Il passaggio all’online: una svolta importante per la psicoterapia. Ecco i primi risultati della nostra indagine sul cambio di setting terapeutico a un mese e mezzo dal lockdown.
Come è stato per gli psicoterapeuti cambiare improvvisamente modalità di organizzare e gestire le sedute, nel passaggio da incontri faccia a faccia a modalità online? Come hanno proposto questo cambiamento, quali sono state le reazioni, che differenze hanno trovato, come pensano di fare in futuro? Qui trovate il link ai primi risultati della nostra indagine, svolta da Valentina Albertini, Gianmarco Manfrida ed Erica Eisenberg del Centro studi e Applicazione della Psicologia Relazionale di Prato.
Dalle App di servizio alle App di relazione: come cambia il rapporto medico-p...Giuseppe Fattori
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Il passaggio all’online: una svolta importante per la psicoterapia. Ecco i primi risultati della nostra indagine sul cambio di setting terapeutico a un mese e mezzo dal lockdown.
1. In mezzo al guado.
Il passaggio al setting online durante
l’emergenza Covid-19
Valentina Albertini, Gianmarco Manfrida, Erica Eisenberg
Centro Studi e Applicazione della Psicologia Relazionale di Prato
2. Questa indagine è stata ideata nei primi giorni successivi al decreto ministeriale di lock
down del 11/3/2019: nel tentativo di partecipare al contenimento dell’epidemia di
COVID-19, la maggior parte degli psicoterapeuti si è dovuta convertire bruscamente alla
pratica della propria professione online, una modalità da molti già sperimentata ma come
evento occasionale e non come attività quotidiana o comunque prevalente.
Si tratta di un cambiamento unico nella storia della psicoterapia per la brevità del tempo
in cui si è verificato, sconvolgendo le regole e le consuetudini del setting e le modalità di
conduzione delle sedute.
E’ sembrato utile agli autori indagare subito, a caldo, nei primi momenti di questa
rivoluzione, brusca seppur annunciata, quali sono state le reazioni degli psicoterapeuti. Il
campione a cui si sono rivolti è stato strettamente limitato ai frequentatori dei gruppi di
psicoterapia sui social, in modo da evitare effetti di prevalenza nelle risposte di indirizzi e
atteggiamenti specifici di scuola.
3. Il campione
Questionario semistrutturato appositamente creato.
Diffuso via web e attraverso i social dal 30 Marzo al 18 Aprile 2020
290 risposte raccolte
0
20
40
60
80
100
120
140
26-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-75
Età
33; 11%
257; 89%
Sesso
M F
4. Se non stupisce la prevalenza nel campione del sesso femminile ,
risulta invece significativo che le risposte provengano quasi del
tutto da persone di età superiore ai 30 anni: questo dato è
indicativo del fatto che abbia risposto un campione di terapeuti in
effettiva attività.
Gli psicoterapeuti che hanno risposto sono prevalentemente
psicologi e si distribuiscono principalmente nei tre grandi
indirizzi sistemico-relazionale, psicodinamico e cognitivista.
Colpisce che l’approccio cognitivo-comportamentale, che ha una
tradizione significativa di lavoro online, non sia maggiormente
rappresentato. Può dipendere dalla disponibilità del campione,
o da una pratica di terapia online meno sviluppata di quanto non
sia l’approccio teorico e di ricerca.
5. Il campione
278; 96%
10; 4% 1; 0%
Laurea
Psicologia Medicina Entrambe
0 20 40 60 80 100 120
Analisi transazionale
In specializzazione
Centrato sulla persona
Area cognitivista
Cognitivo comportamentale
Altro
Umanistico bioenergentico
Gestalt
Medico psichiatra
Psicodinamico/Psicoanalitico
Psicodramma
Sistemico-relazionale
N.R.
specializzazione
6. Il campione
0
10
20
30
40
50
60
70
80
in formazione meno di 5 da 6 a 9 da 10 a 15 da 16 a 20 oltre 20 n.r.
Anni di esperienza
280
7
1
Tipologia di lavoro
Libero professionista Dipendente pubblico Pensionata
8. Le due tabelle precedenti confermano che coloro che hanno risposto al
questionario sono psicoterapeuti libero professionisti (solo 1 su 40
lavora nel pubblico) dotati di esperienza pluriennale e quasi tutti in
piena attività clinica: solo il 10% vedeva meno di 5 pazienti alla
settimana.
La grande maggioranza dei terapeuti ha proposto le sedute online ai
pazienti come una possibilità da scegliere, circa un quinto come una
propria decisione; la metà dei pazienti ha accettato, secondo la
valutazione della metà dei terapeuti.
I motivi addotti dai terapeuti per il rifiuto sono principalmente legati a
timore per la privacy da un lato e preferenza per un setting di maggior
prossimità fisica dall’altro.
9. 0 50 100 150 200 250
Come un passaggio deciso dal terapeuta
Come una possibilità da scegliere
Altro
Come è stata proposta
10. 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
fino a 10%
da 10 a 20%
da 20 a 30%
da 30 a 40%
da 40 a 50%
da 50 a 60%
da 60 a 70%
da 70 a 80%
da 80 a 90%
da 90 a 100%
n.r.
Pazienti che NON hanno accettato
Fino al 50%= 152 oltre il 50%=132
11. 0 20 40 60 80 100 120 140
diffidenza verso l'online/preferenza altro setting
difficoltà tecnologiche es. no internet
"durerà poco"
difficoltà organizzative es. figli
passaggio frettoloso
motivi economici
resistenze/tipologi pazienti
privacy
relazione non strutturata
scarsa motivazione
scelta del terapeuta
sedute rimandabili
tipologia di terapia o tecniche usate
Motivazioni
12. 0
50
100
150
200
250
1 2 3 4 5 moltissimo (vuoto)
ANNOIATO/A
Al momento del passaggio al setting online si sentiva….
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1 2 3 4 5 moltissimo (vuoto)
PREPARATO/A
13. Al momento del passaggio al setting online si sentiva….
0
20
40
60
80
100
120
1 2 3 4 5
PREOCCUPATA/O
0
20
40
60
80
100
120
140
1 2 3 4 5
AGITATA/O
14. Al momento del passaggio al setting online si sentiva….
0
20
40
60
80
100
120
1 2 3 4 5
COMODO/A
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
1 2 3 4 5
CURIOSO/A
15. 0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1 2 3 4 5
DISPIACIUTA/O
Al momento del passaggio al setting online si sentiva….
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1 2 3 4 5 moltissimo (vuoto)
PREPARATO/A
16. Al momento del passaggio al setting online si sentiva….
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1 2 3 4 5 moltissimo (vuoto)
STIMOLATO/A
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
1 2 3 4 5 moltissimo (vuoto)
OBBLIGATA/O
17. Il momento del passaggio all’online è stato affrontato dai
terapeuti in modo equilibrato, come si conviene a dei
professionisti: le loro risposte si distribuiscono in un’area
media di comfort non esente da sensazioni di ansia,
dispiacere ed obbligo pur prevalendo la curiosità, lo
stimolo e la disponibilità ad affrontare situazioni di terapia
online magari già sperimentate ma ora trasformate da
esperienze occasionali in prassi quotidiana.
Coerentemente, a questo passaggio i professionisti non si
descrivono come impreparati ma neanche del tutto sicuri.
19. 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180
chiamate telefoniche
email
sedute in studio
sedute all'esterno
audiomessaggi
sms e watsapp
sms ad orari e giorni concordati
videochiamate
Modalità alternativa di contatto
20. 0
50
100
150
200
250
300
No Si
Ha avuto difficoltà con gli aspetti burocratici della terapia online?
Sì: reperire modulistica, comprendere l’invio della modulistica e della
fatturazione, reperire linee guida
21. La maggior parte dei terapeuti (80%) ha garantito modalità
alternative di contatto, soprattutto attraverso chiamate
telefoniche, mentre i messaggi whatsapp sono risultati
inferiori come scelta alle e-mail ed ai messaggi ad orari e
date concordati: questo rilievo sembra indicare un tentativo
dei terapeuti di mantenere il controllo della comunicazione e
di evitare l’ invadenza dei pazienti attraverso la messaggistica
online.
Una minoranza di terapeuti dichiara di aver trovato difficoltà
con aspetti burocratici: il 10% circa ne ha incontrate nel
reperire modulistica, comprendere l’invio della modulistica e
le modalità della fatturazione, reperire linee guida.
22. 0 5 10 15 20 25 30 35 40
Tecniche non applicabili
Manca la ritualità dello studio
Differenze nella relazione terap.
Difficoltà con temi delicati
Difficoltà tipologie pazienti
Mancanza contatto vis a vis
Difficoltà tecniche es connessione
Maggiore distrazione
Regole più flissibili es.fumo
Emotività minore
Fatica
"Invasione" spazio pazienti
Turni di parola
Mancanza privacy
Minore comunicazione non verbale
Più vicinanza
Setting asettico e freddo
Maggiori silenzi
Maggior loquacità
Differerenze
23. Le differenze rilevate tra il setting tradizionale e quello
online riguardano una sensazione di maggiore distanza
psicologica, descritta come minor presenza diretta e
perdita di aspetti del non verbale, oltre a minore
espressività emotiva e maggior difficoltà sui temi più
coinvolgenti.
Sul versante del terapeuta vi sono forti indicazioni di
fatica e di tendenza a distrarsi, corrispondenti alla
sensazione che la terapia online svolta con assiduità non
sia una pratica rilassante né poco esigente, anzi,
costringa il terapeuta ad uno sforzo di concentrazione
superiore alle sedute tradizionali.
30. La maggioranza dei terapeuti (60%) afferma di non aver avuto necessità di studiare o
approfondire il tema del lavoro psicoterapeutico online, dando per scontata la
sostanziale somiglianza con le sedute vis à vis; tuttavia il periodo preso in esame dal
questionario è quello del primo mese e mezzo di conversione alle modalità a
distanza e la risposta può essere condizionata da un’ ancora scarsa esperienza con la
sua pratica quotidiana.
Le differenze di setting tra terapie online e faccia a faccia verranno probabilmente in
luce a maggior distanza di tempo, facendo sorgere dall’esperienza pratica il bisogno
di approfondimento e di aggiornamento.
Se il passaggio all’online del resto è vissuto da un terzo dei terapeuti come una
modalità ormai irrinunciabile, resta sempre un terzo che evidentemente non ci si
sente a proprio agio e mostra insoddisfazione: probabilmente questo dato riflette gli
entusiasmi e insieme la diffidenza dei momenti iniziali di un cambiamento rapido e
obbligato, per adattarsi al quale in modo adeguato sono richiesti tempi più lunghi.