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Siamo stati incaricati di proporre la struttura dell'Europa del futuro.
Siamo consapevoli del fatto che la costruiamo principalmente per voi.
Voi siete il futuro dell'Europa!
Pertanto, riteniamo fondamentale conoscere il parere e ascoltare i
suggerimenti dei protagonisti dell'Europa del 2020"
Valéry Giscard D'Estaing
Presidente della Commissione Europea dei Giovani
Un contributo dei giovani della
Provincia di Pesaro e Urbino alla
creazione dell'Europa di domani
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INDICE
Introduzione e metodologia di lavoro
1. Panorama storico-culturale
2. Sintesi
2.1 Contesto istituzionale
2.2 Diritti fondamentali
2.3 Patrimonio culturale
2.4 Ambiente
2.5 Politica estera, sicurezza comune e difesa
2.6 Economia e mercato del lavoro
2.7 Europa sociale
3. Conclusioni
4. Elaborati
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INTRODUZIONE
Noi giovani della provincia di Pesaro e Urbino abbiamo svolto questo lavoro con impegno
mediante numerosi incontri che ci hanno consentito uno scambievole confronto diretto e una
maggiore coscienza delle tematiche che riteniamo essere una base della nuova Europa.
Intendiamo fornire con questo elaborato un contributo alla commissione che sta definendo la
futura Carta Costituzionale europea.
Convinti che questo sia un momento fondamentale per il futuro della civiltà europea,
auspichiamo, con questo modesto contributo, che rimangano sempre inviolati i diritti
fondamentali dell’uomo, che ci sia una costante tutela del patrimonio culturale della nostra
Europa, elemento coesivo nonché peculiare della civiltà occidentale, che la tolleranza sia un
valore sempre presente nella stesura dei futuri documenti dell’Unione Europea, nonché
patrimonio etico di tutta la cittadinanza europea al fine di una convivenza pacifica non solo
all’interno della comunità ma anche nelle relazioni con le altre realtà mondiali.
Questo elaborato, la cui stesura ha necessitato un’attenta analisi della realtà contingente e delle
intenzioni dei nostri compagni nella stesura degli elaborati, ci ha permesso di riflettere in modo
più approfondito sul nostro ruolo di cittadini, consentendo così una nostra crescita personale e
naturalmente, al contempo, una forte consapevolezza circa l’essere “cittadini europei”.
Metodologia di lavoro
Abbiamo partecipato alla stesura del presente documento affrontando separatamente i temi che
sono stati considerati come fondamentali e di prioritario interesse nell'ambito di una nuova
Costituzione europea. Dopo la stesura dei testi, avvenuta per gruppi di lavoro nelle scuole,
nell’Università di Urbino e in gruppi informali di giovani, a cui sono stati di supporto gli
incontri avuti con gli esperti che l'Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino ha
organizzato, si sono realizzati seminari in cui alcuni rappresentanti dei giovani, con il
coordinamento di alcuni docenti e del personale dell'Amministrazione Provinciale, in cui si è
provveduto alla stesura del documento di sintesi.
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Si è proceduto alla lettura e all’accorpamento dei documenti, creando sette aree tematiche
principali nelle quali si sono fatti rientrare tutti i documenti proposti da ogni gruppo di lavoro.
Si è inizialmente lavorato per stabilire l’articolazione di una prima idea del documento
definitivo, cercando di ottenere una struttura snella, coerente e di facile lettura. Successivamente
si è cercato di definire i contenuti attraverso un confronto dei vari elaborati, da cui far emergere
le posizioni comuni e condivise in merito ai temi trattati.
Da ultimo si è giunti alla formulazione del presente documento che rappresenta un piccolo
contributo dei giovani della nostra Provincia.
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Panorama storico culturale
Il sentimento cosmopolita peculiare dell’idea di Europa ha avuto la sua prima teorizzazione
formale nel XVIII secolo con Rousseau e Kant che hanno insistito sulla necessità di una
coesione di popoli basata sul rispetto dei diritti e la coesistenza pacifica.
Nel sec. XIX si ribadisce l’ideale di una federazione europea attraverso la riflessione politica di
molti intellettuali: Saint-Simon che fonda il proprio programma sul rispetto del proletariato e la
sua realizzazione su un lavoro non alienante; Cattaneo che vede nel rispetto
dell’autodeterminazione dei popoli la nascita di una federazione di popoli liberi; Mazzini che
prospetta un’Europa democratica con la costituzione della “Giovane Europa”.
Sull’ideale di una federazione europea hanno basato la riflessione politica i fondatori del
Movimento Federalista Europeo: Spinelli, Rossi, Colormi.
Con il loro programma espresso nel “Manifesto di Ventotene “del 1941 hanno contribuito in
maniera rilevante alla costruzione di questo organismo sopranazionale che teorizza la sua
massima realizzazione nella “Convenzione”.
I “Padri Fondatori dell’Europa” in Italia, De Gasperi e Einaudi, sostenitori del pensiero liberal-
democratico hanno voluto un’integrazione politica fondata non sugli accordi tra burocrazie
nazionali ma su un forte consenso popolare.
La Convenzione nasce da questa esigenza di trasparenza, rappresentanza e coinvolgimento
pieno dei cittadini e dei giovani in particolare.
Il mondo della scuola, degli universitari e i giovani in genere, hanno voluto, con questo piccolo
contributo, far sentire la propria voce grazie all’iniziativa della Provincia di Pesaro e Urbino.
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2.1 Contesto istituzionale
Il quesito fondamentale da cui si è partiti è quello relativo al ruolo che gioca oggi l’Europa nel
contesto politico mondiale, e quanto questo ruolo sia condizionato dalla struttura istituzionale
che caratterizza l'Unione europea.
Partendo da tale presupposto abbiamo voluto analizzare e fare precise considerazioni circa
l'assetto istituzionale dell'UE, consapevoli di come proprio questo tema costituisca una priorità
su cui intervenire con chiare ed importanti riforme.
Siamo innanzitutto convinti che per rispondere alle sfide odierne e future sia necessario dare
all'Europa una Costituzione e di conseguenza un assetto di tipo federale. Una Costituzione che
sancisca un patto tra i cittadini europei e che istituisca una comunità politica.
Una Costituzione che semplificando i trattati consenta di governare efficacemente un'Unione di
venticinque o più Stati membri, che non può in alcun modo funzionare con il sistema attuale, nel
quale il veto di uno Stato può impedire l'avanzamento di tutti gli altri.
Un'Europa unita nelle diversità è dunque a nostro parere realizzabile; l'Unione del futuro deve
pertanto essere basata sulla sussidiarietà. All'UE dovranno competere le decisioni che non
possono essere realizzate altrettanto efficacemente a livello nazionale o regionale. Tra queste
dovrebbero figurare come competenze esclusive la moneta europea, la sicurezza europea e le
politiche ambientali. L'esercizio delle competenze dovrebbe fondarsi sui principi di sussidiarietà
e proporzionalità, secondo i quali le decisioni devono essere prese al livello di governo più
vicino ai cittadini, mentre i livelli superiori hanno titolo ad intervenire solo quando i livelli
inferiori non possono agire in modo soddisfacente.
Il Parlamento europeo, unico organo eletto democraticamente a suffragio diretto, dovrebbe
codecidere con il Consiglio su tutte le materie, compresa l’adozione del bilancio (eliminando la
distinzione tra spese obbligatorie e spese non obbligatorie) e disporre del diritto di proporre
nuove leggi, condizione necessaria per garantire il suo rafforzamento istituzionale. La sua
elezione si deve basare su una procedura elettorale uniforme in tutti gli Stati membri. Esso
dovrebbe, inoltre, proporre ed eleggere il presidente della Commissione, la cui nomina, in
seguito, dovrebbe essere approvata dai capi di Stato e di governo, invertendo la procedura
attuale.
Il Consiglio dovrebbe trasformarsi in un'autentica seconda camera legislativa, che codecida con
il Parlamento Europeo e sulla normativa dell'UE. Tutte le decisioni potranno così essere adottate
da una "doppia maggioranza", di Stati e di cittadini. Il diritto di veto, che nega al contempo la
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democrazia e l'efficienza (problema che crescerà con l’allargamento a nuovi stati membri),
dovrebbe scomparire dal sistema decisionale dell'UE.
La Commissione dovrebbe essere trasformata in un vero governo europeo, che risponda
pienamente al Parlamento e al Consiglio, ciascuno disponendo di un diritto di censura
sull'azione della Commissione.
Il Presidente della Commissione è il Presidente dell’Unione. Nell’ambito del principio di leale
collaborazione tra le istituzioni è auspicabile un maggior coinvolgimento del Parlamento
Europeo nel processo di formazione degli atti legislativi comunitari.
Inoltre è auspicabile che la Corte di Giustizia veda rafforzati i propri poteri in termini di
controllo del rispetto delle disposizioni contenute nella Costituzione europea.
In questo modo saranno identificati chiaramente i ruoli in Europa: il Consiglio e il Parlamento
legiferano, la Commissione governa, la Corte di Giustizia è garante del rispetto delle leggi
comunitarie.
I cittadini sapranno così chi decide che cosa in Europa, e potranno esercitare un autentico
controllo democratico sull'operato dei propri rappresentanti.
L'Europa potrà parlare con una sola voce, realmente rappresentativa della volontà dei propri
cittadini.
Al fine di realizzare politiche di sviluppo e garantirne l'efficienza e la trasparenza, il bilancio
dell'Unione dovrebbe essere finanziato tramite risorse proprie cui contribuiscano gli Stati
membri e i cittadini. Di conseguenza l’Unione europea deve dotarsi di una politica fiscale
comune.
Per un maggior coinvolgimento dei cittadini, dei territori, delle parti sociali, nello spirito della
costruzione della nuova Europa, riteniamo sia opportuno – pur mantenendo funzioni consultive-
potenziare il ruolo e i compiti del Comitato delle Regioni e del Comitato Economico e
Sociale. Riteniamo, inoltre, che debba essere istituito un Comitato dei giovani europei, con
funzione consultiva, per garantire maggiore visibilità e attenzione alle problematiche che
riguardano le nuove generazioni.
Per evitare il rischio che un solo Stato membro - impossibilitato a ratificare il testo - possa
bloccare le riforme delle quali l'Europa ha urgente bisogno, occorrerà che la Convenzione adotti
il proprio progetto finale a maggioranza qualificata e rifletta sulle modalità di ratifica della
nuova Costituzione.
Un Trattato può essere ratificato con le consuete procedere intergovernative, ma una
Costituzione deve essere sottoposta al giudizio dei cittadini. La nuova Unione deve essere
legittimata dalla volontà popolare. Per garantire che i cittadini possano esprimersi sulla nuova
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architettura dell’Europa, l’UE dovrebbe indire un referendum europeo. E’ altresì auspicabile che
gli stati membri introducano una consultazione popolare nell’ambito della procedura interna di
ratifica della costituzione. In ogni caso dovrà essere sancito e garantito il diritto per ogni paese
membro di recedere dall’Unione, in ogni momento, attraverso una procedura regolata.
La futura organizzazione dell’Europa deve necessariamente basarsi su un sistema di diritti e
garanzie in grado di costruire un’effettiva cittadinanza europea. Per fare questo l’Europa deve
dotarsi di un sistema di welfare che cerchi di armonizzare, almeno per ciò che riguarda i diritti
essenziali, quelli dei diversi Paesi membri. Bisogna evitare eccessive differenze tra i Paesi
dell’Unione, anche alla luce dell’allargamento ai paesi con sistemi di welfare meno avanzati
onde poter evitare anche possibili fenomeni verso paesi con maggiori garanzie.
E’ impensabile, ad esempio, non avere regole comuni riguardo alle politiche dell’immigrazione,
l’organizzazione dei sistemi formativi (diritto allo studio, obbligo scolastico, formazione durante
tutto l’arco della vita) e del sistema produttivo (diritti dei lavoratori, incentivi all’occupazione e
regole di concorrenza).
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2.2 Diritti fondamentali
Riteniamo fondamentale che l’Unione europea del futuro si fondi sui valori di libertà,
democrazia, sviluppo sostenibile, ripudio della guerra, valorizzazione delle diversità etniche e
culturali e pertanto consideriamo la Carta dei Diritti fondamentali come il nucleo centrale della
futura Costituzione europea. Sebbene privo di valore giuridico vincolante, il documento ha
segnato una svolta essenziale nella politica dell'Unione europea, anche se accoglie, in linea di
principio, i diritti contemplati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e
quelli enunciati nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali del 1950, con l'aggiunta di alcuni "nuovi diritti" nati dalla dirompente
evoluzione sociale e tecnologica attualmente in atto.
Auspichiamo però che nella Convenzione siano rafforzate politiche concrete e strumenti in
grado di trasformare tali principi in regole giuridicamente vincolanti, anche alla luce dei più
recenti avvenimenti in campo politico e militare nonché in quello sanitario e delle bio-
tecnologie. Riteniamo che la nuova Costituzione debba dare maggior risalto a tali tematiche.
Nell'ambito del diritto alla vita, ad esempio, sottolineiamo l’importanza del diritto alla pace e
uguaglianza tra i popoli, da accrescere mediante politiche in grado di favorire la cancellazione
del debito dei paesi poveri ma anche permettendo agli stessi di attivare forme di
autosostentamento economico e stabilità politica. L’Unione deve sostenere l’importanza dello
smantellamento degli armamenti, e della riduzione della vendita di armi ai paesi poveri, spesso
militarmente equipaggiati ma privi dei diritti fondamentali per la popolazione civile.
Sempre con riferimento al diritto alla vita sollecitiamo un maggior controllo dell’UE sulle
manipolazioni genetiche, cercando di dare sempre maggior spazio alla ricerca ma anche di
orientarla in senso etico e morale. Riteniamo che la libertà di ogni singolo individuo debba
trovare un limite nel divieto di commercializzazione del corpo umano e delle sue parti, nonché
nel divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani, già sancito nella Carta dei Diritti
fondamentali, nonché delle pratiche biogenetiche in genere, nel pieno rispetto della dignità
dell’uomo.
Secondo noi la nuova Costituzione Europea dovrà trattare l’argomento in modo più
approfondito, rafforzando il concetto già presente nella Carta dei diritti e prevedendo anche una
più esplicita posizione in merito alla clonazione usata a scopi terapeutici.
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Quanto al diritto alla salute, auspichiamo il rafforzamento dei sistemi sanitari dei paesi più
poveri dei vari stati membri, affinché vi sia uniformità nel garantire la tutela della salute umana
su tutto il territorio comunitario, anche in considerazione della sempre più facile diffusione delle
forme virali da un paese all’altro attraverso i mezzi di trasporto, gli scambi commerciali, ecc.
Il fatto di garantire, almeno a livello comunitario uno standard sanitario tra i vari paesi membri,
oltre che un sintomo di civiltà, può essere considerato anche come strumento precauzionale a
tutela della salute umana.
Chiediamo all’Unione europea di puntare l’attenzione sul ruolo fondamentale dell’educazione
alimentare nelle scuole e tra i cittadini, magari anche attraverso una valorizzazione dei prodotti
tipici locali, la cui genuinità va riconsiderata in termini di strumento per tutelare la salute.
Relativamente ai diritti dell’infanzia, sosteniamo l’importanza della protezione dei minori
partendo dalla tutela della dignità e del benessere della famiglia, quale nucleo fondamentale
della società nonché primo ambiente della formazione personale di un individuo.
La tutela del bambino va quindi garantita, mediante precise politiche di supporto economico, e
con un maggiore coinvolgimento delle famiglie in termini di informazione e sensibilizzazione su
determinati temi di carattere sociale (educazione, importanza del tempo libero e del riposo,
assistenza sanitaria di base, tutela giuridica, ecc.).
Al bambino deve essere assicurata la convivenza con i propri genitori; devono essere debellate
le pratiche illecite sulle adozioni nazionali, ma soprattutto internazionali; abolito qualunque tipo
di sfruttamento. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, si auspica il divieto assoluto di
sfruttamento del minore nel campo del lavoro, si condanna lo sfruttamento nella prostituzione,
auspicando in tal senso una rigorosa e strutturata politica comunitaria che consenta una
collaborazione tra le forze di polizia impegnate nel combattere certi orribili fenomeni.
Siamo uniti nell’affermare la necessità di un diritto alla protezione della dimensione
ontologica dell’uomo che dovrebbe essere sviluppato attraverso una maggiore formazione alla
cultura della legalità, della democrazia e tutela dell’affettività e della dignità del singolo nei
confronti dei processi di massificazione.
L’Unione deve condannare con forza le pratiche di ogni genere che sviliscono la dignità umana,
quali ad esempio la tortura, o la guerra, con una presa di posizione forte che sia espressione di
una volontà di tutti gli Stati di ritrovarsi uniti su temi di grande importanza, sui quali la
mancanza di unità e condivisione di intenti rappresenta un sintomo di debolezza e dunque un
pericolo per la tutela dei diritti fondamentali.
Chiediamo che l’Europa si occupi sempre di più di carceri, di sicurezza, di sistema penale. Il
diritto penale e il diritto penitenziario di ciascuno stato, da sempre considerati di esclusivo
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interesse nazionale, devono progressivamente essere condizionati dalle istituzioni europee.
Chiediamo un rafforzamento del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT), che
svolge un’attività ispettiva preventiva in ogni luogo di detenzione. Si auspica l’introduzione, in
tutti i Paesi membri, di un reato autonomo di tortura, che consenta di debellare definitivamente
tali pratiche incivili.
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2.3 Patrimonio culturale
E’ il retaggio culturale, con l’imponente eredità di secoli di storia comune e con le sue
ripercussioni sul nostro presente, ciò che accomuna e ciò che distingue i popoli europei.
Per questo, gli approfondimenti compiuti sul tema ci hanno portato a far rientrare in questa
categoria due tematiche fondamentali, tra loro apparentemente distinte, ma in realtà connesse
dal principio generale della valorizzazione delle diversità culturali dei cittadini dell'Unione
europea contenuto nell'art. 151 del Trattato di Maastricht:
gli aspetti culturali intesi come beni storico-artistici da valorizzare, tutelare, far
conoscere, ecc…
l'istruzione e gli scambi aventi ad oggetto la conoscenza reciproca, le lingue, ed anche
tradizioni ed usanze locali.
Con riferimento al primo aspetto, si sottolinea che in base all’assunzione a valore della tutela del
patrimonio culturale e al fatto che nella Carta dei Diritti vi è solo una dichiarazione di principio
all’articolo 22: "l'Unione rispetti la diversità culturale, religiosa e linguistica", si propone di
incentivare la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza del patrimonio artistico ed
architettonico di ciascun paese. Tale opera di diffusione ed informazione potrebbe essere
accompagnata da una vera e propria introduzione nelle scuole di una disciplina che renda i
giovani consapevoli ed informati in merito al valore dei beni culturali, ed alle politiche di tutela
attivate nell'ambito dell'Unione europea.
Inoltre, preso atto dell'importanza rivestita a livello mondiale da Organizzazioni internazionali a
tutela del patrimonio culturale quale ad esempio l'UNESCO, si auspica anche l’istituzione a
livello europeo di un organismo competente nell'individuazione di siti europei di particolare
rilevanza culturale, che sia in grado di intraprendere azioni di carattere conservativo e di tutela.
Tale soggetto, oltre a promuovere studi scientifici sui beni culturali per la messa a punto di
idonee condizioni e applicazioni di conservazioni e restauro, potrebbe fin dalla sua creazione
incentivare forme di cooperazione culturale tra i vari stati membri, tra questi e i paesi membri
dello Spazio economico europeo nonché con i paesi candidati, al fine di diffondere una
coscienza comune tra i cittadini, ma soprattutto una comune ed uniforme regolamentazione sulla
conservazione di tali beni.
La politica di promozione e tutela culturale promossa dall’Europea va a nostro parere rafforzata,
in termini di tutela dell'esistente ma anche di promozione di un’architettura di qualità e
sostenibile, soprattutto con riferimento ai contesti urbani.
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Auspichiamo in tal senso l'aumento delle misure a favore delle professioni in campo culturale; la
promozione della mobilità degli studenti e dei professionisti grazie al riconoscimento reciproco
dei diplomi in tutta Europa; l'inserimento della disciplina di tutela e conservazione dei beni
culturali nei programmi didattici delle Scuole medie superiori.
Noi riteniamo che l'Unione possa e debba influire maggiormente ed in modo più forte sulle
politiche dei singoli stati membri, affinché la valorizzazione e tutela dei beni culturali sia più
che mai uniforme e non contestualizzata.
Con riferimento all'altro aspetto da noi considerato, ossia quello dell’accesso dei cittadini alle
diverse culture europee attraverso l’istruzione e la formazione, si pone in risalto come l'Unione
dia importanza a concetti quali: l’istruzione e la formazione alla cultura, la sensibilizzazione alla
cultura.
L’Unione europea offre infatti la possibilità ai giovani, attraverso scambi culturali e programmi
per lo studio delle lingue, di conoscere il contesto socio-culturale europeo.
Si chiede la continuazione ed incentivazione di tali iniziative, ma soprattutto una maggiore
informazione e un più facile accesso a tali opportunità in ciascun Paese.
L'UE deve insomma potenziare il proprio ruolo di coordinamento ed incentivazione nel campo
dell’istruzione e della cultura, creando i presupposti per l’applicazione concreta di programmi
già esistenti.
Molto importanti sono poi gli scambi culturali (gemellaggi) tra i giovani e tra le istituzioni
scolastiche, che costituiscono un momento fondamentale nel coinvolgimento dei cittadini nel
processo di unificazione dell’UE.
L’ultimo aspetto da considerare è che i beni culturali costituiscono anche un’importante risorsa
economica. Chiediamo perciò che vadano valorizzati anche sotto il profilo economico
(attraverso il turismo ad esempio). Il settore della creazione artistica deve essere considerato
come un ambito lavorativo, e pertanto va sostenuto anche sotto il profilo professionale.
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2.4 Ambiente
Riteniamo che l'ambiente debba essere un tema trasversale ad ogni politica dell’UE.
Quest’ultima dovrà assumere un ruolo guida per garantire e promuovere uno sviluppo
equilibrato e sostenibile spezzando definitivamente il vecchio legame tra sviluppo economico e
danno ambientale.
Il significato di sviluppo sostenibile troverà infatti piena attuazione solo con un impegno più
efficace dell’Unione europea nell’attuazione delle direttive comunitarie in campo ambientale,
nonché nell’attuazione delle Convenzioni internazionali che dovranno vedere l’UE come
soggetto firmatario, come ad esempio il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.
Pertanto, a nostro parere, è necessario che L’Unione Europea:
a) elabori una normativa più efficace e severa integrando le tematiche ambientali nelle altre
politiche;
b) adotti una strategia su più fronti capace di indurre i necessari cambiamenti dei nostri
modelli di consumo e di produzione così che siano ridisegnate le forme possibili della
democrazia nell’epoca della globalizzazione attraverso una partecipazione consapevole
di tutti i cittadini europei;
c) incentivi e finanzi la ricerca scientifica finalizzata ad una maggiore conoscenza delle
interazioni tra uomo e ambiente e delle rispettive implicazioni, alla individuazione di
nuove fonti energetiche e nuove tecnologie.
Per realizzare tali obiettivi, l’Unione Europea dovrebbe innanzitutto garantire la pace tra i popoli
come uno degli strumenti più efficaci non solo per la dignità dell’uomo, ma anche per la tutela
della natura: pace e tutela della natura sono infatti strettamente dipendenti, poiché la guerra ha
degli effetti devastanti anche sulla natura.
L’Europa dovrebbe favorire la cooperazione e l’assistenza reciproca fra gli stati nella
condivisione del sapere: i Paesi ricchi dovrebbero farsi carico di favorire le ricerche e la
conservazione di aree geografiche significative da un punto di vista ambientale anche nei Paesi
in via di sviluppo, investendo parte dei loro fondi per tutelare gli ecosistemi in queste zone che
necessitano di maggiore considerazione.
Riteniamo infatti determinanti tali relazioni affinché le scelte di sviluppo dei paesi
economicamente più avanzati non abbiano ripercussioni negative su altre aree geografiche
dell'Europa e del mondo.
Un principio fondante dell’UE dovrà essere pertanto la consapevolezza che non esistono
confini politici alla difesa ambientale e che dovrà essere tutelata l’intera biosfera. Questa idea
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nasce dalla constatazione che gli indirizzi e le scelte suggerite dai protocolli internazionali (ai
quali molti dei paesi economicamente più sviluppati non hanno aderito) sono state recepite solo
in parte per il prevalere di interessi economici regionali e nazionali.
Ci sembra opportuno sottolineare alcune tematiche ambientali che riteniamo fondamentali e su
cui si sono rivolte le nostre riflessioni comuni:
Fonti di energia alternative
L'Unione Europea, in trent’anni di politica ambientale, ha più volte invitato gli stati membri a
incentivare l’uso di fonti d'energia alternative a discapito degli idrocarburi, specie del petrolio,
ma, in realtà, al di là di poche ed insufficienti iniziative, non c’è stata una risposta adeguata.
Biocombustibili, biogas e rifiuti sono fonti alle quali si deve guardare con rinnovato interesse,
ma anche in questo caso non si può pensare, allo stato delle cose, a possibilità concrete di
integrare in buona misura i consumi di energia ricorrendo ad esse. Queste nuove fonti
energetiche rappresentano la reale possibilità di abbattere le concentrazioni dei gas inquinanti
ed è questa perciò la strada da percorrere per ottenere risultati.
E’ necessario da parte dell’UE un impegno politico forte, incisivo in campo energetico così che
la conversione della generazione elettrica sia sempre più orientata verso fonti di energia
rinnovabili, in ottemperanza al protocollo di Kyoto. Tuttavia non va dimenticato che qualsiasi
trasformazione energetica ha un costo ambientale e paesaggistico elevato e che l’U.E. dovrà
incentivare al suo interno e all’esterno modelli di sviluppo a basso impatto ambientale che
presuppongano un consumo energetico sostenibile con l’ambiente.
Inquinamento elettromagnetico
La vastissima produzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche comporta significativi
impatti ambientali, sanitari e mutamenti comportamentali. Tutto ciò crea molta preoccupazione
perché non si conoscono le effettive conseguenze sanitarie e ambientali dei campi
elettromagnetici, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, e non ci si sente
affatto tutelati. Infatti, mentre con riferimento agli effetti prodotti dalle onde a basse frequenze
(ELF) sugli organismi viventi vi sono studi che provano la correlazione tra la vicinanza a
sorgenti di onde elettromagnetiche a bassa frequenza e l’insorgenza di alcune forme di tumore,
per quanto riguarda le radiofrequenze, la situazione è meno chiara.
Chiediamo all’U.E. di disciplinare con una normativa vincolante tutta la materia relativa
all’elettrosmog attraverso l’assunzione del principio di cautela e la definizione di nuovi e più
bassi limiti di esposizione. Dovranno inoltre essere introdotte sanzioni severe contro le
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violazioni ai limiti stabiliti, incentivi alla ricerca scientifica e la promozione dell’innovazione
tecnologica finalizzata alla riduzione dell’impatto delle onde magnetiche.
Natura e biodiversità: una risorsa unica da salvaguardare
La biodiversità è un termine che racchiude in sé concetti di non semplice definizione. In sintesi
possiamo considerare la biodiversità come l’insieme della varietà delle specie ospitate da un
paese, da un ecosistema o più in generale dall’intera biosfera.
Da ciò si evince che il concetto di biodiversità non può prescindere dalla diversità degli
ecosistemi e dalla diversificazione degli ambienti naturali.
Se l’isolamento artificioso tra ambienti diversi può determinare importanti problemi ambientali,
l’isolamento naturale nel corso dei millenni ha, al contrario, contribuito alla selezione e
all’evoluzione di molte specie.
In questo senso dunque auspichiamo che l’Europa ponga tra i suoi obiettivi ambientali sensibili
il Mar Mediterraneo quale area di collegamento ambientale, oltre che culturale e sociale, tra
Nord e Sud del Mondo.
Altro strumento in grado di tutelare la biodiversità, è quello di considerare le sue componenti
non come “ res nullius” quanto piuttosto “res publica”, gestite, anche se privatamente, con la
dovuta attenzione e nella consapevolezza che un elemento naturale è il risultato irripetibile di
migliaia spesso di milioni di anni di evoluzione.
Il patrimonio naturale (genetico-specie-habitat) dovrà essere un patrimonio indisponibile dello
Stato, in questo caso della Unione Europea, vale a dire della collettività, a prescindere dalla
proprietà in cui un elemento naturale, animale, vegetale o un intero ecosistema si trovi.
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2.5 Politica estera, sicurezza e difesa comune
L’allargamento dell’Unione europea mette in luce sempre di più la necessità che si sviluppi una
politica internazionale credibile e tale da mettere l’Europa nelle condizioni non solo di gestire
meglio alcune problematiche all’interno dei propri confini, ma soprattutto di assumere un ruolo
importante in ambito internazionale. Chiediamo quindi che l’Unione si attivi per svolgere un
ruolo di primo piano in materia di prevenzione di conflitti bellici (rafforzamento della pace), e
lotta al terrorismo (sicurezza internazionale), e che diventi un elemento di stabilizzazione nella
politica mondiale.
Pensiamo che sia necessario un coordinamento delle forze militari dei vari stati membri, ed una
loro organizzazione comune affinché l’Europa abbia un ruolo più decisivo in campo
internazionale; ciò consentirebbe all’Unione europea, fondata sul presupposto della pace tra i
popoli, di promuovere un'unica politica d’intervento militare attivabile con forze armate
organizzate ma con l’unico obiettivo di garantire la pace e di costituire uno strumento di difesa
in collaborazione con NATO e ONU.
Auspichiamo dunque una migliore collaborazione tra il personale militare dei diversi Paesi
membri, e un rafforzamento dell’orientamento generale già esistente in campo europeo circa il
ruolo dei militari, che dovranno diventare dei professionisti, con specifici compiti quali la
sorveglianza delle frontiere dell’Unione, il controllo interno, la tutela dei diritti dei singoli
cittadini europei.
La realizzazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei costituisce
un obiettivo essenziale da perseguire con politiche comuni.
Anche se non è ancora presente nella consapevolezza di molti, è tuttavia certo che noi già
viviamo in una realtà federale non solo per quel che riguarda l'ambito economico e monetario
ma anche della libera circolazione delle persone e del coordinamento sopranazionale nelle
operazioni di controllo e di repressione della criminalità organizzata.
Uno dei problemi emergenti all’interno dell’Europa è quello relativo all’immigrazione
clandestina, da cui derivano fenomeni come commerci illegali, aumento della delinquenza e, nei
casi peggiori, organizzazioni terroristiche. Chiediamo che l’Unione europea faccia fronte a tale
fenomeno non più solo con le polizie dei singoli stati membri, ma con un’apposita polizia di
frontiera europea. I problemi della libera circolazione interna ai confini dell’Unione, e del
controllo delle frontiere esterne, andranno risolti promuovendo delle regole comuni che
disciplinino l’ingresso nell’UE dei cittadini dei paesi terzi, con particolare attenzione alle
richieste di asilo e alla protezione dei rifugiati.
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L’Europa si deve impegnare per garantire un aiuto finanziario e politico costante ai paesi più
poveri, al fine di evitare l’incremento di emigrazione proveniente da tali paesi. Contestualmente
andrà favorita la diffusione dei principi democratici soprattutto in quei paesi da poco usciti da
regimi dittatoriali che hanno compromesso il rispetto dei diritti umani, al fine di accelerare un
loro ingresso in uno spazio europeo.
Per una corretta gestione dei flussi migratori, ogni paese dovrà studiare i limiti fisici del proprio
territorio, in relazione all’estensione, alle risorse naturali ed economiche, alla capacità di
accoglienza che tenga conto delle esigenze quantomeno minime che occorrono ad ogni
individuo per vivere in condizioni civili. L’immigrazione va quindi controllata e canalizzata nei
paesi adatti a supportare un incremento della densità di popolazione.
Occorre dare il via ad un processo di armonizzazione ed integrabilità del diritto penale e civile e
delle loro procedure nei diversi Stati membri, coinvolgendo le istituzioni comunitarie, i Governi
dei vari stati membri, le Università, per una migliore collaborazione. L'avvicinamento
progressivo e la definizione chiara e precisa dei compiti dei singoli Stati membri sono necessari
per contrastare efficacemente la criminalità transnazionale che investe un singolo stato ma,
indirettamente, l'Unione nel suo insieme.
Reputiamo importante riaffermare e potenziare il ruolo degli organismi già preposti a garantire
la sicurezza interna dell’Unione; ciò sarà non solo una garanzia di stabilità e di pacifica
convivenza, ma anche un’opportuna strategia di sensibilizzazione e di educazione alla coscienza
europea.
Nella gestione della emergenza terrorismo chiediamo che non siano semplicemente gli Stati
Nazionali a intervenire, ma che l’Europa abbia un ruolo comune, capace di accrescere il peso
politico delle nostre Nazioni all’interno di una coalizione unita e forte.
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2.6 Economia e lavoro (occupazione, mercato del lavoro, creazione d’impresa):
La crisi economica internazionale degli ultimi anni, la globalizzazione, la nuova realtà
occupazionale che presenta una flessibilità sempre più accentuata, richiedono un’ampia
riflessione dei paesi e dei popoli europei perché si arrivi alla definizione di una Costituzione
europea che sia anche strumento di tutela dei diritti dei lavoratori.
Ci è sembrato importante iniziare la nostra riflessione mettendo in luce il problema della
disoccupazione e della pianificazione economica di tutti gli stati europei.
Si chiede innanzitutto di promuovere un mercato europeo del lavoro, nel rispetto e
valorizzazione delle economie regionali interne a ciascun stato membro. Tale finalità costituisce
un passo necessario dopo la creazione di un mercato unico e di una moneta unica; se infatti
queste ultime realtà già esistenti mostrano, pur di fronte a varie difficoltà, il comune intento di
riconoscersi in un'unica realtà di cittadini europei, va rilevato come non si possa ancora parlare
di un reale mercato unico del lavoro, viste anche le forti divergenze relative al tasso di
disoccupazione nei vari paesi membri, che saranno ancor più forti con il prossimo ingresso dei
10 paesi dell’allargamento. Tale nuovo mercato allargato dovrà essere capace di coniugare le
nuove offerte del mondo del lavoro, al fine di abbassare il tasso di disoccupazione giovanile e
consentire una più facile circolazione di risorse professionali. Si pone l’accento infatti
sull’importanza che tale aspetto rivestirà nei confronti dei nuovi paesi che entreranno a far parte
dell’UE, dove infatti il sistema economico necessita di manodopera specializzata da impiegare
nelle attività produttive locali.
Il ruolo che i Paesi più avanzati potrebbero ricoprire all’interno di questo processo è di farsi
carico della formazione professionale dei giovani provenienti dai Paesi membri meno avanzati,
che dovranno andare a spendere le loro capacità nei Paesi d’origine. Si incentiverà così uno
spirito imprenditoriale fino ad oggi carente in quelle aree, e si potrà promuovere da un lato la
crescita economica ed il livello competitivo del loro Paese, dall’altro si apriranno nuove
frontiere alle opportunità commerciali delle nostre aziende anche mediante la delocalizzazione
delle attività produttive.
All’interno della Costituzione deve essere garantito il rispetto dei diritti fondamentali dei
lavoratori:
la sicurezza sui luoghi di lavoro visto che si verificano anche nei Paesi più avanzati
ancora troppi incidenti sul lavoro;
21
il rispetto dell’orario di lavoro che non deve essere protratto ai fini della produzione al
punto da svilire la dignità del lavoratore, anche perché in questo modo viene meno la
possibilità di nuove assunzioni;
il rispetto del diritto al tempo libero, alla famiglia e ai propri interessi; pertanto la
flessibilità non andrà confusa con una precarietà imposta per tutta la vita lavorativa;
riteniamo che le aziende, sia le piccole medie imprese che le grandi industrie debbano
essere sensibili a concetti quali la tutela della famiglia e della maternità; a tal fine si
dovrebbero introdurre forme di aiuti economici nei confronti delle famiglie in difficoltà.
L’Unione Europea deve incentivare una maggiore integrazione tra istruzione/formazione e
lavoro: fondamentale in quest’ottica è il rapporto impresa-scuola, dove si auspica un ritorno
adeguato dell’investimento all’apprendimento e la creazione di più forti relazioni tra scuola,
università e imprese pubbliche e private.
Deve essere inoltre accolto il riconoscimento a livello comunitario dei titoli di studio e dei titoli
professionali conseguiti all’interno di un Paese membro dell’Unione europea, così da consentire
di poter svolgere anche all’estero un lavoro in linea con la propria formazione. Essa dovrà
costituire uno strumento per qualificare la diffusione delle competenze: i tipi di contratto e
l’elevato turn over non favoriscono la qualificazione, né portano all’identificazione con il posto
di lavoro.
Al riguardo chiediamo che nella nuova Costituzione siano rafforzate le previsioni contenute nel
Trattato di Amsterdam del 1997 agli artt. 1, 3, 5, relativi rispettivamente alla formazione dei
giovani, alla formazione dei disoccupati e alle opportunità di formazione; allo stesso modo,
sempre a favore del lavoratore si sottolinea l’importanza del Capo IV della Carta dei Diritti
fondamentali dell’UE relativo alla Solidarietà, al fine di rafforzare gli ammortizzatori sociali e
tutelare i lavoratori contro forme di limitazione dei propri diritti.
Ecco dunque che al fine di perseguire una più diffusa stabilità economica e sociale ed allo stesso
tempo rispondere ad esigenze di flessibilità del mercato, occorre definire in maniera certa i
diritti dei lavoratori atipici (lavoro interinale, collaborazioni coordinate e continuative, ecc),
categoria questa in gran parte costituita da giovani.
22
2.7 Europa sociale
L’Europa che si definisce come spazio di libertà, uguaglianza, democrazia e sicurezza interna,
non può essere credibile se non persegue prioritariamente una politica di giustizia sociale dei
diritti dell’uomo e di solidarietà tra persone, tra generazioni e tra Stati membri, attraverso
un’azione contro la povertà nella società, per conseguire il benessere dei suoi cittadini non solo
come lavoratori ma anche come individui.
La nostra analisi è partita dalla lettura del documento finale del gruppo XI Europa Sociale della
Convezione Europea che offre molti spunti di riflessione ma che a nostro parere ha
un’impostazione di fondo troppo incentrata sulla matrice prima del mercato comune europeo e
pertanto sull’occupazione e la politica di difesa dei lavoratori. In particolare non siamo
d’accordo con l’affermazione del gruppo che reputa: “globalmente adeguate le competenze “
dell’Unione in materia sociale.
Pur condividendo la parte del documento relativa all’occupazione e alla protezione sociale dei
lavoratori, già contenuti nei precedenti trattati europei, riteniamo di dover insistere perché sia
inserito il principio che la protezione sociale non sia intesa solo come tutela dei diritti dei
lavoratori ma abbia il senso più ampio di tutela di tutti cittadini, senza distinzione di categorie
ruolo e appartenenza.
La politica per le persone viene sostanzialmente rimandata alla competenza dei singoli stati
membri, mentre noi riteniamo fondamentale che tra gli obiettivi prioritari l’Europa debba, su
alcuni temi che indichiamo di seguito, definire almeno degli standard minimi a medio e lungo
termine (magari inserendo all’interno della Convenzione europea norme di tipo transitorio), per
dar modo anche ai paesi meno avanzati di raggiungere almeno il livello medio degli altri paesi
europei, anche attraverso una politica di sostegno economico:
1. diritto allo studio definendo il limite di età obbligatorio
2. diritto alla salute, garantendo a tutti i cittadini lavoratori e non, il diritto alla cura e
prevenzione anche gratuita;
3. diritto all’assistenza per le fasce deboli (minori, maternità, anziani, disabili, malati di
mente, non occupati)
4. Tutela dei minori (maltrattamenti, abusi e lavoro minorile)
5. riconoscimento dell’esistenza dei soggetti marginali e loro tutela (senza tetto, poveri,
disadattati, ecc)
23
6. pari opportunità ampliando il concetto della pari opportunità oltre che tra uomini e donne,
anche ai disabili, agli anziani, alle etnie, alle razze, alle religioni, alle tendenze sessuali e
all‘età.
Condividiamo invece lo sforzo della Commissione nell’aver inserito i concetto di sviluppo
economico che tenga conto di un’economia rispettosa dell’ambiente ma anche della politica
sociale e della qualità della vita della persona e proponiamo che tale concetto sia considerato un
principio piuttosto che un obiettivo.
Siamo d’accordo, inoltre, di inserire tra i principi l’affermazione che gli obiettivi sociali siano
equivalenti agli obiettivi economici e non subordinati a questi.
24
CONCLUSIONI
Il presente Documento costituisce il risultato di un momento di studio, approfondimento,
confronto e lavoro di gruppo, che ha coinvolto noi giovani della Provincia di Pesaro e Urbino e
che noi stessi giudichiamo positivamente, poiché ci ha permesso di sentire in modo forte e
concreto, la reale volontà delle Istituzioni europee di coinvolgere e avvicinare i cittadini ed in
particolare i giovani alle Istituzioni, al fine di realizzare la miglior intesa possibile fra i popoli
degli Stati membri.
I nostri incontri sono stati finalizzati a dibattere in modo propositivo, le problematiche europee e
ad elaborare proposte, che ci auguriamo, vengano recepite con la dovuta sensibilità, dalle
autorità competenti. Lavorare alla stesura del Documento ci ha consentito di maturare
un’esperienza di grande spessore educativo, attivando una sinergia tra noi e con le Istituzioni del
territorio.
Ora, toccherà ai membri della Commissione per la Convenzione Europea, impegnati nella
redazione del testo costituzionale, farsi portavoce delle nostre idee e delle nostre speranze; è
proprio in costoro che riponiamo la nostra fiducia, certi di trovare nella nuova Costituzione
Europea le fondamenta del nostro futuro.
25
PARTECIPANTI ALLA SCRITTURA DEL DOCUMENTO
Achille Marianna
Agostini Elena
Agostini Federico
Aguzzi Stefano
Aiudi Andrea
Albertini Monja
Aliventi Gianluca
Allegrezza Leonardo
Allou Souad
Amantini Elisa
Amantini Monica
Angelini Andrea
Annibali Ugo
Antonelli Margherita
Arienti Carlo
Avanzolini Giovanna
Baffone Sara
Baffoni Jenny
Ballerini Nicoletta
Barbaresi Barbara
Barberini Deborah
Barbieri Luca
Baronciani Michele
Bartoli Federica
Bartoli Luca
Battisti Emanuele
Bellagamba Elena
Belli Annalisa
Benevelli Andrea
Benvenuti Mirko
Berloni Margherita
Bernardini Erica
Bianchi Benedetta
Bichi Lucia
Bindelli Luca
Black Basil
Black Irene
Blasi Cinzia
Boccarossa Monica
Bologna Lucia
Bombagi Luna
Bordoni Alberto
Braccini Marta
Brescini Gabriele
Bruno Simona
Calcagni Matteo
Calcagnini Pamela
Camerini Elena
Camilletti Lorenzo
Camillini Alessandro
Canfora Giuseppina
Carletti Giulia
Castellucci Nicola
Catani Michela
Cavalletti Andrea;
Ceccarelli Valentina
Cerioni Silvia;
Cesaroni Simone
Ciavaglia Martina
Cioppi Flavia
Ciotti Pietro
Coli Elisa
Colombi Laura
Colonesi Andrea
Colonnesi Francesco
Consalvo Francesca
Coppetti Elisa
Cordella Andrea
Cracchiolo Micael
Crescentini Barbara
Crescentini Marco
Cupi Valentina
Curzi Matteo
Danoun Sanàa
De Cillis Barbara
De Gregorio Francesca
De Leo Cristina
De Santi Luca
Del bianco Letizia
Del Favero Manuela
26
Del Pivo Camilla
Della Chiara Lorenzo
Della Martire Andrea
Diottavio Giuseppe
Dominici Tamara
Donati Andrea
Dragomanni Filippo
Druda Roberto
Eusepi Raffaella
Facchini Nicola
Facondini Sara
Falcioni Diego
Fastigi Matteo
Fazio Daniela
Federici Angelica
Ferri Fabio
Filippetti Giulia
Franca Pamela
Fraternale Francesca
Fraternali Francesca
Fusco Gian Giacomo
Gabellini Veronica
Gamba Claudia
Gambaiani Carlotta
Garaffa Botta Giada
Gentili Giorgia
Giacomelli Susanna
Giacomoni Simone
Giacomucci Elisa
Gini Matteo
Giorgi Lorenzo
Giorni Lorenzo
Giovagnoli Ilaria
Giovanelli Giada
Girelli Selene
Girolomoni Giulia
Girolomoni Maura
Giudici Claudia
Gnassi Elisa
Gorini Gianluca
Guerra Letizia
Guerra Sabrina
Guidi Luca
Guzman Julian
Haj Assad Natasha
Ianuario M. Giovanna
Ingrosso Matteo
Isidori Ludovica
Isidori Serena
Kosanovic Sani
Lanari Nadia
Leardini Christine
Leardini Simona
Leonardi Patrizia
Lombardi Tommaso
Lucchi Susanna
Magi Lucio
Magi Valentina
Mainardi Marco
Mancarelli Caterina
Manna Andrea
Marchetti Erika
Marchionni Laura
Marcolini Lucia
Marini Martina
Mariotti Cristian;
Marrazzo Daniela
Marsili Mattia
Martelloni Dario
Mastri Arianna
Matelicani Marco
Matteucci Valentina
Mattioli Giacomo
Mazzaferri Luca
Mazzanti Alberto
Mazzanti Alessandro
Germinal
Mazzoli Francesco Saverio
Mercatini Matteo
Milosevic Bojan
Minardi Marco
Montagna Emanuele
Montanari Andrea
Monti Eugenia
27
Morotti Simone
Mosca Giulia
Moscatelli Elisa
Murgia Giulia
Narduzzi Virginia
Nasoni Marco
Natale Paola
Naticchi Emanuela
Nicolini Francesca
Nobili Andrea
Nobili Chiara
Olivieri Elisa
Ortolani Cristina
Pagano Francesco
Pagnetti Claudio
Pagnoni Alberto
Pagnoni Di dario Luca
Pagnoni Giacomo
Palazzetti Claudio
Palumbo Sara
Paolini Giacomo
Paolini Giulia
Paolucci Luca
Paolucci Lucia
Paolucci Sara
Partenoster Federica
Patrizio Paolo
Pazzaglia Stefano
Pazzaglia Emanuela
Pazzaglia Francesca
Pecorelli Anna
Pecorelli Valentina
Pedoni Sabrina
Perugini Laura
Perugini Lucia
Petreti Giorgia
Petrucci Giacomo
Pianosi Andrea
Piccari Matteo
Pierleoni Pamela
Pietrelli Lucia
Pluchinotta Angela
Pruscini Jenny
Pulsonetti Alessia
Raimondi Giulia
Ramaioli Davide
Raspagli Chiara
Raspugli Giovanni Francesco
Re Cecconi Emma
Reggiani Elena
Renzi Valentina
Rinaldo Claudio
Roberti Alice
Romani Davide
Romanini Chiara
Romano Martina
Romitelli Mirko
Rossi Deborah
Rossi Linda
Rossi Marco
Rossi Paolo
Rossini Michele
Saltarelli Francesca
Santini Chiara;
Santini Sara
Scagnozzi Niki
Scaramucci Federico
Serafini Stefano
Sgaggi Chiara
Signorotti Federica
Sintini Sara
Skalamera Ileana
Solleciti Valeria
Spadoni Enrico
Spadoni Silvia
Sparaventi Matteo
Spezi Sara
Sticca Valentina
Tamburini Giulia
Tarquini Giulia
Tebaldi Elisa
Tecchi Elena
Terenzi Christian
Terenzi Giulia
28
Tibollo Alessia
Tiraferri Gianluca
Toccaceli Ilaria
Tonelli Valentina
Tonti Alberto
Tontini Gabriella
Tornati Chiara
Ubaldi Silvia
Uguccioni Alessandro
Vacca Nicola
Vecchierelli Tommaso
Venturi Valentina
Vichi Stefania
Zaccone Caterina
Zheng Yfan
Scuole e gruppi di giovani che hanno partecipato alla redazione del documento
I.T.C. "G.Celli", Cagli
I.T.C. "C. Battisti", Fano
I.T.C. "L.Donati", Fossombrone
I.T.C. "Bramante", Pesaro
I.T.I.S. "E.Mattei", Urbino
Liceo scientifico "G.Torelli", Fano
Liceo scientifico "G.Marconi", Pesaro
Liceo scientifico "Laurana", Urbino
I.P.S.I.A. "A.Volta", Fano
Istituto Tecnico per Geometri "G.Genga" Pesaro
Liceo classico "T.Mamiani", Pesaro
I.P.S.S.A.R. "S.Marta", Pesaro
Istituto statale d'arte, Urbino
ELSA di Urbino
Gruppo informale gestito dai ragazzi di Villa Fastiggi
Composizione della Commissione
Studenti: Ugo Annibali, Ileana Skalamera,Giulia Mosca, Luca Bartoli, Valeria Solleciti, Bojan
Milosevic, Francesca De Gregorio, Stefano Pazzaglia, Francesca Nicolini, Patrizia Leonardi;
Docenti: Maria Grazia Vitali, Giuliana Uguccioni;
Ufficio Politiche Comunitarie e Giovanili: Lucilla D’Orazio, Manuela Petrocelli, Davide
Frulla (Info Point Europa)
29
Si ringraziano per la collaborazione:
L’AMI Trasporti
Per l’Osservatorio nazionale sulla Convenzione: Francesco Tufarelli, Cristiano Zagari,
Saveria Cristiano.
Si ringraziano gli esperti intervenuti nel corso dell'intero progetto:
On. Luciana Sbarbati, On. Armando Cossutta, On Valdo Spini, Cristiano Zagari,
Massimo Gaudina, Giovanni Gasparini, Fabio Sdogati, Michele Stigliano, Patrizia Fantilli,
Nadia Rollé, Mauro Vecchiettini, Emiliano Mandrone, Giuseppe Callovi.
30
Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino
Ufficio Politiche Comunitarie e Giovanili
“L’unione fa l’Europa – I giovani costruiscono la nuova Europa che cambierà il mondo”:
hanno preso parte alla realizzazione del progetto:
Lucilla D’Orazio
Manuela Petrocelli
Alida Volpi
Graziella Bertuccioli
Elisabetta Donini
Responsabile del progetto: Manuela Petrocelli
Documento finale dei giovani “Un contributo dei giovani della provincia di Pesare e Urbino
alla creazione dell’Europa di domani”
A cura di Manuela Petrocelli e Davide Frulla

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  • 1. 1
  • 2. 2 Siamo stati incaricati di proporre la struttura dell'Europa del futuro. Siamo consapevoli del fatto che la costruiamo principalmente per voi. Voi siete il futuro dell'Europa! Pertanto, riteniamo fondamentale conoscere il parere e ascoltare i suggerimenti dei protagonisti dell'Europa del 2020" Valéry Giscard D'Estaing Presidente della Commissione Europea dei Giovani Un contributo dei giovani della Provincia di Pesaro e Urbino alla creazione dell'Europa di domani
  • 3. 3 INDICE Introduzione e metodologia di lavoro 1. Panorama storico-culturale 2. Sintesi 2.1 Contesto istituzionale 2.2 Diritti fondamentali 2.3 Patrimonio culturale 2.4 Ambiente 2.5 Politica estera, sicurezza comune e difesa 2.6 Economia e mercato del lavoro 2.7 Europa sociale 3. Conclusioni 4. Elaborati
  • 4. 4 INTRODUZIONE Noi giovani della provincia di Pesaro e Urbino abbiamo svolto questo lavoro con impegno mediante numerosi incontri che ci hanno consentito uno scambievole confronto diretto e una maggiore coscienza delle tematiche che riteniamo essere una base della nuova Europa. Intendiamo fornire con questo elaborato un contributo alla commissione che sta definendo la futura Carta Costituzionale europea. Convinti che questo sia un momento fondamentale per il futuro della civiltà europea, auspichiamo, con questo modesto contributo, che rimangano sempre inviolati i diritti fondamentali dell’uomo, che ci sia una costante tutela del patrimonio culturale della nostra Europa, elemento coesivo nonché peculiare della civiltà occidentale, che la tolleranza sia un valore sempre presente nella stesura dei futuri documenti dell’Unione Europea, nonché patrimonio etico di tutta la cittadinanza europea al fine di una convivenza pacifica non solo all’interno della comunità ma anche nelle relazioni con le altre realtà mondiali. Questo elaborato, la cui stesura ha necessitato un’attenta analisi della realtà contingente e delle intenzioni dei nostri compagni nella stesura degli elaborati, ci ha permesso di riflettere in modo più approfondito sul nostro ruolo di cittadini, consentendo così una nostra crescita personale e naturalmente, al contempo, una forte consapevolezza circa l’essere “cittadini europei”. Metodologia di lavoro Abbiamo partecipato alla stesura del presente documento affrontando separatamente i temi che sono stati considerati come fondamentali e di prioritario interesse nell'ambito di una nuova Costituzione europea. Dopo la stesura dei testi, avvenuta per gruppi di lavoro nelle scuole, nell’Università di Urbino e in gruppi informali di giovani, a cui sono stati di supporto gli incontri avuti con gli esperti che l'Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino ha organizzato, si sono realizzati seminari in cui alcuni rappresentanti dei giovani, con il coordinamento di alcuni docenti e del personale dell'Amministrazione Provinciale, in cui si è provveduto alla stesura del documento di sintesi.
  • 5. 5 Si è proceduto alla lettura e all’accorpamento dei documenti, creando sette aree tematiche principali nelle quali si sono fatti rientrare tutti i documenti proposti da ogni gruppo di lavoro. Si è inizialmente lavorato per stabilire l’articolazione di una prima idea del documento definitivo, cercando di ottenere una struttura snella, coerente e di facile lettura. Successivamente si è cercato di definire i contenuti attraverso un confronto dei vari elaborati, da cui far emergere le posizioni comuni e condivise in merito ai temi trattati. Da ultimo si è giunti alla formulazione del presente documento che rappresenta un piccolo contributo dei giovani della nostra Provincia.
  • 6. 6 Panorama storico culturale Il sentimento cosmopolita peculiare dell’idea di Europa ha avuto la sua prima teorizzazione formale nel XVIII secolo con Rousseau e Kant che hanno insistito sulla necessità di una coesione di popoli basata sul rispetto dei diritti e la coesistenza pacifica. Nel sec. XIX si ribadisce l’ideale di una federazione europea attraverso la riflessione politica di molti intellettuali: Saint-Simon che fonda il proprio programma sul rispetto del proletariato e la sua realizzazione su un lavoro non alienante; Cattaneo che vede nel rispetto dell’autodeterminazione dei popoli la nascita di una federazione di popoli liberi; Mazzini che prospetta un’Europa democratica con la costituzione della “Giovane Europa”. Sull’ideale di una federazione europea hanno basato la riflessione politica i fondatori del Movimento Federalista Europeo: Spinelli, Rossi, Colormi. Con il loro programma espresso nel “Manifesto di Ventotene “del 1941 hanno contribuito in maniera rilevante alla costruzione di questo organismo sopranazionale che teorizza la sua massima realizzazione nella “Convenzione”. I “Padri Fondatori dell’Europa” in Italia, De Gasperi e Einaudi, sostenitori del pensiero liberal- democratico hanno voluto un’integrazione politica fondata non sugli accordi tra burocrazie nazionali ma su un forte consenso popolare. La Convenzione nasce da questa esigenza di trasparenza, rappresentanza e coinvolgimento pieno dei cittadini e dei giovani in particolare. Il mondo della scuola, degli universitari e i giovani in genere, hanno voluto, con questo piccolo contributo, far sentire la propria voce grazie all’iniziativa della Provincia di Pesaro e Urbino.
  • 7. 7 2.1 Contesto istituzionale Il quesito fondamentale da cui si è partiti è quello relativo al ruolo che gioca oggi l’Europa nel contesto politico mondiale, e quanto questo ruolo sia condizionato dalla struttura istituzionale che caratterizza l'Unione europea. Partendo da tale presupposto abbiamo voluto analizzare e fare precise considerazioni circa l'assetto istituzionale dell'UE, consapevoli di come proprio questo tema costituisca una priorità su cui intervenire con chiare ed importanti riforme. Siamo innanzitutto convinti che per rispondere alle sfide odierne e future sia necessario dare all'Europa una Costituzione e di conseguenza un assetto di tipo federale. Una Costituzione che sancisca un patto tra i cittadini europei e che istituisca una comunità politica. Una Costituzione che semplificando i trattati consenta di governare efficacemente un'Unione di venticinque o più Stati membri, che non può in alcun modo funzionare con il sistema attuale, nel quale il veto di uno Stato può impedire l'avanzamento di tutti gli altri. Un'Europa unita nelle diversità è dunque a nostro parere realizzabile; l'Unione del futuro deve pertanto essere basata sulla sussidiarietà. All'UE dovranno competere le decisioni che non possono essere realizzate altrettanto efficacemente a livello nazionale o regionale. Tra queste dovrebbero figurare come competenze esclusive la moneta europea, la sicurezza europea e le politiche ambientali. L'esercizio delle competenze dovrebbe fondarsi sui principi di sussidiarietà e proporzionalità, secondo i quali le decisioni devono essere prese al livello di governo più vicino ai cittadini, mentre i livelli superiori hanno titolo ad intervenire solo quando i livelli inferiori non possono agire in modo soddisfacente. Il Parlamento europeo, unico organo eletto democraticamente a suffragio diretto, dovrebbe codecidere con il Consiglio su tutte le materie, compresa l’adozione del bilancio (eliminando la distinzione tra spese obbligatorie e spese non obbligatorie) e disporre del diritto di proporre nuove leggi, condizione necessaria per garantire il suo rafforzamento istituzionale. La sua elezione si deve basare su una procedura elettorale uniforme in tutti gli Stati membri. Esso dovrebbe, inoltre, proporre ed eleggere il presidente della Commissione, la cui nomina, in seguito, dovrebbe essere approvata dai capi di Stato e di governo, invertendo la procedura attuale. Il Consiglio dovrebbe trasformarsi in un'autentica seconda camera legislativa, che codecida con il Parlamento Europeo e sulla normativa dell'UE. Tutte le decisioni potranno così essere adottate da una "doppia maggioranza", di Stati e di cittadini. Il diritto di veto, che nega al contempo la
  • 8. 8 democrazia e l'efficienza (problema che crescerà con l’allargamento a nuovi stati membri), dovrebbe scomparire dal sistema decisionale dell'UE. La Commissione dovrebbe essere trasformata in un vero governo europeo, che risponda pienamente al Parlamento e al Consiglio, ciascuno disponendo di un diritto di censura sull'azione della Commissione. Il Presidente della Commissione è il Presidente dell’Unione. Nell’ambito del principio di leale collaborazione tra le istituzioni è auspicabile un maggior coinvolgimento del Parlamento Europeo nel processo di formazione degli atti legislativi comunitari. Inoltre è auspicabile che la Corte di Giustizia veda rafforzati i propri poteri in termini di controllo del rispetto delle disposizioni contenute nella Costituzione europea. In questo modo saranno identificati chiaramente i ruoli in Europa: il Consiglio e il Parlamento legiferano, la Commissione governa, la Corte di Giustizia è garante del rispetto delle leggi comunitarie. I cittadini sapranno così chi decide che cosa in Europa, e potranno esercitare un autentico controllo democratico sull'operato dei propri rappresentanti. L'Europa potrà parlare con una sola voce, realmente rappresentativa della volontà dei propri cittadini. Al fine di realizzare politiche di sviluppo e garantirne l'efficienza e la trasparenza, il bilancio dell'Unione dovrebbe essere finanziato tramite risorse proprie cui contribuiscano gli Stati membri e i cittadini. Di conseguenza l’Unione europea deve dotarsi di una politica fiscale comune. Per un maggior coinvolgimento dei cittadini, dei territori, delle parti sociali, nello spirito della costruzione della nuova Europa, riteniamo sia opportuno – pur mantenendo funzioni consultive- potenziare il ruolo e i compiti del Comitato delle Regioni e del Comitato Economico e Sociale. Riteniamo, inoltre, che debba essere istituito un Comitato dei giovani europei, con funzione consultiva, per garantire maggiore visibilità e attenzione alle problematiche che riguardano le nuove generazioni. Per evitare il rischio che un solo Stato membro - impossibilitato a ratificare il testo - possa bloccare le riforme delle quali l'Europa ha urgente bisogno, occorrerà che la Convenzione adotti il proprio progetto finale a maggioranza qualificata e rifletta sulle modalità di ratifica della nuova Costituzione. Un Trattato può essere ratificato con le consuete procedere intergovernative, ma una Costituzione deve essere sottoposta al giudizio dei cittadini. La nuova Unione deve essere legittimata dalla volontà popolare. Per garantire che i cittadini possano esprimersi sulla nuova
  • 9. 9 architettura dell’Europa, l’UE dovrebbe indire un referendum europeo. E’ altresì auspicabile che gli stati membri introducano una consultazione popolare nell’ambito della procedura interna di ratifica della costituzione. In ogni caso dovrà essere sancito e garantito il diritto per ogni paese membro di recedere dall’Unione, in ogni momento, attraverso una procedura regolata. La futura organizzazione dell’Europa deve necessariamente basarsi su un sistema di diritti e garanzie in grado di costruire un’effettiva cittadinanza europea. Per fare questo l’Europa deve dotarsi di un sistema di welfare che cerchi di armonizzare, almeno per ciò che riguarda i diritti essenziali, quelli dei diversi Paesi membri. Bisogna evitare eccessive differenze tra i Paesi dell’Unione, anche alla luce dell’allargamento ai paesi con sistemi di welfare meno avanzati onde poter evitare anche possibili fenomeni verso paesi con maggiori garanzie. E’ impensabile, ad esempio, non avere regole comuni riguardo alle politiche dell’immigrazione, l’organizzazione dei sistemi formativi (diritto allo studio, obbligo scolastico, formazione durante tutto l’arco della vita) e del sistema produttivo (diritti dei lavoratori, incentivi all’occupazione e regole di concorrenza).
  • 10. 10 2.2 Diritti fondamentali Riteniamo fondamentale che l’Unione europea del futuro si fondi sui valori di libertà, democrazia, sviluppo sostenibile, ripudio della guerra, valorizzazione delle diversità etniche e culturali e pertanto consideriamo la Carta dei Diritti fondamentali come il nucleo centrale della futura Costituzione europea. Sebbene privo di valore giuridico vincolante, il documento ha segnato una svolta essenziale nella politica dell'Unione europea, anche se accoglie, in linea di principio, i diritti contemplati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e quelli enunciati nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950, con l'aggiunta di alcuni "nuovi diritti" nati dalla dirompente evoluzione sociale e tecnologica attualmente in atto. Auspichiamo però che nella Convenzione siano rafforzate politiche concrete e strumenti in grado di trasformare tali principi in regole giuridicamente vincolanti, anche alla luce dei più recenti avvenimenti in campo politico e militare nonché in quello sanitario e delle bio- tecnologie. Riteniamo che la nuova Costituzione debba dare maggior risalto a tali tematiche. Nell'ambito del diritto alla vita, ad esempio, sottolineiamo l’importanza del diritto alla pace e uguaglianza tra i popoli, da accrescere mediante politiche in grado di favorire la cancellazione del debito dei paesi poveri ma anche permettendo agli stessi di attivare forme di autosostentamento economico e stabilità politica. L’Unione deve sostenere l’importanza dello smantellamento degli armamenti, e della riduzione della vendita di armi ai paesi poveri, spesso militarmente equipaggiati ma privi dei diritti fondamentali per la popolazione civile. Sempre con riferimento al diritto alla vita sollecitiamo un maggior controllo dell’UE sulle manipolazioni genetiche, cercando di dare sempre maggior spazio alla ricerca ma anche di orientarla in senso etico e morale. Riteniamo che la libertà di ogni singolo individuo debba trovare un limite nel divieto di commercializzazione del corpo umano e delle sue parti, nonché nel divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani, già sancito nella Carta dei Diritti fondamentali, nonché delle pratiche biogenetiche in genere, nel pieno rispetto della dignità dell’uomo. Secondo noi la nuova Costituzione Europea dovrà trattare l’argomento in modo più approfondito, rafforzando il concetto già presente nella Carta dei diritti e prevedendo anche una più esplicita posizione in merito alla clonazione usata a scopi terapeutici.
  • 11. 11 Quanto al diritto alla salute, auspichiamo il rafforzamento dei sistemi sanitari dei paesi più poveri dei vari stati membri, affinché vi sia uniformità nel garantire la tutela della salute umana su tutto il territorio comunitario, anche in considerazione della sempre più facile diffusione delle forme virali da un paese all’altro attraverso i mezzi di trasporto, gli scambi commerciali, ecc. Il fatto di garantire, almeno a livello comunitario uno standard sanitario tra i vari paesi membri, oltre che un sintomo di civiltà, può essere considerato anche come strumento precauzionale a tutela della salute umana. Chiediamo all’Unione europea di puntare l’attenzione sul ruolo fondamentale dell’educazione alimentare nelle scuole e tra i cittadini, magari anche attraverso una valorizzazione dei prodotti tipici locali, la cui genuinità va riconsiderata in termini di strumento per tutelare la salute. Relativamente ai diritti dell’infanzia, sosteniamo l’importanza della protezione dei minori partendo dalla tutela della dignità e del benessere della famiglia, quale nucleo fondamentale della società nonché primo ambiente della formazione personale di un individuo. La tutela del bambino va quindi garantita, mediante precise politiche di supporto economico, e con un maggiore coinvolgimento delle famiglie in termini di informazione e sensibilizzazione su determinati temi di carattere sociale (educazione, importanza del tempo libero e del riposo, assistenza sanitaria di base, tutela giuridica, ecc.). Al bambino deve essere assicurata la convivenza con i propri genitori; devono essere debellate le pratiche illecite sulle adozioni nazionali, ma soprattutto internazionali; abolito qualunque tipo di sfruttamento. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, si auspica il divieto assoluto di sfruttamento del minore nel campo del lavoro, si condanna lo sfruttamento nella prostituzione, auspicando in tal senso una rigorosa e strutturata politica comunitaria che consenta una collaborazione tra le forze di polizia impegnate nel combattere certi orribili fenomeni. Siamo uniti nell’affermare la necessità di un diritto alla protezione della dimensione ontologica dell’uomo che dovrebbe essere sviluppato attraverso una maggiore formazione alla cultura della legalità, della democrazia e tutela dell’affettività e della dignità del singolo nei confronti dei processi di massificazione. L’Unione deve condannare con forza le pratiche di ogni genere che sviliscono la dignità umana, quali ad esempio la tortura, o la guerra, con una presa di posizione forte che sia espressione di una volontà di tutti gli Stati di ritrovarsi uniti su temi di grande importanza, sui quali la mancanza di unità e condivisione di intenti rappresenta un sintomo di debolezza e dunque un pericolo per la tutela dei diritti fondamentali. Chiediamo che l’Europa si occupi sempre di più di carceri, di sicurezza, di sistema penale. Il diritto penale e il diritto penitenziario di ciascuno stato, da sempre considerati di esclusivo
  • 12. 12 interesse nazionale, devono progressivamente essere condizionati dalle istituzioni europee. Chiediamo un rafforzamento del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT), che svolge un’attività ispettiva preventiva in ogni luogo di detenzione. Si auspica l’introduzione, in tutti i Paesi membri, di un reato autonomo di tortura, che consenta di debellare definitivamente tali pratiche incivili.
  • 13. 13 2.3 Patrimonio culturale E’ il retaggio culturale, con l’imponente eredità di secoli di storia comune e con le sue ripercussioni sul nostro presente, ciò che accomuna e ciò che distingue i popoli europei. Per questo, gli approfondimenti compiuti sul tema ci hanno portato a far rientrare in questa categoria due tematiche fondamentali, tra loro apparentemente distinte, ma in realtà connesse dal principio generale della valorizzazione delle diversità culturali dei cittadini dell'Unione europea contenuto nell'art. 151 del Trattato di Maastricht: gli aspetti culturali intesi come beni storico-artistici da valorizzare, tutelare, far conoscere, ecc… l'istruzione e gli scambi aventi ad oggetto la conoscenza reciproca, le lingue, ed anche tradizioni ed usanze locali. Con riferimento al primo aspetto, si sottolinea che in base all’assunzione a valore della tutela del patrimonio culturale e al fatto che nella Carta dei Diritti vi è solo una dichiarazione di principio all’articolo 22: "l'Unione rispetti la diversità culturale, religiosa e linguistica", si propone di incentivare la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza del patrimonio artistico ed architettonico di ciascun paese. Tale opera di diffusione ed informazione potrebbe essere accompagnata da una vera e propria introduzione nelle scuole di una disciplina che renda i giovani consapevoli ed informati in merito al valore dei beni culturali, ed alle politiche di tutela attivate nell'ambito dell'Unione europea. Inoltre, preso atto dell'importanza rivestita a livello mondiale da Organizzazioni internazionali a tutela del patrimonio culturale quale ad esempio l'UNESCO, si auspica anche l’istituzione a livello europeo di un organismo competente nell'individuazione di siti europei di particolare rilevanza culturale, che sia in grado di intraprendere azioni di carattere conservativo e di tutela. Tale soggetto, oltre a promuovere studi scientifici sui beni culturali per la messa a punto di idonee condizioni e applicazioni di conservazioni e restauro, potrebbe fin dalla sua creazione incentivare forme di cooperazione culturale tra i vari stati membri, tra questi e i paesi membri dello Spazio economico europeo nonché con i paesi candidati, al fine di diffondere una coscienza comune tra i cittadini, ma soprattutto una comune ed uniforme regolamentazione sulla conservazione di tali beni. La politica di promozione e tutela culturale promossa dall’Europea va a nostro parere rafforzata, in termini di tutela dell'esistente ma anche di promozione di un’architettura di qualità e sostenibile, soprattutto con riferimento ai contesti urbani.
  • 14. 14 Auspichiamo in tal senso l'aumento delle misure a favore delle professioni in campo culturale; la promozione della mobilità degli studenti e dei professionisti grazie al riconoscimento reciproco dei diplomi in tutta Europa; l'inserimento della disciplina di tutela e conservazione dei beni culturali nei programmi didattici delle Scuole medie superiori. Noi riteniamo che l'Unione possa e debba influire maggiormente ed in modo più forte sulle politiche dei singoli stati membri, affinché la valorizzazione e tutela dei beni culturali sia più che mai uniforme e non contestualizzata. Con riferimento all'altro aspetto da noi considerato, ossia quello dell’accesso dei cittadini alle diverse culture europee attraverso l’istruzione e la formazione, si pone in risalto come l'Unione dia importanza a concetti quali: l’istruzione e la formazione alla cultura, la sensibilizzazione alla cultura. L’Unione europea offre infatti la possibilità ai giovani, attraverso scambi culturali e programmi per lo studio delle lingue, di conoscere il contesto socio-culturale europeo. Si chiede la continuazione ed incentivazione di tali iniziative, ma soprattutto una maggiore informazione e un più facile accesso a tali opportunità in ciascun Paese. L'UE deve insomma potenziare il proprio ruolo di coordinamento ed incentivazione nel campo dell’istruzione e della cultura, creando i presupposti per l’applicazione concreta di programmi già esistenti. Molto importanti sono poi gli scambi culturali (gemellaggi) tra i giovani e tra le istituzioni scolastiche, che costituiscono un momento fondamentale nel coinvolgimento dei cittadini nel processo di unificazione dell’UE. L’ultimo aspetto da considerare è che i beni culturali costituiscono anche un’importante risorsa economica. Chiediamo perciò che vadano valorizzati anche sotto il profilo economico (attraverso il turismo ad esempio). Il settore della creazione artistica deve essere considerato come un ambito lavorativo, e pertanto va sostenuto anche sotto il profilo professionale.
  • 15. 15 2.4 Ambiente Riteniamo che l'ambiente debba essere un tema trasversale ad ogni politica dell’UE. Quest’ultima dovrà assumere un ruolo guida per garantire e promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile spezzando definitivamente il vecchio legame tra sviluppo economico e danno ambientale. Il significato di sviluppo sostenibile troverà infatti piena attuazione solo con un impegno più efficace dell’Unione europea nell’attuazione delle direttive comunitarie in campo ambientale, nonché nell’attuazione delle Convenzioni internazionali che dovranno vedere l’UE come soggetto firmatario, come ad esempio il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici. Pertanto, a nostro parere, è necessario che L’Unione Europea: a) elabori una normativa più efficace e severa integrando le tematiche ambientali nelle altre politiche; b) adotti una strategia su più fronti capace di indurre i necessari cambiamenti dei nostri modelli di consumo e di produzione così che siano ridisegnate le forme possibili della democrazia nell’epoca della globalizzazione attraverso una partecipazione consapevole di tutti i cittadini europei; c) incentivi e finanzi la ricerca scientifica finalizzata ad una maggiore conoscenza delle interazioni tra uomo e ambiente e delle rispettive implicazioni, alla individuazione di nuove fonti energetiche e nuove tecnologie. Per realizzare tali obiettivi, l’Unione Europea dovrebbe innanzitutto garantire la pace tra i popoli come uno degli strumenti più efficaci non solo per la dignità dell’uomo, ma anche per la tutela della natura: pace e tutela della natura sono infatti strettamente dipendenti, poiché la guerra ha degli effetti devastanti anche sulla natura. L’Europa dovrebbe favorire la cooperazione e l’assistenza reciproca fra gli stati nella condivisione del sapere: i Paesi ricchi dovrebbero farsi carico di favorire le ricerche e la conservazione di aree geografiche significative da un punto di vista ambientale anche nei Paesi in via di sviluppo, investendo parte dei loro fondi per tutelare gli ecosistemi in queste zone che necessitano di maggiore considerazione. Riteniamo infatti determinanti tali relazioni affinché le scelte di sviluppo dei paesi economicamente più avanzati non abbiano ripercussioni negative su altre aree geografiche dell'Europa e del mondo. Un principio fondante dell’UE dovrà essere pertanto la consapevolezza che non esistono confini politici alla difesa ambientale e che dovrà essere tutelata l’intera biosfera. Questa idea
  • 16. 16 nasce dalla constatazione che gli indirizzi e le scelte suggerite dai protocolli internazionali (ai quali molti dei paesi economicamente più sviluppati non hanno aderito) sono state recepite solo in parte per il prevalere di interessi economici regionali e nazionali. Ci sembra opportuno sottolineare alcune tematiche ambientali che riteniamo fondamentali e su cui si sono rivolte le nostre riflessioni comuni: Fonti di energia alternative L'Unione Europea, in trent’anni di politica ambientale, ha più volte invitato gli stati membri a incentivare l’uso di fonti d'energia alternative a discapito degli idrocarburi, specie del petrolio, ma, in realtà, al di là di poche ed insufficienti iniziative, non c’è stata una risposta adeguata. Biocombustibili, biogas e rifiuti sono fonti alle quali si deve guardare con rinnovato interesse, ma anche in questo caso non si può pensare, allo stato delle cose, a possibilità concrete di integrare in buona misura i consumi di energia ricorrendo ad esse. Queste nuove fonti energetiche rappresentano la reale possibilità di abbattere le concentrazioni dei gas inquinanti ed è questa perciò la strada da percorrere per ottenere risultati. E’ necessario da parte dell’UE un impegno politico forte, incisivo in campo energetico così che la conversione della generazione elettrica sia sempre più orientata verso fonti di energia rinnovabili, in ottemperanza al protocollo di Kyoto. Tuttavia non va dimenticato che qualsiasi trasformazione energetica ha un costo ambientale e paesaggistico elevato e che l’U.E. dovrà incentivare al suo interno e all’esterno modelli di sviluppo a basso impatto ambientale che presuppongano un consumo energetico sostenibile con l’ambiente. Inquinamento elettromagnetico La vastissima produzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche comporta significativi impatti ambientali, sanitari e mutamenti comportamentali. Tutto ciò crea molta preoccupazione perché non si conoscono le effettive conseguenze sanitarie e ambientali dei campi elettromagnetici, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, e non ci si sente affatto tutelati. Infatti, mentre con riferimento agli effetti prodotti dalle onde a basse frequenze (ELF) sugli organismi viventi vi sono studi che provano la correlazione tra la vicinanza a sorgenti di onde elettromagnetiche a bassa frequenza e l’insorgenza di alcune forme di tumore, per quanto riguarda le radiofrequenze, la situazione è meno chiara. Chiediamo all’U.E. di disciplinare con una normativa vincolante tutta la materia relativa all’elettrosmog attraverso l’assunzione del principio di cautela e la definizione di nuovi e più bassi limiti di esposizione. Dovranno inoltre essere introdotte sanzioni severe contro le
  • 17. 17 violazioni ai limiti stabiliti, incentivi alla ricerca scientifica e la promozione dell’innovazione tecnologica finalizzata alla riduzione dell’impatto delle onde magnetiche. Natura e biodiversità: una risorsa unica da salvaguardare La biodiversità è un termine che racchiude in sé concetti di non semplice definizione. In sintesi possiamo considerare la biodiversità come l’insieme della varietà delle specie ospitate da un paese, da un ecosistema o più in generale dall’intera biosfera. Da ciò si evince che il concetto di biodiversità non può prescindere dalla diversità degli ecosistemi e dalla diversificazione degli ambienti naturali. Se l’isolamento artificioso tra ambienti diversi può determinare importanti problemi ambientali, l’isolamento naturale nel corso dei millenni ha, al contrario, contribuito alla selezione e all’evoluzione di molte specie. In questo senso dunque auspichiamo che l’Europa ponga tra i suoi obiettivi ambientali sensibili il Mar Mediterraneo quale area di collegamento ambientale, oltre che culturale e sociale, tra Nord e Sud del Mondo. Altro strumento in grado di tutelare la biodiversità, è quello di considerare le sue componenti non come “ res nullius” quanto piuttosto “res publica”, gestite, anche se privatamente, con la dovuta attenzione e nella consapevolezza che un elemento naturale è il risultato irripetibile di migliaia spesso di milioni di anni di evoluzione. Il patrimonio naturale (genetico-specie-habitat) dovrà essere un patrimonio indisponibile dello Stato, in questo caso della Unione Europea, vale a dire della collettività, a prescindere dalla proprietà in cui un elemento naturale, animale, vegetale o un intero ecosistema si trovi.
  • 18. 18 2.5 Politica estera, sicurezza e difesa comune L’allargamento dell’Unione europea mette in luce sempre di più la necessità che si sviluppi una politica internazionale credibile e tale da mettere l’Europa nelle condizioni non solo di gestire meglio alcune problematiche all’interno dei propri confini, ma soprattutto di assumere un ruolo importante in ambito internazionale. Chiediamo quindi che l’Unione si attivi per svolgere un ruolo di primo piano in materia di prevenzione di conflitti bellici (rafforzamento della pace), e lotta al terrorismo (sicurezza internazionale), e che diventi un elemento di stabilizzazione nella politica mondiale. Pensiamo che sia necessario un coordinamento delle forze militari dei vari stati membri, ed una loro organizzazione comune affinché l’Europa abbia un ruolo più decisivo in campo internazionale; ciò consentirebbe all’Unione europea, fondata sul presupposto della pace tra i popoli, di promuovere un'unica politica d’intervento militare attivabile con forze armate organizzate ma con l’unico obiettivo di garantire la pace e di costituire uno strumento di difesa in collaborazione con NATO e ONU. Auspichiamo dunque una migliore collaborazione tra il personale militare dei diversi Paesi membri, e un rafforzamento dell’orientamento generale già esistente in campo europeo circa il ruolo dei militari, che dovranno diventare dei professionisti, con specifici compiti quali la sorveglianza delle frontiere dell’Unione, il controllo interno, la tutela dei diritti dei singoli cittadini europei. La realizzazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei costituisce un obiettivo essenziale da perseguire con politiche comuni. Anche se non è ancora presente nella consapevolezza di molti, è tuttavia certo che noi già viviamo in una realtà federale non solo per quel che riguarda l'ambito economico e monetario ma anche della libera circolazione delle persone e del coordinamento sopranazionale nelle operazioni di controllo e di repressione della criminalità organizzata. Uno dei problemi emergenti all’interno dell’Europa è quello relativo all’immigrazione clandestina, da cui derivano fenomeni come commerci illegali, aumento della delinquenza e, nei casi peggiori, organizzazioni terroristiche. Chiediamo che l’Unione europea faccia fronte a tale fenomeno non più solo con le polizie dei singoli stati membri, ma con un’apposita polizia di frontiera europea. I problemi della libera circolazione interna ai confini dell’Unione, e del controllo delle frontiere esterne, andranno risolti promuovendo delle regole comuni che disciplinino l’ingresso nell’UE dei cittadini dei paesi terzi, con particolare attenzione alle richieste di asilo e alla protezione dei rifugiati.
  • 19. 19 L’Europa si deve impegnare per garantire un aiuto finanziario e politico costante ai paesi più poveri, al fine di evitare l’incremento di emigrazione proveniente da tali paesi. Contestualmente andrà favorita la diffusione dei principi democratici soprattutto in quei paesi da poco usciti da regimi dittatoriali che hanno compromesso il rispetto dei diritti umani, al fine di accelerare un loro ingresso in uno spazio europeo. Per una corretta gestione dei flussi migratori, ogni paese dovrà studiare i limiti fisici del proprio territorio, in relazione all’estensione, alle risorse naturali ed economiche, alla capacità di accoglienza che tenga conto delle esigenze quantomeno minime che occorrono ad ogni individuo per vivere in condizioni civili. L’immigrazione va quindi controllata e canalizzata nei paesi adatti a supportare un incremento della densità di popolazione. Occorre dare il via ad un processo di armonizzazione ed integrabilità del diritto penale e civile e delle loro procedure nei diversi Stati membri, coinvolgendo le istituzioni comunitarie, i Governi dei vari stati membri, le Università, per una migliore collaborazione. L'avvicinamento progressivo e la definizione chiara e precisa dei compiti dei singoli Stati membri sono necessari per contrastare efficacemente la criminalità transnazionale che investe un singolo stato ma, indirettamente, l'Unione nel suo insieme. Reputiamo importante riaffermare e potenziare il ruolo degli organismi già preposti a garantire la sicurezza interna dell’Unione; ciò sarà non solo una garanzia di stabilità e di pacifica convivenza, ma anche un’opportuna strategia di sensibilizzazione e di educazione alla coscienza europea. Nella gestione della emergenza terrorismo chiediamo che non siano semplicemente gli Stati Nazionali a intervenire, ma che l’Europa abbia un ruolo comune, capace di accrescere il peso politico delle nostre Nazioni all’interno di una coalizione unita e forte.
  • 20. 20 2.6 Economia e lavoro (occupazione, mercato del lavoro, creazione d’impresa): La crisi economica internazionale degli ultimi anni, la globalizzazione, la nuova realtà occupazionale che presenta una flessibilità sempre più accentuata, richiedono un’ampia riflessione dei paesi e dei popoli europei perché si arrivi alla definizione di una Costituzione europea che sia anche strumento di tutela dei diritti dei lavoratori. Ci è sembrato importante iniziare la nostra riflessione mettendo in luce il problema della disoccupazione e della pianificazione economica di tutti gli stati europei. Si chiede innanzitutto di promuovere un mercato europeo del lavoro, nel rispetto e valorizzazione delle economie regionali interne a ciascun stato membro. Tale finalità costituisce un passo necessario dopo la creazione di un mercato unico e di una moneta unica; se infatti queste ultime realtà già esistenti mostrano, pur di fronte a varie difficoltà, il comune intento di riconoscersi in un'unica realtà di cittadini europei, va rilevato come non si possa ancora parlare di un reale mercato unico del lavoro, viste anche le forti divergenze relative al tasso di disoccupazione nei vari paesi membri, che saranno ancor più forti con il prossimo ingresso dei 10 paesi dell’allargamento. Tale nuovo mercato allargato dovrà essere capace di coniugare le nuove offerte del mondo del lavoro, al fine di abbassare il tasso di disoccupazione giovanile e consentire una più facile circolazione di risorse professionali. Si pone l’accento infatti sull’importanza che tale aspetto rivestirà nei confronti dei nuovi paesi che entreranno a far parte dell’UE, dove infatti il sistema economico necessita di manodopera specializzata da impiegare nelle attività produttive locali. Il ruolo che i Paesi più avanzati potrebbero ricoprire all’interno di questo processo è di farsi carico della formazione professionale dei giovani provenienti dai Paesi membri meno avanzati, che dovranno andare a spendere le loro capacità nei Paesi d’origine. Si incentiverà così uno spirito imprenditoriale fino ad oggi carente in quelle aree, e si potrà promuovere da un lato la crescita economica ed il livello competitivo del loro Paese, dall’altro si apriranno nuove frontiere alle opportunità commerciali delle nostre aziende anche mediante la delocalizzazione delle attività produttive. All’interno della Costituzione deve essere garantito il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori: la sicurezza sui luoghi di lavoro visto che si verificano anche nei Paesi più avanzati ancora troppi incidenti sul lavoro;
  • 21. 21 il rispetto dell’orario di lavoro che non deve essere protratto ai fini della produzione al punto da svilire la dignità del lavoratore, anche perché in questo modo viene meno la possibilità di nuove assunzioni; il rispetto del diritto al tempo libero, alla famiglia e ai propri interessi; pertanto la flessibilità non andrà confusa con una precarietà imposta per tutta la vita lavorativa; riteniamo che le aziende, sia le piccole medie imprese che le grandi industrie debbano essere sensibili a concetti quali la tutela della famiglia e della maternità; a tal fine si dovrebbero introdurre forme di aiuti economici nei confronti delle famiglie in difficoltà. L’Unione Europea deve incentivare una maggiore integrazione tra istruzione/formazione e lavoro: fondamentale in quest’ottica è il rapporto impresa-scuola, dove si auspica un ritorno adeguato dell’investimento all’apprendimento e la creazione di più forti relazioni tra scuola, università e imprese pubbliche e private. Deve essere inoltre accolto il riconoscimento a livello comunitario dei titoli di studio e dei titoli professionali conseguiti all’interno di un Paese membro dell’Unione europea, così da consentire di poter svolgere anche all’estero un lavoro in linea con la propria formazione. Essa dovrà costituire uno strumento per qualificare la diffusione delle competenze: i tipi di contratto e l’elevato turn over non favoriscono la qualificazione, né portano all’identificazione con il posto di lavoro. Al riguardo chiediamo che nella nuova Costituzione siano rafforzate le previsioni contenute nel Trattato di Amsterdam del 1997 agli artt. 1, 3, 5, relativi rispettivamente alla formazione dei giovani, alla formazione dei disoccupati e alle opportunità di formazione; allo stesso modo, sempre a favore del lavoratore si sottolinea l’importanza del Capo IV della Carta dei Diritti fondamentali dell’UE relativo alla Solidarietà, al fine di rafforzare gli ammortizzatori sociali e tutelare i lavoratori contro forme di limitazione dei propri diritti. Ecco dunque che al fine di perseguire una più diffusa stabilità economica e sociale ed allo stesso tempo rispondere ad esigenze di flessibilità del mercato, occorre definire in maniera certa i diritti dei lavoratori atipici (lavoro interinale, collaborazioni coordinate e continuative, ecc), categoria questa in gran parte costituita da giovani.
  • 22. 22 2.7 Europa sociale L’Europa che si definisce come spazio di libertà, uguaglianza, democrazia e sicurezza interna, non può essere credibile se non persegue prioritariamente una politica di giustizia sociale dei diritti dell’uomo e di solidarietà tra persone, tra generazioni e tra Stati membri, attraverso un’azione contro la povertà nella società, per conseguire il benessere dei suoi cittadini non solo come lavoratori ma anche come individui. La nostra analisi è partita dalla lettura del documento finale del gruppo XI Europa Sociale della Convezione Europea che offre molti spunti di riflessione ma che a nostro parere ha un’impostazione di fondo troppo incentrata sulla matrice prima del mercato comune europeo e pertanto sull’occupazione e la politica di difesa dei lavoratori. In particolare non siamo d’accordo con l’affermazione del gruppo che reputa: “globalmente adeguate le competenze “ dell’Unione in materia sociale. Pur condividendo la parte del documento relativa all’occupazione e alla protezione sociale dei lavoratori, già contenuti nei precedenti trattati europei, riteniamo di dover insistere perché sia inserito il principio che la protezione sociale non sia intesa solo come tutela dei diritti dei lavoratori ma abbia il senso più ampio di tutela di tutti cittadini, senza distinzione di categorie ruolo e appartenenza. La politica per le persone viene sostanzialmente rimandata alla competenza dei singoli stati membri, mentre noi riteniamo fondamentale che tra gli obiettivi prioritari l’Europa debba, su alcuni temi che indichiamo di seguito, definire almeno degli standard minimi a medio e lungo termine (magari inserendo all’interno della Convenzione europea norme di tipo transitorio), per dar modo anche ai paesi meno avanzati di raggiungere almeno il livello medio degli altri paesi europei, anche attraverso una politica di sostegno economico: 1. diritto allo studio definendo il limite di età obbligatorio 2. diritto alla salute, garantendo a tutti i cittadini lavoratori e non, il diritto alla cura e prevenzione anche gratuita; 3. diritto all’assistenza per le fasce deboli (minori, maternità, anziani, disabili, malati di mente, non occupati) 4. Tutela dei minori (maltrattamenti, abusi e lavoro minorile) 5. riconoscimento dell’esistenza dei soggetti marginali e loro tutela (senza tetto, poveri, disadattati, ecc)
  • 23. 23 6. pari opportunità ampliando il concetto della pari opportunità oltre che tra uomini e donne, anche ai disabili, agli anziani, alle etnie, alle razze, alle religioni, alle tendenze sessuali e all‘età. Condividiamo invece lo sforzo della Commissione nell’aver inserito i concetto di sviluppo economico che tenga conto di un’economia rispettosa dell’ambiente ma anche della politica sociale e della qualità della vita della persona e proponiamo che tale concetto sia considerato un principio piuttosto che un obiettivo. Siamo d’accordo, inoltre, di inserire tra i principi l’affermazione che gli obiettivi sociali siano equivalenti agli obiettivi economici e non subordinati a questi.
  • 24. 24 CONCLUSIONI Il presente Documento costituisce il risultato di un momento di studio, approfondimento, confronto e lavoro di gruppo, che ha coinvolto noi giovani della Provincia di Pesaro e Urbino e che noi stessi giudichiamo positivamente, poiché ci ha permesso di sentire in modo forte e concreto, la reale volontà delle Istituzioni europee di coinvolgere e avvicinare i cittadini ed in particolare i giovani alle Istituzioni, al fine di realizzare la miglior intesa possibile fra i popoli degli Stati membri. I nostri incontri sono stati finalizzati a dibattere in modo propositivo, le problematiche europee e ad elaborare proposte, che ci auguriamo, vengano recepite con la dovuta sensibilità, dalle autorità competenti. Lavorare alla stesura del Documento ci ha consentito di maturare un’esperienza di grande spessore educativo, attivando una sinergia tra noi e con le Istituzioni del territorio. Ora, toccherà ai membri della Commissione per la Convenzione Europea, impegnati nella redazione del testo costituzionale, farsi portavoce delle nostre idee e delle nostre speranze; è proprio in costoro che riponiamo la nostra fiducia, certi di trovare nella nuova Costituzione Europea le fondamenta del nostro futuro.
  • 25. 25 PARTECIPANTI ALLA SCRITTURA DEL DOCUMENTO Achille Marianna Agostini Elena Agostini Federico Aguzzi Stefano Aiudi Andrea Albertini Monja Aliventi Gianluca Allegrezza Leonardo Allou Souad Amantini Elisa Amantini Monica Angelini Andrea Annibali Ugo Antonelli Margherita Arienti Carlo Avanzolini Giovanna Baffone Sara Baffoni Jenny Ballerini Nicoletta Barbaresi Barbara Barberini Deborah Barbieri Luca Baronciani Michele Bartoli Federica Bartoli Luca Battisti Emanuele Bellagamba Elena Belli Annalisa Benevelli Andrea Benvenuti Mirko Berloni Margherita Bernardini Erica Bianchi Benedetta Bichi Lucia Bindelli Luca Black Basil Black Irene Blasi Cinzia Boccarossa Monica Bologna Lucia Bombagi Luna Bordoni Alberto Braccini Marta Brescini Gabriele Bruno Simona Calcagni Matteo Calcagnini Pamela Camerini Elena Camilletti Lorenzo Camillini Alessandro Canfora Giuseppina Carletti Giulia Castellucci Nicola Catani Michela Cavalletti Andrea; Ceccarelli Valentina Cerioni Silvia; Cesaroni Simone Ciavaglia Martina Cioppi Flavia Ciotti Pietro Coli Elisa Colombi Laura Colonesi Andrea Colonnesi Francesco Consalvo Francesca Coppetti Elisa Cordella Andrea Cracchiolo Micael Crescentini Barbara Crescentini Marco Cupi Valentina Curzi Matteo Danoun Sanàa De Cillis Barbara De Gregorio Francesca De Leo Cristina De Santi Luca Del bianco Letizia Del Favero Manuela
  • 26. 26 Del Pivo Camilla Della Chiara Lorenzo Della Martire Andrea Diottavio Giuseppe Dominici Tamara Donati Andrea Dragomanni Filippo Druda Roberto Eusepi Raffaella Facchini Nicola Facondini Sara Falcioni Diego Fastigi Matteo Fazio Daniela Federici Angelica Ferri Fabio Filippetti Giulia Franca Pamela Fraternale Francesca Fraternali Francesca Fusco Gian Giacomo Gabellini Veronica Gamba Claudia Gambaiani Carlotta Garaffa Botta Giada Gentili Giorgia Giacomelli Susanna Giacomoni Simone Giacomucci Elisa Gini Matteo Giorgi Lorenzo Giorni Lorenzo Giovagnoli Ilaria Giovanelli Giada Girelli Selene Girolomoni Giulia Girolomoni Maura Giudici Claudia Gnassi Elisa Gorini Gianluca Guerra Letizia Guerra Sabrina Guidi Luca Guzman Julian Haj Assad Natasha Ianuario M. Giovanna Ingrosso Matteo Isidori Ludovica Isidori Serena Kosanovic Sani Lanari Nadia Leardini Christine Leardini Simona Leonardi Patrizia Lombardi Tommaso Lucchi Susanna Magi Lucio Magi Valentina Mainardi Marco Mancarelli Caterina Manna Andrea Marchetti Erika Marchionni Laura Marcolini Lucia Marini Martina Mariotti Cristian; Marrazzo Daniela Marsili Mattia Martelloni Dario Mastri Arianna Matelicani Marco Matteucci Valentina Mattioli Giacomo Mazzaferri Luca Mazzanti Alberto Mazzanti Alessandro Germinal Mazzoli Francesco Saverio Mercatini Matteo Milosevic Bojan Minardi Marco Montagna Emanuele Montanari Andrea Monti Eugenia
  • 27. 27 Morotti Simone Mosca Giulia Moscatelli Elisa Murgia Giulia Narduzzi Virginia Nasoni Marco Natale Paola Naticchi Emanuela Nicolini Francesca Nobili Andrea Nobili Chiara Olivieri Elisa Ortolani Cristina Pagano Francesco Pagnetti Claudio Pagnoni Alberto Pagnoni Di dario Luca Pagnoni Giacomo Palazzetti Claudio Palumbo Sara Paolini Giacomo Paolini Giulia Paolucci Luca Paolucci Lucia Paolucci Sara Partenoster Federica Patrizio Paolo Pazzaglia Stefano Pazzaglia Emanuela Pazzaglia Francesca Pecorelli Anna Pecorelli Valentina Pedoni Sabrina Perugini Laura Perugini Lucia Petreti Giorgia Petrucci Giacomo Pianosi Andrea Piccari Matteo Pierleoni Pamela Pietrelli Lucia Pluchinotta Angela Pruscini Jenny Pulsonetti Alessia Raimondi Giulia Ramaioli Davide Raspagli Chiara Raspugli Giovanni Francesco Re Cecconi Emma Reggiani Elena Renzi Valentina Rinaldo Claudio Roberti Alice Romani Davide Romanini Chiara Romano Martina Romitelli Mirko Rossi Deborah Rossi Linda Rossi Marco Rossi Paolo Rossini Michele Saltarelli Francesca Santini Chiara; Santini Sara Scagnozzi Niki Scaramucci Federico Serafini Stefano Sgaggi Chiara Signorotti Federica Sintini Sara Skalamera Ileana Solleciti Valeria Spadoni Enrico Spadoni Silvia Sparaventi Matteo Spezi Sara Sticca Valentina Tamburini Giulia Tarquini Giulia Tebaldi Elisa Tecchi Elena Terenzi Christian Terenzi Giulia
  • 28. 28 Tibollo Alessia Tiraferri Gianluca Toccaceli Ilaria Tonelli Valentina Tonti Alberto Tontini Gabriella Tornati Chiara Ubaldi Silvia Uguccioni Alessandro Vacca Nicola Vecchierelli Tommaso Venturi Valentina Vichi Stefania Zaccone Caterina Zheng Yfan Scuole e gruppi di giovani che hanno partecipato alla redazione del documento I.T.C. "G.Celli", Cagli I.T.C. "C. Battisti", Fano I.T.C. "L.Donati", Fossombrone I.T.C. "Bramante", Pesaro I.T.I.S. "E.Mattei", Urbino Liceo scientifico "G.Torelli", Fano Liceo scientifico "G.Marconi", Pesaro Liceo scientifico "Laurana", Urbino I.P.S.I.A. "A.Volta", Fano Istituto Tecnico per Geometri "G.Genga" Pesaro Liceo classico "T.Mamiani", Pesaro I.P.S.S.A.R. "S.Marta", Pesaro Istituto statale d'arte, Urbino ELSA di Urbino Gruppo informale gestito dai ragazzi di Villa Fastiggi Composizione della Commissione Studenti: Ugo Annibali, Ileana Skalamera,Giulia Mosca, Luca Bartoli, Valeria Solleciti, Bojan Milosevic, Francesca De Gregorio, Stefano Pazzaglia, Francesca Nicolini, Patrizia Leonardi; Docenti: Maria Grazia Vitali, Giuliana Uguccioni; Ufficio Politiche Comunitarie e Giovanili: Lucilla D’Orazio, Manuela Petrocelli, Davide Frulla (Info Point Europa)
  • 29. 29 Si ringraziano per la collaborazione: L’AMI Trasporti Per l’Osservatorio nazionale sulla Convenzione: Francesco Tufarelli, Cristiano Zagari, Saveria Cristiano. Si ringraziano gli esperti intervenuti nel corso dell'intero progetto: On. Luciana Sbarbati, On. Armando Cossutta, On Valdo Spini, Cristiano Zagari, Massimo Gaudina, Giovanni Gasparini, Fabio Sdogati, Michele Stigliano, Patrizia Fantilli, Nadia Rollé, Mauro Vecchiettini, Emiliano Mandrone, Giuseppe Callovi.
  • 30. 30 Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino Ufficio Politiche Comunitarie e Giovanili “L’unione fa l’Europa – I giovani costruiscono la nuova Europa che cambierà il mondo”: hanno preso parte alla realizzazione del progetto: Lucilla D’Orazio Manuela Petrocelli Alida Volpi Graziella Bertuccioli Elisabetta Donini Responsabile del progetto: Manuela Petrocelli Documento finale dei giovani “Un contributo dei giovani della provincia di Pesare e Urbino alla creazione dell’Europa di domani” A cura di Manuela Petrocelli e Davide Frulla