1. Per “turismo per tutti” si intende la possibilità di soddisfare le esigenze, le
Per
vedere
necessità e i desideri di tutti, ed in particolare di coloro che per la loro vacanza
hanno il diritto di trovare quell’insieme di servizi, strutture e infrastrutture ade-
guate e rispettose delle loro specifiche esigenze. Questo manuale fa fronte in
modo part icolare alle esigenze e alle aspettative delle persone con disabilità
visive; nello stesso tempo vuole approfondire il concetto di barriera percettiva
che deve essere considerata come un ostacolo per chiunque e quindi non solo
oltre
per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitori del bene.
2. Per
In collaborazione con:
vedere
oltre
Con il contributo di:
Assessorato Turismo
www.uicpiemonte.it/per-vedere-oltre e Pari Opportunità
4. Il turismo negli ultimi anni ha subito una forte crescita ed accompagnatori professionali e volontari. L’obbiettivo che ci siamo
ed è considerato uno dei settori più importanti dell’economia mondiale. posti è di formare ed informare coloro i quali, a diversi livelli, sono coin-
Le offerte turistiche si sono moltiplicate e ormai coprono le più svariate volti nell’offerta di un servizio turistico fornendo un utile “strumento di
esigenze, tuttavia vi sono ancora gravi carenze rispetto al soddisfacimento lavoro” per migliorare l’approccio al mondo della disabilità visiva e di
dei bisogni delle persone con disabilità sensoriali; una maggiore autono- conseguenza per perfezionare la risposta alle esigenze del cliente/turista
mia potrebbe essere garantita con interventi generalmente di basso costo, cieco o ipovedente. Il manuale integra ed arricchisce il videocorso di for-
ma di alto valore sociale, soprattutto nel campo della formazione e qua- mazione online con cui si è voluto creare un insieme di ipotetiche scene
lificazione professionale. “Piemonte, per vedere oltre” è il progetto con cui reali esemplificative di buone prassi di accoglienza. Tutto questo è stato
il Consiglio Regionale del Piemonte dell’Unione Italiana dei Ciechi e possibile anche grazie al finanziamento e alla collaborazione dell’Asses-
degli Ipovedenti intende portare il proprio contributo al miglioramento sorato al Turismo e Pari Opportunità della Regione Piemonte e al suppor-
della fruibilità dell’offerta turistica sul territorio regionale nei confronti to dell’associazione Turismo per Tutti e di Tactile Vision onlus ai quali va
delle persone con disabilità visiva. Questo manuale rappresenta un sup- il nostro più sentito ringraziamento.
porto all’aspetto formativo del progetto ed è rivolto agli operatori turistici
con particolare riferimento agli addetti di agenzie turistiche, alberghi e Angelo D’Albano
Presidente del Consiglio Regionale
strutture ricettive, ai conducenti di trasporti pubblici e privati, alle guide UICI del Piemonte
5. 1 . P A R T E P R I M A
8 Turismo per tutti.
11 • I dati.
12 • Ciechi ed ipovedenti in Italia.
13 • Gli anziani.
13 • L’offerta turistica per le persone con disabilità visiva.
14 • Conoscere il cliente.
15 • Una comunicazione efficace.
18 • Il primo incontro.
20 La disabilità visiva.
23 • Aspetti psicologici.
Indice. 24 • Malattie oculari.
28 Gli ausili.
29 • Ausili personali.
37 • Sistemi di lettura e software di aiuto.
41 • Ausili non personali.
46 Molteplici sensi.
48 • L’esplorazione tattile.
51 • L’esplorazione uditiva.
51 • L’esplorazione olfattiva e gustativa.
54 • Immagini per le mani.
55 • Tecniche per la produzione di immagini tattili.
6. 62 Accessibilità e barriere sensoriali. 2 . P A R T E S E C O N D A
63 • Barriere architettoniche e barriere percettive.
134 Buone prassi di accoglienza.
66 • Fruibilità di beni e servizi.
67 • Usabilità. 135 • Perchè un corso sull’accoglienza.
68 • Mobilità ed orientamento. 136 • Conoscere il cliente.
70 • La leggibilità di un testo. 138 • Le difficoltà del cliente nei trasporti, in albergo, in agenzia.
76 • La comprensibilità: per una migliore accessibilità delle informazioni. 141 • La conversazione.
147 • Agevolare l’ingresso in agenzia, bar o ristorante.
80 Soluzioni per la fruibilità. 149 • Prendere un taxi.
150 • Prendere un mezzo di trasporto pubblico.
82 • Audiodescrizioni.
152 • Il rendez-vous o pick-up.
84 • Indicatori tattili a terra.
152 • I pagamenti e la firma di ricevute o moduli.
93 • Mappe visivo-tattili.
154 • Accompagnare una persona.
95 • Guide visivo-tattili.
161 • Qualche consiglio in caso di ammodernamento (per una cultura del design for all).
96 • I modelli tridimensionali.
98 • Esempi di applicazione delle soluzioni per la fruibilità: musei e parchi piemontesi.
164 Allegati alla Parte Seconda.
106 Le nuove tecnologie.
165 • Il decalogo dell’albergatore.
108 • La tecnologia GPS e le sue applicazioni: il progetto Easy Walk.
168 • Buone Pratiche: l’esperienza francese APF.
110 • Applicativi per telefono cellulare.
169 • Evoluzione del mercato tedesco di turismo accessibile.
111 • Ricevitori di segnali dall’ambiente.
170 • Elenco, non esaustivo, di musei e parchi piemontesi in parte fruibili
115 • Bastoni “intelligenti”.
per persone non vedenti e ipovedenti.
120 Allegati alla Parte Prima.
121 • Ambivalenze del linguaggio. 3 . P A R T E T E R Z A
122 • La difficile strada dei diritti.
125 • Breve cenno alla storia del bastone bianco. 186 Fonti Legislative.
127 • Louis Braille: il ragazzo che leggeva con le dita.
188 Bibliografia e siti internet.
132 • La normativa in materia di cani guida.
7. 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
P A R T E P R I M A Il Piano Strategico Regionale individua nel turismo accessibile
uno dei settori di sviluppo su cui la Regione Piemonte ha deciso di
investire energie e risorse, proprio perché migliorando qualitati-
vamente i servizi offerti, oltre a garantire il soddisfacimento delle
necessità di tutti, si ha un’innegabile ricaduta positiva sul comples-
so delle attività turistiche.
Per “turismo per tutti”, evoluzione del concetto di “turismo accessibile ”, si intende la
possibilità di soddisfare le esigenze, le necessità e i desideri di tutti, ed in partico-
lare di coloro che per la loro vacanza hanno il diritto di trovare quell’insieme di ser-
vizi, strutture e infrastrutture adeguate e rispettose delle loro specifiche esigenze.
Turismo per tutti. In questo lavoro si fa fronte in modo particolare alle esigenze e alle aspettative delle
persone con disabilità visive; nello stesso tempo si vuole approfondire il concetto di
barriera architettonica, spesso racchiusa nello stretto ambito dell’ostacolo o dell’impe-
dimento, per analizzare quelle barriere percettive che devono essere considerate come
un ostacolo per chiunque e quindi non solo per le persone con disabilità, ma anche
per tutti i potenziali fruitori del bene. Nonostante i dati statistici dimostrino la dif-
ficoltà ad adattarsi a categorie di turisti che presenta no un considerevole tasso di
eterogeneità, è necessa rio riferirsi ad essi per capire le dimensioni di un settore la
cui crescita sembra a tutt’oggi inarrestabile. Limitatamente all’Europa, il fenomeno
del “turismo per tutti” è stato stimato in 50 milioni di cittadini con disabilità e proble-
matiche di vario genere. Di questi, ben il 72%, ossia circa 36 milioni, sono propensi
a viaggiare, ma solo 6 milioni lo fanno realmente. In sostanza 30 milioni di persone
con bisogni “specia li” possono essere interessate a viaggiare, ma per diverse ragioni
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8. T U R I S M O P E R T U T T I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
vengono ancora escluse dai circuiti ufficiali del turismo. Se a questo si aggiunge il
fatto che insieme a ogni disabile vi possono essere una o più persone (accompagnatori “Secondo le stime delle Nazioni Unite sono 650 milioni i disabili nel mondo,
o altro), si arriva alla cifra di 60/70 milioni di persone che potenzialmente possono oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza
diventare utenti di turismo in Europa. In sostanza, la popolazione con particolari esi- nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda
genze di ospitalità disponibile al turismo può essere stimata in Italia in circa 6 milio- regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite,
ni e in Europa in circa 36 milioni. Considerando le esigenze specifiche della tipolo- traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. L’handicap non solo coinvolge
gia d’utenza che potrebbe costituire la domanda di turismo accessibile, occorre riba- molte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità,
dire ancora una volta la necessità di ampliare il risultato della semplicistica equiva- nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze”. 1
lenza “disabilità = necessità di servizi” attinenti a questa particolare tipologia di turismo.
Infatti, già solo considerando il tasso d’invecchiamento della popolazione, potremmo
affermare che il “trend” delle fasce d’età ultrasessantacinquenni è in continua crescita: I dati.
è dunque necessario prevedere un consistente aumento di patologie strettamente cor- In Italia, la più completa analisi di mercato sul turismo accessib ile è datata 1999.
relate all’aumento della speranza di vita, patologie che non sempre trovano riscontro Si tratta della ricerca ENEA 2 commissionata dalla Direzione Generale del Turismo.
nelle classifiche delle cosiddette “malattie invalidanti”. Infatti, anche in fase di ricerca Riferisce che tra gli italiani che viaggiano (circa il 55% della popolazione, ovvero
statistica, occorre tenere presente la componente percettiva e non solo quella fisica. quasi 31 milioni e 200 mila persone) la domanda esplicita di turismo accessibile è
È indubbio che alcune malattie siano invalidanti e dunque richiedano specifici accor- costituita da:
gimenti non solo nella quotidianità della vita domestica o lavorativa, ma anche nei
889.330 persone che esprimono esigenze speciali (disabili motori, con allergie
momenti di ristoro e ricreazione, come ad esempio nei periodi di vacanza. Meno scon-
o intolleranze alimentari, grandi obesi, disabili sensoriali, dializzati o con necessità
tato è il fatto che molte persone adottino accorgimenti che permettono loro di con-
vivere con la propria menomazione negli ambienti di vita e di lavoro abituali, e mani- di cure mediche costanti) e che rappresentano circa il 3% dei turisti italiani;
festino invece esigenze specifiche in contesti a loro sconosciuti, ad esempio persone 2.140.785 individui anziani (con più di 64 anni) e che rappresentano quasi il
ipovedenti e cieche che svolgono attività turistica. La visione strategica è, dunque, 7% degli italiani che viaggiano.
quella di considerare le categorie di utenti che costituiscono a vario titolo la domanda
di turismo accessibile, come destinatarie di particolari attenzioni che non si concretizza- 1 Matteo Schianchi, “La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà”, Feltrinelli, Milano, 2009, pag. 11.
no solo nell’abbattere le barriere architettoniche o nel realizzare un bag no accessibile. 2 ENEA-ITER, Ricerca sulla “Domanda di turismo accessibile”, 1999.
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9. T U R I S M O P E R T U T T I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
Costoro potrebbero essere affiancati in futuro dalla cosiddetta domanda potenziale di adulti è affetto da glaucoma e la metà non ne è a conoscenza, mentre si stima che circa
turismo accessibile che l’indagine ENEA quantifica in: il 5-10% della popolazione sopra i 75 anni sia affet to da degenerazione maculare
488.599 italiani, che dichiarano di non viaggiare a causa di problemi di salute senile. Inoltre, questi dati non prendono in considerazione le persone che vedono
permanenti, ma che sarebbero disposti a muoversi a particolari condizioni, e soltanto male, i “malvedenti”, che sono escluse da qualsiasi diritto legale e riconosci-
specificatamente: • se avessero accompagnamento (60%); mento sociale. Nella popolazione con almeno 55 anni di età, quasi 500.000 persone
in Italia hanno un visus compreso tra 3/10 e 5/10. L’indagine ha d’altra parte evidenzia-
• se vi fosse disponibilità di assistenza medica sul luogo (25%);
to che la disabilità sensoriale visiva interessa tutte le fasce d’età, anche se, ovviamente,
• se fosse garantita un’accessibilità fisica ai luoghi (7%).
la tendenza cresce in maniera allarmante soprattutto nella popolazione più anziana.
Il 34% preferirebbe una destinazione marina, il 28% quella montana, collinare o di lago
ed il 15,4% una città d’arte. Solo l’1,6% gradirebbe un tour. Quando si parla di persone Gli anziani.
con disabilità spesso ci si riferisce semplicemente alla disabilità motoria. Dati statistici I dati che riguardano il numero di anziani in Italia sono particolarmente significa-
del 1995 stimavano in circa 2 milioni i ciechi e 10 milioni gli ipovedenti in Europa e tivi. La piramide delle età in Italia è destinata infatti a modificarsi a poco a poco in di-
36 milioni le persone escluse dal movimento turistico a causa di qualche disabilità. rezione di un invecchia mento graduale e generalizzato su tutto il territorio. Se per
Secondo l’OMS (dati 2007) i 314 milioni di persone con handicap visivo grave sono il 2010 ci si aspetta che 1 italiano su 5 possa avere più di 65 anni, nel 2030 si supere-
suddivisi in 45 milioni di ciechi e 269 milioni di ipovedenti. Più del 90% di persone rà il rapporto di 1 su 4. La quota degli anziani con più di 80 anni subirà un incre-
con problemi alla vista vive nei paesi del Sud del mondo, dove un individuo ha 10 proba- mento altrettanto rapido: da circa il 6 % nel 2010 ad oltre il 9 % nel 2030, vale a dire
bilità in più di diventare cieco rispetto a una persona che vive nei paesi industrializzati. circa 1 italiano su 10. Il progressivo invecchiamento della popolazione avrà un gros-
so impatto su innumer evoli ambiti della vita sociale e comporterà la neces sità di
Ciechi ed ipovedenti in Italia. incrementare e migliorare i servizi; da tutti questi diversi punti di vista crescerà anche
In Italia l’ISTAT stima che ci siano 362.000 ciechi, mentre secondo altre fonti sareb- una pressante domanda di access ibilità ai luoghi pubblici e privati, alla cultura e
bero almeno 380.000. In ogni caso, gli ipovedenti sarebbero almeno cinque volte all’informazione, al turismo.
tanto, circa 1.500.000, in rapida crescita. Le persone non vedenti sono aumentate
di circa il 30% negli ultimi 20 anni, passando da 4,3 ogni 1.000 abitanti (nel 1983) L’offerta turistica per le persone con disabilità visiva.
a 6,2 attuali. Un aumento legato soprattutto all’invecchi amento della popolazione, In una fase congiunturale in cui la qualità dell’offerta turistica si misura nella capacità
ma anche alla mancanza di prevenzione, soprattutto in età scolare. Circa 1 milione di di rispondere con flessibilità ad esigenze specifiche del cliente, innalzare il livello di
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10. T U R I S M O P E R T U T T I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
fruibilità turistica di un servizio (pernottamento, ristorazione, trasporto) o di un bene
(museo, parco, impianto sportivo o di loisir) migliorando la qualità dei servizi offerti,
amplia di fatto la fascia di pubblico a cui ci si può rivolgere, con in più una ricaduta
positiva sulla propria immagine. In questo momento ci si trova poi in una fase par-
ticolarmente favorevole allo sviluppo del mercato, perchè l’Unione Italiana dei
Ciechi e degli Ipovedenti, dal suo punto di osservazione privilegiato rispetto al
tema dell’accessibilità, turistica e quotidiana, per le persone con disabilità sensoriale,
ha la certezza della totale inadeguatezza delle struttur e e dei servizi alle particolari
esigenze dei non vedenti ed ipovedenti, non solo delle strutture ricettive, ma anche
dei trasporti, degli spazi di relazione, dei beni di interesse turistico, siano essi di tipo
culturale, naturale o sportivo, ecc. E non solo in Piemonte, ma su tutto il territorio
nazionale. Nel campo dell’abbattimento delle barriere sensoriali c’è un’arretratezza
totale e generale, per la verità diffusa non solo nel settore turistico, ma in ogni livello
della società civile. La difficoltà sensoriale è sicuramente frustrante per chi la vive
sulla propria pelle, ma risulta essere un’importante opportunità per chi intende im-
prendere e svilupp are la propria attività verso questa nicchia d i mercato.
Conoscere il cliente.
Nello scegliere la propria vacanza, questa nicchia di mercato, si muove esattamente
come i normali turisti, ossia seguendo le proprie aspirazioni, passioni, curiosità, predile-
zioni e disponibilità economiche. Sono persone che hanno interessi culturali, storici, Una comunicazione efficace.
enogastronomici, sportivi e che non si muovono esclusivamente in funzione dell’accessi-
Chi si avventura nel mercato delle persone con difficoltà intese come “cliente consumatore”
bilità del luogo. Adattando i servizi e strutture si migliora la qualità oggettiva del servizio,
deve tener presente i presupposti della Convenzione ONU 2006 3 sulle persone con
anche se non si conquista automaticamente una nuova fetta di mercato. Le vacanze
possono costituire un problema per un cieco o un ipovedente che intenda trascorrerle 3 Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, 13 dicembre 2006, che l’Italia ha firmato il 30 marzo 2007.
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11. T U R I S M O P E R T U T T I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
delle persone all’accoglienza. Pur non esistendo specifiche indagini di mercato nel set-
tore turistico che considerino la persona con difficoltà motorie o sensoriali nella sua
qualità di “consumatore”, è evidente che il trasferimento di informazione più effi-
cace è il passaparola. Gli operatori turistici del settore ricettivo e della ristorazione
già ben conoscono la potenza di questo impalpabile strumento di comunicazione.
“Le voci positive cominciano quando le aspettative del cliente vengono costante-
mente superate”: ciò significa che in generale si riesce a conquistare l’ospite con
un servizio memorabile (che resta nella memoria) fatto anche di piccole cose, mai
comuni e standardizzate. La persona se ne ricorderà e parlerà bene della struttur a
in cui ha soggiornato. Il passaparola è un’azione di comunicazione a costo zero.
Ma il passaparola, per un gestore disattento, può diventare un vero e proprio
boomerang. È dimostrato che un servizio “suffi cientemente buono e nella media”
difficilmente verrà menzionato, ma vi è una naturale propensione a raccontare agli
altri le esperienze meno felici, con conseguente perdita di potenziali nuovi clienti.
Il cliente già abituale è più facile da soddisfare, si conoscono i suoi “gusti” e si pos-
sono anticipare meglio le sue richieste. Il cliente si fida di voi e quando gli propo-
nete qualcosa, in un certo senso, andate sul sicuro. Gli albergatori ed i ristoratori
sanno poi che conservare un cliente impegna minori risorse, tempo e denaro,
rispetto a conquistarne uno nuovo. Un cliente fidelizzato poi è meno sensibile al
fattore prezzo e non si sente minacciato dall’intenzione di ricavare profitti da lui.
Il consumatore con disabilità è sicuramente un cliente esigente (ha esigenze specia-
li), ma al contempo sa riconoscere al gestore del servizio la disponibilità nel cercare
4 Tra le persone con difficoltà la consapevolezza dello stato del diritto internazionale è piuttosto alta.
di comprendere queste esigenze speciali e di soddisfarle al meglio, senza atteggia-
Operando nell’ambito del turismo accessibile non si può prescindere da quanto dichiarato a livello internazionale menti pietistici o iperprotettivi e creando un clima di normalità anche nei confronti
nella Carta di Madrid 2002 ed a livello nazionale nelle Carta di Perugia 2003, Carta di Norcia, Carta di Rimini 2003. di altri eventuali consumatori.
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12. T U R I S M O P E R T U T T I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – T U R I S M O P E R T U T T I
impropri del tipo “vado a vedere se posso fare qualcosa per lei”, impappinandosi in
farfugliamenti e sospensioni imbarazzate. Anche i ciechi vanno a “vedere”. Anzi, a
questo proposito, una delle cause di maggior irritazione da parte di un cliente non
vedente o fortemente ipovedente è quella di non essere avvertito quando il suo
interlocutore si allontana. In uno spazio affollato e rumoroso non sempre è facile
percepire la vicinanza di persone ed il loro movimento. Salutare il cliente, facendo
attenzione che a bbia capito che il saluto è rivolto a lui, informarlo eventualmente del
fatto che deve attendere perchè siete impegnati con un altro cliente, informarlo che
vi state allontanando per una qualunque evenienza e che siete tornati nuovamente
al suo fianco sono regole fondamentali, che richiedono pochi secondi di tempo e
che rendono subito più confortevole la relazione tra le persone. Mentre l’uso di verbi
o di parole che ricordano l’azione del vedere e gli occhi non sono un problema nella
conversazione abituale, molto più seccante per una persona che non vede o vede molto
poco è sentirsi dire “firmi qui”, “il bagno è di là”. Meglio prendere la mano della
persona e posarla nel punto esatto dove va apposta la firma e dare informazioni
di orientamento più dettagliate: “il bagno è alle sue spalle, al fondo del corridoio,
ultima porta a destra”. Una persona non vedente può gradire di essere accom-
pagnato lungo percorsi che non conosce: fatevi prendere sottobraccio (e non il con-
trario, se non volete che sia lui ad accompagnare voi!). Se ha il bastone è sufficiente
affiancarlo. Anche una persona ipovedente può gradire di essere accompagnata,
ma a volte... no: in questo caso è meglio precedere di pochissimo il cliente, accer-
tandosi che segua voi e non altri.
18 19
13. 1 . P A R T E P R I M A – L A D I S A B I L I T À V I S I V A
P A R T E P R I M A La maggior parte delle persone che non hanno mai avuto a che
fare con la disabilità visiva immaginano il mondo dei ciechi
come un mondo popolato da persone che, semplicemente, non
percepiscono il mondo intorno a loro per la mancanza di visio-
ne. Immaginano il mondo diviso tra ciechi (ciechi assoluti) da
una parte e vedenti dall’altra; fa eccezione la presenza di qualche
miope con difficoltà a leggere. Invece il problema della disabili-
tà visiva è cosa assai più complessa.
La disabilità visiva.
1 Legge 3 aprile 2001, n. 138 - Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia
di accertamenti oculistici - Pubblicata in GU n. 93 del 21 aprile 2001.
21
14. L A D I S A B I L I T À V I S I V A – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – L A D I S A B I L I T À V I S I V A
mezzo gli ipovedenti italiani. I dati fin qui esposti ci fanno comprendere la complessità
del problema, la varietà delle condizioni che caratterizzano le persone con difficoltà
visive e l’importanza di elaborare e realizzare misure per migliorare la qualità della
vita, perchè in questo mondo “siamo tutti, solo temporaneamente, abili”.
Aspetti psicologici.
“Se l’handicap visivo è insorto improvvisamente, per un certo periodo di tempo
tutto ruota attorno all’evento ed allo choc prodotto dall’esperienza vissuta.
Se la capacità visiva viene meno lentamente, la persona vive con una minaccia
sempre incombente. Chi invece ha un handicap visivo fin dalla nascita
o dalla prima infanzia, sa che ci sono cose che gli altri possiedono, ma che lui o lei
non potrà mai avere. Nonostante tutte le differenze di durata ed intensità
di un handicap visivo, ci sono comunque delle analogie nel vissuto individuale:
tutti sono consapevoli di aver perso qualcosa e quella perdita può essere elaborata
soltanto passo passo per essere infine integrata nella personalità”. 2
“Le persone con un handicap visivo si trovano e si muovono in continuazione
tra il vedere, il non poter vedere bene ed a volte il non vedere nulla,
sempre stando sotto gli occhi di chi gli sta attorno”. 3
2 Estratto da: Renata Martinoni, “Aspetti psicologici dell’handicap visivo”, in Giornale Retina Suisse n. 2-3/2008,
pag. 42 e seguenti.
3 Ibidem.
22 23
15. L A D I S A B I L I T À V I S I V A – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – L A D I S A B I L I T À V I S I V A
Per questa particolarissima e persistente condizione sono spesso alla ricerca di posizioni nascita e rischiano di diventare ciechi. Attualmente non esistono terapie efficaci per
chiare e di una loro identità. Non che manchi loro la consapevolezza dell’identità, ma, curarla, ma la principale strada di ricerca è rappresentata da una potenziale terapia
per quanto riguarda il “vedere o il non vedere” devono continuamente riorientarsi e ri- genica. Colpisce 3 bambini ogni 100.000.
definire la loro posizione e nello stesso tempo “interpretare una parte” per il “pubblico”
che li circonda, combattuti tra il nascondere la difficoltà visiva per non dare nell’occhio Maculopatia.
o ammetterla apertamente con le conseguenze del caso. Spesso il dilemma sta nel fatto
che le persone con handicap visivo vorrebbero essere trattate come se ci vedessero, ma Anche in questo caso si tratta di patologie che
nel contempo si aspettano dal prossimo attenzioni e riguardi in determinate situazio- colpiscono la macula, la zona centrale della
ni. Il non vedente dalla nascita è più facilmente spinto ad integrarsi con il mondo, sarà retina adibita alla visione distinta: se questa
più facilmente autonomo e propositivo nei confronti della società rispetto ad una perso- viene irreparabilmente danneggiata causa
na che sta progressivamente perdendo la vista o a chi l’ha persa per un trauma recente. cecità centrale. Sintomo comune delle ma-
culopatie è la distorsione progressiva delle
immagini ed una “non visione” su alcune parti
del campo visivo. Sintomi di minore frequen-
za sono le errate percezioni della dimensione
degli oggetti osservati, che possono essere
sia sottostimate (micropsia) che sovrastima-
te (macropsia). Le maculopatie si possono
distinguere in ereditarie e acquisite. Tra le
maculopatie acquisite la più diffusa è la
Amaurosi congenita di Leber.
degenerazione maculare legata all’età che
Si tratta di una malattia oculare che si trasmette geneticamente e provoca una dege- nella maggior parte dei casi compare dopo i
nerazione progressiva della retina. La malattia causa una grave riduzione della vista 50 anni. Rappresenta la principale causa di
associata a fastidio alla luce (fotofobia). I bambini colpiti presentano sintomi sin dalla cecità nel mondo occidentale.
24 25
16. L A D I S A B I L I T À V I S I V A – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – L A D I S A B I L I T À V I S I V A
Nistagmo. è l’origine genetica della retinite pigmentosa, la quale viene trasmessa ereditaria-
mente, di generazione in generazione, seguendo meccanismi ormai noti ai genetisti.
È un’oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Il nistagmo fisiologico (normale) è Attualmente non esiste alcuna cura efficace.
quello per esempio dell’occhio di una persona seduta su un treno i n corsa che guarda
fuori dal finestr ino e osserva, uno alla volta, i pali che si susseguono (a una fase di
Glaucoma.
movimento più lento ne segue una di movimento rapido o di scossa). Il nistagmo
diventa patologico quando si verifica per cause non legate al movimento della persona. La cecità provocata dal glaucoma si può prevenire purché la malattia sia diagno-
In questo caso la capacità visiva può variare durante il giorno ed essere influenzata sticata e curata tempestivam ente. Il glaucoma è una malattia oculare dovuta gene-
da fattori emozionali e fisici (come lo stress o la stanchezza). Molte persone affette ralmente a un aumento della pressione all’interno dell’occhio. Secondo l’Organiz-
da questa condizione sono considerate ipovedenti. zazione Mondiale della Sanità colpisce circa 55 milioni di persone nel mondo ed è
una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta; in Italia si stima che
Retinite pigmentosa. quasi 1 milione di persone ne siano affette, ma si calcola che circa la metà di esse
non ne sia a conoscenza. La persona affetta da glaucoma continua a vedere l’ogget-
Con il termine retinite pigmentosa si identifica un gruppo di malattie ereditarie to al centro del suo campo visivo e non si accorge che l’area visiva si sta riducendo
caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina di entrambi gli occhi, in periferia. L’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni che
che provoca nel tempo la perdita della visione notturna e del campo visivo periferico. trasportano il segnale elettrico. Si ha una progressiva riduzione dell’acuità visiva
In molti casi vi è una perdita dell’acutezza visiva, che può condurre all’ipovisione fino alla completa cecità.
e progredire fino alla cecità. La retinite pigmentosa, secondo le statistiche inter-
nazionali, colpisce circa una persona su 4.000. Molto spesso la retinite pigmentosa
compare tra la pubertà e l’età matura, ma non sono assolutamente rari gli esempi
di bambini colpiti nella prima infanzia. Si tratta di una malattia degenerativa.
La capacità visiva del soggetto colpito viene progressivamente ridotta, fino a giun-
gere in molti casi alla completa cecità. Le cause che determinano questa infermità
sono ancora sconosciute. L’unica informazione certa di cui gli scienzia ti dispongono
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17. 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
P A R T E P R I M A Per ausili intendiamo tutti gli strumenti e le tecnologie com-
pensative per migliorare l’autonomia nel movimento e nella
comunicazione. Come dire: dal navigatore G PS al bastone
bianco, passando attraverso l’ingranditore e le insegne parlanti.
In generale ogni persona cieca o ipovedente porta con sè gli
strumenti e le tecnologie che ritiene più utili, ma pensiamo sia
importante in questa sede fornire un’idea sintetica della loro
esistenza e funzionamento affinchè possiate mettere il vostro
cliente in condizioni di utilizzarli al meglio e senza difficoltà.
Si inizia da uno strumento molto particolare. Ha quattro zampe
Gli ausili. e scodinzola: il cane guida!
Ausili personali.
Il cane guida.
È importante affrontare questo argomento in modo chiaro e senza ambiguità.
Il non vedente può far entrare il suo cane guida in qualsiasi locale, in quanto il cane
è un compagno indispensabile alla sua autonomia e questo legame inscindibile
è riconosciuto dalla legge. Quanto sopra vale per alberghi, ristoranti, uffici, mezzi
pubblici, treni e quant’altro. La responsabilità conseguenti ad azioni che possono
compiere i cani guida non ricadono su chi li accoglie, quindi i gestori di strutture o i
responsabili di mezzi pubblici non devono preoccuparsi di sicurezza propria o altrui,
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18. G L I A U S I L I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
nè porre alla persona non vedente questioni ad La scelta del cane.
essa riconducibili. I cani guida sono animali ad- I cani guida per ciechi sono animali di razza selezionata appositamente addestrati
destrati, mansueti, abitudinari e fedeli agli ordini per il compito che devono svolgere. Le razze selezionate per la funzione di cane guida
del padrone. Vengono tenuti in salute e puliti, non sono il Pastore Tedesco, il Labrador ed il Golden Retriver. 2 I cani guida sono quindi
solo perché doveroso da parte del padrone, ma sempre di taglia media o grande. Il primo a essere utilizzato in questo compito è stato
perché l’impegno della tutela del cane guida è il Pastore Tedesco. Data la mansione che svolge, deve essere riflessivo e mansueto,
vincolante per legge anche per il padrone. Quindi mortificando così alcuni aspetti della sua indole, quali l’aggressività e il nervosismo.
non vi è mai alcun rischio per la salute e l’igiene. È bene che sia dotato altresì di particolare abnegazione e amore verso il padrone:
I cani guida sono animali socievoli e non risulta si scelgono generalmente femmine, che presentano queste caratteristiche in modo
nella letteratura di genere alcun episodio che più spiccato. I cuccioli sono selezionati per docilità e prontezza nell’apprendimento:
faccia riferimento a una loro presunta pericolosità. nella parte iniziale della loro vita la scuola di addestramento, (che in genere è anche
allevamento) , cura con attenzione la socializzazione dell’animale, ovvero la capacità
di relazionarsi senza paure con il mondo esterno e la capacità di interagire con l’essere
“Già nel 1780 presso l’Ospedale per Ciechi di Parigi venivano addestrati cani
umano anche senza ricercare nel contatto visivo il consenso. Il cane è stato addestrato
per accompagnamento ai non vedenti. Ma solo nel 1916 cani guida vennero utilizzati
ad eseguire solo i comandi impartiti dal proprio conduttore, è quindi bene non impar-
comunemente come accompagnatori per i non vedenti dai reduci che avevano perduto
la vista dopo la Prima Guerra Mondiale, dimostrando doti inaspettate in tale compito. tire comandi al cane se non si è il conduttore. Nei momenti di fermo o riposo, con il
In Germania nel 1920 ben 539 persone che avevano perduto la vista utilizzavano consenso del conduttore, è possibile familiarizzare con il cane. Non date mai cibo a un
questo ausilio. Presto si aprirono scuole in altre città in tutto il mondo e nel 1929 cane guida, se non si è prima autorizzati dal suo conduttore. Il cane guida operativo è
sulla base della Scuola Americana ‘Seeing Eye’ - traduzione: occhio che vede - nasce riconoscibile dall’imbracatura completa: pettorina in cuoio con croce o logo e manubrio
la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Firenze per iniziativa dell’Unione rigido. Tuttavia è possibile che un cieco si faccia accompagnare anche da un “cucciolone”,
Italiana Ciechi, che il 25 settembre dello stesso anno consegna i primi cani”. 1 (così è definito un cane non addestrato di età inferiore ai 18 mesi), o da un proprio cane
addestrato, ma non può svolgere la funzione di guida.
1 Testo tratto da: AA.VV, “Il cane guida il perchè di una scelta”, a cura UICI per gentile concessione dell’autore. 2 In Italia esistono quattro centri di addestramento per cani guida nelle province di Firenze, Milano, Messina e Padova.
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Cosa sa fare un cane guida?
Come viene bene illustrato nel testo “Il cane guida il perchè di una scelta” a cura UICI,
il cane viene educato nel traffico urbano a identificare gli ostacoli, le buche, i gra-
dini; quindi si ferma per indicare un punto pericoloso che richiede attenzione e
guida il non vedente nel tragitto da compiere. Il cane non è in grado di distinguere
il colore rosso: per superare gli incroci con semaforo deve quindi imparare a seguire
il senso del traffico cittadino. Viene inoltre abituato a salire sui mezzi di trasporto,
a riconoscere i posti liberi e a muoversi negli uffici pubblici. Nei luoghi abituali
e nella casa il cane viene addestrato al riconoscimento dei percorsi in modo da assi-
curare al padrone un valido aiuto. Il non vedente, con buone doti di orientamento
e capacità a riconoscere luoghi e oggetti nuovi, riesce così a spostarsi e a raggiungere
la meta desiderata.
Salute ed igiene del cane.
I cani guida sono regolarmente vaccinati contro cimurro, leptospirosi, gastroenterite
virale, epatite contagiosa, tosse dei canili, virus respiratori e parainfluenzali, fila-
riosi ed il conduttore non vedente ed assegnatario ha l’obbligo di sottoporre il
cane alle vaccinazioni periodiche previste dalla profilassi zooiatrica. Il cane guida
viene sterilizzato per evitare al non vedente problemi di igiene e di pericolosità, de-
rivante quest’ultima dalle aggressioni a scopo sessua le che le femmine potrebbe- Il bastone bianco.
ro subire per la strada. L’assegnatar io di cane guida di norma porta con sè il libretto
sanitario del cane, soprattutto se si muove fuori dall’ambito comunale di residenza. L’uso del bastone bianco come segno di riconoscimento delle persone cieche ha una
Il libretto sanitario del cane è il documento che dichiara lo stato di salute del cane data di nascita: il 7 febbraio 1931, una giovane donna francese lancia una campagna
e la prevenzione a cui è sottoposto. “mediatica”, diremmo oggi, per questo riconoscimento. Fino però al Secondo Dopo-
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20. G L I A U S I L I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
Non esiste, invece, uno standard internazionale per gli ipovedenti. Alcuni hanno proposto
“L’uso del bastone come mezzo di deambulazione e di riconoscimento delle persone un bastone giallo o a strisce gialle e rosse. Tuttavia difficilmente le persone ipovedenti
cieche si perde nei meandri della storia e del mito. Patriarchi biblici, poeti, musici, accettano di muoversi con un simile strumento in mano, poiché tendono a mimetizzarsi
filosofi e mendicanti sono stati ‘fotografati’ con questo oggetto il cui spessore semantico con i vedenti. Il bastone bianco è riconosciuto in tutto il mondo.
oscilla tra quello di scettro di un’autorità vaticinante e quello di sostegno
di una mendicità errante”. 3
Il codice della strada prevede che gli automobilisti debbano sempre fermarsi
in presenza di un cieco che attraversi la strada muniti di bastone bianco
anche se non si trova sulle strisce pedonali.
3 Testo tratto da: AA.VV, “La Storia del Bastone Bianco”, a cura UICI per gentile concessione dell’autore.
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giardini e spiazzi, aree naturali, ecc.) ed anche dei percorsi interni (attraversamento hall, Sistemi di lettura e software di aiuto.
percorso museale, ecc.) non è difficile ottenere una “guida naturale” sicura ed efficace I sistemi di lettura erano un tempo costituiti da scanner dotati di software di riconosci-
e contempo raneamente ben inserita nel contesto paesaggistico o architettoni co: un mento testi a cui si univano software di sintetizzazione vocale. Oggetti da tavolo che
cordolino in pietra o in legno al limite di un sentiero sono sufficienti a dare sicurezza trovano ancora applicazione in alcuni luoghi specifici e per uso didattico. Oggi esisto-
in un ambiente esterno, un tracciato con una pavimentazione dalla superficie diversa no strumenti di lettura di dimensioni sempre più ridotte e dotati di software sempre
(più liscia o più ruvida) sono utili all’interno. L’importante è che in entrambi i casi non più sofisticati. Sono strumenti che una persona cieca o ipovedente porta sempre con
ci siano interruzioni inutili e che invece quando la “guida” si deve interrompere per più sè, soprattutto quando viaggia. È utile sapere come funzionano per mettere il cliente
di un metro per vincoli funzionali sia sostituita da segnali pedotattili convenzionali. in condizioni di utilizzarli al meglio e senza difficoltà.
Il telefono cellulare.
Il telefono cellulare è uno degli strumenti tecnologici più utilizzato nella vita di tutti
i giorni, per un disabile visivo rappresenta un indispensabile supporto per la propria
autonomia e sicurezza. Fino a qualche anno fa l’uso della telefonia cellulare per una
persona non vedente risultava assai problematico. Il costante sviluppo tecnologico
ha generato soluzioni in grado di garantire la piena accessib ilità ai servizi della tele-
fonia mobile. Le sintesi vocali attualmente in commercio permetto no alla persona
non vedente o ipovedente l’autonoma gestione di tutte le funzionalità dei cellulari;
una voce elettronica i nfatti legge all’utente tutto ciò che viene visualizzato sul display
garantendogli così la possibilità di utilizzare la rubrica per richiamare un contatto e
attivare una telefonata, gestire la messaggistica, gestire l’agenda, l’orologio, la sveglia,
ecc. Esistono inoltre applicazioni, dedicate alle persone ipovedenti, che permet-
tono l’ingrandimento delle scritte che compaiono sul display del telefono cellulare.
Significativi passi in avanti si stanno compiendo nel rendere pienamente accessibili
anche i più moderni smartphone presenti sul mercato.
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22. G L I A U S I L I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
Screen reader.
Come fa un non vedente o un ipovedente a leggere lo schermo di un PC? Semplice,
tutto quello che si visualizza a schermo viene “letto” da una voce sintetizza ta: se lo
desidera la persona non vedente oggi può utilizzare un PC e navigare in Internet in
totale autonomia. Sempre che i siti ed i documenti siano stati redatti con un minimo
di accortezza e secondo alcuni standard in cui vengono elencate tutte le specifiche e
i requisiti da soddisfare per la creazione di pagine accessibili. Nel panorama globale
della rete, l’iniziativa più autorevole è senza dubbio la “Web Accessib ility Initiative”
sviluppata dal World Wide Web Consortium (W3C), un consorzio fondato nell’ottobre
1994. Lo screen reader (traduzione: lettore di schermo), è un software in grado di
interpretare il contenuto dello schermo ed altre informazioni dall’ambiente operativo
del PC e di inviarle a dispositivi di output vocale e/o tattile. Il più diffuso sistema di
sintesi vocale, è Jaws, sviluppato dall’americana Freedom Scientific. L’accortezza sta
nel non usare il mouse, ma la tastiera, per muoversi sulle applicazioni e sul desktop,
scaricare la posta, navigare in internet, ecc. Chiaramente la sintesi vocale è in grado
di riconoscere il testo (nelle lingue più diffuse, ma anche in alfabeti non latini), ma
le parti grafiche, se non sono appositamente descritte per esempio con l’utilizzo di
software specializzati come IVEO, non verranno lette e l’informazione non raggiun-
gerà il suo scopo. L’ipovedente usa invece programmi che ingrandiscono lo schermo,
cambiando i contrasti più idonei alla propria patologia. Esistono software in grado
di ingrandire il contenuto delle pagine video di qualsiasi applicazione e qualsiasi am-
biente, fino a 16 volte mantenendo sempre visibile sullo schermo le finestre di mes-
saggio, finestre di dialogo, ecc. Ad un primo livello base, con funzione di solo ingran-
dimento adatto a ipovedenti, può essere aggiunto un software di lettura con sintesi
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23. G L I A U S I L I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
vocale, anche per persone cieche. Analogalmente esistono software che ingrandiscono Con IVEO si può:
il contenuto delle schermate dei telefonini o che sono in grado di farne una lettura con
sintesi vocale. sviluppare nuovo materiale interattivo come mappe parlanti diagrammi, classifiche;
tradurre materiale PowerPoint & Visio in formato tattile/audio/visivo;
Lettura con sintesi vocale. leggere e scrivere forms in formato PDF con accessibilità universale;
IVEO è un software che permette di aggiungere informazioni audio e tattili a materiali creare libri tattili e audio accessibili;
che normalmente sono solo visivi. Il Viewer di IVEO si può scaricare liberamente
ed è utilizzabile allo stesso modo di Adobe Acrobat (PDF), ma è più versatile ed estrarre file in modo automatico da programmi Windows;
accessib ile. Basta premere nell’area del disegno desiderata e ascoltare le informa-
modificare documenti in modo indipendente dalle dimensioni;
zioni vocali preregistrate. Utile quindi per l’esplorazione di mappe, percorsi e simili.
Il Creator di IVEO consente di rendere interattivo e tattile tutto il materiale grafico distribuire file accessibili anche via mail o via web.
sia acquisito da scanner sia in formato elettronico. IVEO opera in parallelo con
l’interfaccia standard visiva utilizzata dai normali programmi. Aggiungendo infor-
mazioni di tipo audio e tattile ai dati che sono per loro natura solo visivi (mappe, dise- Ausili non personali.
gni, grafici, ecc.) le informazioni risultano più complete e maggiormente compren-
Insegne parlanti.
sibili. Consentend o di utilizzare più sensi contem poraneamente , il software rende
i documenti più comprensibili per l’utente . La creazione di nuovi documen ti o la Esistono vari modelli di “insegne parlanti” ad infrarossi o radio. La finalità è quella di
conversione di documenti già esistenti è semplice e funzionale. Le informazioni unire all’insegna visiva (da interno o da esterno) identificativa di un luogo (albergo, ri-
sono disponibili sia in formato elettronico sia su carta, pertanto IVEO è dotato di storante, guardaroba, ufficio direzione, ecc.) un congegno in grado di comunicare ver-
funzioni che permettono la conversione immediata di entrambi i supporti. Chiunque balmente il messaggio dell’insegna. È il principio dell’informazione anche sonora che
sa usare un computer può prendere informazioni da un libro di testo o da un file annuncia le fermate nella metropolitana o sui bus o negli ascensori. Le insegne par-
elettronico e creare un documento accessibile secondo le caratteristiche di IVEO lanti richiedono un’alimentazione dalla rete elettrica (esistono anche a batteria, ma gli
in pochi secondi. oneri di manutenzione spesso le rendono inefficaci) e sono facilmente installabili da
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qualsiasi elettricista. Il congegno è di dimensioni ridotte (contenuto all’interno di una Un esempio di utilizzo in questa versione può essere all’interno di un grande albergo.
normale scatola elettrica da muro). A seconda della necessità è possibile prevedere Alla reception insieme alla chiave della camera viene consegnato al cliente non vedente
la semplice ripetizione di un messaggio breve (ristorante “taldeitali”, banca, ecc.) o il telecomando programmato con il suo numero di camera. Il cliente potrà muoversi
di un messaggio più articolato, caricabile da file audio attraverso porta USB (per agevolmente in tutti gli spazi comuni vocalizzando le insegne di servizio, ma nel corri-
esempio per illustrare i contenuti di una sala museale). doio camere vocalizzerà solo il numero della sua stanza senza arrecare disturbo agli
altri clienti. Le insegne parlanti sono state realizzate con lo scopo di togliere fin dall’ori-
L’insegna parlante può essere attivata in tre modalità: gine l’alibi del “non si può fare perché costa tanto” o “non si può applicare perché
troppo complicat o o invasivo”. Il costo è più basso di una qualsiasi insegna artistica
attraverso un sensore di prossimità: quando una persona passa davanti al sen- oggi in commercio e può essere applicata semplicemente predisponendo un punto
sore, questo attiva la vocalizzazio ne del messaggio eventualmente accendendo led
elettrico accanto alle porte o dove si vuole installare l’insegna. La parte elettronica
luminosi che richiamano l’attenzione di persone sorde o semplicemente distratte;
viene incassata nelle scatole elettriche tipo 503 e a filo muro con due viti viene fissato
con telecomando o ricevente: la persona in possesso dell’apposito telecomando il pannellino di copertura con l’insegna stampata a caratteri per vedenti ed ipovedenti.
attiva a comando tutte le insegne parlanti in un raggio varabile da 3 a 20 metri.
Con lo stesso telecomando è possibile per la persona selezionare solo la vocalizza- Lavagna a tracciamento luminoso.
zione di un’insegna tra quelle attivate ed individuare così la direzione di provenienza.
Nella versione ad infrarossi solo quando il ricevitore è perfettamente allineato con La lavagna a tracciamento fortemente luminoso p ermette alle persone ipovedenti con
l’insegna emittente viene trasmesso un segnale sonoro (in auricolare) ed è la posi- un residuo visivo fino a 1/50 di seguire lezioni o di scrivere e disegnare sulla lavagna
zione del ricevitore che guida la persona verso l’insegna; senza altro ausilio ottico. Il sistema è stato sottoposto alla prova con persone di diffe-
renti età e condizioni funzionali, con risultati più che apprezzabili. Particolarmente
con telecomando programmato: questa funzione è particolarmente utile, ad
indicato per laboratori didattici, sale riunioni, ecc. Le lavagne sono realizzate in
esempio negli hotel, nei centri congressi, negli spazi che ospitano eventi dove alcune
polimetilmetacrilato infrangibile, nel quale viene immessa luce (come in una fibra
informazioni è bene che siano sempre vocalizzate (ad esempio uscita di sicurezza,
ottica) che resta invisibile fino a che non raggiunge il tracciato di un pennarello o una
ascensore, scale, toilette, ufficio informazioni, ecc.) mentre altre (ad esempio i numeri
piastrina (accessoria), i quali emetteranno una luce intensa. Necessita di pennarelli
delle camere o i nomi degli uffici) devono essere vocalizzate a richiesta.
specifici cancellabili a secco, o cancellabili solo ad umido, i cui segni emettono luce.
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25. G L I A U S I L I – 1 . P A R T E P R I M A 1 . P A R T E P R I M A – G L I A U S I L I
Sono disponibili fogli “prelievo disegni” (fogli trasparenti con un lato adesivo, che con-
sentono di prelevare il disegno e conservarlo) e speciali tappetini (di 1 mm di spesso-
re) che aderiscono alla lavagna senza colla, per adesione atmosferica, riposiziona-
bili e riutilizzabili che fungono da supporto illuminante per simboli fotografici,
diapositive ed in genere per figure realizzate su supporti trasparenti come l’acetato .
Le lavagne hanno dimensioni variabili da 70 x50 cm (uso domestico) a 200 x 110 cm
(su cavalletto per convegni).
6 mm
1 mm
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26. 1 . P A R T E P R I M A – M O L T E P L I C I S E N S I
P A R T E P R I M A L’attività sensoriale è una funzione complessa che è giusto considerare
nella sua dimensione plurisensoriale. La distinzione fra i cinque
sensi è in realtà assai discutibile sul piano scientifico e finisce in
molti casi per spezzare in modo arbitrario atti percettivi che pos-
sono essere compresi pienamente solo se li si considera nella loro
natura eminentemente plurisensoriale.
Molteplici sensi.
1 Heinz Werner, “Psicologia comparata dello sviluppo mentale”, Giunti Barbèra, Firenze, 1985.
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distanti e progressivamente sempre più astratti come il bassorilievo, il disegno, il raccon-
to verbale o altro ancora. Come dire che al cliente di un servizio o al visitatore di un
museo con disabilità visive vanno offerte numerose opportunità, scegliendo fra le
quali egli ha la possibilità di stabilire un proprio specifico itinerario di avvicinamento.
L’esplorazione tattile.
Per molti di noi il tatto è la mano, le mani; va da sé che il senso del tatto è la pelle di
tutto il corpo. Percepiamo il caldo e il freddo, il liscio, il ruvido su ogni parte del corpo.
Però tendiamo a considerare solo le mani, ci fermiamo lì, perché queste dieci dita ci
fanno percorrere ed esplorare tutto il mondo che ci circonda. Ma quando gli oggetti
superano per dimensione l’apertura delle braccia come si fa a conoscerli, per chi è privo in mano rispetto al solo guardarlo. Il tatto, che è spe-
del senso della vista, se non attraverso la mediazione troppo spesso vaga ed ingannevole cializzato nella percezione della sostanza degli oggetti
della descrizione verbale? Il percepire il mondo è innanzitutto un “vedere con la mente” (composizione, durezza/elasticità, temperatura), può
piuttosto che con gli occhi, che non si esaurisce solo nella descrizione linguistica, ma produrre reazioni emotive estetiche in presenza di og-
mette in gioco la rappresentazio ne e l’elaborazione dell’informazione a tutti i livelli. getti morbidi di soffice consistenza, mentre appare me-
Secondo Kennedy 2 la visione è un processo che non riguarda solo la periferia del sistema no sensibile all’estetica degli oggetti prodotti con ma-
visivo. Il sistema visivo di elaborazione interno, se opportunamente stimolato con l’utiliz- teriali rigidi. Anche se sono oggetti artistici. Quando
zo dei sensi restanti, può produrre rappresentazioni della realtà proprie dell’esperienza si tratta di identificare al tatto piccoli oggetti abituali
visiva. La percezione visiva è, come la cognizione, solo una questione di livello: l’esperien- investiti di un significato pragmatico, il sistema tattile
za percettiva di ciascuno, vedente o non vedente, si colloca nella sfera delle capacità si rivela alquanto adatto, altrettanto quanto il sistema
individuali. La descrizione verbale concorre allo sviluppo di un sistema concettuale che, visivo. L’identi ficazione è infatti molto rapida e prati-
indipendentemente dal linguaggio, è molto simile a quello dei vedenti: se sostenuta da camente priva di errori. Per esplorare le mani operano
esperienze sensoriali plurime, dal tatto innanzitutto, senza trascurare l’olfatto e il gusto, movimenti in rapida successione; le percezioni acquisite
2 John M. Kennedy, “Drawing and the Blind”, Yale University Press, 1993. 3 Pierre Villey , “Le monde des aveugles”, Corti, Paris, 1954.
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si integrano progressivamente dando luogo a immagini mentali d’insieme via via più L’esplorazione uditiva.
ricche e complesse. Non è possibile avere un’idea complessiva, anche sommaria, Altro senso primario nelle persone con minorazione visiva è l’udito. La percezione
immediata, ma per acquisire qualche risultato significativo è necessa rio un tempo
dell’ambiente passa attraverso il riconoscimento di rumori, l’individuazione della fon-
più o meno lungo. Il lavoro delle mani poi non segue un percorso lineare sempre
te sonora e del suo posizionamento rispetto al soggetto. L’udito può avvicenda re la
uguale, ma si adatta ad ogni situazione in relazione alla forma, alla complessità, al
vista ed è, nella fase di sviluppo infantile o di rieducazione post-traumatica, il
tempo a disposizione, all’esperienza del soggetto e ad eventuali aiuti di cui dispone
canale che coordina il movimento della mano. In un contesto adeguato, senza distur-
(per esempio dell’aiuto di una guida verbale sia essa registrata o rappresenta ta da
bi sonori di fondo, è possibile distinguere per mezzo dell’udito un pilastro da una
una persona che lo affianca). Solo la mano in movimento è in grado di percepire i
colonna, rilevare la presenza di ostacoli, capire se la persona che sta parlando ha i
rilievi (superfici, forme), se il movimento si arresta la capacità percettiva si esaurisce.
baffi oppure no. 5 In un contesto urbano trafficato, con rumori di fondo elevati,
Per la comprensione di un oggetto nuovo è necess ario che le mani tornino sulle
queste informazioni vengono a mancare perché le informazioni sonore si sovrappon-
singole parti più volte, provenendo da direzioni diverse e con velocità diverse.
gono e si coprono l’un l’altra. Tale situazione più creare disorientamento e insicurez-
Perché si formi un’immag ine mentale di quanto si sta esplorando è necessario indi-
za, soprattutto se i rumori prevalenti sono attribuibili a fonti di potenziale pericolosità
viduare i particolari di più alto significato e contemporaneamente riuscire a com-
(traffico veicolare, rumore di cantieri, ecc.).
prendere il significato d’insieme dell’oggetto per dare il giusto senso ai particolari
individuati. È quindi fondamentale avere una guida verbale, o al limite testuale,
che agevoli il riconoscimento e fornisca una chiave interpretativa delle forme che si L’esplorazione olfattiva e gustativa.
stanno esplorando. Un modello tridimensionale non dovrebbe occupare uno spazio L’olfatto o odorato è uno dei cinque sensi specifici e rende possibile, tramite i
più grande dell’apertura delle braccia e non dovrebbe avere parti in sottosquadro chemiorecettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili e dei gas presenti
più piccole della dimensione di un dito. In un disegno invece si deve tener presente nell’aria. Sappiamo che l’olfatto è il senso più arcaico: risveglia le parti più primitive
che senso del tatto sui polpastrelli consente di sentire rilievi dello spessore minimo del nostro cervello; odori e profumi ravvivano la memoria, evocano situazioni passate
di 0,5 mm e di distinguere due linee affiancate ad una distanza superiore a 2 mm. 4 da decine di anni; associato a un profumo colleghiamo una reazione affettiva di piacere
o di dispiacere. L’olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto, come si può
4 I contenuti del presente paragrafo sono tratti da: provare semplicemente quando un raffreddore congestiona le vie aeree, compromettendo
Fabio Levi, Rocco Rolli, “Disegnare per le mani, manuale di disegno in rilievo”,
Silvio Zamorani Editore, Torino, 1994. 5 Augusto Romagnoli, “Introduzione alla educazione dei ciechi”, ristampa a cura UICI, Firenze, 1990.
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la funzione olfattiva, ed i cibi hanno pressoché tutti lo stesso sapore. I disturbi dell’olfatto visivo l’olfatto è uno strumento indispensabile per la riconoscibilità dei luoghi e degli
e del gusto raramente sono invalidanti o pericolosi per la vita, quindi spesso non ricevono ambienti. Dichiara un non vedente intervistato sulla sua capacità di muoversi auto-
un’attenta considerazione. Rispetto agli altri sensi l’olfatto è forse quello più trascurato nomamente in città: “qui sotto c’è proprio una profumeria ed un po’ più avanti una pa-
sul piano sociale. Nel suo libro “Il naso intelligent e” Rosalia Cavalieri confrontando sticceria e dal profumo so che sono a 50 metri da casa mia o meglio sono in questa zona”,
l’olfatto con gli altri sensi fa questa considerazione: “Da sempre intesi come sensi nobili, ed ancora “mi oriento in un’area tenendo conto degli isolati che incontro durante un percorso
vista e udito, detengono il primato della sperimentazione e dell’interpretazione della realtà. utilizzando tutte le informazioni uditive e a volte anche olfattive dell’ambiente circostante”. 7
Il loro legame privilegiato con il linguaggio verbale, l’orientamento spaziale, la manipolazione Dunque, le sensazioni olfattive e sonore si inte grano tra loro per fornirci informazioni.
degli oggetti e la fruizione delle arti e del bello, ne fanno, insieme al tatto, le uniche vere Lo stesso ragionamento possiamo fare per il gusto. Comunemente pensiamo al gusto
fonti affidabili di conoscenza. Non così l’olfatto, etichettato come il senso dell’animalità, come l’insieme delle sensazioni della bocca. Tuttavia queste sensazioni non sono
il senso carnale, quello più viscerale, per questo non in grado di trasmettere informazioni le sole con le quali giudichiamo un cibo. Anche il gusto va considerato nella sua
intellettualmente rilevanti” 6. In questo libro l’autrice spiega, da un lato, come e quanto valenza plurisensoriale o secondo la definizione di Hervé This, “percezione globale
la nostra esperienza di animali linguistici dalla mentalità visivo-uditiva sia influenzata sintetica” 8 costituita da tutte le sensazi one che il cibo trasmette, quali il profumo,
dagli odori; dall’altro, come per noi umani l’atto dell’annusare implichi un vero e proprio l’aroma, la vista, le sensazioni tattili e uditive, il sapore. Per esempio, se sorseggiamo
processo di conoscenza. Le vie olfattive, dunque, rappresentano un canale di stimola- un vino e nel contempo lo annusiamo, il sapore e l’odore contribuiscono entrambi
zione e di possibile regolazione naturale di importanti funzioni psicologiche e fisiche. alla valutazione finale. In conclusione, i sensi posti dinnanzi ad un determinato stimolo
Se le attuali condizioni ambientali nelle nostre città comportano un disagio nella
funzionalità naturale e spontanea dell’olfatto, nello stesso tempo, se d’improvviso arriva
dall’aria l’odore acido dell’erba tagliata o il profumo del pane della panetteri a sotto Le cene al buio.
Per stimolare e risvegliare i sensi del gusto, dell’olfatto, del tatto, e dell’udito,
casa, le capacità olfattive subiscono un’impennata percettiva che stimolano sensazioni
per imparare a riconoscere e a distinguere gli oggetti senza poterli vedere
corporee legate alla sfera del piacere. Sebbene i messaggi che l’olfatto ci invia senza
ed a godere di sapori e profumi, senza lasciarsi influenzare dagli stimoli visivi.
tregua siano, il più delle volte, sottovalutati o del tutto ignorati, la lettura dei segnali
che lo colpiscono e che, attraverso di esso, si abbattono sulla nostra sfera emotiva,
psichica, sessuale, ci dovrebbe far riconsiderare la centralità del suo ruolo. Per un disabile
7 Mariacristina Garnero, “La comunicatività ambientale”, Tesi di Laurea, Politecnico di Torino, 2007.
6 Rosalia Cavalieri, “Il naso intelligente”, Editori Laterza, Bari-Roma, 2009. 8 Hervé This, “Pentole e provette”, I saggi del Gambero Rosso, 2003.
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(la luce, il suono, l’odore, il cibo, il clima) reagiscono e rispondono all’informazione. Sistemi per la riproduzione di immagini tattili.
Al valore informativo dei sensi l’uomo associa anche la sua natura autonoma, le sue
capacità percettive, riflessive e culturali. Con i sensi l’uomo percepisce un mondo Con il passare degli anni si vanno via via diffondendo sempre nuovi strumenti per
di cose, ma comprende attraverso molteplici modalità di configurazione del senso: la produzione dei disegni in rilievo, fra i quali non è sempre facile scegliere il più
perciò, le qualità sensoriali sono relative alla persona. Per favorire l’esperienza multi- adatto alle esigenze del momento. Per consentire al lettore di orientarsi fra le diver-
sensoriale delle persone, in particolar modo chi presenta deficit sensoriali, è dunque se tecniche disponibili sul mercato si rende dunque necessario definire alcuni criteri
necessar io mostrare il mondo nelle sue molteplici qualità oggettuali, nel suo modo sulla base dei quali valutarne i relativi vantaggi e svantaggi. Un primo gruppo di para-
acustico, ottico, tattile, olfattivo di essere esperito attraverso occhi, orecchie, naso, pelle. metri concerne la qualità del rilievo e il suo grado di percepibilità. Più precisamente
si tratta di considerare diversi fattori 9: l’altezza del rilievo e l’aderenza al supporto,
i vari tipi di supporto (la carta o il metallo, il plexiglas o il legno), la resistenza nel
Immagini per le mani.
tempo e il confort di lettura, la dimensione delle tirature e la possibilità di riprodurre
disegni su entrambe le facciate di un foglio, la possibilità di associare al rilievo disegni
in bianco e nero o a colori e non da ultimo i costi di produzione.
Tecniche per la produzione di immagini tattili.
Braille in modalità grafica.
Contestualmente ai procedimenti di stampa dei testi in Braille, è possibile utilizzare
sia matrici metalliche, sia stampanti computerizzate per realizzare su supporto cartaceo
linee e superfici, dotate di una forma precisamente riconoscibile, costituite di insiemi
di punti accostati l’uno all’altro. La qualità del rilievo è mediocre e il risultato accettabile
solo con forme semplici ed elementari.
9 Per approfondimenti: www.tactilevision.it - “Disegnare per le mani, manuale di disegno in rilievo”.
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Plotter per grafica in rilievo. in bianco e nero o a colori stampati precedentemente. In questo modo il rilievo può
essere accompagnato da immagini chiaramente accessibili anche alla vista. In realtà
Con il plotter Braille si può stampare con una tessitura di punti molto sottile e si posso- i problemi maggiori si riscontrano sul piano della produzione. Sono neces sarie in-
no realizzare tre rilievi diversi dei punti secondo i toni di grigio. I plotter presenti in fatti risorse molto consistent i per le attrezzature e le competenze professionali.
commercio possono anche stampare contemporaneamente a rilievo a colori o in bian- Il gaufrage è un procedimento che richiede un alto livello di professionalità e non
co e nero. Il disegno da leggere con le mani deve avere determinate caratteristiche di è quindi alla portata diretta dei singoli operatori che lavorano con ciechi e ipovedenti.
schema ticità e di leggibilità tattile che tuttavia possono esser facilmente elaborati Tutto questo si riflette sui costi, che risultano particolarmente elevati soprattutto nella
con i programmi disponibili per il computer. fase iniziale di realizzazione della matrice.
Termoform.
Fra le macchine per la riproduzione di immagini il termoform offre inoltre la possibilità
di ottenere rilievi di altezze varie anche all’interno della stessa immagine: da 0,5 milli-
metri fino a qualche centimetro. Qui il supporto dell’immagine è costituito da un foglio
di materiale plastico: esso viene posto su una matrice rigida di materiale vario, (legno,
metallo, fibra di carbonio o altro), su cui è stato preliminarmente inciso il rilievo che si
vuole riprodurre. A questo punto la plastica subisce un adeguato riscaldamento per
favorirne la deformazione a contatto con il rilievo, al quale viene costretta ad aderire da
una forte depressione operata per aspirazione attraverso la matrice. È un sistema molto
costoso, a meno che per ciascun calco non si debbano riprodurre almeno 50-100 copie.
Gaufrage.
10 “Il fornetto per la stampa a rilievo è un’attrezzatura di semplicissimo utilizzo, normalmente reperibile nelle sedi
Nel gaufrage la carta viene pressata fra una matrice metallica e una contromatrice di territoriali delle associazioni rappresentative dei disabili della vista e nei Centri di consulenza tiflodidattica,
ed è sempre più diffuso nelle biblioteche, nelle scuole, nelle associazioni, ecc.”
fibra sintetica. La contromatrice viene realizzata per impronta sulla matrice; la defor- Decreto 28 marzo 2008 - Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche
mazione della carta per fortissima pressione può avvenire in corrispondenza di disegni nei luoghi di interesse culturale.
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