1. Circolo Partito Democratico Ponzano Veneto - indirizzo e-mail: pdponzanoveneto@gmail.com
2 Giugno 2016
Settanta anni di storia Repubblicana
Qual è il senso nel festeggiare oggi il 2 Giugno?
Qual è il senso, dopo 70 anni di democrazia repubblicana, di ritrovarci assieme nello
sfilare dietro il tricolore, nel cantare assieme l’Inno Nazionale (ammesso che lo
ricordiamo tutto)?
Le celebrazioni di eventi del passato servono soprattutto a far luce sul presente.
In un passato meno remoto, al primo giorno di scuola alle medie inferiori, un professore
di Italiano chiese agli alunni ancora distratti dalle vacanze estive: qual è la differenza tra
Stato e Nazione? Aggiungiamo questa alla domanda iniziale, su quale sia il motivo di
festeggiare la Repubblica Italiana.
Ora, dopo le celebrazioni del centenario della Grande Guerra, gli storici sono concordi nel
ritenere che lo Stato Italiano nato dal Risorgimento divenne una vera e propria Nazione
fra le trincee e non solo. Una Nazione che stava nascendo, prima fra i soldati che
combattevano, provenienti da tutta la penisola, ma anche nelle retrovie. I confini di
guerra, infatti, segnati dalle battaglie, dai primi successi, dalla disfatta rovinosa e dalle
successive riconquiste, come anni dopo i confini stabiliti dalla Seconda Guerra, portarono
molti nostri ‘connazionali’ per l’appunto a diventare loro malgrado migranti ed esuli sia
nella penisola, sia all’estero, come in Europa oppure in America. Nessuna analisi
storiografica retorica sulla guerra, ma una oggettiva constatazione che dalle macerie
nacque dapprima una Nazione e successivamente lo Stato Italiano come lo intendiamo
oggi.
Uno Stato che divenne Repubblica dopo il famoso referendum del 1946, settant’anni fa.
Una consultazione a suffragio universale, dove votarono anche le donne, per onor di
cronaca, non per la primissima volta ma per la seconda qualche mese dopo il voto
amministrativo del marzo dello stesso anno.
Un referendum che divise l’Italia come fecero altre consultazioni nel corso dei decenni
successivi; noi Italiani siamo sempre pronti a dividerci in faziosi opposte, ben si sa.
Un referendum che, nonostante tutto, ci permise di costruire una Repubblica libera e
democratica. Un Repubblica che è certamente un’entità istituzionale ma lo è anche nelle
persone che la sostennero e la sostengono, che noi ci ostiniamo a chiamare cittadini.
Una Repubblica convinta della necessità di un’Europa unita, artefice e membro fondatore
della costruzione di un’idea nuova di sovranità.
Una Repubblica tutt’ora cardine e promotrice di valori universali che ha sempre rigettato
ed isolato nazionalismi di ogni genere.
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Si dirà, tutte belle parole, ma vuote di significato in un’Europa che difende faccendieri più o
meno legali e crea diseguaglianze sociali senza un’idea di sviluppo e di creazione di lavoro e
difesa dei diritti dei popoli.
Critiche legittime, ma ingenerose, per chi crede che un’idea di Stato e di Unione fra
nazioni europee è ancora possibile, nonostante le difficoltà, la ripresa ancora tiepida, i
localismi più o meno spinti più o meno interessati.
Critiche legittime, ma noi siamo convinti che la Repubblica Italiana, come l’Europa, siano
composta da persone che si adoperano ogni giorno per la comunità: ciascuno di noi ha il
diritto e il dovere di guardare al senso ampio del contesto nel quale viviamo, in cui ognuno
faccia la sua parte nel pensare meno ai particolarismi e più al bene comune.
Solo con il rafforzamento delle istituzioni repubblicane si può dialogare e confrontarci con
i nostri partner europei, solo col rafforzamento delle istituzioni comunitarie si può
difendere la nostra Nazione, intesa come rete di persone, intesa come comunità.
Celebriamo questa giornata quindi per dare un senso al nostro vivere comune e per
portare a compimento l’idea di chi 70 anni fa ha creduto nella Repubblica.
Viva l’Europa, viva l’Italia, viva la Repubblica italiana.
Ponzano Veneto, 2 Giugno 2016.
Il segretario
Franco Zanette