Economia del settore agro-alimentare: eccellenti caratteristiche in Emilia-Romagna
1. L’Economia del Settore
Agrolimentare:
Le Eccellenze in Emilia-
Romagna
Franco Mosconi
Professore di Economia e Politica Industriale, Cattedra “Jean Monnet”
Università di Parma.
BRATISLAVA, 16 NOVEMBRE 2010
2. Tesi di fondo
Intorno ai «distretti industriali» (o «clusters»), due
scuole di pensiero si sono confrontate lungo gli anni ’90
e buona parte degli anni Duemila:
I) coloro che li vedono sul viale del tramonto;
II) coloro che li considerano intoccabili e
immutabili.
Ma, a ben vedere, una terza scuola si è fatta
fortunatamente strada:
Essa sottolinea la metamorfosi che sta interessando i
distretti (apertura delle "filiere produttive"; formazione
di "gruppi di imprese"; ruolo di leadership delle "Medie
Imprese", eccetera).
E' su quest'ultima che ci soffermeremo.
3. Quella dei “Distretti
Industriali”
è una storia antica
Censimento USA del 1900:
punte alte di concentrazione e specializzazione industriale
Alfred Marshall,
Principles of Economics (1890): il “distretto marshalliano”
Prof. P. Krugman che rilegge Marshall
(Geography and Trade, 1991)
Tre fattori per la localizzazione:
(i) Mercato congiunto per lavoratori con qualifiche
specializzate: “Bacini di manodopera (Labour pooling)”;
(ii) Input intermedi specifici di un’industria;
7. La storia
prosegue/III
Arriva poi il
momento del
‘viaggio’ del
Sole 24 Ore
nei sistemi
produttivi
italiani
(Bambole,
gioielli, coltelli,
1992):
c’è PARMA col
prosciutto;
c’è REGGIO
EMILIA col
parmigiano-
reggiano e le
macchine
agricole
8. E oggi?
Parma quale «Food Valley» (=
principale polo
agroindustriale italiano – si v.
UPI):
i. metà del fatturato manifattura provinciale
deriva da questo macrosettore;
ii. presenza di una ‘filiera’ completa
(produzioni agricole e zootecniche +
industria per alimenti + industria per la
produzioni di impianti e macchine alimentari,
per il confezionamento o imbottigliamento ed
imballaggio dei prodotti alimentari +
produzione di contenitori per alimenti;
9. Parma «Food Valley» / II
iv. compresenza di aziende di piccole, medie e
grandi dimensioni (con 2 delle poche
multinazionali italiane e diverse aziende con
LABs per R&D);
v. un sistema di servizio e supporto
dell’agroindustria: dalle Fiere specializzate
(CIBUS e CIBUS Tech) ai centri di ricerca e
formazione:
-UNIVERSITA’ DEGLI STUDI (una decina di
Dipartimenti);
-STAZIONI SPERIMENTALI E LABORATORI;
-ALMA/centro internazionale di formazione
della Cucina Italiana;
-NUOVO ‘TECNOPOLO’
NELL’AGROALIMENTARE
vi. La presenza dell’EFSA (European Food
10. Parma «Food Valley» / III
Le caratteristiche da (i) a (vi) richiamano con
forza
● sia i tre fattori di localizzazione del modello
Marshall-Krugman,
● sia le quattro determinanti del cluster a’ la
Porter.
In sintesi:
ruolo delle ‘economie esterne’ (contrapposte
alle più classiche ‘economie di scala’) e della
conoscenza ‘tacita’ (contrapposta alle
conoscenze ‘codificate’).
Ma il mondo intorno a noi sta cambiando
(ALLARGAMENTO A EST e ASCESA DELLE
ECONOMIE ‘BRIC’) >>> la dimensione della
11. A
I macro settori cardine del
“Made in Italy”
E’ stata coniata l’immagine delle
“Quattro A” (Fondazione Edison):
Abbigliamento-moda
Arredo-casa
Automazione-meccanica
Alimentari-vini
12. In tutti questi settori è emersa la leadership
delle ‘Medie Imprese Industriali’
Prendiamo le ormai note 4.300 «medie imprese
industriali» censite dalla nota indagine Mediobanca-
Unioncamere.
Sono circa 1.600 nelle quattro regioni del Nord-est, di
cui 700 in Emilia-Romagna (fra 13 e 290 milioni di Euro
di fatturato; fra 50 e 499 dipendenti; assetto
proprietario autonomo).
Ebbene,
• «Le produzioni prevalenti nel Nord-Ovest e del Nord-
Est e Centro sono la meccanica e i beni per la persona
e la casa (…) Nel Centro-Sud e nelle Isole prevale
invece l’alimentare.»
• «La presenza delle medie imprese industriali nei
settori high-tech è scarsa.»
13. La Metamorfosi dei Distretti
Dell’export hanno sempre fatto un punto di
forza. Ma oggi “girano” (si passi
l’espressione) non solo le merci e i
servizi, ma anche le fabbriche. Ne
consegue:
I) l’irrobustimento della struttura
dimensionale, con l’emergere di una élite
di ‘medie imprese’ (spesso organizzate in
‘gruppi di imprese’);
II) una presenza sempre più solida sui
mercati internazionali, anche mediante
Investimenti Diretti Esteri (IDE/FDI) e la
partecipazione all’ondata di M&A;
14. CONCLUDENDO…
Le eccellenze non nascono per caso:
● Il territorio e gli ‘accidenti della storia’;
● Ruolo della public policy (‘Politica industriale
in in Europa allargata’ – si v. Commissione
Europea, 2002);
● Strategie delle imprese (crescita dimensionale
e/o ‘reti d’impresa’ per essere in grado di
sostenere i sempre più alti costi fissi legati
allo sviluppo dei prodotti innovativi);
● Ruolo del sistema finanziario (e delle banche,
in primis – si v. UniCredit/EastGate).