Lo specimen del Freak Grotesk Next disegnato durante il laboratorio di ricerca e co-progettazione XYZ2017 per l'identità de La Scuola Open Source, sotto la guida di Alessio D'Ellena e Daniele Capo.
Tessitura è tenere insieme fili diversi,
facendoli diventare parte di un unico sistema,
in cui ognuno di loro è parte fondamentale,
e tutti sono collegati tra loro.
Tessitura è costruire qualcosa che non c'era da qualcosa che c'è:
i fili, gli individui, la conoscenza, i luoghi, la tradizione, il linguaggio, l'identità.
Tessitura è rete, è spirito del tempo, è qualcosa che tiene insieme,
si modifica, si adatta, cambia forma, ma mantiene la sua funzione.
Tessitura è un mondo di possibilità, trame, orditi, motivi, visioni.
Tessitura è una tecnologia cognitiva, che consiste nel costruire legami
tra cose apparentemente scollegate, aumentando il valore dei singoli elementi di partenza.
Questa Tessitura è un lavoro collettivo, partecipato, basato sulla cooperazione
e sulla condivisione delle risorse disponibili, nella convinzione che il modello
"ognuno per sé" sia non solo illogico, ma anche innaturale.
X è un lavoro artigianale di tessitura.
X è il sogno di una ciurma pirata che non voleva smettere di andare per mare.
Tessitura è tenere insieme fili diversi,
facendoli diventare parte di un unico sistema,
in cui ognuno di loro è parte fondamentale,
e tutti sono collegati tra loro.
Tessitura è costruire qualcosa che non c'era da qualcosa che c'è:
i fili, gli individui, la conoscenza, i luoghi, la tradizione, il linguaggio, l'identità.
Tessitura è rete, è spirito del tempo, è qualcosa che tiene insieme,
si modifica, si adatta, cambia forma, ma mantiene la sua funzione.
Tessitura è un mondo di possibilità, trame, orditi, motivi, visioni.
Tessitura è una tecnologia cognitiva, che consiste nel costruire legami
tra cose apparentemente scollegate, aumentando il valore dei singoli elementi di partenza.
Questa Tessitura è un lavoro collettivo, partecipato, basato sulla cooperazione
e sulla condivisione delle risorse disponibili, nella convinzione che il modello
"ognuno per sé" sia non solo illogico, ma anche innaturale.
X è un lavoro artigianale di tessitura.
X è il sogno di una ciurma pirata che non voleva smettere di andare per mare.
In queste tavole il gruppo X ha riassunto le corrispondenze tra i tasti della tastiera e i segni contenuti nel carattere "LUPUS" progettato per evocare nuovi mondi.
FABULA RASA | Output del laboratorio Y — Guida agli incantesimiLa Scuola Open Source
In queste tavole il gruppo Y ha riassunto i diversi strumenti utilizzabili, in base al proprio livello di esperienza, per rispondere a bisogni molto comuni nella vita dei centri culturali.
Questo Manuale è stato realizzato per la rete Fabula Rasa che si sta
costituendo. Ogni proposta è pensata per le organizzazioni che hanno dato il via al processo e che vorranno farne parte e per
il territorio marchigiano. Con questa eredità, vi invitiamo ad
utilizzare e testare gli strumenti proposti e a costruirne di nuovi insieme.
Il laboratorio X si è concentrato su: strategia, identità, racconto combinatorio. Il team comunicazione ha lavorato sul rapporto tra realtà e finzione, oltre che sulla capacità del racconto di generare mitopoiesi.
Il laboratorio Y si è concentrato su: interazione, environment digitali, autocostruzioni. Il team strumenti a lavorato a partire dall'assunto che: "Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.”
Il laboratorio Z si è concentrato su: governance, misurazione d'impatti, audience development. Il lavoro risultante prova a rispondere alla domanda "come evocare futuri (im)possibili attraverso la costituzione di una rete?".
Per il laboratorio X, la sfida si è tradotta nel formulare una identità visiva che potesse potenzialmente accogliere qualsiasi futura necessità comunicativa della Open Design School.
La soluzione individuata non è consistita dunque in un set di forme grafiche definite, quanto piuttosto in un insieme — espandibile — di effetti di senso (features) tra i quali scegliere il più appropriato per il proprio scopo.
Come punto di riferimento per la definizione degli effetti di senso abbiamo convenuto fosse opportuno partire dalle “mosse teoriche” più famose (nell’ambito delle generazione di senso): le figure retoriche.
L’esperienza maturata in millenni di utilizzo del linguaggio (in ogni sua forma) ha portato alla classificazione di una enormità di possibili modi di configurare un testo per ottenere l’effetto desiderato.
Il nostro lavoro, sulla scia di più celebri esercizi di basic design, è stato trovare un equivalente visivo delle figure retoriche e costruire delle analogie “generative”, in quanto aperte negli esiti e parametriche nel funzionamento.
Occuparsi di processi significa condividere conoscenza e modalità progettuali, creare nuovi servizi o strumenti mettendo al centro l’esperienza delle persone.
Siamo partiti da un modello esistente, quello sviluppato dalla Scuola Open Source, da capire, demolire, riassemblare ed espandere. Per farlo abbiamo applicato l’approccio consueto del format XYZ, basato sull’etica hacker.
L’obiettivo del nostro laboratorio è stato quello di occuparci della progettazione delle funzioni della piattaforma Join, attraverso le metodologie UX e le fasi progettuali del design thinking, concentrandoci sui bisogni e sulle esigenze dei futuri user, contemporaneamente consapevoli della non-neutralità del nostro ruolo di progettisti, ponendoci domande sui valori alla base del nostro operato.
Join è un applicativo per nuove istituzioni che serve a favorire e gestire la produzione culturale dal basso. È stato co-progettato durante l’edizione 2016 del format XYZ: successivamente, ne è stato commissionato lo sviluppo a una società esterna, che lo ha realizzato nei due anni successivi.
Immaginato in principio per essere uno strumento utile esclusivamente alla SOS, nel 2019 è stato rilasciato in open source con l’intento di dare il via a un processo iterativo e aperto al fine di renderlo sempre più accessibile, fruibile e replicabile per tutte le comunità.
XYZ HBFS è stato determinante per questo processo di apertura: grazie agli otto giorni di laboratori, da uno strumento cucito su misura per La Scuola Open Source, Join è di fatto diventato uno strumento adottabile da molti.
Linee guida per la compilazione del social business model canvas (il "Navigatore Interstellare") sviluppato dal laboratorio Z in materia di sostenibilità economica e misurazione d'impatto.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
In queste tavole il gruppo X ha riassunto le corrispondenze tra i tasti della tastiera e i segni contenuti nel carattere "LUPUS" progettato per evocare nuovi mondi.
FABULA RASA | Output del laboratorio Y — Guida agli incantesimiLa Scuola Open Source
In queste tavole il gruppo Y ha riassunto i diversi strumenti utilizzabili, in base al proprio livello di esperienza, per rispondere a bisogni molto comuni nella vita dei centri culturali.
Questo Manuale è stato realizzato per la rete Fabula Rasa che si sta
costituendo. Ogni proposta è pensata per le organizzazioni che hanno dato il via al processo e che vorranno farne parte e per
il territorio marchigiano. Con questa eredità, vi invitiamo ad
utilizzare e testare gli strumenti proposti e a costruirne di nuovi insieme.
Il laboratorio X si è concentrato su: strategia, identità, racconto combinatorio. Il team comunicazione ha lavorato sul rapporto tra realtà e finzione, oltre che sulla capacità del racconto di generare mitopoiesi.
Il laboratorio Y si è concentrato su: interazione, environment digitali, autocostruzioni. Il team strumenti a lavorato a partire dall'assunto che: "Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.”
Il laboratorio Z si è concentrato su: governance, misurazione d'impatti, audience development. Il lavoro risultante prova a rispondere alla domanda "come evocare futuri (im)possibili attraverso la costituzione di una rete?".
Per il laboratorio X, la sfida si è tradotta nel formulare una identità visiva che potesse potenzialmente accogliere qualsiasi futura necessità comunicativa della Open Design School.
La soluzione individuata non è consistita dunque in un set di forme grafiche definite, quanto piuttosto in un insieme — espandibile — di effetti di senso (features) tra i quali scegliere il più appropriato per il proprio scopo.
Come punto di riferimento per la definizione degli effetti di senso abbiamo convenuto fosse opportuno partire dalle “mosse teoriche” più famose (nell’ambito delle generazione di senso): le figure retoriche.
L’esperienza maturata in millenni di utilizzo del linguaggio (in ogni sua forma) ha portato alla classificazione di una enormità di possibili modi di configurare un testo per ottenere l’effetto desiderato.
Il nostro lavoro, sulla scia di più celebri esercizi di basic design, è stato trovare un equivalente visivo delle figure retoriche e costruire delle analogie “generative”, in quanto aperte negli esiti e parametriche nel funzionamento.
Occuparsi di processi significa condividere conoscenza e modalità progettuali, creare nuovi servizi o strumenti mettendo al centro l’esperienza delle persone.
Siamo partiti da un modello esistente, quello sviluppato dalla Scuola Open Source, da capire, demolire, riassemblare ed espandere. Per farlo abbiamo applicato l’approccio consueto del format XYZ, basato sull’etica hacker.
L’obiettivo del nostro laboratorio è stato quello di occuparci della progettazione delle funzioni della piattaforma Join, attraverso le metodologie UX e le fasi progettuali del design thinking, concentrandoci sui bisogni e sulle esigenze dei futuri user, contemporaneamente consapevoli della non-neutralità del nostro ruolo di progettisti, ponendoci domande sui valori alla base del nostro operato.
Join è un applicativo per nuove istituzioni che serve a favorire e gestire la produzione culturale dal basso. È stato co-progettato durante l’edizione 2016 del format XYZ: successivamente, ne è stato commissionato lo sviluppo a una società esterna, che lo ha realizzato nei due anni successivi.
Immaginato in principio per essere uno strumento utile esclusivamente alla SOS, nel 2019 è stato rilasciato in open source con l’intento di dare il via a un processo iterativo e aperto al fine di renderlo sempre più accessibile, fruibile e replicabile per tutte le comunità.
XYZ HBFS è stato determinante per questo processo di apertura: grazie agli otto giorni di laboratori, da uno strumento cucito su misura per La Scuola Open Source, Join è di fatto diventato uno strumento adottabile da molti.
Linee guida per la compilazione del social business model canvas (il "Navigatore Interstellare") sviluppato dal laboratorio Z in materia di sostenibilità economica e misurazione d'impatto.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
Canvas progettato dal laboratorio Z nell'ambito del disegno dei processi relativi al nuovo centro culturale Nòva, all'interno degli spazi dell'Ex Caserma Passalacqua di Novara.
2. La conoscenza non si somma, al
limite si moltiplica.
È una questione ontologica, e se
volete anche geometrica.
Forse potremmo rappresentare la
conoscenza come una forza.
Un vettore all’interno di uno spazio.
Sicuramente due saperi diversi
non si possono semplicemente
cumulare uno sull’altro.
La loro interazione è differente.
Si moltiplicano, creano un’area, disegnano un nuovo spazio.
Raccontarvi XYZ significa, appunto, raccontarvi di uno spazio, un nuovo spazio.
Questo spazio si è riempito di cento persone per dodici giorni, lasciandosi abitare per auto-
generarsi, attraverso una moltitudine di sguardi, parole e azioni.
È stato – anche – un esperimento sociale.
La conoscenza
è magica,
se la condividi,
aumenta
3. La Scuola Open Source
è un luogo dedicato
all’innovazione,
sociale e tecnologica,
dove svolgere attività
didattiche, culturali e di
ricerca:
b un hackerspace, dove persone con interessi comuni nei campi dell’artigianato,
tecnologia, scienza, arti visuali e poetiche, editoria, robotica, domotica, biologia ed
elettronica e non solo, possano incontrarsi, socializzare e/o collaborare;
h un centro di promozione del riuso in cui si svolge un servizio di raccolta per oggetti con
tecnologia obsoleta al fine di promuoverne un riuso intelligente;
f un FabLab: una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale,
dotato di una serie di strumenti di prototipazione (stampa 3d, taglio laser, etc.).
e Questo genera nuove opportunità.
L’innovazione è sempre sociale,
altrimenti è speculazione sull’igno-
ranza degli altri.
4. FREAK GROTESK NEXT
documentazione
disegnato da Aureliano Capri, Bianca Laterza,
Chiara Bagnardi, Fabrizio Jimenez,
Micol Salomone, Valentina Caldarola
con Alessio D’Ellena e Daniele Capo
10. DLIG (legature facoltative)
TA → TA
CI → CI
LI → LI
LE → LE
UP → UP
OO → OO
VI → VI
NE → NE
ME → ME
UF → UF
MA → MA
LU → LU
NT → NT
UI → UI
Legature
11. a Bug conosciuti a
1. La legatura OO (OO) ha un problema con la sovrapposizione dei
contorni.