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Intervista al
Prof. Ernesto Hofmann
REALTA’ VIRTUALE
Marzia Murè:
Professor Hofmann, questa volta parliamo di
Realtà Virtuale: il concetto fu espresso già da
Artaud, passando poi attraverso Neuromante e
Lara Croft, per citare solo i due forse più conosciuti.
Le che opinione ne ha?
Ernesto Hofmann:
Tempo fa mi ero chiesto chi fosse stato il primo
nella storia a parlare di realtà virtuale. E così mi
sono ricordato che forse era stato Omero. Quasi
alla fine del diciottesimo canto dell'Iliade Teti
entra nella caverna di Efesto per farsi costruire un
nuovo scudo per il figlio Achille.
Ed Efesto appare con due ancelle che Omero descrive come
chruseiai e zooesi, ossia d'oro e viventi; e aggiunge che
possedevano noos, fresin e audè, ossia intelligenza, forza e
voce umana. Che dire? Una fantasia esuberante, ma anche la
testimonianza di una nostra strana attitudine a cercare
l'insolito, ma anche il bello, e soprattutto di essere noi stessi
creatori della vita.
Quasi un millennio dopo Ovidio, nelle Metamorfosi, ci
propone un brevissimo racconto in cui un re-scultore,
Pigmalione, crea una meravigliosa statua della quale si
innamora e dalla quale avrà un figlio, dopo che Afrodite avrà
dato vita alla statua.
Perchè lo racconto? Perchè qualche mese fa Mark Zuckerberg
ha presentato con grande enfasi un nuovo visore per la realtà
virtuale denominato Oculus Go, un'evoluzione a costo molto
più contenuto rispetto all'originale visore Oculus che già ha
riscosso un certo successo.
Mi domando se Zuckerberg conosca l'esistenza di un breve
racconto del 1935 di Stanley Weinbaum, Gli occhiali di
Pigmalione, nel quale un paio di occhiali permette a chi li
indossa di entrare letteralmente in una realtà alternativa
nella quale si può interagire con personaggi fittizi che, invece
di essere su di uno schermo come in un film, si muovono
intorno a chi indossa gli occhiali.
Zuckerberg e altri sostengono che prossimamente i visori per
la realtà virtuale si diffonderanno come gli smartphone, perchè
possono farci credere di vivere in una realtà più attraente di
quella comune.
E' una visione, a parer mio, un pò consumistica di questa
emergente tecnologia. La realtà virtuale è qualcosa di più
complesso di un puro divertimento.
Certamente immergersi in un reef tropicale stando in poltrona,
oppure visitare una pianura ai tempi del Giurassico può offrire
delle incredibili emozioni. Ma dobbiamo anche riflettere sul
nostro rapporto con le immagini che si è evoluto non solo
geneticamente in tempi lunghissimi, ma anche culturalmente e
tecnologicamente e in tempi molto più brevi. I meccanismi
cerebrali della visione sono tra i più complessi del nostro
cervello e coinvolgono molteplici aree cerebrali.
Il concetto di rappresentazione della realtà si è molto evoluto, nei
secoli, anche grazie ad innovazioni tecnologiche quali la fotografia
ed il digitale…
Siamo in grado di riconoscere un viso da una caricatura e
persino da un semplice disegno appena tratteggiato. Al
tempo stesso siamo partiti dalle straordinarie pitture di oltre
trentamila anni fa dipinte nelle caverne di Chauvet, come
anche di Altamira, di Lascaux, di Cosquer. Pitture di cui
ancora ci sfugge del tutto il significato. E poi le tombe
egiziane, gli affreschi di Pompei, la pittura bizantina, il
Rinascimento...via via fino alla macchina fotografica, alla
cinepresa e alla Tv.
La pittura è sopravvissuta alle tecnologie, si è evoluta, ha fornito
ulteriori modi di osservare la realtà. Il computer, a sua volta, ha
creato straordinarie immagini digitali che hanno trasformato la
fotografia in qualcosa di ancor più complesso, di modificabile
all'istante, di essere trasformato in una sequenza di numeri.
Ciononostante la capacità emotiva di un quadro sembra
restare intatta. In questo periodo a Los Angeles concorre
per un Oscar un sorprendente film "dipinto", che tuttavia
sembra essere sfuggito ai più negli scorsi mesi: Loving
Vincent.
Il film non è costruito con immagini digitali ma è
una sequenza di dipinti. Com'è noto Van Gogh
trascorse gli ultimi 70 giorni della sua vita a
Auvers dove, prima di suicidarsi, dipinse 70
quadri, tra cui alcuni assoluti capolavori.
.Il film cerca di ripercorrere attraverso una
sequenza non di 60.000 immagini ma di
60.000 quadri, dipinti con lo stile di Van Gogh
da un centinaio di giovani pittori, parte di
questa vicenda.
Per poter ammirare la straordinaria bellezza
di questo film bisogna vederlo. Loving
Vincent è forse un'altra forma di realtà
virtuale? Ci aiuta forse a vivere in un mondo
più bello, come sostiene Zuckerberg? La
risposta è certamente si
Dunque le Realtà Virtuale come fattore di fruizione del bello,
professore?
In effetti, il punto ci riporta alla domanda più generale: la
realtà virtuale attuata attraverso nuove tecnologie come gli
avveniristici visori tridimensionali sarà solo per il godimento
del bello?
Io ritengo che questa tecnologia possa svolgere un ruolo
molto più ampio e complesso. Pensiamo alle conseguenze
che ha avuto il telescopio o a quelle che ha avuto il
microscopio.
E' difficile oggi valutare quali siano gli ambiti nei quali la nostra
conoscenza potrà evolversi con l'ausilio della realtà virtuale. Sono
certamente innumerevoli, come del resto lo sono state le
applicazioni rese disponibili dallo smartphone.
Quindi non solo divertimento ma anche nuove possibilità di
indagini conoscitive che possono coprire quasi tutto lo scibile
umano. In questo senso più ampio la realtà virtuale è
certamente una tecnologia rivoluzionaria.
Ernesto Hofmann
Laureato in fisica, programmatore, manager, direttore consulente, per quasi
quarant’anni in IBM, Ernesto Hofmann è una delle grandi figure di riferimento
della storia dell’informatica. Entrato in IBM nel 1968 nel Servizio di Calcolo
Scientifico.
Nel 1973 è diventato manager del Servizio di Supporto Tecnico del Centro di Calcolo
dell'IBM di Roma. Dal 1978, come sistemista senior, è stato responsabile tecnico per
l'IBM di diversi centri elaborazione dati di alcune grandi istituti di credito e di
assicurazioni.
Nel 1981 è stato trasferito per tre anni presso lo stabilimento francese di Montpellier
dove l'IBM costruisce i suoi computer più grandi. Nel 1986 è stato trasferito presso lo
stabilimento di Corbeil Essonnes dove vengono realizzati i chip di logica utilizzati dai
computer IBM. In ambedue le assegnazioni ha svolto il ruolo di interfaccia tecnica tra
i clienti ed i progettisti dello stabilimento.
A partire dal 1986 è stato diverse volte negli USA per lunghi periodi, presso gli
stabilimenti di Poughkeepsie e Fishkill, dove vengono progettati i grandi computer
IBM. La sua attività negli USA gli ha consentito di approfondire sempre più
l'evoluzione tecnologica oggi in atto nell'informatica.
Dal 1984 è Direttore Consulente per i Sistemi Complessi dell'IBM Italia.
È autore di molteplici pubblicazioni sull'informatica, sia di carattere tecnico sia
divulgative, nonché di svariati articoli e interviste anche per la stampa non

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Realtà Virtuale: il punto di vista del professor Ernesto Hofmann

  • 1. Intervista al Prof. Ernesto Hofmann REALTA’ VIRTUALE
  • 2. Marzia Murè: Professor Hofmann, questa volta parliamo di Realtà Virtuale: il concetto fu espresso già da Artaud, passando poi attraverso Neuromante e Lara Croft, per citare solo i due forse più conosciuti. Le che opinione ne ha? Ernesto Hofmann: Tempo fa mi ero chiesto chi fosse stato il primo nella storia a parlare di realtà virtuale. E così mi sono ricordato che forse era stato Omero. Quasi alla fine del diciottesimo canto dell'Iliade Teti entra nella caverna di Efesto per farsi costruire un nuovo scudo per il figlio Achille.
  • 3. Ed Efesto appare con due ancelle che Omero descrive come chruseiai e zooesi, ossia d'oro e viventi; e aggiunge che possedevano noos, fresin e audè, ossia intelligenza, forza e voce umana. Che dire? Una fantasia esuberante, ma anche la testimonianza di una nostra strana attitudine a cercare l'insolito, ma anche il bello, e soprattutto di essere noi stessi creatori della vita.
  • 4. Quasi un millennio dopo Ovidio, nelle Metamorfosi, ci propone un brevissimo racconto in cui un re-scultore, Pigmalione, crea una meravigliosa statua della quale si innamora e dalla quale avrà un figlio, dopo che Afrodite avrà dato vita alla statua. Perchè lo racconto? Perchè qualche mese fa Mark Zuckerberg ha presentato con grande enfasi un nuovo visore per la realtà virtuale denominato Oculus Go, un'evoluzione a costo molto più contenuto rispetto all'originale visore Oculus che già ha riscosso un certo successo.
  • 5. Mi domando se Zuckerberg conosca l'esistenza di un breve racconto del 1935 di Stanley Weinbaum, Gli occhiali di Pigmalione, nel quale un paio di occhiali permette a chi li indossa di entrare letteralmente in una realtà alternativa nella quale si può interagire con personaggi fittizi che, invece di essere su di uno schermo come in un film, si muovono intorno a chi indossa gli occhiali.
  • 6. Zuckerberg e altri sostengono che prossimamente i visori per la realtà virtuale si diffonderanno come gli smartphone, perchè possono farci credere di vivere in una realtà più attraente di quella comune. E' una visione, a parer mio, un pò consumistica di questa emergente tecnologia. La realtà virtuale è qualcosa di più complesso di un puro divertimento.
  • 7. Certamente immergersi in un reef tropicale stando in poltrona, oppure visitare una pianura ai tempi del Giurassico può offrire delle incredibili emozioni. Ma dobbiamo anche riflettere sul nostro rapporto con le immagini che si è evoluto non solo geneticamente in tempi lunghissimi, ma anche culturalmente e tecnologicamente e in tempi molto più brevi. I meccanismi cerebrali della visione sono tra i più complessi del nostro cervello e coinvolgono molteplici aree cerebrali.
  • 8. Il concetto di rappresentazione della realtà si è molto evoluto, nei secoli, anche grazie ad innovazioni tecnologiche quali la fotografia ed il digitale… Siamo in grado di riconoscere un viso da una caricatura e persino da un semplice disegno appena tratteggiato. Al tempo stesso siamo partiti dalle straordinarie pitture di oltre trentamila anni fa dipinte nelle caverne di Chauvet, come anche di Altamira, di Lascaux, di Cosquer. Pitture di cui ancora ci sfugge del tutto il significato. E poi le tombe egiziane, gli affreschi di Pompei, la pittura bizantina, il Rinascimento...via via fino alla macchina fotografica, alla cinepresa e alla Tv.
  • 9. La pittura è sopravvissuta alle tecnologie, si è evoluta, ha fornito ulteriori modi di osservare la realtà. Il computer, a sua volta, ha creato straordinarie immagini digitali che hanno trasformato la fotografia in qualcosa di ancor più complesso, di modificabile all'istante, di essere trasformato in una sequenza di numeri. Ciononostante la capacità emotiva di un quadro sembra restare intatta. In questo periodo a Los Angeles concorre per un Oscar un sorprendente film "dipinto", che tuttavia sembra essere sfuggito ai più negli scorsi mesi: Loving Vincent.
  • 10. Il film non è costruito con immagini digitali ma è una sequenza di dipinti. Com'è noto Van Gogh trascorse gli ultimi 70 giorni della sua vita a Auvers dove, prima di suicidarsi, dipinse 70 quadri, tra cui alcuni assoluti capolavori. .Il film cerca di ripercorrere attraverso una sequenza non di 60.000 immagini ma di 60.000 quadri, dipinti con lo stile di Van Gogh da un centinaio di giovani pittori, parte di questa vicenda. Per poter ammirare la straordinaria bellezza di questo film bisogna vederlo. Loving Vincent è forse un'altra forma di realtà virtuale? Ci aiuta forse a vivere in un mondo più bello, come sostiene Zuckerberg? La risposta è certamente si
  • 11. Dunque le Realtà Virtuale come fattore di fruizione del bello, professore? In effetti, il punto ci riporta alla domanda più generale: la realtà virtuale attuata attraverso nuove tecnologie come gli avveniristici visori tridimensionali sarà solo per il godimento del bello? Io ritengo che questa tecnologia possa svolgere un ruolo molto più ampio e complesso. Pensiamo alle conseguenze che ha avuto il telescopio o a quelle che ha avuto il microscopio.
  • 12. E' difficile oggi valutare quali siano gli ambiti nei quali la nostra conoscenza potrà evolversi con l'ausilio della realtà virtuale. Sono certamente innumerevoli, come del resto lo sono state le applicazioni rese disponibili dallo smartphone. Quindi non solo divertimento ma anche nuove possibilità di indagini conoscitive che possono coprire quasi tutto lo scibile umano. In questo senso più ampio la realtà virtuale è certamente una tecnologia rivoluzionaria.
  • 13. Ernesto Hofmann Laureato in fisica, programmatore, manager, direttore consulente, per quasi quarant’anni in IBM, Ernesto Hofmann è una delle grandi figure di riferimento della storia dell’informatica. Entrato in IBM nel 1968 nel Servizio di Calcolo Scientifico. Nel 1973 è diventato manager del Servizio di Supporto Tecnico del Centro di Calcolo dell'IBM di Roma. Dal 1978, come sistemista senior, è stato responsabile tecnico per l'IBM di diversi centri elaborazione dati di alcune grandi istituti di credito e di assicurazioni. Nel 1981 è stato trasferito per tre anni presso lo stabilimento francese di Montpellier dove l'IBM costruisce i suoi computer più grandi. Nel 1986 è stato trasferito presso lo stabilimento di Corbeil Essonnes dove vengono realizzati i chip di logica utilizzati dai computer IBM. In ambedue le assegnazioni ha svolto il ruolo di interfaccia tecnica tra i clienti ed i progettisti dello stabilimento. A partire dal 1986 è stato diverse volte negli USA per lunghi periodi, presso gli stabilimenti di Poughkeepsie e Fishkill, dove vengono progettati i grandi computer IBM. La sua attività negli USA gli ha consentito di approfondire sempre più l'evoluzione tecnologica oggi in atto nell'informatica. Dal 1984 è Direttore Consulente per i Sistemi Complessi dell'IBM Italia. È autore di molteplici pubblicazioni sull'informatica, sia di carattere tecnico sia divulgative, nonché di svariati articoli e interviste anche per la stampa non