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Diversità dei percorsi clinici nei
Disturbi dello spettro Autistico
Prof. Michele Zappella
Università di Siena
L’Autismo
• si definisce per il comportamento: per
difficoltà socio-comunicative e modalità
ripetitive.
• Un po’ come l’epilessia dove il
comportamento è, viceversa, parossistico.
• Come ci sono epilessie resistenti alle cure,
altre curabili, altre reversibili: similmente
nell’Autismo e nei disturbi correlati(DSA)
Autismo
• Come ci sono epilessie resistenti alle cure,
altre curabili, altre ancora reversibili,
• similmente nell’Autismo e nei disturbi a
questo correlati.
• Viceversa altri disturbi dello sviluppo si
distinguono per le abilità: es. le disabilità
intellettive, i disturbi specifici
dell’apprendimento ecc.
La storia
• dell’epilessia dura da millenni. Quella
dell’Autismo è breve: poco più di
sessant’anni.
• Sia l’una che l’altro sono stati ritenuti per
anni inguaribili: poi si è visto che le cose
stavano altrimenti.
Storia-Kanner
• L’Autismo Infantile viene descritto per la
prima volta da Leo Kanner, un medico
austriaco che fondò il primo reparto di
psichiatria infantile nel John’s Hopkins di
Baltimora(Infantile Autism, 1943).
Storia-Kanner
• Delineò i tre gruppi di sintomi:
• 1. le gravi difficoltà nella relazione,
• 2. le peculiarità della comunicazione in
terza persona, in forma ecolalica o
verbalmente assente,
• 3. le modalità ripetitive. Ritenne le cause
congenite e notò la freddezza di alcuni
genitori
Asperger
• pediatra austriaco, descrisse il disturbo di 4
ragazzi che avevano ‘poca empatia,
difficoltà nel fare amici, conversazione
unilaterale, intenso coinvolgimento in
particolari interessi e goffaggine motoria’ e
di normale intelligenza(Autistischen
Psychopathen, 1944).
Basi genetiche dei DSA
• Scoperta da Folstein e Rutter(1977)
Educazione e terapia
• Schopler, ebreo tedesco emigrato in US,
descrive il metodo Teacch(anni sessanta)
• e Ivar Lovaas, norvegese, introduce l’uso
del comportamentismo in terapia nello
stesso periodo.
Una o più malattie?
• considerato per decenni come ‘una’
malattia, fu interpretato per la prima volta al
plurale, come composto da malattie diverse
dall’americana Mary Coleman(The autistic
syndromes, 1975).
Autismo e trasmissione sinaptica
• Reversibilità nei topi null MECP2, ottenuta
da Bird a Edinburgo(2007).
La cultura europea
• ha dato un contributo fondamentale nella
scoperta degli aspetti più importanti dello
spettro autistico: sul piano clinico,
etiologico, educativo e riabilitativo.
Le ‘sole’
• sono venute da altre parti del mondo: come
il metodo Delacato, le diete, le cure
antichelanti, la comunicazione facilitata, il
dogma che ‘l’Autismo è una malattia
inguaribile’(National Society for Children and Adults with
Autism, 1977), il ritardo di decenni nel
riconoscere la Rett e l’Asperger di cui
preparano l’eliminazione dal DSM V(Baron-
Cohen 2008 NYT), ecc.
Autismo infantile
• caratterizzato da gravi alterazioni della:
• 1. relazione sociale
• 2. comunicazione con povertà di fantasia
• 3. ripetitività
• inizio nei primi due anni e mezzo
Autismo Infantile
• Si definisce anche con l’aiuto di scale
come:
• ICD 10, DSM IV, ABC, CARS, ecc.
• Importante valutare le capacità di relazione,
quelle esecutive, l’attenzione congiunta, il
gioco simbolico: nettamente al di sotto del
livello generale di abilità
Lo Spettro Autistico(DSM IV R)
• Disturbo Autistico: a) difficoltà sociale
• b) difficoltà nella comunicazione
• c) comportamenti ripetitivi
• Disturbo di Asperger: a) difficoltà sociale
• b)comportamenti ripetitivi
• Autismo parziale(DPS nas): a+;b/c
• Disturbo Disintegrativo
Prevalenza
• Autismo 1:1000
• Sindrome di Asperger 3-4:1.000
• Autismo parziale(PDDnos) 1.5:1000
• Disturbo Disintegrativo 100 casi
Prevalenza in aumento
• negli anni settanta era di 4:10.000
• Cause: 1. più conosciuto
• 2. meglio diagnosticato
• 3. società che evidenzia incapacità sociale
• 4. tutti i disturbi mentali sono in
aumento(specie in età evolutiva)
• 5. effetto ‘periodo’?
Rapporto Maschi-Femmine: 4:1
• con alcune varianti in alto e in basso nelle
varie statistiche
Componente genetica elevata
• 80-90% concordanza nei gemelli
monozigoti
• 0-10 concordanza nei dizigoti
Rischio genetico
• Rischio del 5-10 % di aver altro A.o in
fratria
• rischio aggiuntivo di 1:10 di avere un altro
figlio con difficoltà sociali o di
comunicazione
• Il rischio di avere figli con ritardo mentale
non è maggiore del resto della popolazione
tratti autistici nella popolazione
• La distribuzione dei TA indica un
continuum che va da persone con DSA alla
popolazione generale
• studi su larghe popolazioni di gemelli
indicano che le tre componenti dell’A
hanno una scarsa correlazione tra loro
scarsa correlazione + fra le 3 aree
• per cui in studi condotti nella popolazione
generale su migliaia di gemelli:
• Percentuali definite avevano solo difficoltà
di relazione, altre solo di comunicazione,
altre ancora soltanto modi ripetitivi.
correlazione incompleta in DsA
• fra le 3 aree:
• per es. spesso la ripetitività è tardiva e
risponde poco a programmi riabilitativi
Diversi geni per diverse aree
• Ogni area della triade è molto ereditabile
• sottogruppi con spiccata ripetitività o con
inizio tardivo della frase
Diverse malattie genetiche
• Numerosi geni candidati(oltre 0)
• Famiglie con mutazioni di:
• ARX
• SHANK 3
• Neuroligina 3/4
• Neurexine
• Alterazione cromosoma 15
Alta frequenza(3-5%) di A in:
• Malattie neurocutanee: sclerosi tuberosa,
Ipomelanosi di Ito, neurofibromatosi
• Sindromi cromosomiche: X Fragile,
S.Down, tetrasomia 15, altre
• Sindromi metaboliche: PKU
• Rosolia intrauterina, citomegalovirus, herp.
• S.Williams, S.Sotos, altre S.
Alterazioni sinaptiche
• vengono oggi ritenute il punto principale di
riferimento: ciò a causa della dimostrata
reversibilità di sintomi simil-autistici in
esperimenti condotti su animali(topi).
due vie principali
• 1. Mutazioni nei geni TSC1/TSC2, NF1,e
PTEN si associano ad alterazioni nella
crescita e dimensioni dei neuroni e portano
a DSA sindromico con TBS, NFB, o
macrocefalia.
due vie principali
• 2. Mutazioni delle neuroligine, neurexine,
molecole adesive presinaptiche e di Shank3
proteina strutturale postsinaptica portano a
DSA e sindrome di Asperger.
Diversa genetica, diverse malattie
• La componente ambientale causale è
minore rispetto a quella genetica, e poco
conosciuta. Si sa del rischio del valproato in
gravidanza e poco più.
Decorsi clinici iniziali
• Sintomi A sin dai primi mesi(60-70%)
• Regressione(30-40%)
Sintomatologia iniziale
• Evitante visivo, uditivo, corporeo
• Non parla o parla in 2,3a persona, ecolalico
• Non ha attenzione congiunta
• Non fa giochi simbolici
• Poca reciprocità
• Chiamato non si volta
• a volte ripetitivo, altre caotico e iperattivo
Sintomatologia iniziale
• possibile che:
• sia iperacusico
• Ipertattile
• con ipernausea
• con scarsa sensibilità al dolore
• non pianga con le lacrime
Sintomatologia iniziale
• Iperselettivo(s’incanta davanti a lavatrice)
• Ripetitivo(es. fa girare gli oggetti)
• Con macrocefalia
Valutazione clinica
• Iniziare con complimenti al bambinoa
• proporgli giochi adeguati
• ogni tanto chiamarlo, avvicinarsi a lui
• proporre scambi affettuoso-amichevoli
• taglio garbato con i familiari
• saper condurre la visita come in un gioco
Valutazione clinica
• Circonferenza cranica(1:4 hanno
macrocefalia): possibili Sotos,
Cole&Hughes, Ito, Cowden, Fra X
• Alcuni sono microcefalici
• Esame della cute
• Esame somatico generale
Valutazione clinica
• Valutare comprensione del linguaggio per:
agnosia verbale,
sindrome da deficit programmaz. fonologica,
sindrome da deficit programmaz. Sintattica
• La coordinazione motoria e le prassie.
• Abilità generali
• Valutare la reciprocità, come il b.o cambia con
modalità di avvicinamento(affettuose, esplorative,
ecc.)
Valutazione clinica
• Notare:
• le capacità esecutive
• il grado di attenzione ed emotività
congiunta
• gioco con le costruzioni, disegno
• gioco simbolico
Valutazione clinica
• Fare una o due scale: ICD10(o DSM IV) +
ABC o CARS, CHAT, ADI, ADOS, ecc
Valutazione clinica
• Vedere se uno o entrambi genitori hanno
DD(specie le madri) e in tal caso intervenire
• Idem per altri D psichici(stress) specie se
correlati alla malattia del figlioa
• notare struttura familiare, rapporti sociali
Anamnesi familiare
• chiedere sulle tre generazioni se:
• casi di persone solitarie
• DOC e D d’Ansia
• disturbi dell’umore
• ritardi mentali
Visita affettuosa, familiare
• 1. Per: fare bambino e familiari contenti
• 2. valutare in condizioni favorevoli le sue
abilità
• 3. avere una visita somatica e neurologica
adeguata
• 4. Creare una relazione positiva con la
famiglia cui spesso si chiedono compiti
Usare la teoria della mente
• La famiglia ti giudica da: 1. Come ti
muovi(col viso, sguardo, corpo)
• 2. Cosa fai
• 3. Cosa dici
Diagnosi: primo passo verso
terapia
• La diagnosi non dev’essere un’etichetta
• È uno strumento per avviare un’educazione
e una cura del bambinoa
• Richiede attenzione anche verso la famiglia
Sofferenza psichica
• Tenerla presente, farsene carico, entrare in
sintonia se diviene manifesta
• Dare una valutazione di realtà e insieme
dare speranza
• Valutare la situazione sociale, discuterla,
provare alternative
• Evidenziare possibili disturbi psichiatrici
Esami di laboratorio
• EEG(veglia e sonno)
• aminoacidemia
• cariotipo, X fragile,CGH microarray
• successivamente(a seconda dei casi): RMN,
TAC
comorbidità
• Alcune di queste hanno particolare rilievo
nel definire un percorso clinico:
• 1. Disabilità intellettiva
• 2. Disturbo del linguaggio(compr.-espress.)
• 3. Disturbo coordinazione motoria
• 4. Disprassia
Altre comorbidità
• Sono:
• 1. ADHD
• 2. Disturbi d’ansia
• 3. Disturbi dell’umore
• 4. Tic motori e vocali(GTS)
• 5. Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Diversi percorsi clinici
• La diversità dei percorsi clinici è legata in
parte alle cause: peculiarità genetiche di
vari sottogruppi e probabilmente anche di
singoli casi(‘malattie private’).
• Conta anche come nel corso della vita
l’ambiente accoglie o meno una persona
con DSA.
Correlazioni genotipo-fenotipo
• cominciano ad essere ottenute in questo
quadro generale
Mutazioni PTEN&macroc+DSA
• Un esempio è la presenza di mutazioni
PTEN in bambini con macrocefalia e ASD.
La prevalenza è dell’8.3% (Varga et al 2009) e
anche maggiore se la macrocefalia è
accentuata(Butler et al 2005).
Variazioni nelle copie di DNA
• Microdelezioni e microduplicazioni di
striscie di DNA cominciano ad essere
associate ad alcune forme più rare (Kakinuma,
Sato 2008)
Casi clinici particolari
• Può succedere di vedere due gemelli
identici con DSA a 5 anni e trovarli in
condizioni simili(entrambi non parlano).
Poi a 10 anni l’uno è rimasto con poche
parole, l’altro parla con lunghe frasi e ha
molto aumentato le sue abilità. Variazioni
nelle microduplicazioni/delezioni del DNA?
L’ambiente può favorire o no
• un determinato sviluppo in un bambino o in
un giovane con un DSA. Pur mantenendo il
nucleo autistico si possono rivelare dei
talenti o, viceversa, possono essere
stroncate delle qualità.
Un bravo pianista di Beethoven
• Esempio 1. Un ragazzo con DSA, QI=73
comorbido con ADHD, ora di 14 anni.
• Alle scuole elementari ha avuto un percorso
scolastico difficile con insegnanti critici e
allarmati, compagnie distanti. In parallelo
era sempre eccitato con sbalzi dell’umore
gravi e difficoltà nell’apprendimento.
un bravo pianista
• Alle medie cambia scuola ed entra in un
ambiente amichevole, accogliente. Viene
avviata cura con ritalin: ha successo.
• Rilassato,attento,l’apprendimento migliora.
• A 14 a. ha la fissa delle campane e della
musica. Lo mandano a imparare il piano: in
pochi mesi diventa una bravissimo pianista.
Vittima del bullismo
• 2. E’ un ragazzo di 18 anni con u disturbo
autistico ad alto funzionamento e un Q.I.
nella norma.
• Visto un anno fa: vittima di bullismo,
compagnie rifiutavano di sedersi accanto a
lui, lo assalivano in molti modi: troppa
memoria, troppo bravo.
Vittima del bullismo
• Rivisto poco tempo fa: ha avuto tre ricoveri
ospedalieri per gravi episodi depressivi, ha
lasciato la scuola per molti mesi: la sua
intelligenza è sfiorita. Adesso ha grosse
difficoltà scolastiche.
• Ora che è distrutto compagni e insegnanti
sono + comprensivi verso di lui!
Una classe di immigrati
• Caso 3. E’ un ragazzo di 16 anni, con DSA
associato a una debilità intellettiva di lievllo
medio-grave. E’ sereno, allegro, ha una vita
regolare nei suoi ritmi principali. Vive in
una cittadina del Piemonte in una classe
dove l’80% dei ragazzi sono
extracomunitari che lo accolgono
amichevolmente.
L’ambiente
• può essere un concausa dei DSA accanto a
quella determinante genetica, e ne sappiamo
poco;
• ma è spesso determinante per il percorso
umano e psichiatrico di una persona con
DSA.
La scuola
• Ha un ruolo molto importante da questo
punto di vista: per creare un ambiente
‘amichevole per l’autismo’ e per tenere
questi ragazzi motoriamente attivi.
• Ciò va insieme all’uso di metodi specifici
educativi.
in età adulta
• c’è la prospettiva di una vita a casa dei
genitori senza programmi e con un territorio
che offre pochissimo. Ciò aumenta il rischio
di comorbidità psichiatriche,
cardiocircolatorie e metaboliche.
• Il bisogno di una vita attiva nel senso di
muoversi, correre, fare sport, e organizzata
è grande.
La sindrome di Asperger
• rappresenta un altro percorso clinico
particolare.
• Si tratta di persone di intelligenza normale,
a volte superiore.
• In gran parte sono maschi(M:F=9:1).
• A scuola richiedono attenzione particolare.
S.Asperger
• Difficoltà sociali:
• a. non evidenti(o poco) in famiglia e con un
adulto,
• b. la difficoltà viene notata in scuola
materna o alle elementari,
• c. sguardo ipomobile, volto poco espressivo
nel manifestare gli affetti
S.Asperger
• d. difficoltà a cogliere il punto di vista altrui
• e. rigidi nelle proprie prospettive
• f. regole rigide strutturano la relazione
• g. i loro interessi alla base della relazione
• h. si coinvolgono in maniera attiva ma
eccentrica e strana(‘active but odd’)
S.Asperger
• Stile di comunicazione unilaterale:
• a.buone capacità linguistiche(QIV + di QIP)
• b.parlano molto su ciò che li interessa
• c.e su questo riportano la conversazione
• d.talvolta linguaggio da adulto, pedante
• e.talvolta modulazione bassa/alta
•
S.Asperger
• Interessi circoscritti:
• seguiti e sostenuti con passione
• a volte ristretti
• altre volte enciclopedici(grande memoria)
• riguardano geografia, storia, arte, filosofia,
lingue straniere, elettronica, meccanica,
calcio.
S.Asperger
• Interessi circoscritti:
• presentati spesso con modalità intrusive
• con povertà di un inquadramento più vasto
S.Asperger
• Comportamenti aggiuntivi:
• spesso goffi
• con posture inusuali
• con andatura inusuale
• scrittura illeggibile
• iperatttivi
S.Asperger
• Evoluzione:
• nel 12% dei casi senza più sintomi nelle
prime 4 decadi(Billsted&Cederlund 2007).
• Migliore dei casi di Aut.alto funz.
S.Asperger
• A scuola: favorire atmosfera amichevole,
difenderli dal bullismo
• Terapia: social skills training
Asperger e Autismo alto funz.
• Diversa genetica: fratelli d. Asperger non A.
ma alcuni Asperger(Ghaziuddin 2005).
• Asperger: attivi ma strani.
• Autistici con alto funz: + passivi e solitari.
Teoria d.Mente e Ipoconnettività
• sono le due teorie che spiegano in parte il
comportamento autistico.
• Immaturità n.teoria della mente: capire poco
cosa è nella mente altrui.
• Ipoconnettività del SNC(e iperconnettività
di alcuni circuiti) spiegano la ripetitività.
• Il ruolo dei neuroni a specchio è discusso.
regressione
• Questa è presente nel 30% circa dei casi, in
genere nel secondo anno. E’ un elemento
che può contribuire a definire un percorso
clinico.
• La maggior parte dei casi rimangono poi in
un percorso DSA stabile ma una parte ha
un’evoluzione migliorativa
Regressione seguita da progresso
• Si trova:
• 1. Nella variante Z-Rett
• 2. Nella sindrome dismaturativa
• 3. Nella sindrome di Landau e Kleffner e in
altre forme epilettiche precoci
La variante Z-Rett
• condivide con la s.di Rett classica:
• a. un periodo preclinico
• b. un decorso in 3(4) stadi
• c. disprassia manuale
• d. stereotipie di lavaggio
• e. La mutazione MECP2
La variante Z-Rett
• riguarda bambine che hanno una
regressione nel 2o anno con perdita del
linguaggio e della manualità, seguite verso i
5 a.i da un recupero parziale del linguaggio,
delle abilità generali e manuali.
• Utile logopedia, musica, controindicati
Teacch e ABA.
La variante Z-Rett
è una forma della sindrome di Rett che
colpisce soltanto le bambine e si associa a
un quadro ASD in oltre i 3 quarti dei casi.
Dal punto di vista genetico hanno una
mutazione MECP2 che riguarda soprattutto
m.i missense nell’ultima parte dell’esone 4
alla quale si aggiunge una espressione
ridotta del gene SPIN1 duplicato.
La variante Z-Rett
• Ha un rischio di ricorrenza bassissimo. 1 su
100 casi. Inoltre è possibile fare una
diagnosi intrauterina da un prelievo dei villi
coriali. Importante per la pianificazone
familiare.
Forme reversibili con regressione
• Sindrome Dismaturativa
• Landau e Kleffner
S. Dismaturativa
• Quasi tutti maschi(M:F 29:1)
• TC nel 70% genitori
• ADHD 45% dei genitori
• Gemelli: MZ 1, DZ 2
• Sviluppo iniziale normale
• Regressione A nel secondo anno
• accompagnata da tic motori e vocali(TS)
Sindrome Dismaturativa
• Non dismorfie, esami lab neg.
• rapido recupero con AERC
• spesso inizialmente disuguale
• scomparsa di sintomi A e Q.I. nella norma
per 6 anni
• residua quadro ADHD + TS
• E’ una TS comorbida con DA reversibile
S.Dismaturativa
• Ha una base genetica diversa dagli altri
DSA: con tics e S.di Tourette in + del 50%
dei casi mentre mancano casi di autismo in
famiglia su 121 bambini studiati (Zappella
1994.1996,1999,2002,2005,2009).
• Rappresenta il 6% di una popolazione
ambulatoriale di bambini con DSA (Zappella
2009).
S. di Landau e Kleffner
• Rapida perdita del linguaggio e convulsioni
• EEG gravemente alterato(PO in bitemporale
e diffuse, prolungate, specie nel sonno)
• A volte convulsioni assenti
• Spesso in piccoli con associato quadro A
• si cura con VPT+steroidi
• alcuni casi guariscono
Sindromi epilettiche precoci
• Sindrome di West ‘forme tardive’
• Crisi parziali complesse precoci con
regressione A-simile(Deonna, 2004)
A revers. + residuo DLD o RM
• Alcuni casi perdono le caratteristiche A e
restano con residuo D del Linguaggio e/o
RM
F.e reversibili senza regressione
• istituzionalizzazione deprivante(Rutter 1999)
• rosolia intrauterina(Chess 1977)
Istituzionalizzazione deprivante
• Istituti molto deprivanti(oggi nell’est, un
tempo anche nell’ovest)
• Recupero maggiore quanto meno furono in
istituto, quanto prima in famiglia adeguata
• In alcuni casi recupero completo: in tal caso
rapido recupero
• utile logopedia
Neuropatologia (fatta in casi con RM)
• Riduzione cellule Purkinje(cervelletto)
• riduzione strato granulare(cervelletto)
• addensamento cellulare e cell.piccole:
ippocampo e amigdala
• strutture microcolonnari nella corteccia
• A: Disturbo olistico
Terapie mediche
• In linea di principio non necessarie per
molti soggetti A
• spesso utili o necessarie nelle frequenti
comorbidità
• Talvolta danno maggior benessere
comportamentale anche senza comorbidità
farmacoterapia
• Risperidone: in basse dosi è più efficace(SDA
selettivo su vie nigro-striatali e tubero-
infundibolari)
• Vantaggi anche in assenza di comorbidità(anche
nei piccoli)(Masi, Zuddas, gruppo Yale)
• Nella pratica: distinguere da caso a caso
l’opportunità(appropriato se comorbidità molto
disturbanti)
farmacoterapia
• SSRI: fluoxetina, fluvoxamina, sertralina
• Vantaggi in singoli casi, disturbi in altri.
• Rischio di creare eccitazione
farmacoterapia
• Sconsigliabile tra i neurolettici l’aloperidolo
(frequenti disturbi collaterali in A)
• Pimozide(orap): spesso efficace per tic e
S.Tourette ma necessario monitorizzare
EKG
farmacoterapia
• Farmaci antiepilettuci: valproato,
carbamazepina, lamotrigina, topiramato
• per convulsioni(presenti nel 30% degli A)
• per stati di eccitazione
farmacoterapia
• Se si dà più d’un farmaco: interazioni
• 1. Fluoxetina, paroxetina, fluvoxamina
inibiscono CIP 450
• Se dati insieme a neurolettici atipici ne
possono elevare notevolmente il livello
farmacoterapia
• Barbiturici, carbamazepina, dintoina
attivano gli enzimi del CIP 450:
• Perciò possono ridurre i livelli dei
neurolettici atipici
• VPT?
Terapie mediche
• Disturbi del sonno frequenti:
spesso utile la melatonina (anche per
tempi limitati)
Terapie mediche
• Iniziare in maniera molto graduale(se
possibile): risposte avverse sono più
frequenti di quanto non si deduca dalla
letteratura
• Ricordarsi che abbiamo a che fare con
diverse malattie
Perché terapie educative?
• Perché dallo specifico intervento educativo
nella scuola, nella famiglia e nel tempo
libero dipende in gran parte la qualità della
vita del soggetto con DA e della sua
famiglia
Terapie educative
• Obiettivi da ottenere:
1. la piena espressione delle
capacità della persona con DA
• 2. uno sviluppo equilibrato della vita
familiare
Due vie educative
• 1. Basarsi su modi naturali di motivazione
• (Aerc, etologia)
• 2. Basarsi su modi artificiali di motivazione
• (condizionamento)
• in prevalenza
Terapie educative
• Sviluppare:
1. le capacità sociali e di comunicazione
• 2. le abilità cognitive e di autonomia
• 3. motorie
Aspetti sociali e comunicativi
• far uso comune di modi che facilitano la
socialità:
• 1. amichevoli, affiliativi, esplorativi,
rassicuranti
• 2. giochi fisici
• 3. modularli a seconda dell’età
Aspetti sociali e comunicativi
• Sviluppare la socialità con adulti e coetanei.
• Metodo di Xaiz e Micheli
• Metodo di Gutstein e Sheely
• in classe e fuori con precisi obiettivi di
migliorare la socialità con i coetanei/e
Terapie educative
• Tener conto di peculiarità:
• 1. prevalenza visiva
• 2. deficit: linguistici
• 3. nel capire cosa l’altro pensa
• 4. nell’organizzarsi
Terapie educative
• Quindi:
• 1. uso eventuale di immagini
• 2. parlare chiaro, semplice, espressivo,gesti
• 3. evitare espressioni ambigue(scherzi, ecc)
• 4. dare una struttura(spesso costante)
Terapie educative
• spesso aree di particolare abilità:
valorizzarle
• per aree deboli e ritardo:
gradualità(v.Portage)
Terapie educative
• Spesso: disturbi sensoriali(iperacusia)
• iperselettivi
• quindi tenerne conto nell’organizzare
l’ambiente
Terapie educative
• Molti studi e metodi hanno suggerito quanto
sopra: es. Teacch. Utile conoscerlo, a volte
applicarlo, più spesso utilizzarne i principi.
Terapie educative
• Lettura: spesso meglio globale graduale
• spesso iperlessia: usare testi semplicicon
figure
• Mai: ‘devono fare quello che fanno gli altri’
• Invece: fare con loro quello che possono
fare
Terapie educative
• Vantaggi frequenti dall’uso quotidiano del
computer(intelligenza visuo-motoria)
Terapie educative
• Pause nella giornata scolastica:
rilassamento, e attività motorie gradevoli
programmate per lui/lei
Alcuni non parlano
• Provare Comunicazione Aumentativa e
Alternativa(con immagini)
• non sempre interessa il b.o
• arricchita da comunicazione mimico-
gestuale
• ausilii
Integrazione scolastica
• Percorso individualizzato:
• adattare i materiali scolastici alle abilità:
• per es. storia concreta con CD, audiovisivi
• scartare materie inutili e far confluire il
ragazzo per alcune attività con altre
classi(es. computer)
Metodi particolari
• Valutarne i costi umani ed economici
• mettere in luce con i familiari che, se si
tratta di un DA, non consentono la
guarigione
• presentare e discutere i dati della letteratura
Terapie riabilitative
• Possono essere d’aiuto in certi casi
• es. quando c’è compromissione della
comprensione-espressione
linguistica(logopedia)
• quando c’è disprassia oro-manuale
• equilibrarle con la vita del soggetto e della
sua famiglia
I DSA si associano a varie
dis/abilità
intelligenza: da ritardo grave a intelligenza
normale
• capacità linguistiche: da agnosia verbale a
linguaggio vicino alla norma
• Prassie e coordinazione motoria: da grandi
abilità nel disegno a DCM e/o disprassia
oro-manuale e generale.
Cure ed educazione devono
• affrontare aspetti generali dei DSA(rigidità,
disagio con le novità ecc)
• ma in più devono essere mirate alle
difficoltà corrispondenti alle aree coinvolte
oltre che alle comorbidità esistenti.
Terapie educative
• Curare la qualità della vita sia del soggetto
con DA che della sua famiglia a tutte le età.
• Spesso utili vari sport(pattinaggio, nuoto,
cavallo, podismo, ecc.)
• in un giovane adulto lo sport può diventare
il centro delle sue attività
Terapie educative
• Il soggetto A è parte di un sistema di
relazioni: in famiglia, a scuola, nel tempo
libero
• Una struttura familiare equilibrata è di aiuto
per lui e per chi vive con lui
• Il centro della terapia può essere famiglia e
scuola quando è piccolo, la scuola dopo,
una casa famiglia o un buon istituto da
adulto
Intervento relazionale: premesse
• Etologia.
I sistemi di movimento hanno:
• 1. uno scopo; 2. una storia ontogenetica; 3.
una storia filogenetica; 4.un sistema
motivazionale(interno ed esterno)
• Comprendono: avvicinamento ed
evitamento, attaccamento, alimentazione,
ecc.
Terapie relazionali: premesse
• Nell’A prevale l’evitamento: pertanto quei
modi corporei, nell’uso della voce e del
nostro corpo che facilitano l’avvicinamento
sono spesso utili nei bambini piccoli e, in
altro modo, negli adolescenti e negli adulti
Terapie relazionali: premesse
• Inoltre gli A hanno una comprensione
verbale compromessa(a diversi livelli):
parlare piano, chiaro, espressivo, con uso
dei gesti. Muoversi verso di loro in maniera
rassicurante.
Terapie relazionali: premesse
• La Psicologia dello Sviluppo ci indica i
modi di relazione, compromessi in diverso
grado a seconda dell’età e delle capacità
intellettive del soggetto A. E’ la prima fonte
di ispirazione.
Terapie relazionali: premesse
• Hanno in comune la ricerca di
obiettivi(cognitivi, sociali, di autonomia,
ecc) ottenuta gradualmente sulla base di
motivazioni naturali
• Una visione sistemica
dell’intervento(famiglia, scuola, ecc.)
• Spesso coinvolge i familiari, ecc
Intervento relazionale
• Affronta le difficoltà di relazione-
comunicazione dei DA
• Parte dal recupero della intersoggettività
primaria: reciprocità faccia a faccia, attività
corporee per divertirsi, uso della voce e del
corpo dell’adulto per aumentare l’attenzione
al suo viso, gioco corporeo genitore-
bambino(vola-vola, tic-tic)(Aerc)
Intervento relazionale
• Su questa base(Aerc) e sui principi etologici
mirati a sviluppare una motivazione
naturale sviluppa il metodo Portage:
per una via radicalmente diversa dal
comportamentismo
Intervento relazionale
• Continua con giochi e attività mirate a
sviluppare l’attenzione e l’emotività
congiunta(Xaiz e Micheli, 2001), la teoria
della mente, le capacità esecutive, il parlare
a se stessi(Gutstein e Sheely, 2002):
relazione adulto-ragazzo, o adulto e più
ragazzi
• Ciò specie per Asperger e A di alto livello
Intervento relazionale
• Può servirsi di modi di intervento sulla
famiglia che ne sostengano la struttura e la
comunicazione
• Che consentano di gestire specifiche
difficoltà
• Che diano un ruolo di guida educativa
adeguato ai familiari
Intervento relazionale
• Sulle basi anzidette si integra con la
CAA(se del caso)
• con l’uso del computer
• con eventuali ausilii
• spesso include principi Teacch
Le terapie non devono essere
esclusive
• L’autismo è un disturbo eterogeneo
• Per es. in alcuni casi è utile usare il Teacch
• In altri(molti) bisogna prendersi carico di
diverse difficoltà con differenti strategie e
strumenti
Terapie mediche ed educative
• Come la scelta del farmaco è specifica per i
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• così l’intervento educativo è mirato agli
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Diversi percorsi dsa zappella

  • 1. Diversità dei percorsi clinici nei Disturbi dello spettro Autistico Prof. Michele Zappella Università di Siena
  • 2. L’Autismo • si definisce per il comportamento: per difficoltà socio-comunicative e modalità ripetitive. • Un po’ come l’epilessia dove il comportamento è, viceversa, parossistico. • Come ci sono epilessie resistenti alle cure, altre curabili, altre reversibili: similmente nell’Autismo e nei disturbi correlati(DSA)
  • 3. Autismo • Come ci sono epilessie resistenti alle cure, altre curabili, altre ancora reversibili, • similmente nell’Autismo e nei disturbi a questo correlati. • Viceversa altri disturbi dello sviluppo si distinguono per le abilità: es. le disabilità intellettive, i disturbi specifici dell’apprendimento ecc.
  • 4. La storia • dell’epilessia dura da millenni. Quella dell’Autismo è breve: poco più di sessant’anni. • Sia l’una che l’altro sono stati ritenuti per anni inguaribili: poi si è visto che le cose stavano altrimenti.
  • 5. Storia-Kanner • L’Autismo Infantile viene descritto per la prima volta da Leo Kanner, un medico austriaco che fondò il primo reparto di psichiatria infantile nel John’s Hopkins di Baltimora(Infantile Autism, 1943).
  • 6. Storia-Kanner • Delineò i tre gruppi di sintomi: • 1. le gravi difficoltà nella relazione, • 2. le peculiarità della comunicazione in terza persona, in forma ecolalica o verbalmente assente, • 3. le modalità ripetitive. Ritenne le cause congenite e notò la freddezza di alcuni genitori
  • 7. Asperger • pediatra austriaco, descrisse il disturbo di 4 ragazzi che avevano ‘poca empatia, difficoltà nel fare amici, conversazione unilaterale, intenso coinvolgimento in particolari interessi e goffaggine motoria’ e di normale intelligenza(Autistischen Psychopathen, 1944).
  • 8. Basi genetiche dei DSA • Scoperta da Folstein e Rutter(1977)
  • 9. Educazione e terapia • Schopler, ebreo tedesco emigrato in US, descrive il metodo Teacch(anni sessanta) • e Ivar Lovaas, norvegese, introduce l’uso del comportamentismo in terapia nello stesso periodo.
  • 10. Una o più malattie? • considerato per decenni come ‘una’ malattia, fu interpretato per la prima volta al plurale, come composto da malattie diverse dall’americana Mary Coleman(The autistic syndromes, 1975).
  • 11. Autismo e trasmissione sinaptica • Reversibilità nei topi null MECP2, ottenuta da Bird a Edinburgo(2007).
  • 12. La cultura europea • ha dato un contributo fondamentale nella scoperta degli aspetti più importanti dello spettro autistico: sul piano clinico, etiologico, educativo e riabilitativo.
  • 13. Le ‘sole’ • sono venute da altre parti del mondo: come il metodo Delacato, le diete, le cure antichelanti, la comunicazione facilitata, il dogma che ‘l’Autismo è una malattia inguaribile’(National Society for Children and Adults with Autism, 1977), il ritardo di decenni nel riconoscere la Rett e l’Asperger di cui preparano l’eliminazione dal DSM V(Baron- Cohen 2008 NYT), ecc.
  • 14. Autismo infantile • caratterizzato da gravi alterazioni della: • 1. relazione sociale • 2. comunicazione con povertà di fantasia • 3. ripetitività • inizio nei primi due anni e mezzo
  • 15. Autismo Infantile • Si definisce anche con l’aiuto di scale come: • ICD 10, DSM IV, ABC, CARS, ecc. • Importante valutare le capacità di relazione, quelle esecutive, l’attenzione congiunta, il gioco simbolico: nettamente al di sotto del livello generale di abilità
  • 16. Lo Spettro Autistico(DSM IV R) • Disturbo Autistico: a) difficoltà sociale • b) difficoltà nella comunicazione • c) comportamenti ripetitivi • Disturbo di Asperger: a) difficoltà sociale • b)comportamenti ripetitivi • Autismo parziale(DPS nas): a+;b/c • Disturbo Disintegrativo
  • 17. Prevalenza • Autismo 1:1000 • Sindrome di Asperger 3-4:1.000 • Autismo parziale(PDDnos) 1.5:1000 • Disturbo Disintegrativo 100 casi
  • 18. Prevalenza in aumento • negli anni settanta era di 4:10.000 • Cause: 1. più conosciuto • 2. meglio diagnosticato • 3. società che evidenzia incapacità sociale • 4. tutti i disturbi mentali sono in aumento(specie in età evolutiva) • 5. effetto ‘periodo’?
  • 19. Rapporto Maschi-Femmine: 4:1 • con alcune varianti in alto e in basso nelle varie statistiche
  • 20. Componente genetica elevata • 80-90% concordanza nei gemelli monozigoti • 0-10 concordanza nei dizigoti
  • 21. Rischio genetico • Rischio del 5-10 % di aver altro A.o in fratria • rischio aggiuntivo di 1:10 di avere un altro figlio con difficoltà sociali o di comunicazione • Il rischio di avere figli con ritardo mentale non è maggiore del resto della popolazione
  • 22. tratti autistici nella popolazione • La distribuzione dei TA indica un continuum che va da persone con DSA alla popolazione generale • studi su larghe popolazioni di gemelli indicano che le tre componenti dell’A hanno una scarsa correlazione tra loro
  • 23. scarsa correlazione + fra le 3 aree • per cui in studi condotti nella popolazione generale su migliaia di gemelli: • Percentuali definite avevano solo difficoltà di relazione, altre solo di comunicazione, altre ancora soltanto modi ripetitivi.
  • 24. correlazione incompleta in DsA • fra le 3 aree: • per es. spesso la ripetitività è tardiva e risponde poco a programmi riabilitativi
  • 25. Diversi geni per diverse aree • Ogni area della triade è molto ereditabile • sottogruppi con spiccata ripetitività o con inizio tardivo della frase
  • 26. Diverse malattie genetiche • Numerosi geni candidati(oltre 0) • Famiglie con mutazioni di: • ARX • SHANK 3 • Neuroligina 3/4 • Neurexine • Alterazione cromosoma 15
  • 27. Alta frequenza(3-5%) di A in: • Malattie neurocutanee: sclerosi tuberosa, Ipomelanosi di Ito, neurofibromatosi • Sindromi cromosomiche: X Fragile, S.Down, tetrasomia 15, altre • Sindromi metaboliche: PKU • Rosolia intrauterina, citomegalovirus, herp. • S.Williams, S.Sotos, altre S.
  • 28. Alterazioni sinaptiche • vengono oggi ritenute il punto principale di riferimento: ciò a causa della dimostrata reversibilità di sintomi simil-autistici in esperimenti condotti su animali(topi).
  • 29. due vie principali • 1. Mutazioni nei geni TSC1/TSC2, NF1,e PTEN si associano ad alterazioni nella crescita e dimensioni dei neuroni e portano a DSA sindromico con TBS, NFB, o macrocefalia.
  • 30. due vie principali • 2. Mutazioni delle neuroligine, neurexine, molecole adesive presinaptiche e di Shank3 proteina strutturale postsinaptica portano a DSA e sindrome di Asperger.
  • 31. Diversa genetica, diverse malattie • La componente ambientale causale è minore rispetto a quella genetica, e poco conosciuta. Si sa del rischio del valproato in gravidanza e poco più.
  • 32. Decorsi clinici iniziali • Sintomi A sin dai primi mesi(60-70%) • Regressione(30-40%)
  • 33. Sintomatologia iniziale • Evitante visivo, uditivo, corporeo • Non parla o parla in 2,3a persona, ecolalico • Non ha attenzione congiunta • Non fa giochi simbolici • Poca reciprocità • Chiamato non si volta • a volte ripetitivo, altre caotico e iperattivo
  • 34. Sintomatologia iniziale • possibile che: • sia iperacusico • Ipertattile • con ipernausea • con scarsa sensibilità al dolore • non pianga con le lacrime
  • 35. Sintomatologia iniziale • Iperselettivo(s’incanta davanti a lavatrice) • Ripetitivo(es. fa girare gli oggetti) • Con macrocefalia
  • 36. Valutazione clinica • Iniziare con complimenti al bambinoa • proporgli giochi adeguati • ogni tanto chiamarlo, avvicinarsi a lui • proporre scambi affettuoso-amichevoli • taglio garbato con i familiari • saper condurre la visita come in un gioco
  • 37. Valutazione clinica • Circonferenza cranica(1:4 hanno macrocefalia): possibili Sotos, Cole&Hughes, Ito, Cowden, Fra X • Alcuni sono microcefalici • Esame della cute • Esame somatico generale
  • 38. Valutazione clinica • Valutare comprensione del linguaggio per: agnosia verbale, sindrome da deficit programmaz. fonologica, sindrome da deficit programmaz. Sintattica • La coordinazione motoria e le prassie. • Abilità generali • Valutare la reciprocità, come il b.o cambia con modalità di avvicinamento(affettuose, esplorative, ecc.)
  • 39. Valutazione clinica • Notare: • le capacità esecutive • il grado di attenzione ed emotività congiunta • gioco con le costruzioni, disegno • gioco simbolico
  • 40. Valutazione clinica • Fare una o due scale: ICD10(o DSM IV) + ABC o CARS, CHAT, ADI, ADOS, ecc
  • 41. Valutazione clinica • Vedere se uno o entrambi genitori hanno DD(specie le madri) e in tal caso intervenire • Idem per altri D psichici(stress) specie se correlati alla malattia del figlioa • notare struttura familiare, rapporti sociali
  • 42. Anamnesi familiare • chiedere sulle tre generazioni se: • casi di persone solitarie • DOC e D d’Ansia • disturbi dell’umore • ritardi mentali
  • 43. Visita affettuosa, familiare • 1. Per: fare bambino e familiari contenti • 2. valutare in condizioni favorevoli le sue abilità • 3. avere una visita somatica e neurologica adeguata • 4. Creare una relazione positiva con la famiglia cui spesso si chiedono compiti
  • 44. Usare la teoria della mente • La famiglia ti giudica da: 1. Come ti muovi(col viso, sguardo, corpo) • 2. Cosa fai • 3. Cosa dici
  • 45. Diagnosi: primo passo verso terapia • La diagnosi non dev’essere un’etichetta • È uno strumento per avviare un’educazione e una cura del bambinoa • Richiede attenzione anche verso la famiglia
  • 46. Sofferenza psichica • Tenerla presente, farsene carico, entrare in sintonia se diviene manifesta • Dare una valutazione di realtà e insieme dare speranza • Valutare la situazione sociale, discuterla, provare alternative • Evidenziare possibili disturbi psichiatrici
  • 47. Esami di laboratorio • EEG(veglia e sonno) • aminoacidemia • cariotipo, X fragile,CGH microarray • successivamente(a seconda dei casi): RMN, TAC
  • 48. comorbidità • Alcune di queste hanno particolare rilievo nel definire un percorso clinico: • 1. Disabilità intellettiva • 2. Disturbo del linguaggio(compr.-espress.) • 3. Disturbo coordinazione motoria • 4. Disprassia
  • 49. Altre comorbidità • Sono: • 1. ADHD • 2. Disturbi d’ansia • 3. Disturbi dell’umore • 4. Tic motori e vocali(GTS) • 5. Disturbo Ossessivo-Compulsivo
  • 50. Diversi percorsi clinici • La diversità dei percorsi clinici è legata in parte alle cause: peculiarità genetiche di vari sottogruppi e probabilmente anche di singoli casi(‘malattie private’). • Conta anche come nel corso della vita l’ambiente accoglie o meno una persona con DSA.
  • 51. Correlazioni genotipo-fenotipo • cominciano ad essere ottenute in questo quadro generale
  • 52. Mutazioni PTEN&macroc+DSA • Un esempio è la presenza di mutazioni PTEN in bambini con macrocefalia e ASD. La prevalenza è dell’8.3% (Varga et al 2009) e anche maggiore se la macrocefalia è accentuata(Butler et al 2005).
  • 53. Variazioni nelle copie di DNA • Microdelezioni e microduplicazioni di striscie di DNA cominciano ad essere associate ad alcune forme più rare (Kakinuma, Sato 2008)
  • 54. Casi clinici particolari • Può succedere di vedere due gemelli identici con DSA a 5 anni e trovarli in condizioni simili(entrambi non parlano). Poi a 10 anni l’uno è rimasto con poche parole, l’altro parla con lunghe frasi e ha molto aumentato le sue abilità. Variazioni nelle microduplicazioni/delezioni del DNA?
  • 55. L’ambiente può favorire o no • un determinato sviluppo in un bambino o in un giovane con un DSA. Pur mantenendo il nucleo autistico si possono rivelare dei talenti o, viceversa, possono essere stroncate delle qualità.
  • 56. Un bravo pianista di Beethoven • Esempio 1. Un ragazzo con DSA, QI=73 comorbido con ADHD, ora di 14 anni. • Alle scuole elementari ha avuto un percorso scolastico difficile con insegnanti critici e allarmati, compagnie distanti. In parallelo era sempre eccitato con sbalzi dell’umore gravi e difficoltà nell’apprendimento.
  • 57. un bravo pianista • Alle medie cambia scuola ed entra in un ambiente amichevole, accogliente. Viene avviata cura con ritalin: ha successo. • Rilassato,attento,l’apprendimento migliora. • A 14 a. ha la fissa delle campane e della musica. Lo mandano a imparare il piano: in pochi mesi diventa una bravissimo pianista.
  • 58. Vittima del bullismo • 2. E’ un ragazzo di 18 anni con u disturbo autistico ad alto funzionamento e un Q.I. nella norma. • Visto un anno fa: vittima di bullismo, compagnie rifiutavano di sedersi accanto a lui, lo assalivano in molti modi: troppa memoria, troppo bravo.
  • 59. Vittima del bullismo • Rivisto poco tempo fa: ha avuto tre ricoveri ospedalieri per gravi episodi depressivi, ha lasciato la scuola per molti mesi: la sua intelligenza è sfiorita. Adesso ha grosse difficoltà scolastiche. • Ora che è distrutto compagni e insegnanti sono + comprensivi verso di lui!
  • 60. Una classe di immigrati • Caso 3. E’ un ragazzo di 16 anni, con DSA associato a una debilità intellettiva di lievllo medio-grave. E’ sereno, allegro, ha una vita regolare nei suoi ritmi principali. Vive in una cittadina del Piemonte in una classe dove l’80% dei ragazzi sono extracomunitari che lo accolgono amichevolmente.
  • 61. L’ambiente • può essere un concausa dei DSA accanto a quella determinante genetica, e ne sappiamo poco; • ma è spesso determinante per il percorso umano e psichiatrico di una persona con DSA.
  • 62. La scuola • Ha un ruolo molto importante da questo punto di vista: per creare un ambiente ‘amichevole per l’autismo’ e per tenere questi ragazzi motoriamente attivi. • Ciò va insieme all’uso di metodi specifici educativi.
  • 63. in età adulta • c’è la prospettiva di una vita a casa dei genitori senza programmi e con un territorio che offre pochissimo. Ciò aumenta il rischio di comorbidità psichiatriche, cardiocircolatorie e metaboliche. • Il bisogno di una vita attiva nel senso di muoversi, correre, fare sport, e organizzata è grande.
  • 64. La sindrome di Asperger • rappresenta un altro percorso clinico particolare. • Si tratta di persone di intelligenza normale, a volte superiore. • In gran parte sono maschi(M:F=9:1). • A scuola richiedono attenzione particolare.
  • 65. S.Asperger • Difficoltà sociali: • a. non evidenti(o poco) in famiglia e con un adulto, • b. la difficoltà viene notata in scuola materna o alle elementari, • c. sguardo ipomobile, volto poco espressivo nel manifestare gli affetti
  • 66. S.Asperger • d. difficoltà a cogliere il punto di vista altrui • e. rigidi nelle proprie prospettive • f. regole rigide strutturano la relazione • g. i loro interessi alla base della relazione • h. si coinvolgono in maniera attiva ma eccentrica e strana(‘active but odd’)
  • 67. S.Asperger • Stile di comunicazione unilaterale: • a.buone capacità linguistiche(QIV + di QIP) • b.parlano molto su ciò che li interessa • c.e su questo riportano la conversazione • d.talvolta linguaggio da adulto, pedante • e.talvolta modulazione bassa/alta •
  • 68. S.Asperger • Interessi circoscritti: • seguiti e sostenuti con passione • a volte ristretti • altre volte enciclopedici(grande memoria) • riguardano geografia, storia, arte, filosofia, lingue straniere, elettronica, meccanica, calcio.
  • 69. S.Asperger • Interessi circoscritti: • presentati spesso con modalità intrusive • con povertà di un inquadramento più vasto
  • 70. S.Asperger • Comportamenti aggiuntivi: • spesso goffi • con posture inusuali • con andatura inusuale • scrittura illeggibile • iperatttivi
  • 71. S.Asperger • Evoluzione: • nel 12% dei casi senza più sintomi nelle prime 4 decadi(Billsted&Cederlund 2007). • Migliore dei casi di Aut.alto funz.
  • 72. S.Asperger • A scuola: favorire atmosfera amichevole, difenderli dal bullismo • Terapia: social skills training
  • 73. Asperger e Autismo alto funz. • Diversa genetica: fratelli d. Asperger non A. ma alcuni Asperger(Ghaziuddin 2005). • Asperger: attivi ma strani. • Autistici con alto funz: + passivi e solitari.
  • 74. Teoria d.Mente e Ipoconnettività • sono le due teorie che spiegano in parte il comportamento autistico. • Immaturità n.teoria della mente: capire poco cosa è nella mente altrui. • Ipoconnettività del SNC(e iperconnettività di alcuni circuiti) spiegano la ripetitività. • Il ruolo dei neuroni a specchio è discusso.
  • 75. regressione • Questa è presente nel 30% circa dei casi, in genere nel secondo anno. E’ un elemento che può contribuire a definire un percorso clinico. • La maggior parte dei casi rimangono poi in un percorso DSA stabile ma una parte ha un’evoluzione migliorativa
  • 76. Regressione seguita da progresso • Si trova: • 1. Nella variante Z-Rett • 2. Nella sindrome dismaturativa • 3. Nella sindrome di Landau e Kleffner e in altre forme epilettiche precoci
  • 77. La variante Z-Rett • condivide con la s.di Rett classica: • a. un periodo preclinico • b. un decorso in 3(4) stadi • c. disprassia manuale • d. stereotipie di lavaggio • e. La mutazione MECP2
  • 78. La variante Z-Rett • riguarda bambine che hanno una regressione nel 2o anno con perdita del linguaggio e della manualità, seguite verso i 5 a.i da un recupero parziale del linguaggio, delle abilità generali e manuali. • Utile logopedia, musica, controindicati Teacch e ABA.
  • 79. La variante Z-Rett è una forma della sindrome di Rett che colpisce soltanto le bambine e si associa a un quadro ASD in oltre i 3 quarti dei casi. Dal punto di vista genetico hanno una mutazione MECP2 che riguarda soprattutto m.i missense nell’ultima parte dell’esone 4 alla quale si aggiunge una espressione ridotta del gene SPIN1 duplicato.
  • 80. La variante Z-Rett • Ha un rischio di ricorrenza bassissimo. 1 su 100 casi. Inoltre è possibile fare una diagnosi intrauterina da un prelievo dei villi coriali. Importante per la pianificazone familiare.
  • 81. Forme reversibili con regressione • Sindrome Dismaturativa • Landau e Kleffner
  • 82. S. Dismaturativa • Quasi tutti maschi(M:F 29:1) • TC nel 70% genitori • ADHD 45% dei genitori • Gemelli: MZ 1, DZ 2 • Sviluppo iniziale normale • Regressione A nel secondo anno • accompagnata da tic motori e vocali(TS)
  • 83. Sindrome Dismaturativa • Non dismorfie, esami lab neg. • rapido recupero con AERC • spesso inizialmente disuguale • scomparsa di sintomi A e Q.I. nella norma per 6 anni • residua quadro ADHD + TS • E’ una TS comorbida con DA reversibile
  • 84. S.Dismaturativa • Ha una base genetica diversa dagli altri DSA: con tics e S.di Tourette in + del 50% dei casi mentre mancano casi di autismo in famiglia su 121 bambini studiati (Zappella 1994.1996,1999,2002,2005,2009). • Rappresenta il 6% di una popolazione ambulatoriale di bambini con DSA (Zappella 2009).
  • 85. S. di Landau e Kleffner • Rapida perdita del linguaggio e convulsioni • EEG gravemente alterato(PO in bitemporale e diffuse, prolungate, specie nel sonno) • A volte convulsioni assenti • Spesso in piccoli con associato quadro A • si cura con VPT+steroidi • alcuni casi guariscono
  • 86. Sindromi epilettiche precoci • Sindrome di West ‘forme tardive’ • Crisi parziali complesse precoci con regressione A-simile(Deonna, 2004)
  • 87. A revers. + residuo DLD o RM • Alcuni casi perdono le caratteristiche A e restano con residuo D del Linguaggio e/o RM
  • 88. F.e reversibili senza regressione • istituzionalizzazione deprivante(Rutter 1999) • rosolia intrauterina(Chess 1977)
  • 89. Istituzionalizzazione deprivante • Istituti molto deprivanti(oggi nell’est, un tempo anche nell’ovest) • Recupero maggiore quanto meno furono in istituto, quanto prima in famiglia adeguata • In alcuni casi recupero completo: in tal caso rapido recupero • utile logopedia
  • 90. Neuropatologia (fatta in casi con RM) • Riduzione cellule Purkinje(cervelletto) • riduzione strato granulare(cervelletto) • addensamento cellulare e cell.piccole: ippocampo e amigdala • strutture microcolonnari nella corteccia • A: Disturbo olistico
  • 91. Terapie mediche • In linea di principio non necessarie per molti soggetti A • spesso utili o necessarie nelle frequenti comorbidità • Talvolta danno maggior benessere comportamentale anche senza comorbidità
  • 92. farmacoterapia • Risperidone: in basse dosi è più efficace(SDA selettivo su vie nigro-striatali e tubero- infundibolari) • Vantaggi anche in assenza di comorbidità(anche nei piccoli)(Masi, Zuddas, gruppo Yale) • Nella pratica: distinguere da caso a caso l’opportunità(appropriato se comorbidità molto disturbanti)
  • 93. farmacoterapia • SSRI: fluoxetina, fluvoxamina, sertralina • Vantaggi in singoli casi, disturbi in altri. • Rischio di creare eccitazione
  • 94. farmacoterapia • Sconsigliabile tra i neurolettici l’aloperidolo (frequenti disturbi collaterali in A) • Pimozide(orap): spesso efficace per tic e S.Tourette ma necessario monitorizzare EKG
  • 95. farmacoterapia • Farmaci antiepilettuci: valproato, carbamazepina, lamotrigina, topiramato • per convulsioni(presenti nel 30% degli A) • per stati di eccitazione
  • 96. farmacoterapia • Se si dà più d’un farmaco: interazioni • 1. Fluoxetina, paroxetina, fluvoxamina inibiscono CIP 450 • Se dati insieme a neurolettici atipici ne possono elevare notevolmente il livello
  • 97. farmacoterapia • Barbiturici, carbamazepina, dintoina attivano gli enzimi del CIP 450: • Perciò possono ridurre i livelli dei neurolettici atipici • VPT?
  • 98. Terapie mediche • Disturbi del sonno frequenti: spesso utile la melatonina (anche per tempi limitati)
  • 99. Terapie mediche • Iniziare in maniera molto graduale(se possibile): risposte avverse sono più frequenti di quanto non si deduca dalla letteratura • Ricordarsi che abbiamo a che fare con diverse malattie
  • 100. Perché terapie educative? • Perché dallo specifico intervento educativo nella scuola, nella famiglia e nel tempo libero dipende in gran parte la qualità della vita del soggetto con DA e della sua famiglia
  • 101. Terapie educative • Obiettivi da ottenere: 1. la piena espressione delle capacità della persona con DA • 2. uno sviluppo equilibrato della vita familiare
  • 102. Due vie educative • 1. Basarsi su modi naturali di motivazione • (Aerc, etologia) • 2. Basarsi su modi artificiali di motivazione • (condizionamento) • in prevalenza
  • 103. Terapie educative • Sviluppare: 1. le capacità sociali e di comunicazione • 2. le abilità cognitive e di autonomia • 3. motorie
  • 104. Aspetti sociali e comunicativi • far uso comune di modi che facilitano la socialità: • 1. amichevoli, affiliativi, esplorativi, rassicuranti • 2. giochi fisici • 3. modularli a seconda dell’età
  • 105. Aspetti sociali e comunicativi • Sviluppare la socialità con adulti e coetanei. • Metodo di Xaiz e Micheli • Metodo di Gutstein e Sheely • in classe e fuori con precisi obiettivi di migliorare la socialità con i coetanei/e
  • 106. Terapie educative • Tener conto di peculiarità: • 1. prevalenza visiva • 2. deficit: linguistici • 3. nel capire cosa l’altro pensa • 4. nell’organizzarsi
  • 107. Terapie educative • Quindi: • 1. uso eventuale di immagini • 2. parlare chiaro, semplice, espressivo,gesti • 3. evitare espressioni ambigue(scherzi, ecc) • 4. dare una struttura(spesso costante)
  • 108. Terapie educative • spesso aree di particolare abilità: valorizzarle • per aree deboli e ritardo: gradualità(v.Portage)
  • 109. Terapie educative • Spesso: disturbi sensoriali(iperacusia) • iperselettivi • quindi tenerne conto nell’organizzare l’ambiente
  • 110. Terapie educative • Molti studi e metodi hanno suggerito quanto sopra: es. Teacch. Utile conoscerlo, a volte applicarlo, più spesso utilizzarne i principi.
  • 111. Terapie educative • Lettura: spesso meglio globale graduale • spesso iperlessia: usare testi semplicicon figure • Mai: ‘devono fare quello che fanno gli altri’ • Invece: fare con loro quello che possono fare
  • 112. Terapie educative • Vantaggi frequenti dall’uso quotidiano del computer(intelligenza visuo-motoria)
  • 113. Terapie educative • Pause nella giornata scolastica: rilassamento, e attività motorie gradevoli programmate per lui/lei
  • 114. Alcuni non parlano • Provare Comunicazione Aumentativa e Alternativa(con immagini) • non sempre interessa il b.o • arricchita da comunicazione mimico- gestuale • ausilii
  • 115. Integrazione scolastica • Percorso individualizzato: • adattare i materiali scolastici alle abilità: • per es. storia concreta con CD, audiovisivi • scartare materie inutili e far confluire il ragazzo per alcune attività con altre classi(es. computer)
  • 116. Metodi particolari • Valutarne i costi umani ed economici • mettere in luce con i familiari che, se si tratta di un DA, non consentono la guarigione • presentare e discutere i dati della letteratura
  • 117. Terapie riabilitative • Possono essere d’aiuto in certi casi • es. quando c’è compromissione della comprensione-espressione linguistica(logopedia) • quando c’è disprassia oro-manuale • equilibrarle con la vita del soggetto e della sua famiglia
  • 118. I DSA si associano a varie dis/abilità intelligenza: da ritardo grave a intelligenza normale • capacità linguistiche: da agnosia verbale a linguaggio vicino alla norma • Prassie e coordinazione motoria: da grandi abilità nel disegno a DCM e/o disprassia oro-manuale e generale.
  • 119. Cure ed educazione devono • affrontare aspetti generali dei DSA(rigidità, disagio con le novità ecc) • ma in più devono essere mirate alle difficoltà corrispondenti alle aree coinvolte oltre che alle comorbidità esistenti.
  • 120. Terapie educative • Curare la qualità della vita sia del soggetto con DA che della sua famiglia a tutte le età. • Spesso utili vari sport(pattinaggio, nuoto, cavallo, podismo, ecc.) • in un giovane adulto lo sport può diventare il centro delle sue attività
  • 121. Terapie educative • Il soggetto A è parte di un sistema di relazioni: in famiglia, a scuola, nel tempo libero • Una struttura familiare equilibrata è di aiuto per lui e per chi vive con lui • Il centro della terapia può essere famiglia e scuola quando è piccolo, la scuola dopo, una casa famiglia o un buon istituto da adulto
  • 122. Intervento relazionale: premesse • Etologia. I sistemi di movimento hanno: • 1. uno scopo; 2. una storia ontogenetica; 3. una storia filogenetica; 4.un sistema motivazionale(interno ed esterno) • Comprendono: avvicinamento ed evitamento, attaccamento, alimentazione, ecc.
  • 123. Terapie relazionali: premesse • Nell’A prevale l’evitamento: pertanto quei modi corporei, nell’uso della voce e del nostro corpo che facilitano l’avvicinamento sono spesso utili nei bambini piccoli e, in altro modo, negli adolescenti e negli adulti
  • 124. Terapie relazionali: premesse • Inoltre gli A hanno una comprensione verbale compromessa(a diversi livelli): parlare piano, chiaro, espressivo, con uso dei gesti. Muoversi verso di loro in maniera rassicurante.
  • 125. Terapie relazionali: premesse • La Psicologia dello Sviluppo ci indica i modi di relazione, compromessi in diverso grado a seconda dell’età e delle capacità intellettive del soggetto A. E’ la prima fonte di ispirazione.
  • 126. Terapie relazionali: premesse • Hanno in comune la ricerca di obiettivi(cognitivi, sociali, di autonomia, ecc) ottenuta gradualmente sulla base di motivazioni naturali • Una visione sistemica dell’intervento(famiglia, scuola, ecc.) • Spesso coinvolge i familiari, ecc
  • 127. Intervento relazionale • Affronta le difficoltà di relazione- comunicazione dei DA • Parte dal recupero della intersoggettività primaria: reciprocità faccia a faccia, attività corporee per divertirsi, uso della voce e del corpo dell’adulto per aumentare l’attenzione al suo viso, gioco corporeo genitore- bambino(vola-vola, tic-tic)(Aerc)
  • 128. Intervento relazionale • Su questa base(Aerc) e sui principi etologici mirati a sviluppare una motivazione naturale sviluppa il metodo Portage: per una via radicalmente diversa dal comportamentismo
  • 129. Intervento relazionale • Continua con giochi e attività mirate a sviluppare l’attenzione e l’emotività congiunta(Xaiz e Micheli, 2001), la teoria della mente, le capacità esecutive, il parlare a se stessi(Gutstein e Sheely, 2002): relazione adulto-ragazzo, o adulto e più ragazzi • Ciò specie per Asperger e A di alto livello
  • 130. Intervento relazionale • Può servirsi di modi di intervento sulla famiglia che ne sostengano la struttura e la comunicazione • Che consentano di gestire specifiche difficoltà • Che diano un ruolo di guida educativa adeguato ai familiari
  • 131. Intervento relazionale • Sulle basi anzidette si integra con la CAA(se del caso) • con l’uso del computer • con eventuali ausilii • spesso include principi Teacch
  • 132. Le terapie non devono essere esclusive • L’autismo è un disturbo eterogeneo • Per es. in alcuni casi è utile usare il Teacch • In altri(molti) bisogna prendersi carico di diverse difficoltà con differenti strategie e strumenti
  • 133. Terapie mediche ed educative • Come la scelta del farmaco è specifica per i Disturbi di cui soffre un soggetto A • così l’intervento educativo è mirato agli strumenti più efficaci che abbiamo per aiutarlo