1. ,,
Faro Venezia
Evoluzioni recenti delle
Comunità patrimoniali veneziane
Adriano De Vita
Per convegno “La Convenzione di Faro e le Comunità Patrimoniali” - 9 aprile 2018
2. ,,
Comunità patrimoniali
Mancano gli aspetti psico-sociali fondanti delle comunità forti:
● la cessione di parte della propria identità individuale a favore di quella
collettiva. Come nei monasteri, nelle mafie, nei gruppi etnici “sangue e
suolo”
● sono anche molto deboli sul piano dell'elaborazione di una visione del
mondo condivisa
● spesso sono formate da persone con orientamenti politici molto diversi
● Non fanno alcun tipo di vita comunitaria
Non sono comunità in senso stretto.
3. ,,
Comunità patrimoniali
cioè:
● organizzazioni civiche composte da volontari (si auto-costituiscono)
● I loro membri si non si frequentano abitualmente
● Non sono strutture di rappresentanza
E sopratutto sono:
● gruppi di scopo / gruppi di lavoro
● si danno obiettivi specifici (a differenza dei partiti o liste civiche)
● capaci di proposte e progettazioni anche complesse
Sono invece...
4. ,,
Comunità patrimoniali
Sono deboli sul piano dell'elaborazione di concetti di base
che pure guidano le loro azioni in modo implicito: governo partecipato, bene
comune, le basi del diritto, il ruolo dei saperi specialistici, rapporto
economia/cultura, ecc..
Poco consapevoli del loro ruolo politico, però:
● sono sempre più numerose
● la loro richiesta di essere consultati – in modo istituzionale - dai poteri
pubblici è in forte aumento (ma con risposte del tutto inadeguate o assenti)
● si stanno sempre più organizzando come rete cittadina di Comunità
Patrimoniali diverse, per agire in modo coordinato e superare l'isolamento
dovuto a fatto di essere “di scopo”.
● si pongono il problema di come influenzare le elezioni senza per questo
aderire a partiti.
Però (a Venezia)
5. ,,
Brainstorming Report
Non tutti i tipi di partecipazione pubblica in tema di eredità culturale
possono essere considerati governo "partecipato".
I cittadini possono partecipare in progetti educativi, attività di
intrattenimento, anche in processi di consultazione, ma questi tipi di
partecipazione non sono esempi di "governo partecipato" per noi.
Solamente il governo condiviso; solamente il potere condiviso
possono essere considerati in questo modo. Solo gli ultimi tre punti nella
scala di Arnstein della partecipazione civica (controllo esercitato dai
cittadini, potere delegato e partenariato) possono essere considerati
governo partecipato.
PARTICIPATORY GOVERNANCE IN CULTURAL HERITAGE. http://www.voiceofculture.eu/
Voice of Culture è un programma di dialogo strutturato sui temi della cultura tra società civile e Commissione
Europea. Tra i risultati raggiunti è interessante il risultato di un brainstorming tenuto a Firenze nel luglio del
2015:
6. ,,La scala di Arnstein sulla partecipazione civica
Arnstein, SR (1969). A Ladder of Citizen Participation. Journal of the American Planning Association 35(4), 216-224.
9. ,,
In governo partecipato “vero”
La governance partecipata riguarda la condivisione delle decisioni e della
responsabilità di governo. Essa richiede:
● Fiducia
● Etica e rispetto
● Volontà politica (dimostrata con azioni coerenti)
● Volontà professionale e sociale
● Un quadro legale adatto
● Trasparenza e accesso alle informazioni
● Educazione/Formazione per tutti gli attori coinvolti
● Fondi per promuovere una partecipazione reale
Voices of Culture. Structured Dialogue between the European Commission and the cultural sector
PARTICIPATORY GOVERNANCE IN CULTURAL HERITAGE (July 2015) Florence
http://www.voiceofculture.eu/