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2006-2016
AVVOCATI
D’AFFARISEGRETI •
STORIE •
PROTAGONISTI
conlaprefazionedi
FerrucciodeBortoli
NICOLA
DIMOLFETTA
ISBN 978-88-942934-0-1
Copyright LC srl - Via Morimondo 26 - 20143 Milano - 2017
Finito di stampare nel mese di novembre 2017 da
COLORSHADE - Via Cristoforo Colombo, 7
20068 Peschiera Borromeo (MI)
Printed in Italy
1° edizione novembre 2017
Finito di scrivere ad agosto 2017
Art director: Hicham Haidar Diab
Impaginazione: kreita.com
I dialoghi e le dichiarazioni attribuiti dall’autore a personaggi reali sono da intendersi riportati a titolo
esemplificativo di fatti verosimili e, pertanto, non derivano necessariamente da una testimonianza, di-
retta o indiretta, dell’autore.
111
7
LA DERIVA DEI CONSULENTI
Se qualcuno giura fedeltà fino alla tomba,
di solito non pensa alla propria tomba.
(Zarko Petan)
Un mercato di persone. Un people business dicono gli inglesi. La consulen-
za legale d’affari si muove all’interno di uno scenario dai confini variabili.
Un perimetro che anno dopo anno viene ridisegnato dagli spostamenti di
avvocati da uno studio all’altro. Con il conseguente transito di collabora-
tori e, soprattutto, di clienti.
Questo moto perpetuo del mercato dei servizi legali somiglia un po’ al
fenomeno geologico della deriva dei continenti teorizzato nel 1912 dal te-
desco Alfred Lothar Wegener. Un processo costante, fatto di spostamenti
individuali o di gruppo, che di tanto in tanto viene scandito da terremoti
che in qualche modo cambiano lo scenario all’orizzonte.
Tra il 2006 e il 2016 il fenomeno dei cambi di poltrona o lateral hire (come
abbiamo imparato a chiamarli permutando il gergo anglosassone) ha avu-
to un’intensità crescente. Alimentato da diversi fattori: il bisogno di alcu-
ne organizzazioni di dotarsi di competenze d’eccellenza in tempi rapidi,
la volontà di alcuni avvocati di dare vita a propri progetti professionali o
di aumentare i propri guadagni, l’opportunità offerta ad altri di diventare
i rappresentanti in Italia di un’insegna internazionale e poi ancora la revi-
sione degli organici di strutture troppo cresciute, i tagli, la crisi.
112
7. La deriva dei consulenti
Ciascuno di questi fattori e il loro combinato disposto hanno prodotto nel
tempo, come unico macro-risultato, lo spostamento di una gigantesca mole
di professionisti, avvocati e commercialisti, allargando sempre di più i con-
fini di questo settore un tempo riserva privata di caccia per pochi singoli
giuristi.
L’avvocatura d’affari cambia pelle e passa dallo status di élite a quello
d’impresa legale. Praticamente ogni cambio di poltrona (o quasi) ha avuto
un effetto moltiplicatore sul numero di professionisti chiamati a svolgere
il proprio lavoro in questa particolare area di mercato. Nuovi soci hanno
bisogno di nuovi collaboratori, i quali a loro volta aspireranno a diventare
soci. Sempre prima. Sempre più in fretta. Con esiti non troppo positivi
per il mercato che alla fine si ritrova costretto a inventare le formule più
fantasiose per soddisfare le ambizioni degli aspiranti partner173
.
Una crescita esponenziale che può essere sintetizzata in alcune cifre. Basti
pensare che, nel 2007, il mercato contava già oltre 5mila professionisti in
forza ai primi cento studi legali d’affari attivi in Italia. Ma dieci anni più
tardi, sono addirittura più di 6mila quelli attivi solo nelle prime cinquanta
associazioni professionali impegnate in questo settore.
Nello stesso arco di tempo, sono stati all’incirca 700 i soci di questi studi
che hanno cambiato casacca174
, sdoganando di fatto il fenomeno dei “di-
vorzi professionali” un tempo considerati motivo di scandalo all’interno
del ceto forense e rendendolo, a lungo andare, una consuetudine.
Solo negli ultimi cinque anni del decennio che stiamo osservando, ossia
tra il 2012 e il 2016, si stima che questi passaggi laterali abbiano spostato
173. Dopo la lunga crisi post Lehman, l’apertura della partnership a nuovi soci diventa molto
più difficile. Soprattutto se si parla di equity. In questo modo vengono inventati titoli che vanno da
junior partner a salary partner passando per associate, local, resident, global, name, founding (par-
tner) e che nella maggior parte dei casi servono essenzialmente a  tenere sotto controllo le pretese
di chi ambisce a un certo percorso di carriera e pensa che per lui o lei sia arrivato il momento della
consacrazione nell’associazione. A tale proposito cfr. l’editoriale Quanto vale la partnership di uno
studio, a firma dell’autore di questo libro, pubblicato nella newsletter numero 135 del 3 aprile 2017
di Legalcommunity.it (http://legalcommunity.it/newsletter/39861).
174. E chiaramente parliamo solo dei professionisti entrati nel radar dei media specializzati.
113
7. La deriva dei consulenti
fatturato per oltre 400 milioni di euro all’interno di un comparto che
muove un giro d’affari complessivo di circa 2 miliardi.
Non è facile dire quali siano stati i lateral hire, gli spin off o le start up le-
gali che hanno maggiormente contribuito a rimodellare i confini dell’av-
vocatura d’affari in Italia.
Di certo, però, ci sono stati dei cambi di poltrona e delle iniziative pro-
fessionali che sono riuscite, più di altre, ad avere un ruolo determinante
sia nella vita di alcuni studi legali sia nelle dinamiche di specifici settori
di attività.
Provare a fare una rapida carrellata di nomi e vicende (con la premessa che
alcune di queste storie saranno approfondite ulteriormente nelle pagine
seguenti) può risultare interessante. Come nella proiezione di un video
in time lapse, con le immagini che si susseguono in sequenza accelerata,
andando avanti e tornando indietro, quello a cui si assiste è l’effetto ca-
rambola che spesso è generato (talvolta direttamente, in altri casi indiret-
tamente) dall’arrivo, ovvero dall’uscita, di un singolo o di un gruppo di
professionisti.
Il 2006 è un anno che tutti i giuslavoristi ricordano, perché è quello in cui
Francesco Rotondi, Luca Failla e Angelo Zambelli danno vita a LabLaw,
boutique specializzata in diritto del lavoro che nel giro di poco tempo ri-
esce ad affermarsi come concorrente di realtà di lungo corso come Trifirò
o Toffoletto.
Nel mentre, da Londra arriva Sj Berwin che nel 2013 diventa King &
Wood Mallesons, ossia il primo studio cinese direttamente presente in
Italia175
.
Come abbiamo visto176
, il 2006 è anche l’anno di un importante spin off
da Gianni Origoni Grippo & Partners: quello da cui prende vita lo studio
175. Il passaggio è conseguenza diretta della alleanza a livello internazionale tra i cinesi del co-
losso King & Wood, gli australiani di Mallesons e gli inglesi di Sj Berwin da cui nasce un colosso
mondiale che conta 2.700 avvocati, 550 soci e 30 sedi.
176. Cfr. il capitolo 4 di questo libro.
114
7. La deriva dei consulenti
Labruna Mazziotti Segni il quale, a sua volta, nel 2014 diventa teatro di
uno spin off di rilievo con il passaggio dei soci Antonio Segni e Andrea
Mazziotti di Celso nella superboutique Lombardi Molinari. Lo studio
cambia nome in Lombardi Molinari Segni. Ma a fine 2016 vede l’uscita
di Ugo Molinari che, con altri due soci177
e 20 avvocati dà vita a Molinari
& Associati che, a inizio 2017, mette a segno un importante lateral hire,
prendendo Nicolò Juvara dalla sede italiana di Norton Rose Fulbright,
dove ricopriva il ruolo di managing partner.
Intanto, Fabio Labruna sceglie di continuare il suo progetto professionale
alla guida di quello che è diventato lo studio LMS. Una realtà sempre
focalizzata nelle aree del corporate finance e del contenzioso. E anche lui
torna a reclutare soci. Tra il 2015 e il 2016 prende due partner di peso
dalla sede italiana di Latham & Watkins: Tommaso Amirante e Fabio
Coppola a cui, un anno più tardi si aggiunge la fiscalista Bernadette Ac-
cili, proveniente da Paul Hastings.
Amirante e Coppola, nel 2007, sono stati a loro volta autori, assieme
ad Andrea Novarese, Maria Cristina Storchi e Simone Monesi del pri-
mo spin off subito dall’allora Bonelli Erede Pappalardo. I cinque soci,
quell’anno, decidono di lasciare lo studio fondato da Franco Bonelli e
Sergio Erede per gestire il nuovo corso della law firm americana in Italia.
Raggiungono il socio Michael Immordino e poco dopo vengono seguiti
da Antonio Coletti (in arrivo da Gianni Origoni Grippo e destinato a
essere nominato office managing partner nel 2013), Stefano Sciolla (ex
Cleary Gottlieb) e Riccardo Agostinelli. Quest’ultimo, per nove anni è
stato managing partner di Ashurst in Italia assieme a Daniele Raynaud.
Nel 2009 entrambi decidono di lasciare lo studio inglese. Ma prendono
strade molto diverse. Il primo, come detto, passa alla law firm americana
per andare a rafforzare il dipartimento di banking and finance e succes-
sivamente decide di unire le forze alla super boutique Gattai Minoli alla
quale aggiunge anche il suo nome. Il secondo sceglie di mettersi in pro-
prio dando vita a Raynaud and Partners.
177. Alessandro de Botton e Marinella Ciaccio.
115
7. La deriva dei consulenti
Intanto, in Ashurst, le redini dello studio passano a Franco Vigliano, ex
Allen & Overy, tra i più apprezzati specialisti italiani di project finance.
Vigliano è arrivato in Ashurst nel 2006. L’anno prima da Allen & Overy
è uscito anche Andrea Arosio che con Dario Longo è passato prima in
Pedersoli e successivamente in Linklaters dove si è occupato del rilancio
dello studio in Italia assieme a Davide Mencacci, anche lui ex Allen &
Overy e Giovanni Pedersoli che lascia lo studio fondato da suo padre (il
grande Alessandro Pedersoli) per partecipare al progetto italiano della
law firm magic circle.
Siamo nel 2007. Un anno di start up, come la boutique fiscale e tributaria
Russo De Rosa a cui danno vita Alberto Russo, Leo De Rosa, Andrea
Bolletta e Valerio Libani. E ancora un anno di spin off. L’anno di Legan-
ce (che prende vita a dicembre). E l’anno in cui nasce una delle insegne
destinate a diventare protagoniste nel settore della proprietà intellettuale
e del cosiddetto tmt178
: Orsingher.
Il progetto fa capo a Matteo Orsingher che è appena uscito da Freshfields
Bruckhaus Deringer e che nel corso degli anni riesce a costruire un mo-
dello di associazione con una forte competenza anche nel corporate m&a.
Nel 2013, infatti, lo studio cambia nome, diventa Orsingher Ortu, con
l’arrivo di altri quattro soci sempre da Freshfields: si tratta di Mario Ortu,
ex numero uno dell’m&a dello studio magic circle in Italia, Nicola Barra
Caracciolo, Paolo Canal e Stephan McCleery.
Dal fronte internazionale, oltre al rilancio di Linklaters e all’avvio di
un’operatività più decisa a livello locale per Latham & Watkins179
, si regi-
stra anche il debutto in Italia di un’altra insegna americana: Bryan Cave,
che si affida ai soci (ex Delfino Willkie Farr & Gallagher), Fulvio Pastore
Alinante e Paolo Barozzi.
178. La sigla tmt viene usata comunemente per identificare l’area di pratica dedita a tecnologia,
media e telecomunicazioni.
179. Prima dell’apertura della partnership allo spin off proveniente da Bonelli Erede Pappalardo,
l’insegna americana, da tempo presente nella Penisola, aveva concentrato la sua operatività locale
prevalentemente all’assistenza di clienti internazionali o di clienti italiani su questioni di diritto
statunitense relative, in particolare, a operazioni di capital markets.
116
7. La deriva dei consulenti
Aumenta l’attivismo degli americani in Italia.
Nel 2008, Orrick, guidato dal giurista ed economista Alessandro De Ni-
cola, acquisisce cinque soci da Vita Samory Fabbrini (realtà nata da uno
spin off di Carnelutti) rafforzandosi nelle aree del private equity e m&a in
particolare con il socio Guido Testa180
.
Jones Day cresce nel real estate e nel banking con Matteo Troni e Fran-
cesco Squerzoni, entrambi provenienti da Dla Piper che nello stesso anno
ha detto addio a Davide Proverbio, passato in Norton Rose181
. Allo stes-
so tempo, però, la law firm angloamericana ha aperto le porte a Guido
Alberto Inzaghi, proveniente da DS&P, e destinato ad affermarsi tra le
punte di diamante dello studio nell’area del diritto immobiliare.
Ma è Dewey & LeBoeuf l’insegna che desta maggiore interesse.
Sfumata (a livello globale) la fusione con Orrick, lo studio di Wall Street
comincia a investire con forza in Italia. Il managing partner, Bruno Gat-
tai, riesce ad attirare numerosi profili di alto livello: Tiziana Del Prete e
Guido Masini da Clifford Chance, Francesco Cartolano da Cba, Sergio
Sambri da Paul Hastings e come botto di fine anno, Angelo Zambelli da
LabLaw al cui arrivo, seguirà, poco dopo anche quello del gigante dell’e-
nergy, Lorenzo Parola, da Allen & Overy.
Si amplia, così, quello che molti descrivono come un dream team che però
resterà travolto dal fallimento dello studio americano (passato alla storia
come la Lehman Brothers delle law firm) e la scissione della partnership
italiana nel 2012, con una parte del gruppo che decide di seguire Gattai
nel suo nuovo progetto professionale e un’altra che preferisce partecipare
alla rifondazione dello studio sotto l’insegna Grimaldi.
Con l’esplosione della crisi globale seguita al crollo dei mutui subprime, la
recessione riporta in auge il modello delle boutique legali.
180. Per buona parte degli altri soci, però, il sodalizio con Orrick ha breve durata. Luca Fabbrini,
Paolo Carrière e Matteo Bascelli, scelgono di andare a lavorare con Cba, Mascia Cassella diventa
socia di Masotti Berger e Giovanni Carcaterra passa prima a Lca e successivamente a Giovannelli
& Associati.
181. E successivamente destinato a far parte di King & Wood Mallesons.
117
7. La deriva dei consulenti
A metà 2008 Alessandro Munari e Raffaele Cavani lasciano lo studio
d’Urso e danno vita a Munari Cavani.
L’anno seguente, invece, prendono vita dieci boutique. Tra cui anche la
prima virtual law firm italiana, battezzata Legal Grounds182
.
Quasi tutte queste realtà nascono per iniziativa di professionisti prove-
nienti da studi legali internazionali183
. È il caso di Stelè Perelli, a cui dan-
no vita due ex Allen & Overy: Daniela Stelè e Alessandra Perelli. Così
come è il caso di Lmcr e Rcc.
Entrambe le sigle sono state promosse da alcuni professionisti ex Clifford
Chance. Nel primo caso si tratta di Massimo La Torre e Decio Morgese
che, assieme al professor Vincenzo Cesàro, ordinario di diritto privato
all’Università Parthenope di Napoli, creano una boutique specializzata in
corporate m&a e private equity a cui, nel 2011 si aggiunge anche Roberto
Rio che nel frattempo ha lasciato Grimaldi.
Dietro la sigla Rcc, invece, ci sono tre star del diritto finanziario. Si tratta
di Silvio Riolo, Michele Crisostomo e Paolo Calderaro che nel corso degli
anni riescono ad aggregare attorno al loro progetto di boutique speciali-
stica molti professionisti di spessore. Un processo continuo che culmina,
dopo un “corteggiamento” andato avanti per quasi due anni, nell’arrivo, a
inizio 2017, di Alberto Del Din, un mito del settore, proveniente da Paul
Hastings e con un passato in BonelliErede.
Il primo studio italiano, tra il 2007 e il 2010 ha registrato parecchie defe-
zioni. Oltre allo spin off dei soci finiti in Latham & Watkins e all’uscita di
Del Din, hanno detto addio all’organizzazione anche il delfino di Sergio
Erede, Luca Picone, che dopo un passaggio in Linklaters entra in Hogan
Lovells del quale assume la guida a inizio 2017 al posto di Leah Dunlop.
182. Le virtual law firm sono un fenomeno partito dagli Usa e arrivato in Europa proprio alla
fine del primo decennio degli anni Duemila. Si tratta di organizzazioni basate su una piattaforma
tecnologica online che mette in rete professionisti con diverse specializzazioni e li fa operare sotto
un unico marchio. L’esempio più noto e forse di maggiore successo è Axiom. In Italia la prima
virtual law firm è promossa da Claudia Bortolani che in precedenza ha lavorato per Pavia e Ansaldo
e Macchi di Cellere Gangemi.
183. Più in generale, a fine anno il bilancio tra ingressi e partenze vede gli studi italiani prota-
gonisti del 71% delle acquisizioni di nuovi soci. Mentre le law firm internazionali e in particolare
britanniche sono state teatro del 45% delle uscite.
118
7. La deriva dei consulenti
Lascia anche Luigi Arturo Bianchi, ordinario di diritto commerciale alla
Bocconi, che passa a d’Urso Gatti affiancando il suo nome in ditta a quel-
lo del fondatore, Carlo d’Urso e di Francesco Gatti, in passato, socio di
Vittorio Dotti, ex avvocato di fiducia di Silvio Berlusconi.
Tuttavia lo studio non perde la sua capacità di attrarre professionisti e
proprio a fine 2010 mette a segno uno dei lateral hire più rilevanti del de-
cennio facendo salire a bordo Catia Tomasetti, regina del project finance
italiano, autorità nel settore energy e infrastrutture che, tra le altre cose,
va a ricoprire la carica di presidente di Acea tra il 2014 e il 2017.
Tomasetti arriva da Allen & Overy, da cui, l’anno precedente sono usciti
anche Antonella Capria, Alberto Nanni e Davide Braghini tutti andati a
rafforzare, nell’ordine, le practice di ambientale, contenzioso e real estate
di Gianni Origoni Grippo.
Sempre da Allen & Overy, nel 2016, fa il suo ingresso in BonelliErede
l’ex senior partner Massimiliano Danusso che assume la guida della sede
di Londra.
La law firm inglese, per parte sua, ha da tempo smesso di acquisire par-
tner da altre associazioni. L’ultima operazione risale al 2008, quando da
Freshfields arriva Stefano Sennhauser, asso del banking, che, nove anni
più tardi, diventerà anche managing partner delle sedi italiane dello stu-
dio.
In realtà questa è una scelta strategica comune a molte law firm magic cir-
cle presenti in Italia (l’unica eccezione è Linklaters) che dopo le “campa-
gne acquisti” svolte al debutto sul mercato della Penisola sembrano prefe-
rire più che altro una crescita per linee interne, o tramite l’acquisizione di
professionisti dotati delle qualità necessarie per aspirare alla partnership
ma da inserire inizialmente come counsel.
Tra gli internazionali, invece, chi non smette di fare lateral hire è Dla
Piper. Lo studio, solo nel 2010, prende cinque soci. Quattro, tra cui Nino
Lombardo (che diventerà capo del dipartimento di finance & project dello
studio), provenienti da Simmons & Simmons, più Raffaella Quintana,
specializzata in white collar crime, da Cms.
L’attivismo dello studio prosegue anche negli anni successivi e raggiunge
119
7. La deriva dei consulenti
l’acme con l’arrivo di Francesco Novelli, da Grimaldi, nella primavera del
2012.
Si tratta di una delle ultime e più rilevanti uscite che lo studio fondato da
Vittorio Grimaldi subisce al termine del suo ciclo di storia successivo alla
separazione da Clifford Chance.
Un processo di smantellamento cominciato con l’uscita di Roberto Cap-
pelli, passato a fine 2011 in Gianni Origoni Grippo (che da quel mo-
mento diventa Gianni Origoni Grippo Cappelli), ma dal quale lo studio
risorge, proprio nei giorni in cui viene ufficializzato l’ingresso di Novelli
in Dla Piper, radunando i soci italiani dell’ex Dewey & LeBoeuf.
Unico rappresentante della vecchia guardia, in quel momento, è France-
sco Sciaudone il quale diventerà il regista del rilancio dell’insegna e del
suo nuovo corso sul mercato.
Come accennato in precedenza, però, il redivivo studio Grimaldi subisce
quasi subito uno spin off di non poca rilevanza, visto che a fine 2012
Bruno Gattai assieme ad altri 34 avvocati decide di dare vita alla propria
boutique che inizialmente prende il nome di Gattai Minoli e dopo l’arrivo
di Riccardo Agostinelli, nel 2014, diventa Gattai Minoli Agostinelli.
Per le boutique italiane comincia una stagione di nuova vitalità destinata
a durare. Il progetto firmato Gattai si inserisce in una scia di iniziative
partita l’anno prima con l’ingresso dell’avvocato Raffaele de Luca Tamajo
nello studio guidato da Franco Toffoletto e la conseguente nascita dello
studio Toffoletto de Luca Tamajo, tra i principali attori nel mercato del
diritto del lavoro, con un team di oltre 70 professionisti.
Sempre nel 2011, Pedersoli ingloba Marena D’Angelo & Fagotto 184
e apre
a Torino prendendo sette soci da Grande Stevens che nel frattempo, sotto
la guida di Michele Briamonte, ha a sua volta cominciato a investire fuori
dai confini sabaudi aprendo a Milano185
, rafforzando la propria presenza
184. Insegna nata dopo l’uscita di Daniele Bonvicini, Roberto Ludergnani e Giuseppe Forni da
Mbl & Partners, per dare vita a Blf studio legale.
185. Cfr. l’articolo Grande Pedersoli pubblicato da Lettera43.it il 7 febbraio 2011 a firma Elia
Pietra (http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2011/02/07/grande-pedersoli/5397/).
120
7. La deriva dei consulenti
a Roma e preparandosi al “salto” Oltreconfine che nel 2016 lo porterà a
Londra.
Nel 2012, invece, si assiste alla nascita di una nuova insegna sempre nel
diritto del lavoro, a opera di Claudio Morpurgo, e al debutto di Cintioli
& Associati nell’amministrativo, su iniziativa di Fabio Cintioli che ha
lasciato BonelliErede dove, invece, nel 2015 entra Luca Raffaello Perfetti,
anche lui amministrativista di grande prestigio che, a sua volta, nel 2012
ha lasciato Chiomenti.
Intanto Rino Caiazzo, uno dei più autorevoli professionisti specializzati
in antitrust, mette fine alla sua collaborazione con Grimaldi186
e unisce le
forze alla boutique Cdp, fondata da Roberto Donnini e Marisa Pappalar-
do nel 2011.
Il trend prosegue anche l’anno successivo. Prima con la nascita di Le-
galitax, spin off di Cba che parte con 11 soci e 15 associati più altri 38
professionisti187
. Poi con la fondazione di Arblit, boutique specializzata
in arbitrato, ad opera di Luca Radicati di Brozolo, altro ex BonelliErede,
a cui nel 2014 si assocerà anche l’ex Freshfields, Massimo Benedettelli.
A fine 2013, invece, arriva l’annuncio dell’imminente passaggio di Anto-
nio Segni, Andrea Mazziotti e Federico Vermicelli da LMS a Lombardi
Molinari188
che, nei mesi precedenti ha anche stretto un’alleanza con il
rettore della Cattolica ed ex socio di Piero Schlesinger, Franco Anelli.
Tra il 2014 e il 2015, sul mercato, compaiono venti nuove insegne. Per la
maggior parte si tratta ancora di boutique. E molte di queste riescono a
186. Dov’è approdato assieme al gruppo di soci ex Dewey & LeBoeuf.
187. In particolare, i fondatori di Legalitax sono stati Nicola Bombassei, Francesco Camilotti,
Cristiano Cerchiai, Franco Fabris, Alessandro Polettini, Roberto Salin, Laura Bellicini, Giovanni
Luca Cezza, Alberto De Nigro, Marco Moretti e Alessandro Pinci. A tale proposito cfr. l’articolo
Tra Padova e Roma, via a Legalitax su Lettera43.it (già Economiaweb.it http://www.lettera43.it/it/
articoli/economia/2013/01/09/tra-roma-e-padova-via-a-legalitax/174649/).
188. La notizia è lo scoop che tiene a battesimo il primo numero di MAG, quindicinale d’in-
formazione sul mercato legale che rivoluziona radicalmente la stampa di settore grazie al fatto di
essere una pubblicazione esclusivamente digitale e totalmente gratuita. Il numero 1 di MAG è stato
pubblicato il 16 settembre 2013.
121
7. La deriva dei consulenti
diventare da subito concorrenti diretti delle più grandi realtà che possono
vantare un posizionamento consolidato nel tempo.
Si pensi a 5 Lex189
, nel corporate finance e regolamentare, Giovannelli &
Associati190
, nel corporate m&a e private equity o a Ludovici & Partners
e Puri Bracco Lenzi191
nel tax.
Nel 2013 tornano anche a farsi sentire gli studi internazionali.
White & Case, dopo la riapertura in Italia192
, prende Paola Leocani da
Allen & Overy. Si tratta della specialista del capital markets che ha te-
nuto a battesimo il Btp Italia193
e per il quale è stata anche annoverata tra
gli avvocati innovatori dell’anno dal Financial Times. Un lavoro svolto
in tandem con Piergiorgio Leofreddi, all’epoca in forza a Simmons &
Simmons.
Le strade dei due si incrociano, ma non coincidono. Quando, infatti, Leo-
cani passa a Simmons & Simmons, nel 2016, Leofreddi non c’è più perché
l’anno prima ha lasciato la law firm inglese per gli americani di Jones Day.
Sempre nel 2013, Paul Hastings, guidato in Italia da Bruno Cova, con-
quista il fuoriclasse dell’energy Lorenzo Parola che arriva da Grimaldi
dov’era approdato con il gruppo di ex Dewey & LeBoeuf. Mentre i tede-
schi di Roedl & Partner, a sorpresa, portano in squadra a Milano, Danie-
le Bonvicini, dando vita a un sodalizio che dura tre anni, fino a quando
189. Lo studio nasce su iniziativa di Afredo Craca, Vittorio Pisapia, Claudio Tatozzi (che nel
2006 avevano creato la loro boutique indipendente uscendo da Lombardi Molinari) e Francesco Di
Carlo ed Edoardo Guffanti ex soci di Filippo Annunziata.
190. A cui dà vita Alessandro Giovannelli, ex Pavia e Ansaldo, dopo una breve parentesi nella
sede milanese di Ashurst.
191. Rispettivamente spin off da Maisto e Associati e Miccinesi e Associati.
192. Lo studio nel 2008 aveva chiuso i battenti dopo anni piuttosto travagliati. Nell’estate 2011,
però, decide di riprovarci e si affida all’ex managing partner della sede milanese di Latham & Wa-
tkins, Michael Immordino.
193. I Btp Italia sono i primi titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana, con cedole seme-
strali e durata quadriennale, pensati soprattutto per le esigenze dei risparmiatori e degli investitori
retail. Sono infatti i primi titoli di Stato che il Tesoro emette utilizzando non il meccanismo tra-
dizionale dell’asta ma la piattaforma MOT di Borsa Italiana London Stock Exchange Group. In
questo modo la sottoscrizione, oltre che in banca, può essere fatta anche tramite qualsiasi home
banking abilitato alle funzioni di trading.
122
7. La deriva dei consulenti
il rain maker lascia la law firm internazionale per entrare nell’equity di
Grande Stevens.
Siamo arrivati al 2016. E a farla da protagonista sul fronte dei lateral
hire194
è un’insegna nuova. Uno studio internazionale che ha aperto i bat-
tenti da appena dodici mesi.
Si chiama Dentons e a guidarlo c’è Federico Sutti, l’avvocato che nei dieci
anni precedenti è riuscito a trasformare Dla Piper nella prima law firm
straniera del Paese per fatturato.
194. Solo nel 2016 entrano in Dentons Stefano Speroni, in arrivo da Grimaldi, Andrea Fiorelli,
proveniente da Norton Rose Fullbright, Roberta Moscaroli, che lascia Dla piper, Luca Pocobelli,
ex Latham & Watkins, Aian Abbas, che lascia Ashurst, Alessandro Dubini, proveniente da Bi-
scozzi Nobili, Alessandro Fosco Fagotto, già socio di Pedersoli e Sara Biglieri, in arrivo da Rucellai
& Raffaelli.

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La deriva dei consulenti

  • 2. ISBN 978-88-942934-0-1 Copyright LC srl - Via Morimondo 26 - 20143 Milano - 2017 Finito di stampare nel mese di novembre 2017 da COLORSHADE - Via Cristoforo Colombo, 7 20068 Peschiera Borromeo (MI) Printed in Italy 1° edizione novembre 2017 Finito di scrivere ad agosto 2017 Art director: Hicham Haidar Diab Impaginazione: kreita.com I dialoghi e le dichiarazioni attribuiti dall’autore a personaggi reali sono da intendersi riportati a titolo esemplificativo di fatti verosimili e, pertanto, non derivano necessariamente da una testimonianza, di- retta o indiretta, dell’autore.
  • 3. 111 7 LA DERIVA DEI CONSULENTI Se qualcuno giura fedeltà fino alla tomba, di solito non pensa alla propria tomba. (Zarko Petan) Un mercato di persone. Un people business dicono gli inglesi. La consulen- za legale d’affari si muove all’interno di uno scenario dai confini variabili. Un perimetro che anno dopo anno viene ridisegnato dagli spostamenti di avvocati da uno studio all’altro. Con il conseguente transito di collabora- tori e, soprattutto, di clienti. Questo moto perpetuo del mercato dei servizi legali somiglia un po’ al fenomeno geologico della deriva dei continenti teorizzato nel 1912 dal te- desco Alfred Lothar Wegener. Un processo costante, fatto di spostamenti individuali o di gruppo, che di tanto in tanto viene scandito da terremoti che in qualche modo cambiano lo scenario all’orizzonte. Tra il 2006 e il 2016 il fenomeno dei cambi di poltrona o lateral hire (come abbiamo imparato a chiamarli permutando il gergo anglosassone) ha avu- to un’intensità crescente. Alimentato da diversi fattori: il bisogno di alcu- ne organizzazioni di dotarsi di competenze d’eccellenza in tempi rapidi, la volontà di alcuni avvocati di dare vita a propri progetti professionali o di aumentare i propri guadagni, l’opportunità offerta ad altri di diventare i rappresentanti in Italia di un’insegna internazionale e poi ancora la revi- sione degli organici di strutture troppo cresciute, i tagli, la crisi.
  • 4. 112 7. La deriva dei consulenti Ciascuno di questi fattori e il loro combinato disposto hanno prodotto nel tempo, come unico macro-risultato, lo spostamento di una gigantesca mole di professionisti, avvocati e commercialisti, allargando sempre di più i con- fini di questo settore un tempo riserva privata di caccia per pochi singoli giuristi. L’avvocatura d’affari cambia pelle e passa dallo status di élite a quello d’impresa legale. Praticamente ogni cambio di poltrona (o quasi) ha avuto un effetto moltiplicatore sul numero di professionisti chiamati a svolgere il proprio lavoro in questa particolare area di mercato. Nuovi soci hanno bisogno di nuovi collaboratori, i quali a loro volta aspireranno a diventare soci. Sempre prima. Sempre più in fretta. Con esiti non troppo positivi per il mercato che alla fine si ritrova costretto a inventare le formule più fantasiose per soddisfare le ambizioni degli aspiranti partner173 . Una crescita esponenziale che può essere sintetizzata in alcune cifre. Basti pensare che, nel 2007, il mercato contava già oltre 5mila professionisti in forza ai primi cento studi legali d’affari attivi in Italia. Ma dieci anni più tardi, sono addirittura più di 6mila quelli attivi solo nelle prime cinquanta associazioni professionali impegnate in questo settore. Nello stesso arco di tempo, sono stati all’incirca 700 i soci di questi studi che hanno cambiato casacca174 , sdoganando di fatto il fenomeno dei “di- vorzi professionali” un tempo considerati motivo di scandalo all’interno del ceto forense e rendendolo, a lungo andare, una consuetudine. Solo negli ultimi cinque anni del decennio che stiamo osservando, ossia tra il 2012 e il 2016, si stima che questi passaggi laterali abbiano spostato 173. Dopo la lunga crisi post Lehman, l’apertura della partnership a nuovi soci diventa molto più difficile. Soprattutto se si parla di equity. In questo modo vengono inventati titoli che vanno da junior partner a salary partner passando per associate, local, resident, global, name, founding (par- tner) e che nella maggior parte dei casi servono essenzialmente a  tenere sotto controllo le pretese di chi ambisce a un certo percorso di carriera e pensa che per lui o lei sia arrivato il momento della consacrazione nell’associazione. A tale proposito cfr. l’editoriale Quanto vale la partnership di uno studio, a firma dell’autore di questo libro, pubblicato nella newsletter numero 135 del 3 aprile 2017 di Legalcommunity.it (http://legalcommunity.it/newsletter/39861). 174. E chiaramente parliamo solo dei professionisti entrati nel radar dei media specializzati.
  • 5. 113 7. La deriva dei consulenti fatturato per oltre 400 milioni di euro all’interno di un comparto che muove un giro d’affari complessivo di circa 2 miliardi. Non è facile dire quali siano stati i lateral hire, gli spin off o le start up le- gali che hanno maggiormente contribuito a rimodellare i confini dell’av- vocatura d’affari in Italia. Di certo, però, ci sono stati dei cambi di poltrona e delle iniziative pro- fessionali che sono riuscite, più di altre, ad avere un ruolo determinante sia nella vita di alcuni studi legali sia nelle dinamiche di specifici settori di attività. Provare a fare una rapida carrellata di nomi e vicende (con la premessa che alcune di queste storie saranno approfondite ulteriormente nelle pagine seguenti) può risultare interessante. Come nella proiezione di un video in time lapse, con le immagini che si susseguono in sequenza accelerata, andando avanti e tornando indietro, quello a cui si assiste è l’effetto ca- rambola che spesso è generato (talvolta direttamente, in altri casi indiret- tamente) dall’arrivo, ovvero dall’uscita, di un singolo o di un gruppo di professionisti. Il 2006 è un anno che tutti i giuslavoristi ricordano, perché è quello in cui Francesco Rotondi, Luca Failla e Angelo Zambelli danno vita a LabLaw, boutique specializzata in diritto del lavoro che nel giro di poco tempo ri- esce ad affermarsi come concorrente di realtà di lungo corso come Trifirò o Toffoletto. Nel mentre, da Londra arriva Sj Berwin che nel 2013 diventa King & Wood Mallesons, ossia il primo studio cinese direttamente presente in Italia175 . Come abbiamo visto176 , il 2006 è anche l’anno di un importante spin off da Gianni Origoni Grippo & Partners: quello da cui prende vita lo studio 175. Il passaggio è conseguenza diretta della alleanza a livello internazionale tra i cinesi del co- losso King & Wood, gli australiani di Mallesons e gli inglesi di Sj Berwin da cui nasce un colosso mondiale che conta 2.700 avvocati, 550 soci e 30 sedi. 176. Cfr. il capitolo 4 di questo libro.
  • 6. 114 7. La deriva dei consulenti Labruna Mazziotti Segni il quale, a sua volta, nel 2014 diventa teatro di uno spin off di rilievo con il passaggio dei soci Antonio Segni e Andrea Mazziotti di Celso nella superboutique Lombardi Molinari. Lo studio cambia nome in Lombardi Molinari Segni. Ma a fine 2016 vede l’uscita di Ugo Molinari che, con altri due soci177 e 20 avvocati dà vita a Molinari & Associati che, a inizio 2017, mette a segno un importante lateral hire, prendendo Nicolò Juvara dalla sede italiana di Norton Rose Fulbright, dove ricopriva il ruolo di managing partner. Intanto, Fabio Labruna sceglie di continuare il suo progetto professionale alla guida di quello che è diventato lo studio LMS. Una realtà sempre focalizzata nelle aree del corporate finance e del contenzioso. E anche lui torna a reclutare soci. Tra il 2015 e il 2016 prende due partner di peso dalla sede italiana di Latham & Watkins: Tommaso Amirante e Fabio Coppola a cui, un anno più tardi si aggiunge la fiscalista Bernadette Ac- cili, proveniente da Paul Hastings. Amirante e Coppola, nel 2007, sono stati a loro volta autori, assieme ad Andrea Novarese, Maria Cristina Storchi e Simone Monesi del pri- mo spin off subito dall’allora Bonelli Erede Pappalardo. I cinque soci, quell’anno, decidono di lasciare lo studio fondato da Franco Bonelli e Sergio Erede per gestire il nuovo corso della law firm americana in Italia. Raggiungono il socio Michael Immordino e poco dopo vengono seguiti da Antonio Coletti (in arrivo da Gianni Origoni Grippo e destinato a essere nominato office managing partner nel 2013), Stefano Sciolla (ex Cleary Gottlieb) e Riccardo Agostinelli. Quest’ultimo, per nove anni è stato managing partner di Ashurst in Italia assieme a Daniele Raynaud. Nel 2009 entrambi decidono di lasciare lo studio inglese. Ma prendono strade molto diverse. Il primo, come detto, passa alla law firm americana per andare a rafforzare il dipartimento di banking and finance e succes- sivamente decide di unire le forze alla super boutique Gattai Minoli alla quale aggiunge anche il suo nome. Il secondo sceglie di mettersi in pro- prio dando vita a Raynaud and Partners. 177. Alessandro de Botton e Marinella Ciaccio.
  • 7. 115 7. La deriva dei consulenti Intanto, in Ashurst, le redini dello studio passano a Franco Vigliano, ex Allen & Overy, tra i più apprezzati specialisti italiani di project finance. Vigliano è arrivato in Ashurst nel 2006. L’anno prima da Allen & Overy è uscito anche Andrea Arosio che con Dario Longo è passato prima in Pedersoli e successivamente in Linklaters dove si è occupato del rilancio dello studio in Italia assieme a Davide Mencacci, anche lui ex Allen & Overy e Giovanni Pedersoli che lascia lo studio fondato da suo padre (il grande Alessandro Pedersoli) per partecipare al progetto italiano della law firm magic circle. Siamo nel 2007. Un anno di start up, come la boutique fiscale e tributaria Russo De Rosa a cui danno vita Alberto Russo, Leo De Rosa, Andrea Bolletta e Valerio Libani. E ancora un anno di spin off. L’anno di Legan- ce (che prende vita a dicembre). E l’anno in cui nasce una delle insegne destinate a diventare protagoniste nel settore della proprietà intellettuale e del cosiddetto tmt178 : Orsingher. Il progetto fa capo a Matteo Orsingher che è appena uscito da Freshfields Bruckhaus Deringer e che nel corso degli anni riesce a costruire un mo- dello di associazione con una forte competenza anche nel corporate m&a. Nel 2013, infatti, lo studio cambia nome, diventa Orsingher Ortu, con l’arrivo di altri quattro soci sempre da Freshfields: si tratta di Mario Ortu, ex numero uno dell’m&a dello studio magic circle in Italia, Nicola Barra Caracciolo, Paolo Canal e Stephan McCleery. Dal fronte internazionale, oltre al rilancio di Linklaters e all’avvio di un’operatività più decisa a livello locale per Latham & Watkins179 , si regi- stra anche il debutto in Italia di un’altra insegna americana: Bryan Cave, che si affida ai soci (ex Delfino Willkie Farr & Gallagher), Fulvio Pastore Alinante e Paolo Barozzi. 178. La sigla tmt viene usata comunemente per identificare l’area di pratica dedita a tecnologia, media e telecomunicazioni. 179. Prima dell’apertura della partnership allo spin off proveniente da Bonelli Erede Pappalardo, l’insegna americana, da tempo presente nella Penisola, aveva concentrato la sua operatività locale prevalentemente all’assistenza di clienti internazionali o di clienti italiani su questioni di diritto statunitense relative, in particolare, a operazioni di capital markets.
  • 8. 116 7. La deriva dei consulenti Aumenta l’attivismo degli americani in Italia. Nel 2008, Orrick, guidato dal giurista ed economista Alessandro De Ni- cola, acquisisce cinque soci da Vita Samory Fabbrini (realtà nata da uno spin off di Carnelutti) rafforzandosi nelle aree del private equity e m&a in particolare con il socio Guido Testa180 . Jones Day cresce nel real estate e nel banking con Matteo Troni e Fran- cesco Squerzoni, entrambi provenienti da Dla Piper che nello stesso anno ha detto addio a Davide Proverbio, passato in Norton Rose181 . Allo stes- so tempo, però, la law firm angloamericana ha aperto le porte a Guido Alberto Inzaghi, proveniente da DS&P, e destinato ad affermarsi tra le punte di diamante dello studio nell’area del diritto immobiliare. Ma è Dewey & LeBoeuf l’insegna che desta maggiore interesse. Sfumata (a livello globale) la fusione con Orrick, lo studio di Wall Street comincia a investire con forza in Italia. Il managing partner, Bruno Gat- tai, riesce ad attirare numerosi profili di alto livello: Tiziana Del Prete e Guido Masini da Clifford Chance, Francesco Cartolano da Cba, Sergio Sambri da Paul Hastings e come botto di fine anno, Angelo Zambelli da LabLaw al cui arrivo, seguirà, poco dopo anche quello del gigante dell’e- nergy, Lorenzo Parola, da Allen & Overy. Si amplia, così, quello che molti descrivono come un dream team che però resterà travolto dal fallimento dello studio americano (passato alla storia come la Lehman Brothers delle law firm) e la scissione della partnership italiana nel 2012, con una parte del gruppo che decide di seguire Gattai nel suo nuovo progetto professionale e un’altra che preferisce partecipare alla rifondazione dello studio sotto l’insegna Grimaldi. Con l’esplosione della crisi globale seguita al crollo dei mutui subprime, la recessione riporta in auge il modello delle boutique legali. 180. Per buona parte degli altri soci, però, il sodalizio con Orrick ha breve durata. Luca Fabbrini, Paolo Carrière e Matteo Bascelli, scelgono di andare a lavorare con Cba, Mascia Cassella diventa socia di Masotti Berger e Giovanni Carcaterra passa prima a Lca e successivamente a Giovannelli & Associati. 181. E successivamente destinato a far parte di King & Wood Mallesons.
  • 9. 117 7. La deriva dei consulenti A metà 2008 Alessandro Munari e Raffaele Cavani lasciano lo studio d’Urso e danno vita a Munari Cavani. L’anno seguente, invece, prendono vita dieci boutique. Tra cui anche la prima virtual law firm italiana, battezzata Legal Grounds182 . Quasi tutte queste realtà nascono per iniziativa di professionisti prove- nienti da studi legali internazionali183 . È il caso di Stelè Perelli, a cui dan- no vita due ex Allen & Overy: Daniela Stelè e Alessandra Perelli. Così come è il caso di Lmcr e Rcc. Entrambe le sigle sono state promosse da alcuni professionisti ex Clifford Chance. Nel primo caso si tratta di Massimo La Torre e Decio Morgese che, assieme al professor Vincenzo Cesàro, ordinario di diritto privato all’Università Parthenope di Napoli, creano una boutique specializzata in corporate m&a e private equity a cui, nel 2011 si aggiunge anche Roberto Rio che nel frattempo ha lasciato Grimaldi. Dietro la sigla Rcc, invece, ci sono tre star del diritto finanziario. Si tratta di Silvio Riolo, Michele Crisostomo e Paolo Calderaro che nel corso degli anni riescono ad aggregare attorno al loro progetto di boutique speciali- stica molti professionisti di spessore. Un processo continuo che culmina, dopo un “corteggiamento” andato avanti per quasi due anni, nell’arrivo, a inizio 2017, di Alberto Del Din, un mito del settore, proveniente da Paul Hastings e con un passato in BonelliErede. Il primo studio italiano, tra il 2007 e il 2010 ha registrato parecchie defe- zioni. Oltre allo spin off dei soci finiti in Latham & Watkins e all’uscita di Del Din, hanno detto addio all’organizzazione anche il delfino di Sergio Erede, Luca Picone, che dopo un passaggio in Linklaters entra in Hogan Lovells del quale assume la guida a inizio 2017 al posto di Leah Dunlop. 182. Le virtual law firm sono un fenomeno partito dagli Usa e arrivato in Europa proprio alla fine del primo decennio degli anni Duemila. Si tratta di organizzazioni basate su una piattaforma tecnologica online che mette in rete professionisti con diverse specializzazioni e li fa operare sotto un unico marchio. L’esempio più noto e forse di maggiore successo è Axiom. In Italia la prima virtual law firm è promossa da Claudia Bortolani che in precedenza ha lavorato per Pavia e Ansaldo e Macchi di Cellere Gangemi. 183. Più in generale, a fine anno il bilancio tra ingressi e partenze vede gli studi italiani prota- gonisti del 71% delle acquisizioni di nuovi soci. Mentre le law firm internazionali e in particolare britanniche sono state teatro del 45% delle uscite.
  • 10. 118 7. La deriva dei consulenti Lascia anche Luigi Arturo Bianchi, ordinario di diritto commerciale alla Bocconi, che passa a d’Urso Gatti affiancando il suo nome in ditta a quel- lo del fondatore, Carlo d’Urso e di Francesco Gatti, in passato, socio di Vittorio Dotti, ex avvocato di fiducia di Silvio Berlusconi. Tuttavia lo studio non perde la sua capacità di attrarre professionisti e proprio a fine 2010 mette a segno uno dei lateral hire più rilevanti del de- cennio facendo salire a bordo Catia Tomasetti, regina del project finance italiano, autorità nel settore energy e infrastrutture che, tra le altre cose, va a ricoprire la carica di presidente di Acea tra il 2014 e il 2017. Tomasetti arriva da Allen & Overy, da cui, l’anno precedente sono usciti anche Antonella Capria, Alberto Nanni e Davide Braghini tutti andati a rafforzare, nell’ordine, le practice di ambientale, contenzioso e real estate di Gianni Origoni Grippo. Sempre da Allen & Overy, nel 2016, fa il suo ingresso in BonelliErede l’ex senior partner Massimiliano Danusso che assume la guida della sede di Londra. La law firm inglese, per parte sua, ha da tempo smesso di acquisire par- tner da altre associazioni. L’ultima operazione risale al 2008, quando da Freshfields arriva Stefano Sennhauser, asso del banking, che, nove anni più tardi, diventerà anche managing partner delle sedi italiane dello stu- dio. In realtà questa è una scelta strategica comune a molte law firm magic cir- cle presenti in Italia (l’unica eccezione è Linklaters) che dopo le “campa- gne acquisti” svolte al debutto sul mercato della Penisola sembrano prefe- rire più che altro una crescita per linee interne, o tramite l’acquisizione di professionisti dotati delle qualità necessarie per aspirare alla partnership ma da inserire inizialmente come counsel. Tra gli internazionali, invece, chi non smette di fare lateral hire è Dla Piper. Lo studio, solo nel 2010, prende cinque soci. Quattro, tra cui Nino Lombardo (che diventerà capo del dipartimento di finance & project dello studio), provenienti da Simmons & Simmons, più Raffaella Quintana, specializzata in white collar crime, da Cms. L’attivismo dello studio prosegue anche negli anni successivi e raggiunge
  • 11. 119 7. La deriva dei consulenti l’acme con l’arrivo di Francesco Novelli, da Grimaldi, nella primavera del 2012. Si tratta di una delle ultime e più rilevanti uscite che lo studio fondato da Vittorio Grimaldi subisce al termine del suo ciclo di storia successivo alla separazione da Clifford Chance. Un processo di smantellamento cominciato con l’uscita di Roberto Cap- pelli, passato a fine 2011 in Gianni Origoni Grippo (che da quel mo- mento diventa Gianni Origoni Grippo Cappelli), ma dal quale lo studio risorge, proprio nei giorni in cui viene ufficializzato l’ingresso di Novelli in Dla Piper, radunando i soci italiani dell’ex Dewey & LeBoeuf. Unico rappresentante della vecchia guardia, in quel momento, è France- sco Sciaudone il quale diventerà il regista del rilancio dell’insegna e del suo nuovo corso sul mercato. Come accennato in precedenza, però, il redivivo studio Grimaldi subisce quasi subito uno spin off di non poca rilevanza, visto che a fine 2012 Bruno Gattai assieme ad altri 34 avvocati decide di dare vita alla propria boutique che inizialmente prende il nome di Gattai Minoli e dopo l’arrivo di Riccardo Agostinelli, nel 2014, diventa Gattai Minoli Agostinelli. Per le boutique italiane comincia una stagione di nuova vitalità destinata a durare. Il progetto firmato Gattai si inserisce in una scia di iniziative partita l’anno prima con l’ingresso dell’avvocato Raffaele de Luca Tamajo nello studio guidato da Franco Toffoletto e la conseguente nascita dello studio Toffoletto de Luca Tamajo, tra i principali attori nel mercato del diritto del lavoro, con un team di oltre 70 professionisti. Sempre nel 2011, Pedersoli ingloba Marena D’Angelo & Fagotto 184 e apre a Torino prendendo sette soci da Grande Stevens che nel frattempo, sotto la guida di Michele Briamonte, ha a sua volta cominciato a investire fuori dai confini sabaudi aprendo a Milano185 , rafforzando la propria presenza 184. Insegna nata dopo l’uscita di Daniele Bonvicini, Roberto Ludergnani e Giuseppe Forni da Mbl & Partners, per dare vita a Blf studio legale. 185. Cfr. l’articolo Grande Pedersoli pubblicato da Lettera43.it il 7 febbraio 2011 a firma Elia Pietra (http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2011/02/07/grande-pedersoli/5397/).
  • 12. 120 7. La deriva dei consulenti a Roma e preparandosi al “salto” Oltreconfine che nel 2016 lo porterà a Londra. Nel 2012, invece, si assiste alla nascita di una nuova insegna sempre nel diritto del lavoro, a opera di Claudio Morpurgo, e al debutto di Cintioli & Associati nell’amministrativo, su iniziativa di Fabio Cintioli che ha lasciato BonelliErede dove, invece, nel 2015 entra Luca Raffaello Perfetti, anche lui amministrativista di grande prestigio che, a sua volta, nel 2012 ha lasciato Chiomenti. Intanto Rino Caiazzo, uno dei più autorevoli professionisti specializzati in antitrust, mette fine alla sua collaborazione con Grimaldi186 e unisce le forze alla boutique Cdp, fondata da Roberto Donnini e Marisa Pappalar- do nel 2011. Il trend prosegue anche l’anno successivo. Prima con la nascita di Le- galitax, spin off di Cba che parte con 11 soci e 15 associati più altri 38 professionisti187 . Poi con la fondazione di Arblit, boutique specializzata in arbitrato, ad opera di Luca Radicati di Brozolo, altro ex BonelliErede, a cui nel 2014 si assocerà anche l’ex Freshfields, Massimo Benedettelli. A fine 2013, invece, arriva l’annuncio dell’imminente passaggio di Anto- nio Segni, Andrea Mazziotti e Federico Vermicelli da LMS a Lombardi Molinari188 che, nei mesi precedenti ha anche stretto un’alleanza con il rettore della Cattolica ed ex socio di Piero Schlesinger, Franco Anelli. Tra il 2014 e il 2015, sul mercato, compaiono venti nuove insegne. Per la maggior parte si tratta ancora di boutique. E molte di queste riescono a 186. Dov’è approdato assieme al gruppo di soci ex Dewey & LeBoeuf. 187. In particolare, i fondatori di Legalitax sono stati Nicola Bombassei, Francesco Camilotti, Cristiano Cerchiai, Franco Fabris, Alessandro Polettini, Roberto Salin, Laura Bellicini, Giovanni Luca Cezza, Alberto De Nigro, Marco Moretti e Alessandro Pinci. A tale proposito cfr. l’articolo Tra Padova e Roma, via a Legalitax su Lettera43.it (già Economiaweb.it http://www.lettera43.it/it/ articoli/economia/2013/01/09/tra-roma-e-padova-via-a-legalitax/174649/). 188. La notizia è lo scoop che tiene a battesimo il primo numero di MAG, quindicinale d’in- formazione sul mercato legale che rivoluziona radicalmente la stampa di settore grazie al fatto di essere una pubblicazione esclusivamente digitale e totalmente gratuita. Il numero 1 di MAG è stato pubblicato il 16 settembre 2013.
  • 13. 121 7. La deriva dei consulenti diventare da subito concorrenti diretti delle più grandi realtà che possono vantare un posizionamento consolidato nel tempo. Si pensi a 5 Lex189 , nel corporate finance e regolamentare, Giovannelli & Associati190 , nel corporate m&a e private equity o a Ludovici & Partners e Puri Bracco Lenzi191 nel tax. Nel 2013 tornano anche a farsi sentire gli studi internazionali. White & Case, dopo la riapertura in Italia192 , prende Paola Leocani da Allen & Overy. Si tratta della specialista del capital markets che ha te- nuto a battesimo il Btp Italia193 e per il quale è stata anche annoverata tra gli avvocati innovatori dell’anno dal Financial Times. Un lavoro svolto in tandem con Piergiorgio Leofreddi, all’epoca in forza a Simmons & Simmons. Le strade dei due si incrociano, ma non coincidono. Quando, infatti, Leo- cani passa a Simmons & Simmons, nel 2016, Leofreddi non c’è più perché l’anno prima ha lasciato la law firm inglese per gli americani di Jones Day. Sempre nel 2013, Paul Hastings, guidato in Italia da Bruno Cova, con- quista il fuoriclasse dell’energy Lorenzo Parola che arriva da Grimaldi dov’era approdato con il gruppo di ex Dewey & LeBoeuf. Mentre i tede- schi di Roedl & Partner, a sorpresa, portano in squadra a Milano, Danie- le Bonvicini, dando vita a un sodalizio che dura tre anni, fino a quando 189. Lo studio nasce su iniziativa di Afredo Craca, Vittorio Pisapia, Claudio Tatozzi (che nel 2006 avevano creato la loro boutique indipendente uscendo da Lombardi Molinari) e Francesco Di Carlo ed Edoardo Guffanti ex soci di Filippo Annunziata. 190. A cui dà vita Alessandro Giovannelli, ex Pavia e Ansaldo, dopo una breve parentesi nella sede milanese di Ashurst. 191. Rispettivamente spin off da Maisto e Associati e Miccinesi e Associati. 192. Lo studio nel 2008 aveva chiuso i battenti dopo anni piuttosto travagliati. Nell’estate 2011, però, decide di riprovarci e si affida all’ex managing partner della sede milanese di Latham & Wa- tkins, Michael Immordino. 193. I Btp Italia sono i primi titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana, con cedole seme- strali e durata quadriennale, pensati soprattutto per le esigenze dei risparmiatori e degli investitori retail. Sono infatti i primi titoli di Stato che il Tesoro emette utilizzando non il meccanismo tra- dizionale dell’asta ma la piattaforma MOT di Borsa Italiana London Stock Exchange Group. In questo modo la sottoscrizione, oltre che in banca, può essere fatta anche tramite qualsiasi home banking abilitato alle funzioni di trading.
  • 14. 122 7. La deriva dei consulenti il rain maker lascia la law firm internazionale per entrare nell’equity di Grande Stevens. Siamo arrivati al 2016. E a farla da protagonista sul fronte dei lateral hire194 è un’insegna nuova. Uno studio internazionale che ha aperto i bat- tenti da appena dodici mesi. Si chiama Dentons e a guidarlo c’è Federico Sutti, l’avvocato che nei dieci anni precedenti è riuscito a trasformare Dla Piper nella prima law firm straniera del Paese per fatturato. 194. Solo nel 2016 entrano in Dentons Stefano Speroni, in arrivo da Grimaldi, Andrea Fiorelli, proveniente da Norton Rose Fullbright, Roberta Moscaroli, che lascia Dla piper, Luca Pocobelli, ex Latham & Watkins, Aian Abbas, che lascia Ashurst, Alessandro Dubini, proveniente da Bi- scozzi Nobili, Alessandro Fosco Fagotto, già socio di Pedersoli e Sara Biglieri, in arrivo da Rucellai & Raffaelli.