1. Il DEJA VU DEL CORONA
Siamo nel 2020, l’anno divenuto lo zimbello dell’ultima decade, protagonista di una guerra
mondiale scampata per un soffio e della pandemia COVID-19. Un importante shoutout va
anche all’Australia con i suoi ormai tipici incendi boschivi e le varie inondazioni avvenute
nei primi mesi di quest'anno, che sono state a dir poco distruttive.
Tornando a noi, sono uno studente italiano dell’ultimo anno delle superiori, ormai è
maggio, siamo quasi arrivati a due mesi di quarantena, la gente è stufa, vuole uscire, io
sinceramente no. In questi ultimi giorni con il nuovo decreto che andrà in vigore il 4
maggio e sancirà l’inizio della “fase 2” un polverone di idee contrastanti si è depositato
sull’Italia, creando due principali gruppi: quelli che vogliono la fine della quarantena (per
motivi economici, ci sono famiglie che stanno morendo di fame) e chi vuole il continuo di
essa.
Ciò che vedo io è la possibilità fin troppo concreta di buttare via tutti i progressi fatti in
questa quarantena, sento le persone dire “meglio finire in terapia intensiva, che finire per
strada”, come biasimarli insomma.
Già oggi 1 maggio, il numero delle persone fuori casa è drasticamente aumentato,
rischiando ovviamente la diffusione del virus e dando motivazioni reali alla mia paura di
aver perso solo tempo.
Perchè deja vu? Noi studiamo la storia per imparare dagli errori commessi nel passato e
come ben sappiamo ci sono state molte malattie definibili pandemie come la peste, il tifo,
l'influenza spagnola, e molte altre, che hanno creato numerosi morti, anche se per il
momento il numero dei decessi da corona è largamente inferiore rispetto alle epidemie
passate, si può sfortunatamente dire che il virus odierno è ancora in stato di sviluppo, si
sta ora diffondendo e molte nazioni non stanno prendendo le giuste precauzioni, anche se
un futuro distopico è impensabile, la preoccupazione di perdere i propri cari dovrebbe
essere piú che viva sfortunatamente.
Personalmente, la quarantena mi piace, lasciando perdere per un attimo tutti i problemi
che essa porta. Il vivere con calma, il poter decidere i propri orari, l’avere del tempo per
stare con se stessi, sono tutte cose che normalmente non avremmo potuto fare perché
rinchiusi in ritmi dettati dalle mille necessità del giorno che ora non ci sono più. Anche
avendo un esame da preparare e quindi passando la maggior parte del tempo sui libri, a
fine giornata si è in pace. Possiamo finalmente gustarci il tramonto, liberare i pensieri della
mente come facevano i crepuscolari, stiamo riscoprendo i piccoli piaceri della tranquillità e
a parer mio, questa quarantena mancherà a molti di noi.