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Se non diventeremo esploratori, 
moriremo guardiani. 
(ovvero quello che io ho capito di Interstellar)
Cosa non faremo e cosa faremo stasera. 
 Non parleremo delle sorelle C, del deputato B, del regista “padania libera” M, 
che producono interesse culturale ogni volta che sbadigliano. Niente ad 
hominem; 
 Non parleremo della logica del memorial in vita dei grandi nomi del cinema 
italiano e della logica museale che ha ridotto E. e M. a bronzi di Riace ; 
 Non parleremo della necessità o meno del finanziamento pubblico: serve ma 
come?; 
 Parleremo, o proveremo a parlare, di come sia molto difficile fare il 
produttore in Italia; 
 Parleremo, proveremo a parlare, della logica economica del cinema e di 
alcune forme simboliche del cinema di Stato; 
 Parleremo, proveremo a parlare, di dove stiamo andando; 
 Offriremo per gli autori in sala un prontuario Mibac for dummies; 
 Proveremo a vendere un progetto Mibac a Nicola Giuliano: “Il giovane 
Pasolini”; 
 Parleremo, proveremo a parlare, di quello che volete voi esclusi problemi 
sentimentali o con Equitalia.
Riassunto dello scenario complessivo 
slide 4/9 
Il cinema è un settore strategico dell’economia e della cultura del paese, chi dice il contrario non lo conosce: nel 2010 valeva 2,5 miliardi 
retail e 950 wholesale ( vedi slide 4); 
Fonti di approvvigionamento del cinema prodotto in Italia (in tutto) : 280 milioni di euro, in queste la fanno da padrone le televisioni 
con l’acquisto dei diritti (vedi slide 4- 6); 
La tendenza strutturale degli ultimi dieci anni denuncia un’incapacità e crescere. -10% degli incassi dal 2004 al 2012, crollo nel 2012: 
NON cresce da dieci anni ( 100 milioni) ma anzi decresce pericolosamente negli ultimi tre anni e gira attorno ad una media di 100 milioni di 
biglietti venduti che però ha sfondato al ribasso. Da livello di supporto la cifra dei 100 milioni è diventata livello di resistenza. Tornerà sopra? 
Speriamo (vedi slide 5); 
Finanziamento pubblico stabile in dieci anni ma calo del diretto ( vedi slide 6) e oggi ripartito diversamente: circa 90 milioni di euro 
( 72 tax credit+ 19 diretto); 
2013 ( ultimo dato) sono stati realizzati 167 film di nazionalità italiana (erano 166 nel 2012 e 155 nel 2011), ma è decisamente sceso il costo 
complessivo di queste opere nel loro insieme, dai 493 milioni dell’anno precedente a 357, dunque con una diminuzione degli 
investimenti di quasi 150 milioni, (forse anche a causa degli esiti depressivi della stagione precedente?); 
Il finanziamento Mibac diretto finora ha avuto un effetto fallimentare: finanzia film che costano il 45% in più di quelli non finanziati e 
incassano il 25% in meno ( vedi slide 9) ; 
Fortemente sottocapitalizzato il settore produttivo: 
Il produttore non ha molte risorse proprie e difficilmente riesce ad averle, Esistono dei problemi strutturali ( paletti ad esempio nel tax credit 
esterno) e di vendita di diritti 
Fortemente polarizzato, rimane lo scenario Distributivo. 
1-le grandi majors americane Warner, Universal, Walt Disney e 20th Century Fox raccolgono oltre il 50% degli incassi; 
2- le italiane Medusa (13,4%) e 01 Distribution (13,4) hanno quote che consentono loro di concorrere tra di loro (quasi) ad armi 
3- gli altri soggetti, da Lucky Red (4,62%) a BIM (2,10%) hanno una posizione di subalternità; 
Fortemente cristallizzato e squilibrato il mondo della produzione e del lavoro (fonte Rapporto cinema 2013 Mibac-Luce- Fondazione 
ente dello spettacolo) 
1- 3,7% delle aziende (ossia i grossi gruppi con più di 20 addetti) produce il 60,3% del fatturato di settore 
2- solo il 44,8% dei lavoratori può considerarsi stabilizzato. La maggioranza, circa 52 mila addetti ha invece contratti a progetto 
di breve durata; 
3- il numero di giornate lavorate all’anno è diminuito tra il 2012 
e il 2011 del 5,3%, passando da 6,3 a 5,9 milioni;
In questo contesto il produttore come può limitare i danni? Modelli 
possibili. 
 Teoria di portafoglio o di diversificazione( Voegel h. Entertainment Industry Economics: A Guide 
for Financial Analysis. Cambridge University Press, New York pag 145) Dato per scontato che il 
numero di insuccessi è sempre superiore al numero di successi devo diversificare l’output. 
Più film a costi diversi e generi diversi; 
 Si fa? 
 Strategia di concentrazione con integrazione verticale e orizzontale o internazionalizzandosi; 
Verticale. Essere presenti in più fasi della filiera. Orizzontale fare alleanze strategiche tra imprese 
(Litman 1988 The Motion Picture mega –industry Allyn and Bacon) Rischio: abuso di posizione 
dominante e intervento dello Stato; 
 L’unico modello italiano per ora è quello di strategia di concentrazione verticale e oligopolistica; 
 Scarso il modello di concentrazione orizzontale: Gomorra? 
 Internazionalizzazione? 
 Ricorso a + spesa pubblicitaria, star system +generi e + serializzazione; 
 Sfruttare il valore della la library; 
 In Italia non è possibile farlo se si accettano cessioni di full rights. 
 Sfruttare molto più ricerche di data mining (che dovrebbe forse finanziare lo Stato?);
Esempio di un mercato senza data mining: 2014 
Qualche commedia. 
 27 commedie uscite nell'arco di 7 mesi; 
 3 titoli su 27 riusciti ad agguantare la prima 
posizione al box office; 
 Due su 27 superano 10 milioni di euro; 
 Uno i 5 milioni; 
 17 si sono arenati sotto i due milioni; 
 10 sotto il milione; 
 Altre 8 commedie nelle prossime sette settimane.
Valore del cinema in Italia fino al 2010
Nel 2011 il cinema italiano aveva 
sfiorato il 35% degli incassi 
dopo un 2010 al 30% 
Poi? 
Poi un lento declino. Nel 2012 è 
sceso al 25%, mentre quello 
americano aveva recuperato 
dal 48% al 53%, ma 
soprattutto il cinema 
italiano ha perso 12 milioni 
di spettatori e circa 80 
milioni di euro di incassi, a 
fronte di un lieve incremento 
degli introiti dei film 
americani. Il tutto nel quadro 
della più drastica 
diminuzione complessiva di 
incassi dal 2004 ad oggi, con 
la perdita secca di circa un 
10%. 
Anno 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 
Spettatori. 
Siae+Cinetel 
104.979k 116.429k 111.017k 109.228k 120.582k 112.119k 100.700k
Andamento Finanziamento diretto+ indiretto dello 
Stato (ministero) 
 Finanziamento diretto è in 
costante diminuzione, dai 
quasi 100 milioni del 2004 ai 
24,4 del 2012, fino ai 19 del 
2013; 
 Il contributo statale è però 
sostanzialmente stabile negli 
anni grazie a finanziamenti 
indiretti (tax credit): 
 i milioni di euro che i produttori 
hanno reinvestito attraverso il 
credito d’imposta proprio (31,7); 
 soggetti esterni che hanno deciso di 
avvalersi di questa opportunità (41, 
6); 
 Totale: 72 milioni di euro + 19 di 
finanziamento.
2013: fare cinema è molto rischioso 
 Nel 2013 lo Stato ha speso 19,3 milioni di euro 
finanziando 53 film; 
 Cala il costo medio dei 155 film di iniziativa italiana, passati 
da 2,2 a 1,8 milioni (-19%) 
 Resta un quota spropositata di film a bassissimo budget (53 
sotto i 200.000 euro contro i 37 del 2012); 
 Resta un numero di film il cui costo supera i 3,5 milioni di 
euro; 
 MA solo 14 film italiani, nel 2013, hanno incassato più di 
3 milioni di euro; 
 Ma 34 sono però costati più di 3,5 milioni realizzati nel 
2012 ( ultimo dato ) ; 
Si capisce immediatamente che si 
ragiona su un sistema che investe 
capitali con altissime probabilità di 
andare in perdita. 
Fonte: Elaborazione Unità di Studi congiunta DG Cinema/ANICA su dati Direzione Generale 
per il Cinema – MiBACT e su dati Cinetel
2013 se mi finanzia il Mibac vado peggio 
 Il costo medio di un 
lungometraggio che ha ottenuto 
il contributo per l’interesse 
culturale (497 mila euro la 
sovvenzione media) è di 4.15 
milioni di euro a fronte di un 
incasso di 1,5 milioni; 
 Il costo medio di un film italiano 
che non ha ottenuto il 
contributo di interesse 
culturale è di 2,5 milioni a 
fronte di un incasso di 2 milioni; 
In altri termini, i film 
finanziati costano circa il 40% 
in più e incassano il 25% in 
meno. Questo significa che il 
finanziamento, in termini 
puramente tecnici, incoraggia 
l’aumento dei costi e 
disincentiva ad aumentare i 
ricavi.
Scenari futuri 
Questa situazione non è certo rosea ma se guardiamo il 
contesto internazionale e gli scenari futuri diventa 
decisamente drammatica
Cosa sta succedendo? Investimento pubblicitario in 
Europa 
BREAKDOWN OF AD SPEND IN THE EU (2009-2013) in % 
Source : Warc/ OBS
Netflix : proiezioni 
Nel 2020 solo nei paesi in 
cui già esiste Netflix avrà 
un totale di 104 milioni 
di clienti, tutti sottoposti 
a Data Mining
La catena del valore dei contenuti 
digitali su internet Approvvigionamento o creazione di contenuti, 
che può avvenire sia attraverso la produzione diretta 
sia attraverso l’acquisto di contenuti da produttori 
terzi. Questa è la fase presidiata dai detentori dei 
diritti di proprietà intellettuale; 
• Post-produzione, che consiste nelle attività 
necessarie a rendere i contenuti in formato 
digitale fruibili e sicuri, con 
notevoli differenze a secondo del device su cui il 
contenuto dovrà essere reso disponibile; 
• Aggregazione e distribuzione è la fase in cui 
operano i soggetti che svolgono attività di mediazione 
tra produttori e consumatore finale. Si tratta di 
packager che organizzano i contenuti in funzione della 
piattaforma e del tipo di utenza, trattenendo una quota 
dei ricavi, secondo un modello di revenue sharing; 
• Infrastruttura di rete, che coincide con la fase di 
trasmissione di contenuti attraverso piattaforme 
tecnologiche di diversi tipi. Di questo comparto sono 
protagonisti gli operatori di telecomunicazione (sia 
fissa che mobile), gli operatori di TV digitale terrestre 
e della TV satellitare, gli Internet Service Provider 
(ISP); 
• Accesso, ossia la effettiva fruizione da parte 
dell’utente
Due modelli inconciliabili: il Mondo vs Viale Mazzini 
Digital distribution has changed the rules of the 
game. The Internet does not do borders and 
windows. Instead it offers: 
๏ A truly global network, connecting users to 
content and to each other. 
๏ The ability to create an infinite number of 
copies of any content and to share it without 
degradation anywhere in the world. 
๏ The creation of access to a technically 
unlimited choice of content, which is likely to 
include over the coming years virtually every 
significant cultural work. 
๏ The forming of changed relationships 
between audience and content, which will 
lead to new ‘engagement’ business models. 
๏ The opening up of film-making, or 
audiovisual content creation of some form, to a 
far greater number.
Come lo Stato interviene sui contenuti?
La logica “esame di maturità” o “La commissione” 
 Fondo Mibac opere prime e seconde: 100% 
discrezionale secondo tre parametri di valutazione(arte 
tecnica sostenibilità); 
 Fondo Mibac opere terze: discrezionale al 70% e 30% non 
discrezionale (reference system) ; 
 Rai: 100% discrezionale (forse) + Obblighi di legge 
(forse). Sicuramente punitivo e paternalistico: cessione 
di tutti i diritti alla Mamma Rai. Rai una e trina: 
finanziaria- produttore- distributore; 
 Regioni: Un mistero. Ognuna fa come le pare non si hanno 
dati confrontabili (regione/regione) e dati su ricadute nel 
territorio (turismo cinematografico) ma solo dati di 
ricadute potenziali che rispondono alla logica rigorosa: “se 
mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper”;
Reference system funziona? No. Esempio 
dal 2001 al 2012. 
 Questo coefficiente risponde perfettamente al principio della 
“pioggia sul bagnato” e si alza se il film include registi, 
sceneggiatori o attori che abbiano già recitato in film beneficiati 
dal finanziamento o premiati in qualche circostanza; 
 Il risultato: la presenza di determinati attori (e la loro conseguente 
inflazione) è lampante: Margherita Buy ha interpretato (nel 
momento in cui scriviamo) 56 film, mentre (per dire) Meryl 
Streep ne ha interpretati 71, ma con 13 anni in più e in un 
sistema produttivo infinitamente diverso. Riccardo 
Scamarcio (classe 1979) dal 2001 a oggi ha interpretato ben 28 
lungometraggi (37 se si contano anche fiction e cortometraggi), 
contro i 22 che nello stesso periodo hanno visto impegnato 
George Clooney. 
 Toni Servillo ha interpretato, sempre dal 2001 a oggi, 25 titoli, con 
un ritmo e una percentuale sul numero dei “film politici” italiani 
davvero formidabile e tale da far impallidire Gian Maria Volonté 
che pure lavorava in un periodo in cui si realizzavano il triplo dei 
film e si vendevano 5 volte più biglietti 
Fonte : Luci e Ombre, numero 1, anno 2 Gennaio Marzo 2014 Giacomo Manzoli : “II film 
Mibac apparato e forme simboliche nel cinema italiano contemporaneo”
Limiti del Mibac e di tutto il sistema di selezione 
contenuti 
1-Meccanismo selettivo discrezionale e soggetto ad arbitrio: la commissione e che Dio ci 
aiuti; 
2- Meccanismo selettivo che non responsabilizza chi produce: se tutto va male la 
restituzione del prestito è la restituzione dell’opera a chi me lo ha finanziato o al massimo 
la cartolarizzazione ; 
3- Meccanismo selettivo che non crea un’economia ma dispersione: tra l’opera prima e 
l’opera terza quanti se ne perdono? 
4- Meccanismo selettivo che funziona come pioggia sul bagnato: aiutare chi non ha 
bisogno di aiuto; 
5-Meccanismo selettivo che non consente di seguire in sala ciò che si finanzia: fare vedere 
i film che si finanziano; 
6- Meccanismo selettivo che si basa su un concetto valoriale, scolastico e elitario: 
l’interesse culturale; 
7- Meccanismo selettivo che presuppone una pedagogia di Stato;
Mibac la logica 
 Opportunismo precontrattuale o logica della selezione avversa: il Mibac seleziona contraenti che 
sono sempre ad alto rischio ma lo fa in nome dell’interesse culturale. Si ritrova così una selezione 
avversa esattamente come se un’assicurazione stipulasse assicurazioni automobilistiche solo con 
ciechi. Per farsi tornare i conti poi stipula anche contratti con operatori che non guidano perché 
hanno l’astronave (i “grandi “del cinema italiano); 
 Opportunismo postcontrattuale o logica del “vedenpò vedemo” : il piccolo produttore in quanto 
finanziato e sottocapitalizzato non farà mai talent scouting. 
 Scommetterà in progetti in cui lui da solo non avrebbe investito un euro non perché non voglia 
ma perché è molto probabile che non li abbia proprio lo può fare dal momento che può 
socializzare le perdite e privatizzare i profitti. 
Già nella richiesta di fondo c’è l’idea di assoluta scommessa in una cosa che : “Vedemo se me danno er 
fondo …Vedenpò…”. 
 Il tutto può avvenire grazie ad un regime di asimmetria informativa e culturale in cui io so ma 
fingo di non sapere che anche tu sai che io so e tutti e due, che sappiamo di fingere, fingiamo insieme 
di credere al dogma ideologico dell’interesse culturale come criterio che ci assicura anche l’aura sociale 
della distinzione (Pierre Bourdieu La distinzione) .
Interesse culturale è cultura?
L’interesse culturale: ha senso? Definizione 
minima 
 l’Interesse culturale, è un’attribuzione di valore e di legittimità culturale delegata a 
commissioni di Stato che operano su basi discrezionali. 
 Presuppone un concetto di cultura statico e gerarchico, cultura come Pantheon di santi o 
reliquiario da conservare anche se in vita. No alla cultura come processo di innovazione 
e logica dei processi simbolici e della loro codificazione; 
 La cultura è diversità (Unesco e direttiva europea sugli audiovisivi) : qui invece si produco solo 
due tipi di film: d’autore o commedia (poche) ; 
 La capacità di 1- produrre senso 2- di attivare processi di negoziazione identitaria 3- 
esprimere un valore simbolico sono cose che nel resto del mondo, tutto quello occidentale, 
sono riconosciute tanto ai Teletubbies quanto ai libri di Umberto Eco; 
 Parlare di “interesse culturale” significa attribuire all’aggettivo “culturale” un significato diverso 
da quello che al termine viene attribuito praticamente in tutto il mondo civilizzato ovvero una 
aspetto valoriale e gerarchico. 
 Quello che non è riuscito pienamente al mercato in Italia sta riuscendo allo Stato: nessuna 
innovazione e standardizzazione dei contenuti e delle estetiche: vedi prontuario
Economia dell’interesse culturale 
 Il finanziamento spesso si assomma a 
quello, sempre statale, erogato dall’ente 
televisivo pubblico, la Rai ( acquisto dei 
diritti antenna o dei full rights); 
 Il finanziamento, spesso, si assomma a 
quello, sempre statale, diretto e 
soprattutto indiretto di enti e fondazioni 
all’appoggio economicamente rilevante 
di istituzioni come le Film Commission; 
 Questo tipo di cinema, di interesse 
culturale, è quindi un cinema di Stato: 
un cinema di Stato che però lo Stato non 
realizza direttamente, ciò che ci 
porterebbe direttamente ai tempi di 
Ždanov e sarebbe una prospettiva tutto 
sommato rispettabile o almeno certa. Salve! Sono Andrej Aleksandrovič Ždanov e vi ho 
accompagnato fin qui!
Proposte 
 Invertire la quota discrezionale: + tax credit meno discrezionalità sui contenuti. La scelta deve essere del 
produttore non dello Stato; 
 Abolire l’interesse culturale; 
 Asciugare le voci di spesa incontrollate Mibac; 
 Favorire i consorzi bancari e potenziare le strutture di fund raising interne alle produzioni; 
 Abolire qualunque limite di investimento esterno; 
 Disincentivare la pratica dei full rights ( almeno la Rai dovrebbe per legge non attuarla) e permettere al 
produttore di costruirsi una library; 
 Per opere prime e seconde la quota di 7 milioni alzarla a 15, aumentare la percentuale del tax credit su 
questo settore debole e diminuirla sulle opere terze; 
 Abolire il reference system. Il produttore scegli chi vuole e sua è la responsabilità; 
 Lo Stato per le opere prime garantisce (cioè finanzia con accordi con gli esercenti che peraltro già 
finanzia con il tax credit sul digitale) l’uscita nell’anno delle opere che coproduce almeno in 15-20 sale e 
per cinque settimane; 
 Strategia premiale alle seconda settimana in base alla media sala, se regge la sala aumento le copie fino a 
30; 
 Lo Stato finanzia ricerche di data mining o almeno accorpa di dati e fa ricerche geocalizzazione sul 
circuito sale ( lo fa già la Siae ). Coordina politiche di distribuzione mirata delle opere che coproduce. 
 La rai e il palinsesto? 
 Rimettere subito un appuntamento fisso in prime time con il cinema italiano ; 
 Riaccorpare le strutture cinema-fiction
La sceneggiatura Mibac (ma anche Rai cinema) 
for dummies: prontuario. 
Usiamo il concetto di “forma simbolica” sostanzialmente nell’accezione con cui lo utilizzava 
Panofsky: “ Una società (anche una microsocietà, come quella del cinema italiano) produce forme 
che ne riflettono in profondità la concezione del mondo, della vita, delle relazioni “, Erwin 
Panofsky, La prospettiva come “forma simbolica”, Feltrinelli, Milano 1984;
Mibac for dummies. Temi. 
1- Si ha da soffrire. Estetica manieristica della gravità (Giacomo Manzoli©) Profondità è tale 
solo se è tragica. Poche commedie ; 
2- Il Non Detto. I temi , le psicologie, le ambientazioni vanno evocate non dette. Nel film si deve 
intuire qualcosa di intangibile ( vedi grande tema). Il non detto è realizzato attraverso la 
triade : sapori/odori/ piccole cose ed essendo possibile in sala per ora solo l’ultimo restano le 
piccole cose; 
3- Mai film davvero di genere, forse perché dicono troppo? ; 
4- Il contemporaneo è, a prescindere , deriva morale; 
5- Il passato è, a prescindere, o “monumentale” o meglio ( più soldi) “ storia tragica di questo 
paese”; 
6- Il Grande Tema (vedi non detto): scegliere sempre un tema eticamente ineccepibile e 
didascalico. Nel dubbio rifarsi ai titoli dei temi della maturità degli ultimi dieci anni;
Mibac for dummies. Luoghi ed Estetiche. 
 Lo spazio: deve essere acquatico, pneumatico, e notturno: o spazio placenta o spazio dell’interiorità di un personaggio 
perduto. Gradita color correction sul livido, gradite luci al neon: bigazzizazzione del cinema italiano; 
 Il tempo: è il tempo della contemplazione e dello sguardo, inquadrature interminabili contro il logorio della vita 
moderna e della sua essenza: “il consumo”. Inquadrature anticapitaliste e anacronistiche. Una temporalità estetica 
ed estatica. 
 Il silenzio e il primo piano le forme per eccellenza delle denuncia e della deriva morale; 
 Le nuche: riprendere nuche che camminano dà un’idea di qualcosa e nel dubbio dà minutaggio (volevo essere Gus Van 
Sant); 
 Periferia Suburre Aspromonti e Campagne e Lidi Laziali : alterità e fuga, w la natura “altra”; 
 Lenzuolata di primi piani con musica sotto: inizio terzo atto e amabili faccioni,arriva la fine che riscatta e si attiva il 
mascherone system versione nostrana dello star system ; 
 Motorino o corsa a perdifiato : sinonimo di adolescenza, libertà, rivolta ( in due senza casco) amore e desiderio e 
fuga: corri che ti passa.
Mibac for dummies. Esempi 
1- Protagonista scappata/o dal dolore ( dentro di lei quindi non si vede ma si 
intuisce); 
2- Vuole scoprire altri valori (altri, evidentemente, da quelli di una società “sazia e 
disperata”); 
3-La povertà è un valore in sé e una purezza. Se racconto i poveri ci guadagno 
sempre; 
4-Legame con la terra. La natura è sacra e santa ed è stata corrotta o anche no ma 
comunque è stata. Non si sa perché lo sia e cosa sia ma lo è in quanto Natura; 
5- Forme imperative: “ Devi essere!” se non sai cosa non ti preoccupare e Sialo! 
L’importante è che ti contrapponga (meglio in quanto donna) al non essere 
(consumo, alienazione urbana, amori senza passione, inquinamento); 
6- “ Devi sperare” meglio se “nonostante” ( capitalismo, società dei consumi, città 
e sempre inquinamento) 
7- In sintesi: Fede, speranza e carità!
Sceneggiatura Mibac : “Il giovane Pasolini” 
 Brand value inarrivabile: che c’è in Italia di più culturale e brandizzabile di Pasolini? 
 Grandi temi (mica uno solo) : elaborazione del lutto ( il fratello), rapporto edipico, senso di colpa, 
rapporto padre/figlio, la mamma buona, l’abuso e lo scandalo, la scuola, la provincia giudicante, il 
partito, l’omosessualità; 
 Spazio placentale+ spazio notturno: il borgo natio vs la città corruttrice; 
 Tempo estatico: il tempo della neve del borgo e della morte vs il tempo delle rutilanti periferie della 
città di calcio e sesso; 
 Passato: sia monumentale (una Roma che non c’è più) sia storia tragica di questo paese (una Roma 
corrotta e corruttrice); 
 Nuca: Pasolini giovane attraversa sempre la periferia di nuca; 
 Deriva morale: la fuga e il desiderio a Roma e le torbide passioni del poeta ; 
 La profondità della psicologia: Non si deve mai mettere in scena ( c’è il rischio che si capisca) ma 
Pasolini parla nel film guardando in macchina con i testi dei suoi libri perché è tanto profondo (vedi 
recenti poeti che recitano le loro poesie al cinema); 
 Il genere: il filone della Martoneide con possibile spin off ne “Il Giovane Pascoli” Autore amato da 
Pasolini che Pasolini stesso incrocia in un sogno fantasmatico: scena chiave del Non detto o perdita 
dell’innocenza ( sua o di Pascoli a scelta); 
 Reference system: Alba Rohrwacher nel parte di o Laura Betti o la Callas o la madre, rischioso farle 
fare Ninetto; 
 Fondi sicuri: Mibact, Film Commission Friuli, Film Commission Roma Rai cinema; 
 Regista perfetta: opera terza di S. N. regia al femminile e di sinistra ( a voi scoprire chi sia); 
 Merchandising e licensing del brand “ Il giovane Pasolini” : penne, taccuini, profumi Pasolini, 
occhiali, edizione speciale dell’Alfa Pasolini, dildo unisex, serate a tema.
Bibliografia 
 Economia del cinema. Principi economici e variabili strategiche del settore 
cinematografico, Etas, Milano 2003; 
 Casetti e Salvemini, E’ tutto un altro film. Più coraggio e più idee per il cinema italiano 
2007; 
 Rapporti Mibac 
 Marco Cucco e Giuseppe Richeri, Film Commission e sviluppo territoriale: esperienze a 
confronto e bilanci, «Economia della cultura», 2, giugno 2011; 
 Gianni Canova e Severino Salvemini, Il manager al buio. Da Benvenuti al Sud a Il 
discorso del re: quando il cinema racconta l’economia, Rizzoli Etas, Milano 2011; 
 Canova ha curato assieme a Luisella Farinotti Atlante del cinema italiano, pubblicato da 
Garzanti nel 2011; 
 Franco Montini e Vito Zagarrio, Istantanee sul cinema italiano, uscito nel 2012. 
Giacomo Giubilini

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Presentazione motley crue 01

  • 1. Se non diventeremo esploratori, moriremo guardiani. (ovvero quello che io ho capito di Interstellar)
  • 2. Cosa non faremo e cosa faremo stasera.  Non parleremo delle sorelle C, del deputato B, del regista “padania libera” M, che producono interesse culturale ogni volta che sbadigliano. Niente ad hominem;  Non parleremo della logica del memorial in vita dei grandi nomi del cinema italiano e della logica museale che ha ridotto E. e M. a bronzi di Riace ;  Non parleremo della necessità o meno del finanziamento pubblico: serve ma come?;  Parleremo, o proveremo a parlare, di come sia molto difficile fare il produttore in Italia;  Parleremo, proveremo a parlare, della logica economica del cinema e di alcune forme simboliche del cinema di Stato;  Parleremo, proveremo a parlare, di dove stiamo andando;  Offriremo per gli autori in sala un prontuario Mibac for dummies;  Proveremo a vendere un progetto Mibac a Nicola Giuliano: “Il giovane Pasolini”;  Parleremo, proveremo a parlare, di quello che volete voi esclusi problemi sentimentali o con Equitalia.
  • 3. Riassunto dello scenario complessivo slide 4/9 Il cinema è un settore strategico dell’economia e della cultura del paese, chi dice il contrario non lo conosce: nel 2010 valeva 2,5 miliardi retail e 950 wholesale ( vedi slide 4); Fonti di approvvigionamento del cinema prodotto in Italia (in tutto) : 280 milioni di euro, in queste la fanno da padrone le televisioni con l’acquisto dei diritti (vedi slide 4- 6); La tendenza strutturale degli ultimi dieci anni denuncia un’incapacità e crescere. -10% degli incassi dal 2004 al 2012, crollo nel 2012: NON cresce da dieci anni ( 100 milioni) ma anzi decresce pericolosamente negli ultimi tre anni e gira attorno ad una media di 100 milioni di biglietti venduti che però ha sfondato al ribasso. Da livello di supporto la cifra dei 100 milioni è diventata livello di resistenza. Tornerà sopra? Speriamo (vedi slide 5); Finanziamento pubblico stabile in dieci anni ma calo del diretto ( vedi slide 6) e oggi ripartito diversamente: circa 90 milioni di euro ( 72 tax credit+ 19 diretto); 2013 ( ultimo dato) sono stati realizzati 167 film di nazionalità italiana (erano 166 nel 2012 e 155 nel 2011), ma è decisamente sceso il costo complessivo di queste opere nel loro insieme, dai 493 milioni dell’anno precedente a 357, dunque con una diminuzione degli investimenti di quasi 150 milioni, (forse anche a causa degli esiti depressivi della stagione precedente?); Il finanziamento Mibac diretto finora ha avuto un effetto fallimentare: finanzia film che costano il 45% in più di quelli non finanziati e incassano il 25% in meno ( vedi slide 9) ; Fortemente sottocapitalizzato il settore produttivo: Il produttore non ha molte risorse proprie e difficilmente riesce ad averle, Esistono dei problemi strutturali ( paletti ad esempio nel tax credit esterno) e di vendita di diritti Fortemente polarizzato, rimane lo scenario Distributivo. 1-le grandi majors americane Warner, Universal, Walt Disney e 20th Century Fox raccolgono oltre il 50% degli incassi; 2- le italiane Medusa (13,4%) e 01 Distribution (13,4) hanno quote che consentono loro di concorrere tra di loro (quasi) ad armi 3- gli altri soggetti, da Lucky Red (4,62%) a BIM (2,10%) hanno una posizione di subalternità; Fortemente cristallizzato e squilibrato il mondo della produzione e del lavoro (fonte Rapporto cinema 2013 Mibac-Luce- Fondazione ente dello spettacolo) 1- 3,7% delle aziende (ossia i grossi gruppi con più di 20 addetti) produce il 60,3% del fatturato di settore 2- solo il 44,8% dei lavoratori può considerarsi stabilizzato. La maggioranza, circa 52 mila addetti ha invece contratti a progetto di breve durata; 3- il numero di giornate lavorate all’anno è diminuito tra il 2012 e il 2011 del 5,3%, passando da 6,3 a 5,9 milioni;
  • 4. In questo contesto il produttore come può limitare i danni? Modelli possibili.  Teoria di portafoglio o di diversificazione( Voegel h. Entertainment Industry Economics: A Guide for Financial Analysis. Cambridge University Press, New York pag 145) Dato per scontato che il numero di insuccessi è sempre superiore al numero di successi devo diversificare l’output. Più film a costi diversi e generi diversi;  Si fa?  Strategia di concentrazione con integrazione verticale e orizzontale o internazionalizzandosi; Verticale. Essere presenti in più fasi della filiera. Orizzontale fare alleanze strategiche tra imprese (Litman 1988 The Motion Picture mega –industry Allyn and Bacon) Rischio: abuso di posizione dominante e intervento dello Stato;  L’unico modello italiano per ora è quello di strategia di concentrazione verticale e oligopolistica;  Scarso il modello di concentrazione orizzontale: Gomorra?  Internazionalizzazione?  Ricorso a + spesa pubblicitaria, star system +generi e + serializzazione;  Sfruttare il valore della la library;  In Italia non è possibile farlo se si accettano cessioni di full rights.  Sfruttare molto più ricerche di data mining (che dovrebbe forse finanziare lo Stato?);
  • 5. Esempio di un mercato senza data mining: 2014 Qualche commedia.  27 commedie uscite nell'arco di 7 mesi;  3 titoli su 27 riusciti ad agguantare la prima posizione al box office;  Due su 27 superano 10 milioni di euro;  Uno i 5 milioni;  17 si sono arenati sotto i due milioni;  10 sotto il milione;  Altre 8 commedie nelle prossime sette settimane.
  • 6. Valore del cinema in Italia fino al 2010
  • 7. Nel 2011 il cinema italiano aveva sfiorato il 35% degli incassi dopo un 2010 al 30% Poi? Poi un lento declino. Nel 2012 è sceso al 25%, mentre quello americano aveva recuperato dal 48% al 53%, ma soprattutto il cinema italiano ha perso 12 milioni di spettatori e circa 80 milioni di euro di incassi, a fronte di un lieve incremento degli introiti dei film americani. Il tutto nel quadro della più drastica diminuzione complessiva di incassi dal 2004 ad oggi, con la perdita secca di circa un 10%. Anno 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Spettatori. Siae+Cinetel 104.979k 116.429k 111.017k 109.228k 120.582k 112.119k 100.700k
  • 8. Andamento Finanziamento diretto+ indiretto dello Stato (ministero)  Finanziamento diretto è in costante diminuzione, dai quasi 100 milioni del 2004 ai 24,4 del 2012, fino ai 19 del 2013;  Il contributo statale è però sostanzialmente stabile negli anni grazie a finanziamenti indiretti (tax credit):  i milioni di euro che i produttori hanno reinvestito attraverso il credito d’imposta proprio (31,7);  soggetti esterni che hanno deciso di avvalersi di questa opportunità (41, 6);  Totale: 72 milioni di euro + 19 di finanziamento.
  • 9.
  • 10. 2013: fare cinema è molto rischioso  Nel 2013 lo Stato ha speso 19,3 milioni di euro finanziando 53 film;  Cala il costo medio dei 155 film di iniziativa italiana, passati da 2,2 a 1,8 milioni (-19%)  Resta un quota spropositata di film a bassissimo budget (53 sotto i 200.000 euro contro i 37 del 2012);  Resta un numero di film il cui costo supera i 3,5 milioni di euro;  MA solo 14 film italiani, nel 2013, hanno incassato più di 3 milioni di euro;  Ma 34 sono però costati più di 3,5 milioni realizzati nel 2012 ( ultimo dato ) ; Si capisce immediatamente che si ragiona su un sistema che investe capitali con altissime probabilità di andare in perdita. Fonte: Elaborazione Unità di Studi congiunta DG Cinema/ANICA su dati Direzione Generale per il Cinema – MiBACT e su dati Cinetel
  • 11. 2013 se mi finanzia il Mibac vado peggio  Il costo medio di un lungometraggio che ha ottenuto il contributo per l’interesse culturale (497 mila euro la sovvenzione media) è di 4.15 milioni di euro a fronte di un incasso di 1,5 milioni;  Il costo medio di un film italiano che non ha ottenuto il contributo di interesse culturale è di 2,5 milioni a fronte di un incasso di 2 milioni; In altri termini, i film finanziati costano circa il 40% in più e incassano il 25% in meno. Questo significa che il finanziamento, in termini puramente tecnici, incoraggia l’aumento dei costi e disincentiva ad aumentare i ricavi.
  • 12. Scenari futuri Questa situazione non è certo rosea ma se guardiamo il contesto internazionale e gli scenari futuri diventa decisamente drammatica
  • 13. Cosa sta succedendo? Investimento pubblicitario in Europa BREAKDOWN OF AD SPEND IN THE EU (2009-2013) in % Source : Warc/ OBS
  • 14.
  • 15. Netflix : proiezioni Nel 2020 solo nei paesi in cui già esiste Netflix avrà un totale di 104 milioni di clienti, tutti sottoposti a Data Mining
  • 16. La catena del valore dei contenuti digitali su internet Approvvigionamento o creazione di contenuti, che può avvenire sia attraverso la produzione diretta sia attraverso l’acquisto di contenuti da produttori terzi. Questa è la fase presidiata dai detentori dei diritti di proprietà intellettuale; • Post-produzione, che consiste nelle attività necessarie a rendere i contenuti in formato digitale fruibili e sicuri, con notevoli differenze a secondo del device su cui il contenuto dovrà essere reso disponibile; • Aggregazione e distribuzione è la fase in cui operano i soggetti che svolgono attività di mediazione tra produttori e consumatore finale. Si tratta di packager che organizzano i contenuti in funzione della piattaforma e del tipo di utenza, trattenendo una quota dei ricavi, secondo un modello di revenue sharing; • Infrastruttura di rete, che coincide con la fase di trasmissione di contenuti attraverso piattaforme tecnologiche di diversi tipi. Di questo comparto sono protagonisti gli operatori di telecomunicazione (sia fissa che mobile), gli operatori di TV digitale terrestre e della TV satellitare, gli Internet Service Provider (ISP); • Accesso, ossia la effettiva fruizione da parte dell’utente
  • 17. Due modelli inconciliabili: il Mondo vs Viale Mazzini Digital distribution has changed the rules of the game. The Internet does not do borders and windows. Instead it offers: ๏ A truly global network, connecting users to content and to each other. ๏ The ability to create an infinite number of copies of any content and to share it without degradation anywhere in the world. ๏ The creation of access to a technically unlimited choice of content, which is likely to include over the coming years virtually every significant cultural work. ๏ The forming of changed relationships between audience and content, which will lead to new ‘engagement’ business models. ๏ The opening up of film-making, or audiovisual content creation of some form, to a far greater number.
  • 18.
  • 19. Come lo Stato interviene sui contenuti?
  • 20. La logica “esame di maturità” o “La commissione”  Fondo Mibac opere prime e seconde: 100% discrezionale secondo tre parametri di valutazione(arte tecnica sostenibilità);  Fondo Mibac opere terze: discrezionale al 70% e 30% non discrezionale (reference system) ;  Rai: 100% discrezionale (forse) + Obblighi di legge (forse). Sicuramente punitivo e paternalistico: cessione di tutti i diritti alla Mamma Rai. Rai una e trina: finanziaria- produttore- distributore;  Regioni: Un mistero. Ognuna fa come le pare non si hanno dati confrontabili (regione/regione) e dati su ricadute nel territorio (turismo cinematografico) ma solo dati di ricadute potenziali che rispondono alla logica rigorosa: “se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper”;
  • 21. Reference system funziona? No. Esempio dal 2001 al 2012.  Questo coefficiente risponde perfettamente al principio della “pioggia sul bagnato” e si alza se il film include registi, sceneggiatori o attori che abbiano già recitato in film beneficiati dal finanziamento o premiati in qualche circostanza;  Il risultato: la presenza di determinati attori (e la loro conseguente inflazione) è lampante: Margherita Buy ha interpretato (nel momento in cui scriviamo) 56 film, mentre (per dire) Meryl Streep ne ha interpretati 71, ma con 13 anni in più e in un sistema produttivo infinitamente diverso. Riccardo Scamarcio (classe 1979) dal 2001 a oggi ha interpretato ben 28 lungometraggi (37 se si contano anche fiction e cortometraggi), contro i 22 che nello stesso periodo hanno visto impegnato George Clooney.  Toni Servillo ha interpretato, sempre dal 2001 a oggi, 25 titoli, con un ritmo e una percentuale sul numero dei “film politici” italiani davvero formidabile e tale da far impallidire Gian Maria Volonté che pure lavorava in un periodo in cui si realizzavano il triplo dei film e si vendevano 5 volte più biglietti Fonte : Luci e Ombre, numero 1, anno 2 Gennaio Marzo 2014 Giacomo Manzoli : “II film Mibac apparato e forme simboliche nel cinema italiano contemporaneo”
  • 22. Limiti del Mibac e di tutto il sistema di selezione contenuti 1-Meccanismo selettivo discrezionale e soggetto ad arbitrio: la commissione e che Dio ci aiuti; 2- Meccanismo selettivo che non responsabilizza chi produce: se tutto va male la restituzione del prestito è la restituzione dell’opera a chi me lo ha finanziato o al massimo la cartolarizzazione ; 3- Meccanismo selettivo che non crea un’economia ma dispersione: tra l’opera prima e l’opera terza quanti se ne perdono? 4- Meccanismo selettivo che funziona come pioggia sul bagnato: aiutare chi non ha bisogno di aiuto; 5-Meccanismo selettivo che non consente di seguire in sala ciò che si finanzia: fare vedere i film che si finanziano; 6- Meccanismo selettivo che si basa su un concetto valoriale, scolastico e elitario: l’interesse culturale; 7- Meccanismo selettivo che presuppone una pedagogia di Stato;
  • 23. Mibac la logica  Opportunismo precontrattuale o logica della selezione avversa: il Mibac seleziona contraenti che sono sempre ad alto rischio ma lo fa in nome dell’interesse culturale. Si ritrova così una selezione avversa esattamente come se un’assicurazione stipulasse assicurazioni automobilistiche solo con ciechi. Per farsi tornare i conti poi stipula anche contratti con operatori che non guidano perché hanno l’astronave (i “grandi “del cinema italiano);  Opportunismo postcontrattuale o logica del “vedenpò vedemo” : il piccolo produttore in quanto finanziato e sottocapitalizzato non farà mai talent scouting.  Scommetterà in progetti in cui lui da solo non avrebbe investito un euro non perché non voglia ma perché è molto probabile che non li abbia proprio lo può fare dal momento che può socializzare le perdite e privatizzare i profitti. Già nella richiesta di fondo c’è l’idea di assoluta scommessa in una cosa che : “Vedemo se me danno er fondo …Vedenpò…”.  Il tutto può avvenire grazie ad un regime di asimmetria informativa e culturale in cui io so ma fingo di non sapere che anche tu sai che io so e tutti e due, che sappiamo di fingere, fingiamo insieme di credere al dogma ideologico dell’interesse culturale come criterio che ci assicura anche l’aura sociale della distinzione (Pierre Bourdieu La distinzione) .
  • 25. L’interesse culturale: ha senso? Definizione minima  l’Interesse culturale, è un’attribuzione di valore e di legittimità culturale delegata a commissioni di Stato che operano su basi discrezionali.  Presuppone un concetto di cultura statico e gerarchico, cultura come Pantheon di santi o reliquiario da conservare anche se in vita. No alla cultura come processo di innovazione e logica dei processi simbolici e della loro codificazione;  La cultura è diversità (Unesco e direttiva europea sugli audiovisivi) : qui invece si produco solo due tipi di film: d’autore o commedia (poche) ;  La capacità di 1- produrre senso 2- di attivare processi di negoziazione identitaria 3- esprimere un valore simbolico sono cose che nel resto del mondo, tutto quello occidentale, sono riconosciute tanto ai Teletubbies quanto ai libri di Umberto Eco;  Parlare di “interesse culturale” significa attribuire all’aggettivo “culturale” un significato diverso da quello che al termine viene attribuito praticamente in tutto il mondo civilizzato ovvero una aspetto valoriale e gerarchico.  Quello che non è riuscito pienamente al mercato in Italia sta riuscendo allo Stato: nessuna innovazione e standardizzazione dei contenuti e delle estetiche: vedi prontuario
  • 26. Economia dell’interesse culturale  Il finanziamento spesso si assomma a quello, sempre statale, erogato dall’ente televisivo pubblico, la Rai ( acquisto dei diritti antenna o dei full rights);  Il finanziamento, spesso, si assomma a quello, sempre statale, diretto e soprattutto indiretto di enti e fondazioni all’appoggio economicamente rilevante di istituzioni come le Film Commission;  Questo tipo di cinema, di interesse culturale, è quindi un cinema di Stato: un cinema di Stato che però lo Stato non realizza direttamente, ciò che ci porterebbe direttamente ai tempi di Ždanov e sarebbe una prospettiva tutto sommato rispettabile o almeno certa. Salve! Sono Andrej Aleksandrovič Ždanov e vi ho accompagnato fin qui!
  • 27. Proposte  Invertire la quota discrezionale: + tax credit meno discrezionalità sui contenuti. La scelta deve essere del produttore non dello Stato;  Abolire l’interesse culturale;  Asciugare le voci di spesa incontrollate Mibac;  Favorire i consorzi bancari e potenziare le strutture di fund raising interne alle produzioni;  Abolire qualunque limite di investimento esterno;  Disincentivare la pratica dei full rights ( almeno la Rai dovrebbe per legge non attuarla) e permettere al produttore di costruirsi una library;  Per opere prime e seconde la quota di 7 milioni alzarla a 15, aumentare la percentuale del tax credit su questo settore debole e diminuirla sulle opere terze;  Abolire il reference system. Il produttore scegli chi vuole e sua è la responsabilità;  Lo Stato per le opere prime garantisce (cioè finanzia con accordi con gli esercenti che peraltro già finanzia con il tax credit sul digitale) l’uscita nell’anno delle opere che coproduce almeno in 15-20 sale e per cinque settimane;  Strategia premiale alle seconda settimana in base alla media sala, se regge la sala aumento le copie fino a 30;  Lo Stato finanzia ricerche di data mining o almeno accorpa di dati e fa ricerche geocalizzazione sul circuito sale ( lo fa già la Siae ). Coordina politiche di distribuzione mirata delle opere che coproduce.  La rai e il palinsesto?  Rimettere subito un appuntamento fisso in prime time con il cinema italiano ;  Riaccorpare le strutture cinema-fiction
  • 28. La sceneggiatura Mibac (ma anche Rai cinema) for dummies: prontuario. Usiamo il concetto di “forma simbolica” sostanzialmente nell’accezione con cui lo utilizzava Panofsky: “ Una società (anche una microsocietà, come quella del cinema italiano) produce forme che ne riflettono in profondità la concezione del mondo, della vita, delle relazioni “, Erwin Panofsky, La prospettiva come “forma simbolica”, Feltrinelli, Milano 1984;
  • 29. Mibac for dummies. Temi. 1- Si ha da soffrire. Estetica manieristica della gravità (Giacomo Manzoli©) Profondità è tale solo se è tragica. Poche commedie ; 2- Il Non Detto. I temi , le psicologie, le ambientazioni vanno evocate non dette. Nel film si deve intuire qualcosa di intangibile ( vedi grande tema). Il non detto è realizzato attraverso la triade : sapori/odori/ piccole cose ed essendo possibile in sala per ora solo l’ultimo restano le piccole cose; 3- Mai film davvero di genere, forse perché dicono troppo? ; 4- Il contemporaneo è, a prescindere , deriva morale; 5- Il passato è, a prescindere, o “monumentale” o meglio ( più soldi) “ storia tragica di questo paese”; 6- Il Grande Tema (vedi non detto): scegliere sempre un tema eticamente ineccepibile e didascalico. Nel dubbio rifarsi ai titoli dei temi della maturità degli ultimi dieci anni;
  • 30. Mibac for dummies. Luoghi ed Estetiche.  Lo spazio: deve essere acquatico, pneumatico, e notturno: o spazio placenta o spazio dell’interiorità di un personaggio perduto. Gradita color correction sul livido, gradite luci al neon: bigazzizazzione del cinema italiano;  Il tempo: è il tempo della contemplazione e dello sguardo, inquadrature interminabili contro il logorio della vita moderna e della sua essenza: “il consumo”. Inquadrature anticapitaliste e anacronistiche. Una temporalità estetica ed estatica.  Il silenzio e il primo piano le forme per eccellenza delle denuncia e della deriva morale;  Le nuche: riprendere nuche che camminano dà un’idea di qualcosa e nel dubbio dà minutaggio (volevo essere Gus Van Sant);  Periferia Suburre Aspromonti e Campagne e Lidi Laziali : alterità e fuga, w la natura “altra”;  Lenzuolata di primi piani con musica sotto: inizio terzo atto e amabili faccioni,arriva la fine che riscatta e si attiva il mascherone system versione nostrana dello star system ;  Motorino o corsa a perdifiato : sinonimo di adolescenza, libertà, rivolta ( in due senza casco) amore e desiderio e fuga: corri che ti passa.
  • 31. Mibac for dummies. Esempi 1- Protagonista scappata/o dal dolore ( dentro di lei quindi non si vede ma si intuisce); 2- Vuole scoprire altri valori (altri, evidentemente, da quelli di una società “sazia e disperata”); 3-La povertà è un valore in sé e una purezza. Se racconto i poveri ci guadagno sempre; 4-Legame con la terra. La natura è sacra e santa ed è stata corrotta o anche no ma comunque è stata. Non si sa perché lo sia e cosa sia ma lo è in quanto Natura; 5- Forme imperative: “ Devi essere!” se non sai cosa non ti preoccupare e Sialo! L’importante è che ti contrapponga (meglio in quanto donna) al non essere (consumo, alienazione urbana, amori senza passione, inquinamento); 6- “ Devi sperare” meglio se “nonostante” ( capitalismo, società dei consumi, città e sempre inquinamento) 7- In sintesi: Fede, speranza e carità!
  • 32. Sceneggiatura Mibac : “Il giovane Pasolini”  Brand value inarrivabile: che c’è in Italia di più culturale e brandizzabile di Pasolini?  Grandi temi (mica uno solo) : elaborazione del lutto ( il fratello), rapporto edipico, senso di colpa, rapporto padre/figlio, la mamma buona, l’abuso e lo scandalo, la scuola, la provincia giudicante, il partito, l’omosessualità;  Spazio placentale+ spazio notturno: il borgo natio vs la città corruttrice;  Tempo estatico: il tempo della neve del borgo e della morte vs il tempo delle rutilanti periferie della città di calcio e sesso;  Passato: sia monumentale (una Roma che non c’è più) sia storia tragica di questo paese (una Roma corrotta e corruttrice);  Nuca: Pasolini giovane attraversa sempre la periferia di nuca;  Deriva morale: la fuga e il desiderio a Roma e le torbide passioni del poeta ;  La profondità della psicologia: Non si deve mai mettere in scena ( c’è il rischio che si capisca) ma Pasolini parla nel film guardando in macchina con i testi dei suoi libri perché è tanto profondo (vedi recenti poeti che recitano le loro poesie al cinema);  Il genere: il filone della Martoneide con possibile spin off ne “Il Giovane Pascoli” Autore amato da Pasolini che Pasolini stesso incrocia in un sogno fantasmatico: scena chiave del Non detto o perdita dell’innocenza ( sua o di Pascoli a scelta);  Reference system: Alba Rohrwacher nel parte di o Laura Betti o la Callas o la madre, rischioso farle fare Ninetto;  Fondi sicuri: Mibact, Film Commission Friuli, Film Commission Roma Rai cinema;  Regista perfetta: opera terza di S. N. regia al femminile e di sinistra ( a voi scoprire chi sia);  Merchandising e licensing del brand “ Il giovane Pasolini” : penne, taccuini, profumi Pasolini, occhiali, edizione speciale dell’Alfa Pasolini, dildo unisex, serate a tema.
  • 33. Bibliografia  Economia del cinema. Principi economici e variabili strategiche del settore cinematografico, Etas, Milano 2003;  Casetti e Salvemini, E’ tutto un altro film. Più coraggio e più idee per il cinema italiano 2007;  Rapporti Mibac  Marco Cucco e Giuseppe Richeri, Film Commission e sviluppo territoriale: esperienze a confronto e bilanci, «Economia della cultura», 2, giugno 2011;  Gianni Canova e Severino Salvemini, Il manager al buio. Da Benvenuti al Sud a Il discorso del re: quando il cinema racconta l’economia, Rizzoli Etas, Milano 2011;  Canova ha curato assieme a Luisella Farinotti Atlante del cinema italiano, pubblicato da Garzanti nel 2011;  Franco Montini e Vito Zagarrio, Istantanee sul cinema italiano, uscito nel 2012. Giacomo Giubilini