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220 Marzo 2014
Automazione
Industriale COMPONENTI,
SISTEMI E SOFTWARE
PER L’AUTOMAZIONE
www.automazioneindustriale.com
AutomazioneIndustrialeSPECIALEEfficienzaenergeticaepowermanagementn.220anno25Marzo2014
Speciale
Efficienza energetica e power management
Hot topic
Diagnostica e gestione allarmi
NewBusinessMediaSrl-ViaCarloPisacane,1-20016Pero(MI)-Rivistamensileunacopia€5,00
La vitamina C fa bene.
Soluzioni integrate Mitsubishi Electric
per il packaging.
Tutto è semplicemente come deve essere.
iQ Platform
Trasparenza e reale integrazione
a 360° tra Motion Control,
Robot e PLC
HMI GOT 1000
Ottimale impostazione,
visualizzazione, tracciabilità
dei dati e manutenzione
Nuovi Robot Scara
e Antropomorfi Serie F
Manipolazione precisa e veloce in fase di
processo, per la palletizzazione a fine linea
Servo MR-J4
Controllo avanzato e preciso
del movimento su bus digitale
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•Soluzioni integrate per il packaging, veloci, precise e con costi contenuti
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Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 005
Nelle imprese italiane emerge con forza lo scenario di un’automazione a
due velocità. Quella ‘basica’, che serve semplicemente a creare i manufatti,
e quella ‘avanzata’, che permea fortemente la produzione, ne cambia i
paradigmi, introduce intelligenza negli impianti, crea valore aggiunto.
Negli ultimi cinque anni, per contrastare gli effetti mordenti della crisi,
buona parte delle aziende ha giocato in difesa, proteggendo business e
quote di mercato. Una minoranza ha invece continuato ad attaccare,
investendo nelle tecnologie di controllo per potenziare la qualità dei prodotti,
diversificare, rendere flessibile e più efficiente la produzione. È una minoranza
in crescita, come dimostrano le testimonianze raccolte nelle pagine di marzo.
Sono le aziende che puntano su strumenti avanzati di analisi del processo,
che investono su innovative soluzioni di security per la protezione delle celle
di automazione per una manutenzione e una tele-assistenza più sicure
in ambito Scada, che valutano soluzioni SaaS per la tracciabilità della
‘conoscenza di prodotto’, oppure scelgono applicazioni di cloud computing
e augmented reality per la gestione allarmi e la diagnostica. Le aziende
che acquistano tool software che si interfacciano con la strumentazione di
campo, in modo da estrarre dati sui consumi in tempo reale e trasformarli
in informazioni utili a valutazioni più realistiche, o che integrano moduli
di energy management nei Mes per monitorare il costo energetico anche per
ogni singolo lotto lavorato.
Esistono validi motivi che dovrebbero ormai spingere tutte le imprese a
passare da un’automazione ‘basica’ a una ‘avanzata’, a partire dall’efficienza
energetica, dalla sostenibilità dei processi produttivi, dalla visione trasparente
sui flussi di materiali impiegati e di energia consumata sugli impianti.
L’elenco potrebbe allungarsi all’infinito, l’idea di base è una: l’automazione
‘avanzata’ è un supporto irrinunciabile per massimizzare la produttività
riducendo complessivamente i costi, valorizzando le risorse umane e mettendo
un freno alla delocalizzazione, pur potenziando l’export.
Automazione
a due velocità
Valeria Villani
Editoriale
anno 25 - numero 220 - Marzo 2014
www.automazioneindustriale.com
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma
CAPOREDAZIONE CENTRALE NEW BUSINESS MEDIA
Claudio Bonomi, Patrick Fontana
REDAZIONE:Valeria Villani (Responsabile di Redazione),
Virna Bottarelli, Massimiliano Luce
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore),
Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti,
Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli
SEGRETERIA DI REDAZIONE NEW BUSINESS MEDIA: Anna Alberti,
Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli,
Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni
redazione.automazione@newbusinessmedia.it
COLLABORATORI: Alice Alinari, Alberto Fabbro, Carolina Mirò, Giorgia Andrei,
Laura Rubini, Luigi De Bernardini, Massimiliano Cassinelli,Valeria De Domenico
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Aziende citate
Abb_____________030, 057, 082
Affidabilità & Tecnologie _____ 025
Anie ___________________ 028
Autoware________________ 073
B&R ___________________ 050
Bosch Rexroth ____________ 056
Cep____________________ 028
Clusit __________________ 017
Cognex _________________ 033
Comau _________________ 046
Contradata ______________ 070
Efa Automazione __________ 040
Electrex_________________ 053
Euro-s Engineering ________ 064
Fro Air Liquide Welding Italia _ 017
GE Intelligent Platforms _____ 052
Heat & Power ____________ 082
Holonix _________________ 021
Infor ___________________ 047
Inspiring Software _________ 057
iQuest _________________ 040
Kabelschlepp_____________ 067
Lenze Italia ______________ 055
Mazzoni ________________ 048
Mitsubishi Electric _________ 047
National Instruments _______ 046
Pamoco_________________ 050
Panasonic Electric Works Italia 053
Phoenix Contact___________ 054
Pneumax________________ 029
Porro __________________ 082
Progea ______________056, 064
Regia __________________ 079
Rittal___________________ 048
Rockwell Automation _______ 048
Schneider Electric _________ 048
ServiTecno ______________ 054
Siemens _____________017, 047
Sistemi Avanzati Elettronici __ 051
Socomec_____________043, 052
Solidworks - Dassault Systèmes _ 077
Tecno BI ________________ 055
Trend Micro _____________ 017
UK Trade & Investment - Consolato
Generale Britannico ________ 023
Università di Palermo _______ 028
Walvoil _________________ 010
Zucchetti________________ 051
Inserzionisti
Affidabilità e Tecnologie 2014________________________________ 061
Beckhoff Automation ____________________________________ IV cop.
EPLAN Software & Service __________________________________ 037
Hannover Messe 2014 _____________________________________ 021
Kabelschlepp____________________________________________ 004
Keller __________________________________________________ 9
Mitsubishi Electric _______________________________________II cop.
National Instruments ______________________________________ 003
Parker_________________________________________________ 011
Repcom _______________________________________________ 025
RS Components________________________________________ III cop.
SPS/IPC/DRIVES 2014 _____________________________________ 041
TPA Italia 2014 __________________________________________ 077
Per saperne di più
Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 007
Editoriale
005 Automazione a due velocità
di Valeria Villani
Visti dal Campo
0 8 Le valvole che hanno
conquistato il mondo
di Valeria De Domenico
Attualità
Security
012 Sicurezza IT, un processo
integrato
di Valeria Villani
Software
018 Oltre il Plm, verso il Plk
di Valeria Villani
Mercato
022 Premiato il business
che viaggia tra Italia
e Regno Unito
di Giorgia Andrei
Eventi
024 A&T, una fiera dagli orizzonti
innovativi
di Carolina Mirò
Smart city
026 Nuovi hub per le smart grid
di Virna Bottarelli
Aziende e soluzioni
029 Una nuova piattaforma
di lancio
di Massimiliano Luce
030 Export e innovazione guidano
la crescita di Abb
di Valeria Villani
Tecnicamente
Pc industriali
068 Tecnologie di solida memoria
di Massimiliano Cassinelli
Software
Mes
072 Acqua, farina ed energia
di Luigi De Bernardini
Progettazione cad
074 SolidWorks World 2014
quel che conta è l’esperienza
di Virna Bottarelli
Automazione applicata
Industria dell’arredamento
078 Tecnologia e stile
per l’arredobagno
di Valeria De Domenico
080 Mobili, produrre limitando
gli sprechi
di Alice Alinari
032 Una questione di etichetta
E non solo
di Massimiliano Luce
Hot topic
Diagnostica e gestione allarmi
034 La diagnosi prima dell’allarme
di Massimiliano Cassinelli
038 La realtà aumentata entra
in produzione
di Laura Rubini
042 Analisi predittiva anche per ups
di Laura Rubini
Speciale
Efficienza energetica
e power management
044 L’efficienza energetica è
il primo guadagno
di Massimiliano Luce
Prodotti
046 Rassegna
a cura di Massimiliano Luce
Applicazioni
Industria chimica
058 Saponificazione efficiente
con un controllo integrato
di Carolina Mirò
Building Automation
062 Sito Atla, efficienza energetica
da premio
di Alberto Fabbro
Robotica
065 Flessibile anche in spazi
ristretti
di Laura Rubini
024
044
078
Marzo 2014 Sommario
08 Automazione Industriale - Marzo 2014
Le valvole che hanno
conquistato
il mondo
Siamo ospiti questo mese di Walvoil. Con i suoi manager
abbiamo visitato lo stabilimento di Bibbiano, inaugurato
la scorsa estate in occasione del quarantesimo anniversario
dalla fondazione dell’azienda
di Valeria De Domenico
S
iamo a Bibbiano nel cuore
del Distretto Meccatronico
di Reggio Emilia a visitare,
questo mese, uno degli stabilimenti
produttivi di Walvoil, storico
produttore di valvole oleodinamiche
e sistemi meccatronici completi per
macchinari mobili. Qui proprio pochi
mesi fa si sono svolti i festeggiamenti
per i quarant’anni dell’azienda. “Le
nostre origini risalgono infatti al 1973”,
spiega Marino Rinaldini, consigliere
CdA e responsabile Operations
di Walvoil, che ci accoglie insieme
ad Antonio Catellani, responsabile
Produzione, e a Vasco Monti,
consigliere CdA e responsabile dello
stabilimento W3L. “Fu allora che
Ivano Corghi e Alessandro Mazzali
fondarono la Mazzali e Corghi Officina
Meccanica.
In seguito nacquero Oleostar e
Oleoplus, che nel 2009 confluirono
definitivamente in Walvoil. Un anno
importante fu il 1998, quando a
Bibbiano iniziò la ristrutturazione
di un vecchio capannone industriale
in disuso, che sarebbe stato
trasformato in un centro produttivo
all’avanguardia, al quale si è aggiunto
un altro stabilimento inaugurato nel
giugno 2013 in occasione del 40°
anniversario di attività. Questo nuovo
stabilimento ha consentito un notevole
miglioramento dei flussi dei materiali,
in quanto ha avvicinato reparti
produttivi prima distanti, favorendo
una riduzione di circa il 30% dei tempi
di attraversamento e un dimezzamento
del magazzino, secondo una logica
di Lean Production. Parallelamente
al progetto Lean, abbiamo lanciato
un’attività di Design for Six Sigma che
ha l’obiettivo di migliorare gli standard
qualitativi, attraverso una continua
e meticolosa analisi statistica del
processo. D’altronde il nostro punto
forte è la qualità”.
Polo produttivo e logistico Walvoil di Bibbiano (RE)
Visti dal campo
Marzo 2014 - Automazione Industriale 09
Il core business di Walvoil sono i
componenti per impianti oleodinamici
e in particolare i distributori
oleodinamici, ovvero le valvole di
controllo direzionale dell’olio destinate
a macchine agricole, macchine
movimento terra e veicoli industriali.
Mentre ci accingiamo a entrare nello
stabilimento è Antonio Catellani a
prendere la parola. “Data la modularità
dei nostri prodotti, le linee di
montaggio e collaudo sono organizzate
in modo da processare famiglie di
prodotti. Per quanto riguarda la
lavorazione meccanica, l’azienda
è molto integrata verticalmente e
sviluppa all’interno circa il 75% delle
lavorazioni. Abbiamo 80 centri di
lavoro tra tornitura e fresatura, di cui 55
robotizzati”.
Proseguendo la visita all’interno
dei reparti Vasco Monti ci illustra il
processo di produzione del reparto
macchine utensili. “Quello che vediamo
costituisce solo un segmento del
processo di produzione complessivo
che parte dalla lavorazione meccanica
e prosegue con le fasi di montaggio
e collaudo. A monte di questo però
esiste una fase progettuale, che si
svolge presso i laboratori di ricerca e
sviluppo della sede di Reggio Emilia,
dove opera un team di 50 progettisti.
La progettazione genera il file 3D in
ambiente SolidWorks. Questo viene
trasferito a un sistema cam in grado di
generare il programma di lavoro dei
cnc. Di supporto, anche se totalmente
indipendente è il simulatore, ovvero
un software che consente di simulare
l’esecuzione del programma cnc.
A Reggio Emilia, inoltre, proprio
di recente è stato inaugurato anche
un test department certificato, che
fa parte della rete di ‘laboratori alta
tecnologia dell’Emilia Romagna’,
piattaforma meccanica e materiali,
e può offrire i propri servizi a vari
settori dell’industria. È presso il test
department che vengono testati i
prototipi e i prodotti, sviluppati spesso
in co-design con i clienti, prima
che vengano industrializzati negli
stabilimenti Walvoil”.
Le isole grezzo-finito
Lo stabilimento per la lavorazione
meccanica è organizzato in
isole grezzo-finito: il cuore del
prodotto, che per il distributore
è il corpo valvola, viene ottenuto
per asportazione truciolo a partire
da un getto di fusione. La materia
prima quindi è ghisa di fonderia.
Le isole di lavorazione sono dotate
di più macchine asservite da un
robot antropomorfo con la logica
di prelevare il grezzo di fonderia ed
ottenere il corpo finito, pronto per il
montaggio.
Per prodotti quali manifold, ossia
blocchi per circuiti idraulici integrati,
la materia prima è un blocchetto in
acciaio o alluminio, ricavato da barra;
per il prodotto oleodinamico è molto
importante la pulizia interna, per
tale ragione tutti i manifold vengono
sottoposti al trattamento di sbavatura
termica. Ruolo importante riveste
anche la produzione di tornitura da
barra e successiva superfinitura di tutta
la produzione di cursori e cartucce. Nel
polo di Bibbiano si producono oltre 1,5
milioni di cursori all’anno.
“Per l’automazione dei centri di
lavoro”, spiega Catellani, “ci siamo
avvalsi della collaborazione di
Isola robotizzata per
lavorazioni meccaniche,
stabilimento W1L
Linea di
sbavatura
termica,
stabilimento W2L
Isole
robotizzate per
la lavorazione
dei cursori
Visti dal campo
010 Automazione Industriale - Marzo 2014
integratori di sistemi come Sir di
Modena, RRRobotica di Reggio
Emilia e Silvi di Montecchio. Con loro
abbiamo realizzato sistemi di carico/
scarico, compresa la movimentazione
tra le varie macchine presenti
nell’isola di lavoro. A partire da un
catalogo di poche centinaia di articoli
generiamo infatti una varietà di diverse
combinazioni, superiore ai 12mila
codici di prodotto finito venduti
all’anno. Ciò cui aspiravamo e che
abbiamo ottenuto era la possibilità di
una manipolazione dei codici rapida e
un settaggio ridotto al minimo”.
Siamo invitati a soffermare la nostra
attenzione su un’isola robotizzata
dove è installato un sistema di visione
che, fotografando il pezzo uscito
dal tornio, invia le coordinate di
prelievo al robot antropomorfo. Lo
scambio dati fra questi sistemi avviene
attraverso particolari protocolli (Snpx)
che facilitano la comunicazione fra
plc Siemens, cpu e pc del sistema di
visione.
Altra applicazione innovativa ci
sembra inoltre quella che ci viene
indicata come l’ultima avviata. “In
quest’isola avevamo la necessità, di
gestire formati diversi. Per ovviare a
questo, il robot è stato attrezzato con
un sistema di cambio pinze rapido, che
consente di aumentare la flessibilità
e dare autonomia all’isola”, dice
Catellani.
Walvoil
Walvoil è un’azienda emiliana, nata nel 1973,
specializzata nella produzione di distributori
oleodinamici, sistemi di controllo e comando,
valvole e blocchi oleodinamici, elettronica.
Occupa a oggi 1.215 persone, distribuite tra i siti
italiani e le filiali estere in Australasia, Brasile,
Cina, Corea, Francia, India, Usa. L’80% dei suoi
prodotti è venduto all’estero.
Il rispetto delle tolleranze
dimensionali, massima
criticità
I pezzi vengono processati con un
ritmo costante. Chiediamo quali siano
le maggiori criticità di questo processo.
Catellani non ha esitazioni. “Il
rispetto delle tolleranze dimensionali.
Progettiamo le isole di lavorazione
cercando il maggior sfruttamento
del capitale investito, quindi in grado
di produrre anche senza presidio
dell’uomo. La difficoltà maggiore è
rispettare le tolleranze dimensionali che
sono di pochi micron, coniugandole in
automatismi flessibili e affidabili. Per
il raggiungimento dei livelli di qualità,
con affidabilità Six Sigma, i parametri
da tener sotto controllo sono svariati;
i più importanti sono indubbiamente
la precisione delle macchine, le quali
per questo sono dotate di righe ottiche
o magnetostrittive che tengono
sotto controllo la posizione degli
assi, ma anche molto importante è
la termostatazione delle macchine
e degli ambienti di lavoro al fine
di limitare al massimo la deriva
termica. Una citazione a parte
meritano le prestazioni che riusciamo
a raggiungere con la più elevata
tecnologia disponibile nel mondo degli
utensili da taglio”.
Ci siamo intanto spostati presso i
banchi di montaggio. Il livello di
automazione qui si riduce, ma non è
questo ciò che ci colpisce: le valvole
vengono assemblate e integrate
con un dispositivo elettronico: “Le
normative di sicurezza dei veicoli
dove trovano collocazione i nostri
prodotti, impongono un controllo dei
movimenti della macchina in tempo
reale, che noi abbiamo rispettato
sviluppando appositi sensori ad
effetto Hall e joystick elettronici di
governo del distributore. I sensori e i
joystick elettronici vengono prodotti
dalla divisione aziendale che si
occupa di progettazione e produzione
elettronica. Molta attenzione è prestata
all’ergonomia delle impugnature
dei joystick, perché è diventato
un elemento di differenziazione
rispetto alla concorrenza. Questo è
oggi relativamente facile grazie alla
progettazione 3D e alla stampa in 3D
dei prototipi”.
Banco
di collaudo
automatico
linea Sdm145,
W3M
Linea di montaggio Sdm145,
W3M
Test
funzionale
su joystick
elettronico
presso il reparto
Elettronica
Walvoil
Visti dal campo
Il nostro nuovo Micro Drive AC10 è un inverter in grado di fornire ottime prestazioni e qualità
del controllo motore nelle applicazioni di tutti i giorni, come, ad esempio, nastri trasportatori,
centrifughe, ventilatori o miscelatori. Le sue dimensioni molto compatte e le sue caratteristiche,
normalmente associate a drive di livello superiore, potrebbero farvi dimenticare che l’AC10
viene proposto ad un prezzo imbattibile. L’AC10 è stato ottimizzato per fornire una soluzione
economica, semplice ed affidabile senza compromessi nelle prestazioni. Collaborare con il leader
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immaginate
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012 Automazione Industriale - Marzo 2014
Sicurezza IT
un processo integrato
Trend Micro, Siemens e Clusit si sono incontrati in due seminari a Milano e Bologna
per fare il punto sulla sicurezza IT negli impianti industriali. Successo per le due
tappe dell’iniziativa e un messaggio comune: negli ambienti Ics/Scada la security
non è un prodotto, ma un percorso condiviso che inizia con un’attenta analisi
delle vulnerabilità
di Valeria Villani
F
ino a quindici anni fa si
riteneva che gli ambienti
Scada e Ics (Industrial
Control Systems) fossero al sicuro
da eventuali attacchi informatici:
chi intendeva colpire un ambiente
di controllo industriale era costretto
per lo più a entrare fisicamente
in una control room. In seguito
alla diffusione di applicazioni di
controllo pc-based, all’adozione di
reti basate su protocollo Ethernet
e alle connessioni wireless estese
fino alle sensor network, con
le nuove opportunità offerte
dalle tecnologie sono entrati
in fabbrica anche nuovi rischi.
Rischi che oggi, con l’applicazione
massiccia dell’informatica nei
sistemi di produzione, stanno
esponenzialmente aumentando.
A partire da questa premessa, un
noto brand dell’automazione come
Siemens, un fornitore specializzato
da venticinque anni in sicurezza
informatica come Trend Micro e
un’associazione di settore come
Clusit si sono confrontati lo scorso
28 gennaio a Milano e il 4 febbraio a
Bologna, nel corso dei due seminari
‘Impianti Industriali e Sicurezza
IT’, ai quali è intervenuto portando
la sua esperienza anche Fro Air
Liquide Welding Italia, produttore
di materiali per saldatura e taglio
metalli.
“Sono preoccupato nel notare
come alcune aziende gestiscano
problematiche di sicurezza
IT senza un chiaro elenco dei
Attualità Security
Marzo 2014 - Automazione Industriale 013
rischi e una conoscenza delle
possibili vulnerabilità dei loro
sistemi”, ha esordito Alessio
Pennasilico, Security Evangelist
e Membro del Direttivo Clusit.
“Non bisogna dimenticare che la
security in ambito industriale ha
tratti specifici che non valgono
nell’informatica: mettere in
sicurezza un Ics non significa
trasferire un antivirus su un
sistema di controllo, anzi, questa
singola azione non farebbe altro
che penalizzare le performance e
rallentare il sistema in fabbrica”.
Il mondo dell’automazione,
insomma, ha decisamente altre
esigenze, ma pecca anche di alcune
‘leggerezze’ che purtroppo possono
renderlo ancora più vulnerabile.
“Nessuna autenticazione, nessuna
firma, nessuna cifratura, dati in
chiaro sui device o su Internet,
nessuna traccia di log accounting,
pannelli di controllo produzione
disponibili all’accesso di tutte
le figure aziendali, così come,
ad esempio, la possibilità di
visualizzare un dvd o consultare
un quotidiano on-line sul pc
di monitoraggio, sono tutti
elementi che farebbero inorridire
un informatico, eppure spesso
sono ancora accettati da un
responsabile di stabilimento!
Purtroppo, il cambio di paradigma
e la diffusione di nuovi strumenti
IT nei contesti di fabbrica non
sono stati accompagnati da una
trasformazione di visione nelle
modalità del loro utilizzo e da uno
scambio proattivo di informazioni
tra i reparti produzione e quelli IT,
con il loro bagaglio di esperienze
diverse”.
E proprio il mondo
dell’automazione è sempre più
appetibile e attraente per gli
attaccanti informatici, i quali,
anche ora mentre leggete, stanno
probabilmente lavorando a nuovi
malware specifici o a minacce
mirate, come gli Apt (Advanced
Persistent Threat) per le tecnologie
Ics e gli Scada, alimentando un
mercato che fattura quanto, se
non di più, il mercato globale
dell’IT. “Per penetrare nelle reti
di produzione, gli attaccanti
hanno risorse sempre più potenti,
basti pensare al motore di ricerca
Shodan o al security scanner
Nessus, che mettono a disposizione
elenchi di vulnerabilità note e
informazioni che riguardano anche
le reti di automazione”, ha aggiunto
Pennasilico. “Senza dimenticare
che un’altra area di vulnerabilità e
carica di rischi potenziali è quella
della manutenzione ordinaria
e del change management in
ambito Scada, soprattutto dopo la
diffusione dei controlli remoti e
della tele-assistenza”.
Chi si occupa di automazione,
però, non è isolato né privo di
strumenti. Esistono numerose
tecnologie di security e diverse
misure organizzative e linee guida
che, una volta adottate nelle
aziende di produzione, possono
contribuire a difenderle, isolando
e proteggendo le zone più critiche,
pur senza modificare radicalmente
l’installato hardware o software.
“L’importante è adottare tecnologie
e misure organizzative nel modo
più adeguato, solo dopo aver
steso un esaustivo elenco dei
rischi e delle possibili minacce, e
mai dimenticarsi di configurare
correttamente i prodotti, tenendo
assolutamente traccia della
loro configurazione attraverso
un attento back up di tutte le
configurazioni software”.
Security, gli strumenti
esistono
Che le tecnologie di security
esistano lo ha ribadito anche
Gastone Nencini, Country
Manager di Trend Micro Italia,
azienda attiva nel campo della
sicurezza IT da oltre venticinque
anni. “La sicurezza IT non si
esaurisce con l’acquisto di un
prodotto, bensì è un processo che
Alessio
Pennasilico,
Security
Evangelist e
Membro del
Direttivo Clusit
Gastone
Nencini,
Country
Manager
di Trend
Micro Italia
Security Attualità
014 Automazione Industriale - Marzo 2014
si basa sulla contestualizzazione
di più strumenti, strumenti che
sono già disponibili sul mercato
e che possono inserirsi in
ambienti produttivi già altamente
automatizzati, non solo in quelli di
multinazionali o aziende di grandi
dimensioni, ma anche di piccole
e medie imprese”, ha dichiarato
Nencini.
Trend Micro si sta occupando
dell’analisi e dello studio di
problematiche di security
nei contesti Ics e Scada, ben
consapevole che tra mondo IT
e mondo Ics/Scada cambiano
esigenze e paradigmi. “È
necessario che chi si occupa di IT
si confronti con queste differenze
di esigenze e paradigmi per
creare strumenti di protezione
che possano rispettare i requisiti
delle piattaforme Ics/Scada,
proteggendo senza interferire
nella gestione del ciclo produttivo
delle macchine industriali”, ha
aggiunto Nencini. “In Trend
Micro è stata ingegnerizzata una
linea di soluzioni che rispetta le
esigenze primarie di un ambiente
industriale (nessun fermo di
sistema per gli aggiornamenti
o comunque aggiornamenti
eseguibili quando il sistema è già
fermo, nessuna necessità di reboot
dei pc) in modo da rendere sicuro
un sistema anche quando le patch
non possono essere aggiornate
regolarmente, oppure quando
un sistema fa parte di una rete
chiusa, puntando a processi di
installazione facile della security
nelle reti industriali”.
Dunque, partendo dal presupposto
che in ogni caso in una rete
industriale sia in atto una
segmentazione che permette di
separare office IT dall’automation
IT, Trend Micro ha messo a punto
soluzioni di monitoraggio e
controllo studiate appositamente
per la security industriale in
ambito Ics. Di queste, Nencini ha
ricordato, in particolare, dal lato
host, Deep Security, Safe Lock e
Portable Security 2. “La prima
è una soluzione di protezione
avanzata, agentless o agent-based,
per server fisici, virtuali e in-the-
cloud, siano essi server, desktop
pc o laptop”, ha spiegato Nencini.
“Safe Lock è un lockdown security
software che fornisce una difesa
multilivello contro i malware:
permette di utilizzare un sistema
o un device standard come se
fosse dedicato a una specifica
funzione e ne controlla le attività,
le risorse di sistema e gli accessi;
in pratica, controlla tutti i software
e le funzionalità abilitate e crea
una sorta di ‘barriera’ intorno al
server in modo tale che null’altro
che non sia autorizzato possa
essere installato o scaricato; non
richiede connessione a Internet né
aggiornamenti continui”. Portable
Security 2 è invece uno scanning
tool, su supporto Usb, che permette
di eseguire la scansione malware
e include strumenti di pulizia per
pc standalone e sistemi chiusi.
“Questo tool permette di effettuare
la scansione e l’analisi dei log senza
installare alcuna riga di codice
sul pc o sul sistema analizzato,
uno strumento utile soprattutto
nel caso di interventi di terze
parti sul sistema per operazioni
di manutenzione”, ha aggiunto
Nencini. Dal lato network, invece,
la proposta di Trend Micro per il
mondo Ics/Scada include Deep
Discovery, una soluzione di analisi,
monitoraggio e protezione delle
reti, indipendentemente dal loro
tipo di protocollo, da eventuali
minacce in tempo reale, la quale
consente di monitorare il traffico di
rete, anche quello di backup, senza
creare rallentamenti sulla rete di
produzione, permettendo agli
operatori di individuare anomalie
e possibili vulnerabilità e fornendo
protezione contro eventuali
Advanced Persistent Threat. Per la
protezione aggiuntiva dei sistemi
nel caso di utilizzo di memorie Usb
esterne, Trend Micro ha previsto
Usb Security, una soluzione
integrata in chiavetta Usb
Transcend in grado di aggiornare e
neutralizzare i malware provenienti
da file presenti nelle memorie Usb.
Plant security
un approccio integrato
Anche uno storico fornitore di
soluzioni di automazione come
Siemens si sta confrontando
con temi legati alla security,
poiché gli stessi utilizzatori di
Ics: 260 attacchi nel 2013
Negli Stati Uniti, l’Industrial Control Systems
Cyber Emergency Response Team (Ics-Cert), che
rappresenta una sezione speciale dell’US-Cert del
Dipartimento di Sicurezza Nazionale, collabora
con diverse realtà nazionali e internazionali,
pubbliche e private, utilizzatori e fornitori di
sistemi di controllo, con l’obiettivo di condividere
dati sui cyberattacchi alle infrastrutture critiche,
nelle quali sono presenti sistemi di controllo
e Scada, e di individuare tutte le possibili
contromisure. Secondo le segnalazioni volontarie
inoltrate a Ics-Cert, nel 2013 solo negli Stati Uniti
si sono verificati 260 attacchi a reti Ics.
Attualità Security
Marzo 2014 - Automazione Industriale 015
tecnologie di controllo industriale
avanzano nuove richieste di
messa in sicurezza e protezione
degli impianti. Il gruppo tedesco
collabora attivamente con alcuni
organismi normatori standard,
con il Dipartimento Governativo
US-Cert (Ics-Cert), si attiva
affinché i suoi prodotti siano
conformi alle certificazioni
internazionali Achilles e Isa Secure
e ha istituito in Siemens Industry, a
livello internazionale, dei Security
Hub interni con il compito di
coordinare eventuali incident a
livello mondo e di realizzare alert
e contromisure. “Nonostante nel
settore del controllo industriale
siano ancora diffusi alcuni
comportamenti poco consapevoli
o siano a volte presenti procedure
interne inefficaci, si sta comunque
prendendo coscienza di una
maggiore vulnerabilità dei contesti
produttivi, anche in seguito alla
crescente diffusione di smartphone,
tablet, laptop, memorie di massa
rimovibili, che possono minacciare
non solo il regolare funzionamento
degli impianti, ma anche l’integrità
di composizioni e ricette”, ha
affermato Mauro Cerea, Head
of Hmi and Ipcs Department di
Siemens SpA - Industry Sector.
“Il mondo industriale non è più
confinato nella control room, non
è più l’isola felice e segregata di un
tempo”.
La proposta di Siemens Industry
per la messa in sicurezza di una
realtà produttiva è basata su un
approccio olistico che prevede
l’attivazione di adeguate modalità
di protezione ai tre livelli principali
di Plant Security, Network
Security e System Integrity.
“Occorre pensare alla sicurezza
in termini di ‘Defence in Depth’:
le soluzioni di sicurezza IT in
ambiente industriale devono
garantire protezione a tutti i
livelli, la sicurezza è un processo
integrato, se solo a uno di
questi tre livelli è presente una
vulnerabilità, è a rischio l’integrità
di tutto il sistema produttivo”.
Al livello più esterno di Plant
Security l’approccio Siemens
prevede l’implementazione di un
adeguato piano di protezione fisica
delle control room e di Security
Management, che include la
schedulazione ciclica dell’analisi
dei rischi, l’adozione di policy di
sicurezza interne e la successiva
valutazione della loro efficacia
nel tempo. A livello di Network
Security si presuppongono il
monitoraggio e la segmentazione
della comunicazione di rete,
la creazione di architetture
Dmz (DeMilitarized Zone) per
l’interfaccia con l’infrastruttura
IT, l’accesso sicuro via Internet,
l’accesso alla rete locale tramite
componenti intrinsecamente sicuri
e con autenticazione utenti. Al
terzo livello di System Integrity,
infine, è necessario intervenire con
misure specifiche di protezione
dei sistemi pc-based di controllo
e comando di macchine o linee
e, più in generale, delle celle di
automazione via firewall. “Siemens
consiglia di realizzare architetture
a zone demilitarizzate (Dmz) ad
La classifica delle vulnerabilità
Il Bsi (Bundesamt für Sicherheit in der
Informationstechnik), il Federal Office
di Information Security tedesco, ha
messo in guardia responsabili e tecnici
che operano in ambito Ics (Industrial
Control System) stilando nel 2012 una
top ten delle minacce più insidiose che
possono rendere vulnerabili gli impianti.
Sono essenzialmente dieci i trend che
impattano sulla vulnerabilità dei sistemi
di automazione industriale. Dominano
la classifica gli accessi remoti non
adeguatamente protetti e gli attacchi
on-line, mentre al terzo e quarto posto
vi sono rispettivamente gli attacchi a
componenti di automazione standard
presenti nelle reti Ics e i (Distributed)
Denial of Service Attack ((D)DoS Attack).
A seguire, al quinto e sesto posto
troviamo gli errori umani e/o sabotaggi
e l’introduzione di codice dannoso a
mezzo di memorie di massa removibili
(Usb) o altri media. Chiudono la top ten
l’intercettazione e manipolazione di codici
di comando in formato testo e non criptati
nella rete Ics (hacking di tipo ‘man-in-the-
middle’), gli accessi senza autentificazione
alle risorse di sistema, gli attacchi ai
componenti di rete e, infine, i guasti e la
casualità.
Mauro
Cerea, Head
of Hmi and Ipcs
Department
di Siemens
SpA - Industry
Sector
Security Attualità
016 Automazione Industriale - Marzo 2014
uso data server access, le quali
risultano molto utili soprattutto
nel garantire una connessione
sicura nel caso di interventi di
manutenzione remota o tele-
assistenza”, ha spiegato Cerea. “Di
solito suggeriamo l’impiego di
componentistica di rete ‘security
integrated’, come i Siemens
Scalance S623, a controllo della
Dmz, e l’accesso al sistema via
Internet attraverso tunnel Vpn
con protocollo di comunicazione
criptato: anche in questo caso,
la connessione Vpn sicura è
indispensabile negli interventi
di manutenzione remota”. Le
celle di automazione, intese
come unità logiche indipendenti
spesso installate da differenti
fornitori (Oem), devono essere
collegate tra loro con il minimo
di interconnessioni possibili e
solo se assolutamente necessario.
“L’installazione di componenti
Siemens Scalance S a protezione
di ogni singola cella segmenta
la topologia di rete, autorizza
le sole connessioni permesse e
regolamenta la comunicazione
secondo le impostazioni dei
firewall”, ha suggerito Cerea.
Serve più dialogo con
la fabbrica, lo dice il Cio
“Non possiamo permettere che
l’IT causi un fermo impianto,
creerebbe un danno all’azienda
proporzionale a quanto tempo gli
impianti restano fermi; il costo
diretto di un fermo macchina
è sempre molto elevato in una
struttura aziendale complessa e in
un’infrastruttura di produzione
altamente interconnessa come
quelle del gruppo multinazionale
del quale siamo parte”, ha
commentato Federico Fontana,
Cio di Fro Air Liquide Welding
Italia SpA, branche italiana
dell’omonima multinazionale
francese che nel nostro Paese
conta 450 collaboratori, quattro
siti produttivi, un magazzino e un
centro R&D. Per un’azienda come
Fro Air Liquide Welding, ogni
minaccia e vulnerabilità trascurata
possono trasformarsi in danni non
solo in termini di rallentamento
della produzione e, quindi, di
ritardo nella fornitura al cliente,
ma anche in termini di alterazioni
nella composizione dei materiali
semilavorati, con conseguenti
difetti nella saldatura per i clienti
I tool degli attaccanti
Sono diversi gli strumenti che un attaccante può
reperire sul mercato per violare con successo
un sistema Scada. Possono essere utili un buon
server hosted, affidabile e performante, che
permetta di effettuare lo scan delle porte-target
senza bloccare l’attaccante, oppure alcune
attrezzature di test per individuare nuovi zero-day
negli Ics, facilmente reperibili su Ebay. Per colpire
un sistema Scada anche da Internet, può essere
d’aiuto una licenza professionale per l’uso del
motore di ricerca Shodan, oppure istanze virtual
server sul cloud EC2 di Amazon per caricare
piattaforme e tool di penetration testing sugli
Scada, come ad esempio SamuraiStfu e Kali,
che aiutano ‘a vedere cosa c’è all’interno’. Utile,
infine, è una licenza professionale per lo scanner
delle vulnerabilità Nessus, per identificare le
vulnerabilità più facilmente sfruttabili in un
ambiente Scada.
Cybercrime, un mercato che fattura
Dimenticate l’hacker brufoloso seduto al pc in un polveroso garage.
Al suo posto, oggi, a ingegnerizzare nuovi cyberattacchi ci sono
soggetti che guadagnano parecchio denaro. Chiunque, qualunque
attività svolga, è un potenziale target del nuovo redditizio mercato del
cybercrime, che si sviluppa intorno al furto di dati aziendali sensibili
(idee, progetti, brevetti, elenchi clienti/fornitori...). Il mercato del
cybercrime fattura attualmente quanto quello dell’IT a livello globale,
ha un giro di affari una volta e mezzo il traffico degli stupefacenti.
Esistono decine di migliaia di sistemi di controllo le cui password e
username di default sono pubblicati su Internet. Oggi, smarrire uno
smartphone aziendale può costare a un’impresa la perdita di oltre
17mila informazioni sensibili.
Federico Fontana, Cio di Fro Air
Liquide Welding Italia SpA
Attualità Security
Marzo 2014 - Automazione Industriale 017
finali. Raccontando l’esperienza
aziendale relativa all’approccio
alla sicurezza IT negli impianti
industriali, Fontana ha aggiunto:
“Il focus del reparto IT è quello di
non fermare mai la produzione.
Fino a qualche anno fa i plc erano
fuori dalla rete Internet, oggi non
è più così, per questo adottiamo
ulteriori misure di protezione e
riduzione delle vulnerabilità dei
nostri sistemi di produzione. Ad
esempio, ai fornitori considerati
partner consegnamo pc portatili
con password e token, con i
quali possono collegarsi ai nostri
device per effettuare interventi di
manutenzione o tele-assistenza. In
azienda non esistono connessioni
Wi-Fi, ad eccezione del magazzino,
e non è prevista la possibilità
di utilizzare supporti Usb.
Abbiamo segmentato le reti di
comunicazione, utilizziamo reti
Vpn separate anche per la gestione
di applicazioni Rfid. Inoltre, ad
eccezione del Cio, nessuno ha
i diritti di amministrazione e,
quando il Cio si collega come
amministratore di sistema, lo fa
con un account distinto per tenere
traccia di ogni azione e intervento”.
Confermando che procedure e
soluzioni di security esistono e
funzionano, purché siano adottate
in modo idoneo, Fontana ha posto
poi l’accento su una lacuna che,
a suo parere, può influenzare
negativamente un approccio
corretto alla security nei contesti
industriali odierni: la mancanza
di dialogo e di coinvolgimento
proattivo nei progetti tra i
responsabili del reparto IT e quelli
dello stabilimento produttivo. “Il
boom dell’informatica applicata
Quali danni economici?
È difficile reperire in Italia statistiche ufficiali
sui danni economici provocati dagli incidenti
informatici, sia a causa della difficoltà di
riconoscere di aver subito un incidente da parte
della vittime, sia per una certa riluttanza che le
vittime stesse hanno a denunciare l’incidente. Lo
ribadisce il Rapporto Clusit 2013, nel quale sono
citati alcuni dati in merito, risalenti però al 2011. I
dati disponibili indicano un esborso complessivo
di 2,45 miliardi di euro per i cittadini italiani a
causa di crimini informatici, crimini dei quali 8,9
milioni di individui sono rimasti vittima. Sempre
nel 2011, si legge nel Rapporto, il Ponemon
Institute ha stimato che nel nostro Paese per
ogni compromissione di un record personale
un’azienda spende 78 euro tra indagini, notifiche,
spese legali e costi legati all’interruzione del
business.
negli ambienti di produzione
spinge all’incontro, a volte forzato,
di questi due mondi, con regole
e linguaggi differenti anche in
virtù della diversa estrazione
professionale e della formazione
di chi li abita”, ha rilevato Fontana.
Può capitare che i responsabili
IT non abbiano le competenze
specifiche per operare sui pc
di controllo e supervisione di
stabilimento o che, al contrario, i
plant manager sottovalutino alcune
procedure di security fondamentali
per l’intera azienda, in quanto
considerate penalizzanti per la
produttività d’impianto. “Da tempo
in azienda ci siamo attivati per
massimizzare la comunicazione
e la collaborazione tra le figure
dell’IT (informatica e business
intelligence) e della produzione, in
modo che entrambi i dipartimenti
si avvalgano del massimo supporto
reciproco e contribuiscano alla
creazione di un processo integrato”,
ha detto Fontana. “Sono stati
istituiti dei comitati di lavoro
in azienda per un confronto
costante sulle problematiche di
security e sulle loro soluzioni e
per la sensibilizzazione di tutti
i dipendenti su un utilizzo più
adeguato di strumenti e best
practice. Molta importanza è
attribuita anche alla reportistica:
stiliamo regolarmente report
e analisi dettagliate dei log che
indicano quali eventuali attacchi
si sono presentati e come i nostri
sistemi di security li hanno
respinti: la sicurezza IT funziona,
anche quando non si vede!”.
La sicurezza IT è un investimento
nella protezione del proprio
business, è un processo aziendale
condiviso. Se le tecnologie di
attacco diventano sempre più
sofisticate, altrettanto devono
esserlo quelle di difesa.
Al bando dunque il ‘fai da te’ e
l’approssimazione, con un’ultima
raccomandazione, nelle parole
di Gastone Nencini e di Alessio
Pennasilico. “Ricordatevi sempre
di fare un inventario di tutti i
vostri device e software di fabbrica
e delle funzionalità e dei sistemi
operativi che essi contengono”, ha
detto Nencini. “La prima cosa che
ciascuno dovrebbe fare stasera,
al più tardi domani, è stendere
un elenco delle vulnerabilità e
dei rischi concreti del proprio
impianto, stilando una sorta di
‘gap analysis’, in base alla quale
valutare le soluzioni di mercato,
le configurazioni e le procedure
aziendali più idonee da adottare”,
ha concluso Pennasilico.
Security Attualità
018 Automazione Industriale - Marzo 2014
Oltre il Plm
verso il Plk
Product Lifecycle Knowledge, ovvero ottimizzare la gestione
della conoscenza di prodotto lungo l’intero ciclo di vita. È la
nuova frontiera dell’efficienza industriale secondo Holonix,
start up che in tre anni si è trasformata in un’impresa
proponendo la piattaforma i-LiKe
di Valeria Villani
Quali ingredienti hanno permesso
a Holonix il passaggio da start up
a ‘vera azienda’?
È stata più che altro la capacità
di individuare concretamente
un’opportunità di mercato, di
immaginare un’idea applicata nella
pratica, di trasformare un progetto
I
l tradizionale salto di livello da
start up a impresa Holonix l’ha
compiuto grazie a quella che
l’attuale amministratore delegato
Jacopo Cassina definisce una
particolare indole, una capacità
visionaria. “Una start up è un po’
come una ricetta culinaria, invitante
e promettente sulla carta, che può
trasformarsi in un ottimo piatto
solo con ingredienti di qualità
e propriamente dosati”, dice
Cassina. Holonix, spin-off del
Politecnico di Milano che conta
attualmente 18 persone in
organico, è nata nel 2010 dopo
diversi anni di ricerche a livello
internazionale, condotte dal prof.
Marco Taisch e dallo stesso Jacopo
Cassina, indirizzate a sostenere le
aziende nell’ottimizzazione dei loro
processi operativi (produzione,
logistica, manutenzione, assistenza
ecc.) tramite un approccio basato
sulla capacità di gestire, in modo
efficiente, la conoscenza generata nel
ciclo di vita di un prodotto.
Attualità Software
Marzo 2014 - Automazione Industriale 019
di ricerca in un’applicazione reale.
Molto ha giocato anche la nostra
inclinazione al ‘fare’, che ci ha
portato a individuare clienti e a
eseguire analisi di mercato sulla
nostra idea imprenditoriale ben
prima dell’avvio della start up.
Avete creato i-LiKe, ovvero
‘Intelligent Lifecycle Data and
Knowledge’. Di cosa si tratta
esattamente?
Si tratta di una soluzione a moduli,
erogabile in modalità software
as-a-service mediante pagamento
di un canone mensile, studiata
per le imprese che intendono
ottimizzare la gestione della
conoscenza relativa ai prodotti
(Product Lifecycle Knowledge)
lungo l’intero ciclo di vita. In
pratica, la soluzione nasce dall’idea
che oggi sia sempre più necessaria
un’integrazione tra il mondo
tipico del plm propriamente detto
e quello della tracciabilità, Rfid e
non, in un mercato profondamente
cambiato rispetto al passato, nel
quale il principale valore aggiunto
si origina nella progettazione
e nei servizi, non più nella
produzione. La piattaforma
prevede dei moduli orizzontali,
comuni a tutte le fasi del ciclo di
vita, e moduli verticali, pensati
per esigenze specifiche di ogni
singola fase. Tutti i moduli sono
assemblati e abilitati in diverse
suite, con set di funzionalità e
interfacce specifiche ottimizzate
per diversi settori industriali di
riferimento. L’implementazione di
i-LiKe permette di razionalizzare
i processi operativi, assicurando
un monitoraggio minuzioso
delle loro fasi. Ogni modulo si
Jacopo
Cassina, Ceo
di Holonix
riferisce a singole aree funzionali
aziendali, ad esempio il magazzino,
lo stabilimento produttivo, e tiene
traccia del prodotto e di tutte le
informazioni specifiche a esso
relative per ogni fase del ciclo di
vita.
i-LiKe è una piattaforma che
permette di tracciare il prodotto?
Sì, ma non solo: traccia la
‘conoscenza’ sul prodotto. Con i
moduli di i-LiKe è possibile seguire
le informazioni del prodotto
e dei processi che subisce, dal
beginning-of-life (progettazione
e produzione) al middle-of-life
(ad esempio, manutenzione,
magazzino) fino all’end-of-life
(dismantling, revamping). Tutti
i dati registrati sono salvati nel
modo più adeguato in base ai
diversi ruoli aziendali e sono resi
disponibili in modo ‘verticale’ e
non più aggregati solo in modo
orizzontale, come nei sistemi
tradizionali.
A chi è rivolta la soluzione?
È progettata per le imprese di
grandi, medie o piccole dimensioni
attive nei settori più disparati,
dal chimico al manifatturiero,
dal nautico agli elettrodomestici.
La piattaforma i-LiKe può essere
personalizzata per ogni tipo di
azienda, in modo da integrarsi
con le diverse infrastrutture
tecnologiche pre-esistenti.
Per quanto riguarda le figure
aziendali, invece, l’utilizzatore
ideale della soluzione è chi
gestisce la produzione, il
magazzino o la manutenzione.
Si tratta essenzialmente di figure
che lavorano tutte nell’ambito
Operation, anche se stiamo
iniziando ad approcciare il gruppo
dei progettisti.
Quali benefici ottiene
l’utilizzatore?
Entrando nella piattaforma i-LiKe,
l’utilizzatore ricava una sorta di
carta di identità del suo prodotto,
in tutto il ciclo di produzione e
anche oltre. In alcuni casi estrae
dati che erano già presenti - anche
se in modo disaggregato ed
eterogeneo - nello shop floor. Può
risalire allo storico di prodotti
precedenti e di tutte le loro
eventuali difettosità. Ottiene una
maggiore efficienza complessiva
grazie al collegamento più stretto
tra produzione e magazzino:
un nostro cliente, ad esempio,
ha recentemente rilevato una
riduzione del 90% di costi legati
agli errori nelle spedizioni.
Chi sono attualmente i vostri
clienti?
In tre anni abbiamo realizzato oltre
dodici installazioni industriali,
quasi tutte all’estero. Collaboriamo
con Nearchimica, con aziende
del settore automobilistico, con
Software Attualità
020 Automazione Industriale - Marzo 2014
produttori di elettrodomestici. Ci
prepariamo a far partire due nuovi
progetti nel 2014, uno in Francia
e uno in Lituania. Tra le referenze
c’è anche Sirap-Gema (Gruppo
Italcementi), che utilizza la
piattaforma per la sua funzionalità
di magazzino: ha scelto il nostro
modulo Wms, chiedendo una
personalizzazione che permette di
collegarlo ai moduli del software
di gestione della produzione e
ai dati dei tag Rfid utilizzati per
identificare le posizioni.
Il mercato estero è l’unica
salvezza per un imprenditore
nazionale?
Non si può certo negare che il
mercato italiano continui a essere
piuttosto fiacco, quindi sì, in un
certo senso il mercato estero porta
migliori prospettive di crescita.
Tuttavia, in Italia ci sono ancora
molti interlocutori validi, aziende
di valore che puntano sull’export e
investono molto nell’innovazione.
Qual è stato il primo cliente a
scommettere su Holonix?
Fu Nearchimica, azienda con
la quale è tuttora in corso un
interessante progetto per la
gestione della produzione, del
magazzino e delle spedizioni
mediante Rfid, e, in particolare,
per la gestione della temperatura
dei prodotti tramite Rfid semi-
attivi nella fase di trasporto. Dopo
aver analizzato tutti i casi in cui
il materiale chimico risultava
deteriorato nella fase di trasporto,
abbiamo impostato una nuova
gestione completa dei dati con
l’Rfid. In questo caso è stata
fondamentale la collaborazione
Holonix e la ricerca europea, quattro percorsi di contaminazione
Dei quattro progetti di ricerca europei menzionati da Jacopo
Cassina, nei quali è coinvolta Holonix, il primo, Boma, che
si è concluso nel novembre 2013, ha avuto come scopo
primario quello di garantire la transizione della barca da
‘semplice manufatto’ a ‘prodotto intelligente’: attraverso la
tecnologia dell’Internet of Things, è stato possibile rendere
le imbarcazioni riconoscibili e capaci di poter comunicare,
ricevere e processare dati e informazioni raccolte a bordo o
fornite da altri sistemi. Il secondo, LinkedDesign, invece, è
condotto in collaborazione con un produttore automobilistico,
con l’obiettivo di individuare un metodo per aumentare la
produttività e ridurre il Tco, fornendo un sistema integrato e
una visione olistica su dati, persone e processi di tutto il ciclo-
vita del prodotto. L’obiettivo del terzo progetto, Premanus,
è lo sviluppo di una piattaforma software che semplifichi
il fine-vita dei prodotti e ottimizzi i processi decisionali,
legati a questo momento, in termini di rigenerazione, riciclo
dei materiali o riutilizzo degli stessi. Nato con lo scopo di
migliorare e ottimizzare la gestione dei prodotti giunti a fine-
vita, Premanus coinvolge attualmente sia partner universitari
come il Politecnico di Milano e la Loughborough University, sia
partner industriali, come Centro Ricerche Fiat (rigenerazione
motori), Skf (rigenerazione turbine eoliche) e Remedia (gestione
rifiuti tecnologici), oltre ovviamente a Holonix, che si occupa
di definire e implementare i requisiti dell’architettura della
piattaforma software. Infine, il progetto Pathfinder si sviluppa
all’interno di Factories of the Future, un programma in cui la
Commissione Europea e l’industria stanno collaborando per
sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle nuove tecnologie
dedicate al settore manifatturiero dell’UE. Il progetto ha un
focus sulle tecnologie di simulazione e di previsione e si pone
l’obiettivo finale di creare una roadmap e di informare l’industria
manifatturiera sulle nuove tecnologie e favorire la creazione di
una rete di esperti che coadiuveranno la ricerca.
Opportunità dall’Internet of Things e dall’end-of-life
“L’Internet of Things è un mondo nel
quale Holonix si sente a suo agio”,
afferma Jacopo Cassina. “Occupandoci
esclusivamente di software, individuiamo
nello IoT un ambito nel quale le nostre
soluzioni possono portare un importante
e reale valore aggiunto, a partire dalla
gestione dei dati che provengono da
applicazioni di IoT. Consideriamo l’IoT
un’ottima opportunità in termini di data
management”. Ottime opportunità,
secondo Holonix, sono da ricercare anche
nella gestione dell’end-of-life. “Da un punto
di vista IT, la tracciabilità di prodotto oltre il
ciclo produttivo e, in particolare, la gestione
dell’end-of-life racchiudono prospettive
di business enormi nei prossimi anni,
soprattutto nel re-manufacturing: si pensi,
ad esempio, alle turbine eoliche o ad altri
grossi prodotti industriali, per i quali può
essere determinante gestire una ‘seconda
vita’ (revamping, component replacement).
Attualità Software
Get new technology first
■ Procurarvi una panoramica globale del mercato
■ Toccare con mano le tecnologie più innovative
■ Trarre vantaggio dal transfer di know-how e
scoprire le tendenze del futuro
7–11 aprile 2014
Hannover ▪ Germania
hannovermesse.com
HANNOVER MESSE 2014
L‘innovazione è fattore di successo
Fiera di Hannover · Tel. +39 02 70 63 3 29 2 · info@hfitaly.com
con Motorola Psion, che ha fornito
i reader per la lettura dei tag
sulle singole sacche di materiale
chimico.
Fin qui l’impresa e il business.
La ricerca, invece, l’avete
abbandonata?
Assolutamente no, la ricerca è
insita nel nostro Dna. Essendo
Holonix uno spin off, il
Politecnico mantiene una quota
nell’azienda: siamo dunque
sempre in contatto con il mondo
accademico, della ricerca e della
sperimentazione. Questo legame
ci permette di essere sempre
aggiornati e all’avanguardia.
La contaminazione di Holonix
con il mondo della ricerca è
dimostrata anche dai quattro
progetti condotti a livello europeo:
Boma, per la gestione delle
imbarcazioni, conclusosi lo scorso
novembre, oltre ad altri tre tuttora
in corso con focus sul mondo
manifatturiero, LinkedDesign,
Premanus e Pathfinder.
A cosa state lavorando
attualmente?
In collaborazione con alcuni
grandi costruttori industriali
e software vendor, ci stiamo
concentrando in particolare su
un percorso di standardizzazione
per lo scambio di informazioni
e l’estrazione dei dati sui singoli
componenti, da e verso la nostra
piattaforma i-LiKe. Il risultato di
questo percorso sarà un nuovo
standard internazionale, Qlm,
Quantum Lifecycle Management,
semplice e lineare, in grado
di favorire la comunicazione
omogenea e integrata tra la nostra
piattaforma e gli altri software
presenti nelle aziende. Inoltre,
dopo la personalizzazione di
i-LiKe per il mondo consumer del
giugno 2013, prevediamo nel corso
del 2014 una nuova declinazione
di i-LiKe per il mondo del fashion.
Sempre nel corso del 2014, la
versione 1.13 di i-LiKe sarà
aggiornata alla release 2.0.
Per informazioni
Holonix
www.holonix.it
Software Attualità
022 Automazione Industriale - Marzo 2014
Premiato il business
che viaggia
tra Italia e Regno Unito
Sono stati assegnati a Milano a fine gennaio gli UK-Italy
Business Awards, i riconoscimenti alle aziende italiane
che nel 2013 hanno scelto il Regno Unito per sviluppare
il proprio business
di Giorgia Andrei
S
i è svolta il 23 gennaio a
Palazzo Mezzanotte, sede
della Borsa in Piazza Affari,
a Milano, la settima edizione dei
premi UK-Italy Business Awards,
evento con il quale il governo
britannico celebra i successi degli
investitori italiani che scelgono il
Regno Unito per i propri piani di
crescita e internazionalizzazione.
Organizzata dal Consolato Generale
Britannico di Milano e da UK
Trade & Investment (Ukti), l’agenzia
governativa per la promozione
dell’export e l’attrazione degli
investimenti, la serata ha visto anche
la partecipazione di Flavio Zanonato,
allora Ministro dello Sviluppo
Economico, che ha evidenziato
come Italia e Regno Unito siano
ugualmente impegnati “a ridurre
gli oneri che frenano lo sviluppo
economico in Europa” e come i
rapporti di affari tra i due Paesi
siano particolarmente dinamici “nel
comparto dell’alta tecnologia, nel
settore chimico-farmaceutico e in
quello dell’energia”.
Durante lo scorso anno finanziario
l’Italia si è collocata al terzo posto
tra gli investitori stranieri per
numero di progetti, a conferma
del continuo interesse dimostrato
dagli imprenditori italiani verso il
Regno Unito e del dinamismo delle
relazioni bilaterali tra Regno Unito
e Italia.
Allo stesso modo, secondo Michael
Fallon, Ministro di Stato britannico
per il Business e l’Energia: “L’Italia
continua a essere un’importante
fonte d’investimenti, in Europa
come nel resto del mondo; i vincitori
condividono un forte impegno
per quanto riguarda innovazione,
eccellenza tecnica, esperienza
imprenditoriale e sostenibilità”.
Attualità Mercato
Marzo 2014 - Automazione Industriale 023
approdata con l’acquisizione di
Profile Pharma e persegue un
modello di ricerca & sviluppo
innovativo, imperniato su uno
scambio continuo e aperto con
università, centri di eccellenza e
startup inglesi.
Merita una nota anche il respiro
internazionale di TerniEnergia,
uno dei maggiori player italiani
nel mercato delle energie
rinnovabili, dell’efficienza
energetica e dell’ambiente.
TerniEnergia, che opera come
integratore di sistemi, ha aperto
una nuova filiale a Londra, sulla
scia del crescente interesse del
mercato britannico nelle energie
green.
Anche quest’anno l’evento
ha dato un forte risalto agli
UK-Italy Innovation Awards,
categoria dedicata alle giovani
imprese in rapida crescita,
vincitrici delle business
competition organizzate o
supportate da Ukti in Italia
nel 2013. Cinque sono state le
aziende premiate: Optosensing,
APWonders, Niso Biomed,
on-iris e Qurami.
Le realtà premiate
Tra le numerose aziende
premiate, citiamo Moleskine,
alla quale è andato il Brand
Recognition Award, Tratos
Group e Seda Packaging Group,
premiate con l’Industrial
Investment Award, Zambon,
che ha ricevuto il Research
& Development Award e
TerniEnergia, aggiudicatasi il
Green Economy Award.
Interessanti sono i numeri di
queste realtà, da Moleskine
che, nata nel 1997 a Milano, ha
realizzato nel 2012 78 milioni
di euro di utili ed è nel Regno
Unito una vera e propria icona,
a Tratos Group, produttore di
cavi in fibra ottica presente dal
1981 nel Regno Unito, che ha
scelto di realizzare un nuovo
stabilimento nella regione
di Liverpool, investendo 12
milioni di sterline per nuovi
macchinari e 6 per l’acquisizione
del sito, a Seda Packaging
Group, azienda di Napoli con
un profilo globale nel settore
del confezionamento, che ha
annunciato un investimento
di 18 milioni di sterline per
l’espansione e modernizzazione
del suo stabilimento in Galles.
Zambon, espressione
dell’imprenditoria familiare
italiana, da oltre un secolo
azienda di riferimento
nell’industria chimica e
farmaceutica, si è aggiudicata
il riconoscimento per la sua
attività di R&D, alla quale
è destinato un piano di
investimento di 132 milioni
di euro per il periodo 2013-
2017. Oltre Manica, l’azienda è
Un supporto per le aziende che guardano oltre Manica
UK Trade & Investment aiuta le aziende con sede nel Regno
Unito ad affermarsi sui mercati globali e assiste le imprese di
tutto il mondo interessate a realizzare investimenti di qualità
oltremanica. A tutti gli investitori, potenziali o già presenti nel
Regno Unito, il Gruppo per gli Investimenti di Ukti Italia fornisce
consulenze e informazioni pratiche sulle potenzialità del
mercato e sugli incentivi governativi.
Durante lo scorso anno finanziario l’Italia si è collocata al
terzo posto tra gli investitori stranieri per numero di progetti, a
conferma del continuo interesse dimostrato dagli imprenditori
italiani verso il Regno Unito e del dinamismo delle relazioni
bilaterali tra Regno Unito e Italia. Nel Regno Unito, sesta
economia del mondo in termini di Pil, ogni anno sono 330mila
le nuove aziende registrate.
Palazzo
Mezzanotte,
a Milano, ha
ospitato il
23 gennaio
la settima
edizione dei
premi UK-Italy
Business
Awards
Per informazioni
UK Trade & Investment -
Consolato Generale Britannico
www.ukti.gov.uk
Mercato Attualità
024 Automazione Industriale - Marzo 2014
A&T, una fiera
dagli orizzonti innovativi
Automazione e robotica saranno al centro
di Affidabilità & Tecnologie 2014. La manifestazione
in programma a Torino il 16 e 17 aprile cresce del 50%
e guarda con attenzione a Horizon 2020
di Carolina Mirò
P
rogetti innovativi e
trasferimento tecnologico
per creare nuovi modelli
produttivi, maggiormente
competitivi e sostenibili: è questo il
contenuto al quale tende l’iniziativa
Horizon 2020 e questo l’ambito in
cui vuole inserirsi Affidabilità &
Tecnologie, fiera internazionale che
torna a Torino, il 16 e 17 aprile, per
la sua ottava edizione.
Il progetto europeo Horizon 2020,
Fabbrica del Futuro, che ha come
obiettivo principale la competitività
delle imprese manifatturiere
europee, soprattutto quelle medie e
piccole, aggrega risorse pubbliche
e private nel campo della ricerca
e dell’innovazione per supportare
centinaia di progetti di ricerca
orientati al mercato e stimolare il
mercato del lavoro.
Robotica in primo piano
Su quest’ultimo aspetto, un
contributo importante, secondo gli
operatori del settore automazione,
arriva dalla robotica, che anche
in quest’edizione di A&T avrà un
rilievo particolare. Come dice
Arturo Baroncelli, presidente
dell’International Federation of
Robotics: “Solo con automazione e
robotica le aziende possono essere
realmente competitive a livello
mondiale, arrivando a possedere
quella flessibilità indispensabile
per mantenersi all’avanguardia,
oggi come negli anni a venire, in
un ambiente industriale sempre
più dinamico”. Oltre ad aumentare
la produttività delle aziende
manifatturiere, i robot, continua
Baroncelli, “creano lavoro, perché
contribuiscono alla creazione di
aziende di successo, che a loro volta
danno vita a nuovi posti di lavoro”.
In un’area speciale all’interno del
padiglione espositivo di A&T 2014,
i fornitori di robot e tecnologie
di controllo industriali, in
collaborazione con i propri system
integrator, presenteranno le loro
soluzioni più innovative. Tra i nomi
presenti citiamo: Kuka Roboter,
con la sua gamma Agilus di robot
di piccole dimensioni, e la nuova
tecnologia mxAutomation, che
permette la programmazione del
robot direttamente dall’interfaccia
di un controllo numerico;
Mitsubishi Electric, che illustrerà le
Un’ampia area espositiva ad Affidabilità
& Tecnologie sarà dedicata a fornitori di
software che presenteranno soluzioni
per la simulazione, dedicate ai settori
automotive, aerospazio e meccatronica
Attualità Eventi
sue soluzioni di automazione integrata; Comau, con novità
quali il robot Racer (portata 7 kg e sbraccio 1.400 mm), e le
tecnologie di simulazione; Yaskawa Italia, che proporrà in
anteprima la soluzione MA1440, con il nuovo generatore
RL350 integrato con il controllo robot per la saldatura ad
arco, e l’MC2000 per la saldatura laser.
Dalla visione artificiale al testing
Ben rappresentato ad Affidabilità & Tecnologie sarà anche
il comparto della visione artificiale e dell’ispezione ottica.
Omron Electronics esporrà il sistema di visione compatto
FH, che promette agli utenti di ridurre i tempi di ciclo delle
macchine e di contare su prestazioni precise e affidabili,
anche nelle condizioni operative più difficili.
Sistemi Rfid, HF e Uhf, sensori di visione Bvs, sistemi di
comunicazione IO-Link e networking, insieme a una nuova
gamma di sensori induttivi, ottici, capacitivi e ultrasonici
e sistemi di misura in assenza di contatto, costituiscono
invece la proposta che illustrerà a Torino Balluff
Automation. Altre proposte interessanti saranno esposte da
Hamamatsu Photonics Italia, Tattile e Vision Device.
Anche per l’edizione 2014, infine, A&T sarà punto
di riferimento per Oem, System Integrator e aziende
manifatturiere alla ricerca di tecnologie innovative per le
analisi in sperimentazione, il controllo qualità e il comparto
della caratterizzazione dei materiali.
Per informazioni
Affidabilità & Tecnologie
www.affidabilita.eu
L’ambito della
caratterizzazione
dei materiali sarà in
particolare evidenza
ad A&T 2014, con
l’adesione di decine
di laboratori prova e
centinaia di società
espositrici
026 Automazione Industriale - Marzo 2014
Nuovi hub
per le smart grid
Si chiama New Cab Elarc il progetto di ricerca capitanato
da Cep - Componenti Elettrici e Prefabbricati,
per la realizzazione di cabine di trasformazione idonee
a fare da centri nevralgici alle smart grid
di Virna Bottarelli
L
e finalità del progetto
New Cab Elarc sono già
contenute nel suo nome.
“L’idea è di sviluppare una nuova
cabina di trasformazione (New
Cab) per l’allacciamento alla rete
degli impianti di produzione
dell’energia da fonti rinnovabili e
per la trasformazione dell’energia
elettrica da media a bassa tensione
(MT/bt) che rispetti i requisiti
imposti dalla normativa in
materia di limitazione degli effetti
dell’Elettrosmog e degli Archi
elettrici interni (Elarc)”, dicono
Mario Melodia, direttore tecnico
commerciale di Cep - Componenti
Elettrici e Prefabbricati, azienda
capofila del progetto, e Vincenzo
Di Dio, direttore scientifico
del progetto e ricercatore
presso l’Università di Palermo
- Dipartimento di Energia,
Ingegneria dell’Energia e Modelli
Matematici.
Oltre a Cep e all’Università di
Palermo, il progetto New Cab
Elarc, avviato il 10 dicembre 2012
e destinato a durare fino alla
fine del 2015, interessa altre due
aziende, Isca Francesco e Cim, ed
è cofinanziato dai fondi strutturali
della linea di intervento 4.1.1.1. del
Programma Operativo del Fondo
Europeo Sviluppo Regionale Sicilia
2007-2013.
Il progetto, del valore complessivo
di 700mila euro, è stato illustrato
in occasione della XII Giornata
della Ricerca Anie, il 6 dicembre
2013, il cui tema centrale è stato,
infatti, la Smart City, per la
cui realizzazione il contributo
dell’elettronica e dell’elettrotecnica,
ossia delle aziende del mondo
Anie, è fondamentale.
Cabine che rispettano
la normativa
“Lo sviluppo tecnologico dei
Paesi industrializzati è basato
sull’approvvigionamento e lo
sfruttamento di fonti energetiche,
soprattutto per la produzione di
energia elettrica; la produzione e
distribuzione di energia elettrica
pongono, però, problemi tecnici
ed economici complessi, legati
anche ad aspetti indesiderati; è
in questa cornice che s’inquadra
la problematica affrontata dal
progetto”, spiega Melodia che,
Il progetto è
stato illustrato
in occasione
della XII
Giornata della
Ricerca Anie,
il 6 dicembre
2013, dedicata
alla Smart City
Attualità Smart city
Marzo 2014 - Automazione Industriale 027
con Cep, ha seguito anche il
progetto, conclusosi nel 2007,
‘Ottimizzazione e automazione di
cabine elettriche di distribuzione
e di sistemi di produzione locale
dell’energia elettrica a sostegno
dell’innovazione della produzione
di aziende elettromeccaniche
siciliane per la penetrazione in
mercati esteri’.
Obiettivo del progetto New Cab
Elarc è che la cabina assuma
il ruolo di hub delle smart
grid. Come spiega Vincenzo
Di Dio, che con il suo team
dell’Università di Palermo ha
svolto l’attività di ricerca sul layout
delle cabine e sulla misura delle
emissioni: “La novità della New
Cab sta nella sua caratteristica
intrinseca di sicurezza, che le
consente di contenere, oltre alle
apparecchiature tradizionali di
una cabina elettrica, i dispositivi
di controllo e di gestione di una
smart grid”.
Rispetto alle cabine elettriche
diffuse sul territorio, utilizzate sia
per allacciare alla rete impianti
che producono energia sia per
alimentare i carichi elettrici dalla
rete, quelle nate dal progetto
New Cab Elarc, fungendo
contemporaneamente da cabine
per utenze attive e utenze passive,
rappresentano una novità.
“Il numero delle cabine a oggi
installate sul territorio nazionale
è elevato: si pensi a quelle
per i diversi impianti eolici
e fotovoltaici recentemente
allacciati alla rete o a tutte le
cabine di trasformazione MT/bt
che alimentano piccole aziende,
edifici scolastici o edifici a uso
residenziale”, dice Melodia.
“La maggior parte di esse,
tuttavia, non rispetta i requisiti
tecnici imposti dalla normativa
vigente (Cei EN 62271-202
‘Sottostazioni prefabbricate ad
alta tensione/bassa tensione’)
sia per la limitazione dei campi
elettrici e magnetici emessi sia
per la necessaria tenuta all’arco
interno”, continua Melodia.
La normativa ha conferito alla
cabina prefabbricata, completa
di apparecchiature, i requisiti
di prodotto elettromeccanico
normalizzato, da costruire
interamente in fabbrica.
Come osserva ancora Melodia:
“La situazione attuale delle cabine
risente non solo del fatto che
l’installato antecedente il 2008
non rispetti i dettami imposti, ma
anche del mancato adeguamento
dei prodotti da parte delle case
costruttrici, oneroso dal punto di
vista sia culturale sia economico”.
Il progetto New Cab Elarc si è
quindi posto l’obiettivo di studiare
e realizzare un prototipo di cabina
elettrica innovativa, che messa
a punto e commercializzata,
sarà in grado di garantire un
ottimale, economico e sicuro
dispacciamento dell’energia
elettrica.
Le fasi del progetto
Sono diverse le fasi in cui si
articola il progetto New Cab
Elarc. In un primo momento
si studiano le sorgenti di
campo elettromagnetico a
frequenza estremamente
bassa e si individuano i
modelli numerici in grado di
descriverne il comportamento.
Contemporaneamente, si eseguono
lo studio e la caratterizzazione
dell’arco interno prodotto dagli
interruttori di manovra.
Un’altra fase prevede una
Cep -
Componenti
Elettrici e
Prefabbricati,
ha già seguito,
in passato, un
progetto di
ottimizzazione
e automazione
di cabine
elettriche di
distribuzione,
conclusosi nel
2007
Obiettivo
del progetto
NewCab Elarc
è che la cabina
assuma il ruolo
di hub delle
smart grid
Smart city Attualità
028 Automazione Industriale - Marzo 2014
campagna di misure dell’intensità
di campo elettrico e magnetico
presente in prossimità di cabine
elettriche MT/bt installate
prima dell’entrata in vigore
della normativa attuale. Con i
risultati dell’indagine si valutano
i parametri caratteristici delle
sorgenti di campo indesiderato
e si procede a una verifica
sperimentale dei relativi modelli
matematici sviluppati.
Compito di Cep è realizzare
una cabina MT/bt secondo
gli standard utilizzati in
produzione, per caratterizzare
le sue prestazioni sia in
termini di generazione di
campi elettromagnetici
indesiderati, sia in termini
di tenuta strutturale all’arco
interno. Dall’analisi dei risultati
ottenuti sono poi individuati
i punti di criticità delle attuali
cabine e definiti nuovi criteri
progettuali per la realizzazione
di una cabina elettrica a impatto
elettromagnetico minimo e
strutturalmente resistente agli
archi interni.
Tecniche di riduzione dei campi
elettromagnetici e nuove soluzioni
architettoniche strutturali e di
layout interno sono quindi fissate
per resistere agli archi interni
e per minimizzare il livello di
campo elettromagnetico emesso
all’esterno della cabina elettrica.
Infine, si realizza un nuovo
prototipo di cabina elettrica
includendo le strategie di
minimizzazione dei campi
indesiderati e scegliendo una
struttura di cabina in grado di
contribuire alla schermatura
dei campi interni e di resistere
agli archi interni. Le fasi finali
prevedono l’omologazione e la
certificazione del nuovo prototipo
di cabina elettrica.
Che cosa è stato realizzato
L’ingegnerizzazione e l’immissione
sul mercato delle nuove cabine
è l’obiettivo finale dell’attività di
ricerca. “Basandosi sui calcoli
sviluppati dalle aziende coinvolte
nel progetto, che presuppongono,
grazie al nuovo prodotto, la
possibilità di penetrazione nei
mercati francese e della Repubblica
Ceca, si può affermare che
l’impatto potenziale del progetto,
a seguito di un suo buon esito,
sarà rilevante e duraturo”, dice
Melodia. “Per le aziende partner
in New Cab Elarc, innovare le
proprie competenze e i propri
prodotti è, oltre che una necessità,
un’opportunità che garantirebbe
loro una condizione di leadership
nei propri settori di pertinenza”.
A oggi (febbraio 2014, ndr) il
progetto ha già raggiunto la fase
di industrializzazione per cabine
destinate a impianti energetici
da fonti rinnovabili, con alcune
soluzioni già vendute per reti
elettriche in Portogallo e in
Inghilterra.
“Particolarmente importante
sarà la possibilità che le imprese
coinvolte nel progetto esportino
l’esperienza maturata in Paesi nei
quali i provvedimenti legislativi di
tutela dai campi elettromagnetici
e dalle tematiche di arco interno
sono prossimi ad essere emanati”,
conclude Melodia.
Per informazioni
Anie
www.anie.it
Cep
www.cepsrl.it
Università di Palermo
www.unipa.it
Compito di
Cep è realizzare
una cabina
MT/bt secondo
gli standard
utilizzati in
produzione, per
caratterizzare le
sue prestazioni
sia in termini
di generazione
di campi
elettromagnetici
indesiderati,
sia in termini
di tenuta
strutturale
all’arco interno
Attualità Smart city
Marzo 2014 - Automazione Industriale 029
Una nuova
piattaforma di lancio
Protagonista a livello internazionale
nel settore dell’automazione
pneumatica, Pneumax lancia la
piattaforma Pneumax to Business
per un maggiore orientamento al
cliente finale
di Massimiliano Luce
A
rrivano buone notizie dalla
provincia di Bergamo,
specificamente da Lurano,
dove hanno sede gli stabilimenti
di Pneumax, società fondata
quasi quaranta anni fa da Roberto
Bottacini e Giuseppe Beretta, attiva
nel settore della componentistica
per l’automazione pneumatica.
“Sappiamo tutti che il momento che
sta vivendo il mercato è particolare,
tuttavia i nostri risultati relativi
al 2013 sono buoni, così come
prevediamo che saranno quelli
del 2014”, spiega Bottacini. Quel
è l’asso della manica di Pneumax?
“Dal 2009 abbiamo cambiato passo
e ci siamo gettati a capofitto nei
processi di ammodernamento delle
strutture produttive e dei prodotti”,
prosegue Bottacini. “Grazie ai
notevoli investimenti, siamo
diventati ancora più competitivi
sotto il profilo dei costi e dei prezzi”.
Per prepararsi alle prossime sfide,
Pneumax ha investito sei milioni di
euro in un nuovo sito produttivo,
macchine utensili e comunicazione.
È pianificato anche un programma
di formazione online, con materiale
didattico accessibile via internet
a clienti e rivenditori per ottenere
il certificato Cetop (Comitato
Europeo delle Trasmissioni
Oleoidrauliche e Pneumatiche).
La piattaforma P2B
Da società prevalentemente
orientata al prodotto, ora Pneumax
è decisa ad aprirsi a nuovi orizzonti,
con un maggiore orientamento
al cliente, dai servizi prevendita a
quelli postvendita. Lo strumento
per guidare tale conversione è la
nuova piattaforma Pneumax to
Business (P2B). “Il modello P2B
è composto da sei iniziative volte
a fare maturare progressivamente
la cultura e la difesa del marchio
Pneumax attraverso strategia
di comunicazione interna ed
esterna, l’innovazione del prodotto
e il confronto con il mercato”,
sottolinea il direttore commerciale
Andrea Carluccio. “I pilastri
della piattaforma P2B sono
l’orientamento al cliente con un
approccio proattivo, la vendita di
nuova impostazione con processi
di analisi e verifica, la visibilità del
marchio nei mercati principali,
l’innovazione e l’ampliamento della
gamma, il senso di appartenenza
e infine la filosofia Pneumax con
attenzione a valori, a codice etico e
immagine”.
I cinque settori di riferimento sotto
i riflettori per il triennio 2014 –
2016 sono il legno, dove Pneumax
già oggi ricopre un ruolo di punta,
l’imballaggio e confezionamento,
con linee di prodotto specifiche per
un settore che attualmente cresce
del 5-7%, oil & gas, settore ancora
di nicchia, domotica & automazione
e, infine, l’automobile.
Per informazioni
Pneumax
www.pneumaxspa.com
La nuova
serie per il
trattamento
dell’aria Airplus
Taglia 4
Aziende e soluzioni Attualità
030 Automazione Industriale - Marzo 2014
Export e innovazione
guidano
la crescita di Abb
Nonostante la contrazione dell’ordinato, anche in Italia il gruppo
continua a puntare sugli investimenti in ricerca tecnologica
e persone. Buone soddisfazioni dai mercati esteri
di Valeria Villani
Matteo
Marini, Regional
Manager
Mediterranean
Region e
Country
Manager Italy
di Abb
M
atteo Marini, Regional
Manager Mediterranean
Region e Country
Manager Italy di Abb dal novembre
2013, ha definito l’anno scorso “un
periodo complesso in un momento
congiunturale difficile e incerto”, nel
quale Abb Italia ha conservato una
profittabilità solida e ha continuato a
investire in innovazione, tecnologie
e persone, mantenendo le quote di
mercato nel Paese.
Nel 2013 Abb Italia ha raccolto
ordini per 2,115 miliardi di euro,
pari al -7% rispetto al 2012, e ricavi
per 2,107 miliardi di euro, pari al
-8% sul 2012. Si è invece confermata
sostanzialmente stabile e positiva
la redditività, mentre in crescita è
stata la percentuale dell’export sui
ricavi, attestatasi sul 63%. Il 35%
dell’ordinato di Abb Italia nel 2013
proviene dal mercato domestico
e il restante 65% da quello estero.
“Abbiamo puntato molto sul mercato
estero e abbiamo dimostrato di avere
le risorse giuste e tutte le carte in
regola per continuare a competere a
livello internazionale e a mantenere
un ruolo di rilievo come country
all’interno del Gruppo”, ha dichiarato
Marini. “Abbiamo saputo mettere
in campo la forza innovativa e
le competenze di tutte le nostre
divisioni, per affrontare al meglio la
difficile congiuntura”.
Per quanto riguarda i risultati delle
singole divisioni di Abb, nel 2013 la
Discrete Automation & Motion ha
registrato ordini pari a 335 milioni di
euro (-13% rispetto allo scorso anno) e
ricavi pari a 368 milioni (+2%), la Power
Systems 155 milioni di ordini (+21%) e
143 milioni di ricavi (-9%), mentre gli
ordini per la Power Products sono stati
di 470 milioni (-13% rispetto al 2012) e i
ricavi di 490 milioni (-10%). Per quanto
riguarda la Process Automation, gli
ordini hanno totalizzato 345 milioni di
euro (-19%) e i ricavi 317 milioni (-22%);
infine, la divisione Low Voltage Products
ha raggiunto gli 825 milioni di euro di
ordini (stabile rispetto allo scorso anno)
e gli 804 milioni di ricavi (-4%). Ottime
sono state le soddisfazioni per Abb Italia
provenienti dalle attività di service, che si
sono attestate sul 13% dell’ordinato, con
un incremento del 2% rispetto al 2012, e
da quelle legate all’efficienza energetica,
ambito quest’ultimo che ha visto una
crescita dell’8% rispetto agli ordini del
2012.
“Pur in un anno complesso come il
2013, abbiamo avuto un’abile capacità
di reazione, continuando a investire
in Italia, sia nelle nuove acquisizioni,
sia nell’innovazione e nelle attività
di R&S, così come nella produttività
e nell’efficienza energetica dei nostri
stabilimenti produttivi, come dimostrano
gli ulteriori investimenti in automazione
nei due siti Abb di Dalmine (BG) e Santa
Palomba (RM)”, ha commentato Marini.
L’acquisizione in Italia delle aziende
Attualità Aziende e soluzioni
Marzo 2014 - Automazione Industriale 031
Enrico
Di Maria,
responsabile
della Divisione
Process
Automation
di Abb Italia
PowerOne e Rgm è testimonianza recente
di questi investimenti, che rafforzano
ulteriormente il ruolo di Abb nei segmenti
smart grid (fonti rinnovabili) e domotica,
con tutte le loro possibili sinergie, e nella
trazione ferroviaria, così come lo sono le
innovazioni tecnologiche portate avanti
con l’ingegnerizzazione degli interruttori
Emax2 System pro E, della piattaforma
Symphony+, degli interruttori ibridi Pass
M0S e dei nuovi trasmettitori e trasduttori
Wi-Fi.
Competitività in campo
“In un contesto economico mondiale di
incertezza e locale di scarsa competitività,
l’industria italiana può ancora e deve
risollevarsi, usando tutte le leve che sono in
suo potere per difendersi, reagire, crescere”,
ha detto Enrico Di Maria, responsabile
della Divisione Process Automation di
Abb Italia. “Mi riferisco in particolare
alle tecnologie di automazione, quali
elementi di competitività e produttività:
in Italia tali tecnologie esistono già e
sono all’avanguardia, occorre però un
cambio di paradigma, nel senso che
queste tecnologie non devono essere
solo utilizzate nelle loro funzionalità di
base, ma occorre sfruttarne tutte le loro
potenzialità”. Insomma, è necessario che
l’industria italiana passi da un’automazione
‘basica’ a una ‘avanzata’ e ‘intelligente’, che
permei la produzione e ne massimizzi
i processi, la diversificazione, la
flessibilità e la qualità dei prodotti, e
che contribuisca, grazie a una maggiore
efficienza, a rendere le imprese più
competitive e limitare il fenomeno della
delocalizzazione. Di imprese italiane
che stanno attuando questo cambio di
paradigma ce ne sono già ed Enrico
Di Maria ne ricorda alcune, con le
quali Abb sta collaborando, come Erg a
Genova, Italiana Coke e Lodi Srl. Erg ha
scelto l’automazione, la supervisione e il
controllo avanzato di Abb (Symphony
Plus) per ottenere una comunicazione
e uno scambio dati sicuri, affidabili e
sempre aggiornati sull’andamento degli
impianti termoelettrici, e una riduzione
dei costi variabili di esercizio, in modo
da creare profili d’offerta più adeguati.
Italiana Coke ha scelto l’automazione
di processo di Abb (800xA) per una
migliore gestione della produttività, una
maggiore sicurezza complessiva, una
migliore gestione del ciclo del gas e, più
in generale, delle risorse, in particolare
quelle idriche. Lodi si è affidata
all’automazione di Abb (plc, motori,
azionamenti e robot) con l’obiettivo
di ridurre i costi della propria bolletta
energetica e incrementare produttività,
ripetibilità dei processi, sicurezza e
qualità del prodotto finito.
Programmi per il 2014
“Continueremo a focalizzarci sulla
nostra strategia di crescita e a puntare
sull’innovazione, sulle tecnologie e sul
service, con crescenti investimenti in
Ricerca e Sviluppo”, ha detto Marini,
ricordando che nel 2013 in Italia è
stato investito il 2,5% del fatturato in
attività di R&S. Tra gli obiettivi di Abb
Italia per il 2014, il Country Manager
ha incluso senz’altro un focus sempre
più attento alle esigenze degli end-user
e una maggiore concentrazione sullo
sviluppo del portafoglio prodotti, dopo
l’intensa politica di acquisizioni portata
avanti a livello globale da Abb negli
ultimi 25 mesi, e sulla ricerca di tutte le
possibili sinergie a livello di business e
di presenza geografica.
“Il 2014 mostra segnali di cauta ripresa,
ma non ci permette di ipotizzare una
situazione di mercato domestico molto
diversa da quella attuale, se non a
partire dalla fine dell’anno in corso”,
ha concluso Marini. “Guardiamo
al futuro con cauto ottimismo e ci
allineiamo come country alle previsioni
del Gruppo, di una crescita di ricavi e
ordini globali tra il 3% e il 5% nel 2014
sul 2013”.
Ordini in flessione e ricavi in crescita per il Gruppo
A livello globale, il Gruppo Abb ha chiuso
il 2013 con una leggera flessione di
ordini (-5% rispetto al 2012), passati a
38,9 miliardi di dollari dai precedenti 40,2
miliardi, e una crescita dei ricavi (+5%),
saliti a 41,8 miliardi dai 39,9 miliardi
del 2012, con una riduzione dei costi
complessiva di 1,2 miliardi di dollari e un
cash flow di 2,6 miliardi di dollari. Ulrich
Spiesshofer, Ceo di Abb, commentando i
risultati fiscali, ha ribadito “la solidità delle
performance di Gruppo in un mercato
tuttora sfidante” e ha confermato gli
obiettivi di investimento in efficienza
energetica, innovazione, sostenibilità,
la politica di ottimizzazione dei costi
e il consolidamento delle due grosse
acquisizioni Baldor e Thomas & Betts, sia
nello sviluppo del portfolio prodotti, sia
nell’organizzazione dell’intera supply chain.
Aziende e soluzioni Attualità
032 Automazione Industriale - Marzo 2014
Una questione
di etichetta. E non solo
Dopo avere conquistato un posto al sole nel settore della visione, Cognex mira a
diventare una società di riferimento anche nel mondo dell’identificazione. Presentato
il nuovo lettore di codici a barre portatile DataMan 8050, capace di leggere
indifferentemente qualsiasi tipo di codice
di Massimiliano Luce
L’
età migliore per essere
felici? Per Cognex,
probabilmente, sono
proprio i 33 anni, festeggiati
quest’anno. Per molteplici motivi: se
dovesse fare un bilancio del proprio
passato, Cognex può ammirare con
entusiasmo il gradino più alto del
podio raggiunto nel settore della
visione; se l’attenzione si dovesse
spostare sul presente, la società
può considerare con estrema
soddisfazione i dati economico-
finanziari registrati a metà 2013,
che segnalano un’azienda in
perfetta salute; infine, proiettando
lo sguardo verso il futuro,
nonostante i notevoli risultati già
conseguiti, Cognex si dimostra
capace di programmare il domani
con la medesima freschezza della
giovinezza, fissando nuovi obiettivi
e traguardi.
“Quest’anno Cognex festeggia 33
anni”, ha spiegato Giuliano Collodel,
direttore commerciale della filiale
italiana, “e i dati, aggiornati a metà
2013, parlano di un’azienda in
crescita sotto ogni profilo, anche nel
numero di impiegati, aumentati da
800 a mille, grazie al forte attivismo
sul mercato asiatico e sudamericano,
e alle tendenze del mercato, per cui
la visione oggi è utilizzata per tutto.
Per come si stanno sviluppando le
esigenze del mercato e per come si sta
sviluppando la tecnologia, riteniamo
giunto il momento di potere cogliere
nuove opportunità di business nel
settore dell’identificazione. Parlare
di codici di identificazione, oggi,
significa misurarsi con un valore
fondamentale per una merce: la
tracciabilità. Tracciare ciò che si
produce, consente di avere il pieno
controllo di una merce all’interno
della filiera e di identificare in modo
rapido le eventuali parti difettose.
Questo significa garantire maggiore
qualità e dare più slancio alla
sensibilità ‘green’ del mercato”.
La migliore prova di quanto Cognex
creda nel settore dell’identificazione,
arriva dagli obiettivi annunciati: “Se
attualmente il fatturato proveniente
dall’identificazione vale un terzo del
fatturato complessivo, l’obiettivo è di
aumentarlo al punto che pesi quanto
quello della visione”.
Qualità competitiva
Per centrare tale risultato, Cognex
ha una sfida molto impegnativa da
affrontare. “A differenza di quanto
accaduto nell’ambito della visione,
per quanto riguarda i prodotti
di identificazione ancora non
abbiamo raggiunto la leadership”,
ha argomentato Collodel. “Ciò è
accaduto perché sul mercato siamo
I nuovi
DataMan 8050
funzionano in
modo semplice
e veloce
anche messi a
confronto con
i codici più
complessi
Attualità Aziende e soluzioni
Marzo 2014 - Automazione Industriale 033
sono in grado di leggere velocemente
anche codici danneggiati, a basso
contrasto o applicati direttamente
a getto d’inchiostro. Gli algoritmi
2D consentono ai lettori 8050 di
decodificare rapidamente svariate
simbologie 2D tra cui codici
DataMatrix, QR, Pdf417 e Aztec.
Il design modulare della serie
DataMan 8050 si adatta perfettamente
alle esigenze di comunicazione in
continua evoluzione. Disponibili
in versione con e senza fili, i lettori
della serie DataMan 8050 possono
comunicare con una stazione
base tramite Usb, tastiera Usb,
RS-232 e Bluetooth. Realizzata per
funzionare nelle condizioni di lavoro
più impegnative, la serie 8050 è
completata da caratteristiche, cablaggi
e accessori di livello industriale.
Con il lancio dei nuovi DataMan
8050, Cognex si è munita al tempo
stesso della chiave per aprire e
conquistare il mercato della logistica.
“Tra le caratteristiche salienti della
soluzione”, ha proseguito Picinelli, “si
segnalano i moduli di comunicazione
intercambiabili, gli aggiornamenti via
firmware e la customizzazione, con la
possibilità di scrivere parti software
in Java”.
Più in generale, nel settore della
tracciabilità Cognex sta registrando
una crescita importante, garantendo
un solido valore aggiunto nel
settore della logistica. Che la strada
intrapresa sia quella giusta, è
dimostrato, tra le altre cose, anche dal
fatto che Cognex ha recentemente
ottenuto una significativa commessa
da un importante retailer online.
Per informazioni
Cognex
www.cognex.com
percepiti come un’azienda che
propone lettori costosi. Se guardiamo
le cose più da vicino, ci possiamo
rendere conto che la realtà è un
po’ diversa. I nostri lettori sono
estremamente precisi ed efficienti,
garantiscono una capacità di lettura
del 99,99% contro il 97-98% di altri
sistemi in commercio. Si tratta di una
differenza enorme per un’azienda
che ha la necessità di leggere 10 mila
codici al giorno. Con un prodotto che
garantisce un livello di prestazioni
del 97%, un’azienda si troverà a fine
giornata con 300 oggetti che il suo
sistema di identificazione non è
riuscito a leggere. Ragione per cui ci
vorrà un operatore che dovrà leggerli
manualmente, con maggiori costi
quindi di denaro e di tempo”.
2014, l’anno
dell’identificazione
Fissato l’obiettivo, diventare un
punto di riferimento nel settore
dell’identificazione proprio come già
è nel mondo della visione, Cognex ha
anche stilato il programma con cui
centrare l’obiettivo. “Un’ampia parte
degli sforzi economici e commerciali
per il 2014 sono indirizzati proprio
verso il settore dell’identificazione”,
ha sottolineato Collodel. “Infatti,
abbiamo rafforzato l’organico e
abbiamo risorse commerciali
esclusivamente dedicate ai prodotti
di identificazione. In questo modo,
assicureremo alla gamma di prodotto
la massima visibilità”.
Una delle risorse impiegate su
questo fronte è Fabio Picinelli,
Senior ID Sales Engineer, impegnato
fino a qualche tempo sui sistemi
di visione e che da un anno circa
ha completamente abbracciato i
programmi aziendali basati sui
sistemi di identificazione.
“La prima novità dell’anno è il
DataMan 8050, che va ad arricchire
la famiglia dei lettori di codici a barre
portatili DataMan 8000”, ha spiegato
Picinelli. “L’obiettivo è di proporre
alla clientela il sistema portatile più
veloce del mercato, capace di leggere
indifferentemente qualsiasi tipo di
codice”.
I lettori DataMan 8050 sono indicati
per innumerevoli applicazioni
negli ambienti industriali più
diversi, da quello automobilistico
a quello dei prodotti di consumo,
dall’aerospaziale al packaging. Inoltre,
grazie agli algoritmi brevettati
1DMax+ con Hotbars di Cognex,
Il nuova
DataMan 8050
è stato concepito
nell’ufficio
europeo R&D
a Budapest, centro
di eccellenza nel settore
dell’identificazione
Aziende e soluzioni Attualità
034 Automazione Industriale - Marzo 2014
La diagnosi
prima
dell’allarme
La distinzione tra situazioni
immediatamente pericolose e potenzialmente
tali richiede un’attenzione specifica nella
progettazione dell’interfaccia uomo-macchina
di Massimiliano Cassinelli
U
n sistema Scada, come
ben noto, è un software
che consente all’operatore
di interfacciarsi con il processo,
attraverso i sistemi di controllo.
Tra le numerose funzionalità
di queste soluzioni vi è anche
la necessità di governare le
problematiche di diagnostica e
gestione allarmi. Due termini che,
erroneamente, vengono spesso
considerati sinonimi. Un errore
non solo lessicale, ma soprattutto
pratico, perché le situazioni devono
essere classificate correttamente per
poter essere affrontate al meglio,
anche in funzione dell’ambiente
operativo in cui ci si trova a operare
e delle cosiddette condizioni al
contorno.
Il significato delle parole
Scorrendo il dizionario Treccani,
il termine ‘diagnostico’ indica
“ogni composto chimico, ed
eventualmente ormonico, adoperato
in medicina come mezzo per
formulare una diagnosi”, ovvero
un “giudizio clinico che consiste
nel riconoscere una condizione
morbosa in base all’esame clinico
del malato”. Tutto questo, traslato
nel mondo dell’automazione, si
traduce nella capacità di individuare
le origini di un problema, anche
latente, sulla scorta di specifiche
indicazioni strumentali.
Al contrario, con il termine
allarme, che deriva dal comando
militare ‘all’arme’ (ovvero ‘alle
armi’), identifica la presenza di un
pericolo, che richiede una reazione
immediata.
Questa differenza deve essere bene
nota, e adeguatamente considerata,
quando si progetta un sistema Scada
e, soprattutto, la parte di Hmi,
ovvero l’interfaccia operatore.
La stessa Omac (Organization
for Machine Automation and
Control), nelle proprie linee
guida, ha rimarcato la necessità
che, a livello di visualizzazione,
siano create modalità di
comunicazione riconoscibili
da qualunque professionista
del settore, indipendentemente
dalla sua specializzazione su uno
specifico prodotto. Un’indicazione
importante, soprattutto in virtù del
fatto che, contrariamente a quanto
Diagnostica
e allarmi devono
essere affrontati
in modo
differente
Hot topic Diagnostica e gestione allarmi
Marzo 2014 - Automazione Industriale 035
avveniva in passato, negli ultimi anni
i pannelli operatore sono divenuti
sempre più essenziali. Abbandonate
le grafiche fantasiose, caratterizzate
da un impatto esteticamente
gradevole, ma poco pratico, i nuovi
Hmi sono sempre più improntati
all’essenzialità e alla funzionalità, con
un’attenzione specifica alla capacità
di fornire elaborazioni grafiche
dei valori numerici registrati. Si
tratta di un’evoluzione significativa,
sviluppata anche con il supporto di
autentici esperti di comunicazione
visiva, che hanno suggerito una
progressiva eliminazione di tutti
i dettagli non utili agli operatori.
Questi ultimi, infatti, devono
individuare, in tempi rapidi, le
situazioni di loro interesse.
In particolare, in presenza di
guasti e situazioni di potenziale
pericolo, è necessario scatenare
immediatamente gli interventi
appropriati, quindi, come
immaginabile, gli allarmi devono
comparire nell’area superiore dello
schermo ed essere immediatamente
comprensibili da un operatore di
settore, anche se non ha sviluppato
una competenza specifica su un
impianto o una macchina. Per
questa ragione Omac lavora allo
sviluppo di un’iconografia univoca,
che possa essere compresa da tutti,
senza la necessità di manuali o
corsi specifici. Ciò consentirebbe
a un operatore di passare, senza
particolari difficoltà, dalla gestione
di una macchina all’altra. Un
vantaggio notevole per un’azienda,
che potrebbe così ottimizzare le
risorse interne disponibili e ridurre
i tempi di formazione. Il tutto con
sensibili vantaggi anche in termini
di efficienza di una macchina, in
quanto, a colpo d’occhio, l’operatore
sa esattamente come individuare
una specifica problematica.
Partiamo dalle cause
di un problema
L’aspetto diagnostico, come
accennato, mira a individuare
la cause di un problema, che
potrebbe anche non richiedere un
intervento immediato. L’impegno
delle tecnologie specifiche, quindi,
è strettamente legato agli aspetti
tipici della manutenzione predittiva.
In pratica i sistemi utilizzati sono
chiamati a valutare una serie di
informazioni per identificare
il progressivo allontanamento
dalle condizioni ideali. Questa
deriva può avere ragioni diverse,
che vanno dall’usura di elementi
meccanici a un minor grado di
attenzione da parte degli operatori.
Situazioni sulle quali, anche se
non immediatamente, è necessario
intervenire, individuando
precisamente l’origine.
Si tratta, quindi, di un’attività
delicata, in quanto gli interventi
devono essere valutati anche in
funzione delle ripercussioni sulla
produttività di una linea. Ad
esempio il progressivo aumento
della tolleranza di un componente
metallico impone un monitoraggio,
individuando il momento corretto
per intervenire, senza interrompere
la produzione, se l’errore rimane
entro limiti accettabili.
In questo processo di diagnostica
ricoprono un ruolo sempre più
importante le nuove tecnologie Ict,
che mettono a disposizione efficaci
strumenti informatici. Alcune
analisi, infatti, possono essere
svolte da remoto, connettendosi
attraverso la rete Internet, così
come possono richiedere notevoli
risorse di elaborazione. Proprio la
capacità di calcolo, che in passato
ha rappresentato spesso un limite,
soprattutto in presenza di enormi
moli di dati, come accade per le
simulazioni, non è più un ostacolo
La
trasposizione
grafica
rappresenta
un supporto
determinante
Diagnostica e gestione allarmi Hot topic
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  • 1. 220 Marzo 2014 Automazione Industriale COMPONENTI, SISTEMI E SOFTWARE PER L’AUTOMAZIONE www.automazioneindustriale.com AutomazioneIndustrialeSPECIALEEfficienzaenergeticaepowermanagementn.220anno25Marzo2014 Speciale Efficienza energetica e power management Hot topic Diagnostica e gestione allarmi NewBusinessMediaSrl-ViaCarloPisacane,1-20016Pero(MI)-Rivistamensileunacopia€5,00
  • 2. La vitamina C fa bene. Soluzioni integrate Mitsubishi Electric per il packaging. Tutto è semplicemente come deve essere. iQ Platform Trasparenza e reale integrazione a 360° tra Motion Control, Robot e PLC HMI GOT 1000 Ottimale impostazione, visualizzazione, tracciabilità dei dati e manutenzione Nuovi Robot Scara e Antropomorfi Serie F Manipolazione precisa e veloce in fase di processo, per la palletizzazione a fine linea Servo MR-J4 Controllo avanzato e preciso del movimento su bus digitale SSCNETIII/H a 300Mbps Tecnologia, precisione, velocità ed efficienza energetica sono la nostra missione. •Soluzioni integrate per il packaging, veloci, precise e con costi contenuti •Sistemi su misura per confezionamento, etichettatura, inscatolamento e palletizzazione •e&eco-F@ctory: il nostro impegno ad ottimizzare i costi, i consumi e le risorse energetiche •Servizio tecnico di alto livello per consulenza, analisi, assistenza pre e post vendita •Qualità e garanzia: 100% Mitsubishi Electric Forti di un’esperienza di oltre 90 anni, è anche nostro dovere garantire soluzioni per un utilizzo intelligente dell’energia. In questo modo salvaguardiamo il vostro budget e, nel contempo, le indispensabili e preziose risorse energetiche del nostro pianeta. Mitsubishi Electric Europe B.V. - Filiale per l’Italia - it3a.mitsubishielectric.com/fa/it
  • 3. ©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. National Instruments, NI e ni.com sono marchi commerciali di National Instruments. Altri prodotti e nomi aziendali citati sono marchi commerciali delle rispettive aziende. 14487 Fare ingegneria in un mondo complesso porta ogni giorno nuove sfide. Cambia approccio per affrontarle al meglio. Riprogramma il tuo mondo ingegneristico con la piattaforma integrata hardware e software di National Instruments. Supera la complessità dei sistemi di misura e controllo. Riprogramma il mondo. >> A te l’idea, a noi gli strumenti. Visita italy.ni.com 02.413091
  • 4. Tecnologia testata nelle applicazioni di tutto il mondo La qualità dei portacavi KABELSCHLEPP: KABELSCHLEPP ITALIA SRL Via Massari Marzoli, 9 · I - 21052 BUSTO ARSIZIO (VA) ·Tel:+39 0331 35 09 62 · Fax:+39 0331 34 19 96 · www.kabelschlepp.it Prima adesso sempre
  • 5. Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 005 Nelle imprese italiane emerge con forza lo scenario di un’automazione a due velocità. Quella ‘basica’, che serve semplicemente a creare i manufatti, e quella ‘avanzata’, che permea fortemente la produzione, ne cambia i paradigmi, introduce intelligenza negli impianti, crea valore aggiunto. Negli ultimi cinque anni, per contrastare gli effetti mordenti della crisi, buona parte delle aziende ha giocato in difesa, proteggendo business e quote di mercato. Una minoranza ha invece continuato ad attaccare, investendo nelle tecnologie di controllo per potenziare la qualità dei prodotti, diversificare, rendere flessibile e più efficiente la produzione. È una minoranza in crescita, come dimostrano le testimonianze raccolte nelle pagine di marzo. Sono le aziende che puntano su strumenti avanzati di analisi del processo, che investono su innovative soluzioni di security per la protezione delle celle di automazione per una manutenzione e una tele-assistenza più sicure in ambito Scada, che valutano soluzioni SaaS per la tracciabilità della ‘conoscenza di prodotto’, oppure scelgono applicazioni di cloud computing e augmented reality per la gestione allarmi e la diagnostica. Le aziende che acquistano tool software che si interfacciano con la strumentazione di campo, in modo da estrarre dati sui consumi in tempo reale e trasformarli in informazioni utili a valutazioni più realistiche, o che integrano moduli di energy management nei Mes per monitorare il costo energetico anche per ogni singolo lotto lavorato. Esistono validi motivi che dovrebbero ormai spingere tutte le imprese a passare da un’automazione ‘basica’ a una ‘avanzata’, a partire dall’efficienza energetica, dalla sostenibilità dei processi produttivi, dalla visione trasparente sui flussi di materiali impiegati e di energia consumata sugli impianti. L’elenco potrebbe allungarsi all’infinito, l’idea di base è una: l’automazione ‘avanzata’ è un supporto irrinunciabile per massimizzare la produttività riducendo complessivamente i costi, valorizzando le risorse umane e mettendo un freno alla delocalizzazione, pur potenziando l’export. Automazione a due velocità Valeria Villani Editoriale
  • 6. anno 25 - numero 220 - Marzo 2014 www.automazioneindustriale.com DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma CAPOREDAZIONE CENTRALE NEW BUSINESS MEDIA Claudio Bonomi, Patrick Fontana REDAZIONE:Valeria Villani (Responsabile di Redazione), Virna Bottarelli, Massimiliano Luce UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli SEGRETERIA DI REDAZIONE NEW BUSINESS MEDIA: Anna Alberti, Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni redazione.automazione@newbusinessmedia.it COLLABORATORI: Alice Alinari, Alberto Fabbro, Carolina Mirò, Giorgia Andrei, Laura Rubini, Luigi De Bernardini, Massimiliano Cassinelli,Valeria De Domenico PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. +39 02 3022.1 UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 3022.6060 STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l. Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) SERVIZIO ABBONAMENTI: Tel. +39 02 3909.0440 abbonamenti@newbusinessmedia.it Prezzo di una copia 5,00 euro (arretrati 8,00 euro) Conto corrente postale n. 1017908581 Bonifico bancario su Iban: it-41-z-07601-01600-001017908581 intestato a Tecniche Nuove Spa L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: Tel. +39 02 3909.0440 servizioclienti.periodici@newbusinessmedia.it Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato del proprio abbonamento e per supporto ai nuovi ordini Registrazione Tribunale di Milano n.186 del 14-03-2005 ROC n. 6553 del 10/12/2001 ASSOCIATO A: Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice.Imanoscrittieleillustrazioniinviatiallaredazionenonsarannorestituiti,anchesenon pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno essere altresì comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscenzadeiSuoidatirisultinecessariaocomunquefunzionaleallosvolgimentodell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi al numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di retificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03. SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: TEL. +39 02 3909.0440 - servizioclienti.periodici@newbusinessmedia.it Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato del proprio abbonamento e per supporto ai nuovi ordini. Aziende citate Abb_____________030, 057, 082 Affidabilità & Tecnologie _____ 025 Anie ___________________ 028 Autoware________________ 073 B&R ___________________ 050 Bosch Rexroth ____________ 056 Cep____________________ 028 Clusit __________________ 017 Cognex _________________ 033 Comau _________________ 046 Contradata ______________ 070 Efa Automazione __________ 040 Electrex_________________ 053 Euro-s Engineering ________ 064 Fro Air Liquide Welding Italia _ 017 GE Intelligent Platforms _____ 052 Heat & Power ____________ 082 Holonix _________________ 021 Infor ___________________ 047 Inspiring Software _________ 057 iQuest _________________ 040 Kabelschlepp_____________ 067 Lenze Italia ______________ 055 Mazzoni ________________ 048 Mitsubishi Electric _________ 047 National Instruments _______ 046 Pamoco_________________ 050 Panasonic Electric Works Italia 053 Phoenix Contact___________ 054 Pneumax________________ 029 Porro __________________ 082 Progea ______________056, 064 Regia __________________ 079 Rittal___________________ 048 Rockwell Automation _______ 048 Schneider Electric _________ 048 ServiTecno ______________ 054 Siemens _____________017, 047 Sistemi Avanzati Elettronici __ 051 Socomec_____________043, 052 Solidworks - Dassault Systèmes _ 077 Tecno BI ________________ 055 Trend Micro _____________ 017 UK Trade & Investment - Consolato Generale Britannico ________ 023 Università di Palermo _______ 028 Walvoil _________________ 010 Zucchetti________________ 051 Inserzionisti Affidabilità e Tecnologie 2014________________________________ 061 Beckhoff Automation ____________________________________ IV cop. EPLAN Software & Service __________________________________ 037 Hannover Messe 2014 _____________________________________ 021 Kabelschlepp____________________________________________ 004 Keller __________________________________________________ 9 Mitsubishi Electric _______________________________________II cop. National Instruments ______________________________________ 003 Parker_________________________________________________ 011 Repcom _______________________________________________ 025 RS Components________________________________________ III cop. SPS/IPC/DRIVES 2014 _____________________________________ 041 TPA Italia 2014 __________________________________________ 077 Per saperne di più
  • 7. Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 007 Editoriale 005 Automazione a due velocità di Valeria Villani Visti dal Campo 0 8 Le valvole che hanno conquistato il mondo di Valeria De Domenico Attualità Security 012 Sicurezza IT, un processo integrato di Valeria Villani Software 018 Oltre il Plm, verso il Plk di Valeria Villani Mercato 022 Premiato il business che viaggia tra Italia e Regno Unito di Giorgia Andrei Eventi 024 A&T, una fiera dagli orizzonti innovativi di Carolina Mirò Smart city 026 Nuovi hub per le smart grid di Virna Bottarelli Aziende e soluzioni 029 Una nuova piattaforma di lancio di Massimiliano Luce 030 Export e innovazione guidano la crescita di Abb di Valeria Villani Tecnicamente Pc industriali 068 Tecnologie di solida memoria di Massimiliano Cassinelli Software Mes 072 Acqua, farina ed energia di Luigi De Bernardini Progettazione cad 074 SolidWorks World 2014 quel che conta è l’esperienza di Virna Bottarelli Automazione applicata Industria dell’arredamento 078 Tecnologia e stile per l’arredobagno di Valeria De Domenico 080 Mobili, produrre limitando gli sprechi di Alice Alinari 032 Una questione di etichetta E non solo di Massimiliano Luce Hot topic Diagnostica e gestione allarmi 034 La diagnosi prima dell’allarme di Massimiliano Cassinelli 038 La realtà aumentata entra in produzione di Laura Rubini 042 Analisi predittiva anche per ups di Laura Rubini Speciale Efficienza energetica e power management 044 L’efficienza energetica è il primo guadagno di Massimiliano Luce Prodotti 046 Rassegna a cura di Massimiliano Luce Applicazioni Industria chimica 058 Saponificazione efficiente con un controllo integrato di Carolina Mirò Building Automation 062 Sito Atla, efficienza energetica da premio di Alberto Fabbro Robotica 065 Flessibile anche in spazi ristretti di Laura Rubini 024 044 078 Marzo 2014 Sommario
  • 8. 08 Automazione Industriale - Marzo 2014 Le valvole che hanno conquistato il mondo Siamo ospiti questo mese di Walvoil. Con i suoi manager abbiamo visitato lo stabilimento di Bibbiano, inaugurato la scorsa estate in occasione del quarantesimo anniversario dalla fondazione dell’azienda di Valeria De Domenico S iamo a Bibbiano nel cuore del Distretto Meccatronico di Reggio Emilia a visitare, questo mese, uno degli stabilimenti produttivi di Walvoil, storico produttore di valvole oleodinamiche e sistemi meccatronici completi per macchinari mobili. Qui proprio pochi mesi fa si sono svolti i festeggiamenti per i quarant’anni dell’azienda. “Le nostre origini risalgono infatti al 1973”, spiega Marino Rinaldini, consigliere CdA e responsabile Operations di Walvoil, che ci accoglie insieme ad Antonio Catellani, responsabile Produzione, e a Vasco Monti, consigliere CdA e responsabile dello stabilimento W3L. “Fu allora che Ivano Corghi e Alessandro Mazzali fondarono la Mazzali e Corghi Officina Meccanica. In seguito nacquero Oleostar e Oleoplus, che nel 2009 confluirono definitivamente in Walvoil. Un anno importante fu il 1998, quando a Bibbiano iniziò la ristrutturazione di un vecchio capannone industriale in disuso, che sarebbe stato trasformato in un centro produttivo all’avanguardia, al quale si è aggiunto un altro stabilimento inaugurato nel giugno 2013 in occasione del 40° anniversario di attività. Questo nuovo stabilimento ha consentito un notevole miglioramento dei flussi dei materiali, in quanto ha avvicinato reparti produttivi prima distanti, favorendo una riduzione di circa il 30% dei tempi di attraversamento e un dimezzamento del magazzino, secondo una logica di Lean Production. Parallelamente al progetto Lean, abbiamo lanciato un’attività di Design for Six Sigma che ha l’obiettivo di migliorare gli standard qualitativi, attraverso una continua e meticolosa analisi statistica del processo. D’altronde il nostro punto forte è la qualità”. Polo produttivo e logistico Walvoil di Bibbiano (RE) Visti dal campo
  • 9. Marzo 2014 - Automazione Industriale 09 Il core business di Walvoil sono i componenti per impianti oleodinamici e in particolare i distributori oleodinamici, ovvero le valvole di controllo direzionale dell’olio destinate a macchine agricole, macchine movimento terra e veicoli industriali. Mentre ci accingiamo a entrare nello stabilimento è Antonio Catellani a prendere la parola. “Data la modularità dei nostri prodotti, le linee di montaggio e collaudo sono organizzate in modo da processare famiglie di prodotti. Per quanto riguarda la lavorazione meccanica, l’azienda è molto integrata verticalmente e sviluppa all’interno circa il 75% delle lavorazioni. Abbiamo 80 centri di lavoro tra tornitura e fresatura, di cui 55 robotizzati”. Proseguendo la visita all’interno dei reparti Vasco Monti ci illustra il processo di produzione del reparto macchine utensili. “Quello che vediamo costituisce solo un segmento del processo di produzione complessivo che parte dalla lavorazione meccanica e prosegue con le fasi di montaggio e collaudo. A monte di questo però esiste una fase progettuale, che si svolge presso i laboratori di ricerca e sviluppo della sede di Reggio Emilia, dove opera un team di 50 progettisti. La progettazione genera il file 3D in ambiente SolidWorks. Questo viene trasferito a un sistema cam in grado di generare il programma di lavoro dei cnc. Di supporto, anche se totalmente indipendente è il simulatore, ovvero un software che consente di simulare l’esecuzione del programma cnc. A Reggio Emilia, inoltre, proprio di recente è stato inaugurato anche un test department certificato, che fa parte della rete di ‘laboratori alta tecnologia dell’Emilia Romagna’, piattaforma meccanica e materiali, e può offrire i propri servizi a vari settori dell’industria. È presso il test department che vengono testati i prototipi e i prodotti, sviluppati spesso in co-design con i clienti, prima che vengano industrializzati negli stabilimenti Walvoil”. Le isole grezzo-finito Lo stabilimento per la lavorazione meccanica è organizzato in isole grezzo-finito: il cuore del prodotto, che per il distributore è il corpo valvola, viene ottenuto per asportazione truciolo a partire da un getto di fusione. La materia prima quindi è ghisa di fonderia. Le isole di lavorazione sono dotate di più macchine asservite da un robot antropomorfo con la logica di prelevare il grezzo di fonderia ed ottenere il corpo finito, pronto per il montaggio. Per prodotti quali manifold, ossia blocchi per circuiti idraulici integrati, la materia prima è un blocchetto in acciaio o alluminio, ricavato da barra; per il prodotto oleodinamico è molto importante la pulizia interna, per tale ragione tutti i manifold vengono sottoposti al trattamento di sbavatura termica. Ruolo importante riveste anche la produzione di tornitura da barra e successiva superfinitura di tutta la produzione di cursori e cartucce. Nel polo di Bibbiano si producono oltre 1,5 milioni di cursori all’anno. “Per l’automazione dei centri di lavoro”, spiega Catellani, “ci siamo avvalsi della collaborazione di Isola robotizzata per lavorazioni meccaniche, stabilimento W1L Linea di sbavatura termica, stabilimento W2L Isole robotizzate per la lavorazione dei cursori Visti dal campo
  • 10. 010 Automazione Industriale - Marzo 2014 integratori di sistemi come Sir di Modena, RRRobotica di Reggio Emilia e Silvi di Montecchio. Con loro abbiamo realizzato sistemi di carico/ scarico, compresa la movimentazione tra le varie macchine presenti nell’isola di lavoro. A partire da un catalogo di poche centinaia di articoli generiamo infatti una varietà di diverse combinazioni, superiore ai 12mila codici di prodotto finito venduti all’anno. Ciò cui aspiravamo e che abbiamo ottenuto era la possibilità di una manipolazione dei codici rapida e un settaggio ridotto al minimo”. Siamo invitati a soffermare la nostra attenzione su un’isola robotizzata dove è installato un sistema di visione che, fotografando il pezzo uscito dal tornio, invia le coordinate di prelievo al robot antropomorfo. Lo scambio dati fra questi sistemi avviene attraverso particolari protocolli (Snpx) che facilitano la comunicazione fra plc Siemens, cpu e pc del sistema di visione. Altra applicazione innovativa ci sembra inoltre quella che ci viene indicata come l’ultima avviata. “In quest’isola avevamo la necessità, di gestire formati diversi. Per ovviare a questo, il robot è stato attrezzato con un sistema di cambio pinze rapido, che consente di aumentare la flessibilità e dare autonomia all’isola”, dice Catellani. Walvoil Walvoil è un’azienda emiliana, nata nel 1973, specializzata nella produzione di distributori oleodinamici, sistemi di controllo e comando, valvole e blocchi oleodinamici, elettronica. Occupa a oggi 1.215 persone, distribuite tra i siti italiani e le filiali estere in Australasia, Brasile, Cina, Corea, Francia, India, Usa. L’80% dei suoi prodotti è venduto all’estero. Il rispetto delle tolleranze dimensionali, massima criticità I pezzi vengono processati con un ritmo costante. Chiediamo quali siano le maggiori criticità di questo processo. Catellani non ha esitazioni. “Il rispetto delle tolleranze dimensionali. Progettiamo le isole di lavorazione cercando il maggior sfruttamento del capitale investito, quindi in grado di produrre anche senza presidio dell’uomo. La difficoltà maggiore è rispettare le tolleranze dimensionali che sono di pochi micron, coniugandole in automatismi flessibili e affidabili. Per il raggiungimento dei livelli di qualità, con affidabilità Six Sigma, i parametri da tener sotto controllo sono svariati; i più importanti sono indubbiamente la precisione delle macchine, le quali per questo sono dotate di righe ottiche o magnetostrittive che tengono sotto controllo la posizione degli assi, ma anche molto importante è la termostatazione delle macchine e degli ambienti di lavoro al fine di limitare al massimo la deriva termica. Una citazione a parte meritano le prestazioni che riusciamo a raggiungere con la più elevata tecnologia disponibile nel mondo degli utensili da taglio”. Ci siamo intanto spostati presso i banchi di montaggio. Il livello di automazione qui si riduce, ma non è questo ciò che ci colpisce: le valvole vengono assemblate e integrate con un dispositivo elettronico: “Le normative di sicurezza dei veicoli dove trovano collocazione i nostri prodotti, impongono un controllo dei movimenti della macchina in tempo reale, che noi abbiamo rispettato sviluppando appositi sensori ad effetto Hall e joystick elettronici di governo del distributore. I sensori e i joystick elettronici vengono prodotti dalla divisione aziendale che si occupa di progettazione e produzione elettronica. Molta attenzione è prestata all’ergonomia delle impugnature dei joystick, perché è diventato un elemento di differenziazione rispetto alla concorrenza. Questo è oggi relativamente facile grazie alla progettazione 3D e alla stampa in 3D dei prototipi”. Banco di collaudo automatico linea Sdm145, W3M Linea di montaggio Sdm145, W3M Test funzionale su joystick elettronico presso il reparto Elettronica Walvoil Visti dal campo
  • 11. Il nostro nuovo Micro Drive AC10 è un inverter in grado di fornire ottime prestazioni e qualità del controllo motore nelle applicazioni di tutti i giorni, come, ad esempio, nastri trasportatori, centrifughe, ventilatori o miscelatori. Le sue dimensioni molto compatte e le sue caratteristiche, normalmente associate a drive di livello superiore, potrebbero farvi dimenticare che l’AC10 viene proposto ad un prezzo imbattibile. L’AC10 è stato ottimizzato per fornire una soluzione economica, semplice ed affidabile senza compromessi nelle prestazioni. Collaborare con il leader mondiale nelle tecnologie di controllo e di motion, vi consente di sfruttare la sua competenza e la sua esperienza. Insieme, possiamo fornire prestazioni senza compromessi a meno di quanto vi immaginate www.parker.com/ssd/ac10 aalciati@parker.com
  • 12. 012 Automazione Industriale - Marzo 2014 Sicurezza IT un processo integrato Trend Micro, Siemens e Clusit si sono incontrati in due seminari a Milano e Bologna per fare il punto sulla sicurezza IT negli impianti industriali. Successo per le due tappe dell’iniziativa e un messaggio comune: negli ambienti Ics/Scada la security non è un prodotto, ma un percorso condiviso che inizia con un’attenta analisi delle vulnerabilità di Valeria Villani F ino a quindici anni fa si riteneva che gli ambienti Scada e Ics (Industrial Control Systems) fossero al sicuro da eventuali attacchi informatici: chi intendeva colpire un ambiente di controllo industriale era costretto per lo più a entrare fisicamente in una control room. In seguito alla diffusione di applicazioni di controllo pc-based, all’adozione di reti basate su protocollo Ethernet e alle connessioni wireless estese fino alle sensor network, con le nuove opportunità offerte dalle tecnologie sono entrati in fabbrica anche nuovi rischi. Rischi che oggi, con l’applicazione massiccia dell’informatica nei sistemi di produzione, stanno esponenzialmente aumentando. A partire da questa premessa, un noto brand dell’automazione come Siemens, un fornitore specializzato da venticinque anni in sicurezza informatica come Trend Micro e un’associazione di settore come Clusit si sono confrontati lo scorso 28 gennaio a Milano e il 4 febbraio a Bologna, nel corso dei due seminari ‘Impianti Industriali e Sicurezza IT’, ai quali è intervenuto portando la sua esperienza anche Fro Air Liquide Welding Italia, produttore di materiali per saldatura e taglio metalli. “Sono preoccupato nel notare come alcune aziende gestiscano problematiche di sicurezza IT senza un chiaro elenco dei Attualità Security
  • 13. Marzo 2014 - Automazione Industriale 013 rischi e una conoscenza delle possibili vulnerabilità dei loro sistemi”, ha esordito Alessio Pennasilico, Security Evangelist e Membro del Direttivo Clusit. “Non bisogna dimenticare che la security in ambito industriale ha tratti specifici che non valgono nell’informatica: mettere in sicurezza un Ics non significa trasferire un antivirus su un sistema di controllo, anzi, questa singola azione non farebbe altro che penalizzare le performance e rallentare il sistema in fabbrica”. Il mondo dell’automazione, insomma, ha decisamente altre esigenze, ma pecca anche di alcune ‘leggerezze’ che purtroppo possono renderlo ancora più vulnerabile. “Nessuna autenticazione, nessuna firma, nessuna cifratura, dati in chiaro sui device o su Internet, nessuna traccia di log accounting, pannelli di controllo produzione disponibili all’accesso di tutte le figure aziendali, così come, ad esempio, la possibilità di visualizzare un dvd o consultare un quotidiano on-line sul pc di monitoraggio, sono tutti elementi che farebbero inorridire un informatico, eppure spesso sono ancora accettati da un responsabile di stabilimento! Purtroppo, il cambio di paradigma e la diffusione di nuovi strumenti IT nei contesti di fabbrica non sono stati accompagnati da una trasformazione di visione nelle modalità del loro utilizzo e da uno scambio proattivo di informazioni tra i reparti produzione e quelli IT, con il loro bagaglio di esperienze diverse”. E proprio il mondo dell’automazione è sempre più appetibile e attraente per gli attaccanti informatici, i quali, anche ora mentre leggete, stanno probabilmente lavorando a nuovi malware specifici o a minacce mirate, come gli Apt (Advanced Persistent Threat) per le tecnologie Ics e gli Scada, alimentando un mercato che fattura quanto, se non di più, il mercato globale dell’IT. “Per penetrare nelle reti di produzione, gli attaccanti hanno risorse sempre più potenti, basti pensare al motore di ricerca Shodan o al security scanner Nessus, che mettono a disposizione elenchi di vulnerabilità note e informazioni che riguardano anche le reti di automazione”, ha aggiunto Pennasilico. “Senza dimenticare che un’altra area di vulnerabilità e carica di rischi potenziali è quella della manutenzione ordinaria e del change management in ambito Scada, soprattutto dopo la diffusione dei controlli remoti e della tele-assistenza”. Chi si occupa di automazione, però, non è isolato né privo di strumenti. Esistono numerose tecnologie di security e diverse misure organizzative e linee guida che, una volta adottate nelle aziende di produzione, possono contribuire a difenderle, isolando e proteggendo le zone più critiche, pur senza modificare radicalmente l’installato hardware o software. “L’importante è adottare tecnologie e misure organizzative nel modo più adeguato, solo dopo aver steso un esaustivo elenco dei rischi e delle possibili minacce, e mai dimenticarsi di configurare correttamente i prodotti, tenendo assolutamente traccia della loro configurazione attraverso un attento back up di tutte le configurazioni software”. Security, gli strumenti esistono Che le tecnologie di security esistano lo ha ribadito anche Gastone Nencini, Country Manager di Trend Micro Italia, azienda attiva nel campo della sicurezza IT da oltre venticinque anni. “La sicurezza IT non si esaurisce con l’acquisto di un prodotto, bensì è un processo che Alessio Pennasilico, Security Evangelist e Membro del Direttivo Clusit Gastone Nencini, Country Manager di Trend Micro Italia Security Attualità
  • 14. 014 Automazione Industriale - Marzo 2014 si basa sulla contestualizzazione di più strumenti, strumenti che sono già disponibili sul mercato e che possono inserirsi in ambienti produttivi già altamente automatizzati, non solo in quelli di multinazionali o aziende di grandi dimensioni, ma anche di piccole e medie imprese”, ha dichiarato Nencini. Trend Micro si sta occupando dell’analisi e dello studio di problematiche di security nei contesti Ics e Scada, ben consapevole che tra mondo IT e mondo Ics/Scada cambiano esigenze e paradigmi. “È necessario che chi si occupa di IT si confronti con queste differenze di esigenze e paradigmi per creare strumenti di protezione che possano rispettare i requisiti delle piattaforme Ics/Scada, proteggendo senza interferire nella gestione del ciclo produttivo delle macchine industriali”, ha aggiunto Nencini. “In Trend Micro è stata ingegnerizzata una linea di soluzioni che rispetta le esigenze primarie di un ambiente industriale (nessun fermo di sistema per gli aggiornamenti o comunque aggiornamenti eseguibili quando il sistema è già fermo, nessuna necessità di reboot dei pc) in modo da rendere sicuro un sistema anche quando le patch non possono essere aggiornate regolarmente, oppure quando un sistema fa parte di una rete chiusa, puntando a processi di installazione facile della security nelle reti industriali”. Dunque, partendo dal presupposto che in ogni caso in una rete industriale sia in atto una segmentazione che permette di separare office IT dall’automation IT, Trend Micro ha messo a punto soluzioni di monitoraggio e controllo studiate appositamente per la security industriale in ambito Ics. Di queste, Nencini ha ricordato, in particolare, dal lato host, Deep Security, Safe Lock e Portable Security 2. “La prima è una soluzione di protezione avanzata, agentless o agent-based, per server fisici, virtuali e in-the- cloud, siano essi server, desktop pc o laptop”, ha spiegato Nencini. “Safe Lock è un lockdown security software che fornisce una difesa multilivello contro i malware: permette di utilizzare un sistema o un device standard come se fosse dedicato a una specifica funzione e ne controlla le attività, le risorse di sistema e gli accessi; in pratica, controlla tutti i software e le funzionalità abilitate e crea una sorta di ‘barriera’ intorno al server in modo tale che null’altro che non sia autorizzato possa essere installato o scaricato; non richiede connessione a Internet né aggiornamenti continui”. Portable Security 2 è invece uno scanning tool, su supporto Usb, che permette di eseguire la scansione malware e include strumenti di pulizia per pc standalone e sistemi chiusi. “Questo tool permette di effettuare la scansione e l’analisi dei log senza installare alcuna riga di codice sul pc o sul sistema analizzato, uno strumento utile soprattutto nel caso di interventi di terze parti sul sistema per operazioni di manutenzione”, ha aggiunto Nencini. Dal lato network, invece, la proposta di Trend Micro per il mondo Ics/Scada include Deep Discovery, una soluzione di analisi, monitoraggio e protezione delle reti, indipendentemente dal loro tipo di protocollo, da eventuali minacce in tempo reale, la quale consente di monitorare il traffico di rete, anche quello di backup, senza creare rallentamenti sulla rete di produzione, permettendo agli operatori di individuare anomalie e possibili vulnerabilità e fornendo protezione contro eventuali Advanced Persistent Threat. Per la protezione aggiuntiva dei sistemi nel caso di utilizzo di memorie Usb esterne, Trend Micro ha previsto Usb Security, una soluzione integrata in chiavetta Usb Transcend in grado di aggiornare e neutralizzare i malware provenienti da file presenti nelle memorie Usb. Plant security un approccio integrato Anche uno storico fornitore di soluzioni di automazione come Siemens si sta confrontando con temi legati alla security, poiché gli stessi utilizzatori di Ics: 260 attacchi nel 2013 Negli Stati Uniti, l’Industrial Control Systems Cyber Emergency Response Team (Ics-Cert), che rappresenta una sezione speciale dell’US-Cert del Dipartimento di Sicurezza Nazionale, collabora con diverse realtà nazionali e internazionali, pubbliche e private, utilizzatori e fornitori di sistemi di controllo, con l’obiettivo di condividere dati sui cyberattacchi alle infrastrutture critiche, nelle quali sono presenti sistemi di controllo e Scada, e di individuare tutte le possibili contromisure. Secondo le segnalazioni volontarie inoltrate a Ics-Cert, nel 2013 solo negli Stati Uniti si sono verificati 260 attacchi a reti Ics. Attualità Security
  • 15. Marzo 2014 - Automazione Industriale 015 tecnologie di controllo industriale avanzano nuove richieste di messa in sicurezza e protezione degli impianti. Il gruppo tedesco collabora attivamente con alcuni organismi normatori standard, con il Dipartimento Governativo US-Cert (Ics-Cert), si attiva affinché i suoi prodotti siano conformi alle certificazioni internazionali Achilles e Isa Secure e ha istituito in Siemens Industry, a livello internazionale, dei Security Hub interni con il compito di coordinare eventuali incident a livello mondo e di realizzare alert e contromisure. “Nonostante nel settore del controllo industriale siano ancora diffusi alcuni comportamenti poco consapevoli o siano a volte presenti procedure interne inefficaci, si sta comunque prendendo coscienza di una maggiore vulnerabilità dei contesti produttivi, anche in seguito alla crescente diffusione di smartphone, tablet, laptop, memorie di massa rimovibili, che possono minacciare non solo il regolare funzionamento degli impianti, ma anche l’integrità di composizioni e ricette”, ha affermato Mauro Cerea, Head of Hmi and Ipcs Department di Siemens SpA - Industry Sector. “Il mondo industriale non è più confinato nella control room, non è più l’isola felice e segregata di un tempo”. La proposta di Siemens Industry per la messa in sicurezza di una realtà produttiva è basata su un approccio olistico che prevede l’attivazione di adeguate modalità di protezione ai tre livelli principali di Plant Security, Network Security e System Integrity. “Occorre pensare alla sicurezza in termini di ‘Defence in Depth’: le soluzioni di sicurezza IT in ambiente industriale devono garantire protezione a tutti i livelli, la sicurezza è un processo integrato, se solo a uno di questi tre livelli è presente una vulnerabilità, è a rischio l’integrità di tutto il sistema produttivo”. Al livello più esterno di Plant Security l’approccio Siemens prevede l’implementazione di un adeguato piano di protezione fisica delle control room e di Security Management, che include la schedulazione ciclica dell’analisi dei rischi, l’adozione di policy di sicurezza interne e la successiva valutazione della loro efficacia nel tempo. A livello di Network Security si presuppongono il monitoraggio e la segmentazione della comunicazione di rete, la creazione di architetture Dmz (DeMilitarized Zone) per l’interfaccia con l’infrastruttura IT, l’accesso sicuro via Internet, l’accesso alla rete locale tramite componenti intrinsecamente sicuri e con autenticazione utenti. Al terzo livello di System Integrity, infine, è necessario intervenire con misure specifiche di protezione dei sistemi pc-based di controllo e comando di macchine o linee e, più in generale, delle celle di automazione via firewall. “Siemens consiglia di realizzare architetture a zone demilitarizzate (Dmz) ad La classifica delle vulnerabilità Il Bsi (Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik), il Federal Office di Information Security tedesco, ha messo in guardia responsabili e tecnici che operano in ambito Ics (Industrial Control System) stilando nel 2012 una top ten delle minacce più insidiose che possono rendere vulnerabili gli impianti. Sono essenzialmente dieci i trend che impattano sulla vulnerabilità dei sistemi di automazione industriale. Dominano la classifica gli accessi remoti non adeguatamente protetti e gli attacchi on-line, mentre al terzo e quarto posto vi sono rispettivamente gli attacchi a componenti di automazione standard presenti nelle reti Ics e i (Distributed) Denial of Service Attack ((D)DoS Attack). A seguire, al quinto e sesto posto troviamo gli errori umani e/o sabotaggi e l’introduzione di codice dannoso a mezzo di memorie di massa removibili (Usb) o altri media. Chiudono la top ten l’intercettazione e manipolazione di codici di comando in formato testo e non criptati nella rete Ics (hacking di tipo ‘man-in-the- middle’), gli accessi senza autentificazione alle risorse di sistema, gli attacchi ai componenti di rete e, infine, i guasti e la casualità. Mauro Cerea, Head of Hmi and Ipcs Department di Siemens SpA - Industry Sector Security Attualità
  • 16. 016 Automazione Industriale - Marzo 2014 uso data server access, le quali risultano molto utili soprattutto nel garantire una connessione sicura nel caso di interventi di manutenzione remota o tele- assistenza”, ha spiegato Cerea. “Di solito suggeriamo l’impiego di componentistica di rete ‘security integrated’, come i Siemens Scalance S623, a controllo della Dmz, e l’accesso al sistema via Internet attraverso tunnel Vpn con protocollo di comunicazione criptato: anche in questo caso, la connessione Vpn sicura è indispensabile negli interventi di manutenzione remota”. Le celle di automazione, intese come unità logiche indipendenti spesso installate da differenti fornitori (Oem), devono essere collegate tra loro con il minimo di interconnessioni possibili e solo se assolutamente necessario. “L’installazione di componenti Siemens Scalance S a protezione di ogni singola cella segmenta la topologia di rete, autorizza le sole connessioni permesse e regolamenta la comunicazione secondo le impostazioni dei firewall”, ha suggerito Cerea. Serve più dialogo con la fabbrica, lo dice il Cio “Non possiamo permettere che l’IT causi un fermo impianto, creerebbe un danno all’azienda proporzionale a quanto tempo gli impianti restano fermi; il costo diretto di un fermo macchina è sempre molto elevato in una struttura aziendale complessa e in un’infrastruttura di produzione altamente interconnessa come quelle del gruppo multinazionale del quale siamo parte”, ha commentato Federico Fontana, Cio di Fro Air Liquide Welding Italia SpA, branche italiana dell’omonima multinazionale francese che nel nostro Paese conta 450 collaboratori, quattro siti produttivi, un magazzino e un centro R&D. Per un’azienda come Fro Air Liquide Welding, ogni minaccia e vulnerabilità trascurata possono trasformarsi in danni non solo in termini di rallentamento della produzione e, quindi, di ritardo nella fornitura al cliente, ma anche in termini di alterazioni nella composizione dei materiali semilavorati, con conseguenti difetti nella saldatura per i clienti I tool degli attaccanti Sono diversi gli strumenti che un attaccante può reperire sul mercato per violare con successo un sistema Scada. Possono essere utili un buon server hosted, affidabile e performante, che permetta di effettuare lo scan delle porte-target senza bloccare l’attaccante, oppure alcune attrezzature di test per individuare nuovi zero-day negli Ics, facilmente reperibili su Ebay. Per colpire un sistema Scada anche da Internet, può essere d’aiuto una licenza professionale per l’uso del motore di ricerca Shodan, oppure istanze virtual server sul cloud EC2 di Amazon per caricare piattaforme e tool di penetration testing sugli Scada, come ad esempio SamuraiStfu e Kali, che aiutano ‘a vedere cosa c’è all’interno’. Utile, infine, è una licenza professionale per lo scanner delle vulnerabilità Nessus, per identificare le vulnerabilità più facilmente sfruttabili in un ambiente Scada. Cybercrime, un mercato che fattura Dimenticate l’hacker brufoloso seduto al pc in un polveroso garage. Al suo posto, oggi, a ingegnerizzare nuovi cyberattacchi ci sono soggetti che guadagnano parecchio denaro. Chiunque, qualunque attività svolga, è un potenziale target del nuovo redditizio mercato del cybercrime, che si sviluppa intorno al furto di dati aziendali sensibili (idee, progetti, brevetti, elenchi clienti/fornitori...). Il mercato del cybercrime fattura attualmente quanto quello dell’IT a livello globale, ha un giro di affari una volta e mezzo il traffico degli stupefacenti. Esistono decine di migliaia di sistemi di controllo le cui password e username di default sono pubblicati su Internet. Oggi, smarrire uno smartphone aziendale può costare a un’impresa la perdita di oltre 17mila informazioni sensibili. Federico Fontana, Cio di Fro Air Liquide Welding Italia SpA Attualità Security
  • 17. Marzo 2014 - Automazione Industriale 017 finali. Raccontando l’esperienza aziendale relativa all’approccio alla sicurezza IT negli impianti industriali, Fontana ha aggiunto: “Il focus del reparto IT è quello di non fermare mai la produzione. Fino a qualche anno fa i plc erano fuori dalla rete Internet, oggi non è più così, per questo adottiamo ulteriori misure di protezione e riduzione delle vulnerabilità dei nostri sistemi di produzione. Ad esempio, ai fornitori considerati partner consegnamo pc portatili con password e token, con i quali possono collegarsi ai nostri device per effettuare interventi di manutenzione o tele-assistenza. In azienda non esistono connessioni Wi-Fi, ad eccezione del magazzino, e non è prevista la possibilità di utilizzare supporti Usb. Abbiamo segmentato le reti di comunicazione, utilizziamo reti Vpn separate anche per la gestione di applicazioni Rfid. Inoltre, ad eccezione del Cio, nessuno ha i diritti di amministrazione e, quando il Cio si collega come amministratore di sistema, lo fa con un account distinto per tenere traccia di ogni azione e intervento”. Confermando che procedure e soluzioni di security esistono e funzionano, purché siano adottate in modo idoneo, Fontana ha posto poi l’accento su una lacuna che, a suo parere, può influenzare negativamente un approccio corretto alla security nei contesti industriali odierni: la mancanza di dialogo e di coinvolgimento proattivo nei progetti tra i responsabili del reparto IT e quelli dello stabilimento produttivo. “Il boom dell’informatica applicata Quali danni economici? È difficile reperire in Italia statistiche ufficiali sui danni economici provocati dagli incidenti informatici, sia a causa della difficoltà di riconoscere di aver subito un incidente da parte della vittime, sia per una certa riluttanza che le vittime stesse hanno a denunciare l’incidente. Lo ribadisce il Rapporto Clusit 2013, nel quale sono citati alcuni dati in merito, risalenti però al 2011. I dati disponibili indicano un esborso complessivo di 2,45 miliardi di euro per i cittadini italiani a causa di crimini informatici, crimini dei quali 8,9 milioni di individui sono rimasti vittima. Sempre nel 2011, si legge nel Rapporto, il Ponemon Institute ha stimato che nel nostro Paese per ogni compromissione di un record personale un’azienda spende 78 euro tra indagini, notifiche, spese legali e costi legati all’interruzione del business. negli ambienti di produzione spinge all’incontro, a volte forzato, di questi due mondi, con regole e linguaggi differenti anche in virtù della diversa estrazione professionale e della formazione di chi li abita”, ha rilevato Fontana. Può capitare che i responsabili IT non abbiano le competenze specifiche per operare sui pc di controllo e supervisione di stabilimento o che, al contrario, i plant manager sottovalutino alcune procedure di security fondamentali per l’intera azienda, in quanto considerate penalizzanti per la produttività d’impianto. “Da tempo in azienda ci siamo attivati per massimizzare la comunicazione e la collaborazione tra le figure dell’IT (informatica e business intelligence) e della produzione, in modo che entrambi i dipartimenti si avvalgano del massimo supporto reciproco e contribuiscano alla creazione di un processo integrato”, ha detto Fontana. “Sono stati istituiti dei comitati di lavoro in azienda per un confronto costante sulle problematiche di security e sulle loro soluzioni e per la sensibilizzazione di tutti i dipendenti su un utilizzo più adeguato di strumenti e best practice. Molta importanza è attribuita anche alla reportistica: stiliamo regolarmente report e analisi dettagliate dei log che indicano quali eventuali attacchi si sono presentati e come i nostri sistemi di security li hanno respinti: la sicurezza IT funziona, anche quando non si vede!”. La sicurezza IT è un investimento nella protezione del proprio business, è un processo aziendale condiviso. Se le tecnologie di attacco diventano sempre più sofisticate, altrettanto devono esserlo quelle di difesa. Al bando dunque il ‘fai da te’ e l’approssimazione, con un’ultima raccomandazione, nelle parole di Gastone Nencini e di Alessio Pennasilico. “Ricordatevi sempre di fare un inventario di tutti i vostri device e software di fabbrica e delle funzionalità e dei sistemi operativi che essi contengono”, ha detto Nencini. “La prima cosa che ciascuno dovrebbe fare stasera, al più tardi domani, è stendere un elenco delle vulnerabilità e dei rischi concreti del proprio impianto, stilando una sorta di ‘gap analysis’, in base alla quale valutare le soluzioni di mercato, le configurazioni e le procedure aziendali più idonee da adottare”, ha concluso Pennasilico. Security Attualità
  • 18. 018 Automazione Industriale - Marzo 2014 Oltre il Plm verso il Plk Product Lifecycle Knowledge, ovvero ottimizzare la gestione della conoscenza di prodotto lungo l’intero ciclo di vita. È la nuova frontiera dell’efficienza industriale secondo Holonix, start up che in tre anni si è trasformata in un’impresa proponendo la piattaforma i-LiKe di Valeria Villani Quali ingredienti hanno permesso a Holonix il passaggio da start up a ‘vera azienda’? È stata più che altro la capacità di individuare concretamente un’opportunità di mercato, di immaginare un’idea applicata nella pratica, di trasformare un progetto I l tradizionale salto di livello da start up a impresa Holonix l’ha compiuto grazie a quella che l’attuale amministratore delegato Jacopo Cassina definisce una particolare indole, una capacità visionaria. “Una start up è un po’ come una ricetta culinaria, invitante e promettente sulla carta, che può trasformarsi in un ottimo piatto solo con ingredienti di qualità e propriamente dosati”, dice Cassina. Holonix, spin-off del Politecnico di Milano che conta attualmente 18 persone in organico, è nata nel 2010 dopo diversi anni di ricerche a livello internazionale, condotte dal prof. Marco Taisch e dallo stesso Jacopo Cassina, indirizzate a sostenere le aziende nell’ottimizzazione dei loro processi operativi (produzione, logistica, manutenzione, assistenza ecc.) tramite un approccio basato sulla capacità di gestire, in modo efficiente, la conoscenza generata nel ciclo di vita di un prodotto. Attualità Software
  • 19. Marzo 2014 - Automazione Industriale 019 di ricerca in un’applicazione reale. Molto ha giocato anche la nostra inclinazione al ‘fare’, che ci ha portato a individuare clienti e a eseguire analisi di mercato sulla nostra idea imprenditoriale ben prima dell’avvio della start up. Avete creato i-LiKe, ovvero ‘Intelligent Lifecycle Data and Knowledge’. Di cosa si tratta esattamente? Si tratta di una soluzione a moduli, erogabile in modalità software as-a-service mediante pagamento di un canone mensile, studiata per le imprese che intendono ottimizzare la gestione della conoscenza relativa ai prodotti (Product Lifecycle Knowledge) lungo l’intero ciclo di vita. In pratica, la soluzione nasce dall’idea che oggi sia sempre più necessaria un’integrazione tra il mondo tipico del plm propriamente detto e quello della tracciabilità, Rfid e non, in un mercato profondamente cambiato rispetto al passato, nel quale il principale valore aggiunto si origina nella progettazione e nei servizi, non più nella produzione. La piattaforma prevede dei moduli orizzontali, comuni a tutte le fasi del ciclo di vita, e moduli verticali, pensati per esigenze specifiche di ogni singola fase. Tutti i moduli sono assemblati e abilitati in diverse suite, con set di funzionalità e interfacce specifiche ottimizzate per diversi settori industriali di riferimento. L’implementazione di i-LiKe permette di razionalizzare i processi operativi, assicurando un monitoraggio minuzioso delle loro fasi. Ogni modulo si Jacopo Cassina, Ceo di Holonix riferisce a singole aree funzionali aziendali, ad esempio il magazzino, lo stabilimento produttivo, e tiene traccia del prodotto e di tutte le informazioni specifiche a esso relative per ogni fase del ciclo di vita. i-LiKe è una piattaforma che permette di tracciare il prodotto? Sì, ma non solo: traccia la ‘conoscenza’ sul prodotto. Con i moduli di i-LiKe è possibile seguire le informazioni del prodotto e dei processi che subisce, dal beginning-of-life (progettazione e produzione) al middle-of-life (ad esempio, manutenzione, magazzino) fino all’end-of-life (dismantling, revamping). Tutti i dati registrati sono salvati nel modo più adeguato in base ai diversi ruoli aziendali e sono resi disponibili in modo ‘verticale’ e non più aggregati solo in modo orizzontale, come nei sistemi tradizionali. A chi è rivolta la soluzione? È progettata per le imprese di grandi, medie o piccole dimensioni attive nei settori più disparati, dal chimico al manifatturiero, dal nautico agli elettrodomestici. La piattaforma i-LiKe può essere personalizzata per ogni tipo di azienda, in modo da integrarsi con le diverse infrastrutture tecnologiche pre-esistenti. Per quanto riguarda le figure aziendali, invece, l’utilizzatore ideale della soluzione è chi gestisce la produzione, il magazzino o la manutenzione. Si tratta essenzialmente di figure che lavorano tutte nell’ambito Operation, anche se stiamo iniziando ad approcciare il gruppo dei progettisti. Quali benefici ottiene l’utilizzatore? Entrando nella piattaforma i-LiKe, l’utilizzatore ricava una sorta di carta di identità del suo prodotto, in tutto il ciclo di produzione e anche oltre. In alcuni casi estrae dati che erano già presenti - anche se in modo disaggregato ed eterogeneo - nello shop floor. Può risalire allo storico di prodotti precedenti e di tutte le loro eventuali difettosità. Ottiene una maggiore efficienza complessiva grazie al collegamento più stretto tra produzione e magazzino: un nostro cliente, ad esempio, ha recentemente rilevato una riduzione del 90% di costi legati agli errori nelle spedizioni. Chi sono attualmente i vostri clienti? In tre anni abbiamo realizzato oltre dodici installazioni industriali, quasi tutte all’estero. Collaboriamo con Nearchimica, con aziende del settore automobilistico, con Software Attualità
  • 20. 020 Automazione Industriale - Marzo 2014 produttori di elettrodomestici. Ci prepariamo a far partire due nuovi progetti nel 2014, uno in Francia e uno in Lituania. Tra le referenze c’è anche Sirap-Gema (Gruppo Italcementi), che utilizza la piattaforma per la sua funzionalità di magazzino: ha scelto il nostro modulo Wms, chiedendo una personalizzazione che permette di collegarlo ai moduli del software di gestione della produzione e ai dati dei tag Rfid utilizzati per identificare le posizioni. Il mercato estero è l’unica salvezza per un imprenditore nazionale? Non si può certo negare che il mercato italiano continui a essere piuttosto fiacco, quindi sì, in un certo senso il mercato estero porta migliori prospettive di crescita. Tuttavia, in Italia ci sono ancora molti interlocutori validi, aziende di valore che puntano sull’export e investono molto nell’innovazione. Qual è stato il primo cliente a scommettere su Holonix? Fu Nearchimica, azienda con la quale è tuttora in corso un interessante progetto per la gestione della produzione, del magazzino e delle spedizioni mediante Rfid, e, in particolare, per la gestione della temperatura dei prodotti tramite Rfid semi- attivi nella fase di trasporto. Dopo aver analizzato tutti i casi in cui il materiale chimico risultava deteriorato nella fase di trasporto, abbiamo impostato una nuova gestione completa dei dati con l’Rfid. In questo caso è stata fondamentale la collaborazione Holonix e la ricerca europea, quattro percorsi di contaminazione Dei quattro progetti di ricerca europei menzionati da Jacopo Cassina, nei quali è coinvolta Holonix, il primo, Boma, che si è concluso nel novembre 2013, ha avuto come scopo primario quello di garantire la transizione della barca da ‘semplice manufatto’ a ‘prodotto intelligente’: attraverso la tecnologia dell’Internet of Things, è stato possibile rendere le imbarcazioni riconoscibili e capaci di poter comunicare, ricevere e processare dati e informazioni raccolte a bordo o fornite da altri sistemi. Il secondo, LinkedDesign, invece, è condotto in collaborazione con un produttore automobilistico, con l’obiettivo di individuare un metodo per aumentare la produttività e ridurre il Tco, fornendo un sistema integrato e una visione olistica su dati, persone e processi di tutto il ciclo- vita del prodotto. L’obiettivo del terzo progetto, Premanus, è lo sviluppo di una piattaforma software che semplifichi il fine-vita dei prodotti e ottimizzi i processi decisionali, legati a questo momento, in termini di rigenerazione, riciclo dei materiali o riutilizzo degli stessi. Nato con lo scopo di migliorare e ottimizzare la gestione dei prodotti giunti a fine- vita, Premanus coinvolge attualmente sia partner universitari come il Politecnico di Milano e la Loughborough University, sia partner industriali, come Centro Ricerche Fiat (rigenerazione motori), Skf (rigenerazione turbine eoliche) e Remedia (gestione rifiuti tecnologici), oltre ovviamente a Holonix, che si occupa di definire e implementare i requisiti dell’architettura della piattaforma software. Infine, il progetto Pathfinder si sviluppa all’interno di Factories of the Future, un programma in cui la Commissione Europea e l’industria stanno collaborando per sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle nuove tecnologie dedicate al settore manifatturiero dell’UE. Il progetto ha un focus sulle tecnologie di simulazione e di previsione e si pone l’obiettivo finale di creare una roadmap e di informare l’industria manifatturiera sulle nuove tecnologie e favorire la creazione di una rete di esperti che coadiuveranno la ricerca. Opportunità dall’Internet of Things e dall’end-of-life “L’Internet of Things è un mondo nel quale Holonix si sente a suo agio”, afferma Jacopo Cassina. “Occupandoci esclusivamente di software, individuiamo nello IoT un ambito nel quale le nostre soluzioni possono portare un importante e reale valore aggiunto, a partire dalla gestione dei dati che provengono da applicazioni di IoT. Consideriamo l’IoT un’ottima opportunità in termini di data management”. Ottime opportunità, secondo Holonix, sono da ricercare anche nella gestione dell’end-of-life. “Da un punto di vista IT, la tracciabilità di prodotto oltre il ciclo produttivo e, in particolare, la gestione dell’end-of-life racchiudono prospettive di business enormi nei prossimi anni, soprattutto nel re-manufacturing: si pensi, ad esempio, alle turbine eoliche o ad altri grossi prodotti industriali, per i quali può essere determinante gestire una ‘seconda vita’ (revamping, component replacement). Attualità Software
  • 21. Get new technology first ■ Procurarvi una panoramica globale del mercato ■ Toccare con mano le tecnologie più innovative ■ Trarre vantaggio dal transfer di know-how e scoprire le tendenze del futuro 7–11 aprile 2014 Hannover ▪ Germania hannovermesse.com HANNOVER MESSE 2014 L‘innovazione è fattore di successo Fiera di Hannover · Tel. +39 02 70 63 3 29 2 · info@hfitaly.com con Motorola Psion, che ha fornito i reader per la lettura dei tag sulle singole sacche di materiale chimico. Fin qui l’impresa e il business. La ricerca, invece, l’avete abbandonata? Assolutamente no, la ricerca è insita nel nostro Dna. Essendo Holonix uno spin off, il Politecnico mantiene una quota nell’azienda: siamo dunque sempre in contatto con il mondo accademico, della ricerca e della sperimentazione. Questo legame ci permette di essere sempre aggiornati e all’avanguardia. La contaminazione di Holonix con il mondo della ricerca è dimostrata anche dai quattro progetti condotti a livello europeo: Boma, per la gestione delle imbarcazioni, conclusosi lo scorso novembre, oltre ad altri tre tuttora in corso con focus sul mondo manifatturiero, LinkedDesign, Premanus e Pathfinder. A cosa state lavorando attualmente? In collaborazione con alcuni grandi costruttori industriali e software vendor, ci stiamo concentrando in particolare su un percorso di standardizzazione per lo scambio di informazioni e l’estrazione dei dati sui singoli componenti, da e verso la nostra piattaforma i-LiKe. Il risultato di questo percorso sarà un nuovo standard internazionale, Qlm, Quantum Lifecycle Management, semplice e lineare, in grado di favorire la comunicazione omogenea e integrata tra la nostra piattaforma e gli altri software presenti nelle aziende. Inoltre, dopo la personalizzazione di i-LiKe per il mondo consumer del giugno 2013, prevediamo nel corso del 2014 una nuova declinazione di i-LiKe per il mondo del fashion. Sempre nel corso del 2014, la versione 1.13 di i-LiKe sarà aggiornata alla release 2.0. Per informazioni Holonix www.holonix.it Software Attualità
  • 22. 022 Automazione Industriale - Marzo 2014 Premiato il business che viaggia tra Italia e Regno Unito Sono stati assegnati a Milano a fine gennaio gli UK-Italy Business Awards, i riconoscimenti alle aziende italiane che nel 2013 hanno scelto il Regno Unito per sviluppare il proprio business di Giorgia Andrei S i è svolta il 23 gennaio a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa in Piazza Affari, a Milano, la settima edizione dei premi UK-Italy Business Awards, evento con il quale il governo britannico celebra i successi degli investitori italiani che scelgono il Regno Unito per i propri piani di crescita e internazionalizzazione. Organizzata dal Consolato Generale Britannico di Milano e da UK Trade & Investment (Ukti), l’agenzia governativa per la promozione dell’export e l’attrazione degli investimenti, la serata ha visto anche la partecipazione di Flavio Zanonato, allora Ministro dello Sviluppo Economico, che ha evidenziato come Italia e Regno Unito siano ugualmente impegnati “a ridurre gli oneri che frenano lo sviluppo economico in Europa” e come i rapporti di affari tra i due Paesi siano particolarmente dinamici “nel comparto dell’alta tecnologia, nel settore chimico-farmaceutico e in quello dell’energia”. Durante lo scorso anno finanziario l’Italia si è collocata al terzo posto tra gli investitori stranieri per numero di progetti, a conferma del continuo interesse dimostrato dagli imprenditori italiani verso il Regno Unito e del dinamismo delle relazioni bilaterali tra Regno Unito e Italia. Allo stesso modo, secondo Michael Fallon, Ministro di Stato britannico per il Business e l’Energia: “L’Italia continua a essere un’importante fonte d’investimenti, in Europa come nel resto del mondo; i vincitori condividono un forte impegno per quanto riguarda innovazione, eccellenza tecnica, esperienza imprenditoriale e sostenibilità”. Attualità Mercato
  • 23. Marzo 2014 - Automazione Industriale 023 approdata con l’acquisizione di Profile Pharma e persegue un modello di ricerca & sviluppo innovativo, imperniato su uno scambio continuo e aperto con università, centri di eccellenza e startup inglesi. Merita una nota anche il respiro internazionale di TerniEnergia, uno dei maggiori player italiani nel mercato delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’ambiente. TerniEnergia, che opera come integratore di sistemi, ha aperto una nuova filiale a Londra, sulla scia del crescente interesse del mercato britannico nelle energie green. Anche quest’anno l’evento ha dato un forte risalto agli UK-Italy Innovation Awards, categoria dedicata alle giovani imprese in rapida crescita, vincitrici delle business competition organizzate o supportate da Ukti in Italia nel 2013. Cinque sono state le aziende premiate: Optosensing, APWonders, Niso Biomed, on-iris e Qurami. Le realtà premiate Tra le numerose aziende premiate, citiamo Moleskine, alla quale è andato il Brand Recognition Award, Tratos Group e Seda Packaging Group, premiate con l’Industrial Investment Award, Zambon, che ha ricevuto il Research & Development Award e TerniEnergia, aggiudicatasi il Green Economy Award. Interessanti sono i numeri di queste realtà, da Moleskine che, nata nel 1997 a Milano, ha realizzato nel 2012 78 milioni di euro di utili ed è nel Regno Unito una vera e propria icona, a Tratos Group, produttore di cavi in fibra ottica presente dal 1981 nel Regno Unito, che ha scelto di realizzare un nuovo stabilimento nella regione di Liverpool, investendo 12 milioni di sterline per nuovi macchinari e 6 per l’acquisizione del sito, a Seda Packaging Group, azienda di Napoli con un profilo globale nel settore del confezionamento, che ha annunciato un investimento di 18 milioni di sterline per l’espansione e modernizzazione del suo stabilimento in Galles. Zambon, espressione dell’imprenditoria familiare italiana, da oltre un secolo azienda di riferimento nell’industria chimica e farmaceutica, si è aggiudicata il riconoscimento per la sua attività di R&D, alla quale è destinato un piano di investimento di 132 milioni di euro per il periodo 2013- 2017. Oltre Manica, l’azienda è Un supporto per le aziende che guardano oltre Manica UK Trade & Investment aiuta le aziende con sede nel Regno Unito ad affermarsi sui mercati globali e assiste le imprese di tutto il mondo interessate a realizzare investimenti di qualità oltremanica. A tutti gli investitori, potenziali o già presenti nel Regno Unito, il Gruppo per gli Investimenti di Ukti Italia fornisce consulenze e informazioni pratiche sulle potenzialità del mercato e sugli incentivi governativi. Durante lo scorso anno finanziario l’Italia si è collocata al terzo posto tra gli investitori stranieri per numero di progetti, a conferma del continuo interesse dimostrato dagli imprenditori italiani verso il Regno Unito e del dinamismo delle relazioni bilaterali tra Regno Unito e Italia. Nel Regno Unito, sesta economia del mondo in termini di Pil, ogni anno sono 330mila le nuove aziende registrate. Palazzo Mezzanotte, a Milano, ha ospitato il 23 gennaio la settima edizione dei premi UK-Italy Business Awards Per informazioni UK Trade & Investment - Consolato Generale Britannico www.ukti.gov.uk Mercato Attualità
  • 24. 024 Automazione Industriale - Marzo 2014 A&T, una fiera dagli orizzonti innovativi Automazione e robotica saranno al centro di Affidabilità & Tecnologie 2014. La manifestazione in programma a Torino il 16 e 17 aprile cresce del 50% e guarda con attenzione a Horizon 2020 di Carolina Mirò P rogetti innovativi e trasferimento tecnologico per creare nuovi modelli produttivi, maggiormente competitivi e sostenibili: è questo il contenuto al quale tende l’iniziativa Horizon 2020 e questo l’ambito in cui vuole inserirsi Affidabilità & Tecnologie, fiera internazionale che torna a Torino, il 16 e 17 aprile, per la sua ottava edizione. Il progetto europeo Horizon 2020, Fabbrica del Futuro, che ha come obiettivo principale la competitività delle imprese manifatturiere europee, soprattutto quelle medie e piccole, aggrega risorse pubbliche e private nel campo della ricerca e dell’innovazione per supportare centinaia di progetti di ricerca orientati al mercato e stimolare il mercato del lavoro. Robotica in primo piano Su quest’ultimo aspetto, un contributo importante, secondo gli operatori del settore automazione, arriva dalla robotica, che anche in quest’edizione di A&T avrà un rilievo particolare. Come dice Arturo Baroncelli, presidente dell’International Federation of Robotics: “Solo con automazione e robotica le aziende possono essere realmente competitive a livello mondiale, arrivando a possedere quella flessibilità indispensabile per mantenersi all’avanguardia, oggi come negli anni a venire, in un ambiente industriale sempre più dinamico”. Oltre ad aumentare la produttività delle aziende manifatturiere, i robot, continua Baroncelli, “creano lavoro, perché contribuiscono alla creazione di aziende di successo, che a loro volta danno vita a nuovi posti di lavoro”. In un’area speciale all’interno del padiglione espositivo di A&T 2014, i fornitori di robot e tecnologie di controllo industriali, in collaborazione con i propri system integrator, presenteranno le loro soluzioni più innovative. Tra i nomi presenti citiamo: Kuka Roboter, con la sua gamma Agilus di robot di piccole dimensioni, e la nuova tecnologia mxAutomation, che permette la programmazione del robot direttamente dall’interfaccia di un controllo numerico; Mitsubishi Electric, che illustrerà le Un’ampia area espositiva ad Affidabilità & Tecnologie sarà dedicata a fornitori di software che presenteranno soluzioni per la simulazione, dedicate ai settori automotive, aerospazio e meccatronica Attualità Eventi
  • 25. sue soluzioni di automazione integrata; Comau, con novità quali il robot Racer (portata 7 kg e sbraccio 1.400 mm), e le tecnologie di simulazione; Yaskawa Italia, che proporrà in anteprima la soluzione MA1440, con il nuovo generatore RL350 integrato con il controllo robot per la saldatura ad arco, e l’MC2000 per la saldatura laser. Dalla visione artificiale al testing Ben rappresentato ad Affidabilità & Tecnologie sarà anche il comparto della visione artificiale e dell’ispezione ottica. Omron Electronics esporrà il sistema di visione compatto FH, che promette agli utenti di ridurre i tempi di ciclo delle macchine e di contare su prestazioni precise e affidabili, anche nelle condizioni operative più difficili. Sistemi Rfid, HF e Uhf, sensori di visione Bvs, sistemi di comunicazione IO-Link e networking, insieme a una nuova gamma di sensori induttivi, ottici, capacitivi e ultrasonici e sistemi di misura in assenza di contatto, costituiscono invece la proposta che illustrerà a Torino Balluff Automation. Altre proposte interessanti saranno esposte da Hamamatsu Photonics Italia, Tattile e Vision Device. Anche per l’edizione 2014, infine, A&T sarà punto di riferimento per Oem, System Integrator e aziende manifatturiere alla ricerca di tecnologie innovative per le analisi in sperimentazione, il controllo qualità e il comparto della caratterizzazione dei materiali. Per informazioni Affidabilità & Tecnologie www.affidabilita.eu L’ambito della caratterizzazione dei materiali sarà in particolare evidenza ad A&T 2014, con l’adesione di decine di laboratori prova e centinaia di società espositrici
  • 26. 026 Automazione Industriale - Marzo 2014 Nuovi hub per le smart grid Si chiama New Cab Elarc il progetto di ricerca capitanato da Cep - Componenti Elettrici e Prefabbricati, per la realizzazione di cabine di trasformazione idonee a fare da centri nevralgici alle smart grid di Virna Bottarelli L e finalità del progetto New Cab Elarc sono già contenute nel suo nome. “L’idea è di sviluppare una nuova cabina di trasformazione (New Cab) per l’allacciamento alla rete degli impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e per la trasformazione dell’energia elettrica da media a bassa tensione (MT/bt) che rispetti i requisiti imposti dalla normativa in materia di limitazione degli effetti dell’Elettrosmog e degli Archi elettrici interni (Elarc)”, dicono Mario Melodia, direttore tecnico commerciale di Cep - Componenti Elettrici e Prefabbricati, azienda capofila del progetto, e Vincenzo Di Dio, direttore scientifico del progetto e ricercatore presso l’Università di Palermo - Dipartimento di Energia, Ingegneria dell’Energia e Modelli Matematici. Oltre a Cep e all’Università di Palermo, il progetto New Cab Elarc, avviato il 10 dicembre 2012 e destinato a durare fino alla fine del 2015, interessa altre due aziende, Isca Francesco e Cim, ed è cofinanziato dai fondi strutturali della linea di intervento 4.1.1.1. del Programma Operativo del Fondo Europeo Sviluppo Regionale Sicilia 2007-2013. Il progetto, del valore complessivo di 700mila euro, è stato illustrato in occasione della XII Giornata della Ricerca Anie, il 6 dicembre 2013, il cui tema centrale è stato, infatti, la Smart City, per la cui realizzazione il contributo dell’elettronica e dell’elettrotecnica, ossia delle aziende del mondo Anie, è fondamentale. Cabine che rispettano la normativa “Lo sviluppo tecnologico dei Paesi industrializzati è basato sull’approvvigionamento e lo sfruttamento di fonti energetiche, soprattutto per la produzione di energia elettrica; la produzione e distribuzione di energia elettrica pongono, però, problemi tecnici ed economici complessi, legati anche ad aspetti indesiderati; è in questa cornice che s’inquadra la problematica affrontata dal progetto”, spiega Melodia che, Il progetto è stato illustrato in occasione della XII Giornata della Ricerca Anie, il 6 dicembre 2013, dedicata alla Smart City Attualità Smart city
  • 27. Marzo 2014 - Automazione Industriale 027 con Cep, ha seguito anche il progetto, conclusosi nel 2007, ‘Ottimizzazione e automazione di cabine elettriche di distribuzione e di sistemi di produzione locale dell’energia elettrica a sostegno dell’innovazione della produzione di aziende elettromeccaniche siciliane per la penetrazione in mercati esteri’. Obiettivo del progetto New Cab Elarc è che la cabina assuma il ruolo di hub delle smart grid. Come spiega Vincenzo Di Dio, che con il suo team dell’Università di Palermo ha svolto l’attività di ricerca sul layout delle cabine e sulla misura delle emissioni: “La novità della New Cab sta nella sua caratteristica intrinseca di sicurezza, che le consente di contenere, oltre alle apparecchiature tradizionali di una cabina elettrica, i dispositivi di controllo e di gestione di una smart grid”. Rispetto alle cabine elettriche diffuse sul territorio, utilizzate sia per allacciare alla rete impianti che producono energia sia per alimentare i carichi elettrici dalla rete, quelle nate dal progetto New Cab Elarc, fungendo contemporaneamente da cabine per utenze attive e utenze passive, rappresentano una novità. “Il numero delle cabine a oggi installate sul territorio nazionale è elevato: si pensi a quelle per i diversi impianti eolici e fotovoltaici recentemente allacciati alla rete o a tutte le cabine di trasformazione MT/bt che alimentano piccole aziende, edifici scolastici o edifici a uso residenziale”, dice Melodia. “La maggior parte di esse, tuttavia, non rispetta i requisiti tecnici imposti dalla normativa vigente (Cei EN 62271-202 ‘Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione’) sia per la limitazione dei campi elettrici e magnetici emessi sia per la necessaria tenuta all’arco interno”, continua Melodia. La normativa ha conferito alla cabina prefabbricata, completa di apparecchiature, i requisiti di prodotto elettromeccanico normalizzato, da costruire interamente in fabbrica. Come osserva ancora Melodia: “La situazione attuale delle cabine risente non solo del fatto che l’installato antecedente il 2008 non rispetti i dettami imposti, ma anche del mancato adeguamento dei prodotti da parte delle case costruttrici, oneroso dal punto di vista sia culturale sia economico”. Il progetto New Cab Elarc si è quindi posto l’obiettivo di studiare e realizzare un prototipo di cabina elettrica innovativa, che messa a punto e commercializzata, sarà in grado di garantire un ottimale, economico e sicuro dispacciamento dell’energia elettrica. Le fasi del progetto Sono diverse le fasi in cui si articola il progetto New Cab Elarc. In un primo momento si studiano le sorgenti di campo elettromagnetico a frequenza estremamente bassa e si individuano i modelli numerici in grado di descriverne il comportamento. Contemporaneamente, si eseguono lo studio e la caratterizzazione dell’arco interno prodotto dagli interruttori di manovra. Un’altra fase prevede una Cep - Componenti Elettrici e Prefabbricati, ha già seguito, in passato, un progetto di ottimizzazione e automazione di cabine elettriche di distribuzione, conclusosi nel 2007 Obiettivo del progetto NewCab Elarc è che la cabina assuma il ruolo di hub delle smart grid Smart city Attualità
  • 28. 028 Automazione Industriale - Marzo 2014 campagna di misure dell’intensità di campo elettrico e magnetico presente in prossimità di cabine elettriche MT/bt installate prima dell’entrata in vigore della normativa attuale. Con i risultati dell’indagine si valutano i parametri caratteristici delle sorgenti di campo indesiderato e si procede a una verifica sperimentale dei relativi modelli matematici sviluppati. Compito di Cep è realizzare una cabina MT/bt secondo gli standard utilizzati in produzione, per caratterizzare le sue prestazioni sia in termini di generazione di campi elettromagnetici indesiderati, sia in termini di tenuta strutturale all’arco interno. Dall’analisi dei risultati ottenuti sono poi individuati i punti di criticità delle attuali cabine e definiti nuovi criteri progettuali per la realizzazione di una cabina elettrica a impatto elettromagnetico minimo e strutturalmente resistente agli archi interni. Tecniche di riduzione dei campi elettromagnetici e nuove soluzioni architettoniche strutturali e di layout interno sono quindi fissate per resistere agli archi interni e per minimizzare il livello di campo elettromagnetico emesso all’esterno della cabina elettrica. Infine, si realizza un nuovo prototipo di cabina elettrica includendo le strategie di minimizzazione dei campi indesiderati e scegliendo una struttura di cabina in grado di contribuire alla schermatura dei campi interni e di resistere agli archi interni. Le fasi finali prevedono l’omologazione e la certificazione del nuovo prototipo di cabina elettrica. Che cosa è stato realizzato L’ingegnerizzazione e l’immissione sul mercato delle nuove cabine è l’obiettivo finale dell’attività di ricerca. “Basandosi sui calcoli sviluppati dalle aziende coinvolte nel progetto, che presuppongono, grazie al nuovo prodotto, la possibilità di penetrazione nei mercati francese e della Repubblica Ceca, si può affermare che l’impatto potenziale del progetto, a seguito di un suo buon esito, sarà rilevante e duraturo”, dice Melodia. “Per le aziende partner in New Cab Elarc, innovare le proprie competenze e i propri prodotti è, oltre che una necessità, un’opportunità che garantirebbe loro una condizione di leadership nei propri settori di pertinenza”. A oggi (febbraio 2014, ndr) il progetto ha già raggiunto la fase di industrializzazione per cabine destinate a impianti energetici da fonti rinnovabili, con alcune soluzioni già vendute per reti elettriche in Portogallo e in Inghilterra. “Particolarmente importante sarà la possibilità che le imprese coinvolte nel progetto esportino l’esperienza maturata in Paesi nei quali i provvedimenti legislativi di tutela dai campi elettromagnetici e dalle tematiche di arco interno sono prossimi ad essere emanati”, conclude Melodia. Per informazioni Anie www.anie.it Cep www.cepsrl.it Università di Palermo www.unipa.it Compito di Cep è realizzare una cabina MT/bt secondo gli standard utilizzati in produzione, per caratterizzare le sue prestazioni sia in termini di generazione di campi elettromagnetici indesiderati, sia in termini di tenuta strutturale all’arco interno Attualità Smart city
  • 29. Marzo 2014 - Automazione Industriale 029 Una nuova piattaforma di lancio Protagonista a livello internazionale nel settore dell’automazione pneumatica, Pneumax lancia la piattaforma Pneumax to Business per un maggiore orientamento al cliente finale di Massimiliano Luce A rrivano buone notizie dalla provincia di Bergamo, specificamente da Lurano, dove hanno sede gli stabilimenti di Pneumax, società fondata quasi quaranta anni fa da Roberto Bottacini e Giuseppe Beretta, attiva nel settore della componentistica per l’automazione pneumatica. “Sappiamo tutti che il momento che sta vivendo il mercato è particolare, tuttavia i nostri risultati relativi al 2013 sono buoni, così come prevediamo che saranno quelli del 2014”, spiega Bottacini. Quel è l’asso della manica di Pneumax? “Dal 2009 abbiamo cambiato passo e ci siamo gettati a capofitto nei processi di ammodernamento delle strutture produttive e dei prodotti”, prosegue Bottacini. “Grazie ai notevoli investimenti, siamo diventati ancora più competitivi sotto il profilo dei costi e dei prezzi”. Per prepararsi alle prossime sfide, Pneumax ha investito sei milioni di euro in un nuovo sito produttivo, macchine utensili e comunicazione. È pianificato anche un programma di formazione online, con materiale didattico accessibile via internet a clienti e rivenditori per ottenere il certificato Cetop (Comitato Europeo delle Trasmissioni Oleoidrauliche e Pneumatiche). La piattaforma P2B Da società prevalentemente orientata al prodotto, ora Pneumax è decisa ad aprirsi a nuovi orizzonti, con un maggiore orientamento al cliente, dai servizi prevendita a quelli postvendita. Lo strumento per guidare tale conversione è la nuova piattaforma Pneumax to Business (P2B). “Il modello P2B è composto da sei iniziative volte a fare maturare progressivamente la cultura e la difesa del marchio Pneumax attraverso strategia di comunicazione interna ed esterna, l’innovazione del prodotto e il confronto con il mercato”, sottolinea il direttore commerciale Andrea Carluccio. “I pilastri della piattaforma P2B sono l’orientamento al cliente con un approccio proattivo, la vendita di nuova impostazione con processi di analisi e verifica, la visibilità del marchio nei mercati principali, l’innovazione e l’ampliamento della gamma, il senso di appartenenza e infine la filosofia Pneumax con attenzione a valori, a codice etico e immagine”. I cinque settori di riferimento sotto i riflettori per il triennio 2014 – 2016 sono il legno, dove Pneumax già oggi ricopre un ruolo di punta, l’imballaggio e confezionamento, con linee di prodotto specifiche per un settore che attualmente cresce del 5-7%, oil & gas, settore ancora di nicchia, domotica & automazione e, infine, l’automobile. Per informazioni Pneumax www.pneumaxspa.com La nuova serie per il trattamento dell’aria Airplus Taglia 4 Aziende e soluzioni Attualità
  • 30. 030 Automazione Industriale - Marzo 2014 Export e innovazione guidano la crescita di Abb Nonostante la contrazione dell’ordinato, anche in Italia il gruppo continua a puntare sugli investimenti in ricerca tecnologica e persone. Buone soddisfazioni dai mercati esteri di Valeria Villani Matteo Marini, Regional Manager Mediterranean Region e Country Manager Italy di Abb M atteo Marini, Regional Manager Mediterranean Region e Country Manager Italy di Abb dal novembre 2013, ha definito l’anno scorso “un periodo complesso in un momento congiunturale difficile e incerto”, nel quale Abb Italia ha conservato una profittabilità solida e ha continuato a investire in innovazione, tecnologie e persone, mantenendo le quote di mercato nel Paese. Nel 2013 Abb Italia ha raccolto ordini per 2,115 miliardi di euro, pari al -7% rispetto al 2012, e ricavi per 2,107 miliardi di euro, pari al -8% sul 2012. Si è invece confermata sostanzialmente stabile e positiva la redditività, mentre in crescita è stata la percentuale dell’export sui ricavi, attestatasi sul 63%. Il 35% dell’ordinato di Abb Italia nel 2013 proviene dal mercato domestico e il restante 65% da quello estero. “Abbiamo puntato molto sul mercato estero e abbiamo dimostrato di avere le risorse giuste e tutte le carte in regola per continuare a competere a livello internazionale e a mantenere un ruolo di rilievo come country all’interno del Gruppo”, ha dichiarato Marini. “Abbiamo saputo mettere in campo la forza innovativa e le competenze di tutte le nostre divisioni, per affrontare al meglio la difficile congiuntura”. Per quanto riguarda i risultati delle singole divisioni di Abb, nel 2013 la Discrete Automation & Motion ha registrato ordini pari a 335 milioni di euro (-13% rispetto allo scorso anno) e ricavi pari a 368 milioni (+2%), la Power Systems 155 milioni di ordini (+21%) e 143 milioni di ricavi (-9%), mentre gli ordini per la Power Products sono stati di 470 milioni (-13% rispetto al 2012) e i ricavi di 490 milioni (-10%). Per quanto riguarda la Process Automation, gli ordini hanno totalizzato 345 milioni di euro (-19%) e i ricavi 317 milioni (-22%); infine, la divisione Low Voltage Products ha raggiunto gli 825 milioni di euro di ordini (stabile rispetto allo scorso anno) e gli 804 milioni di ricavi (-4%). Ottime sono state le soddisfazioni per Abb Italia provenienti dalle attività di service, che si sono attestate sul 13% dell’ordinato, con un incremento del 2% rispetto al 2012, e da quelle legate all’efficienza energetica, ambito quest’ultimo che ha visto una crescita dell’8% rispetto agli ordini del 2012. “Pur in un anno complesso come il 2013, abbiamo avuto un’abile capacità di reazione, continuando a investire in Italia, sia nelle nuove acquisizioni, sia nell’innovazione e nelle attività di R&S, così come nella produttività e nell’efficienza energetica dei nostri stabilimenti produttivi, come dimostrano gli ulteriori investimenti in automazione nei due siti Abb di Dalmine (BG) e Santa Palomba (RM)”, ha commentato Marini. L’acquisizione in Italia delle aziende Attualità Aziende e soluzioni
  • 31. Marzo 2014 - Automazione Industriale 031 Enrico Di Maria, responsabile della Divisione Process Automation di Abb Italia PowerOne e Rgm è testimonianza recente di questi investimenti, che rafforzano ulteriormente il ruolo di Abb nei segmenti smart grid (fonti rinnovabili) e domotica, con tutte le loro possibili sinergie, e nella trazione ferroviaria, così come lo sono le innovazioni tecnologiche portate avanti con l’ingegnerizzazione degli interruttori Emax2 System pro E, della piattaforma Symphony+, degli interruttori ibridi Pass M0S e dei nuovi trasmettitori e trasduttori Wi-Fi. Competitività in campo “In un contesto economico mondiale di incertezza e locale di scarsa competitività, l’industria italiana può ancora e deve risollevarsi, usando tutte le leve che sono in suo potere per difendersi, reagire, crescere”, ha detto Enrico Di Maria, responsabile della Divisione Process Automation di Abb Italia. “Mi riferisco in particolare alle tecnologie di automazione, quali elementi di competitività e produttività: in Italia tali tecnologie esistono già e sono all’avanguardia, occorre però un cambio di paradigma, nel senso che queste tecnologie non devono essere solo utilizzate nelle loro funzionalità di base, ma occorre sfruttarne tutte le loro potenzialità”. Insomma, è necessario che l’industria italiana passi da un’automazione ‘basica’ a una ‘avanzata’ e ‘intelligente’, che permei la produzione e ne massimizzi i processi, la diversificazione, la flessibilità e la qualità dei prodotti, e che contribuisca, grazie a una maggiore efficienza, a rendere le imprese più competitive e limitare il fenomeno della delocalizzazione. Di imprese italiane che stanno attuando questo cambio di paradigma ce ne sono già ed Enrico Di Maria ne ricorda alcune, con le quali Abb sta collaborando, come Erg a Genova, Italiana Coke e Lodi Srl. Erg ha scelto l’automazione, la supervisione e il controllo avanzato di Abb (Symphony Plus) per ottenere una comunicazione e uno scambio dati sicuri, affidabili e sempre aggiornati sull’andamento degli impianti termoelettrici, e una riduzione dei costi variabili di esercizio, in modo da creare profili d’offerta più adeguati. Italiana Coke ha scelto l’automazione di processo di Abb (800xA) per una migliore gestione della produttività, una maggiore sicurezza complessiva, una migliore gestione del ciclo del gas e, più in generale, delle risorse, in particolare quelle idriche. Lodi si è affidata all’automazione di Abb (plc, motori, azionamenti e robot) con l’obiettivo di ridurre i costi della propria bolletta energetica e incrementare produttività, ripetibilità dei processi, sicurezza e qualità del prodotto finito. Programmi per il 2014 “Continueremo a focalizzarci sulla nostra strategia di crescita e a puntare sull’innovazione, sulle tecnologie e sul service, con crescenti investimenti in Ricerca e Sviluppo”, ha detto Marini, ricordando che nel 2013 in Italia è stato investito il 2,5% del fatturato in attività di R&S. Tra gli obiettivi di Abb Italia per il 2014, il Country Manager ha incluso senz’altro un focus sempre più attento alle esigenze degli end-user e una maggiore concentrazione sullo sviluppo del portafoglio prodotti, dopo l’intensa politica di acquisizioni portata avanti a livello globale da Abb negli ultimi 25 mesi, e sulla ricerca di tutte le possibili sinergie a livello di business e di presenza geografica. “Il 2014 mostra segnali di cauta ripresa, ma non ci permette di ipotizzare una situazione di mercato domestico molto diversa da quella attuale, se non a partire dalla fine dell’anno in corso”, ha concluso Marini. “Guardiamo al futuro con cauto ottimismo e ci allineiamo come country alle previsioni del Gruppo, di una crescita di ricavi e ordini globali tra il 3% e il 5% nel 2014 sul 2013”. Ordini in flessione e ricavi in crescita per il Gruppo A livello globale, il Gruppo Abb ha chiuso il 2013 con una leggera flessione di ordini (-5% rispetto al 2012), passati a 38,9 miliardi di dollari dai precedenti 40,2 miliardi, e una crescita dei ricavi (+5%), saliti a 41,8 miliardi dai 39,9 miliardi del 2012, con una riduzione dei costi complessiva di 1,2 miliardi di dollari e un cash flow di 2,6 miliardi di dollari. Ulrich Spiesshofer, Ceo di Abb, commentando i risultati fiscali, ha ribadito “la solidità delle performance di Gruppo in un mercato tuttora sfidante” e ha confermato gli obiettivi di investimento in efficienza energetica, innovazione, sostenibilità, la politica di ottimizzazione dei costi e il consolidamento delle due grosse acquisizioni Baldor e Thomas & Betts, sia nello sviluppo del portfolio prodotti, sia nell’organizzazione dell’intera supply chain. Aziende e soluzioni Attualità
  • 32. 032 Automazione Industriale - Marzo 2014 Una questione di etichetta. E non solo Dopo avere conquistato un posto al sole nel settore della visione, Cognex mira a diventare una società di riferimento anche nel mondo dell’identificazione. Presentato il nuovo lettore di codici a barre portatile DataMan 8050, capace di leggere indifferentemente qualsiasi tipo di codice di Massimiliano Luce L’ età migliore per essere felici? Per Cognex, probabilmente, sono proprio i 33 anni, festeggiati quest’anno. Per molteplici motivi: se dovesse fare un bilancio del proprio passato, Cognex può ammirare con entusiasmo il gradino più alto del podio raggiunto nel settore della visione; se l’attenzione si dovesse spostare sul presente, la società può considerare con estrema soddisfazione i dati economico- finanziari registrati a metà 2013, che segnalano un’azienda in perfetta salute; infine, proiettando lo sguardo verso il futuro, nonostante i notevoli risultati già conseguiti, Cognex si dimostra capace di programmare il domani con la medesima freschezza della giovinezza, fissando nuovi obiettivi e traguardi. “Quest’anno Cognex festeggia 33 anni”, ha spiegato Giuliano Collodel, direttore commerciale della filiale italiana, “e i dati, aggiornati a metà 2013, parlano di un’azienda in crescita sotto ogni profilo, anche nel numero di impiegati, aumentati da 800 a mille, grazie al forte attivismo sul mercato asiatico e sudamericano, e alle tendenze del mercato, per cui la visione oggi è utilizzata per tutto. Per come si stanno sviluppando le esigenze del mercato e per come si sta sviluppando la tecnologia, riteniamo giunto il momento di potere cogliere nuove opportunità di business nel settore dell’identificazione. Parlare di codici di identificazione, oggi, significa misurarsi con un valore fondamentale per una merce: la tracciabilità. Tracciare ciò che si produce, consente di avere il pieno controllo di una merce all’interno della filiera e di identificare in modo rapido le eventuali parti difettose. Questo significa garantire maggiore qualità e dare più slancio alla sensibilità ‘green’ del mercato”. La migliore prova di quanto Cognex creda nel settore dell’identificazione, arriva dagli obiettivi annunciati: “Se attualmente il fatturato proveniente dall’identificazione vale un terzo del fatturato complessivo, l’obiettivo è di aumentarlo al punto che pesi quanto quello della visione”. Qualità competitiva Per centrare tale risultato, Cognex ha una sfida molto impegnativa da affrontare. “A differenza di quanto accaduto nell’ambito della visione, per quanto riguarda i prodotti di identificazione ancora non abbiamo raggiunto la leadership”, ha argomentato Collodel. “Ciò è accaduto perché sul mercato siamo I nuovi DataMan 8050 funzionano in modo semplice e veloce anche messi a confronto con i codici più complessi Attualità Aziende e soluzioni
  • 33. Marzo 2014 - Automazione Industriale 033 sono in grado di leggere velocemente anche codici danneggiati, a basso contrasto o applicati direttamente a getto d’inchiostro. Gli algoritmi 2D consentono ai lettori 8050 di decodificare rapidamente svariate simbologie 2D tra cui codici DataMatrix, QR, Pdf417 e Aztec. Il design modulare della serie DataMan 8050 si adatta perfettamente alle esigenze di comunicazione in continua evoluzione. Disponibili in versione con e senza fili, i lettori della serie DataMan 8050 possono comunicare con una stazione base tramite Usb, tastiera Usb, RS-232 e Bluetooth. Realizzata per funzionare nelle condizioni di lavoro più impegnative, la serie 8050 è completata da caratteristiche, cablaggi e accessori di livello industriale. Con il lancio dei nuovi DataMan 8050, Cognex si è munita al tempo stesso della chiave per aprire e conquistare il mercato della logistica. “Tra le caratteristiche salienti della soluzione”, ha proseguito Picinelli, “si segnalano i moduli di comunicazione intercambiabili, gli aggiornamenti via firmware e la customizzazione, con la possibilità di scrivere parti software in Java”. Più in generale, nel settore della tracciabilità Cognex sta registrando una crescita importante, garantendo un solido valore aggiunto nel settore della logistica. Che la strada intrapresa sia quella giusta, è dimostrato, tra le altre cose, anche dal fatto che Cognex ha recentemente ottenuto una significativa commessa da un importante retailer online. Per informazioni Cognex www.cognex.com percepiti come un’azienda che propone lettori costosi. Se guardiamo le cose più da vicino, ci possiamo rendere conto che la realtà è un po’ diversa. I nostri lettori sono estremamente precisi ed efficienti, garantiscono una capacità di lettura del 99,99% contro il 97-98% di altri sistemi in commercio. Si tratta di una differenza enorme per un’azienda che ha la necessità di leggere 10 mila codici al giorno. Con un prodotto che garantisce un livello di prestazioni del 97%, un’azienda si troverà a fine giornata con 300 oggetti che il suo sistema di identificazione non è riuscito a leggere. Ragione per cui ci vorrà un operatore che dovrà leggerli manualmente, con maggiori costi quindi di denaro e di tempo”. 2014, l’anno dell’identificazione Fissato l’obiettivo, diventare un punto di riferimento nel settore dell’identificazione proprio come già è nel mondo della visione, Cognex ha anche stilato il programma con cui centrare l’obiettivo. “Un’ampia parte degli sforzi economici e commerciali per il 2014 sono indirizzati proprio verso il settore dell’identificazione”, ha sottolineato Collodel. “Infatti, abbiamo rafforzato l’organico e abbiamo risorse commerciali esclusivamente dedicate ai prodotti di identificazione. In questo modo, assicureremo alla gamma di prodotto la massima visibilità”. Una delle risorse impiegate su questo fronte è Fabio Picinelli, Senior ID Sales Engineer, impegnato fino a qualche tempo sui sistemi di visione e che da un anno circa ha completamente abbracciato i programmi aziendali basati sui sistemi di identificazione. “La prima novità dell’anno è il DataMan 8050, che va ad arricchire la famiglia dei lettori di codici a barre portatili DataMan 8000”, ha spiegato Picinelli. “L’obiettivo è di proporre alla clientela il sistema portatile più veloce del mercato, capace di leggere indifferentemente qualsiasi tipo di codice”. I lettori DataMan 8050 sono indicati per innumerevoli applicazioni negli ambienti industriali più diversi, da quello automobilistico a quello dei prodotti di consumo, dall’aerospaziale al packaging. Inoltre, grazie agli algoritmi brevettati 1DMax+ con Hotbars di Cognex, Il nuova DataMan 8050 è stato concepito nell’ufficio europeo R&D a Budapest, centro di eccellenza nel settore dell’identificazione Aziende e soluzioni Attualità
  • 34. 034 Automazione Industriale - Marzo 2014 La diagnosi prima dell’allarme La distinzione tra situazioni immediatamente pericolose e potenzialmente tali richiede un’attenzione specifica nella progettazione dell’interfaccia uomo-macchina di Massimiliano Cassinelli U n sistema Scada, come ben noto, è un software che consente all’operatore di interfacciarsi con il processo, attraverso i sistemi di controllo. Tra le numerose funzionalità di queste soluzioni vi è anche la necessità di governare le problematiche di diagnostica e gestione allarmi. Due termini che, erroneamente, vengono spesso considerati sinonimi. Un errore non solo lessicale, ma soprattutto pratico, perché le situazioni devono essere classificate correttamente per poter essere affrontate al meglio, anche in funzione dell’ambiente operativo in cui ci si trova a operare e delle cosiddette condizioni al contorno. Il significato delle parole Scorrendo il dizionario Treccani, il termine ‘diagnostico’ indica “ogni composto chimico, ed eventualmente ormonico, adoperato in medicina come mezzo per formulare una diagnosi”, ovvero un “giudizio clinico che consiste nel riconoscere una condizione morbosa in base all’esame clinico del malato”. Tutto questo, traslato nel mondo dell’automazione, si traduce nella capacità di individuare le origini di un problema, anche latente, sulla scorta di specifiche indicazioni strumentali. Al contrario, con il termine allarme, che deriva dal comando militare ‘all’arme’ (ovvero ‘alle armi’), identifica la presenza di un pericolo, che richiede una reazione immediata. Questa differenza deve essere bene nota, e adeguatamente considerata, quando si progetta un sistema Scada e, soprattutto, la parte di Hmi, ovvero l’interfaccia operatore. La stessa Omac (Organization for Machine Automation and Control), nelle proprie linee guida, ha rimarcato la necessità che, a livello di visualizzazione, siano create modalità di comunicazione riconoscibili da qualunque professionista del settore, indipendentemente dalla sua specializzazione su uno specifico prodotto. Un’indicazione importante, soprattutto in virtù del fatto che, contrariamente a quanto Diagnostica e allarmi devono essere affrontati in modo differente Hot topic Diagnostica e gestione allarmi
  • 35. Marzo 2014 - Automazione Industriale 035 avveniva in passato, negli ultimi anni i pannelli operatore sono divenuti sempre più essenziali. Abbandonate le grafiche fantasiose, caratterizzate da un impatto esteticamente gradevole, ma poco pratico, i nuovi Hmi sono sempre più improntati all’essenzialità e alla funzionalità, con un’attenzione specifica alla capacità di fornire elaborazioni grafiche dei valori numerici registrati. Si tratta di un’evoluzione significativa, sviluppata anche con il supporto di autentici esperti di comunicazione visiva, che hanno suggerito una progressiva eliminazione di tutti i dettagli non utili agli operatori. Questi ultimi, infatti, devono individuare, in tempi rapidi, le situazioni di loro interesse. In particolare, in presenza di guasti e situazioni di potenziale pericolo, è necessario scatenare immediatamente gli interventi appropriati, quindi, come immaginabile, gli allarmi devono comparire nell’area superiore dello schermo ed essere immediatamente comprensibili da un operatore di settore, anche se non ha sviluppato una competenza specifica su un impianto o una macchina. Per questa ragione Omac lavora allo sviluppo di un’iconografia univoca, che possa essere compresa da tutti, senza la necessità di manuali o corsi specifici. Ciò consentirebbe a un operatore di passare, senza particolari difficoltà, dalla gestione di una macchina all’altra. Un vantaggio notevole per un’azienda, che potrebbe così ottimizzare le risorse interne disponibili e ridurre i tempi di formazione. Il tutto con sensibili vantaggi anche in termini di efficienza di una macchina, in quanto, a colpo d’occhio, l’operatore sa esattamente come individuare una specifica problematica. Partiamo dalle cause di un problema L’aspetto diagnostico, come accennato, mira a individuare la cause di un problema, che potrebbe anche non richiedere un intervento immediato. L’impegno delle tecnologie specifiche, quindi, è strettamente legato agli aspetti tipici della manutenzione predittiva. In pratica i sistemi utilizzati sono chiamati a valutare una serie di informazioni per identificare il progressivo allontanamento dalle condizioni ideali. Questa deriva può avere ragioni diverse, che vanno dall’usura di elementi meccanici a un minor grado di attenzione da parte degli operatori. Situazioni sulle quali, anche se non immediatamente, è necessario intervenire, individuando precisamente l’origine. Si tratta, quindi, di un’attività delicata, in quanto gli interventi devono essere valutati anche in funzione delle ripercussioni sulla produttività di una linea. Ad esempio il progressivo aumento della tolleranza di un componente metallico impone un monitoraggio, individuando il momento corretto per intervenire, senza interrompere la produzione, se l’errore rimane entro limiti accettabili. In questo processo di diagnostica ricoprono un ruolo sempre più importante le nuove tecnologie Ict, che mettono a disposizione efficaci strumenti informatici. Alcune analisi, infatti, possono essere svolte da remoto, connettendosi attraverso la rete Internet, così come possono richiedere notevoli risorse di elaborazione. Proprio la capacità di calcolo, che in passato ha rappresentato spesso un limite, soprattutto in presenza di enormi moli di dati, come accade per le simulazioni, non è più un ostacolo La trasposizione grafica rappresenta un supporto determinante Diagnostica e gestione allarmi Hot topic