1. Approfondimento: Che cosa è un impianto TMB
di Carolina Antonucci
17 settembre 2013
Per la lavorazione dei rifiuti solidi urbani, già all’inizio di questo nostro millennio, Greenpeace ha
indicato il TMB, come la miglior tecnologia di trattamento dei rifiuti indifferenziati, in quanto
permette una notevole riduzione dell’impatto ambientale e dell’inquinamento atmosferico, ma
anche perché permette il recupero energetico.
Cosa sta a significare, dunque, l’acronimo TMB? Trattamento Meccanico-Biologico, che interviene
sui rifiuti indifferenziati.
Non dobbiamo far altro che capire quale sia il meccanismo alla base del suo funzionamento.
Anzitutto, doverosa premessa, il TMB non è un inceneritore, motivo per cui è un sistema di
gestione cosiddetto a freddo.
Si compone di due meccanismi distinti, uno meccanico, l’altro biologico, così come riporta il nome.
I rifiuti che giungono in un TMB sono quelli indifferenziati, oppure, laddove sia attiva la raccolta
differenziata, i rifiuti residuali. Una volta giunti all’impianto inizia la selezione e il trattamento.
La selezione permette di dividere la frazione umida da quella secca.
La frazione umida, che è composta da rifiuti organici che, una volta bioessiccati, vengono
trasformati in FOS, frazione organica stabilizzata, il cui compito sarà quello di divenire materiale
organico igienizzato utilizzato prevalentemente per le attività di copertura delle discariche.
La frazione secca, composta da carta, plastica, vetro, inerti ecc (tutti materiali ad alto potere
calorifico) se possibile sarà in parte riciclata, oppure, trasformata in “combustibile derivato dai
rifiuti” (il CDR) utilizzato per il recupero energetico in impianti di termovalorizzazione, che in
parole povere significa utilizzato in questi impianti come combustibile.
Il primo step del trattamento è la separazione meccanica dei materiali, tramite VAGLIATURA.
Questa avviene con l’ausilio di nastri trasportatori e di numerosi elementi meccanici automatizzati,
quali, tra gli altri magneti industriali e macchine spezzettatrici. Un sistema ottico elettronico si
preoccuperà di accantonare i materiali plastici, riciclabili, e i rifiuti ingombranti. Successivamente
dei magneti, individueranno rifiuti ferrosi e di altri materiali metallici, mentre nella sottovagliatura
andrà a finire, principalmente, il materiale organico. Con una sopravvagliatura, invece, si
scorporerà il vetro.
A questo punto, inizia la fase del recupero; tutti quei materiali, come la plastica, il vetro e i metalli,
che sono stati scorporati dal resto, sono inviati agli impianti di riciclaggio.
Per quanto attiene alla riduzione dell’incidenza delle componenti altamente inquinanti, si avvia la
fase della percolazione. Ci preme ricordare, prima di tutto, cosa sia il percolato. E’ quel liquido che
si origina dall’infiltrazione dell’acqua nella massa di rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. E’
altamente inquinante in quanto è un refluo che può contenere grandi quantità di diversi
inquinanti che possono essere anche metalli pesanti. La legge prevede che il percolato sia captato
e trattato opportunamente o all’interno della discarica (laddove siano presenti strumentazioni
adeguate) o, laddove assenti, che sia trasportato in impianti ad hoc. Il TMB, durante la fase del
sottovaglio, interviene il percolatore che separa, nell’organico, la parte solida da quella liquida.
Quest’ultima verrà utilizzata per la produzione di biogas, di gas metano in particolare.
I rifiuti organici solidi saranno dirottati verso il compostaggio, anche se, il questa parola è utilizzata
in realtà in modo improprio. Infatti il compost prodotto negli impianti ad hoc è utilizzabile in
agricoltura, come fertilizzante. Mentre il biostabilizzato prodotto nel TMB non può essere
utilizzato in questo senso, ma permette una bassissima emissione di gas serra.
2. Nella città di Roma sono attualmente attivi due Impianti TMB, uno in Via Salaria gestito dall’AMA,
l’altro a Rocca Cencia di proprietà della Co.La.Ri. (direttamente riconducibile a Manlio Cerroni).
A trattare i rifiuti di Roma sono in totale 4 gli impianti, due di AMA e due della Co.La.Ri.