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DISCARICHE DI
   RIFIUTI
Le vecchie regole

D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915
            (art. 10)

 La discarica non autorizzata
           è vietata
Delibera del Comitato
    Interministeriale del 27/7/1984


• Classifica le discariche in 3 categorie


• Definisce per le varie categorie di
  discariche le norme tecniche e i limiti
  di accettabilità dei rifiuti
Classificazione delle discariche in
     base alla D.C. I. 27/7/1984

Discarica di I categoria
Discarica di II categoria – tipo A
Discarica di II categoria – tipo B
Discarica di II categoria – tipo C
Discarica di III categoria
Rifiuti smaltibili in discarica
                 di I Categoria


• Rifiuti solidi urbani
• Rifiuti speciali assimilati agli urbani
• Fanghi di depurazione civile non
tossici e nocivi, stabilizzati e palabili
Rifiuti smaltibili in discarica di
                 II Categoria tipo A
Rifiuti inerti costituiti da:
-Sfridi di materiale da costruzione e materiali
provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi

- Materiali ceramici cotti
- Vetri di tutti i tipi
- Rocce e materiali litoidi da costruzione
Rifiuti smaltibili in discarica
               di II Categoria tipo B

• Rifiuti speciali e tossici nocivi, contenenti:
a)sostanze dei gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27 e 28
  dell‘allegato al D.P.R. n. 915/1982 in
  concentrazioni superiori a valori corrispondenti ad
  1/100 delle rispettive CL
b) metalli compresi nell'allegato al D.P.R.915/82
  con eluato conforme ai limiti della tabella A della
  legge n. 319/1976;
• Rifiuti contenenti polveri o fibre libere di amianto
  in concentrazioni non superiori a 10.000 mg/kg.
Rifiuti smaltibili in discarica di
                     II Categoria tipo C
1. Rifiuti speciali costituiti da:
• residui derivanti da lavorazioni industriali, da attività
   agricole, artigianali, commerciali e di servizi che
   per quantità o qualità non siano dichiarati
   assimilabili ai rifiuti urbani;
• residui dell'attività di trattamento dei rifiuti e della
  depurazione degli effluenti (se fanghi, stabilizzati e
  palabili);
1. rifiuti tossici o nocivi, contenenti sostanze
   appartenenti ai gruppi 9 ÷ 20 e 24, 25, 27, 28
   dell'allegato al D.P.R. n. 915/1982 in concentrazioni
   non superiori a 10 volte le rispettive CL.
Rifiuti smaltibili in discarica di
                 III Categoria


Rifiuti tossico nocivi contenenti sostanze
appartenenti ai gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27,
28 dell’allegato al DPR n. 915/1982 in
concentrazioni > 10 CL, per i quali non risultino
adottabili diversi e adeguati sistemi di
smaltimento.
Nozione di discarica
            art. 2, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003


    area adibita a smaltimento dei rifiuti
  mediante operazioni di deposito sul suolo
   o nel suolo, compresa la zona interna al
  luogo di produzione dei rifiuti adibita allo
    smaltimento dei medesimi da parte del
   produttore degli stessi, nonché qualsiasi
      area ove i rifiuti sono sottoposti a
  deposito temporaneo per più di un anno.
Continua…
Nozione di discarica
          art. 2, comma 1, lett. g) d.lgs 36/2003

Sono esclusi da tale definizione gli impianti in cui i
   rifiuti sono scaricati al fine di essere preparati
    per il successivo trasporto in un impianto di
      recupero, trattamento o smaltimento, e lo
     stoccaggio di rifiuti in attesa di recupero o
  trattamento per un periodo inferiore a tre anni
  come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti
       in attesa di smaltimento per un periodo
                  inferiore a un anno
Nozione di gestore
        art. 2, comma 1, lett. o) d.lgs 36/2003

   il soggetto responsabile di una qualsiasi
    delle fasi di gestione di una discarica, che
    vanno dalla realizzazione e gestione della
    discarica fino al termine della gestione
    post-operativa compresa;

   tale soggetto può variare dalla fase di
    preparazione a quella di gestione
    successiva alla chiusura della discarica;
REQUISITI GENERALI PER LE
            DISCARICHE
    La direttiva 99/31/CE nell’Allegato I descrive i requisiti generali
    da rispettare in fase di progettazione e costruzione di nuovi
    impianti; essi sono:

   Ubicazione del sito
   Controllo delle acque e gestione del percolato
   Protezione del suolo e delle acque
   Controllo del biogas
   Disturbi e rischi che possano sorgere durante la gestione della
    discarica
   Stabilità e recinzione del sito
La discarica controllata

È un metodo di smaltimento che prevede lo stoccaggio dei rifiuti
nel terreno per strati sovrapposti in modo razionale, allo scopo
di facilitare la fermentazione della materia organica ed evitare,
al contempo, ogni rischio di perturbazione ed di inquinamento
per l’ambiente e l’insorgere di pericoli ed inconvenienti per la
salute pubblica; consente inoltre, la migliore utilizzazione della
superficie a disposizione.
In funzione delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche
    del sito prescelto per realizzare la attività di discarica
                                Se evidenziano:
    Discariche in avvallamento o in trincea: sono realizzate per
     riempimento di vecchie cave dismesse o di “fosse” scavate
     appositamente nel terreno
    Discariche in rilevato: poggiano a livello del piano campagna e
     si sviluppano in altezza
    Discariche in pendio: sono realizzate a ridosso di pendii, per
     riempimento di squarci aperti lungo i versanti dovuti a cave, aree
     calanchive e impluvi
Attività Gestionale

Una sezione di discarica
controllata con rete di
captazione di biogas e
percolato
Attività Gestionale
Sistema di drenaggio e captazione del percolato
Attività Gestionale


 Problemi connessi alla circolazione dei fluidi




Barriere
impermeabilizzante
Attività Gestionale
   Sistemazione finale e recupero dell’area




Copertura finale
della discarica del
Cerro Maggiore
presso Milano
Attività Gestionale
Copertura finale della discarica
Attività Gestionale



Recupero ambientale completato di
   una discarica controllata
La normativa

   D.lgs 13 gennaio 2003 n. 36

   DM 03.08.2005
Finalità
                  art. 1 d.lgs 36/2003

Per conseguire le finalità di cui all‘art. 2 del d.lgs.
  22/1997 il presente decreto stabilisce requisiti
   operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche,
 misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire
      o a ridurre il più possibile le ripercussioni
        negative sull'ambiente, in particolare
   l'inquinamento delle acque superficiali, delle
  acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e
  sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra,
 nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle
  discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita
                     della discarica.
Rifiuti inerti
         art. 2, comma 1, lett. e) d.lgs 36/2003

   i rifiuti solidi che non subiscono alcuna
    trasformazione fisica, chimica o biologica
    significativa;

   i rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano
    né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o
    chimiche, non sono biodegradabili e, in caso
    di contatto con altre materie, non comportano
    effetti nocivi tali da provocare inquinamento
    ambientale o danno alla salute umana
Classificazione
                 art. 4 d.lgs 36/2003

    Ciascuna discarica è classificata in una
     delle seguenti categorie:

a)   discarica per rifiuti inerti;
b)   discarica per rifiuti non pericolosi;
c)   discarica per rifiuti pericolosi.
Rifiuti ammessi
                 art. 7 d.lgs 36/2003

1. I rifiuti possono essere collocati in discarica
  solo dopo trattamento. Tale disposizione non si
  applica:
  a) ai rifiuti inerti il cui trattamento non sia
  tecnicamente fattibile;
  b) ai rifiuti il cui trattamento non contribuisce al
  raggiungimento delle finalità di cui all‘art. 1,
  riducendo la quantità dei rifiuti o i rischi per la
  salute umana e l'ambiente, e non risulta
  indispensabile ai fini del rispetto dei limiti
  fissati dalla normativa vigente
Rifiuti ammessi
              art. 7 d.lgs 36/2003

2. Nelle discariche per rifiuti inerti possono
  essere ammessi esclusivamente i rifiuti
  inerti che soddisfano i criteri della
  normativa vigente.

4. Nelle discariche per rifiuti pericolosi
  possono essere ammessi solo rifiuti
  pericolosi che soddisfano i criteri della
  normativa vigente.
Rifiuti ammessi
                art. 7 d.lgs 36/2003

3. Nelle discariche per i rifiuti non pericolosi
  possono essere ammessi i seguenti rifiuti:
a) rifiuti urbani;
b) rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine
  che soddisfano i criteri di ammissione dei rifiuti
  previsti dalla normativa vigente;
c) rifiuti pericolosi stabili e non reattivi che
  soddisfano i criteri di ammissione previsti dal
  decreto di cui al comma 5
Rifiuti ammessi
               art. 7 d.lgs 36/2003

5. I criteri di ammissione in discarica sono
  definiti con decreto del Ministro
  dell'ambiente e della tutela del territorio di
  concerto con i Ministri delle attività
  produttive e della salute, sentita la
  Conferenza permanente per i rapporti tra lo
  Stato, le regioni e le province autonome [1].

     D.M. 3 agosto 2005
Sottocategorie discariche
           art. 7, comma 1, DM 3 agosto 2005

      Le autorità territorialmente competenti possono
       autorizzare, anche per settori confinati, le seguenti
      sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi:

a)    discariche per rifiuti inorganici a basso contenuto
      organico o biodegradabile;
b)    discariche per rifiuti in gran parte organici da suddividersi
      in discariche considerate bioreattori con recupero di
      biogas e discariche per rifiuti organici pretrattati;
c)    discariche per rifiuti misti non pericolosi con elevato
      contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di
      rifiuti inorganici, con recupero di biogas.
Monodiscariche
        art. 7, comma 3, DM 3 agosto 2005

Le autorità territorialmente competenti possono,
                 altresì, autorizzare
monodiscariche per rifiuti non pericolosi derivanti
         da operazioni di messa in sicurezza
  d'emergenza e da operazioni di bonifica dei siti
        inquinati ai sensi del DM 471/1999,
prendendo in considerazione i parametri previsti
    dalla tabella 1, allegato 1, colonna B, al DM
                      471/1999
Piano gestione operativa
        art. 8, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003

   il piano di gestione operativa della
    discarica, redatto secondo i criteri
    stabiliti dall‘allegato 2, nel quale devono
    essere individuati i criteri e le misure
    tecniche adottate per la gestione della
    discarica e le modalità di chiusura della
    stessa
Piano gestione post
       art. 8, comma 1, lett. h) dlgs 36/2003

il piano di gestione post-operativa della
   discarica, redatto secondo i criteri
   stabiliti dall‘allegato 2, nel quale sono
   definiti i programmi di sorveglianza e
   controllo successivi alla chiusura;
Piano sorveglianza
          art. 8, comma 1, lett. i) dlgs 36/2003
   il piano di sorveglianza e controllo, nel quale
    devono essere indicate tutte le misure necessarie
    per prevenire rischi d'incidenti causati dal
    funzionamento della discarica e per limitarne le
    conseguenze, sia in fase operativa che post-
    operativa, con particolare riferimento alle
    precauzioni adottate a tutela delle acque
    dall'inquinamento provocato da infiltrazioni di
    percolato nel terreno e alle altre misure di
    prevenzione e protezione contro qualsiasi danno
    all'ambiente; i parametri da monitorare, la
    frequenza dei monitoraggi e la verifica delle
    attività di studio del sito da parte del richiedente
    sono indicati nella tabella 2 (alle. 2)
Piano ripristino
         art. 8, comma 1, lett. l) dlgs 36/2003

   il piano di ripristino ambientale del sito a
    chiusura della discarica, redatto secondo i
    criteri stabiliti dall‘allegato 2, nel quale
    devono essere previste le modalità e gli
    obiettivi di recupero e sistemazione della
    discarica in relazione alla destinazione
    d'uso prevista dell'area stessa;
Piano finanziario
         art. 8, comma 1, lett. m) dlgs 36/2003
   il piano finanziario che preveda che tutti i costi
    derivanti dalla realizzazione dell'impianto e
    dall'esercizio della discarica, i costi connessi alla
    costitizione della garanzia finanziaria di cui all'
    articolo 14, i costi stimati di chiusura, nonché
    quelli di gestione post-operativa per un periodo
    di almeno trenta anni, siano coperti dal prezzo
    applicato dal gestore per lo smaltimento, tenuto
    conto della riduzione del rischio ambientale e
    dei costi di post-chiusura derivanti dalla
    adozione di procedure di registrazione ai sensi
    del regolamento (CE) 761/2001
Rilascio autorizzazione
                      art. 9 dlgs 36/2003

CONDIZIONI

a) il progetto di discarica soddisfi tutte le prescrizioni dettate
   dal presente decreto e dagli All. 1-2;
b) la gestione operativa della discarica sia affidata a persone
   fisiche tecnicamente competenti; in particolare, il personale
   addetto deve avere una adeguata formazione professionale
   e tecnica;
c) il piano di sorveglianza e controllo contenga le misure
   necessarie per prevenire gli incidenti e, limitarne le
   conseguenze;
d) il richiedente abbia prestato le garanzie finanziarie o altre
   equivalenti, ai sensi dell’art. 14
Rilascio autorizzazione
             art. 9 dlgs 36/2003



 3. L'autorizzazione all'esercizio della
                discarica
              è rilasciata
solo dopo l'accettazione da parte della
    regione delle garanzie finanziarie
Procedure ammissione
                      art. 11 dlgs 36/2003
   verificare la conformità delle caratteristiche dei rifiuti
    indicate nel formulario di identificazione, di cui ai criteri di
    ammissibilità;

   effettuare l'ispezione visiva di ogni carico di rifiuti conferiti
    in discarica prima e dopo lo scarico e verificare la
    conformità del rifiuto alle caratteristiche indicate nel
    formulario;

   annotare nel registro di carico e scarico dei rifiuti tutte le
    tipologie e le informazioni relative alle caratteristiche e ai
    quantitativi dei rifiuti depositati, con l'indicazione
    dell'origine e della data di consegna da parte del detentore
Procedure ammissione
                    art. 11 dlgs 36/2003
Nel caso di deposito di rifiuti pericolosi, il registro deve
   contenere apposita documentazione o mappatura atta ad
   individuare, con riferimento alla provenienza ed alla
   allocazione, il settore della discarica dove è smaltito il
   rifiuto pericoloso;
e) sottoscrivere le copie del formulario di identificazione dei
   rifiuti trasportati;
f) effettuare le verifiche analitiche della conformità del rifiuto
   conferito ai criteri di ammissibilità, con cadenza stabilita
   dall'autorità territorialmente competente e, comunque, con
   frequenza non superiore ad un anno. I campioni prelevati
   devono essere opportunamente conservati presso
   l'impianto a disposizione dell'autorità territorialmente
   competente per un periodo non inferiore a due mesi
Procedura chiusura
                      art. 12 dlgs 36/2003
3. La discarica, o una parte della stessa, è considerata
   definitivamente chiusa solo dopo che l'ente territoriale
   competente al rilascio dell'autorizzazione … ha eseguito
   un'ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni
   presentate dal gestore ai sensi dell'art. 10, comma 1, lettera l), e
   comunicato a quest'ultimo l'approvazione della chiusura. L'esito
   dell'ispezione non comporta, in alcun caso, una minore
   responsabilità per il gestore relativamente alle condizioni stabilite
   dall'autorizzazione. Anche dopo la chiusura definitiva della
   discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della
   sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa
   per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare
   rischi per l'ambiente.
Garanzie finanziarie
                      art. 14 dlgs 36/2003
1. La garanzia per l'attivazione e la gestione operativa della discarica,
   comprese le procedure di chiusura, assicura l'adempimento delle
   prescrizioni contenute nell'autorizzazione e deve essere prestata
   per una somma commisurata alla capacità autorizzata della
   discarica ed alla classificazione della stessa … In caso di
   autorizzazione per lotti della discarica … la garanzia può essere
   prestata per lotti.

2. La garanzia per la gestione successiva alla chiusura della discarica
   assicura che le procedure siano eseguite ed è commisurata al costo
   complessivo della gestione post-operativa. In caso di
   autorizzazione della discarica per lotti la garanzia per la post-
   chiusura può essere prestata per lotti.
Garanzie finanziarie
                   art. 14 dlgs 36/2003
3. Fermo restando che le garanzie di cui ai commi 1 e 2, nel
   loro complesso, devono essere trattenute per tutto il tempo
   necessario alle operazioni di gestione operativa e di
   gestione successiva alla chiusura della discarica e salvo che
   l'autorità competente non preveda un termine maggiore
   qualora ritenga che sussistano rischi per l'ambiente:
a) la garanzia di cui al comma 1 è trattenuta per almeno due
   anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma
   3;
b) la garanzia di cui al comma 2 è trattenuta per almeno trenta
   anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma
   3.
Caratterizzazione base
                   art. 2 DM 3.08.2005

1.   Al fine di determinare l'ammissibilità dei rifiuti
     in ciascuna categoria di discarica, così come
     definite dall'art. 4 dlgs. 36/2003, il produttore
     dei rifiuti è tenuto ad effettuare la
     caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di
     rifiuti conferiti in discarica.
     Detta caratterizzazione essere effettuata prima
     del conferimento in discarica ovvero dopo
     l'ultimo trattamento effettuato.

2.   La caratterizzazione di base determina le
     caratteristiche dei rifiuti attraverso la raccolta
     di tutte le informazioni necessarie per lo
     smaltimento finale in condizioni di sicurezza…
Caratterizzazione base
                 art. 2 DM 3.08.2005



3. La caratterizzazione di base è effettuata in
   corrispondenza del primo conferimento e ripetuta
   ad ogni variazione significativa del processo che
   origina i rifiuti e, comunque, almeno una volta
   l'anno.
Verifica in loco
        art. 4, comma 1, DM 3.08.2005


    Ai fini dell'ammissione in discarica,
 il gestore dell'impianto deve sottoporre
     ogni carico di rifiuti ad ispezione
          prima e dopo lo scarico e
controllare la documentazione attestante
     che il rifiuto è conforme ai criteri di
  ammissibilità dal presente decreto per la
       specifica categoria di discarica.
Verifica conformità
      art. 3, comma 1 e 2, DM 3.08.2005

I rifiuti giudicati ammissibili a una determinata
        categoria di discarica sulla base della
    caratterizzazione di base di cui all'art. 2 del
  decreto, sono successivamente sottoposti alla
verifica di conformità per stabilire se possiedono
   le caratteristiche della relativa categoria e se
    soddisfano i criteri di ammissibilità previsti

La verifica di conformità è effettuata dal gestore
sulla base dei dati forniti dal produttore in fase di
  caratterizzazione, con la medesima frequenza
          della caratterizzazione di base
Analisi ambientale della
      gestione dei rifiuti:
    studiata con il metodo
dell’Analisi del Ciclo di Vita
           (LCA)
Scopo dello studio

Valutare l’impatto ambientale causato
   dalla gestione integrata dei rifiuti
   mediante l’Analisi del Ciclo di Vita




           LCA ( Life Cycle Assessment )
LCA (Life Cycle Assessment)

“L’LCA è un processo che permette di valutare gli
  impatti ambientali associati ad un prodotto,
  processo o attività, attraverso l’identificazione e
  la quantificazione dei consumi di materia ed
  energia e delle emissioni nell’ambiente e
  l’identificazione e la valutazione delle opportunità
  di diminuire questi impatti.”
“SETAC” ( Society of Environmental Toxicology and
  Chemistry, [1993] )
Schema dell’LCA (UNI–ISO 14040)
                                   OBIETTIVO
                               UNITA’ FUNZIONALE
                             FUNZIONE DEL SISTEMA
                                    CONFINI


            MATERIALI                                      ENERGIE
                                  INVENTARIO
            PROCESSI
                                                         COMPETENZE:
                                                      INGEGNERIA, FISICA,
                                   EMISSIONI          BIOLOGIA, CHIMICA,
                                                      MEDICINA, ECONOMIA




CLASSIFICAZIONE   CARATTERIZZAZIONE       NORMALIZZAZIONE       VALUTAZIONE


                        VALUTAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE
                            METODO ECO INDICATOR 99



                                 PROPOSTE PER LA
                              RIDUZIONE DEL DANNO
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DEI
       CONFINI DEL SISTEMA
Obiettivo dello studio           I confini del sistema




   Determinare il danno           I consumi di materia ed
  ambientale dovuto alla            energia e gli stress
 gestione integrata degli        ambientali connessi con lo
 RSU a Monte di Procida         smaltimento RSU di Monte
da Maggio 2002 ad aprile
                                   di Procida in un anno.
          2003




 Unità funzionale           1 TONNELLATA DI RIFIUTI
ANALISI D’ INVENTARIO
(per ogni componente dell’inventario è stato creato un processo)

                      Raccolta dei dati


  Process Organico


Process Secco Indiff.


   Process Metalli
                                  Process Gestione
                                                        Impatto Ambientale
   Process Vetro                 inegrata rifiuti MdP


   Process Plastica

Process Carta-cartone

 Process Ingombranti
Eco Indicator 99
                      1 kg di SOSTANZA EMESSA                            1 kg CO2


                   fattori di CARATTERIZZAZIONE

SALUTE UMANA:                 SOSTANZE CANCEROGENE
    (DALY: Disability         MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. ORG.)     2,1E-7daly/kg
   Adjusted Life Years)       MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. INORG.)
                              CAMBIAMENTI CLIMATICI
                              IMPOVERIMENTO DELLO STRATO DI OZONO
                              RADIAZIONI IONIZZANTI

    QUALITA’    : ACIDIFICAZIONE/EUTROFIZZAZIONE
 dell’ECOSISTEMA  ECOTOSSICITA’
 (PDF*m2*anno: Potentially    USO DEL TERRITORIO
   Disappeared Fraction)

IMPOVERIMENTO                MINERALI
di RISORSE :                  COMBUSTIBILI FOSSILI
(MJ Surplus)

                                                                            64,7
                                                                       (salute umana)
               fattori di NORMALIZZAZIONE
Inverso del danno subito dal cittadino medio europeo in 1 anno
                                                                           300
                                                                      (salute umana)

                    fattori DI VALUTAZIONE
            Importanza relativa delle categorie di danno              0,004076 Pt/kg
Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a
                Monte di Procida

                                 Rifiuti

                              RACCOLTA PORTA A
                                   PORTA



              Raccolta                                  Raccolta
           differenziata                             Indifferenziata


     IMPIANTO
    STOCCAGGIO                          Secco                   Organico
                                   indifferenziato



 Riciclo                   DISCARICA                         IMPIANTO DI
                                                           PRETRATTAMENTO

                 PERCOLATO         BIOGAS

                                                               Ammendante
           TERRENO          AMBIENTE
Esempio di tratta,emto dei dati con il metodo
                   con ECO-indicator 99
                      Human Healt
1 kg di co2                                 Calcoli statistici      2,1E-7 DALY/kg
                    (Climate change)




    Caratterizzazione                Fattore di                  2,1E-7 DALY/kg
                                Caratterizzazione(x 1)



                                    Fattore di
     Normalizzazione           Normalizzazione(x 64,7)             1,36E-5 [-]




                                      Fattore di
      Valutazione                                                 3,4E-5 Pt/kg
                                  Valutazione(x 2,5)
Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a
                    Monte di Procida
                 Stazione
                    di                                   Ingomb
                stoccaggio




Carta          Plastica      Allum.       Metalli            Vetro        Legno




                                   TRASPORTI




PAPIROSUD      CO.RE.PLA.     C.I.A.L.         C.N.A.        EUROVETRO    Rilegno
   s.r.l.       Lombardia    Lombardia          Puglia          s.a.s.     s.p.a.
Scafati (Sa)                                                  Volla(Na)   Avellino
Lo studio
                             Dati MdP

                LandGEM                       HELP

               produzione                    produzione
               del biogas                    di percolato


-Raccolta e trasporto         LCA della           -Raccolta Differenziata
RSU                          gestione dei         -processi di selezione
-compattazione RSU           rifiuti a MdP


                               Danno
                             ambientale
HELP
Dati d’input:
• dati climatici giornalieri (precipitazioni, temperatura,
     irraggiamento solare), generali(umidità relativa);
• superficie della discarica;
• caratteristiche stratigrafiche della discarica;

                    P + RC – R – ET = Lr + Li

 P: precipitazioni;
 RC: ricircolo;
 R: ruscellamento;
 ET: evapotraspirazione effettiva;
 Li: percolato infiltrato in falda;
 Lr : percolato raccolto dai dreni.
LandGEM
Dati d’input:
•Quantità di rifiuti conferiti annualmente
•Caratteristiche dei rifiuti (frazione degradabile, peso specifico)
•Caratteristiche dell’impianto di captazione (profondità e raggio di
influenza dei pozzetti)
•Anno di chiusura della discarica

                                                             Emissioni di CH4

                                          400000

    In uscita il programma                350000

  restituisce anno per anno               300000

     le emissioni di ogni                 250000
    componente del biogas
                                CH4(mc)




                                          200000

                                          150000

                                          100000

                                          50000

                                               0
                                               1980   2030      2080            2130   2180   2230
                                                                       anni
Struttura dello studio


LCA dei rifiuti                            LCA dei rifiuti
  da raccolta                                da raccolta
indifferenziata                             differenziata




                      LCA della gestione
                         integrata dei
                      rifiuti nel comune
                          di Monte di
                            Procida
Caratterizzazione del Process Gestione
          integrata RSU MdP




 La CARATTERIZZAZIONE:
  Human Health: -4,06E-9DALY;
  Ecosystem Quality: -0.00479 PDFm2y;

  Resources: -0.152 MJ Surplus.
Valutazione del Process Gestione
         integrata MdP




La VALUTAZIONE:-0,00019Pt/Kg
 Energia:64,68%;
 Human Health: 0,346%;
 Ecosystem Quality: 1.232% ;
 Resources: 33,74%.
Caratterizzazione del process ‘discarica’




La CARATTERIZZAZIONE:
 Human health: (3,73E-7 DALY); il danno maggiore è dovuto alle emissioni
di metano e CO2(56%);
 Ecosystem Quality: (0.0218 PDF*m2y); il danno maggiore è dovuto alle
emissioni di ammoniaca del percolato (73%);
 Resources: (0,024 MJ Surplus); il danno maggiore è dovuto al consumo di
combustibile per la raccolta(90%)
Ricerca di soluzioni meno
            impattanti
     Confronto tra tre metodi di valutazione
     dell’impatto ambientale per determinare
        eventuali analogie e differenze. Il
        confronto è stato condotto tra lo
      smaltimento rifiuti in discarica e con
                termovalorizzatore.




Ecoindicator 99     EPS 2000          Edip 96
Il metodo EPS 2000
 1.Caratterizzazione C(j)                                 2.Valutazione
                    Aspettativa di vita
                                                          VD(j)=C(j)*V(j)
                    Malattia grave
                    Malattia                             Unità di misura
Salute umana
                    Disturbo serio                       delle 4
                    Disturbo
                                                          categorie di
                     Person Years (YOLL)
                                                          danno è ELU
                                                          (environmental
                    Capacità di crescita dei raccolti    load unit)
                    Capacità di crescita della foresta
Capacità di
                    Produzione di carne e di pesce       3.Ponderazione
produzione
                    Acidificazione del suolo
dell’ecosistema                                           Per tutte le 4
                    Produzione di acqua per irrigare
                    Produzione di acqua potabile         categorie il
                      Kg e H+ eq. per Acidif. del suolo   fattore di
                                                          ponderazione
Quantità di             Esaurimento delle riserve         vale 1. Le unità
risorse abiotiche           ELU/Kg
                                                          di misura sono
                                                          le stesse
Biodiversità            Estinzione di specie
                            ELU
Il metodo Edip 96
1. Caratterizzazione P(j)                                2.Normalizzazione

 C    1. Riscaldamento terrestre             g CO2
 A    2. Impoverimento dell’ozono            g CFC11     NP(j) = P(j)/T*R(j)
 T
 E    3. Acidificazione             g SO2                T:tempo di durata
 G                                                       del servizio,
 O    4. Eutrofizzazione            g NO3
 R                                                       R(j):danno mondiale
      5. Smog fotochimico              g etano
 I
 E    6. Ecotossicità cronica nell’acqua
      7. Ecotossicità acuta nell’acqua
      8. Ecotossicità cronica nel suolo
 D                                                g/m3
 ’    9. Tossicità umana dovuta all’aria
      10. Tossicità umana dovuta all’acqua               3.Ponderazione
 I
 M    11. Tossicità umana dovuta al suolo
 P    12. Rifiuti da discarica
 A                                                       WP(j) = NP(j)*WF(j)
      13. Rifiuti rischiosi
 T    14. Rifiuti radioattivi                kg
 T    15. Scorie/ceneri                                  WF(j) = Danno 1990
 O    16. Risorse (tutte)                                      Target 2000
Confronto con ECO-indicator WE




La VALUTAZIONE:
Il processo di smaltimento in discarica provoca un danno totale di
6,44E-5 Pt dovuto al biogas e al percolato(come visto in
precedenza).
Il processo di smaltimento con l’inceneritore provoca un danno
evitato totale di –2,73E-5 Pt,bilanciato tra il danno dovuto alle
emissioni conseguenti al processo di combustione come CO2,polveri e
metalli pesanti(2,94E-5 Pt) e il danno dovuto al recupero di energia
elettrica(4,06E-5 Pt).
Confronto con EPS 2000




La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 0,141 Pt.
Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale
0,0954 Pt.
Confronto con EDIP 96




La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,26 Pt.
Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale 0,118 Pt.
Confronto con EDIP 96(solo risorse)




La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,65E-8 Pt.
Il danno evitato dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore
vale –1,87E-6 Pt.
Tutti e tre i metodi hanno evidenziato un minor impatto ambientale
dello smaltimrnto Rsu con termovalorizzatore.Infatti anche se i tre
metodi non sono confrontabili per le categorie di impatto,essi
indicano una direzione di valutazione univoca.




Analogie
                                              Differenze
1.I valori del danno sull’ambiente e sull’uomo sia nella fase di
caratterizzazione sia nella fase di valutazione sono diversi, così
come sono diverse le unità di misura che esprimono per i tre metodi
il valore del danno.
2.Diverse categorie di impatto.
Conclusioni
Lo studio mette in evidenza i vantaggi dovuti al riciclo
   dei materiali.In particolare si è visto come siano
particolarmente vantaggiosi il riclo di metalli,plastica e
cartoni.Per quanto riguarda il confronto, nei tre metodi
   ha influito molto il recupero di energia elettrica.

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  • 1. DISCARICHE DI RIFIUTI
  • 2. Le vecchie regole D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915 (art. 10) La discarica non autorizzata è vietata
  • 3. Delibera del Comitato Interministeriale del 27/7/1984 • Classifica le discariche in 3 categorie • Definisce per le varie categorie di discariche le norme tecniche e i limiti di accettabilità dei rifiuti
  • 4. Classificazione delle discariche in base alla D.C. I. 27/7/1984 Discarica di I categoria Discarica di II categoria – tipo A Discarica di II categoria – tipo B Discarica di II categoria – tipo C Discarica di III categoria
  • 5. Rifiuti smaltibili in discarica di I Categoria • Rifiuti solidi urbani • Rifiuti speciali assimilati agli urbani • Fanghi di depurazione civile non tossici e nocivi, stabilizzati e palabili
  • 6. Rifiuti smaltibili in discarica di II Categoria tipo A Rifiuti inerti costituiti da: -Sfridi di materiale da costruzione e materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi - Materiali ceramici cotti - Vetri di tutti i tipi - Rocce e materiali litoidi da costruzione
  • 7. Rifiuti smaltibili in discarica di II Categoria tipo B • Rifiuti speciali e tossici nocivi, contenenti: a)sostanze dei gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27 e 28 dell‘allegato al D.P.R. n. 915/1982 in concentrazioni superiori a valori corrispondenti ad 1/100 delle rispettive CL b) metalli compresi nell'allegato al D.P.R.915/82 con eluato conforme ai limiti della tabella A della legge n. 319/1976; • Rifiuti contenenti polveri o fibre libere di amianto in concentrazioni non superiori a 10.000 mg/kg.
  • 8. Rifiuti smaltibili in discarica di II Categoria tipo C 1. Rifiuti speciali costituiti da: • residui derivanti da lavorazioni industriali, da attività agricole, artigianali, commerciali e di servizi che per quantità o qualità non siano dichiarati assimilabili ai rifiuti urbani; • residui dell'attività di trattamento dei rifiuti e della depurazione degli effluenti (se fanghi, stabilizzati e palabili); 1. rifiuti tossici o nocivi, contenenti sostanze appartenenti ai gruppi 9 ÷ 20 e 24, 25, 27, 28 dell'allegato al D.P.R. n. 915/1982 in concentrazioni non superiori a 10 volte le rispettive CL.
  • 9. Rifiuti smaltibili in discarica di III Categoria Rifiuti tossico nocivi contenenti sostanze appartenenti ai gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27, 28 dell’allegato al DPR n. 915/1982 in concentrazioni > 10 CL, per i quali non risultino adottabili diversi e adeguati sistemi di smaltimento.
  • 10. Nozione di discarica art. 2, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003 area adibita a smaltimento dei rifiuti mediante operazioni di deposito sul suolo o nel suolo, compresa la zona interna al luogo di produzione dei rifiuti adibita allo smaltimento dei medesimi da parte del produttore degli stessi, nonché qualsiasi area ove i rifiuti sono sottoposti a deposito temporaneo per più di un anno. Continua…
  • 11. Nozione di discarica art. 2, comma 1, lett. g) d.lgs 36/2003 Sono esclusi da tale definizione gli impianti in cui i rifiuti sono scaricati al fine di essere preparati per il successivo trasporto in un impianto di recupero, trattamento o smaltimento, e lo stoccaggio di rifiuti in attesa di recupero o trattamento per un periodo inferiore a tre anni come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti in attesa di smaltimento per un periodo inferiore a un anno
  • 12. Nozione di gestore art. 2, comma 1, lett. o) d.lgs 36/2003  il soggetto responsabile di una qualsiasi delle fasi di gestione di una discarica, che vanno dalla realizzazione e gestione della discarica fino al termine della gestione post-operativa compresa;  tale soggetto può variare dalla fase di preparazione a quella di gestione successiva alla chiusura della discarica;
  • 13. REQUISITI GENERALI PER LE DISCARICHE La direttiva 99/31/CE nell’Allegato I descrive i requisiti generali da rispettare in fase di progettazione e costruzione di nuovi impianti; essi sono:  Ubicazione del sito  Controllo delle acque e gestione del percolato  Protezione del suolo e delle acque  Controllo del biogas  Disturbi e rischi che possano sorgere durante la gestione della discarica  Stabilità e recinzione del sito
  • 14. La discarica controllata È un metodo di smaltimento che prevede lo stoccaggio dei rifiuti nel terreno per strati sovrapposti in modo razionale, allo scopo di facilitare la fermentazione della materia organica ed evitare, al contempo, ogni rischio di perturbazione ed di inquinamento per l’ambiente e l’insorgere di pericoli ed inconvenienti per la salute pubblica; consente inoltre, la migliore utilizzazione della superficie a disposizione.
  • 15. In funzione delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del sito prescelto per realizzare la attività di discarica Se evidenziano:  Discariche in avvallamento o in trincea: sono realizzate per riempimento di vecchie cave dismesse o di “fosse” scavate appositamente nel terreno  Discariche in rilevato: poggiano a livello del piano campagna e si sviluppano in altezza  Discariche in pendio: sono realizzate a ridosso di pendii, per riempimento di squarci aperti lungo i versanti dovuti a cave, aree calanchive e impluvi
  • 16. Attività Gestionale Una sezione di discarica controllata con rete di captazione di biogas e percolato
  • 17. Attività Gestionale Sistema di drenaggio e captazione del percolato
  • 18. Attività Gestionale Problemi connessi alla circolazione dei fluidi Barriere impermeabilizzante
  • 19. Attività Gestionale Sistemazione finale e recupero dell’area Copertura finale della discarica del Cerro Maggiore presso Milano
  • 21. Attività Gestionale Recupero ambientale completato di una discarica controllata
  • 22. La normativa  D.lgs 13 gennaio 2003 n. 36  DM 03.08.2005
  • 23. Finalità art. 1 d.lgs 36/2003 Per conseguire le finalità di cui all‘art. 2 del d.lgs. 22/1997 il presente decreto stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.
  • 24. Rifiuti inerti art. 2, comma 1, lett. e) d.lgs 36/2003  i rifiuti solidi che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa;  i rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana
  • 25. Classificazione art. 4 d.lgs 36/2003  Ciascuna discarica è classificata in una delle seguenti categorie: a) discarica per rifiuti inerti; b) discarica per rifiuti non pericolosi; c) discarica per rifiuti pericolosi.
  • 26. Rifiuti ammessi art. 7 d.lgs 36/2003 1. I rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento. Tale disposizione non si applica: a) ai rifiuti inerti il cui trattamento non sia tecnicamente fattibile; b) ai rifiuti il cui trattamento non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all‘art. 1, riducendo la quantità dei rifiuti o i rischi per la salute umana e l'ambiente, e non risulta indispensabile ai fini del rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente
  • 27. Rifiuti ammessi art. 7 d.lgs 36/2003 2. Nelle discariche per rifiuti inerti possono essere ammessi esclusivamente i rifiuti inerti che soddisfano i criteri della normativa vigente. 4. Nelle discariche per rifiuti pericolosi possono essere ammessi solo rifiuti pericolosi che soddisfano i criteri della normativa vigente.
  • 28. Rifiuti ammessi art. 7 d.lgs 36/2003 3. Nelle discariche per i rifiuti non pericolosi possono essere ammessi i seguenti rifiuti: a) rifiuti urbani; b) rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine che soddisfano i criteri di ammissione dei rifiuti previsti dalla normativa vigente; c) rifiuti pericolosi stabili e non reattivi che soddisfano i criteri di ammissione previsti dal decreto di cui al comma 5
  • 29. Rifiuti ammessi art. 7 d.lgs 36/2003 5. I criteri di ammissione in discarica sono definiti con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con i Ministri delle attività produttive e della salute, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome [1]. D.M. 3 agosto 2005
  • 30. Sottocategorie discariche art. 7, comma 1, DM 3 agosto 2005 Le autorità territorialmente competenti possono autorizzare, anche per settori confinati, le seguenti sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi: a) discariche per rifiuti inorganici a basso contenuto organico o biodegradabile; b) discariche per rifiuti in gran parte organici da suddividersi in discariche considerate bioreattori con recupero di biogas e discariche per rifiuti organici pretrattati; c) discariche per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas.
  • 31. Monodiscariche art. 7, comma 3, DM 3 agosto 2005 Le autorità territorialmente competenti possono, altresì, autorizzare monodiscariche per rifiuti non pericolosi derivanti da operazioni di messa in sicurezza d'emergenza e da operazioni di bonifica dei siti inquinati ai sensi del DM 471/1999, prendendo in considerazione i parametri previsti dalla tabella 1, allegato 1, colonna B, al DM 471/1999
  • 32. Piano gestione operativa art. 8, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003  il piano di gestione operativa della discarica, redatto secondo i criteri stabiliti dall‘allegato 2, nel quale devono essere individuati i criteri e le misure tecniche adottate per la gestione della discarica e le modalità di chiusura della stessa
  • 33. Piano gestione post art. 8, comma 1, lett. h) dlgs 36/2003 il piano di gestione post-operativa della discarica, redatto secondo i criteri stabiliti dall‘allegato 2, nel quale sono definiti i programmi di sorveglianza e controllo successivi alla chiusura;
  • 34. Piano sorveglianza art. 8, comma 1, lett. i) dlgs 36/2003  il piano di sorveglianza e controllo, nel quale devono essere indicate tutte le misure necessarie per prevenire rischi d'incidenti causati dal funzionamento della discarica e per limitarne le conseguenze, sia in fase operativa che post- operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall'inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle altre misure di prevenzione e protezione contro qualsiasi danno all'ambiente; i parametri da monitorare, la frequenza dei monitoraggi e la verifica delle attività di studio del sito da parte del richiedente sono indicati nella tabella 2 (alle. 2)
  • 35. Piano ripristino art. 8, comma 1, lett. l) dlgs 36/2003  il piano di ripristino ambientale del sito a chiusura della discarica, redatto secondo i criteri stabiliti dall‘allegato 2, nel quale devono essere previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d'uso prevista dell'area stessa;
  • 36. Piano finanziario art. 8, comma 1, lett. m) dlgs 36/2003  il piano finanziario che preveda che tutti i costi derivanti dalla realizzazione dell'impianto e dall'esercizio della discarica, i costi connessi alla costitizione della garanzia finanziaria di cui all' articolo 14, i costi stimati di chiusura, nonché quelli di gestione post-operativa per un periodo di almeno trenta anni, siano coperti dal prezzo applicato dal gestore per lo smaltimento, tenuto conto della riduzione del rischio ambientale e dei costi di post-chiusura derivanti dalla adozione di procedure di registrazione ai sensi del regolamento (CE) 761/2001
  • 37. Rilascio autorizzazione art. 9 dlgs 36/2003 CONDIZIONI a) il progetto di discarica soddisfi tutte le prescrizioni dettate dal presente decreto e dagli All. 1-2; b) la gestione operativa della discarica sia affidata a persone fisiche tecnicamente competenti; in particolare, il personale addetto deve avere una adeguata formazione professionale e tecnica; c) il piano di sorveglianza e controllo contenga le misure necessarie per prevenire gli incidenti e, limitarne le conseguenze; d) il richiedente abbia prestato le garanzie finanziarie o altre equivalenti, ai sensi dell’art. 14
  • 38. Rilascio autorizzazione art. 9 dlgs 36/2003 3. L'autorizzazione all'esercizio della discarica è rilasciata solo dopo l'accettazione da parte della regione delle garanzie finanziarie
  • 39. Procedure ammissione art. 11 dlgs 36/2003  verificare la conformità delle caratteristiche dei rifiuti indicate nel formulario di identificazione, di cui ai criteri di ammissibilità;  effettuare l'ispezione visiva di ogni carico di rifiuti conferiti in discarica prima e dopo lo scarico e verificare la conformità del rifiuto alle caratteristiche indicate nel formulario;  annotare nel registro di carico e scarico dei rifiuti tutte le tipologie e le informazioni relative alle caratteristiche e ai quantitativi dei rifiuti depositati, con l'indicazione dell'origine e della data di consegna da parte del detentore
  • 40. Procedure ammissione art. 11 dlgs 36/2003 Nel caso di deposito di rifiuti pericolosi, il registro deve contenere apposita documentazione o mappatura atta ad individuare, con riferimento alla provenienza ed alla allocazione, il settore della discarica dove è smaltito il rifiuto pericoloso; e) sottoscrivere le copie del formulario di identificazione dei rifiuti trasportati; f) effettuare le verifiche analitiche della conformità del rifiuto conferito ai criteri di ammissibilità, con cadenza stabilita dall'autorità territorialmente competente e, comunque, con frequenza non superiore ad un anno. I campioni prelevati devono essere opportunamente conservati presso l'impianto a disposizione dell'autorità territorialmente competente per un periodo non inferiore a due mesi
  • 41. Procedura chiusura art. 12 dlgs 36/2003 3. La discarica, o una parte della stessa, è considerata definitivamente chiusa solo dopo che l'ente territoriale competente al rilascio dell'autorizzazione … ha eseguito un'ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni presentate dal gestore ai sensi dell'art. 10, comma 1, lettera l), e comunicato a quest'ultimo l'approvazione della chiusura. L'esito dell'ispezione non comporta, in alcun caso, una minore responsabilità per il gestore relativamente alle condizioni stabilite dall'autorizzazione. Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l'ambiente.
  • 42. Garanzie finanziarie art. 14 dlgs 36/2003 1. La garanzia per l'attivazione e la gestione operativa della discarica, comprese le procedure di chiusura, assicura l'adempimento delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione e deve essere prestata per una somma commisurata alla capacità autorizzata della discarica ed alla classificazione della stessa … In caso di autorizzazione per lotti della discarica … la garanzia può essere prestata per lotti. 2. La garanzia per la gestione successiva alla chiusura della discarica assicura che le procedure siano eseguite ed è commisurata al costo complessivo della gestione post-operativa. In caso di autorizzazione della discarica per lotti la garanzia per la post- chiusura può essere prestata per lotti.
  • 43. Garanzie finanziarie art. 14 dlgs 36/2003 3. Fermo restando che le garanzie di cui ai commi 1 e 2, nel loro complesso, devono essere trattenute per tutto il tempo necessario alle operazioni di gestione operativa e di gestione successiva alla chiusura della discarica e salvo che l'autorità competente non preveda un termine maggiore qualora ritenga che sussistano rischi per l'ambiente: a) la garanzia di cui al comma 1 è trattenuta per almeno due anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma 3; b) la garanzia di cui al comma 2 è trattenuta per almeno trenta anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma 3.
  • 44. Caratterizzazione base art. 2 DM 3.08.2005 1. Al fine di determinare l'ammissibilità dei rifiuti in ciascuna categoria di discarica, così come definite dall'art. 4 dlgs. 36/2003, il produttore dei rifiuti è tenuto ad effettuare la caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di rifiuti conferiti in discarica. Detta caratterizzazione essere effettuata prima del conferimento in discarica ovvero dopo l'ultimo trattamento effettuato. 2. La caratterizzazione di base determina le caratteristiche dei rifiuti attraverso la raccolta di tutte le informazioni necessarie per lo smaltimento finale in condizioni di sicurezza…
  • 45. Caratterizzazione base art. 2 DM 3.08.2005 3. La caratterizzazione di base è effettuata in corrispondenza del primo conferimento e ripetuta ad ogni variazione significativa del processo che origina i rifiuti e, comunque, almeno una volta l'anno.
  • 46. Verifica in loco art. 4, comma 1, DM 3.08.2005 Ai fini dell'ammissione in discarica, il gestore dell'impianto deve sottoporre ogni carico di rifiuti ad ispezione prima e dopo lo scarico e controllare la documentazione attestante che il rifiuto è conforme ai criteri di ammissibilità dal presente decreto per la specifica categoria di discarica.
  • 47. Verifica conformità art. 3, comma 1 e 2, DM 3.08.2005 I rifiuti giudicati ammissibili a una determinata categoria di discarica sulla base della caratterizzazione di base di cui all'art. 2 del decreto, sono successivamente sottoposti alla verifica di conformità per stabilire se possiedono le caratteristiche della relativa categoria e se soddisfano i criteri di ammissibilità previsti La verifica di conformità è effettuata dal gestore sulla base dei dati forniti dal produttore in fase di caratterizzazione, con la medesima frequenza della caratterizzazione di base
  • 48. Analisi ambientale della gestione dei rifiuti: studiata con il metodo dell’Analisi del Ciclo di Vita (LCA)
  • 49. Scopo dello studio Valutare l’impatto ambientale causato dalla gestione integrata dei rifiuti mediante l’Analisi del Ciclo di Vita LCA ( Life Cycle Assessment )
  • 50. LCA (Life Cycle Assessment) “L’LCA è un processo che permette di valutare gli impatti ambientali associati ad un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la quantificazione dei consumi di materia ed energia e delle emissioni nell’ambiente e l’identificazione e la valutazione delle opportunità di diminuire questi impatti.” “SETAC” ( Society of Environmental Toxicology and Chemistry, [1993] )
  • 51. Schema dell’LCA (UNI–ISO 14040) OBIETTIVO UNITA’ FUNZIONALE FUNZIONE DEL SISTEMA CONFINI MATERIALI ENERGIE INVENTARIO PROCESSI COMPETENZE: INGEGNERIA, FISICA, EMISSIONI BIOLOGIA, CHIMICA, MEDICINA, ECONOMIA CLASSIFICAZIONE CARATTERIZZAZIONE NORMALIZZAZIONE VALUTAZIONE VALUTAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE METODO ECO INDICATOR 99 PROPOSTE PER LA RIDUZIONE DEL DANNO
  • 52. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DEI CONFINI DEL SISTEMA Obiettivo dello studio I confini del sistema Determinare il danno I consumi di materia ed ambientale dovuto alla energia e gli stress gestione integrata degli ambientali connessi con lo RSU a Monte di Procida smaltimento RSU di Monte da Maggio 2002 ad aprile di Procida in un anno. 2003 Unità funzionale 1 TONNELLATA DI RIFIUTI
  • 53. ANALISI D’ INVENTARIO (per ogni componente dell’inventario è stato creato un processo) Raccolta dei dati Process Organico Process Secco Indiff. Process Metalli Process Gestione Impatto Ambientale Process Vetro inegrata rifiuti MdP Process Plastica Process Carta-cartone Process Ingombranti
  • 54. Eco Indicator 99 1 kg di SOSTANZA EMESSA 1 kg CO2 fattori di CARATTERIZZAZIONE SALUTE UMANA:  SOSTANZE CANCEROGENE (DALY: Disability  MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. ORG.) 2,1E-7daly/kg Adjusted Life Years)  MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. INORG.)  CAMBIAMENTI CLIMATICI  IMPOVERIMENTO DELLO STRATO DI OZONO  RADIAZIONI IONIZZANTI QUALITA’ : ACIDIFICAZIONE/EUTROFIZZAZIONE dell’ECOSISTEMA  ECOTOSSICITA’ (PDF*m2*anno: Potentially  USO DEL TERRITORIO Disappeared Fraction) IMPOVERIMENTO MINERALI di RISORSE :  COMBUSTIBILI FOSSILI (MJ Surplus) 64,7 (salute umana) fattori di NORMALIZZAZIONE Inverso del danno subito dal cittadino medio europeo in 1 anno 300 (salute umana) fattori DI VALUTAZIONE Importanza relativa delle categorie di danno 0,004076 Pt/kg
  • 55. Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a Monte di Procida Rifiuti RACCOLTA PORTA A PORTA Raccolta Raccolta differenziata Indifferenziata IMPIANTO STOCCAGGIO Secco Organico indifferenziato Riciclo DISCARICA IMPIANTO DI PRETRATTAMENTO PERCOLATO BIOGAS Ammendante TERRENO AMBIENTE
  • 56. Esempio di tratta,emto dei dati con il metodo con ECO-indicator 99 Human Healt 1 kg di co2 Calcoli statistici 2,1E-7 DALY/kg (Climate change) Caratterizzazione Fattore di 2,1E-7 DALY/kg Caratterizzazione(x 1) Fattore di Normalizzazione Normalizzazione(x 64,7) 1,36E-5 [-] Fattore di Valutazione 3,4E-5 Pt/kg Valutazione(x 2,5)
  • 57. Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a Monte di Procida Stazione di Ingomb stoccaggio Carta Plastica Allum. Metalli Vetro Legno TRASPORTI PAPIROSUD CO.RE.PLA. C.I.A.L. C.N.A. EUROVETRO Rilegno s.r.l. Lombardia Lombardia Puglia s.a.s. s.p.a. Scafati (Sa) Volla(Na) Avellino
  • 58. Lo studio Dati MdP LandGEM HELP produzione produzione del biogas di percolato -Raccolta e trasporto LCA della -Raccolta Differenziata RSU gestione dei -processi di selezione -compattazione RSU rifiuti a MdP Danno ambientale
  • 59. HELP Dati d’input: • dati climatici giornalieri (precipitazioni, temperatura, irraggiamento solare), generali(umidità relativa); • superficie della discarica; • caratteristiche stratigrafiche della discarica; P + RC – R – ET = Lr + Li P: precipitazioni; RC: ricircolo; R: ruscellamento; ET: evapotraspirazione effettiva; Li: percolato infiltrato in falda; Lr : percolato raccolto dai dreni.
  • 60. LandGEM Dati d’input: •Quantità di rifiuti conferiti annualmente •Caratteristiche dei rifiuti (frazione degradabile, peso specifico) •Caratteristiche dell’impianto di captazione (profondità e raggio di influenza dei pozzetti) •Anno di chiusura della discarica Emissioni di CH4 400000 In uscita il programma 350000 restituisce anno per anno 300000 le emissioni di ogni 250000 componente del biogas CH4(mc) 200000 150000 100000 50000 0 1980 2030 2080 2130 2180 2230 anni
  • 61. Struttura dello studio LCA dei rifiuti LCA dei rifiuti da raccolta da raccolta indifferenziata differenziata LCA della gestione integrata dei rifiuti nel comune di Monte di Procida
  • 62. Caratterizzazione del Process Gestione integrata RSU MdP La CARATTERIZZAZIONE:  Human Health: -4,06E-9DALY;  Ecosystem Quality: -0.00479 PDFm2y;  Resources: -0.152 MJ Surplus.
  • 63. Valutazione del Process Gestione integrata MdP La VALUTAZIONE:-0,00019Pt/Kg  Energia:64,68%;  Human Health: 0,346%;  Ecosystem Quality: 1.232% ;  Resources: 33,74%.
  • 64. Caratterizzazione del process ‘discarica’ La CARATTERIZZAZIONE:  Human health: (3,73E-7 DALY); il danno maggiore è dovuto alle emissioni di metano e CO2(56%);  Ecosystem Quality: (0.0218 PDF*m2y); il danno maggiore è dovuto alle emissioni di ammoniaca del percolato (73%);  Resources: (0,024 MJ Surplus); il danno maggiore è dovuto al consumo di combustibile per la raccolta(90%)
  • 65. Ricerca di soluzioni meno impattanti Confronto tra tre metodi di valutazione dell’impatto ambientale per determinare eventuali analogie e differenze. Il confronto è stato condotto tra lo smaltimento rifiuti in discarica e con termovalorizzatore. Ecoindicator 99 EPS 2000 Edip 96
  • 66. Il metodo EPS 2000 1.Caratterizzazione C(j) 2.Valutazione Aspettativa di vita VD(j)=C(j)*V(j) Malattia grave Malattia Unità di misura Salute umana Disturbo serio delle 4 Disturbo categorie di Person Years (YOLL) danno è ELU (environmental Capacità di crescita dei raccolti load unit) Capacità di crescita della foresta Capacità di Produzione di carne e di pesce 3.Ponderazione produzione Acidificazione del suolo dell’ecosistema Per tutte le 4 Produzione di acqua per irrigare Produzione di acqua potabile categorie il Kg e H+ eq. per Acidif. del suolo fattore di ponderazione Quantità di Esaurimento delle riserve vale 1. Le unità risorse abiotiche ELU/Kg di misura sono le stesse Biodiversità Estinzione di specie ELU
  • 67. Il metodo Edip 96 1. Caratterizzazione P(j) 2.Normalizzazione C 1. Riscaldamento terrestre g CO2 A 2. Impoverimento dell’ozono g CFC11 NP(j) = P(j)/T*R(j) T E 3. Acidificazione g SO2 T:tempo di durata G del servizio, O 4. Eutrofizzazione g NO3 R R(j):danno mondiale 5. Smog fotochimico g etano I E 6. Ecotossicità cronica nell’acqua 7. Ecotossicità acuta nell’acqua 8. Ecotossicità cronica nel suolo D g/m3 ’ 9. Tossicità umana dovuta all’aria 10. Tossicità umana dovuta all’acqua 3.Ponderazione I M 11. Tossicità umana dovuta al suolo P 12. Rifiuti da discarica A WP(j) = NP(j)*WF(j) 13. Rifiuti rischiosi T 14. Rifiuti radioattivi kg T 15. Scorie/ceneri WF(j) = Danno 1990 O 16. Risorse (tutte) Target 2000
  • 68. Confronto con ECO-indicator WE La VALUTAZIONE: Il processo di smaltimento in discarica provoca un danno totale di 6,44E-5 Pt dovuto al biogas e al percolato(come visto in precedenza). Il processo di smaltimento con l’inceneritore provoca un danno evitato totale di –2,73E-5 Pt,bilanciato tra il danno dovuto alle emissioni conseguenti al processo di combustione come CO2,polveri e metalli pesanti(2,94E-5 Pt) e il danno dovuto al recupero di energia elettrica(4,06E-5 Pt).
  • 69. Confronto con EPS 2000 La VALUTAZIONE: Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 0,141 Pt. Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale 0,0954 Pt.
  • 70. Confronto con EDIP 96 La VALUTAZIONE: Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,26 Pt. Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale 0,118 Pt.
  • 71. Confronto con EDIP 96(solo risorse) La VALUTAZIONE: Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,65E-8 Pt. Il danno evitato dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale –1,87E-6 Pt.
  • 72. Tutti e tre i metodi hanno evidenziato un minor impatto ambientale dello smaltimrnto Rsu con termovalorizzatore.Infatti anche se i tre metodi non sono confrontabili per le categorie di impatto,essi indicano una direzione di valutazione univoca. Analogie Differenze 1.I valori del danno sull’ambiente e sull’uomo sia nella fase di caratterizzazione sia nella fase di valutazione sono diversi, così come sono diverse le unità di misura che esprimono per i tre metodi il valore del danno. 2.Diverse categorie di impatto.
  • 73. Conclusioni Lo studio mette in evidenza i vantaggi dovuti al riciclo dei materiali.In particolare si è visto come siano particolarmente vantaggiosi il riclo di metalli,plastica e cartoni.Per quanto riguarda il confronto, nei tre metodi ha influito molto il recupero di energia elettrica.