2. I DATI DEMOGRAFICI
Nel 2011 la popolazione umana ha raggiunto i 7 miliardi di persone, e la
crescita è imponente e rapida. La distribuzione della popolazione è
studiata dai demografi, mediante grafici, misurazioni e tabelle. Essi
studiano i movimenti della popolazione, il sesso, l’età, la professione.
Questi indicatori sono:
• la piramide dell’età;
• le curve di sopravvivenza.
I demografi inoltre studiano altri indicatori della popolazione:
• la distribuzione delle persone nelle varie aree della Terra;
• la dinamica della popolazione;
• i flussi migratori.
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3. LA PIRAMIDE
DELL’ETÀ
Le piramidi dell’età sono grafici che indicano quante persone ci
sono in ogni fascia d’età. Mostrano quindi la quantità dei giovani
rispetto agli adulti e agli anziani e la differenza tra maschi e
femmine.
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4. QUANTI SIAMO E DOVE VIVIAMO
Nelle aree ricche del mondo la popolazione vive più a lungo: la durata media
della vita supera i 70 anni e la mortalità infantile è bassa. È oggi nato un
nuovo fenomeno che contrasta la crescita eccesiva: il tasso di fecondità è
basso e la popolazione dei Paesi ricchi è rimasta stabile, con crescite
minime o nulle, per questo si dice che la popolazione è anziana. Nelle aree
meno ricche invece la natalità è altissima e la popolazione aumenta
velocemente, anche se la vita media è breve e la mortalità infantile è alta.
Nei Paesi poveri il forte incremento demografico contribuisce a creare nuova
povertà, pertanto alcuni governi hanno adottato politiche per ridurre il
numero di nascite. Nei Paesi ricchi invece i governi cercano di spronare le
coppie ad avere figli incentivando e sostenendo economicamente le famiglie
numerose.
4
6. LA RELAZIONE TRA AMBIENTI E
POPOLAMENTO
I demografi studiano anche le caratteristiche ambientali che i territori mettono a
disposizione degli individui che li abitano. Oltre alle caratteristiche ambientali,
negli ultimi due secoli un importantissimo fattore di popolamento è lo sviluppo,
dato che influisce su molte dinamiche demografiche. Lo sviluppo è dato da due
importanti fattori: quello economico quello sociale. Il primo è dato dall’industria,
dalla tecnologia, dalla ricerca scientifica, dal commercio, dalla bassa
disoccupazione, dalla disponibilità di energia, dalle reti di comunicazioni. Il
secondo è dato dal grado di istruzione, dalle condizioni igienico-sanitarie, dalla
disponibilità di cibo e acqua.
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7. L’INDICE DI SVILUPPO UMANO (ISU)
Fino ad alcuni anni fa per definire se un Paese era sviluppato si
utilizzavano semplicemente il PIL o il PIL pro capite. Esso misura
semplicemente la ricchezza totale di una nazione.
Oggi si preferisce ricorre all’ISU (Indice di Sviluppo Umano), che
considera tre elementi:
• la speranza di vita;
• i risultai scolastici;
• lo standard di vita.
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Paesi con alto indice di sviluppo
Norvegia 1º (0,938)
Australia 2º (0,937)
Nuova
Zelanda
3º (0,907)
U.S.A 4º (0,902)
Irlanda 5º (0,895)
9. I FLUSSI MIGRATORI
Le correnti migratorie internazionali, iniziate da oltre due secoli, non tendono
ad arrestarsi. I principali flussi migratori hanno però cambiato direzione e si
snodano dall’Africa, dall’Asia e dall’America Meridionale verso l’Europa
Occidentale e l’America Settentrionale. Questi spostamenti riguardano i
lavoratori poveri, i profughi e gli intellettuali. Spesso le persone dei primi due
gruppi entrano in Paesi stranieri in modo clandestino. Questa migrazione
può causare tensioni con le popolazione locali. Il flusso delle persone istruite
comporta problemi nei Paesi da cui emigrano, perché se tutte le persone
istruite se ne vanno da un Paese, questo si impoverisce.
9
11. I FLUSSI MIGRATORI
Per controllare i flussi migratori i Paesi sviluppati seguono due
strategie:
• l’ immigrazione mirata, che è l’ apertura delle frontiere a quote
ben definite di figure professionali di cui il Paese ha bisogno;
• gli accordi bilaterali, che sono accordi stipulati tra Stati per
regolare flussi migratori e per creare nei Paesi d’origine
condizioni che stimolano le persone a non emigrare.
I profughi sono le persone che non possono vivere nel proprio
Paese a causa delle persecuzioni che subiscono.
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12. LA DISTRIBUZIONE DELLE LINGUE
Le lingue hanno una sorte curiosa: da un lato avvicinano le persone e
dall’altro costituiscono una barriera tra gruppi che parlano lingua
diversa.
Si calcola che nel mondo siano parlate circa 3000 lingue, che si
distinguono in lingue mondiali e lingue locali.
• Le lingue mondiali sono parlate da milioni di persone e sono diffuse
in varie aree della Terra oppure sono sempre parlate da un gran
numero di persone ma concentrate in aree ben determinate.
• Le lingue locali sono parlate da minoranze etniche o da gruppi di
immigrati.
12
14. LE RELIGIONI DELL’UMANITÀ
I vari popoli della Terra praticano religioni differenti, e le principali sono:
• le tre religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo);
• le religioni politeiste (Buddhismo e Induismo…);
• le religioni animiste.
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15. LA GEOGRAFIA DELL’ISTRUZIONE
Negli ultimi decenni la scolarizzazione si è ampliata e ogni Paese fa
maggiori investimenti nell’istruzione pubblica. Nei Paesi più arretrati
però non viene speso abbastanza per la scuola: infatti vi sono ancora
più di un miliardo e mezzo di analfabeti.
L’UNICEF fa in modo che nei Paesi arretrati le iscrizioni scolastiche
salgano. Malgrado questo l’abbandono della scuola e la dispersione
scolastica sono altissime.
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16. LE MEGALOPOLI DEI PAESI SVILUPPATI
16
In passato le città erano isolate. Ora sono sempre più connesse, per via dei mezzi
di comunicazione di massa, i trasporti e la libera circolazione delle merci e delle
persone. Stiamo vivendo in una specie di città globale, piena di grattacieli, centri
commerciali molto simili. E abbiamo due fenomeni collegati : il primo è
l’urbanizzazione delle campagne, inglobando aree adibite a uso agricolo. Il
secondo è la contro urbanizzazione, a causa del traffico, della scarsità di spazi e
per l’inquinamento, molti cittadini lasciano le cittè e vanno a vivere in abitati più
piccoli. Le città grandi sono chiamate metropoli. Spesso hanno raggiunto una
popolazione molto elevata e hanno una densità alta di abitanti. Le conurbazioni
sono vaste regioni i cui abitati si congiungono lungo gli assi delle vie di
comunicazione fino a formare questo sistema urbano. Le megalopoli sono
l’insieme di metropoli; hanno molti centri e viene detta policentrica o polinucleare.
Sono il sistema urbano del mondo globalizzato con grandi laboratori sociali ed
economici.
17. LE MEGALOPOLI DEI PAESI
SVILUPPATI
Ci sono vari tipi di megalopoli:
• La megalopoli atlantica si trova a nord-est degli USA. E’ la
più grande del mondo. Ex:. New York.
• Le megalopoli dei grandi laghi si trova tra il Canada e gli
Stati Uniti. Ex. Chicago.
• La megalopoli di San-San in California. Ex. Los Angeles.
• La megalopoli Brasiliana in sud America. Ex. Rio de Janiero
• La megalopoli di Shanghai in Cina. Ex. Shanghai
• La megalopoli di Tokaido sulla Costa del Giappone. Ex.
Tokyo.
• La megalopoli di Banana Blu in Europa. Ex.Milano.
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18. I MODELLI URBANI NEI PAESI IN VIA DI
SVILUPPO
Nei Paesi in via di sviluppo non è ancora iniziato il fenomeno della centro-
urbanizzazione, cioè dell’abbandono delle metropoli, e la popolazione
urbana cresce a ritmo tre volte superiore rispetto a quello dei Paesi
sviluppati. Nei Paesi in via di sviluppo la città viene percepita come il luogo
che offre migliori condizioni di vita e maggiori opportunità di lavoro rispetto
alla campagna. Le città sono così diventate una specie di rifugio per tante
persone che provengono dalle campagne. Il mosaico urbano è molto
complesso perché quartieri poveri convivono con quartieri ricchi ed
eleganti, infatti i loro confini sono molto netti. Nei paesi in via di sviluppo le
forme spontanee di urbanizzazione sono varie. I quartieri urbani hanno
assunto nomi e caratteri diversi a seconda dei Paesi. A Rio de Janeiro, in
Brasile si estendono le misere favelas, aggrappate alle colline.
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19. LE CITTÀ ECOLOGICHE DEL FUTURO
Da qualche tempo molti architetti ritengono che si debba vedere
la città come un sistema in grado non solo di consumare, bensì di
produrre energia. Le città possono utilizzare l’energia solare o
quella estratta dai propri rifiuti e sono in grado di riciclare gli scarti
metallici delle proprie industrie.
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21. LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE
NATURALI
Possiamo raggruppare le risorse della Terra in base ai vari criteri.
Le principali sono:
• Rinnovabili (l’energia dell’acqua, del Sole, del vento e geotermica);
• Non rinnovabili (il petrolio, il carbone, il gas naturale, l’uranio).
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22. LE ATTIVITÀ AGRICOLE
Fino al Settecento le principali attività appartenevano al settore
primario: coltivazioni, allevamento, pesca. Oggi la metà della
popolazione che lavora è occupata in questo settore, soprattutto
appartenente ai Paesi in via di sviluppo.
I principali tipi di agricoltura sono:
• Sussistenza, praticata nei Paesi più poveri;
• Commerciale intensiva, praticata dai Paesi sviluppati che non
dispongono di vaste superfici coltivabili;
• Commerciale estensiva, in cui il paesaggio tipico è la piantagione.
22
23. LE ATTIVITÀ AGRICOLE
Le imprese agricole, i centri di ricerca stanno cercando di dare
risposte ai problemi del settore agricolo:
• Rendere l’agricoltura capace di sfamare la popolazione mondiale;
• Dare vita a un’agricoltura che rispetti ambienti e ritmi naturali;
• Fornire prodotti più sani.
La maggior parte degli alimenti è costituita da cereali, legumi e semi
oleosi. Queste piante sono annuali. In agricoltura creano problemi
perché le loro radici non vanno in profondità e molti terreni coltivati
vengono erosi facilmente. Un obiettivo dell’agricoltura è sostituire a
queste piante quelle perenni, che favoriscono la fertilità.
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24. L’AGRICOLTURA BIOLOGICA
L’agricoltura biologica produce secondo i metodi naturali, inquina
meno l’ambiente e rispetta la salute di coltivatori e consumatori.
Essa richiede la certificazione da parte di determinati enti ufficiali,
che dichiarano su un’apposita etichetta la qualità naturale del
prodotto.
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25. LE ATTIVITÀ INDUSTRIALI
Il grande sviluppo economico degli ultimi due secoli è dovuto al
settore industriale, chiamato secondario. Alcuni Paesi hanno avuto
una grande crescita delle industrie, diventando Paesi sviluppati. Altri
Paesi hanno intrapreso percorsi più lenti, detti Paesi in via di
sviluppo. Negli ultimi decenni sono avvenute profonde
trasformazioni: dalla concentrazione delle imprese sul territorio si è
passati al decentramento industriale e poi alla globalizzazione.
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26. DAI SETTORI INDUSTRIALI
TRADIZIONALI A QUELLI DI PUNTA
I settori industriali tradizionali sono quelli su cui si è fondata in passato
la potenza economica dei Paesi sviluppati.
I settori industriali di punta sono quelli più recenti, realizzanti prodotti ad
altissima tecnologia. Essi sono:
L’ industria elettronica, che rappresenta il 5% del prodotto nazionale dei
Paesi sviluppati. È nata negli USA e permise a questo Paese di
diventare la prima potenza mondiale nel campo dell’high tech
elettronica. La supremazia degli U.S.A. è stata conservata nell’
industria informatica. Unita alle telecomunicazioni, l’ industria
informatica ha dato vita all’ industria telematica, che ha sviluppato le
reti internet. Il WWW è la rete mondiale su qui si basa internet. Nasce a
Ginevra in Svizzera, ideata da Tim Berners e Robert Caillian.
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27. LA NEW ECONOMY
New economy è la parola coniata nel 1998 per indicare la “nuova
economia” basata su idee innovative, su internet e
sull’informazione come merce che si scambia. È accessibile a tutti
in tempo reale. I suoi settori tipici sono quelli della finanza, del
commercio via internet e del mondo dell’informatica e delle
comunicazioni online.
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28. LE ATTIVITÀ DEI SERVIZI
Il settore dei servizi, chiamato anche terziario, comprende tutte le
attività che non sono agricole né industriali. Oggi il settore dei servizi
è in espansione in tutto il mondo. Nei Paesi sviluppati crescono le
attività più complesse e impegnative, raccolte nel cosiddetto
quaternario. Nei Paesi in via di sviluppo la crescita del terziario è
dovuta soprattutto all’emigrazione dei contadini in città.
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29. IL SISTEMA DEI TRASPORTI AEREI
Il trasporto aereo riguarda i passeggieri e le merci. In passato le
compagnie aeree si facevano concorrenza una con l’altra, da pochi
anni invece si sono raggruppate in alleanze globali tra partner. Tutte
le compagnie aeree fanno anche parte della IATA (International Air
Transport Association) che è la loro organizzazione globale. Essa
regola i servizi offerti e i sistemi di sicurezza.
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30. I TRASPORTI MARITTIMI
I trasporti marittimi sono ancora oggi il modo principale per spostare
le merci, che viaggiano nei container imbarcati sulle grandi navi
mercantili.
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31. I TRASPORTI VIA TERRA
I trasporti via terra si avvalgono della rete stradale e di quella
ferroviaria. Sul territorio vediamo le linee dei binari, le stazioni e
anche le strade, le autostrade e gli interporti, che sono grandi centri
con magazzini e uffici dove avviene il trasbordo delle merci tra
veicoli diversi. Nei Paesi in via di sviluppo la rete ferroviaria è
assente o scarsa e il pullman stradale è il mezzo principale per i
movimenti delle persone, mentre le merci viaggiano quasi
esclusivamente su camion.
31
32. I COMMERCI NEL MERCATO
GLOBALE
Gli scambi commerciali avvengono in ogni parte del mondo e il
mercato è divenuto globale. Nei Paesi sviluppati prevalgono i grandi
centri commerciali e gli eleganti negozi specializzati. Nei Paesi in via
di sviluppo il commercio, benché sia molto attivo, segue forma più
tradizionale. Simbolo del mercato globale è il WTO (World Trade
Organization). Venne istituito nel 1995 ed è l’organizzazione globale
del commercio.
32
33. IL SISTEMA BANCARIO E LE MONETE
NEL MONDO GLOBALE
Il denaro dei risparmiatori viene in genere raccolto e conservato
nelle banche, che lo impiegano prestandolo a enti pubblici o ad
aziende private che, a loro volta, lo investono in macchinari e
attrezzature. In cambio del prestito le banche ricevono degli
interessi in denaro, che sono il loro guadagno. Tutte le attività delle
banche costituiscono il mercato finanziario, che include anche le
borse valori, i luoghi in cui si vendono e si comprano le azioni delle
società quotate in borsa e si scambiano le monete dei vari Stati.
33
34. IL SISTEMA BANCARIO E LE
MONETE NEL MONDO GLOBALE
Anche il mondo della finanza è stato globalizzato. Vediamo alcuni
esempi:
• qualunque investitore può comprare o vendere denaro in
qualunque Paese del mondo;
• se in un Paese avviene una crisi finanziaria, essa si espande a
macchia d’olio;
• esistono Paesi chiamati “paradisi fiscali”, dove viene applicata
una tassazione poco elevata e dove vige una grande segretezza
sulla provenienza dei capitali.
34
35. IL TURISMO IN FORTE CRESCITA
In tutto il mondo le attività legate al settore del turismo sono in
aumento e coinvolgono un numero sempre crescente di persone e
di località. I mezzi di trasporto consentono viaggi sempre più lunghi,
mentre i voli charter permettono di risparmiare sul costo dei biglietti.
Per tutti ci sono i viaggi last minute, con prezzi scontati, e viaggi low
cost, rivolti a chi vuol spendere poco. Anche le strutture turistiche
sono ormai molto diverse: si può scegliere tra resort eleganti e
catene di agriturismi, campeggi attrezzatissimi o crociere di lusso
sul mare o sui fiumi del mondo.
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36. RICCHEZZA E POVERTÀ NEL
MONDO GLOBALIZZATO
Sulla Terra vivono oltre un miliardo di poveri, e ogni giorno tanti
bambini muoiono a causa della povertà. I Paesi in cui essi vivono
si trovano in una situazione generale di sottosviluppo, e hanno una
crescita molto lenta e difficile. Questi Paesi sono detti Paesi in via
di sviluppo. Si trovano uno a fianco dell’altro, formando le «cinture
della povertà». Esse si estendono in Africa centrale e in Asia. La
povertà di un Paese viene decretata mediante l’IPU (Indice di
Povertà Umana), che misura le deprivazioni nello sviluppo umano
in base a longevità, istruzione e standard di vita media.
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37. LA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE
Negli ultimi vent’anni le disuguaglianze sono cresciute. Per questa
ragione la cooperazione allo sviluppo e il sostegno ai Paesi poveri
mirano a escogitare soluzioni a problemi comuni per garantire la
sopravvivenza e il benessere di tutti. Nella società attuale nessun
Paese può sopravvivere da solo, e l’unica strada è la cooperazione.
37
38. LE ONG E LA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE
Alla fine della II Guerra mondiale furono istituiti organismi con lo
scopo di evitare nuovi conflitti. L’ONU, fondato nel 1945, ha lo scopo
di mantenere la pace e la sicurezza. Vi aderiscono quasi tutti gli Stati
del mondo e ha sede a New York. Costituì la base per le successive
organizzazioni per lo sviluppo e la cooperazione. Esse sono:
• L’ UNESCO;
• L’ OMS;
• La FAO;
• L’ UNICEF;
• L’ UNDO, che gestisce i progetti di sviluppo finanziati dalle Nazioni
Unite. 38
39. UNESCO
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la
Cultura un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con lo
scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con
l'istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e
l'informazione per promuovere "il rispetto universale per la giustizia,
per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali quali
sono definite e affermate dalla Carta dei Diritti Fondamentali delle
Nazioni Unite. La sede mondiale dell‘ UNESCO si trova a Parigi.
39
40. OMS
L'Organizzazione mondiale della sanità agenzia speciale
dell'ONU per la salute, è stata fondata il 22 luglio 1946 ed entrata in
vigore il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra. L'obiettivo dell'OMS, così
come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da
parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute,
definita nella medesima costituzione come condizione di completo
benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza
di malattia o di infermità. È membro del Gruppo per lo sviluppo delle
Nazioni Unite.
40
41. FAO
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura
(FAO) è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il mandato di
aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività
agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla
crescita economica mondiale. La FAO lavora al servizio dei suoi Paesi
membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i
settori dell'alimentazione e dell'agricoltura. Fondata il 16 ottobre 1945
a Città del Québec, dal 1951 la sua sede è stata trasferita
da Washington a Roma. Ne sono membri 190 paesi.
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42. UNICEF
Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, in sigla UNICEF , è un
fondo delle Nazioni Unite, organo sussidiario fondato nel
dicembre 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra
mondiale. L'UNICEF, con sede centrale a New York, è presente in
190 paesi e si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le
loro madri in tutto il mondo, principalmente nei Paesi in via di
sviluppo. I bambini e i ragazzi sotto i 15 anni sono circa 2 miliardi
nel mondo. L'UNICEF è finanziato con contributi volontari di paesi,
governi e privati e ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1965.
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43. LE ONG
Nel 1967 papa Paolo VI scrisse l’enciclica Populorum Progressio, e
grazie a essa si comprese che la solidarietà e il progresso sono
beni alla base della pace. Nacquero in questo periodo le ONG
(Organizzazioni Non Governative), che sono private. Esse operano
senza fini di lucro, quindi dette ONLUS o no profit. Esse hanno come
unico scopo l’attività di solidarietà su base volontaristica.
Le ONG sono circa 2500, e le più importanti sono:
• Amnesty International;
• Greenpeace;
• Emergency;
• Medici Senza Frontiera;
• WWF;
• Save the Children.
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44. SAVE THE CHILDREN
“Aiutare i bambini ”: così si chiama un’organizzazione internazionale
indipendente per la promozione e la difesa dei diritti dei bambini,
che collabora con l’ONU. Fu fondata a Londra nel 1919 ed è
presente anche in Italia con Save the Children Italia Onlus, che
sostiene la creazioni di asili infantili e porta aiuto alle comunità in
difficoltà e ai bambini colpiti da catastrofi naturali, guerre e conflitti.
Le sue attività principali sono nell’ambito della difesa della salute e
del contrasto allo sfruttamento minorile.
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45. LA RIVOLUZIONE VERDE
La «rivoluzione verde» è un processo che avrebbe dovuto liberare i
Paesi poveri dallo spettro della fame. Consiste nell’introdurre varietà
di prodotti ad alto rendimento, che possano maturare in fretta e
garantire tre raccolti all’anno. In Paesi come Cina o Indonesia ciò ha
risolto quasi completamente il problema della fame. Nei paesi più
poveri invece il prezzo da pagare è stato altissimo. Questi dovevano
acquistare i cereali ibridi e i fertilizzanti chimici dai paesi avanzati ad
un costo molto elevato, creando una nuova dipendenza degli Stati
meno sviluppati nei confronti dei ricchi. Infatti la rivoluzione verde non
ha garantito a tutti i Paesi l’autosufficienza alimentare.
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46. LA GEOGRAFIA DELLE NUOVE
POVERTÀ
Accanto alla piaga della miseria e della denutrizione, oggi si vanno
estendendo altre forme di povertà, dai risvolti sociali e psicologici di
notevole rilievo: la cosiddetta povertà relativa. Si tratta di una
situazione in cui gli individui o le famiglie dispongono di una quantità
di risorse inferiore alla disponibilità media della società in cui vivono.
Una carenza che condiziona la loro esistenza escludendo questi
individui e questi nuclei familiari dal normale stile di vita della
collettività a cui appartengono. Questo nuovo tipo di povertà è
diffuso non solo nei Paesi poveri, ma anche in quelli ricchi e
sviluppati.
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47. LA DISOCCUPAZIONE E LA
PRECARIETÀ DEL LAVORO
La disoccupazione crea gravi problemi e disagi alle famiglie fino a
spingerle ad allontanare i figli dalla scuola. La difficoltà nel trovare un
lavoro stabile tra i giovani riduce la possibilità di progettare il proprio
futuro e crea condizioni di precarietà sociale.
Il benessere fisico e la buona salute sono ricchezze inestimabili. Una
grave forma di povertà relativa è legata alle malattie endemiche.
Negli ultimi decenni il numero degli studenti è cresciuto: cioè la
scolarizzazione è aumentata. I Paesi poveri spendono per la scuola
molto meno del necessario e l’analfabetismo e l’ignoranza aumentano.
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48. GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO
Nella dichiarazione del millennio del 2000 la comunità internazionale si è
impegnata a raggiungere entro il 2015 gli obbiettivi sottoscritti:
• dimezzare la povertà e la malnutrizione;
• assicurare l’istruzione primaria;
• promuovere l’equità nell’educazione di ragazze e ragazzi;
• ridurre la mortalità infantile e materna;
• arrestare la diffusione dell’AIDS, della tubercolosi e della malaria;
• assicurare la sostenibilità ambientale;
• ridurre il debito e sviluppare il commercio equo.
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49. IL LAVORO MINORILE
Uno dei volti più disumani della povertà e della diseguaglianza è il
lavoro minorile molto diffuso nei Paesi arretrati . Questo accade nelle
aree urbane dei Paesi poveri . Spesso lavorano più di 12 ore in
luoghi dove sono pagati pochissimo e svolgono attività pesanti . Qui
è facile ammalarsi . Le aree in cui il lavoro minorile è diffuso sono il
Ruanda, la Cambogia, la Colombia e il Brasile, però non sono esenti
dalla piaga del lavoro minorile neppure gli Stati Uniti e l’Europa.
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