1. 220 Marzo 2014
Automazione
Industriale COMPONENTI,
SISTEMI E SOFTWARE
PER L’AUTOMAZIONE
www.automazioneindustriale.com
AutomazioneIndustrialeSPECIALEEfficienzaenergeticaepowermanagementn.220anno25Marzo2014
Speciale
Efficienza energetica e power management
Hot topic
Diagnostica e gestione allarmi
NewBusinessMediaSrl-ViaCarloPisacane,1-20016Pero(MI)-Rivistamensileunacopia€5,00
2. La vitamina C fa bene.
Soluzioni integrate Mitsubishi Electric
per il packaging.
Tutto è semplicemente come deve essere.
iQ Platform
Trasparenza e reale integrazione
a 360° tra Motion Control,
Robot e PLC
HMI GOT 1000
Ottimale impostazione,
visualizzazione, tracciabilità
dei dati e manutenzione
Nuovi Robot Scara
e Antropomorfi Serie F
Manipolazione precisa e veloce in fase di
processo, per la palletizzazione a fine linea
Servo MR-J4
Controllo avanzato e preciso
del movimento su bus digitale
SSCNETIII/H a 300Mbps
Tecnologia, precisione, velocità ed efficienza energetica sono la nostra missione.
•Soluzioni integrate per il packaging, veloci, precise e con costi contenuti
•Sistemi su misura per confezionamento, etichettatura, inscatolamento e palletizzazione
•e&eco-F@ctory: il nostro impegno ad ottimizzare i costi, i consumi e le risorse energetiche
•Servizio tecnico di alto livello per consulenza, analisi, assistenza pre e post vendita
•Qualità e garanzia: 100% Mitsubishi Electric
Forti di un’esperienza di oltre 90 anni, è anche nostro dovere garantire
soluzioni per un utilizzo intelligente dell’energia. In questo modo salvaguardiamo
il vostro budget e, nel contempo, le indispensabili e preziose risorse energetiche
del nostro pianeta.
Mitsubishi Electric Europe B.V. - Filiale per l’Italia - it3a.mitsubishielectric.com/fa/it
4. Tecnologia testata nelle applicazioni di tutto il mondo
La qualità dei portacavi KABELSCHLEPP:
KABELSCHLEPP ITALIA SRL
Via Massari Marzoli, 9 · I - 21052 BUSTO ARSIZIO (VA) ·Tel:+39 0331 35 09 62 · Fax:+39 0331 34 19 96 · www.kabelschlepp.it
Prima adesso sempre
5. Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 005
Nelle imprese italiane emerge con forza lo scenario di un’automazione a
due velocità. Quella ‘basica’, che serve semplicemente a creare i manufatti,
e quella ‘avanzata’, che permea fortemente la produzione, ne cambia i
paradigmi, introduce intelligenza negli impianti, crea valore aggiunto.
Negli ultimi cinque anni, per contrastare gli effetti mordenti della crisi,
buona parte delle aziende ha giocato in difesa, proteggendo business e
quote di mercato. Una minoranza ha invece continuato ad attaccare,
investendo nelle tecnologie di controllo per potenziare la qualità dei prodotti,
diversificare, rendere flessibile e più efficiente la produzione. È una minoranza
in crescita, come dimostrano le testimonianze raccolte nelle pagine di marzo.
Sono le aziende che puntano su strumenti avanzati di analisi del processo,
che investono su innovative soluzioni di security per la protezione delle celle
di automazione per una manutenzione e una tele-assistenza più sicure
in ambito Scada, che valutano soluzioni SaaS per la tracciabilità della
‘conoscenza di prodotto’, oppure scelgono applicazioni di cloud computing
e augmented reality per la gestione allarmi e la diagnostica. Le aziende
che acquistano tool software che si interfacciano con la strumentazione di
campo, in modo da estrarre dati sui consumi in tempo reale e trasformarli
in informazioni utili a valutazioni più realistiche, o che integrano moduli
di energy management nei Mes per monitorare il costo energetico anche per
ogni singolo lotto lavorato.
Esistono validi motivi che dovrebbero ormai spingere tutte le imprese a
passare da un’automazione ‘basica’ a una ‘avanzata’, a partire dall’efficienza
energetica, dalla sostenibilità dei processi produttivi, dalla visione trasparente
sui flussi di materiali impiegati e di energia consumata sugli impianti.
L’elenco potrebbe allungarsi all’infinito, l’idea di base è una: l’automazione
‘avanzata’ è un supporto irrinunciabile per massimizzare la produttività
riducendo complessivamente i costi, valorizzando le risorse umane e mettendo
un freno alla delocalizzazione, pur potenziando l’export.
Automazione
a due velocità
Valeria Villani
Editoriale
6. anno 25 - numero 220 - Marzo 2014
www.automazioneindustriale.com
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma
CAPOREDAZIONE CENTRALE NEW BUSINESS MEDIA
Claudio Bonomi, Patrick Fontana
REDAZIONE:Valeria Villani (Responsabile di Redazione),
Virna Bottarelli, Massimiliano Luce
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore),
Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti,
Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli
SEGRETERIA DI REDAZIONE NEW BUSINESS MEDIA: Anna Alberti,
Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli,
Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni
redazione.automazione@newbusinessmedia.it
COLLABORATORI: Alice Alinari, Alberto Fabbro, Carolina Mirò, Giorgia Andrei,
Laura Rubini, Luigi De Bernardini, Massimiliano Cassinelli,Valeria De Domenico
PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl
SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano
SEDE OPERATIVA:
Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. +39 02 3022.1
UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 3022.6060
STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l.
Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA)
SERVIZIO ABBONAMENTI: Tel. +39 02 3909.0440
abbonamenti@newbusinessmedia.it
Prezzo di una copia 5,00 euro (arretrati 8,00 euro)
Conto corrente postale n. 1017908581
Bonifico bancario su Iban: it-41-z-07601-01600-001017908581
intestato a Tecniche Nuove Spa
L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile
SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: Tel. +39 02 3909.0440
servizioclienti.periodici@newbusinessmedia.it
Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato
del proprio abbonamento e per supporto ai nuovi ordini
Registrazione Tribunale di Milano n.186 del 14-03-2005
ROC n. 6553 del 10/12/2001
ASSOCIATO A:
Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché
la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa
Editrice.Imanoscrittieleillustrazioniinviatiallaredazionenonsarannorestituiti,anchesenon
pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari
unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti
negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.
Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati
con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della
nostra attività. I Suoi dati potranno essere altresì comunicati a soggetti terzi per i quali la
conoscenzadeiSuoidatirisultinecessariaocomunquefunzionaleallosvolgimentodell’attività
della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl, Via Eritrea 21,
20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi al numero 02/3909.0349 per
far valere i Suoi diritti di retificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti
dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03.
SERVIZIO CLIENTI PERIODICI:
TEL. +39 02 3909.0440 - servizioclienti.periodici@newbusinessmedia.it
Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato del proprio abbonamento e per supporto
ai nuovi ordini.
Aziende citate
Abb_____________030, 057, 082
Affidabilità & Tecnologie _____ 025
Anie ___________________ 028
Autoware________________ 073
B&R ___________________ 050
Bosch Rexroth ____________ 056
Cep____________________ 028
Clusit __________________ 017
Cognex _________________ 033
Comau _________________ 046
Contradata ______________ 070
Efa Automazione __________ 040
Electrex_________________ 053
Euro-s Engineering ________ 064
Fro Air Liquide Welding Italia _ 017
GE Intelligent Platforms _____ 052
Heat & Power ____________ 082
Holonix _________________ 021
Infor ___________________ 047
Inspiring Software _________ 057
iQuest _________________ 040
Kabelschlepp_____________ 067
Lenze Italia ______________ 055
Mazzoni ________________ 048
Mitsubishi Electric _________ 047
National Instruments _______ 046
Pamoco_________________ 050
Panasonic Electric Works Italia 053
Phoenix Contact___________ 054
Pneumax________________ 029
Porro __________________ 082
Progea ______________056, 064
Regia __________________ 079
Rittal___________________ 048
Rockwell Automation _______ 048
Schneider Electric _________ 048
ServiTecno ______________ 054
Siemens _____________017, 047
Sistemi Avanzati Elettronici __ 051
Socomec_____________043, 052
Solidworks - Dassault Systèmes _ 077
Tecno BI ________________ 055
Trend Micro _____________ 017
UK Trade & Investment - Consolato
Generale Britannico ________ 023
Università di Palermo _______ 028
Walvoil _________________ 010
Zucchetti________________ 051
Inserzionisti
Affidabilità e Tecnologie 2014________________________________ 061
Beckhoff Automation ____________________________________ IV cop.
EPLAN Software & Service __________________________________ 037
Hannover Messe 2014 _____________________________________ 021
Kabelschlepp____________________________________________ 004
Keller __________________________________________________ 9
Mitsubishi Electric _______________________________________II cop.
National Instruments ______________________________________ 003
Parker_________________________________________________ 011
Repcom _______________________________________________ 025
RS Components________________________________________ III cop.
SPS/IPC/DRIVES 2014 _____________________________________ 041
TPA Italia 2014 __________________________________________ 077
Per saperne di più
7. Marzo 2014 - Automazione Industriale ■ 007
Editoriale
005 Automazione a due velocità
di Valeria Villani
Visti dal Campo
0 8 Le valvole che hanno
conquistato il mondo
di Valeria De Domenico
Attualità
Security
012 Sicurezza IT, un processo
integrato
di Valeria Villani
Software
018 Oltre il Plm, verso il Plk
di Valeria Villani
Mercato
022 Premiato il business
che viaggia tra Italia
e Regno Unito
di Giorgia Andrei
Eventi
024 A&T, una fiera dagli orizzonti
innovativi
di Carolina Mirò
Smart city
026 Nuovi hub per le smart grid
di Virna Bottarelli
Aziende e soluzioni
029 Una nuova piattaforma
di lancio
di Massimiliano Luce
030 Export e innovazione guidano
la crescita di Abb
di Valeria Villani
Tecnicamente
Pc industriali
068 Tecnologie di solida memoria
di Massimiliano Cassinelli
Software
Mes
072 Acqua, farina ed energia
di Luigi De Bernardini
Progettazione cad
074 SolidWorks World 2014
quel che conta è l’esperienza
di Virna Bottarelli
Automazione applicata
Industria dell’arredamento
078 Tecnologia e stile
per l’arredobagno
di Valeria De Domenico
080 Mobili, produrre limitando
gli sprechi
di Alice Alinari
032 Una questione di etichetta
E non solo
di Massimiliano Luce
Hot topic
Diagnostica e gestione allarmi
034 La diagnosi prima dell’allarme
di Massimiliano Cassinelli
038 La realtà aumentata entra
in produzione
di Laura Rubini
042 Analisi predittiva anche per ups
di Laura Rubini
Speciale
Efficienza energetica
e power management
044 L’efficienza energetica è
il primo guadagno
di Massimiliano Luce
Prodotti
046 Rassegna
a cura di Massimiliano Luce
Applicazioni
Industria chimica
058 Saponificazione efficiente
con un controllo integrato
di Carolina Mirò
Building Automation
062 Sito Atla, efficienza energetica
da premio
di Alberto Fabbro
Robotica
065 Flessibile anche in spazi
ristretti
di Laura Rubini
024
044
078
Marzo 2014 Sommario
8. 08 Automazione Industriale - Marzo 2014
Le valvole che hanno
conquistato
il mondo
Siamo ospiti questo mese di Walvoil. Con i suoi manager
abbiamo visitato lo stabilimento di Bibbiano, inaugurato
la scorsa estate in occasione del quarantesimo anniversario
dalla fondazione dell’azienda
di Valeria De Domenico
S
iamo a Bibbiano nel cuore
del Distretto Meccatronico
di Reggio Emilia a visitare,
questo mese, uno degli stabilimenti
produttivi di Walvoil, storico
produttore di valvole oleodinamiche
e sistemi meccatronici completi per
macchinari mobili. Qui proprio pochi
mesi fa si sono svolti i festeggiamenti
per i quarant’anni dell’azienda. “Le
nostre origini risalgono infatti al 1973”,
spiega Marino Rinaldini, consigliere
CdA e responsabile Operations
di Walvoil, che ci accoglie insieme
ad Antonio Catellani, responsabile
Produzione, e a Vasco Monti,
consigliere CdA e responsabile dello
stabilimento W3L. “Fu allora che
Ivano Corghi e Alessandro Mazzali
fondarono la Mazzali e Corghi Officina
Meccanica.
In seguito nacquero Oleostar e
Oleoplus, che nel 2009 confluirono
definitivamente in Walvoil. Un anno
importante fu il 1998, quando a
Bibbiano iniziò la ristrutturazione
di un vecchio capannone industriale
in disuso, che sarebbe stato
trasformato in un centro produttivo
all’avanguardia, al quale si è aggiunto
un altro stabilimento inaugurato nel
giugno 2013 in occasione del 40°
anniversario di attività. Questo nuovo
stabilimento ha consentito un notevole
miglioramento dei flussi dei materiali,
in quanto ha avvicinato reparti
produttivi prima distanti, favorendo
una riduzione di circa il 30% dei tempi
di attraversamento e un dimezzamento
del magazzino, secondo una logica
di Lean Production. Parallelamente
al progetto Lean, abbiamo lanciato
un’attività di Design for Six Sigma che
ha l’obiettivo di migliorare gli standard
qualitativi, attraverso una continua
e meticolosa analisi statistica del
processo. D’altronde il nostro punto
forte è la qualità”.
Polo produttivo e logistico Walvoil di Bibbiano (RE)
Visti dal campo
9. Marzo 2014 - Automazione Industriale 09
Il core business di Walvoil sono i
componenti per impianti oleodinamici
e in particolare i distributori
oleodinamici, ovvero le valvole di
controllo direzionale dell’olio destinate
a macchine agricole, macchine
movimento terra e veicoli industriali.
Mentre ci accingiamo a entrare nello
stabilimento è Antonio Catellani a
prendere la parola. “Data la modularità
dei nostri prodotti, le linee di
montaggio e collaudo sono organizzate
in modo da processare famiglie di
prodotti. Per quanto riguarda la
lavorazione meccanica, l’azienda
è molto integrata verticalmente e
sviluppa all’interno circa il 75% delle
lavorazioni. Abbiamo 80 centri di
lavoro tra tornitura e fresatura, di cui 55
robotizzati”.
Proseguendo la visita all’interno
dei reparti Vasco Monti ci illustra il
processo di produzione del reparto
macchine utensili. “Quello che vediamo
costituisce solo un segmento del
processo di produzione complessivo
che parte dalla lavorazione meccanica
e prosegue con le fasi di montaggio
e collaudo. A monte di questo però
esiste una fase progettuale, che si
svolge presso i laboratori di ricerca e
sviluppo della sede di Reggio Emilia,
dove opera un team di 50 progettisti.
La progettazione genera il file 3D in
ambiente SolidWorks. Questo viene
trasferito a un sistema cam in grado di
generare il programma di lavoro dei
cnc. Di supporto, anche se totalmente
indipendente è il simulatore, ovvero
un software che consente di simulare
l’esecuzione del programma cnc.
A Reggio Emilia, inoltre, proprio
di recente è stato inaugurato anche
un test department certificato, che
fa parte della rete di ‘laboratori alta
tecnologia dell’Emilia Romagna’,
piattaforma meccanica e materiali,
e può offrire i propri servizi a vari
settori dell’industria. È presso il test
department che vengono testati i
prototipi e i prodotti, sviluppati spesso
in co-design con i clienti, prima
che vengano industrializzati negli
stabilimenti Walvoil”.
Le isole grezzo-finito
Lo stabilimento per la lavorazione
meccanica è organizzato in
isole grezzo-finito: il cuore del
prodotto, che per il distributore
è il corpo valvola, viene ottenuto
per asportazione truciolo a partire
da un getto di fusione. La materia
prima quindi è ghisa di fonderia.
Le isole di lavorazione sono dotate
di più macchine asservite da un
robot antropomorfo con la logica
di prelevare il grezzo di fonderia ed
ottenere il corpo finito, pronto per il
montaggio.
Per prodotti quali manifold, ossia
blocchi per circuiti idraulici integrati,
la materia prima è un blocchetto in
acciaio o alluminio, ricavato da barra;
per il prodotto oleodinamico è molto
importante la pulizia interna, per
tale ragione tutti i manifold vengono
sottoposti al trattamento di sbavatura
termica. Ruolo importante riveste
anche la produzione di tornitura da
barra e successiva superfinitura di tutta
la produzione di cursori e cartucce. Nel
polo di Bibbiano si producono oltre 1,5
milioni di cursori all’anno.
“Per l’automazione dei centri di
lavoro”, spiega Catellani, “ci siamo
avvalsi della collaborazione di
Isola robotizzata per
lavorazioni meccaniche,
stabilimento W1L
Linea di
sbavatura
termica,
stabilimento W2L
Isole
robotizzate per
la lavorazione
dei cursori
Visti dal campo
10. 010 Automazione Industriale - Marzo 2014
integratori di sistemi come Sir di
Modena, RRRobotica di Reggio
Emilia e Silvi di Montecchio. Con loro
abbiamo realizzato sistemi di carico/
scarico, compresa la movimentazione
tra le varie macchine presenti
nell’isola di lavoro. A partire da un
catalogo di poche centinaia di articoli
generiamo infatti una varietà di diverse
combinazioni, superiore ai 12mila
codici di prodotto finito venduti
all’anno. Ciò cui aspiravamo e che
abbiamo ottenuto era la possibilità di
una manipolazione dei codici rapida e
un settaggio ridotto al minimo”.
Siamo invitati a soffermare la nostra
attenzione su un’isola robotizzata
dove è installato un sistema di visione
che, fotografando il pezzo uscito
dal tornio, invia le coordinate di
prelievo al robot antropomorfo. Lo
scambio dati fra questi sistemi avviene
attraverso particolari protocolli (Snpx)
che facilitano la comunicazione fra
plc Siemens, cpu e pc del sistema di
visione.
Altra applicazione innovativa ci
sembra inoltre quella che ci viene
indicata come l’ultima avviata. “In
quest’isola avevamo la necessità, di
gestire formati diversi. Per ovviare a
questo, il robot è stato attrezzato con
un sistema di cambio pinze rapido, che
consente di aumentare la flessibilità
e dare autonomia all’isola”, dice
Catellani.
Walvoil
Walvoil è un’azienda emiliana, nata nel 1973,
specializzata nella produzione di distributori
oleodinamici, sistemi di controllo e comando,
valvole e blocchi oleodinamici, elettronica.
Occupa a oggi 1.215 persone, distribuite tra i siti
italiani e le filiali estere in Australasia, Brasile,
Cina, Corea, Francia, India, Usa. L’80% dei suoi
prodotti è venduto all’estero.
Il rispetto delle tolleranze
dimensionali, massima
criticità
I pezzi vengono processati con un
ritmo costante. Chiediamo quali siano
le maggiori criticità di questo processo.
Catellani non ha esitazioni. “Il
rispetto delle tolleranze dimensionali.
Progettiamo le isole di lavorazione
cercando il maggior sfruttamento
del capitale investito, quindi in grado
di produrre anche senza presidio
dell’uomo. La difficoltà maggiore è
rispettare le tolleranze dimensionali che
sono di pochi micron, coniugandole in
automatismi flessibili e affidabili. Per
il raggiungimento dei livelli di qualità,
con affidabilità Six Sigma, i parametri
da tener sotto controllo sono svariati;
i più importanti sono indubbiamente
la precisione delle macchine, le quali
per questo sono dotate di righe ottiche
o magnetostrittive che tengono
sotto controllo la posizione degli
assi, ma anche molto importante è
la termostatazione delle macchine
e degli ambienti di lavoro al fine
di limitare al massimo la deriva
termica. Una citazione a parte
meritano le prestazioni che riusciamo
a raggiungere con la più elevata
tecnologia disponibile nel mondo degli
utensili da taglio”.
Ci siamo intanto spostati presso i
banchi di montaggio. Il livello di
automazione qui si riduce, ma non è
questo ciò che ci colpisce: le valvole
vengono assemblate e integrate
con un dispositivo elettronico: “Le
normative di sicurezza dei veicoli
dove trovano collocazione i nostri
prodotti, impongono un controllo dei
movimenti della macchina in tempo
reale, che noi abbiamo rispettato
sviluppando appositi sensori ad
effetto Hall e joystick elettronici di
governo del distributore. I sensori e i
joystick elettronici vengono prodotti
dalla divisione aziendale che si
occupa di progettazione e produzione
elettronica. Molta attenzione è prestata
all’ergonomia delle impugnature
dei joystick, perché è diventato
un elemento di differenziazione
rispetto alla concorrenza. Questo è
oggi relativamente facile grazie alla
progettazione 3D e alla stampa in 3D
dei prototipi”.
Banco
di collaudo
automatico
linea Sdm145,
W3M
Linea di montaggio Sdm145,
W3M
Test
funzionale
su joystick
elettronico
presso il reparto
Elettronica
Walvoil
Visti dal campo
11. Il nostro nuovo Micro Drive AC10 è un inverter in grado di fornire ottime prestazioni e qualità
del controllo motore nelle applicazioni di tutti i giorni, come, ad esempio, nastri trasportatori,
centrifughe, ventilatori o miscelatori. Le sue dimensioni molto compatte e le sue caratteristiche,
normalmente associate a drive di livello superiore, potrebbero farvi dimenticare che l’AC10
viene proposto ad un prezzo imbattibile. L’AC10 è stato ottimizzato per fornire una soluzione
economica, semplice ed affidabile senza compromessi nelle prestazioni. Collaborare con il leader
mondiale nelle tecnologie di controllo e di motion, vi consente di sfruttare la sua competenza e la
sua esperienza.
Insieme, possiamo fornire prestazioni senza compromessi a meno di quanto vi
immaginate
www.parker.com/ssd/ac10
aalciati@parker.com
12. 012 Automazione Industriale - Marzo 2014
Sicurezza IT
un processo integrato
Trend Micro, Siemens e Clusit si sono incontrati in due seminari a Milano e Bologna
per fare il punto sulla sicurezza IT negli impianti industriali. Successo per le due
tappe dell’iniziativa e un messaggio comune: negli ambienti Ics/Scada la security
non è un prodotto, ma un percorso condiviso che inizia con un’attenta analisi
delle vulnerabilità
di Valeria Villani
F
ino a quindici anni fa si
riteneva che gli ambienti
Scada e Ics (Industrial
Control Systems) fossero al sicuro
da eventuali attacchi informatici:
chi intendeva colpire un ambiente
di controllo industriale era costretto
per lo più a entrare fisicamente
in una control room. In seguito
alla diffusione di applicazioni di
controllo pc-based, all’adozione di
reti basate su protocollo Ethernet
e alle connessioni wireless estese
fino alle sensor network, con
le nuove opportunità offerte
dalle tecnologie sono entrati
in fabbrica anche nuovi rischi.
Rischi che oggi, con l’applicazione
massiccia dell’informatica nei
sistemi di produzione, stanno
esponenzialmente aumentando.
A partire da questa premessa, un
noto brand dell’automazione come
Siemens, un fornitore specializzato
da venticinque anni in sicurezza
informatica come Trend Micro e
un’associazione di settore come
Clusit si sono confrontati lo scorso
28 gennaio a Milano e il 4 febbraio a
Bologna, nel corso dei due seminari
‘Impianti Industriali e Sicurezza
IT’, ai quali è intervenuto portando
la sua esperienza anche Fro Air
Liquide Welding Italia, produttore
di materiali per saldatura e taglio
metalli.
“Sono preoccupato nel notare
come alcune aziende gestiscano
problematiche di sicurezza
IT senza un chiaro elenco dei
Attualità Security
13. Marzo 2014 - Automazione Industriale 013
rischi e una conoscenza delle
possibili vulnerabilità dei loro
sistemi”, ha esordito Alessio
Pennasilico, Security Evangelist
e Membro del Direttivo Clusit.
“Non bisogna dimenticare che la
security in ambito industriale ha
tratti specifici che non valgono
nell’informatica: mettere in
sicurezza un Ics non significa
trasferire un antivirus su un
sistema di controllo, anzi, questa
singola azione non farebbe altro
che penalizzare le performance e
rallentare il sistema in fabbrica”.
Il mondo dell’automazione,
insomma, ha decisamente altre
esigenze, ma pecca anche di alcune
‘leggerezze’ che purtroppo possono
renderlo ancora più vulnerabile.
“Nessuna autenticazione, nessuna
firma, nessuna cifratura, dati in
chiaro sui device o su Internet,
nessuna traccia di log accounting,
pannelli di controllo produzione
disponibili all’accesso di tutte
le figure aziendali, così come,
ad esempio, la possibilità di
visualizzare un dvd o consultare
un quotidiano on-line sul pc
di monitoraggio, sono tutti
elementi che farebbero inorridire
un informatico, eppure spesso
sono ancora accettati da un
responsabile di stabilimento!
Purtroppo, il cambio di paradigma
e la diffusione di nuovi strumenti
IT nei contesti di fabbrica non
sono stati accompagnati da una
trasformazione di visione nelle
modalità del loro utilizzo e da uno
scambio proattivo di informazioni
tra i reparti produzione e quelli IT,
con il loro bagaglio di esperienze
diverse”.
E proprio il mondo
dell’automazione è sempre più
appetibile e attraente per gli
attaccanti informatici, i quali,
anche ora mentre leggete, stanno
probabilmente lavorando a nuovi
malware specifici o a minacce
mirate, come gli Apt (Advanced
Persistent Threat) per le tecnologie
Ics e gli Scada, alimentando un
mercato che fattura quanto, se
non di più, il mercato globale
dell’IT. “Per penetrare nelle reti
di produzione, gli attaccanti
hanno risorse sempre più potenti,
basti pensare al motore di ricerca
Shodan o al security scanner
Nessus, che mettono a disposizione
elenchi di vulnerabilità note e
informazioni che riguardano anche
le reti di automazione”, ha aggiunto
Pennasilico. “Senza dimenticare
che un’altra area di vulnerabilità e
carica di rischi potenziali è quella
della manutenzione ordinaria
e del change management in
ambito Scada, soprattutto dopo la
diffusione dei controlli remoti e
della tele-assistenza”.
Chi si occupa di automazione,
però, non è isolato né privo di
strumenti. Esistono numerose
tecnologie di security e diverse
misure organizzative e linee guida
che, una volta adottate nelle
aziende di produzione, possono
contribuire a difenderle, isolando
e proteggendo le zone più critiche,
pur senza modificare radicalmente
l’installato hardware o software.
“L’importante è adottare tecnologie
e misure organizzative nel modo
più adeguato, solo dopo aver
steso un esaustivo elenco dei
rischi e delle possibili minacce, e
mai dimenticarsi di configurare
correttamente i prodotti, tenendo
assolutamente traccia della
loro configurazione attraverso
un attento back up di tutte le
configurazioni software”.
Security, gli strumenti
esistono
Che le tecnologie di security
esistano lo ha ribadito anche
Gastone Nencini, Country
Manager di Trend Micro Italia,
azienda attiva nel campo della
sicurezza IT da oltre venticinque
anni. “La sicurezza IT non si
esaurisce con l’acquisto di un
prodotto, bensì è un processo che
Alessio
Pennasilico,
Security
Evangelist e
Membro del
Direttivo Clusit
Gastone
Nencini,
Country
Manager
di Trend
Micro Italia
Security Attualità
14. 014 Automazione Industriale - Marzo 2014
si basa sulla contestualizzazione
di più strumenti, strumenti che
sono già disponibili sul mercato
e che possono inserirsi in
ambienti produttivi già altamente
automatizzati, non solo in quelli di
multinazionali o aziende di grandi
dimensioni, ma anche di piccole
e medie imprese”, ha dichiarato
Nencini.
Trend Micro si sta occupando
dell’analisi e dello studio di
problematiche di security
nei contesti Ics e Scada, ben
consapevole che tra mondo IT
e mondo Ics/Scada cambiano
esigenze e paradigmi. “È
necessario che chi si occupa di IT
si confronti con queste differenze
di esigenze e paradigmi per
creare strumenti di protezione
che possano rispettare i requisiti
delle piattaforme Ics/Scada,
proteggendo senza interferire
nella gestione del ciclo produttivo
delle macchine industriali”, ha
aggiunto Nencini. “In Trend
Micro è stata ingegnerizzata una
linea di soluzioni che rispetta le
esigenze primarie di un ambiente
industriale (nessun fermo di
sistema per gli aggiornamenti
o comunque aggiornamenti
eseguibili quando il sistema è già
fermo, nessuna necessità di reboot
dei pc) in modo da rendere sicuro
un sistema anche quando le patch
non possono essere aggiornate
regolarmente, oppure quando
un sistema fa parte di una rete
chiusa, puntando a processi di
installazione facile della security
nelle reti industriali”.
Dunque, partendo dal presupposto
che in ogni caso in una rete
industriale sia in atto una
segmentazione che permette di
separare office IT dall’automation
IT, Trend Micro ha messo a punto
soluzioni di monitoraggio e
controllo studiate appositamente
per la security industriale in
ambito Ics. Di queste, Nencini ha
ricordato, in particolare, dal lato
host, Deep Security, Safe Lock e
Portable Security 2. “La prima
è una soluzione di protezione
avanzata, agentless o agent-based,
per server fisici, virtuali e in-the-
cloud, siano essi server, desktop
pc o laptop”, ha spiegato Nencini.
“Safe Lock è un lockdown security
software che fornisce una difesa
multilivello contro i malware:
permette di utilizzare un sistema
o un device standard come se
fosse dedicato a una specifica
funzione e ne controlla le attività,
le risorse di sistema e gli accessi;
in pratica, controlla tutti i software
e le funzionalità abilitate e crea
una sorta di ‘barriera’ intorno al
server in modo tale che null’altro
che non sia autorizzato possa
essere installato o scaricato; non
richiede connessione a Internet né
aggiornamenti continui”. Portable
Security 2 è invece uno scanning
tool, su supporto Usb, che permette
di eseguire la scansione malware
e include strumenti di pulizia per
pc standalone e sistemi chiusi.
“Questo tool permette di effettuare
la scansione e l’analisi dei log senza
installare alcuna riga di codice
sul pc o sul sistema analizzato,
uno strumento utile soprattutto
nel caso di interventi di terze
parti sul sistema per operazioni
di manutenzione”, ha aggiunto
Nencini. Dal lato network, invece,
la proposta di Trend Micro per il
mondo Ics/Scada include Deep
Discovery, una soluzione di analisi,
monitoraggio e protezione delle
reti, indipendentemente dal loro
tipo di protocollo, da eventuali
minacce in tempo reale, la quale
consente di monitorare il traffico di
rete, anche quello di backup, senza
creare rallentamenti sulla rete di
produzione, permettendo agli
operatori di individuare anomalie
e possibili vulnerabilità e fornendo
protezione contro eventuali
Advanced Persistent Threat. Per la
protezione aggiuntiva dei sistemi
nel caso di utilizzo di memorie Usb
esterne, Trend Micro ha previsto
Usb Security, una soluzione
integrata in chiavetta Usb
Transcend in grado di aggiornare e
neutralizzare i malware provenienti
da file presenti nelle memorie Usb.
Plant security
un approccio integrato
Anche uno storico fornitore di
soluzioni di automazione come
Siemens si sta confrontando
con temi legati alla security,
poiché gli stessi utilizzatori di
Ics: 260 attacchi nel 2013
Negli Stati Uniti, l’Industrial Control Systems
Cyber Emergency Response Team (Ics-Cert), che
rappresenta una sezione speciale dell’US-Cert del
Dipartimento di Sicurezza Nazionale, collabora
con diverse realtà nazionali e internazionali,
pubbliche e private, utilizzatori e fornitori di
sistemi di controllo, con l’obiettivo di condividere
dati sui cyberattacchi alle infrastrutture critiche,
nelle quali sono presenti sistemi di controllo
e Scada, e di individuare tutte le possibili
contromisure. Secondo le segnalazioni volontarie
inoltrate a Ics-Cert, nel 2013 solo negli Stati Uniti
si sono verificati 260 attacchi a reti Ics.
Attualità Security
15. Marzo 2014 - Automazione Industriale 015
tecnologie di controllo industriale
avanzano nuove richieste di
messa in sicurezza e protezione
degli impianti. Il gruppo tedesco
collabora attivamente con alcuni
organismi normatori standard,
con il Dipartimento Governativo
US-Cert (Ics-Cert), si attiva
affinché i suoi prodotti siano
conformi alle certificazioni
internazionali Achilles e Isa Secure
e ha istituito in Siemens Industry, a
livello internazionale, dei Security
Hub interni con il compito di
coordinare eventuali incident a
livello mondo e di realizzare alert
e contromisure. “Nonostante nel
settore del controllo industriale
siano ancora diffusi alcuni
comportamenti poco consapevoli
o siano a volte presenti procedure
interne inefficaci, si sta comunque
prendendo coscienza di una
maggiore vulnerabilità dei contesti
produttivi, anche in seguito alla
crescente diffusione di smartphone,
tablet, laptop, memorie di massa
rimovibili, che possono minacciare
non solo il regolare funzionamento
degli impianti, ma anche l’integrità
di composizioni e ricette”, ha
affermato Mauro Cerea, Head
of Hmi and Ipcs Department di
Siemens SpA - Industry Sector.
“Il mondo industriale non è più
confinato nella control room, non
è più l’isola felice e segregata di un
tempo”.
La proposta di Siemens Industry
per la messa in sicurezza di una
realtà produttiva è basata su un
approccio olistico che prevede
l’attivazione di adeguate modalità
di protezione ai tre livelli principali
di Plant Security, Network
Security e System Integrity.
“Occorre pensare alla sicurezza
in termini di ‘Defence in Depth’:
le soluzioni di sicurezza IT in
ambiente industriale devono
garantire protezione a tutti i
livelli, la sicurezza è un processo
integrato, se solo a uno di
questi tre livelli è presente una
vulnerabilità, è a rischio l’integrità
di tutto il sistema produttivo”.
Al livello più esterno di Plant
Security l’approccio Siemens
prevede l’implementazione di un
adeguato piano di protezione fisica
delle control room e di Security
Management, che include la
schedulazione ciclica dell’analisi
dei rischi, l’adozione di policy di
sicurezza interne e la successiva
valutazione della loro efficacia
nel tempo. A livello di Network
Security si presuppongono il
monitoraggio e la segmentazione
della comunicazione di rete,
la creazione di architetture
Dmz (DeMilitarized Zone) per
l’interfaccia con l’infrastruttura
IT, l’accesso sicuro via Internet,
l’accesso alla rete locale tramite
componenti intrinsecamente sicuri
e con autenticazione utenti. Al
terzo livello di System Integrity,
infine, è necessario intervenire con
misure specifiche di protezione
dei sistemi pc-based di controllo
e comando di macchine o linee
e, più in generale, delle celle di
automazione via firewall. “Siemens
consiglia di realizzare architetture
a zone demilitarizzate (Dmz) ad
La classifica delle vulnerabilità
Il Bsi (Bundesamt für Sicherheit in der
Informationstechnik), il Federal Office
di Information Security tedesco, ha
messo in guardia responsabili e tecnici
che operano in ambito Ics (Industrial
Control System) stilando nel 2012 una
top ten delle minacce più insidiose che
possono rendere vulnerabili gli impianti.
Sono essenzialmente dieci i trend che
impattano sulla vulnerabilità dei sistemi
di automazione industriale. Dominano
la classifica gli accessi remoti non
adeguatamente protetti e gli attacchi
on-line, mentre al terzo e quarto posto
vi sono rispettivamente gli attacchi a
componenti di automazione standard
presenti nelle reti Ics e i (Distributed)
Denial of Service Attack ((D)DoS Attack).
A seguire, al quinto e sesto posto
troviamo gli errori umani e/o sabotaggi
e l’introduzione di codice dannoso a
mezzo di memorie di massa removibili
(Usb) o altri media. Chiudono la top ten
l’intercettazione e manipolazione di codici
di comando in formato testo e non criptati
nella rete Ics (hacking di tipo ‘man-in-the-
middle’), gli accessi senza autentificazione
alle risorse di sistema, gli attacchi ai
componenti di rete e, infine, i guasti e la
casualità.
Mauro
Cerea, Head
of Hmi and Ipcs
Department
di Siemens
SpA - Industry
Sector
Security Attualità
16. 016 Automazione Industriale - Marzo 2014
uso data server access, le quali
risultano molto utili soprattutto
nel garantire una connessione
sicura nel caso di interventi di
manutenzione remota o tele-
assistenza”, ha spiegato Cerea. “Di
solito suggeriamo l’impiego di
componentistica di rete ‘security
integrated’, come i Siemens
Scalance S623, a controllo della
Dmz, e l’accesso al sistema via
Internet attraverso tunnel Vpn
con protocollo di comunicazione
criptato: anche in questo caso,
la connessione Vpn sicura è
indispensabile negli interventi
di manutenzione remota”. Le
celle di automazione, intese
come unità logiche indipendenti
spesso installate da differenti
fornitori (Oem), devono essere
collegate tra loro con il minimo
di interconnessioni possibili e
solo se assolutamente necessario.
“L’installazione di componenti
Siemens Scalance S a protezione
di ogni singola cella segmenta
la topologia di rete, autorizza
le sole connessioni permesse e
regolamenta la comunicazione
secondo le impostazioni dei
firewall”, ha suggerito Cerea.
Serve più dialogo con
la fabbrica, lo dice il Cio
“Non possiamo permettere che
l’IT causi un fermo impianto,
creerebbe un danno all’azienda
proporzionale a quanto tempo gli
impianti restano fermi; il costo
diretto di un fermo macchina
è sempre molto elevato in una
struttura aziendale complessa e in
un’infrastruttura di produzione
altamente interconnessa come
quelle del gruppo multinazionale
del quale siamo parte”, ha
commentato Federico Fontana,
Cio di Fro Air Liquide Welding
Italia SpA, branche italiana
dell’omonima multinazionale
francese che nel nostro Paese
conta 450 collaboratori, quattro
siti produttivi, un magazzino e un
centro R&D. Per un’azienda come
Fro Air Liquide Welding, ogni
minaccia e vulnerabilità trascurata
possono trasformarsi in danni non
solo in termini di rallentamento
della produzione e, quindi, di
ritardo nella fornitura al cliente,
ma anche in termini di alterazioni
nella composizione dei materiali
semilavorati, con conseguenti
difetti nella saldatura per i clienti
I tool degli attaccanti
Sono diversi gli strumenti che un attaccante può
reperire sul mercato per violare con successo
un sistema Scada. Possono essere utili un buon
server hosted, affidabile e performante, che
permetta di effettuare lo scan delle porte-target
senza bloccare l’attaccante, oppure alcune
attrezzature di test per individuare nuovi zero-day
negli Ics, facilmente reperibili su Ebay. Per colpire
un sistema Scada anche da Internet, può essere
d’aiuto una licenza professionale per l’uso del
motore di ricerca Shodan, oppure istanze virtual
server sul cloud EC2 di Amazon per caricare
piattaforme e tool di penetration testing sugli
Scada, come ad esempio SamuraiStfu e Kali,
che aiutano ‘a vedere cosa c’è all’interno’. Utile,
infine, è una licenza professionale per lo scanner
delle vulnerabilità Nessus, per identificare le
vulnerabilità più facilmente sfruttabili in un
ambiente Scada.
Cybercrime, un mercato che fattura
Dimenticate l’hacker brufoloso seduto al pc in un polveroso garage.
Al suo posto, oggi, a ingegnerizzare nuovi cyberattacchi ci sono
soggetti che guadagnano parecchio denaro. Chiunque, qualunque
attività svolga, è un potenziale target del nuovo redditizio mercato del
cybercrime, che si sviluppa intorno al furto di dati aziendali sensibili
(idee, progetti, brevetti, elenchi clienti/fornitori...). Il mercato del
cybercrime fattura attualmente quanto quello dell’IT a livello globale,
ha un giro di affari una volta e mezzo il traffico degli stupefacenti.
Esistono decine di migliaia di sistemi di controllo le cui password e
username di default sono pubblicati su Internet. Oggi, smarrire uno
smartphone aziendale può costare a un’impresa la perdita di oltre
17mila informazioni sensibili.
Federico Fontana, Cio di Fro Air
Liquide Welding Italia SpA
Attualità Security
17. Marzo 2014 - Automazione Industriale 017
finali. Raccontando l’esperienza
aziendale relativa all’approccio
alla sicurezza IT negli impianti
industriali, Fontana ha aggiunto:
“Il focus del reparto IT è quello di
non fermare mai la produzione.
Fino a qualche anno fa i plc erano
fuori dalla rete Internet, oggi non
è più così, per questo adottiamo
ulteriori misure di protezione e
riduzione delle vulnerabilità dei
nostri sistemi di produzione. Ad
esempio, ai fornitori considerati
partner consegnamo pc portatili
con password e token, con i
quali possono collegarsi ai nostri
device per effettuare interventi di
manutenzione o tele-assistenza. In
azienda non esistono connessioni
Wi-Fi, ad eccezione del magazzino,
e non è prevista la possibilità
di utilizzare supporti Usb.
Abbiamo segmentato le reti di
comunicazione, utilizziamo reti
Vpn separate anche per la gestione
di applicazioni Rfid. Inoltre, ad
eccezione del Cio, nessuno ha
i diritti di amministrazione e,
quando il Cio si collega come
amministratore di sistema, lo fa
con un account distinto per tenere
traccia di ogni azione e intervento”.
Confermando che procedure e
soluzioni di security esistono e
funzionano, purché siano adottate
in modo idoneo, Fontana ha posto
poi l’accento su una lacuna che,
a suo parere, può influenzare
negativamente un approccio
corretto alla security nei contesti
industriali odierni: la mancanza
di dialogo e di coinvolgimento
proattivo nei progetti tra i
responsabili del reparto IT e quelli
dello stabilimento produttivo. “Il
boom dell’informatica applicata
Quali danni economici?
È difficile reperire in Italia statistiche ufficiali
sui danni economici provocati dagli incidenti
informatici, sia a causa della difficoltà di
riconoscere di aver subito un incidente da parte
della vittime, sia per una certa riluttanza che le
vittime stesse hanno a denunciare l’incidente. Lo
ribadisce il Rapporto Clusit 2013, nel quale sono
citati alcuni dati in merito, risalenti però al 2011. I
dati disponibili indicano un esborso complessivo
di 2,45 miliardi di euro per i cittadini italiani a
causa di crimini informatici, crimini dei quali 8,9
milioni di individui sono rimasti vittima. Sempre
nel 2011, si legge nel Rapporto, il Ponemon
Institute ha stimato che nel nostro Paese per
ogni compromissione di un record personale
un’azienda spende 78 euro tra indagini, notifiche,
spese legali e costi legati all’interruzione del
business.
negli ambienti di produzione
spinge all’incontro, a volte forzato,
di questi due mondi, con regole
e linguaggi differenti anche in
virtù della diversa estrazione
professionale e della formazione
di chi li abita”, ha rilevato Fontana.
Può capitare che i responsabili
IT non abbiano le competenze
specifiche per operare sui pc
di controllo e supervisione di
stabilimento o che, al contrario, i
plant manager sottovalutino alcune
procedure di security fondamentali
per l’intera azienda, in quanto
considerate penalizzanti per la
produttività d’impianto. “Da tempo
in azienda ci siamo attivati per
massimizzare la comunicazione
e la collaborazione tra le figure
dell’IT (informatica e business
intelligence) e della produzione, in
modo che entrambi i dipartimenti
si avvalgano del massimo supporto
reciproco e contribuiscano alla
creazione di un processo integrato”,
ha detto Fontana. “Sono stati
istituiti dei comitati di lavoro
in azienda per un confronto
costante sulle problematiche di
security e sulle loro soluzioni e
per la sensibilizzazione di tutti
i dipendenti su un utilizzo più
adeguato di strumenti e best
practice. Molta importanza è
attribuita anche alla reportistica:
stiliamo regolarmente report
e analisi dettagliate dei log che
indicano quali eventuali attacchi
si sono presentati e come i nostri
sistemi di security li hanno
respinti: la sicurezza IT funziona,
anche quando non si vede!”.
La sicurezza IT è un investimento
nella protezione del proprio
business, è un processo aziendale
condiviso. Se le tecnologie di
attacco diventano sempre più
sofisticate, altrettanto devono
esserlo quelle di difesa.
Al bando dunque il ‘fai da te’ e
l’approssimazione, con un’ultima
raccomandazione, nelle parole
di Gastone Nencini e di Alessio
Pennasilico. “Ricordatevi sempre
di fare un inventario di tutti i
vostri device e software di fabbrica
e delle funzionalità e dei sistemi
operativi che essi contengono”, ha
detto Nencini. “La prima cosa che
ciascuno dovrebbe fare stasera,
al più tardi domani, è stendere
un elenco delle vulnerabilità e
dei rischi concreti del proprio
impianto, stilando una sorta di
‘gap analysis’, in base alla quale
valutare le soluzioni di mercato,
le configurazioni e le procedure
aziendali più idonee da adottare”,
ha concluso Pennasilico.
Security Attualità
18. 018 Automazione Industriale - Marzo 2014
Oltre il Plm
verso il Plk
Product Lifecycle Knowledge, ovvero ottimizzare la gestione
della conoscenza di prodotto lungo l’intero ciclo di vita. È la
nuova frontiera dell’efficienza industriale secondo Holonix,
start up che in tre anni si è trasformata in un’impresa
proponendo la piattaforma i-LiKe
di Valeria Villani
Quali ingredienti hanno permesso
a Holonix il passaggio da start up
a ‘vera azienda’?
È stata più che altro la capacità
di individuare concretamente
un’opportunità di mercato, di
immaginare un’idea applicata nella
pratica, di trasformare un progetto
I
l tradizionale salto di livello da
start up a impresa Holonix l’ha
compiuto grazie a quella che
l’attuale amministratore delegato
Jacopo Cassina definisce una
particolare indole, una capacità
visionaria. “Una start up è un po’
come una ricetta culinaria, invitante
e promettente sulla carta, che può
trasformarsi in un ottimo piatto
solo con ingredienti di qualità
e propriamente dosati”, dice
Cassina. Holonix, spin-off del
Politecnico di Milano che conta
attualmente 18 persone in
organico, è nata nel 2010 dopo
diversi anni di ricerche a livello
internazionale, condotte dal prof.
Marco Taisch e dallo stesso Jacopo
Cassina, indirizzate a sostenere le
aziende nell’ottimizzazione dei loro
processi operativi (produzione,
logistica, manutenzione, assistenza
ecc.) tramite un approccio basato
sulla capacità di gestire, in modo
efficiente, la conoscenza generata nel
ciclo di vita di un prodotto.
Attualità Software
19. Marzo 2014 - Automazione Industriale 019
di ricerca in un’applicazione reale.
Molto ha giocato anche la nostra
inclinazione al ‘fare’, che ci ha
portato a individuare clienti e a
eseguire analisi di mercato sulla
nostra idea imprenditoriale ben
prima dell’avvio della start up.
Avete creato i-LiKe, ovvero
‘Intelligent Lifecycle Data and
Knowledge’. Di cosa si tratta
esattamente?
Si tratta di una soluzione a moduli,
erogabile in modalità software
as-a-service mediante pagamento
di un canone mensile, studiata
per le imprese che intendono
ottimizzare la gestione della
conoscenza relativa ai prodotti
(Product Lifecycle Knowledge)
lungo l’intero ciclo di vita. In
pratica, la soluzione nasce dall’idea
che oggi sia sempre più necessaria
un’integrazione tra il mondo
tipico del plm propriamente detto
e quello della tracciabilità, Rfid e
non, in un mercato profondamente
cambiato rispetto al passato, nel
quale il principale valore aggiunto
si origina nella progettazione
e nei servizi, non più nella
produzione. La piattaforma
prevede dei moduli orizzontali,
comuni a tutte le fasi del ciclo di
vita, e moduli verticali, pensati
per esigenze specifiche di ogni
singola fase. Tutti i moduli sono
assemblati e abilitati in diverse
suite, con set di funzionalità e
interfacce specifiche ottimizzate
per diversi settori industriali di
riferimento. L’implementazione di
i-LiKe permette di razionalizzare
i processi operativi, assicurando
un monitoraggio minuzioso
delle loro fasi. Ogni modulo si
Jacopo
Cassina, Ceo
di Holonix
riferisce a singole aree funzionali
aziendali, ad esempio il magazzino,
lo stabilimento produttivo, e tiene
traccia del prodotto e di tutte le
informazioni specifiche a esso
relative per ogni fase del ciclo di
vita.
i-LiKe è una piattaforma che
permette di tracciare il prodotto?
Sì, ma non solo: traccia la
‘conoscenza’ sul prodotto. Con i
moduli di i-LiKe è possibile seguire
le informazioni del prodotto
e dei processi che subisce, dal
beginning-of-life (progettazione
e produzione) al middle-of-life
(ad esempio, manutenzione,
magazzino) fino all’end-of-life
(dismantling, revamping). Tutti
i dati registrati sono salvati nel
modo più adeguato in base ai
diversi ruoli aziendali e sono resi
disponibili in modo ‘verticale’ e
non più aggregati solo in modo
orizzontale, come nei sistemi
tradizionali.
A chi è rivolta la soluzione?
È progettata per le imprese di
grandi, medie o piccole dimensioni
attive nei settori più disparati,
dal chimico al manifatturiero,
dal nautico agli elettrodomestici.
La piattaforma i-LiKe può essere
personalizzata per ogni tipo di
azienda, in modo da integrarsi
con le diverse infrastrutture
tecnologiche pre-esistenti.
Per quanto riguarda le figure
aziendali, invece, l’utilizzatore
ideale della soluzione è chi
gestisce la produzione, il
magazzino o la manutenzione.
Si tratta essenzialmente di figure
che lavorano tutte nell’ambito
Operation, anche se stiamo
iniziando ad approcciare il gruppo
dei progettisti.
Quali benefici ottiene
l’utilizzatore?
Entrando nella piattaforma i-LiKe,
l’utilizzatore ricava una sorta di
carta di identità del suo prodotto,
in tutto il ciclo di produzione e
anche oltre. In alcuni casi estrae
dati che erano già presenti - anche
se in modo disaggregato ed
eterogeneo - nello shop floor. Può
risalire allo storico di prodotti
precedenti e di tutte le loro
eventuali difettosità. Ottiene una
maggiore efficienza complessiva
grazie al collegamento più stretto
tra produzione e magazzino:
un nostro cliente, ad esempio,
ha recentemente rilevato una
riduzione del 90% di costi legati
agli errori nelle spedizioni.
Chi sono attualmente i vostri
clienti?
In tre anni abbiamo realizzato oltre
dodici installazioni industriali,
quasi tutte all’estero. Collaboriamo
con Nearchimica, con aziende
del settore automobilistico, con
Software Attualità
20. 020 Automazione Industriale - Marzo 2014
produttori di elettrodomestici. Ci
prepariamo a far partire due nuovi
progetti nel 2014, uno in Francia
e uno in Lituania. Tra le referenze
c’è anche Sirap-Gema (Gruppo
Italcementi), che utilizza la
piattaforma per la sua funzionalità
di magazzino: ha scelto il nostro
modulo Wms, chiedendo una
personalizzazione che permette di
collegarlo ai moduli del software
di gestione della produzione e
ai dati dei tag Rfid utilizzati per
identificare le posizioni.
Il mercato estero è l’unica
salvezza per un imprenditore
nazionale?
Non si può certo negare che il
mercato italiano continui a essere
piuttosto fiacco, quindi sì, in un
certo senso il mercato estero porta
migliori prospettive di crescita.
Tuttavia, in Italia ci sono ancora
molti interlocutori validi, aziende
di valore che puntano sull’export e
investono molto nell’innovazione.
Qual è stato il primo cliente a
scommettere su Holonix?
Fu Nearchimica, azienda con
la quale è tuttora in corso un
interessante progetto per la
gestione della produzione, del
magazzino e delle spedizioni
mediante Rfid, e, in particolare,
per la gestione della temperatura
dei prodotti tramite Rfid semi-
attivi nella fase di trasporto. Dopo
aver analizzato tutti i casi in cui
il materiale chimico risultava
deteriorato nella fase di trasporto,
abbiamo impostato una nuova
gestione completa dei dati con
l’Rfid. In questo caso è stata
fondamentale la collaborazione
Holonix e la ricerca europea, quattro percorsi di contaminazione
Dei quattro progetti di ricerca europei menzionati da Jacopo
Cassina, nei quali è coinvolta Holonix, il primo, Boma, che
si è concluso nel novembre 2013, ha avuto come scopo
primario quello di garantire la transizione della barca da
‘semplice manufatto’ a ‘prodotto intelligente’: attraverso la
tecnologia dell’Internet of Things, è stato possibile rendere
le imbarcazioni riconoscibili e capaci di poter comunicare,
ricevere e processare dati e informazioni raccolte a bordo o
fornite da altri sistemi. Il secondo, LinkedDesign, invece, è
condotto in collaborazione con un produttore automobilistico,
con l’obiettivo di individuare un metodo per aumentare la
produttività e ridurre il Tco, fornendo un sistema integrato e
una visione olistica su dati, persone e processi di tutto il ciclo-
vita del prodotto. L’obiettivo del terzo progetto, Premanus,
è lo sviluppo di una piattaforma software che semplifichi
il fine-vita dei prodotti e ottimizzi i processi decisionali,
legati a questo momento, in termini di rigenerazione, riciclo
dei materiali o riutilizzo degli stessi. Nato con lo scopo di
migliorare e ottimizzare la gestione dei prodotti giunti a fine-
vita, Premanus coinvolge attualmente sia partner universitari
come il Politecnico di Milano e la Loughborough University, sia
partner industriali, come Centro Ricerche Fiat (rigenerazione
motori), Skf (rigenerazione turbine eoliche) e Remedia (gestione
rifiuti tecnologici), oltre ovviamente a Holonix, che si occupa
di definire e implementare i requisiti dell’architettura della
piattaforma software. Infine, il progetto Pathfinder si sviluppa
all’interno di Factories of the Future, un programma in cui la
Commissione Europea e l’industria stanno collaborando per
sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle nuove tecnologie
dedicate al settore manifatturiero dell’UE. Il progetto ha un
focus sulle tecnologie di simulazione e di previsione e si pone
l’obiettivo finale di creare una roadmap e di informare l’industria
manifatturiera sulle nuove tecnologie e favorire la creazione di
una rete di esperti che coadiuveranno la ricerca.
Opportunità dall’Internet of Things e dall’end-of-life
“L’Internet of Things è un mondo nel
quale Holonix si sente a suo agio”,
afferma Jacopo Cassina. “Occupandoci
esclusivamente di software, individuiamo
nello IoT un ambito nel quale le nostre
soluzioni possono portare un importante
e reale valore aggiunto, a partire dalla
gestione dei dati che provengono da
applicazioni di IoT. Consideriamo l’IoT
un’ottima opportunità in termini di data
management”. Ottime opportunità,
secondo Holonix, sono da ricercare anche
nella gestione dell’end-of-life. “Da un punto
di vista IT, la tracciabilità di prodotto oltre il
ciclo produttivo e, in particolare, la gestione
dell’end-of-life racchiudono prospettive
di business enormi nei prossimi anni,
soprattutto nel re-manufacturing: si pensi,
ad esempio, alle turbine eoliche o ad altri
grossi prodotti industriali, per i quali può
essere determinante gestire una ‘seconda
vita’ (revamping, component replacement).
Attualità Software
21. Get new technology first
■ Procurarvi una panoramica globale del mercato
■ Toccare con mano le tecnologie più innovative
■ Trarre vantaggio dal transfer di know-how e
scoprire le tendenze del futuro
7–11 aprile 2014
Hannover ▪ Germania
hannovermesse.com
HANNOVER MESSE 2014
L‘innovazione è fattore di successo
Fiera di Hannover · Tel. +39 02 70 63 3 29 2 · info@hfitaly.com
con Motorola Psion, che ha fornito
i reader per la lettura dei tag
sulle singole sacche di materiale
chimico.
Fin qui l’impresa e il business.
La ricerca, invece, l’avete
abbandonata?
Assolutamente no, la ricerca è
insita nel nostro Dna. Essendo
Holonix uno spin off, il
Politecnico mantiene una quota
nell’azienda: siamo dunque
sempre in contatto con il mondo
accademico, della ricerca e della
sperimentazione. Questo legame
ci permette di essere sempre
aggiornati e all’avanguardia.
La contaminazione di Holonix
con il mondo della ricerca è
dimostrata anche dai quattro
progetti condotti a livello europeo:
Boma, per la gestione delle
imbarcazioni, conclusosi lo scorso
novembre, oltre ad altri tre tuttora
in corso con focus sul mondo
manifatturiero, LinkedDesign,
Premanus e Pathfinder.
A cosa state lavorando
attualmente?
In collaborazione con alcuni
grandi costruttori industriali
e software vendor, ci stiamo
concentrando in particolare su
un percorso di standardizzazione
per lo scambio di informazioni
e l’estrazione dei dati sui singoli
componenti, da e verso la nostra
piattaforma i-LiKe. Il risultato di
questo percorso sarà un nuovo
standard internazionale, Qlm,
Quantum Lifecycle Management,
semplice e lineare, in grado
di favorire la comunicazione
omogenea e integrata tra la nostra
piattaforma e gli altri software
presenti nelle aziende. Inoltre,
dopo la personalizzazione di
i-LiKe per il mondo consumer del
giugno 2013, prevediamo nel corso
del 2014 una nuova declinazione
di i-LiKe per il mondo del fashion.
Sempre nel corso del 2014, la
versione 1.13 di i-LiKe sarà
aggiornata alla release 2.0.
Per informazioni
Holonix
www.holonix.it
Software Attualità
22. 022 Automazione Industriale - Marzo 2014
Premiato il business
che viaggia
tra Italia e Regno Unito
Sono stati assegnati a Milano a fine gennaio gli UK-Italy
Business Awards, i riconoscimenti alle aziende italiane
che nel 2013 hanno scelto il Regno Unito per sviluppare
il proprio business
di Giorgia Andrei
S
i è svolta il 23 gennaio a
Palazzo Mezzanotte, sede
della Borsa in Piazza Affari,
a Milano, la settima edizione dei
premi UK-Italy Business Awards,
evento con il quale il governo
britannico celebra i successi degli
investitori italiani che scelgono il
Regno Unito per i propri piani di
crescita e internazionalizzazione.
Organizzata dal Consolato Generale
Britannico di Milano e da UK
Trade & Investment (Ukti), l’agenzia
governativa per la promozione
dell’export e l’attrazione degli
investimenti, la serata ha visto anche
la partecipazione di Flavio Zanonato,
allora Ministro dello Sviluppo
Economico, che ha evidenziato
come Italia e Regno Unito siano
ugualmente impegnati “a ridurre
gli oneri che frenano lo sviluppo
economico in Europa” e come i
rapporti di affari tra i due Paesi
siano particolarmente dinamici “nel
comparto dell’alta tecnologia, nel
settore chimico-farmaceutico e in
quello dell’energia”.
Durante lo scorso anno finanziario
l’Italia si è collocata al terzo posto
tra gli investitori stranieri per
numero di progetti, a conferma
del continuo interesse dimostrato
dagli imprenditori italiani verso il
Regno Unito e del dinamismo delle
relazioni bilaterali tra Regno Unito
e Italia.
Allo stesso modo, secondo Michael
Fallon, Ministro di Stato britannico
per il Business e l’Energia: “L’Italia
continua a essere un’importante
fonte d’investimenti, in Europa
come nel resto del mondo; i vincitori
condividono un forte impegno
per quanto riguarda innovazione,
eccellenza tecnica, esperienza
imprenditoriale e sostenibilità”.
Attualità Mercato
23. Marzo 2014 - Automazione Industriale 023
approdata con l’acquisizione di
Profile Pharma e persegue un
modello di ricerca & sviluppo
innovativo, imperniato su uno
scambio continuo e aperto con
università, centri di eccellenza e
startup inglesi.
Merita una nota anche il respiro
internazionale di TerniEnergia,
uno dei maggiori player italiani
nel mercato delle energie
rinnovabili, dell’efficienza
energetica e dell’ambiente.
TerniEnergia, che opera come
integratore di sistemi, ha aperto
una nuova filiale a Londra, sulla
scia del crescente interesse del
mercato britannico nelle energie
green.
Anche quest’anno l’evento
ha dato un forte risalto agli
UK-Italy Innovation Awards,
categoria dedicata alle giovani
imprese in rapida crescita,
vincitrici delle business
competition organizzate o
supportate da Ukti in Italia
nel 2013. Cinque sono state le
aziende premiate: Optosensing,
APWonders, Niso Biomed,
on-iris e Qurami.
Le realtà premiate
Tra le numerose aziende
premiate, citiamo Moleskine,
alla quale è andato il Brand
Recognition Award, Tratos
Group e Seda Packaging Group,
premiate con l’Industrial
Investment Award, Zambon,
che ha ricevuto il Research
& Development Award e
TerniEnergia, aggiudicatasi il
Green Economy Award.
Interessanti sono i numeri di
queste realtà, da Moleskine
che, nata nel 1997 a Milano, ha
realizzato nel 2012 78 milioni
di euro di utili ed è nel Regno
Unito una vera e propria icona,
a Tratos Group, produttore di
cavi in fibra ottica presente dal
1981 nel Regno Unito, che ha
scelto di realizzare un nuovo
stabilimento nella regione
di Liverpool, investendo 12
milioni di sterline per nuovi
macchinari e 6 per l’acquisizione
del sito, a Seda Packaging
Group, azienda di Napoli con
un profilo globale nel settore
del confezionamento, che ha
annunciato un investimento
di 18 milioni di sterline per
l’espansione e modernizzazione
del suo stabilimento in Galles.
Zambon, espressione
dell’imprenditoria familiare
italiana, da oltre un secolo
azienda di riferimento
nell’industria chimica e
farmaceutica, si è aggiudicata
il riconoscimento per la sua
attività di R&D, alla quale
è destinato un piano di
investimento di 132 milioni
di euro per il periodo 2013-
2017. Oltre Manica, l’azienda è
Un supporto per le aziende che guardano oltre Manica
UK Trade & Investment aiuta le aziende con sede nel Regno
Unito ad affermarsi sui mercati globali e assiste le imprese di
tutto il mondo interessate a realizzare investimenti di qualità
oltremanica. A tutti gli investitori, potenziali o già presenti nel
Regno Unito, il Gruppo per gli Investimenti di Ukti Italia fornisce
consulenze e informazioni pratiche sulle potenzialità del
mercato e sugli incentivi governativi.
Durante lo scorso anno finanziario l’Italia si è collocata al
terzo posto tra gli investitori stranieri per numero di progetti, a
conferma del continuo interesse dimostrato dagli imprenditori
italiani verso il Regno Unito e del dinamismo delle relazioni
bilaterali tra Regno Unito e Italia. Nel Regno Unito, sesta
economia del mondo in termini di Pil, ogni anno sono 330mila
le nuove aziende registrate.
Palazzo
Mezzanotte,
a Milano, ha
ospitato il
23 gennaio
la settima
edizione dei
premi UK-Italy
Business
Awards
Per informazioni
UK Trade & Investment -
Consolato Generale Britannico
www.ukti.gov.uk
Mercato Attualità
24. 024 Automazione Industriale - Marzo 2014
A&T, una fiera
dagli orizzonti innovativi
Automazione e robotica saranno al centro
di Affidabilità & Tecnologie 2014. La manifestazione
in programma a Torino il 16 e 17 aprile cresce del 50%
e guarda con attenzione a Horizon 2020
di Carolina Mirò
P
rogetti innovativi e
trasferimento tecnologico
per creare nuovi modelli
produttivi, maggiormente
competitivi e sostenibili: è questo il
contenuto al quale tende l’iniziativa
Horizon 2020 e questo l’ambito in
cui vuole inserirsi Affidabilità &
Tecnologie, fiera internazionale che
torna a Torino, il 16 e 17 aprile, per
la sua ottava edizione.
Il progetto europeo Horizon 2020,
Fabbrica del Futuro, che ha come
obiettivo principale la competitività
delle imprese manifatturiere
europee, soprattutto quelle medie e
piccole, aggrega risorse pubbliche
e private nel campo della ricerca
e dell’innovazione per supportare
centinaia di progetti di ricerca
orientati al mercato e stimolare il
mercato del lavoro.
Robotica in primo piano
Su quest’ultimo aspetto, un
contributo importante, secondo gli
operatori del settore automazione,
arriva dalla robotica, che anche
in quest’edizione di A&T avrà un
rilievo particolare. Come dice
Arturo Baroncelli, presidente
dell’International Federation of
Robotics: “Solo con automazione e
robotica le aziende possono essere
realmente competitive a livello
mondiale, arrivando a possedere
quella flessibilità indispensabile
per mantenersi all’avanguardia,
oggi come negli anni a venire, in
un ambiente industriale sempre
più dinamico”. Oltre ad aumentare
la produttività delle aziende
manifatturiere, i robot, continua
Baroncelli, “creano lavoro, perché
contribuiscono alla creazione di
aziende di successo, che a loro volta
danno vita a nuovi posti di lavoro”.
In un’area speciale all’interno del
padiglione espositivo di A&T 2014,
i fornitori di robot e tecnologie
di controllo industriali, in
collaborazione con i propri system
integrator, presenteranno le loro
soluzioni più innovative. Tra i nomi
presenti citiamo: Kuka Roboter,
con la sua gamma Agilus di robot
di piccole dimensioni, e la nuova
tecnologia mxAutomation, che
permette la programmazione del
robot direttamente dall’interfaccia
di un controllo numerico;
Mitsubishi Electric, che illustrerà le
Un’ampia area espositiva ad Affidabilità
& Tecnologie sarà dedicata a fornitori di
software che presenteranno soluzioni
per la simulazione, dedicate ai settori
automotive, aerospazio e meccatronica
Attualità Eventi
25. sue soluzioni di automazione integrata; Comau, con novità
quali il robot Racer (portata 7 kg e sbraccio 1.400 mm), e le
tecnologie di simulazione; Yaskawa Italia, che proporrà in
anteprima la soluzione MA1440, con il nuovo generatore
RL350 integrato con il controllo robot per la saldatura ad
arco, e l’MC2000 per la saldatura laser.
Dalla visione artificiale al testing
Ben rappresentato ad Affidabilità & Tecnologie sarà anche
il comparto della visione artificiale e dell’ispezione ottica.
Omron Electronics esporrà il sistema di visione compatto
FH, che promette agli utenti di ridurre i tempi di ciclo delle
macchine e di contare su prestazioni precise e affidabili,
anche nelle condizioni operative più difficili.
Sistemi Rfid, HF e Uhf, sensori di visione Bvs, sistemi di
comunicazione IO-Link e networking, insieme a una nuova
gamma di sensori induttivi, ottici, capacitivi e ultrasonici
e sistemi di misura in assenza di contatto, costituiscono
invece la proposta che illustrerà a Torino Balluff
Automation. Altre proposte interessanti saranno esposte da
Hamamatsu Photonics Italia, Tattile e Vision Device.
Anche per l’edizione 2014, infine, A&T sarà punto
di riferimento per Oem, System Integrator e aziende
manifatturiere alla ricerca di tecnologie innovative per le
analisi in sperimentazione, il controllo qualità e il comparto
della caratterizzazione dei materiali.
Per informazioni
Affidabilità & Tecnologie
www.affidabilita.eu
L’ambito della
caratterizzazione
dei materiali sarà in
particolare evidenza
ad A&T 2014, con
l’adesione di decine
di laboratori prova e
centinaia di società
espositrici
26. 026 Automazione Industriale - Marzo 2014
Nuovi hub
per le smart grid
Si chiama New Cab Elarc il progetto di ricerca capitanato
da Cep - Componenti Elettrici e Prefabbricati,
per la realizzazione di cabine di trasformazione idonee
a fare da centri nevralgici alle smart grid
di Virna Bottarelli
L
e finalità del progetto
New Cab Elarc sono già
contenute nel suo nome.
“L’idea è di sviluppare una nuova
cabina di trasformazione (New
Cab) per l’allacciamento alla rete
degli impianti di produzione
dell’energia da fonti rinnovabili e
per la trasformazione dell’energia
elettrica da media a bassa tensione
(MT/bt) che rispetti i requisiti
imposti dalla normativa in
materia di limitazione degli effetti
dell’Elettrosmog e degli Archi
elettrici interni (Elarc)”, dicono
Mario Melodia, direttore tecnico
commerciale di Cep - Componenti
Elettrici e Prefabbricati, azienda
capofila del progetto, e Vincenzo
Di Dio, direttore scientifico
del progetto e ricercatore
presso l’Università di Palermo
- Dipartimento di Energia,
Ingegneria dell’Energia e Modelli
Matematici.
Oltre a Cep e all’Università di
Palermo, il progetto New Cab
Elarc, avviato il 10 dicembre 2012
e destinato a durare fino alla
fine del 2015, interessa altre due
aziende, Isca Francesco e Cim, ed
è cofinanziato dai fondi strutturali
della linea di intervento 4.1.1.1. del
Programma Operativo del Fondo
Europeo Sviluppo Regionale Sicilia
2007-2013.
Il progetto, del valore complessivo
di 700mila euro, è stato illustrato
in occasione della XII Giornata
della Ricerca Anie, il 6 dicembre
2013, il cui tema centrale è stato,
infatti, la Smart City, per la
cui realizzazione il contributo
dell’elettronica e dell’elettrotecnica,
ossia delle aziende del mondo
Anie, è fondamentale.
Cabine che rispettano
la normativa
“Lo sviluppo tecnologico dei
Paesi industrializzati è basato
sull’approvvigionamento e lo
sfruttamento di fonti energetiche,
soprattutto per la produzione di
energia elettrica; la produzione e
distribuzione di energia elettrica
pongono, però, problemi tecnici
ed economici complessi, legati
anche ad aspetti indesiderati; è
in questa cornice che s’inquadra
la problematica affrontata dal
progetto”, spiega Melodia che,
Il progetto è
stato illustrato
in occasione
della XII
Giornata della
Ricerca Anie,
il 6 dicembre
2013, dedicata
alla Smart City
Attualità Smart city
27. Marzo 2014 - Automazione Industriale 027
con Cep, ha seguito anche il
progetto, conclusosi nel 2007,
‘Ottimizzazione e automazione di
cabine elettriche di distribuzione
e di sistemi di produzione locale
dell’energia elettrica a sostegno
dell’innovazione della produzione
di aziende elettromeccaniche
siciliane per la penetrazione in
mercati esteri’.
Obiettivo del progetto New Cab
Elarc è che la cabina assuma
il ruolo di hub delle smart
grid. Come spiega Vincenzo
Di Dio, che con il suo team
dell’Università di Palermo ha
svolto l’attività di ricerca sul layout
delle cabine e sulla misura delle
emissioni: “La novità della New
Cab sta nella sua caratteristica
intrinseca di sicurezza, che le
consente di contenere, oltre alle
apparecchiature tradizionali di
una cabina elettrica, i dispositivi
di controllo e di gestione di una
smart grid”.
Rispetto alle cabine elettriche
diffuse sul territorio, utilizzate sia
per allacciare alla rete impianti
che producono energia sia per
alimentare i carichi elettrici dalla
rete, quelle nate dal progetto
New Cab Elarc, fungendo
contemporaneamente da cabine
per utenze attive e utenze passive,
rappresentano una novità.
“Il numero delle cabine a oggi
installate sul territorio nazionale
è elevato: si pensi a quelle
per i diversi impianti eolici
e fotovoltaici recentemente
allacciati alla rete o a tutte le
cabine di trasformazione MT/bt
che alimentano piccole aziende,
edifici scolastici o edifici a uso
residenziale”, dice Melodia.
“La maggior parte di esse,
tuttavia, non rispetta i requisiti
tecnici imposti dalla normativa
vigente (Cei EN 62271-202
‘Sottostazioni prefabbricate ad
alta tensione/bassa tensione’)
sia per la limitazione dei campi
elettrici e magnetici emessi sia
per la necessaria tenuta all’arco
interno”, continua Melodia.
La normativa ha conferito alla
cabina prefabbricata, completa
di apparecchiature, i requisiti
di prodotto elettromeccanico
normalizzato, da costruire
interamente in fabbrica.
Come osserva ancora Melodia:
“La situazione attuale delle cabine
risente non solo del fatto che
l’installato antecedente il 2008
non rispetti i dettami imposti, ma
anche del mancato adeguamento
dei prodotti da parte delle case
costruttrici, oneroso dal punto di
vista sia culturale sia economico”.
Il progetto New Cab Elarc si è
quindi posto l’obiettivo di studiare
e realizzare un prototipo di cabina
elettrica innovativa, che messa
a punto e commercializzata,
sarà in grado di garantire un
ottimale, economico e sicuro
dispacciamento dell’energia
elettrica.
Le fasi del progetto
Sono diverse le fasi in cui si
articola il progetto New Cab
Elarc. In un primo momento
si studiano le sorgenti di
campo elettromagnetico a
frequenza estremamente
bassa e si individuano i
modelli numerici in grado di
descriverne il comportamento.
Contemporaneamente, si eseguono
lo studio e la caratterizzazione
dell’arco interno prodotto dagli
interruttori di manovra.
Un’altra fase prevede una
Cep -
Componenti
Elettrici e
Prefabbricati,
ha già seguito,
in passato, un
progetto di
ottimizzazione
e automazione
di cabine
elettriche di
distribuzione,
conclusosi nel
2007
Obiettivo
del progetto
NewCab Elarc
è che la cabina
assuma il ruolo
di hub delle
smart grid
Smart city Attualità
28. 028 Automazione Industriale - Marzo 2014
campagna di misure dell’intensità
di campo elettrico e magnetico
presente in prossimità di cabine
elettriche MT/bt installate
prima dell’entrata in vigore
della normativa attuale. Con i
risultati dell’indagine si valutano
i parametri caratteristici delle
sorgenti di campo indesiderato
e si procede a una verifica
sperimentale dei relativi modelli
matematici sviluppati.
Compito di Cep è realizzare
una cabina MT/bt secondo
gli standard utilizzati in
produzione, per caratterizzare
le sue prestazioni sia in
termini di generazione di
campi elettromagnetici
indesiderati, sia in termini
di tenuta strutturale all’arco
interno. Dall’analisi dei risultati
ottenuti sono poi individuati
i punti di criticità delle attuali
cabine e definiti nuovi criteri
progettuali per la realizzazione
di una cabina elettrica a impatto
elettromagnetico minimo e
strutturalmente resistente agli
archi interni.
Tecniche di riduzione dei campi
elettromagnetici e nuove soluzioni
architettoniche strutturali e di
layout interno sono quindi fissate
per resistere agli archi interni
e per minimizzare il livello di
campo elettromagnetico emesso
all’esterno della cabina elettrica.
Infine, si realizza un nuovo
prototipo di cabina elettrica
includendo le strategie di
minimizzazione dei campi
indesiderati e scegliendo una
struttura di cabina in grado di
contribuire alla schermatura
dei campi interni e di resistere
agli archi interni. Le fasi finali
prevedono l’omologazione e la
certificazione del nuovo prototipo
di cabina elettrica.
Che cosa è stato realizzato
L’ingegnerizzazione e l’immissione
sul mercato delle nuove cabine
è l’obiettivo finale dell’attività di
ricerca. “Basandosi sui calcoli
sviluppati dalle aziende coinvolte
nel progetto, che presuppongono,
grazie al nuovo prodotto, la
possibilità di penetrazione nei
mercati francese e della Repubblica
Ceca, si può affermare che
l’impatto potenziale del progetto,
a seguito di un suo buon esito,
sarà rilevante e duraturo”, dice
Melodia. “Per le aziende partner
in New Cab Elarc, innovare le
proprie competenze e i propri
prodotti è, oltre che una necessità,
un’opportunità che garantirebbe
loro una condizione di leadership
nei propri settori di pertinenza”.
A oggi (febbraio 2014, ndr) il
progetto ha già raggiunto la fase
di industrializzazione per cabine
destinate a impianti energetici
da fonti rinnovabili, con alcune
soluzioni già vendute per reti
elettriche in Portogallo e in
Inghilterra.
“Particolarmente importante
sarà la possibilità che le imprese
coinvolte nel progetto esportino
l’esperienza maturata in Paesi nei
quali i provvedimenti legislativi di
tutela dai campi elettromagnetici
e dalle tematiche di arco interno
sono prossimi ad essere emanati”,
conclude Melodia.
Per informazioni
Anie
www.anie.it
Cep
www.cepsrl.it
Università di Palermo
www.unipa.it
Compito di
Cep è realizzare
una cabina
MT/bt secondo
gli standard
utilizzati in
produzione, per
caratterizzare le
sue prestazioni
sia in termini
di generazione
di campi
elettromagnetici
indesiderati,
sia in termini
di tenuta
strutturale
all’arco interno
Attualità Smart city
29. Marzo 2014 - Automazione Industriale 029
Una nuova
piattaforma di lancio
Protagonista a livello internazionale
nel settore dell’automazione
pneumatica, Pneumax lancia la
piattaforma Pneumax to Business
per un maggiore orientamento al
cliente finale
di Massimiliano Luce
A
rrivano buone notizie dalla
provincia di Bergamo,
specificamente da Lurano,
dove hanno sede gli stabilimenti
di Pneumax, società fondata
quasi quaranta anni fa da Roberto
Bottacini e Giuseppe Beretta, attiva
nel settore della componentistica
per l’automazione pneumatica.
“Sappiamo tutti che il momento che
sta vivendo il mercato è particolare,
tuttavia i nostri risultati relativi
al 2013 sono buoni, così come
prevediamo che saranno quelli
del 2014”, spiega Bottacini. Quel
è l’asso della manica di Pneumax?
“Dal 2009 abbiamo cambiato passo
e ci siamo gettati a capofitto nei
processi di ammodernamento delle
strutture produttive e dei prodotti”,
prosegue Bottacini. “Grazie ai
notevoli investimenti, siamo
diventati ancora più competitivi
sotto il profilo dei costi e dei prezzi”.
Per prepararsi alle prossime sfide,
Pneumax ha investito sei milioni di
euro in un nuovo sito produttivo,
macchine utensili e comunicazione.
È pianificato anche un programma
di formazione online, con materiale
didattico accessibile via internet
a clienti e rivenditori per ottenere
il certificato Cetop (Comitato
Europeo delle Trasmissioni
Oleoidrauliche e Pneumatiche).
La piattaforma P2B
Da società prevalentemente
orientata al prodotto, ora Pneumax
è decisa ad aprirsi a nuovi orizzonti,
con un maggiore orientamento
al cliente, dai servizi prevendita a
quelli postvendita. Lo strumento
per guidare tale conversione è la
nuova piattaforma Pneumax to
Business (P2B). “Il modello P2B
è composto da sei iniziative volte
a fare maturare progressivamente
la cultura e la difesa del marchio
Pneumax attraverso strategia
di comunicazione interna ed
esterna, l’innovazione del prodotto
e il confronto con il mercato”,
sottolinea il direttore commerciale
Andrea Carluccio. “I pilastri
della piattaforma P2B sono
l’orientamento al cliente con un
approccio proattivo, la vendita di
nuova impostazione con processi
di analisi e verifica, la visibilità del
marchio nei mercati principali,
l’innovazione e l’ampliamento della
gamma, il senso di appartenenza
e infine la filosofia Pneumax con
attenzione a valori, a codice etico e
immagine”.
I cinque settori di riferimento sotto
i riflettori per il triennio 2014 –
2016 sono il legno, dove Pneumax
già oggi ricopre un ruolo di punta,
l’imballaggio e confezionamento,
con linee di prodotto specifiche per
un settore che attualmente cresce
del 5-7%, oil & gas, settore ancora
di nicchia, domotica & automazione
e, infine, l’automobile.
Per informazioni
Pneumax
www.pneumaxspa.com
La nuova
serie per il
trattamento
dell’aria Airplus
Taglia 4
Aziende e soluzioni Attualità
30. 030 Automazione Industriale - Marzo 2014
Export e innovazione
guidano
la crescita di Abb
Nonostante la contrazione dell’ordinato, anche in Italia il gruppo
continua a puntare sugli investimenti in ricerca tecnologica
e persone. Buone soddisfazioni dai mercati esteri
di Valeria Villani
Matteo
Marini, Regional
Manager
Mediterranean
Region e
Country
Manager Italy
di Abb
M
atteo Marini, Regional
Manager Mediterranean
Region e Country
Manager Italy di Abb dal novembre
2013, ha definito l’anno scorso “un
periodo complesso in un momento
congiunturale difficile e incerto”, nel
quale Abb Italia ha conservato una
profittabilità solida e ha continuato a
investire in innovazione, tecnologie
e persone, mantenendo le quote di
mercato nel Paese.
Nel 2013 Abb Italia ha raccolto
ordini per 2,115 miliardi di euro,
pari al -7% rispetto al 2012, e ricavi
per 2,107 miliardi di euro, pari al
-8% sul 2012. Si è invece confermata
sostanzialmente stabile e positiva
la redditività, mentre in crescita è
stata la percentuale dell’export sui
ricavi, attestatasi sul 63%. Il 35%
dell’ordinato di Abb Italia nel 2013
proviene dal mercato domestico
e il restante 65% da quello estero.
“Abbiamo puntato molto sul mercato
estero e abbiamo dimostrato di avere
le risorse giuste e tutte le carte in
regola per continuare a competere a
livello internazionale e a mantenere
un ruolo di rilievo come country
all’interno del Gruppo”, ha dichiarato
Marini. “Abbiamo saputo mettere
in campo la forza innovativa e
le competenze di tutte le nostre
divisioni, per affrontare al meglio la
difficile congiuntura”.
Per quanto riguarda i risultati delle
singole divisioni di Abb, nel 2013 la
Discrete Automation & Motion ha
registrato ordini pari a 335 milioni di
euro (-13% rispetto allo scorso anno) e
ricavi pari a 368 milioni (+2%), la Power
Systems 155 milioni di ordini (+21%) e
143 milioni di ricavi (-9%), mentre gli
ordini per la Power Products sono stati
di 470 milioni (-13% rispetto al 2012) e i
ricavi di 490 milioni (-10%). Per quanto
riguarda la Process Automation, gli
ordini hanno totalizzato 345 milioni di
euro (-19%) e i ricavi 317 milioni (-22%);
infine, la divisione Low Voltage Products
ha raggiunto gli 825 milioni di euro di
ordini (stabile rispetto allo scorso anno)
e gli 804 milioni di ricavi (-4%). Ottime
sono state le soddisfazioni per Abb Italia
provenienti dalle attività di service, che si
sono attestate sul 13% dell’ordinato, con
un incremento del 2% rispetto al 2012, e
da quelle legate all’efficienza energetica,
ambito quest’ultimo che ha visto una
crescita dell’8% rispetto agli ordini del
2012.
“Pur in un anno complesso come il
2013, abbiamo avuto un’abile capacità
di reazione, continuando a investire
in Italia, sia nelle nuove acquisizioni,
sia nell’innovazione e nelle attività
di R&S, così come nella produttività
e nell’efficienza energetica dei nostri
stabilimenti produttivi, come dimostrano
gli ulteriori investimenti in automazione
nei due siti Abb di Dalmine (BG) e Santa
Palomba (RM)”, ha commentato Marini.
L’acquisizione in Italia delle aziende
Attualità Aziende e soluzioni
31. Marzo 2014 - Automazione Industriale 031
Enrico
Di Maria,
responsabile
della Divisione
Process
Automation
di Abb Italia
PowerOne e Rgm è testimonianza recente
di questi investimenti, che rafforzano
ulteriormente il ruolo di Abb nei segmenti
smart grid (fonti rinnovabili) e domotica,
con tutte le loro possibili sinergie, e nella
trazione ferroviaria, così come lo sono le
innovazioni tecnologiche portate avanti
con l’ingegnerizzazione degli interruttori
Emax2 System pro E, della piattaforma
Symphony+, degli interruttori ibridi Pass
M0S e dei nuovi trasmettitori e trasduttori
Wi-Fi.
Competitività in campo
“In un contesto economico mondiale di
incertezza e locale di scarsa competitività,
l’industria italiana può ancora e deve
risollevarsi, usando tutte le leve che sono in
suo potere per difendersi, reagire, crescere”,
ha detto Enrico Di Maria, responsabile
della Divisione Process Automation di
Abb Italia. “Mi riferisco in particolare
alle tecnologie di automazione, quali
elementi di competitività e produttività:
in Italia tali tecnologie esistono già e
sono all’avanguardia, occorre però un
cambio di paradigma, nel senso che
queste tecnologie non devono essere
solo utilizzate nelle loro funzionalità di
base, ma occorre sfruttarne tutte le loro
potenzialità”. Insomma, è necessario che
l’industria italiana passi da un’automazione
‘basica’ a una ‘avanzata’ e ‘intelligente’, che
permei la produzione e ne massimizzi
i processi, la diversificazione, la
flessibilità e la qualità dei prodotti, e
che contribuisca, grazie a una maggiore
efficienza, a rendere le imprese più
competitive e limitare il fenomeno della
delocalizzazione. Di imprese italiane
che stanno attuando questo cambio di
paradigma ce ne sono già ed Enrico
Di Maria ne ricorda alcune, con le
quali Abb sta collaborando, come Erg a
Genova, Italiana Coke e Lodi Srl. Erg ha
scelto l’automazione, la supervisione e il
controllo avanzato di Abb (Symphony
Plus) per ottenere una comunicazione
e uno scambio dati sicuri, affidabili e
sempre aggiornati sull’andamento degli
impianti termoelettrici, e una riduzione
dei costi variabili di esercizio, in modo
da creare profili d’offerta più adeguati.
Italiana Coke ha scelto l’automazione
di processo di Abb (800xA) per una
migliore gestione della produttività, una
maggiore sicurezza complessiva, una
migliore gestione del ciclo del gas e, più
in generale, delle risorse, in particolare
quelle idriche. Lodi si è affidata
all’automazione di Abb (plc, motori,
azionamenti e robot) con l’obiettivo
di ridurre i costi della propria bolletta
energetica e incrementare produttività,
ripetibilità dei processi, sicurezza e
qualità del prodotto finito.
Programmi per il 2014
“Continueremo a focalizzarci sulla
nostra strategia di crescita e a puntare
sull’innovazione, sulle tecnologie e sul
service, con crescenti investimenti in
Ricerca e Sviluppo”, ha detto Marini,
ricordando che nel 2013 in Italia è
stato investito il 2,5% del fatturato in
attività di R&S. Tra gli obiettivi di Abb
Italia per il 2014, il Country Manager
ha incluso senz’altro un focus sempre
più attento alle esigenze degli end-user
e una maggiore concentrazione sullo
sviluppo del portafoglio prodotti, dopo
l’intensa politica di acquisizioni portata
avanti a livello globale da Abb negli
ultimi 25 mesi, e sulla ricerca di tutte le
possibili sinergie a livello di business e
di presenza geografica.
“Il 2014 mostra segnali di cauta ripresa,
ma non ci permette di ipotizzare una
situazione di mercato domestico molto
diversa da quella attuale, se non a
partire dalla fine dell’anno in corso”,
ha concluso Marini. “Guardiamo
al futuro con cauto ottimismo e ci
allineiamo come country alle previsioni
del Gruppo, di una crescita di ricavi e
ordini globali tra il 3% e il 5% nel 2014
sul 2013”.
Ordini in flessione e ricavi in crescita per il Gruppo
A livello globale, il Gruppo Abb ha chiuso
il 2013 con una leggera flessione di
ordini (-5% rispetto al 2012), passati a
38,9 miliardi di dollari dai precedenti 40,2
miliardi, e una crescita dei ricavi (+5%),
saliti a 41,8 miliardi dai 39,9 miliardi
del 2012, con una riduzione dei costi
complessiva di 1,2 miliardi di dollari e un
cash flow di 2,6 miliardi di dollari. Ulrich
Spiesshofer, Ceo di Abb, commentando i
risultati fiscali, ha ribadito “la solidità delle
performance di Gruppo in un mercato
tuttora sfidante” e ha confermato gli
obiettivi di investimento in efficienza
energetica, innovazione, sostenibilità,
la politica di ottimizzazione dei costi
e il consolidamento delle due grosse
acquisizioni Baldor e Thomas & Betts, sia
nello sviluppo del portfolio prodotti, sia
nell’organizzazione dell’intera supply chain.
Aziende e soluzioni Attualità
32. 032 Automazione Industriale - Marzo 2014
Una questione
di etichetta. E non solo
Dopo avere conquistato un posto al sole nel settore della visione, Cognex mira a
diventare una società di riferimento anche nel mondo dell’identificazione. Presentato
il nuovo lettore di codici a barre portatile DataMan 8050, capace di leggere
indifferentemente qualsiasi tipo di codice
di Massimiliano Luce
L’
età migliore per essere
felici? Per Cognex,
probabilmente, sono
proprio i 33 anni, festeggiati
quest’anno. Per molteplici motivi: se
dovesse fare un bilancio del proprio
passato, Cognex può ammirare con
entusiasmo il gradino più alto del
podio raggiunto nel settore della
visione; se l’attenzione si dovesse
spostare sul presente, la società
può considerare con estrema
soddisfazione i dati economico-
finanziari registrati a metà 2013,
che segnalano un’azienda in
perfetta salute; infine, proiettando
lo sguardo verso il futuro,
nonostante i notevoli risultati già
conseguiti, Cognex si dimostra
capace di programmare il domani
con la medesima freschezza della
giovinezza, fissando nuovi obiettivi
e traguardi.
“Quest’anno Cognex festeggia 33
anni”, ha spiegato Giuliano Collodel,
direttore commerciale della filiale
italiana, “e i dati, aggiornati a metà
2013, parlano di un’azienda in
crescita sotto ogni profilo, anche nel
numero di impiegati, aumentati da
800 a mille, grazie al forte attivismo
sul mercato asiatico e sudamericano,
e alle tendenze del mercato, per cui
la visione oggi è utilizzata per tutto.
Per come si stanno sviluppando le
esigenze del mercato e per come si sta
sviluppando la tecnologia, riteniamo
giunto il momento di potere cogliere
nuove opportunità di business nel
settore dell’identificazione. Parlare
di codici di identificazione, oggi,
significa misurarsi con un valore
fondamentale per una merce: la
tracciabilità. Tracciare ciò che si
produce, consente di avere il pieno
controllo di una merce all’interno
della filiera e di identificare in modo
rapido le eventuali parti difettose.
Questo significa garantire maggiore
qualità e dare più slancio alla
sensibilità ‘green’ del mercato”.
La migliore prova di quanto Cognex
creda nel settore dell’identificazione,
arriva dagli obiettivi annunciati: “Se
attualmente il fatturato proveniente
dall’identificazione vale un terzo del
fatturato complessivo, l’obiettivo è di
aumentarlo al punto che pesi quanto
quello della visione”.
Qualità competitiva
Per centrare tale risultato, Cognex
ha una sfida molto impegnativa da
affrontare. “A differenza di quanto
accaduto nell’ambito della visione,
per quanto riguarda i prodotti
di identificazione ancora non
abbiamo raggiunto la leadership”,
ha argomentato Collodel. “Ciò è
accaduto perché sul mercato siamo
I nuovi
DataMan 8050
funzionano in
modo semplice
e veloce
anche messi a
confronto con
i codici più
complessi
Attualità Aziende e soluzioni
33. Marzo 2014 - Automazione Industriale 033
sono in grado di leggere velocemente
anche codici danneggiati, a basso
contrasto o applicati direttamente
a getto d’inchiostro. Gli algoritmi
2D consentono ai lettori 8050 di
decodificare rapidamente svariate
simbologie 2D tra cui codici
DataMatrix, QR, Pdf417 e Aztec.
Il design modulare della serie
DataMan 8050 si adatta perfettamente
alle esigenze di comunicazione in
continua evoluzione. Disponibili
in versione con e senza fili, i lettori
della serie DataMan 8050 possono
comunicare con una stazione
base tramite Usb, tastiera Usb,
RS-232 e Bluetooth. Realizzata per
funzionare nelle condizioni di lavoro
più impegnative, la serie 8050 è
completata da caratteristiche, cablaggi
e accessori di livello industriale.
Con il lancio dei nuovi DataMan
8050, Cognex si è munita al tempo
stesso della chiave per aprire e
conquistare il mercato della logistica.
“Tra le caratteristiche salienti della
soluzione”, ha proseguito Picinelli, “si
segnalano i moduli di comunicazione
intercambiabili, gli aggiornamenti via
firmware e la customizzazione, con la
possibilità di scrivere parti software
in Java”.
Più in generale, nel settore della
tracciabilità Cognex sta registrando
una crescita importante, garantendo
un solido valore aggiunto nel
settore della logistica. Che la strada
intrapresa sia quella giusta, è
dimostrato, tra le altre cose, anche dal
fatto che Cognex ha recentemente
ottenuto una significativa commessa
da un importante retailer online.
Per informazioni
Cognex
www.cognex.com
percepiti come un’azienda che
propone lettori costosi. Se guardiamo
le cose più da vicino, ci possiamo
rendere conto che la realtà è un
po’ diversa. I nostri lettori sono
estremamente precisi ed efficienti,
garantiscono una capacità di lettura
del 99,99% contro il 97-98% di altri
sistemi in commercio. Si tratta di una
differenza enorme per un’azienda
che ha la necessità di leggere 10 mila
codici al giorno. Con un prodotto che
garantisce un livello di prestazioni
del 97%, un’azienda si troverà a fine
giornata con 300 oggetti che il suo
sistema di identificazione non è
riuscito a leggere. Ragione per cui ci
vorrà un operatore che dovrà leggerli
manualmente, con maggiori costi
quindi di denaro e di tempo”.
2014, l’anno
dell’identificazione
Fissato l’obiettivo, diventare un
punto di riferimento nel settore
dell’identificazione proprio come già
è nel mondo della visione, Cognex ha
anche stilato il programma con cui
centrare l’obiettivo. “Un’ampia parte
degli sforzi economici e commerciali
per il 2014 sono indirizzati proprio
verso il settore dell’identificazione”,
ha sottolineato Collodel. “Infatti,
abbiamo rafforzato l’organico e
abbiamo risorse commerciali
esclusivamente dedicate ai prodotti
di identificazione. In questo modo,
assicureremo alla gamma di prodotto
la massima visibilità”.
Una delle risorse impiegate su
questo fronte è Fabio Picinelli,
Senior ID Sales Engineer, impegnato
fino a qualche tempo sui sistemi
di visione e che da un anno circa
ha completamente abbracciato i
programmi aziendali basati sui
sistemi di identificazione.
“La prima novità dell’anno è il
DataMan 8050, che va ad arricchire
la famiglia dei lettori di codici a barre
portatili DataMan 8000”, ha spiegato
Picinelli. “L’obiettivo è di proporre
alla clientela il sistema portatile più
veloce del mercato, capace di leggere
indifferentemente qualsiasi tipo di
codice”.
I lettori DataMan 8050 sono indicati
per innumerevoli applicazioni
negli ambienti industriali più
diversi, da quello automobilistico
a quello dei prodotti di consumo,
dall’aerospaziale al packaging. Inoltre,
grazie agli algoritmi brevettati
1DMax+ con Hotbars di Cognex,
Il nuova
DataMan 8050
è stato concepito
nell’ufficio
europeo R&D
a Budapest, centro
di eccellenza nel settore
dell’identificazione
Aziende e soluzioni Attualità
34. 034 Automazione Industriale - Marzo 2014
La diagnosi
prima
dell’allarme
La distinzione tra situazioni
immediatamente pericolose e potenzialmente
tali richiede un’attenzione specifica nella
progettazione dell’interfaccia uomo-macchina
di Massimiliano Cassinelli
U
n sistema Scada, come
ben noto, è un software
che consente all’operatore
di interfacciarsi con il processo,
attraverso i sistemi di controllo.
Tra le numerose funzionalità
di queste soluzioni vi è anche
la necessità di governare le
problematiche di diagnostica e
gestione allarmi. Due termini che,
erroneamente, vengono spesso
considerati sinonimi. Un errore
non solo lessicale, ma soprattutto
pratico, perché le situazioni devono
essere classificate correttamente per
poter essere affrontate al meglio,
anche in funzione dell’ambiente
operativo in cui ci si trova a operare
e delle cosiddette condizioni al
contorno.
Il significato delle parole
Scorrendo il dizionario Treccani,
il termine ‘diagnostico’ indica
“ogni composto chimico, ed
eventualmente ormonico, adoperato
in medicina come mezzo per
formulare una diagnosi”, ovvero
un “giudizio clinico che consiste
nel riconoscere una condizione
morbosa in base all’esame clinico
del malato”. Tutto questo, traslato
nel mondo dell’automazione, si
traduce nella capacità di individuare
le origini di un problema, anche
latente, sulla scorta di specifiche
indicazioni strumentali.
Al contrario, con il termine
allarme, che deriva dal comando
militare ‘all’arme’ (ovvero ‘alle
armi’), identifica la presenza di un
pericolo, che richiede una reazione
immediata.
Questa differenza deve essere bene
nota, e adeguatamente considerata,
quando si progetta un sistema Scada
e, soprattutto, la parte di Hmi,
ovvero l’interfaccia operatore.
La stessa Omac (Organization
for Machine Automation and
Control), nelle proprie linee
guida, ha rimarcato la necessità
che, a livello di visualizzazione,
siano create modalità di
comunicazione riconoscibili
da qualunque professionista
del settore, indipendentemente
dalla sua specializzazione su uno
specifico prodotto. Un’indicazione
importante, soprattutto in virtù del
fatto che, contrariamente a quanto
Diagnostica
e allarmi devono
essere affrontati
in modo
differente
Hot topic Diagnostica e gestione allarmi
35. Marzo 2014 - Automazione Industriale 035
avveniva in passato, negli ultimi anni
i pannelli operatore sono divenuti
sempre più essenziali. Abbandonate
le grafiche fantasiose, caratterizzate
da un impatto esteticamente
gradevole, ma poco pratico, i nuovi
Hmi sono sempre più improntati
all’essenzialità e alla funzionalità, con
un’attenzione specifica alla capacità
di fornire elaborazioni grafiche
dei valori numerici registrati. Si
tratta di un’evoluzione significativa,
sviluppata anche con il supporto di
autentici esperti di comunicazione
visiva, che hanno suggerito una
progressiva eliminazione di tutti
i dettagli non utili agli operatori.
Questi ultimi, infatti, devono
individuare, in tempi rapidi, le
situazioni di loro interesse.
In particolare, in presenza di
guasti e situazioni di potenziale
pericolo, è necessario scatenare
immediatamente gli interventi
appropriati, quindi, come
immaginabile, gli allarmi devono
comparire nell’area superiore dello
schermo ed essere immediatamente
comprensibili da un operatore di
settore, anche se non ha sviluppato
una competenza specifica su un
impianto o una macchina. Per
questa ragione Omac lavora allo
sviluppo di un’iconografia univoca,
che possa essere compresa da tutti,
senza la necessità di manuali o
corsi specifici. Ciò consentirebbe
a un operatore di passare, senza
particolari difficoltà, dalla gestione
di una macchina all’altra. Un
vantaggio notevole per un’azienda,
che potrebbe così ottimizzare le
risorse interne disponibili e ridurre
i tempi di formazione. Il tutto con
sensibili vantaggi anche in termini
di efficienza di una macchina, in
quanto, a colpo d’occhio, l’operatore
sa esattamente come individuare
una specifica problematica.
Partiamo dalle cause
di un problema
L’aspetto diagnostico, come
accennato, mira a individuare
la cause di un problema, che
potrebbe anche non richiedere un
intervento immediato. L’impegno
delle tecnologie specifiche, quindi,
è strettamente legato agli aspetti
tipici della manutenzione predittiva.
In pratica i sistemi utilizzati sono
chiamati a valutare una serie di
informazioni per identificare
il progressivo allontanamento
dalle condizioni ideali. Questa
deriva può avere ragioni diverse,
che vanno dall’usura di elementi
meccanici a un minor grado di
attenzione da parte degli operatori.
Situazioni sulle quali, anche se
non immediatamente, è necessario
intervenire, individuando
precisamente l’origine.
Si tratta, quindi, di un’attività
delicata, in quanto gli interventi
devono essere valutati anche in
funzione delle ripercussioni sulla
produttività di una linea. Ad
esempio il progressivo aumento
della tolleranza di un componente
metallico impone un monitoraggio,
individuando il momento corretto
per intervenire, senza interrompere
la produzione, se l’errore rimane
entro limiti accettabili.
In questo processo di diagnostica
ricoprono un ruolo sempre più
importante le nuove tecnologie Ict,
che mettono a disposizione efficaci
strumenti informatici. Alcune
analisi, infatti, possono essere
svolte da remoto, connettendosi
attraverso la rete Internet, così
come possono richiedere notevoli
risorse di elaborazione. Proprio la
capacità di calcolo, che in passato
ha rappresentato spesso un limite,
soprattutto in presenza di enormi
moli di dati, come accade per le
simulazioni, non è più un ostacolo
La
trasposizione
grafica
rappresenta
un supporto
determinante
Diagnostica e gestione allarmi Hot topic