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Banca Nazionale del Lavoro
 Gruppo BNP Paribas
 Via Vittorio Veneto 119
 00187 Roma
 Autorizzazione del Tribunale
 di Roma n. 159/2002
 del 9/4/2002
 Le opinioni espresse
 non impegnano la
 responsabilità
 della banca.




                                                     Primi 10 paesi al mondo per produzione
                                                     manifatturiera nel 2011 e quota nel 2007
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                                              10                 9,4

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                                                                                       2011           2007
                                              Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Confindustria.




                                La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai dal
                                2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 la Cina occupava la prima posizione, con una
                                quota di mercato del 21,7%, seguita dagli Stati Uniti 14,5%. L’Italia compare insieme
                                all’India in settima posizione (era quarta nel 2007), con una quota del 3,3%. Oggi nel
                                nostro paese il comparto rappresenta il 15,5% del valore aggiunto complessivo (era il
                                20,1% nel 2000) e occupa il 17,8% del totale addetti nell’economia. Il manifatturiero
                                italiano si caratterizza ancora per un livello di produttività superiore rispetto a quello
                                degli altri settori. Secondo i dati Istat, il valore aggiunto per addetto nel 2010 (ultimo


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                                dato disponibile) era pari a 51mila euro, contro i 33mila delle costruzioni e i 38mila dei
                                servizi.
                                Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati, ma
    8 febbraio                  il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli Stati Uniti. Il paese, che produceva il
                                40% dei manufatti mondiali all’indomani della II guerra mondiale, ha visto la sua quota
       2013                     di mercato gradualmente erosa prima dalla concorrenza europea e giapponese, e poi
                                da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Tuttavia molte sono le analisi che indicano entro
Direttore responsabile:         pochi anni una nuova stagione per il comparto americano che potrebbe addirittura
Giovanni Ajassa                 tornare a competere con la Cina.
tel. 0647028414
giovanni.ajassa@bnlmail.com
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                                                                           SettsettembreAgost
                                                                           o 2008



Vecchi e nuovi protagonisti nel manifatturiero mondiale
S. Costagli  06-47027054 – simona.costagli@bnlmail.com


A lungo relegato al ruolo di settore in declino, tipico di una fase di sviluppo
intermedia e quindi più adatto alle economie dei paesi emergenti e in via di
sviluppo, il manifatturiero viene oggi visto quasi ovunque come la chiave di
crescita grazie alla sua capacità di creare posti di lavoro e attirare investimenti in
ricerca e sviluppo.
La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai
dal 2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 (ultimo anno disponibile) la Cina
occupava la prima posizione, con una quota di mercato del 21,7%, seguita dagli
Stati Uniti che con il 14,5% hanno ceduto quasi quattro punti percentuali rispetto
al 2007 e oltre dieci rispetto all’inizio degli anni Duemila. L’Italia compare insieme
all’India in settima posizione (era quarta nel 2007), con una quota del 3,3%.
Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati,
ma il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli Stati Uniti. Il paese, che
produceva il 40% dei manufatti mondiali all’indomani della II guerra mondiale, ha
visto la sua quota di mercato gradualmente erosa prima dalla concorrenza
europea e giapponese, e poi da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Tuttavia molte
sono le analisi che indicano entro pochi anni una nuova stagione per il comparto
americano che potrebbe addirittura tornare a competere con la Cina.
In Italia nel 2011 il valore aggiunto prodotto dal settore manifatturiero è risultato
pari a 225,5 miliardi di euro, il 16,7% dell’intera produzione dell’area euro. Nel
nostro paese al calo della quota sulla produzione mondiale ha corrisposto una
riduzione del peso del settore sia in termini di valore aggiunto realizzato sul
totale economia sia in termini di addetti. Oggi il comparto rappresenta il 15,5%
del valore aggiunto complessivo (era il 20,1% nel 2000) una percentuale che per
la prima volta dall’inizio degli anni Duemila è inferiore alla media dell’area euro.
La quota di addetti sul totale è scesa al 17,8%.
Il manifatturiero italiano si caratterizza ancora per un livello di produttività
ampiamente superiore rispetto a quello degli altri settori. Secondo i dati Istat, il
valore aggiunto per addetto nel 2010 (ultimo dato disponibile) era pari a 51mila
euro, contro i 33mila delle costruzioni e i 38mila dei servizi.

La difficile ripresa dell’economia reale nei paesi sviluppati e la pesante eredità che la
grande recessione ha lasciato sul mercato del lavoro mondiale hanno riproposto con
forza il comparto manifatturiero come motore di sviluppo. A lungo relegato al ruolo di
settore in declino, tipico di una fase di sviluppo intermedia e quindi più adatto alle
economie di paesi emergenti, il manifatturiero viene oggi visto quasi ovunque come la
chiave di crescita grazie alla sua capacità di creare posti di lavoro e attirare
investimenti in ricerca e sviluppo.
Il dibattito sul tema è vivace soprattutto negli Stati Uniti, dove una parte importante
della recente campagna elettorale si è giocata sulla proposta di riportare in patria molte
produzioni delocalizzate all’estero per dare il via a un vero e proprio rinascimento
manifatturiero. Ma il rilancio del settore è sull’agenda di molti altri paesi, a cominciare
dall’Italia − dove si discute dell’opportunità di riportarne il peso sul totale dell’economia
nazionale oltre la soglia del 20% del valore aggiunto complessivo − e in Cina, dove il




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                                                                                                SettsettembreAgost
                                                                                                o 2008


vertiginoso aumento dei costi di produzione comincia a frenare il settore e rischia di
comprometterne il primato mondiale.
La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai dal
2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 (ultimo anno disponibile) la Cina occupava la
prima posizione, con una quota di mercato del 21,7%, in notevole crescita dal 14% del
2007 e dall’8,3% del 2000. In seconda posizione gli Stati Uniti che con il 14,5% cedono
quasi quattro punti percentuali rispetto al 2007 e oltre dieci rispetto dall’inizio degli anni
Duemila. In terza posizione compare il Giappone, con una quota del 9,4% seguito dalla
Germania con il 6,3% (un punto percentuale in meno rispetto al 2007). L’Italia compare
in settima posizione, con una quota del 3,3%, perdendo tre posizioni rispetto al 2007 e,
in termini di quota di mercato, 1,2 punti dal 2007 e 0,7 dal 2000. L’aspetto più evidente,
nella graduatoria dei primi venti paesi per produzione manifatturiera (espressa in valori
correnti e pertanto soggetta a movimenti relativi dei prezzi e a oscillazioni dei cambi) è
il notevole guadagno di peso degli emergenti. Solo tre paesi avanzati (Giappone,
Corea del Sud e Australia) hanno saputo reggere l’urto consolidando le rispettive
posizioni. Insieme alla Germania, si tratta di paesi che hanno avuto una visione di
sostegno del comparto più costante nel tempo. Dal 2007 al 2011 l’India ha scavalcato
Francia e Regno Unito, raggiungendo l’Italia in settima posizione, il Brasile ha
guadagnato quattro posizioni raggiungendo il sesto posto, mentre la Russia
scavalcando Spagna e Regno Unito nel 2011 ha occupato la decima posizione. Tra i
primi dieci produttori di manufatti la quota di mercato dei BRIC nei quattro anni tra il
2007 e il 2011 è passata dal 21,6% al 30,8%, mentre quella dei paesi avanzati è scesa
dal 47,5 al 40,4%.

                            Primi 10 paesi al mondo per produzione
                            manifatturiera nel 2011 e quota nel 2007
                     25
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                     20

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                     5                              4   3,5          3,3   3,3      2,9   2,3

                     0



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                    Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Confindustria


Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati nella
seconda metà del secolo scorso, ma il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli
Stati Uniti. Il paese, che produceva il 40% dei manufatti mondiali all’indomani della II
guerra mondiale, ha visto la sua quota di mercato gradualmente erosa prima dalla
concorrenza europea e, soprattutto, giapponese,1 e poi, a causa del processo di

1
 Tra gli anni Settanta e Ottanta il dibattito sulla concorrenza proveniente dal Giappone, e sul peso che
questo paese avrebbe avuto in futuro, spinse anche a ipotizzare la possibilità di inserire l’insegnamento
della lingua giapponese nelle scuole statunitensi.




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                                                                                      SettsettembreAgost
                                                                                      o 2008


delocalizzazione, da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Oggi l’output manifatturiero
americano è pari a 2,5 volte quello di inizio anni Settanta (espresso in valori costanti),
anche se il settore rispetto a quella data occupa il 33% di addetti in meno. Tuttavia
molte sono le analisi che indicano entro pochi anni una nuova stagione di ripresa per il
comparto americano, che potrebbe addirittura tornare a competere con la Cina.
Secondo stime recenti, nell’arco di cinque anni il costo di produzione di molti manufatti
nelle città cinesi della costa risulterà solo del 10-15% inferiore che in alcuni stati degli
USA; una volta considerate anche le difficoltà di trasporto e stoccaggio, il Sud Carolina,
l’Alabama e il Tennessee risulterebbero siti più convenienti per la localizzazione di
nuove imprese manifatturiere.2 In Cina d’altro canto la progressione dei salari nel corso
degli ultimi anni è stata notevole: dal 2000 al 2005 la paga media è cresciuta del 10%
l’anno, e del 19% l’anno nel quinquennio successivo. In alcuni settori come
l’automobilistico e l’elettronica nelle aree a maggiore industrializzazione il processo di
chiusura del gap con l’occidente procede a passo ancora più spedito: la retribuzione
complessiva di un operaio cinese specializzato nel delta dello Yangtze (che include
anche la provincia Shangai) nei prossimi 4 anni dovrebbe arrivare a 6,3 dollari l’ora
(era 72 centesimi nel 2000) contro i 15,81 dollari l’ora di un omologo americano degli
stati del Sud. All’aumento dei salari non ha corrisposto un analogo incremento della
produttività, che pure è cresciuta del 10% circa negli ultimi dieci anni (nei prossimi anni
ci si aspetta una crescita intorno all’8% annuo). Il salario orario cinese corretto per la
produttività nel 2015, nel delta dello Yangtze dovrebbe arrivare a 15,03 dollari l’ora,
contro i 24,81 dollari del Sud Carolina. Se si tiene conto che il costo del lavoro
rappresenta nel manifatturiero una porzione variabile tra il 7 e il 25% dei costi
complessivi, e che in Cina anche gli altri costi sono in aumento (terra ed energia
soprattutto), è facile ipotizzare che nei prossimi anni gli statunitensi valuteranno con
maggiore attenzione la possibilità di aprire nuovi impianti nei confini nazionali
accrescendo la loro quota sulla produzione mondiale.

I paesi europei e l’Italia
Trai primi dieci produttori al mondo di manufatti compaiono solo tre paesi europei:
Germania, Italia e Francia, tutti con quote di mercato e posizioni in discesa rispetto al
2007. I tre paesi rappresentano insieme circa il 69% della produzione manifatturiera
dell’area euro. Il primato spetta di gran lunga alla Germania, che nel 2011 ha realizzato
beni per 524 miliardi in euro correnti, coprendo da sola il 39% della produzione
dell’intera area dell’euro, seguono a distanza l’Italia, con un valore aggiunto prodotto di
225,5 miliardi e una quota del 16,7% e la Francia, con 180,7 miliardi di euro e una
quota del 13,4%.
In Germania il peso del settore manifatturiero è consistente anche rispetto al totale
economia, ed è rimasto piuttosto stabile nel tempo nonostante la forte flessione del
2009 (interamente recuperata nel biennio successivo) intorno al 22,5%. In Francia la
quota sul totale economia è ferma al 10%, circa 5 punti percentuali in meno dell’inizio
degli anni Duemila, mentre in Spagna il comparto in dodici anni ha ceduto 3,4 punti
percentuali di peso arrivando a coprire nel 2012 il 13,5% del valore aggiunto. Minore
risulta la perdita di peso del manifatturiero greco (oggi al 9,6%), che era esiguo già nel
2000 (10,9%). Tra i paesi dell’Europa dell’Est il comparto manifatturiero ha un peso
rilevante soprattutto in Romania: 24,7% del valore aggiunto nel 2011 (ultimo dato
disponibile), un valore che risulta in crescita dall’indomani della crisi avviata nel 2007.


2
    The Boston Consulting Group, Made in America, again. Why manufacturing will return to the US. 2011.




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                                                                                                                    SettsettembreAgost
                                                                                                                    o 2008




                  Peso del valore aggiunto del manifatturiero sul
                         totale economia in alcuni paesi
                                                               (%)
                 25

                 23

                 21

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                 17

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                          2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012*
                                Area euro        Germania        Spagna        Francia        Italia

                 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat


In Italia al calo della quota sulla produzione mondiale ha corrisposto una contrazione
del settore anche in termini di valore aggiunto realizzato sul totale economia. Dal 2000
al terzo trimestre del 2012 il settore ha perso 4,6 punti percentuali, e oggi copre il
15,5% del valore aggiunto complessivo, una percentuale che per la prima volta
dall’inizio degli anni Duemila è inferiore, anche se di poco, alla media dell’area euro
(pari al 15,9%). Il calo è maturato in modo piuttosto omogeneo nel corso degli anni, ma
ha subito una forte accelerazione nel 2009, quando in un solo anno la quota è scesa
del 10%.

                          Variazione del peso del valore aggiunto del
                          manifatturiero sul totale economia in Italia
                                                               (%)
                      4

                      2

                      0

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                   -6

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                           2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010                           2011 2012*

                                 Var % del peso del valore aggiunto       Var % del peso degli addetti

                 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat


Alla discesa in termini di valore aggiunto ha corrisposto un calo meno pronunciato in
termini di addetti: secondo i dati Eurostat nel 2012, la percentuale di addetti nel
comparto sul totale economia è risultata pari al 17,8% (era pari al 21,2% nel 2000), il




                                                                                                                                     5
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                                                                            SettsettembreAgost
                                                                            o 2008


valore più alto tra i principali paesi europei (in Germania l’analogo rapporto è del
17,5%, mentre in Francia è del 10,7%).
Il settore in Italia è composto da 427mila imprese circa (dato al 2010, ultimo disponibile
di fonte Istat), e impiega 4 milioni di addetti. Nonostante le difficoltà attraversate a
partire dal 2007, il manifatturiero italiano si caratterizza ancora per un livello di
produttività ampiamente superiore rispetto a quello degli altri settori. Sempre secondo i
dati Istat, il valore aggiunto per addetto nel 2010 era pari a 51mila euro, contro i 33mila
delle costruzioni e i 38mila dei servizi. Il dato è frutto di un andamento estremamente
differenziato tra i vari settori, con un picco di 137mila euro nel caso della farmaceutica
e valori elevati anche in settori più legati alla tradizione del made in Italy come la
meccanica o la carta (61mila circa). Alla maggiore produttività corrisponde una
maggiore compenso per gli addetti: in Italia la retribuzione lorda per dipendente nel
comparto risultava (sempre nel 2010) pari a 27mila euro (con valori più elevati nei
settori a maggiore produttività), contro i 23mila dei servizi.
Tra le ragioni a favore di un possibile rinascimento del manifatturiero vi è inoltre la
maggiore propensione all’innovazione e agli investimenti in R&S che farebbe da volano
al resto dell’economia. Nel corso del 2010 le imprese manifatturiere italiane con più di
10 addetti hanno investito in innovazioni circa 17,7 miliardi di euro, contro poco meno
di 9 miliardi delle imprese attive nel comparto dei servizi con la stessa dimensione.
La speranza che una ripresa del manifatturiero stimoli una strutturale ripresa
dell’economia italiana ed europea è per ora frustrata dalla cattiva performance del
settore in quasi tutti i paesi. Nel corso del 2012 l’indice della produzione manifatturiera
a valori costanti in Italia ha registrato tutte variazioni negative. Quella di novembre
(ultimo dato disponibile) è la quindicesima variazione tendenziale consecutiva con il
segno meno. Il settore è oggi ben lontano dall’aver recuperato sia i valori pre-crisi, sia
soprattutto i valori di inizio anni Duemila. In Spagna novembre ha segnato la
diciottesima variazione negativa consecutiva, mentre in Francia i mesi consecutivi con
il segno meno si fermano a dodici.

                   Andamento della produzione manifatturiera in
                              alcuni paesi europei
                                     (Numero indice 2005 = 100)
                  120
                  115
                  110
                  105
                  100
                   95
                   90
                   85
                   80
                   75
                        Germania   Spagna   Francia   Italia
                   70
                        2000M01
                        2000M07
                        2001M01

                        2002M01
                        2002M07
                        2003M01

                        2004M01
                        2004M07
                        2005M01
                        2005M07

                        2006M07
                        2007M01
                        2007M07
                        2008M01

                        2009M01
                        2009M07
                        2010M01
                        2010M07


                        2012M01
                        2012M07
                        2001M07




                        2003M07




                        2006M01




                        2008M07




                        2011M01
                        2011M07




                  Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat


A differenza degli altri principali paesi europei in Germania il comparto ha da tempo
recuperato i livelli pre-crisi. Tuttavia da aprile 2012 ha intrapreso un sentiero




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                                                                      SettsettembreAgost
                                                                      o 2008


discendente e quello di novembre è il quinto calo tendenziale. Un periodo così lungo di
flessione nel paese non si registrava dalla recessione del 2009.




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                                                                                                                                                                                                                                                     SettsettembreAgost
                                                                                                                                                                                                                                                     o 2008




                         Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori




                         Indice Itraxx Eu Financial                                                                                                                                               Indice Vix
 400

 350                                                                                                                                60

 300
                                                                                                                                    50
 250

 200                                                                                                                                40

 150                                                                                                                                30
 100
                                             Index Itraxx EU Financial Sector
                                                                                                                                    20
 50

  0                                                                                                                                 10
                                                                                         lug-12

                                                                                                  set-12

                                                                                                           nov-12
                                  lug-11

                                           set-11

                                                    nov-11



                                                                       mar-12
                mar-11




                                                              gen-12



                                                                                mag-12




                                                                                                                    gen-13
       gen-11



                         mag-11




                                                                                                                                    0




                                                                                                                                                                                                                         gen-12



                                                                                                                                                                                                                                                         mag-12




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             gen-13
                                                                                                                                         gen-11



                                                                                                                                                                  mag-11




                                                                                                                                                                                                                                                                           lug-12

                                                                                                                                                                                                                                                                                             set-12

                                                                                                                                                                                                                                                                                                               nov-12
                                                                                                                                                                               lug-11

                                                                                                                                                                                             set-11

                                                                                                                                                                                                           nov-11



                                                                                                                                                                                                                                       mar-12
                                                                                                                                                     mar-11

Fonte: Thomson Reuters                                                                                                                   Fonte: Thomson Reuters
I premi al rischio passano da 147 pb a 151 pb.                                                                                       L’indice Vix nell’ultima settimana scende
                                                                                                                                     sotto quota 14.




 Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent                                                                                                                                                   Prezzo dell’oro
                                              (Usd per barile)                                                                                                                                        (Usd l’oncia)
  130                                                                                                                        1,5     2.000

  125                                                                                                                        1,45    1.900

  120                                                                                                                                1.800
                                                                                                                             1,4
  115
                                                                                                                             1,35    1.700
  110
                                                                                                                                     1.600
                                                                                                                             1,3
  105
                                                                                                                                     1.500
                                                                                                                             1,25
  100
                                      Brent scala sin.(in Usd)
                                                                                                                                     1.400
       95                                                                                                                    1,2
                                      Cambio euro/dollaro sc.ds.                                                                     1.300
       90                                                                                                                    1,15
                                                                                                                                     1.200
                                                                                                                                                                                                                                                                                    lug-12

                                                                                                                                                                                                                                                                                                      set-12

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    nov-12
                                                                                                                                                                                        lug-11

                                                                                                                                                                                                      set-11

                                                                                                                                                                                                                    nov-11



                                                                                                                                                                                                                                                mar-12
                                                                                                                                                              mar-11




                                                                                                                                                                                                                                  gen-12



                                                                                                                                                                                                                                                                  mag-12




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  gen-13
                                                                                                                                                  gen-11



                                                                                                                                                                           mag-11




Fonte: Thomson Reuters                                                                                                              Fonte: Thomson Reuters
Il tasso di cambio €/$ sale a 1,35. Il petrolio di                                                                                  Il prezzo dell’oro si muove intorno ai 1.675
qualità Brent quota $117 al barile.                                                                                                 dollari l’oncia.




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           8
8 febbraio 2013
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            setesettembresette
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            SettsettembreAgost
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            o 2008




              Borsa italiana: indice Ftse Mib                                                                                                                                                                         Tassi dei benchmark decennali:
                                                                                                                                                                                                                       differenziale con la Germania
                                                                                                                                                                                                                                                                            (punti base)

 24.000
                                                                                                                                                                                                       1.400

 22.000                                                                                                                                                                                                1.200

                                                                                                                                                                                                       1.000
 20.000
                                                                                                                                                                                                         800
 18.000
                                                                                                                                                                                                         600

 16.000                                                                                                                                                                                                  400

                                                                                                                                                                                                         200
 14.000
                                                                                                                                                                                                               0




                                                                                                                                                                                                                       giu-12
                                                                                                                                                                                                                       lug-12

                                                                                                                                                                                                                       set-12

                                                                                                                                                                                                                      nov-12
                                                                                                                                                                                                                        giu-11
                                                                                                                                                                                                                        lug-11

                                                                                                                                                                                                                        set-11

                                                                                                                                                                                                                       nov-11




                                                                                                                                                                                                                      mar-12
                                                                                                                                                                                                                       apr-12
                                                                                                                                                                                                                      mar-11
                                                                                                                                                                                                                       apr-11




                                                                                                                                                                                                                       dic-12
                                                                                                                                                                                                                        dic-11
                                                                                                                                                                                                                      gen-12
                                                                                                                                                                                                                       feb-12




                                                                                                                                                                                                                         ott-12




                                                                                                                                                                                                                       feb-13
                                                                                                                                                                                                                      mag-12


                                                                                                                                                                                                                      ago-12




                                                                                                                                                                                                                      gen-13
                                                                                                                                                                                                                      gen-11
                                                                                                                                                                                                                       feb-11


                                                                                                                                                                                                                      mag-11


                                                                                                                                                                                                                      ago-11

                                                                                                                                                                                                                         ott-11
 12.000

                                                                                                                                                                                                                                                      Italia                     Spagna                         Irlanda                       Portogallo



Fonte: Thomson Reuters                                                                                                                                                                                 Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Thomson
                                                                                                                                                                                                       Reuters
Il Ftse Mib flette a 16.600 da 17.439 della                                                                                                                                                            I differenziali con il Bund sono pari a 483 pb
scorsa settimana.                                                                                                                                                                                      per il Portogallo, 384 pb per la Spagna e 299
                                                                                                                                                                                                       pb per l’Italia.




                                                   Indice Baltic Dry                                                                                                                                                                                         Euribor 3 mesi
                                                                                                                                                                                                                                                                                 (val. %)

12.000
                                                                                                                                                                                                       1,8

10.000                                                                                                                                                                                                 1,6
                                                                                                                                                                                                       1,4
 8.000
                                                                                                                                                                                                       1,2

 6.000                                                                                                                                                                                                  1
                                                                                                                                                                                                       0,8
 4.000                                                                                                                                                                                                 0,6
                                                                                                                                                                                                       0,4
 2.000
                                                                                                                                                                                                       0,2
     0                                                                                                                                                                                                  0
          gen-08



                                     ott-08
                                              gen-09



                                                                         ott-09
                                                                                  gen-10



                                                                                                             ott-10




                                                                                                                                                          gen-12



                                                                                                                                                                                     ott-12
                                                                                                                                                                                              gen-13
                                                                                                                      gen-11



                                                                                                                                                 ott-11
                            lug-08




                                                                lug-09




                                                                                                    lug-10




                                                                                                                                                                            lug-12
                   apr-08




                                                       apr-09




                                                                                           apr-10




                                                                                                                                        lug-11



                                                                                                                                                                   apr-12
                                                                                                                               apr-11




                                                                                                                                                                                                             gen-10




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         gen-12




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                                                                                                                                                                                                                               mag-10




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           mag-12
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                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    lug-12
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                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      nov-12
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                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  mar-12
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Fonte: Thomson Reuters                                                                                                                                                                                   Fonte: Thomson Reuters
L’indice, su valori minimi,                                                                                                                                 nell’ultima                                  L’euribor 3m rimane a 0,23%.
settimana tocca quota 740.




Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNL-
Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP
Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in
questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato
divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere
considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come
un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.




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BNL Focus #5

  • 1. Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto 119 00187 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/2002 del 9/4/2002 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca. Primi 10 paesi al mondo per produzione manifatturiera nel 2011 e quota nel 2007 25 21,7 20 14,5 15 10 9,4 6,3 5 4 3,5 3,3 3,3 2,9 2,3 0 2011 2007 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Confindustria. La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai dal 2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 la Cina occupava la prima posizione, con una quota di mercato del 21,7%, seguita dagli Stati Uniti 14,5%. L’Italia compare insieme all’India in settima posizione (era quarta nel 2007), con una quota del 3,3%. Oggi nel nostro paese il comparto rappresenta il 15,5% del valore aggiunto complessivo (era il 20,1% nel 2000) e occupa il 17,8% del totale addetti nell’economia. Il manifatturiero italiano si caratterizza ancora per un livello di produttività superiore rispetto a quello degli altri settori. Secondo i dati Istat, il valore aggiunto per addetto nel 2010 (ultimo 05 dato disponibile) era pari a 51mila euro, contro i 33mila delle costruzioni e i 38mila dei servizi. Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati, ma 8 febbraio il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli Stati Uniti. Il paese, che produceva il 40% dei manufatti mondiali all’indomani della II guerra mondiale, ha visto la sua quota 2013 di mercato gradualmente erosa prima dalla concorrenza europea e giapponese, e poi da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Tuttavia molte sono le analisi che indicano entro Direttore responsabile: pochi anni una nuova stagione per il comparto americano che potrebbe addirittura Giovanni Ajassa tornare a competere con la Cina. tel. 0647028414 giovanni.ajassa@bnlmail.com
  • 2. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Vecchi e nuovi protagonisti nel manifatturiero mondiale S. Costagli  06-47027054 – simona.costagli@bnlmail.com A lungo relegato al ruolo di settore in declino, tipico di una fase di sviluppo intermedia e quindi più adatto alle economie dei paesi emergenti e in via di sviluppo, il manifatturiero viene oggi visto quasi ovunque come la chiave di crescita grazie alla sua capacità di creare posti di lavoro e attirare investimenti in ricerca e sviluppo. La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai dal 2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 (ultimo anno disponibile) la Cina occupava la prima posizione, con una quota di mercato del 21,7%, seguita dagli Stati Uniti che con il 14,5% hanno ceduto quasi quattro punti percentuali rispetto al 2007 e oltre dieci rispetto all’inizio degli anni Duemila. L’Italia compare insieme all’India in settima posizione (era quarta nel 2007), con una quota del 3,3%. Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati, ma il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli Stati Uniti. Il paese, che produceva il 40% dei manufatti mondiali all’indomani della II guerra mondiale, ha visto la sua quota di mercato gradualmente erosa prima dalla concorrenza europea e giapponese, e poi da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Tuttavia molte sono le analisi che indicano entro pochi anni una nuova stagione per il comparto americano che potrebbe addirittura tornare a competere con la Cina. In Italia nel 2011 il valore aggiunto prodotto dal settore manifatturiero è risultato pari a 225,5 miliardi di euro, il 16,7% dell’intera produzione dell’area euro. Nel nostro paese al calo della quota sulla produzione mondiale ha corrisposto una riduzione del peso del settore sia in termini di valore aggiunto realizzato sul totale economia sia in termini di addetti. Oggi il comparto rappresenta il 15,5% del valore aggiunto complessivo (era il 20,1% nel 2000) una percentuale che per la prima volta dall’inizio degli anni Duemila è inferiore alla media dell’area euro. La quota di addetti sul totale è scesa al 17,8%. Il manifatturiero italiano si caratterizza ancora per un livello di produttività ampiamente superiore rispetto a quello degli altri settori. Secondo i dati Istat, il valore aggiunto per addetto nel 2010 (ultimo dato disponibile) era pari a 51mila euro, contro i 33mila delle costruzioni e i 38mila dei servizi. La difficile ripresa dell’economia reale nei paesi sviluppati e la pesante eredità che la grande recessione ha lasciato sul mercato del lavoro mondiale hanno riproposto con forza il comparto manifatturiero come motore di sviluppo. A lungo relegato al ruolo di settore in declino, tipico di una fase di sviluppo intermedia e quindi più adatto alle economie di paesi emergenti, il manifatturiero viene oggi visto quasi ovunque come la chiave di crescita grazie alla sua capacità di creare posti di lavoro e attirare investimenti in ricerca e sviluppo. Il dibattito sul tema è vivace soprattutto negli Stati Uniti, dove una parte importante della recente campagna elettorale si è giocata sulla proposta di riportare in patria molte produzioni delocalizzate all’estero per dare il via a un vero e proprio rinascimento manifatturiero. Ma il rilancio del settore è sull’agenda di molti altri paesi, a cominciare dall’Italia − dove si discute dell’opportunità di riportarne il peso sul totale dell’economia nazionale oltre la soglia del 20% del valore aggiunto complessivo − e in Cina, dove il 2
  • 3. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 vertiginoso aumento dei costi di produzione comincia a frenare il settore e rischia di comprometterne il primato mondiale. La testa della classifica mondiale nella produzione manifatturiera si gioca ormai dal 2007 tra Cina e Stati Uniti. Nel 2011 (ultimo anno disponibile) la Cina occupava la prima posizione, con una quota di mercato del 21,7%, in notevole crescita dal 14% del 2007 e dall’8,3% del 2000. In seconda posizione gli Stati Uniti che con il 14,5% cedono quasi quattro punti percentuali rispetto al 2007 e oltre dieci rispetto dall’inizio degli anni Duemila. In terza posizione compare il Giappone, con una quota del 9,4% seguito dalla Germania con il 6,3% (un punto percentuale in meno rispetto al 2007). L’Italia compare in settima posizione, con una quota del 3,3%, perdendo tre posizioni rispetto al 2007 e, in termini di quota di mercato, 1,2 punti dal 2007 e 0,7 dal 2000. L’aspetto più evidente, nella graduatoria dei primi venti paesi per produzione manifatturiera (espressa in valori correnti e pertanto soggetta a movimenti relativi dei prezzi e a oscillazioni dei cambi) è il notevole guadagno di peso degli emergenti. Solo tre paesi avanzati (Giappone, Corea del Sud e Australia) hanno saputo reggere l’urto consolidando le rispettive posizioni. Insieme alla Germania, si tratta di paesi che hanno avuto una visione di sostegno del comparto più costante nel tempo. Dal 2007 al 2011 l’India ha scavalcato Francia e Regno Unito, raggiungendo l’Italia in settima posizione, il Brasile ha guadagnato quattro posizioni raggiungendo il sesto posto, mentre la Russia scavalcando Spagna e Regno Unito nel 2011 ha occupato la decima posizione. Tra i primi dieci produttori di manufatti la quota di mercato dei BRIC nei quattro anni tra il 2007 e il 2011 è passata dal 21,6% al 30,8%, mentre quella dei paesi avanzati è scesa dal 47,5 al 40,4%. Primi 10 paesi al mondo per produzione manifatturiera nel 2011 e quota nel 2007 25 21,7 20 14,5 15 10 9,4 6,3 5 4 3,5 3,3 3,3 2,9 2,3 0 2011 2007 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Confindustria Il calo del peso del manifatturiero ha accomunato gran parte dei paesi sviluppati nella seconda metà del secolo scorso, ma il fenomeno è risultato evidente soprattutto negli Stati Uniti. Il paese, che produceva il 40% dei manufatti mondiali all’indomani della II guerra mondiale, ha visto la sua quota di mercato gradualmente erosa prima dalla concorrenza europea e, soprattutto, giapponese,1 e poi, a causa del processo di 1 Tra gli anni Settanta e Ottanta il dibattito sulla concorrenza proveniente dal Giappone, e sul peso che questo paese avrebbe avuto in futuro, spinse anche a ipotizzare la possibilità di inserire l’insegnamento della lingua giapponese nelle scuole statunitensi. 3
  • 4. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 delocalizzazione, da Corea del Sud, Taiwan e Cina. Oggi l’output manifatturiero americano è pari a 2,5 volte quello di inizio anni Settanta (espresso in valori costanti), anche se il settore rispetto a quella data occupa il 33% di addetti in meno. Tuttavia molte sono le analisi che indicano entro pochi anni una nuova stagione di ripresa per il comparto americano, che potrebbe addirittura tornare a competere con la Cina. Secondo stime recenti, nell’arco di cinque anni il costo di produzione di molti manufatti nelle città cinesi della costa risulterà solo del 10-15% inferiore che in alcuni stati degli USA; una volta considerate anche le difficoltà di trasporto e stoccaggio, il Sud Carolina, l’Alabama e il Tennessee risulterebbero siti più convenienti per la localizzazione di nuove imprese manifatturiere.2 In Cina d’altro canto la progressione dei salari nel corso degli ultimi anni è stata notevole: dal 2000 al 2005 la paga media è cresciuta del 10% l’anno, e del 19% l’anno nel quinquennio successivo. In alcuni settori come l’automobilistico e l’elettronica nelle aree a maggiore industrializzazione il processo di chiusura del gap con l’occidente procede a passo ancora più spedito: la retribuzione complessiva di un operaio cinese specializzato nel delta dello Yangtze (che include anche la provincia Shangai) nei prossimi 4 anni dovrebbe arrivare a 6,3 dollari l’ora (era 72 centesimi nel 2000) contro i 15,81 dollari l’ora di un omologo americano degli stati del Sud. All’aumento dei salari non ha corrisposto un analogo incremento della produttività, che pure è cresciuta del 10% circa negli ultimi dieci anni (nei prossimi anni ci si aspetta una crescita intorno all’8% annuo). Il salario orario cinese corretto per la produttività nel 2015, nel delta dello Yangtze dovrebbe arrivare a 15,03 dollari l’ora, contro i 24,81 dollari del Sud Carolina. Se si tiene conto che il costo del lavoro rappresenta nel manifatturiero una porzione variabile tra il 7 e il 25% dei costi complessivi, e che in Cina anche gli altri costi sono in aumento (terra ed energia soprattutto), è facile ipotizzare che nei prossimi anni gli statunitensi valuteranno con maggiore attenzione la possibilità di aprire nuovi impianti nei confini nazionali accrescendo la loro quota sulla produzione mondiale. I paesi europei e l’Italia Trai primi dieci produttori al mondo di manufatti compaiono solo tre paesi europei: Germania, Italia e Francia, tutti con quote di mercato e posizioni in discesa rispetto al 2007. I tre paesi rappresentano insieme circa il 69% della produzione manifatturiera dell’area euro. Il primato spetta di gran lunga alla Germania, che nel 2011 ha realizzato beni per 524 miliardi in euro correnti, coprendo da sola il 39% della produzione dell’intera area dell’euro, seguono a distanza l’Italia, con un valore aggiunto prodotto di 225,5 miliardi e una quota del 16,7% e la Francia, con 180,7 miliardi di euro e una quota del 13,4%. In Germania il peso del settore manifatturiero è consistente anche rispetto al totale economia, ed è rimasto piuttosto stabile nel tempo nonostante la forte flessione del 2009 (interamente recuperata nel biennio successivo) intorno al 22,5%. In Francia la quota sul totale economia è ferma al 10%, circa 5 punti percentuali in meno dell’inizio degli anni Duemila, mentre in Spagna il comparto in dodici anni ha ceduto 3,4 punti percentuali di peso arrivando a coprire nel 2012 il 13,5% del valore aggiunto. Minore risulta la perdita di peso del manifatturiero greco (oggi al 9,6%), che era esiguo già nel 2000 (10,9%). Tra i paesi dell’Europa dell’Est il comparto manifatturiero ha un peso rilevante soprattutto in Romania: 24,7% del valore aggiunto nel 2011 (ultimo dato disponibile), un valore che risulta in crescita dall’indomani della crisi avviata nel 2007. 2 The Boston Consulting Group, Made in America, again. Why manufacturing will return to the US. 2011. 4
  • 5. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Peso del valore aggiunto del manifatturiero sul totale economia in alcuni paesi (%) 25 23 21 19 17 15 13 11 9 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012* Area euro Germania Spagna Francia Italia Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat In Italia al calo della quota sulla produzione mondiale ha corrisposto una contrazione del settore anche in termini di valore aggiunto realizzato sul totale economia. Dal 2000 al terzo trimestre del 2012 il settore ha perso 4,6 punti percentuali, e oggi copre il 15,5% del valore aggiunto complessivo, una percentuale che per la prima volta dall’inizio degli anni Duemila è inferiore, anche se di poco, alla media dell’area euro (pari al 15,9%). Il calo è maturato in modo piuttosto omogeneo nel corso degli anni, ma ha subito una forte accelerazione nel 2009, quando in un solo anno la quota è scesa del 10%. Variazione del peso del valore aggiunto del manifatturiero sul totale economia in Italia (%) 4 2 0 -2 -4 -6 -8 -10 -12 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012* Var % del peso del valore aggiunto Var % del peso degli addetti Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat Alla discesa in termini di valore aggiunto ha corrisposto un calo meno pronunciato in termini di addetti: secondo i dati Eurostat nel 2012, la percentuale di addetti nel comparto sul totale economia è risultata pari al 17,8% (era pari al 21,2% nel 2000), il 5
  • 6. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 valore più alto tra i principali paesi europei (in Germania l’analogo rapporto è del 17,5%, mentre in Francia è del 10,7%). Il settore in Italia è composto da 427mila imprese circa (dato al 2010, ultimo disponibile di fonte Istat), e impiega 4 milioni di addetti. Nonostante le difficoltà attraversate a partire dal 2007, il manifatturiero italiano si caratterizza ancora per un livello di produttività ampiamente superiore rispetto a quello degli altri settori. Sempre secondo i dati Istat, il valore aggiunto per addetto nel 2010 era pari a 51mila euro, contro i 33mila delle costruzioni e i 38mila dei servizi. Il dato è frutto di un andamento estremamente differenziato tra i vari settori, con un picco di 137mila euro nel caso della farmaceutica e valori elevati anche in settori più legati alla tradizione del made in Italy come la meccanica o la carta (61mila circa). Alla maggiore produttività corrisponde una maggiore compenso per gli addetti: in Italia la retribuzione lorda per dipendente nel comparto risultava (sempre nel 2010) pari a 27mila euro (con valori più elevati nei settori a maggiore produttività), contro i 23mila dei servizi. Tra le ragioni a favore di un possibile rinascimento del manifatturiero vi è inoltre la maggiore propensione all’innovazione e agli investimenti in R&S che farebbe da volano al resto dell’economia. Nel corso del 2010 le imprese manifatturiere italiane con più di 10 addetti hanno investito in innovazioni circa 17,7 miliardi di euro, contro poco meno di 9 miliardi delle imprese attive nel comparto dei servizi con la stessa dimensione. La speranza che una ripresa del manifatturiero stimoli una strutturale ripresa dell’economia italiana ed europea è per ora frustrata dalla cattiva performance del settore in quasi tutti i paesi. Nel corso del 2012 l’indice della produzione manifatturiera a valori costanti in Italia ha registrato tutte variazioni negative. Quella di novembre (ultimo dato disponibile) è la quindicesima variazione tendenziale consecutiva con il segno meno. Il settore è oggi ben lontano dall’aver recuperato sia i valori pre-crisi, sia soprattutto i valori di inizio anni Duemila. In Spagna novembre ha segnato la diciottesima variazione negativa consecutiva, mentre in Francia i mesi consecutivi con il segno meno si fermano a dodici. Andamento della produzione manifatturiera in alcuni paesi europei (Numero indice 2005 = 100) 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 Germania Spagna Francia Italia 70 2000M01 2000M07 2001M01 2002M01 2002M07 2003M01 2004M01 2004M07 2005M01 2005M07 2006M07 2007M01 2007M07 2008M01 2009M01 2009M07 2010M01 2010M07 2012M01 2012M07 2001M07 2003M07 2006M01 2008M07 2011M01 2011M07 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat A differenza degli altri principali paesi europei in Germania il comparto ha da tempo recuperato i livelli pre-crisi. Tuttavia da aprile 2012 ha intrapreso un sentiero 6
  • 7. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 discendente e quello di novembre è il quinto calo tendenziale. Un periodo così lungo di flessione nel paese non si registrava dalla recessione del 2009. 7
  • 8. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Vix 400 350 60 300 50 250 200 40 150 30 100 Index Itraxx EU Financial Sector 20 50 0 10 lug-12 set-12 nov-12 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 mar-11 gen-12 mag-12 gen-13 gen-11 mag-11 0 gen-12 mag-12 gen-13 gen-11 mag-11 lug-12 set-12 nov-12 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 mar-11 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters I premi al rischio passano da 147 pb a 151 pb. L’indice Vix nell’ultima settimana scende sotto quota 14. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent Prezzo dell’oro (Usd per barile) (Usd l’oncia) 130 1,5 2.000 125 1,45 1.900 120 1.800 1,4 115 1,35 1.700 110 1.600 1,3 105 1.500 1,25 100 Brent scala sin.(in Usd) 1.400 95 1,2 Cambio euro/dollaro sc.ds. 1.300 90 1,15 1.200 lug-12 set-12 nov-12 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 mar-11 gen-12 mag-12 gen-13 gen-11 mag-11 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters Il tasso di cambio €/$ sale a 1,35. Il petrolio di Il prezzo dell’oro si muove intorno ai 1.675 qualità Brent quota $117 al barile. dollari l’oncia. 8
  • 9. 8 febbraio 2013 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Borsa italiana: indice Ftse Mib Tassi dei benchmark decennali: differenziale con la Germania (punti base) 24.000 1.400 22.000 1.200 1.000 20.000 800 18.000 600 16.000 400 200 14.000 0 giu-12 lug-12 set-12 nov-12 giu-11 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 apr-12 mar-11 apr-11 dic-12 dic-11 gen-12 feb-12 ott-12 feb-13 mag-12 ago-12 gen-13 gen-11 feb-11 mag-11 ago-11 ott-11 12.000 Italia Spagna Irlanda Portogallo Fonte: Thomson Reuters Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Thomson Reuters Il Ftse Mib flette a 16.600 da 17.439 della I differenziali con il Bund sono pari a 483 pb scorsa settimana. per il Portogallo, 384 pb per la Spagna e 299 pb per l’Italia. Indice Baltic Dry Euribor 3 mesi (val. %) 12.000 1,8 10.000 1,6 1,4 8.000 1,2 6.000 1 0,8 4.000 0,6 0,4 2.000 0,2 0 0 gen-08 ott-08 gen-09 ott-09 gen-10 ott-10 gen-12 ott-12 gen-13 gen-11 ott-11 lug-08 lug-09 lug-10 lug-12 apr-08 apr-09 apr-10 lug-11 apr-12 apr-11 gen-10 gen-12 gen-13 mag-10 mag-12 gen-11 lug-10 set-10 mag-11 lug-12 set-12 nov-10 nov-12 lug-11 set-11 mar-10 nov-11 mar-12 mar-11 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters L’indice, su valori minimi, nell’ultima L’euribor 3m rimane a 0,23%. settimana tocca quota 740. Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 9