1. ROCCE MAGMATICHE (o IGNEE)
Si formano a partire dal Magma. Il Magma è una massa fusa incandescente (detto anche “Fuso”) composta da diversi
Elementi Chimici. Quando parte del Magma si raffredda, gli Elementi Chimici si aggregano assieme e inizia quel
processo, chiamato cristallizzazione, che porta il Fuso a diventare materia solida ovvero roccia!
Se il Magma cristallizza all’interno della propria Camera Magmatica sotterranea, si forma una Roccia Magmatica
Intrusiva. Se fuoriesce dalla terra attraverso i vulcani ed entra in contatto con l’atmosfera o con l’acqua marina (da
vulcani sottomarini), si forma la Roccia Magmatica Effusiva
Una roccia di partenza è soggetta alle intemperie atmosferiche e si disgrega, si rompe, si erode.
L’erosione genera il sedimento ovvero pezzi di roccia grandi o piccoli chiamati Clasti.
I Clasti possono essere di differente dimensione: massi, ciottoli, ghiaia, granuli di sabbia e particelle
di limo e di argilla.
I clasti sono trasportati dall’alto verso il basso per semplice gravità (esempio le frane) o attraverso
altri agenti di erosione e trasporto come il vento e l’acqua (i fiumi).
Quando il terreno si deposita ovvero sedimenta, riempie le asperità del terreno (ad esempio in
fondo al mare o in fondo ad un lago) e stratifica.
Con il passare del tempo inizia quel processo che litifica il sedimento. Questo processo si chiama
Diagenesi e si forma la Roccia Sedimentaria.
ROCCE SEDIMENTARIE
Quando una roccia magmatica, sedimentaria o un’altra roccia metamorfica subisce pressioni
litostatiche colossali e/o si riscalda ad elevate temperature senza fondere, i minerali che la
compongono riorganizzano la propria struttura interna e ricristallizzano, mutando la roccia di
partenza. Questa mutazione o metamorfosi genera una roccia da un’altra roccia ovvero vi è
una trasformazione da materia solida a materia solida.
ROCCE METAMORFICHE
Origine delle Rocce e Geodinamica
Se immaginiamo di tagliare in profondità la Terra, vedremmo che è costituita
da diversi “gusci” concentrici. Noi esseri umani e tutti gli esseri viventi
abitiamo nella parte più esterna, chiamata Crosta Terrestre.
La Crosta Terrestre è divisa in due parti: la Crosta Continentale che forma i
continenti, le isole e le terre emerse e la Crosta Oceanica che si trova al di
sotto degli oceani e che potremmo vedere se - per assurdo - prosciugassimo
tutta l’acqua presente nei mari, nei laghi e nei fiumi.
Al di sotto della Crosta Continentale e Oceanica vi è il Mantello,
caratterizzato da roccia ad altissima temperatura e pressione e, al di sotto
di questo, i misteriosi Nucleo Esterno (caldissimo e fuso) e il Nucleo Interno
(caldissimo e solido).
Le ROCCE NON sono tutte UGUALI !!!
La Crosta non è però costituita da un pezzo unico. Come un puzzle, è fatta da più
parti che i geologi chiamano Placche Tettoniche.
Nel corso della sua vita, ben 4,5 miliardi di anni, la Terra ha subito diverse
trasformazioni: le Placche Tettoniche si sono scontrate, unite assieme, per poi
separarsi nuovamente. Questo ciclo di separazione e riunione si chiama
Geodinamica (da Geo Terra e Dinamica Movimento) e ha contribuito a
generare le rocce magmatiche, sedimentarie e metamorfiche presenti sul nostro
territorio.
Quando due o più Placche Tettoniche si allontano e divergono (Margini Divergenti e Costruttivi),
la Crosta Oceanica si frammenta in spaccature chiamate Faglie e la sua colossale pressione
esercitata sul Mantello diminuisce sensibilmente. Questa diminuzione provoca la fusione parziale
del Mantello che, libero di muoversi allo stato liquido, forma i magmi che fuoriescono dalle Faglie
e generano, raffreddandosi, nuova Crosta Oceanica. Petrograficamente, questa roccia si chiama
basalto ed è una roccia magmatica effusiva. È ciò che succede in mezzo all’Oceano Atlantico e, in
fase iniziale, nel Mar Rosso che è un oceano appena nato!
Quando due o più Placche Tettoniche si avvicinano e convergono (Margini Convergenti e
Distruttivi), gli oceani si consumano, si distruggono, ma può nascere una nuova catena montuosa:
l’Orogenesi!
CROSTA
CONTINENTALE
MANTELLO
CROSTA OCEANICA
NUCLEO
ESTERNO
NUCLEO
INTERNO
SUBDUZIONE
2. Orogenesi (come nascono le Montagne !!!)
Oltre 161 Milioni di anni fa al posto dell’Italia
Settentrionale vi è un oceano chiamato Tetide, al di sotto
del quale sono presenti le rocce della Crosta Oceanica,
Basalti principalmente: a Nord si trova la Placca Europea e
a Sud l’Insubria, cioè la propaggine più settentrionale della
Placca Africana.
Intorno a 130 Milioni di anni le due placche, formate da Crosta
Continentale, iniziano ad avvicinarsi a spese della Crosta Oceanica
che incomincia a spaccarsi, fagliarsi. Alcuni tratti di Crosta Oceanica
affondano a diverse centinaia di chilometri di profondità all’interno
del Mantello: si verifica il fenomeno della Subduzione.
Le rocce della Crosta Oceanica subdotte si trasformano per pressione e temperatura: è il processo che genera le rocce metamorfiche. Nel frattempo i sedimenti,
erosi dalla roccia madre e trasportati nell’oceano dai fiumi dei due continenti, continuano il processo di ricoprimento del fondale. I sedimenti più profondi
diagenizzano e diventano rocce sedimentarie. Man mano che la subduzione continua, anche gli strati delle rocce sedimentarie iniziano a piegarsi e deformarsi.
Intorno a 50 milioni di anni, grandi quantità di acqua intrappolata a
livello cristallino nelle rocce subdotte si libera e ciò provoca un
cambiamento chimico nel Mantello al di sotto della Crosta Continentale:
la roccia di Mantello inizia a fondere e grandi quantità di magma si
intrudono nella Crosta Continentale. Una parte si solidifica e si generano
le rocce magmatiche intrusive, un’altra risale in superficie ed erutta sotto
forma di lava, generando vulcani che crescono via via sempre di più in
altezza.
Orogenesi Alpina: evoluzione dell’Italia Settentrionale
Intorno a 30 milioni di anni vi è la totale sparizione delle rocce oceaniche
primitive. alcune sono state subdotte e ora sono parte del Mantello, altre
invece si sono separate e come piccole scaglie si sono infilate fra le due lembi
(fenomeno dell’obduzione): la Placca Europea e l’Insubria ora sono una cosa
sola e sono diventate le Alpi!
Le rocce obdotte sono chiamate ofioliti o rocce verdi e sono la testimonianza
dell’oceano primitivo.
CROSTA
CONTINENTALE
AFRICANA (INSUBRIA)
CROSTA
CONTINENTALE
EUROPEA
OCEANO
TETIDE SEDIMENTI
OCEANICI
CROSTA
OCEANICA
MANTELLO
ANATESSI CROSTALE SUBDUZIONE
VULCANESIMO
DIAGENESI SEDIMENTI
PIEGAMENTO ROCCE
SEDIMENTARIE
NASCITA ALPI
FAGLIE REGIONALI
ROCCE OBDOTTE (OFIOLITI)
Dal Sedimento alla Roccia
Diagenesi per accumulo di materiale terrigeno
Il primo è la stratificazione di materiale eroso che sedimenta e
diagenizza. Vento e/o acqua (pioggia, torrenti e fiumi) trasportano
il sedimento da un punto all’altro. Maggiore è la massa del
sedimento, minore sarà la distanza di trasporto: ecco perché i
massi e i clasti di grosse dimensione si rinvengono in alta montagna,
mentre sedimento più fine come la sabbia si trova in ambiente
costiero (spiaggia) e limo e argilla, generalmente, nei bacini
lacustri profondi e in quelli marini e oceanici
Sono principalmente due i modi in cui un sedimento può diventare roccia. VERSANTE IN
EROSIONE
BLOCCO (fino a
25 cm)
CIOTTOLO (Da
25 a 6.4 cm)
GHIAIA (Da 6.4
cm a 2 mm)
SABBIA (Da 2
mm a 62.6 µm)
LIMO (Da 3,9 a
62,5 µm)
ARGILLA
(inferiore a
3,9 µm)
ESPULSIONE DI ACQUA
RICCA IN CARBONATI
COMPATTAZIONE
DEI MATERIALI
CARBONATICI
CRISTALLIZZAZIONE
PRECIPITAZIONE
DI FAUNA CON
SCHELETRO
CARBONATICO
Nel mare non vivono solamente gli esseri viventi che il nostro occhio può vedere. Si trovano anche
organismi molto piccoli che in alcuni casi possiedono un rivestimento esteriore (esoscheletro) che li
protegge dagli agenti esterni. Il rivestimento è fatto di un minerale carbonatico. Quando questi
organismi muoiono il guscio carbonatico si deposita in fondo al mare.
La diagenesi avviene perché gli strati di accumulo dei gusci iniziano a disciogliersi per effetto del
proprio peso e precipitano in basso, ricristallizzandosi: è il meccanismo di nascita dei calcari, delle
dolomie, dei gessi, dei depositi salini.
In natura difficilmente si può trovare una roccia puramente derivata dall’accumulo di materiale
terrigeno o solamente per precipitazione e cristallizzazione. Si potrà, invece, avere un apporto misto
terrigeno e di cristallizzazione. È il caso dei calcari marnosi, delle marne, delle argilliti carbonatiche,
dei calcari dolomitici ecc.
Diagenesi di materiale di precipitazione e
cristallizzazione
3. I Materiali Lapidei e l’Uomo
Dove si estraggono i Materiali Lapidei
I Materiali Lapidei sono le rocce utili per l’uomo che si estraggono nelle cave. Cava e Miniera sono sinonimi? Nient’affatto. Sono due parole che possiedono un
significato ben preciso: vediamo quale è.
Industria estrattiva di prima categoria, è lo sfruttamento di
materiale naturale strategico per una nazione. Vengono
comprese l’estrazione di minerali industriali, minerali da
gemma, oli minerali per l’energia, ecc. Possono essere a
cielo aperto o in sotterraneo
Sono di proprietà dello STATO
La cava, industria estrattiva di seconda categoria insieme alle
torbiere, è lo sfruttamento di materiale lapideo, relativamente
a basso costo, per differenti impieghi: materiale da costruzione
per edifici e strade, materiale di rivestimento di facciate interne
ed esterne, ecc. Possono essere a cielo aperto o in sotterraneo
Sono gestite dalle REGIONI ITALIANE
MINIERA CAVA
Cave e Miniere sono importanti settori economici, ma ad altissimo impatto ambientale. Gli effetti
sono consumo di suolo, disboscamento, trasformazione della forma del paesaggio, deterioramento
della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, impoverimento delle acque sotterranee e
superficiali.
Per tale ragione sono necessarie una serie di norme e procedure orientate verso la sostenibilità
ambientale (fino a che punto riesco a contenere, mitigare i danni ambientali, sfruttando una risorsa
economicamente vantaggiosa?), il riciclo delle materie prime e la sicurezza territoriale
Cave Autoctone o Alloctone ?
Autoctono significa dello stesso posto [dal lat. tardo autochton -ŏnis, gr. αὐτόχϑων -ονος, comp.
di αὐτός “stesso” e χϑών “terra”] e indica una persona, un popolo che attualmente vive nello
stesso territorio dove è nato. Applicato ai materiali lapidei, autoctono significa che sono
lavorati ed utilizzati negli stessi posti dove sono estratti.
Alloctono è esattamente il termine contrario.
Indica cioè i materiali lapidei originari di un
determinato territorio che sono trasportati,
lavorati ed utilizzati altrove
➢ la Pietra Calcarea (di cui la Pietra di Promontorio è un litotipo particolare) (Genova)
era utilizzata per la costruzione di muri e mura a partire dal Medioevo e tuttora
come massicciata per la costa,
➢ le Marne di Piccapietra erano utilizzate per la produzione dei mattoni (Genova e poi
Savona), la Dolomia di Sestri Ponente (Genova) è ancora utilizzata per calce e la
malta
➢ La Pietra Lavagna o Ardesia (Val Fontanabuona, Provincia di Genova) è estratta
ancora adesso per le tegole dei tetti
➢ Il Verde Polcevera (Campomorone, Genova) come materiale di rivestimento per
palazzi e chiese
➢ Le Arenarie da pavimentazione, prelevate dalle cave
intorno al Monte Gottero (Bedonia)
➢ il Rosso di Levanto (Provincia di La Spezia) e la Pietra
di Finale (Finale Ligure) utilizzate come materiale di
rivestimento per palazzi e chiese.
➢ Il Granito Rosa sardo (Isola della Maddalena)
utilizzato a partire dalla seconda metà del XIX secolo
come pietra da pavimentazione e da rivestimento
➢ Il Marmo Bianco di Carrara (Alpi Apuane), utilizzato
fin dal Medioevo come pietra portante e come
materiale per le statue
Materiali Autoctoni
Materiali Alloctoni
https://www.source-international.org/
Acque contaminate dalla Miniera di Rame di Cerro de Pasco (Perù), per gentile concessione di Source International
Cava di Gesso,
Provincia di Cuneo
Miniera di Rame di
Cerro de Pasco (Perù),
per gentile concessione
di Source International
4. I Materiali Lapidei e Genova
La Storia di Genova, l’utilizzo dei materiali lapidei e i toponimi della Città
sono profondamente legati.
Nel 1099 a Genova nasce la “Compagna Communis” la prima forma di
governo comunale e la sua economia era legata al commercio
specialmente via mare.
Mano a mano che la città cresceva, si doveva munire di cinte murarie
sempre più estese che la difendessero verso mare dai Pirati Saraceni che
saccheggiavano le coste italiane e verso monte dagli eserciti norditaliani e
stranieri (la Francia, ad esempio) che tentavano, talvolta riuscendoci, di
conquistare Genova.
La parte propriamente urbana di Genova cresceva rapidamente e alle
case in legno altomedievali si preferì fin da subito la Pietra Calcarea,
alternato con l’uso dei mattoni ottenuti cuocendo le Marne di Piccapietra
(dal nome del quartiere dove abitavano scalpellini e tagliapietre).
Questa cinta, realizzata con Pietra Calcarea, era talmente estesa che ricalcava i naturali confini della città: ad est il Torrente Bisagno e ad ovest il
Promontorio di San Benigno
Fra il 1550 e il 1650, periodo definito Il Secolo dei Genovesi, Genova realizzò l’ultima cinta muraria -la settima in ordine di tempo- chiamata “Le Mura Nuove”
in grado di isolarla dal resto del territorio circostante e proteggerla dal nemico almeno per due secoli, fino alla metà del XIX.
A partire dall’avvento del treno e della ferrovia e con
l’Unità d’Italia, Genova iniziò a smantellare le sue
mura e a trasformarsi nella città che conosciamo tutti.
Il bisogno di costruire case e palazzi per la
popolazione sempre più numerose e il desiderio di
conquistare terreno a discapito del mare, determinò
l’esigenza di cavare interamente il Promontorio di
San Benigno.
Le cave realizzate fra ottocento e novecento non
erano delle stesse dimensioni delle piccole cave
medievali da pietra a servizio degli edifici, ma erano
letteralmente delle voragini ottenute con la dinamite.
GLI ORGANIZZATORI DEL LABORATORIO
E proprio a causa di una cava abbandonata di
Pietra Calcarea (a cui afferisce la Pietra del
Promontorio, dal nome dove era cavata) che
Genova sperimentò il disastro con più morti da
frana della sua storia recente.
Il 21 Marzo 1968, dopo intense piogge, uno strato
particolarmente inclinato di Calcare dell’Antola (o
Pietra Calcarea) si staccò dal ciglio della cava, un
tempo la parte orientale del Promontorio di San
Benigno, e franò su una palazzina popolare posta
nell’area di cava.
Questo evento che causò la morte di 19 persone,
segnò anche l’inizio della professione del Geologo
esperto di frane come lo conosciamo oggi.
L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di ricerca di base e
applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei
processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la
gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste. Costituito nel 2001 dall’accorpamento di vari istituti italiani, è da
22 anni in seno al CNR il quale quest’anno, il 25 ottobre 2023, ha compiuto 100 anni!
L’Associazione Geologia Senza Frontiere ETS nasce nell’ottobre del 2003 dalla volontà di un gruppo di laureati in
scienze geologiche, naturali ed ambientali di dare una prospettiva comune alle competenze acquisite nell’ambito
dell’attività professionale, della ricerca e della cooperazione internazionale
www.gsf.it
info@gsf.it
L’Istituto di Storia della Cultura Materiale (ISCUM APS), è un'associazione no-profit che si occupa di ricerca, didattica e divulgazione
nell’ambito della storia della cultura materiale, utilizzando un approccio globale che coinvolge varie discipline umanistiche e scientifiche.
Fondato a Genova nel 1976, ISCUM ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’archeologia medievale e dell’archeologia
dell’architettura in Italia. ISCUM ha curato diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative ed eventi, collabora con istituzioni ed enti
pubblici, e possiede una biblioteca specializzata di circa ventimila volumi aperta al pubblico.
www.iscum.it
www.ismar.cnr.it
PROMONTORIO
SAN BENIGNO
TORRENTE
BISAGNO
Veduta di Genova di Cristoforo Grassi, da un disegno del 1481 (1587), Galata Museo del Mare (Genova)
https://mappe.comune.genova.it/MapStore2/#/context/MIAGE
Archivio Francesco Leoni, MuMA (Genova)