in gra-
  • 48. 48 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci do di monitorare il nostro stato di salute. Ad esempio l’attesissimo Helthbook di Apple. È stata da poco rilasciata la ver- sione ufficiale di iOS 7.1 ma sul web si inizia già a pensare alle possibili implementazioni che La Mela potrebbe introdurre nella futura release del suo sistema operativo per mobile. In questa corsa all’innovazione del- le tecnologie mediche, iWatch non è che la punta di un iceberg. Pare che iOS 8 avrà una nuova app chiamata, appunto, Healthbook con la quale sarà possibile controllare e aggregare serie di dati riguardanti la nostra salute e i nostri allenamenti. Apple ha già lungamente dimostrato il suo interesse per i sensori, il monito- raggio non invasivo delle prestazioni e dello stato di salute dei suoi user, per esempio sviluppando applicazioni in grado di calcolare i cicli e la qualità del sonno. Pensate poi ai dispositivi che permettono di diagnosticare velo- cementelemalattiedegliocchi,tra- mite la fotocamera di un semplice smartphone. Parliamo di due dispo- sitivi, sviluppati a Standford, creati a corredo del telefonino che consentono di catturare immagini ad alta risoluzio- ne della parte anteriore e posteriore dell’occhio. Sono efficaci e molto più economici dei macchinari ospedalieri, spesso di difficile reperibilità e che co- stano decide di migliaia di euro (contro i 65 euro dei device di Stanford). Adattare uno smartphone per fotogra- fare l’occhio ha il potenziale per rivo- luzionare la cura del settore oftalmolo- gico. In particolare, questa invenzione straordinaria è destinata a fornire i servizi sanitari anche nei luoghi meno accessibili. Infatti, grazie a questi scatti sarà possibile realizzare diagnosi istantanee, decisamente più dettaglia- te, e garantire controlli più frequenti anche a distanza. Quando si dice che una foto vale più di mille parole! I dati relativi al paziente potranno in
  • 49. 49 Cap.3 - Uso corretto e consapevole dei farmaci Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci pochi tocchi essere trasferiti immedia- tamente nella sua cartella clinica per- mettendo ai medici di intervenire il più prontamente possibile. Una vera rivoluzione, chiara e ben vi- sibile! E in questo panorama anche Pharmawizard dà il proprio contributo. Pharmawizard offre tutti i vantag- gi di una ricerca online: permette di accedere ai foglietti illustrativi, confrontare i prezzi dei farmaci, inserire un sintomo, verificare le interazioni tra medicinali e trova- re la farmacia più vicina. Ma la cosa eccezionale è che con Pharmawizard si può fare tutto questo in un’unica ricer- ca veloce, immediata ed esauriente. Detto questo, l’avete già scaricata? http://bit.ly/report-ims-institute
  • 50. Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 50 PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia CAPITOLO 4 CURARSI CON LA NATURA: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia
  • 51. 51 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Omeopatia STORIA DELL’OMEOPATIA Ed è in punta di piedi che entriamo nel vivo di una discussione accesissima: ome- opatia o medicina tradizionale? Non agitiamoci! Non staremo di certo qui a schierarci da una parte piuttosto che da un’altra, ma è pur sempre di una scelta che si parla. E l’impegno di Pharmawizard è esattamente questo: offrire una scelta. Perciò, eccoci qui.
  • 52. 52 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Come inizia la storia dell’omeopatia? Fondamentalmente con una richiesta. Quella di trovare una via per un “be- nessere nuovo” e “naturale”, ma che sia ugualmente avvalorata dal rigore del metodo scientifico. Nonostante le cri- tiche di scettici e di numerosi scienzia- ti, secondo gli ultimi dati Doxa circa 4 italiani su 5 si dichiarano soddisfatti de- gli esiti delle cure omeopatiche. Infatti, nel nostro Paese è in costante aumento il numero di persone e medici che va- lutano positivamente le terapie ome- opatiche, sia come metodo integrativo che come cura totalmente alternativa. Soprattutto negli ultimi dieci anni ed in particolare in Francia, Inghilterra e Germania si è assistito ad una crescita esponenziale delle ricerche sull’efficacia dell’omeopatia. I risultati non sempre sono entusiasmanti, ma complessiva- mente l’omeopatia ha dimostrato una certa efficacia. In alcuni Paesi come Francia e Germania i rimedi omeo- patici vengono addirittura rimborsati parzialmente o totalmente dal servizio di sanità pubblica e l’omeopatia viene praticata all’interno del Servizio Sani- tario in ambulatori ospedalieri. Inoltre, è bene ricordare che i rimedi omeopatici sono classificati dalla legge come farmaci e sono resi di- sponibili come tali all’interno del circu- ito terapeutico, rappresentando perciò una scelta incontestabile per le perso- ne che li preferiscono come terapia. L’omeopatia nasce con Samuel Hah- nemann, medico tedesco nato nel 1755 a Meissen, in Sassonia, tossicolo- go e farmacologo, inizia a lavorare come medico all’età di 24 anni. Rapidamente deluso dall’assenza di risultati terapeu- tici efficaci e dai limiti della medicina dell’epoca (giudicò come troppo aggres- sive le “droghe” allora utilizzate), deci- de di non esercitare più. Per vivere, ini- zia allora a tradurre varie opere, fino a quando, un giorno, leggendo un tratta- to medico del dottore scozzese William Cullen, trova delle spiegazioni confuse sull’azione della china, utilizzata corren- temente per trattare la febbre malarica. Nasce allora in lui l’idea geniale di speri- mentarla su se stesso e sui suoi familiari e amici per conoscerne i reali effetti. Hahnemann, all’epoca in buona salute, osserva come la china, a debole dose, provochi in lui febbre. Una febbre in tutto e per tutto paragonabile alla febbre ma- larica (paludismo) combattuta da questa stessachinaadosemaggiore(ponderale). Capovolge quindi il fenomeno e imma- gina la possibilità di curare i malati con piccole dosi di china. Enuncia allo- ra l’ipotesi seguente: “Una sostan- za, in funzione della sua dose,
  • 53. 53 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci sarebbe capace di provocare in un individuo sano dati sintomi e di eliminare al tempo stesso sin- tomi simili in un individuo mala- to?”. Per verificare questa sua teoria, Hahnemann avvia una serie di test sistematici delle sostanze farmaco- logiche dell’epoca prima su individui sani e poi sui malati, alla ricerca, spie- ga, dei loro “effetti puri”. Accorgendosi che ottiene dei peg- gioramenti spesso passeggeri all’i- nizio delle sue terapie, diminuisce la quantità di sostanza medicamentosa somministrata: è l’origine delle dilu- zioni successive. Si rende allora conto che queste diluzioni, invece di diminui- re l’efficacia terapeutica, la rafforzano, a condizione di agitarle vigorosamente tra ogni diluzione, una procedura da lui battezzata “dinamizzazione”. Il rimedio omeopatico, infatti, non viene somministrato a dose “ponde- rale”, cioè in grammi o in milligram- mi di principio attivo, come i farmaci ed i fitoterapici, ma diluito decine o centinaia di volte e in soluzione “dinamizzata”, cioè in un recipien- te agitato decine o centinaia di volte, in modo da aumentarne l’efficacia. La conferma clinica è data dalla guarigio- ne della maggior parte dei suoi pazien- ti. Ottiene allora un successo che gli vale gli onori e una reputazione che oltrepasserà le frontiere. La definizione dell’omeopatia con l’espressione popolare “curare il male con il male” è un sunto certo discutibile, ma tuttavia intriso dell’idea fondamentale che i simili sono curati dai simili.
  • 54. 54 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Saranno poi, nel 1932 gli studi di due brillanti menti, quelle di Jean e Henri Boiron, e dall’unione di queste con il farmacista René Baudry e con il pub- blicitario Lucien Lèvy che daranno vita all’omeopatia moderna. Da allora l’omeopatia si è affermata sempre di più e il suo impiego in tera- pia è molto diffuso. Ma come funziona nel dettaglio? FUNZIONAMENTO Il principio dell’omeopatia può essere oggi enunciato in questo modo: “Ogni sostanza farmacologica attiva capace di provocare, a dose ponderale nell’in- dividuo sano, determinati sintomi può anche eliminare sintomi simili nell’in- dividuo malato, a condizione di essere utilizzata a debole dose”. Questa osservazione, esposta e poi riformulata da Hahnemann, era già stata presagita da Ippocrate, il quale affermava: “I simili sono curati dai si- mili”. Gli omeopati dicono “il simile cura il simile”. Dunque una malat- tia che causa bruciore di stomaco è curata da una sostanza che causa lo stesso sintomo in una persona sana, non da un rimedio opposto al disturbo (per esempio un antiacido per tampo- nare il bruciore di stomaco), ma que- sto succede solo quando la sostanza utilizzata è diluita ripetutamente. Il rimedio omeopatico inoltre non viene somministrato solamente in base al sintomo fisico, ma anche secondo le caratteristiche fisiche e psicologiche del paziente. Per cui il rimedio per il bruciore di stomaco di una persona tranquilla, alta ,testarda e che ama il sole, sarà diverso da quel- lo di un’altra, che ha una vita freneti- ca, odia il mare ed è sovrappeso. Non esiste, in verità, alcuna prova che per curare un sintomo bisogna assumere qualcosa che provoca lo stesso sinto- mo; questa ipotesi, risalente al 1800, non è mai stata dimostrata nemmeno dagli omeopati. Comunque sia, più viene diluita la sostanza di partenza più questa diventa “attiva”. Qualche preparazione omeopatica può presentare alcune mole- cole, ma questo succede per quelle a bassa diluizione, quelle ad alta diluizione (oltre la dodicesima, quindi in linguaggio omeopa- tico oltre la 12CH) non contengono alcuna traccia della sostanza iniziale. Ha senso? Non possiamo dirlo con certezza, ma è su questo che si basa l’omeopatia. Procediamo a spiegarne il processo per fasi.
  • 55. 55 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 1 - INDIVIDUAZIONE DEL SINTOMO Il primo passo è quello di trovare una sostanza che provochi nel pazien- te lo stesso sintomo della malattia da curare, per esempio un prurito può essere curato con un estratto di ortica o un’ustione da una sostanza acida come il succo di limone e l’aceto, oppure il bruciore agli occhi con il pepe! Non stia- mo cercando di prendervi in giro. A dif- ferenza della medicina convenzionale, l’omeopatia ha un tipo di approccio basato molto sull’individualità del pa- ziente; perciò, se la scegliete come terapia, preparatevi a lunghe e intime chiacchierate col vostro omeopata. L’omeopatia mira a riconoscere le caratteristiche individuali di re- azione del paziente, le cosiddette “modalità”, e su queste e non sui sin- tomi comuni della patologia imposta la sua scelta terapeutica. Tende così a restituire al paziente una salute più duratura, riequilibrando i sistemi biologici di omeostasi, rinforzando le sue difese, rendendolo soprattutto non più dipendente dal farmaco come invece spesso succede con terapie tra- dizionali, agisce dunque come una vera medicina preventiva. Infatti l’omeopatia è un modello di medicina che ha come obiettivo la stimolazione delle capacità di reazione dell’or- ganismo alle malattie, sia fisiche che psicologiche. A questo punto, l’omeopata ha scelto il ri- medio del caso, quello che produce lo stes- so sintomo della persona da curare. I ri- medi hanno spesso nomi strani o latini. Per esempio per trattare l’insonnia gli omeopa- ti usano “Coffea cruda”, ovvero l’estratto di caffè che contiene soprattutto caffeina. Perciò, se è una vita che soffrite d’insonnia, sappiate che a rivolgervi a un omeopata vi vedrete prescrivere, paradossalmente, dei granuli di caffeina!
  • 56. 56 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci 2 - LA DILUIZIONE È il passaggio caratterizzante della pra- tica omeopatica. Una piccola quan- tità del rimedio sarà mescolato ad acqua; partendo dal nostro esempio, una goccia di caffeina sarà mescolata a 99 gocce di acqua. Possono essere uti- lizzati altri solventi, come l’alcool, ma questo renderebbe tutto più complica- to, visto che l’alcool ha in sé già delle proprietà specifiche (chiare a chiunque di noi si sia svegliato sotto a un albero dopo un confuso week end di feste) che renderebbero difficoltosa l’attribuzione dell’efficacia del rimedio. Questa prima diluizione è chiamata 1CH (diluizione centesimale di Hanneh- man). A questo punto le molecole di caffeina si trovano mescolate a quelle di acqua. Gli omeopati sostengono che le molecole di caffeina “comunicano” a quelle di acqua le loro caratteristiche e queste ultime, a contatto con quelle di caffeina, le “memorizzano” (la chia- mano “memoria dell’acqua”). Alla me- dicina tradizionale non è chiaro come ciò possa avvenire, né quali proprietà siano “memorizzate” (ogni sostanza può avere centinaia di effetti sull’orga- nismo), non è chiaro nemmeno come faccia l’acqua a capire perché memo- rizzare l’effetto causato sull’uomo e non quello causato in un’altra specie e non si sa come mai l’acqua memorizzi le proprietà della caffeina ma non quelle degli eventuali contaminanti. L’ome- opatia spiega che questa capacità dell’acqua (la “attivazione”) si mo- strerebbe per merito della dinamiz- zazione. 3 - LA DINAMIZZAZIONE Gli omeopati sostengono, come detto, che questo processo di “memorizzazio- ne” avvenga dopo la dinamizzazione. Per “attivare” queste proprietà, cioè, bisogna agitare 100 volte il recipiente che contiene la soluzione acqua-caffei- na ogni volta che si procede con una diluizione (dinamizzazione). Così si prende una goccia della prima diluizio- ne, la 1CH, la si diluisce in altre 99 gocce di acqua e quindi si agita energi- camente: si ha la 2CH. Roba per polsi di ferro! La diluizione toglie semplicemente la potenziale tossicità delle sostan- ze impiegate, mentre la dinamizza- zione conferisce alla diluizione il tanto discusso “quid energetico”, che costituisce la base di azione del ri- medio.
  • 57. 57 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci A questo punto la sostanza iniziale (la caffeina), sarà presente solo in trac- ce. Si procede allo stesso modo fino a quando si raggiunge la diluizione desi- derata, più si diluisce la sostanza più, naturalmente, essa sarà poco presen- te. Una 30CH avrà ripetuto il proce- dimento per 30 volte. Naturalmente dopo un certo numero di diluizioni, la caffeina iniziale sarà già scompar- sa, per logica e per le leggi di fisica e chimica, oltre la 12ma diluizione non esiste più nessuna molecola del prin- cipio attivo iniziale (nel nostro caso la caffeina) e oltre la 24ma anche l’acqua iniziale sarà ormai sostituita da acqua “nuova”. L’acqua ormai non ha traccia del principio attivo ma le sue molecole si ricordano. Ma solo di lui, niente altro colpirà la loro memoria. Visto che maggiore è la diluizione, più potente è l’effetto, si potreb- be pensare che una diluizione altissi- ma rischierebbe di causare non solo un effetto troppo potente ma anche dei pericoli per la salute. Nel caso del- la caffeina, ad esempio, una diluizione molto alta (100CH) dovrebbe causare gravissimi disturbi, addirittura il coma ma, fortunatamente, l’omeopatia non ha alcun effetto collaterale. Il finale ha, dobbiamo ammetterlo, del sorprendente. L’acqua così ottenuta (quindi tanto diluita da non avere più traccia di principio attivo) è spruzzata in un granulo di zucchero (in real- tà i granuli sono “spruzzati” a migliaia dentro una sorta di “ruota”, tanto che un granulo riceverà più acqua omeo- patica e un altro di meno). I granuli verranno poi confezionati e messi in vendita. Se da un lato questo processo rende l’omeopatia praticamente immune da effetti collaterali, dall’altro pone molti dubbi sulla sua scientificità, appunto perché spesso vengono utilizzati dilui- zioni talmente numerose da azzerare la sostanza originaria. Ma intanto, sull’al- tro fronte, c’è la moderna farmacologia che, pur essendo molto efficace nelle condizioni di emergenza, spesso falli- sce nel trattamento di patologie com- plesse (come le malattie autoimmuni) direttamente o indirettamente proprio per eccesso di effetti collaterali. Insomma, si tratta di scelte. E come dice Esiodo ne Le opere e i giorni: “la giusta scelta del momento è in tutte le cose il fattore più impor- tante”.
  • 58. 58 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Gocce Le gocce, solitamente realizzate con una soluzione alcolica, sono la forma più utilizzata per somministrare rime- di omeopatici a diluizioni molto basse, come nel caso della gemmoterapia. E poi ancora… • le capsule contenenti i globuli di lat- tosio • le compresse (1 compressa sostitu- isce i 5-7 granuli) • le pomate • i colliri • le soluzioni pronte per lavande • gli spray nasali e cutanei • le fiale bevibili o iniettabili per certi prodotti QUALI TIPO DI RIMEDI OMEOPATICI ESISTONO? In che modi possiamo assumere i nostri beneamati rimedi omeopatici? Granuli Sono piccole sfere di lattosio, impre- gnate della sostanza medicinale ome- opatica diluita (solitamente a diluizioni medio-basse) e contenute in un tubo. Sono adatti per essere assunti più volte al giorno (per es., 5 granuli 3 volte al giorno). Globuli Sono simili ai granuli, ma sono molto più piccoli. Il contenuto di un tubo (solita- mente 200 globuli e a diluizioni molto alte) viene assunto in un’unica dose (per esempio, un tubo da 200 globuli una vol- ta alla settimana).
  • 59. 59 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci sono molto le sostanze e gli aromi che possono interferirvi. Per non com- promettere l’efficacia del tratta- mento è importante fare atten- zione alle combinazioni con cibo, alcol e fumo. È essenziale perciò l’igiene orale, evi- tando però di lavarsi i denti mezz’ora prima e mezz’ora dopo l’assunzione del rimedio e con i dentifrici aromatizzati, in particolare quelli alla menta; prefe- rite dentifrici omeopatici. L’assunzio- ne del rimedio omeopatico dovrebbe avvenire a digiuno o per lo meno lon- tano dai pasti (almeno 30 minuti prima o 2 ore dopo un pasto). Importante è evitare il fumo almeno un’ora prima e un’ora dopo l’assunzio- ne del rimedio. Durante una cura omeopatica, è bene evitare di prendere caffè e alcolici e di mangiare cibi speziati. Ridurre in generale l’uso di prodotti co- smetici con aromi molto intensi (come certi saponi, creme, lozioni ecc.). ISTRUZIONI PER L’USO Per ottenere i massimi risultati dalla terapia omeopatica è importante se- guire una serie di accortezze. Prima di tutto, assumere i rimedi fin dai primi sintomi e continua- re più spesso nella fase acuta. Te- ner presente che la frequenza delle somministrazioni dipende dalla gravi- tà del disturbo: per esempio, 3-4 vol- te al giorno in fase acuta, ma anche più frequentemente se indicato, fino a ridurre gradualmente fino alla so- spensione. Ricordarsi che i granuli e i globuli devono essere disciolti sotto la lingua, è a questo livello che il rime- dio viene assorbito meglio dalla ricca rete di capillari venosi. Occhio, però! Non ingeriteli subito: I rimedi in forma liquida (sciroppi, gocce ecc.) dovreb- bero essere trattenuti sotto la lingua per almeno un minuto prima di essere mandati giù! ALTRE PICCOLE ATTENZIONI PER NON VANIFICARE LA TERAPIA Vi ricordate di quando abbiamo parla- to di interazioni tra farmaci? Lo stesso principio vale anche per l’omeopatia e
  • 60. 60 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci «Gli oligoelementi sono quelle sostanze che senza partecipare essi stessi, pro- ducono reazioni le quali, in loro assen- za o non verrebbero prodotte o neces- siterebbero di condizioni molto spesso di difficile realizzazione» J.Polonovski Eccoci, questo è l’angolo del picco- lo alchimista. Come per l’omeopatia, anche qui ci esprimiamo in termini di strutture e dosi infinitesimali. Immagi- nate perciò di avere di fronte un pa- iolo di ghisa nel quale mescolare me- talli, lacrime, sudore e minuscoli indizi esoterici che vi condurranno alla sicura scoperta della pietra filosofale. Forse la troverete tra anni e anni e anni di rime- scolamenti ma, intanto, non smettete di crederci. Sappiate però che, nel mentre mesco- late, qualcuno prima di voi ha inventato una cosa chiamata “oligoterapia”. oligoelementi Origine degli ?
  • 61. 61 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci La maggior parte degli oligoelementi non è ancora sufficientemente cono- sciuta, la nostra alimentazione ne è più carente di quanto si possa immaginare. È stato Gabriel Bertrand a indivi- duare il ruolo estremamente impor- tante che giocano alcuni di questi elementi, anche se sono presenti in minima quantità, sia nei vegetali che negli esseri viventi. In seguito, un altro ricercatore di nome Jacques Mènètrier, ha scoperto che questi elementi, somministrati sotto una forma fisico-chimica adeguata, per- mettono, di migliorare il funziona- mento del nostro organismo, sia sul piano fisico che psichico. Il gran merito di Menetrièr è stato anche quello di esser riuscito a sta- bilire una corrispondenza fra sinto- mi e squilibri funzionali e biochimici e, soprattutto, la loro correzione con oligoelementi specifici. Gli oligoelementi sono in grado di catalizzare (velocizzare) le reazioni biochimiche del nostro organismo. COSA SONO Il corpo umano contiene diversi mine- rali. Alcuni, come il Calcio, fanno parte integrante della struttura degli organi Il termine Oligoterapia (dal greco oligos = poco) indica un metodo terapeutico che utilizza gli oligo- elementi, sostanze semplici indispen- sabili alla vita sia animale che vegeta- le, dosati e assunti in piccolissime quantità. Queste sostanze nonostante siano presenti nel nostro corpo in quantità molto piccole, cioè in una percentua- le infinitesimale (appunto “oligo”), rivestono un’importanza vitale per la nostra salute e il nostro benesse- re. La scoperta del ruolo degli oli- goelementi nel nostro organismo è comunque molto recente. Scegliere di curarsi con gli oligoele- menti significa curarsi attraverso dei minerali o dei metalli che per l’orga- nismo umano risultano essere delle sostanze molto preziose: oro, zolfo, magnesio, cobalto, e tanti altri che possiedono la capacità di attivare degli organi e di stimolare dei me- tabolismi. Se le proprietà del ferro e dello iodio sono conosciute da tem- po, soltanto in questi ultimi decenni si è potuto stabilire il ruolo dello zin- co nella crescita, del manganese nel- la formazione delle cartilagini e del selenio nella lotta contro i radicali li- beri, come pure l’influsso del cromo sulla tolleranza al glucosio (diabete).
  • 62. 62 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci A tutt’oggi sono stati individuati come essenziali: Fluoro, Selenio, Cobal- to, Cromo, Rame, Ferro, Manga- nese, Molibdeno, Nichel, Vanadio, Zinco e Silicio. Qual è la differenza esatta fra mine- rali e oligoelementi? La differenza sta unicamente nella quantità. I minera- li, chiamati pure macroelementi, sono presenti in quantità relativamente importante nel nostro corpo (fino a 1,5 kg di calcio). Al contrario gli oli- goelementi sono presenti in picco- lissime quantità (pochi milligrammi o microgrammi per un peso totale di 8 – 10 grammi!); a dosi elevate sono veri e propri veleni. e dei tessuti e, proprio per questo, se ne trova una grande quantità nel no- stro organismo. Gli altri, come il Rame, lo Zinco, il Manganese, sono presenti in quanti- tà minime, seppur rivestano una gran- de importanza. Per questo motivo sono stati chiamati “oligoelementi”. Un oligoelemento viene definito es- senziale quando possiede le seguenti caratteristiche: • è presente in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi • ha una concentrazione tissutale relati- vamente costante • induce, a seguito di una sua carenza, delle alterazioni strutturali e fisiologi- che di vario tipo • previene o guarisce, attraverso il suo apporto, le affezioni morbose provoca- te dallo stato carenziale.
  • 63. 63 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci psichica che fisica. Il dottor Menétriér individuò cinque tipi di diatesi, che si potrebbero chiamare anche terreni costituzionali del nostro organismo, ognuno con delle tendenze patologiche specifiche. Diatesi allergica o artritica del Manganese La patologia, in questo caso, è collega- ta all’oligoelemento, Manganese e si presenta con gli stati allergici o ar- tritici. La patologia si può manifesta- re anche in forme acute ma raramente gravi. Infatti essa è anche una diate- si “giovane” cioè esse provengono da un’espressione di vitalità e capacità di difesa dell’organismo. Degli esem- pi concreti che manifestano la diate- si allergica sono: la rinite, il prurito stagionale, l’orticaria, gli eczemi allergici e le intolleranze alimen- tari. Mentre gli stati artritici si posso- no manifestare come artriti doloro- se, deformanti, nevralgie. Inoltre il raggio di influenza di questa prima dia- tesi riguarda anche il comportamento intellettuale (turbe della memoria), il comportamento fisico (astenia mat- tutina), il comportamento psicologico aggressività, emotività), turbe cardio- vascolari (palpitazioni), turbe genitali Gli oligoelementi sono, in sostanza, dei “BIOCATALIZZATORI”, ovvero aiu- tano/attivano, le reazioni chimiche e metaboliche indispensabili alla vita. La loro carenza induce alterazioni struttu- rali e fisiologiche, somministrati a giu- ste dosi prevengono e guariscono gli stati di carenza, e il loro impiego aiu- ta a ripristinare le funzioni deficitarie dell’organismo. Si integrano, in quan- to naturali, all’organismo e non sono come i farmaci di sintesi che rimedia- no parzialmente a un funzionamento deficitario; i farmaci vengono abitual- mente eliminati attraverso gli organi emuntori (fegato, rene, ecc.), mentre gli oligoelementi entrano nel tessuto cellulare riportando il corpo allo stato di equilibrio funzionale. Come possono essere individuate le carenze? Grazie al mineralogramma o i dosaggi nel sangue (effettuati dai la- boratori specializzati). LE DIATESI Con uno studio durato oltre vent’an- ni, producendo per prove, osserva- zioni, sperimentazioni ed esperienze, Ménétrier giunse ad ideare un enor- me sistema terapeutico che congiun- ge l’azione di ogni oligoelemento alla diatesi. Per diatesi s’intende uno stato di squilibrio che riguarda sia la sfera
  • 64. 64 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci rio delle due precedenti, la riscontrò generalmente nei soggetti oltre i 40 anni. Per la verità oggi, con il ritmo frenetico della vita moderna, si pos- sono trovare soggetti distonici anche prima di tale età. Si definiscono “vec- chie” proprio perché si caratterizzano dal venir meno della vitalità dell’orga- nismo. Le manifestazioni di tale diatesi però possono essere dovute anche a uno choc fisico o psicologico. Le pato- logia a cui si va incontro sono forme di eczemi a partecipazione neurove- getativa, artrosi, ma soprattutto pos- sono riguardare delle turbe genitali come stafilococchi, affezioni intestina- li e tubercolosi acute. Mentre per ciò che riguarda l’alterazione dello stato psico-motorio si va incontro a forme di astenia generale, di abulia, di deside- rio di solitudine e di idee suicide. Diatesi anergica del Rame-O- ro-Argento È la diatesi “più vecchia” con ciò si intende la mancanza di vitalità e di capacità di adattamento dell’or- ganismo. Anergia significa mancanza di vitalità e in effetti lo stato anergico è tipico di un soggetto al quale sono ve- nute meno le autodifese fisiche e psi- cologiche. La Diatesi Anergica sottende una vastissima gamma di stati aner- (ciclo doloroso), turbe endocrine (ipertiroidismo), antecedenti famigliari (affezioni cardivascolari). Diatesi ipostenica o artroinfetti- va del Manganese-Rame Tale diatesi si manifesta in uno stato di fragilità generale dove viene a mancare la resistenza a sforzi fi- sici ma anche intellettuali. Le pa- tologie che si iniziano a manifestare in questo stato di fragilità possono evol- vere verso forme croniche che riguar- dano in particolare: l’artitrismo e la tu- bercolosi. In generale invece, possono riguardare forme croniche di eczemi, bronchiti, cistiti recidivanti per l’appa- rato genito-urinario, coliti per le affe- zioni gastroduodenali, cicli mestruali poco abbondanti o turbe tiroidee, sin- dromi infettive come le adeniti (otite) e pleuriti (sinusite), l’abulia, l’insta- bilità psicofisica, l’astenia serale e/o mattutina per ciò che riguarda i com- portamenti fisici e intellettuali. Diatesi distonica o neuroartriti- ca del Manganese-Cobalto È una diatesi di involuzione (nel senso che ci si arriva partendo da una delle Diatesi precedenti), che Ménétrier de- finisce “vecchia” in quanto, al contra-
  • 65. 65 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci Diatesi della sindrome di adat- tamento dello Zinco-rame (tipo A) o dello Zinco-Nichel-Cobalto (tipo B) Non è una vera e propria diatesi perché viene provocata da uno “stress” che si subisce ma che porta alle manifesta- zioni patologiche delle altre (suddette) diatesi. Pertanto sono da osservare i sintomi e gli squilibri che si accusano sul piano ipofiso-surrenealitico o go- nadico e sul piano ipofiso-pancreatico: essi daranno disturbi come l’astenia ciclica, frigidità, impotenze, enu- resi e crisi ipoglicemiche. Inbaseaquesteosservazioni,Menètrièr individuò una cura detta (anche oggi) oligoterapia catalitica. Introdotta negli anni trenta tale cura rappresen- tava la prima, vera e propria, utilizza- zione sistematica di elementi minerali, appunto gli oligoelementi. gici, dai più lievi e che rappresentano fasi transitorie e spontaneamente rever- sibili (ad esempio le anergie post-influen- zali e primaverili) ai più gravi, come quelli dovuti a traumi fisici o psichici molto pe- santi o ad estrema vecchiaia ed usura. La Diatesi Anergica, se non viene curata tempestivamente, degenera e può portare alla lesione o addirittura alla morte. Infatti si manifesta con alterazio- ni dell’intero organismo piuttosto che con patologie localizzate. Si parla di tendenze morbose caratterizzate dalla ridotta o as- sente reattività dell’organismo che por- tano a una generale riduzione di energia e alla comparsa di malattie di tipo dege- nerativo. Infatti si assiste a una stato di stanchezza, di fatica psichica e fisica, di calo del desiderio sessuale, di progressi- va perdita della capacità intellettuali, di una tendenza allo stato depressivo con- dotto da stati di isolamento e da un ge- nerale atteggiamento di rinuncia.
  • 66. 66 Cap.4 - Curarsi con la natura: omeopatia, oligoelementi e fitoterapia Consiglialo a chi vuoi! PHARMABOOK La prima guida all’uso consapevole dei farmaci NiMgLiCuZnMnFeCa OLIGOALIMENTI IN COMMERCIO • Ca (Calcio) • Co (Cobalto) • Cu (Rame) • Cu/Au/Ag (Rame/Oro/argento) • F (Fluoro) • Fe (Ferro) • I (Iodio) • K (Potassio) • Li (Litio) • Mg (Magnesio) • Mn (Manganese) • Mn/Co (Manganese/Cobalto) • Mn/Cu (Manganese/Rame) • Mn/Cu/Co (Manganese/Rame/Co- balto) • Ni/Co (Nichel/Cobalto) • P (Fosforo) • S (Zolfo) • Zn (Zinco) • Zn/Cu (zinco/Rame) • Zn/Ni/Co (zinco/Nichel/Cobalto) COME SI ASSUMONO Gli oligoelementi vanno assunti al mattino a digiuno. Si versa il conte- nuto di una fialetta (oppure 20 gocce), sotto la lingua e lo si lascia per un minuto, prima di deglutire. È importante che il prodotto venga assunto in questo modo, perché per- mette agli elementi chimici dell’oligo- elemento di procedere alla prime tra- sformazioni, direttamente nella parte inferiore della lingua. Si trovano in commercio gli oligoele- menti anche sotto altre forme, come i granuli, spiccatamente propri della medicina omeopatica. Ca Fe Mn Zn Cu Li Mg N i