3. Il senso di tutto: ecco che cosa non abbiamo
ancora.
E lo si aspetta, magari inconsciamente.
Se l’attesa è veramente consapevole,
allora essa diventa per forza preghiera,
preghiera all'«Altro» misterioso
che mi potrà aiutare e risolvere.
La preghiera è quindi semplice domanda,
l'atto più semplice per tutti e più sentito da
tutti,
l'atto più fondamentale della umana
consapevolezza, l'atto più concreto che esista.
4. Padre Zeus, ti prego,
libera dall'oscurità i figli degli
Achei,
riporta il sereno;
concedi ai nostri occhi di
vedere,
e allora nella luce facci pure
morire,
poiché così hai stabilito.
OMERO
5. Ascoltami, signore, chiunque tu sia;
a te, molto invocato,
io mi rivolgo sfuggendo agli insulti di
Poseidone,
ora che riemergo dal mare.
È degno di rispetto per gli dèi immortali
chiunque tra gli uomini vada errando,
come anch'io ora vengo alla
tua corrente e alle tue ginocchia,
dopo aver molto sofferto.
Ma abbi pietà, o signore;
io mi vanto di essere tuo supplice.
OMERO
6. Vieni anche ora da me e liberami
da questa terribile angoscia
e compi quanto il mio cuore desidera
e tu stessa sii mia alleata.
SAFFO
7. Dormi bambino,
dorma il mare,
dorma lo smisurato male;
ma, se è possibile,
un cambiamento venga da te,
padre Zeus;
se io ardisco pregare con una parola
audace
o che non conosce giustizia,
tu perdonami.
SIMONIDE
8. Ohimè, dove mi conduce, in quale luogo
lontano, questo mio continuo andare errando senza
posa né meta?
Perché mai, perché, figlio di Crono, tu mi hai
aggiogato
a queste sventure? In che cosa mi hai sorpreso
colpevole?
Ohimè, così tu mi distruggi, misera, fino a farmi
uscire di senno con questo terrore assillante?
Ma bruciami pure nel fuoco, seppelliscimi sotto
terra,
dammi in pasto ai famelici mostri marini.
Non togliermi, signore, la preghiera.
ESCHILO
9. O sostegno della terra
che sulla terra hai sede,
chiunque tu sia,
difficile da conoscere, Zeus,
sia tu inflessibile legge naturale
o ragione umana,
io ti invoco:
infatti tu,
camminando per una via silenziosa,
conduci secondo giustizia
tutte le cose umane.
EURIPIDE
10. O Dèi, se è divino avere pietà, se mai
soccorreste
qualcuno sulla terra nell'ora della morte,
guardatemi.
Io sono infelice.
E se la mia vita fu pura,
strappate questa malattia mortale,
che penetra nelle fibre acuta come un torpore
e mi toglie dal cuore tutto il gusto di vivere.
Non chiedo, no, che lei mi possa riamare,
e che diventi pura, perché non è capace:
io ho voglia di star bene, guarire dal mio tetro
male.
Datemi questo, Dèi, per la mia fede.
CATULLO
11. Onnipotente Giove,
se le umane preghiere
mai ti commossero,
questo solo ti chiedo:
guardaci!
e se di pietà
un segno almeno ci attende
tu, padre, aiutaci,
e il tuo presagio rinnova.
VIRGILIO
12. Perché me, o Socrate,
Pare a in queste cose, A meno che
Però io penso
una delle due:a te,
e forse anche che siapossa
non si una viltà
che la verità sicura
o venire a capo il non studiare agio
con maggiore
in queste cose
di conoscere come stanno; sotto ognipericolo
e minore rispetto
o, se vita presente si riesce,
nella a questo non le cosepassaggio state
fare il che sono
non si possa
appigliarsi al migliore con qualche più solido
dette in proposito,
raggiungere
e al più sicuro trasporto,
e lo smettere le ricerche
traalcun modo, umani
in gli argomenti con l'aiuto cioè
prima di avere
o per lo meno
e con questo, della rivelata parola di
esaminato ogni mezzo.
con grandissime
come sopra una barca, un dio.
difficoltà.
tentare la traversata del
pelago. PLATONE
13. La preghiera cristiana è l’attesa,
la domanda del Suo ritorno.
Se qualunque nostra
preghiera,
qualunque nostra domanda,
non è sottesa da questo
“Signore, vieni!”
non è preghiera
o è preghiera ancora pagana.
La preghiera è memoria di
Cristo:
se un uomo fosse
innamorato,
la memoria della sua donna
coinciderebbe con il desiderio
di rivederla
Luigi Giussani