2. Le vecchie regole
D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915
(art. 10)
La discarica non autorizzata
è vietata
3. Delibera del Comitato
Interministeriale del 27/7/1984
• Classifica le discariche in 3 categorie
• Definisce per le varie categorie di
discariche le norme tecniche e i limiti
di accettabilità dei rifiuti
4. Classificazione delle discariche in
base alla D.C. I. 27/7/1984
Discarica di I categoria
Discarica di II categoria – tipo A
Discarica di II categoria – tipo B
Discarica di II categoria – tipo C
Discarica di III categoria
5. Rifiuti smaltibili in discarica
di I Categoria
• Rifiuti solidi urbani
• Rifiuti speciali assimilati agli urbani
• Fanghi di depurazione civile non
tossici e nocivi, stabilizzati e palabili
6. Rifiuti smaltibili in discarica di
II Categoria tipo A
Rifiuti inerti costituiti da:
-Sfridi di materiale da costruzione e materiali
provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi
- Materiali ceramici cotti
- Vetri di tutti i tipi
- Rocce e materiali litoidi da costruzione
7. Rifiuti smaltibili in discarica
di II Categoria tipo B
• Rifiuti speciali e tossici nocivi, contenenti:
a)sostanze dei gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27 e 28
dell‘allegato al D.P.R. n. 915/1982 in
concentrazioni superiori a valori corrispondenti ad
1/100 delle rispettive CL
b) metalli compresi nell'allegato al D.P.R.915/82
con eluato conforme ai limiti della tabella A della
legge n. 319/1976;
• Rifiuti contenenti polveri o fibre libere di amianto
in concentrazioni non superiori a 10.000 mg/kg.
8. Rifiuti smaltibili in discarica di
II Categoria tipo C
1. Rifiuti speciali costituiti da:
• residui derivanti da lavorazioni industriali, da attività
agricole, artigianali, commerciali e di servizi che
per quantità o qualità non siano dichiarati
assimilabili ai rifiuti urbani;
• residui dell'attività di trattamento dei rifiuti e della
depurazione degli effluenti (se fanghi, stabilizzati e
palabili);
1. rifiuti tossici o nocivi, contenenti sostanze
appartenenti ai gruppi 9 ÷ 20 e 24, 25, 27, 28
dell'allegato al D.P.R. n. 915/1982 in concentrazioni
non superiori a 10 volte le rispettive CL.
9. Rifiuti smaltibili in discarica di
III Categoria
Rifiuti tossico nocivi contenenti sostanze
appartenenti ai gruppi fra 9 e 20 e 24, 25, 27,
28 dell’allegato al DPR n. 915/1982 in
concentrazioni > 10 CL, per i quali non risultino
adottabili diversi e adeguati sistemi di
smaltimento.
10. Nozione di discarica
art. 2, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003
area adibita a smaltimento dei rifiuti
mediante operazioni di deposito sul suolo
o nel suolo, compresa la zona interna al
luogo di produzione dei rifiuti adibita allo
smaltimento dei medesimi da parte del
produttore degli stessi, nonché qualsiasi
area ove i rifiuti sono sottoposti a
deposito temporaneo per più di un anno.
Continua…
11. Nozione di discarica
art. 2, comma 1, lett. g) d.lgs 36/2003
Sono esclusi da tale definizione gli impianti in cui i
rifiuti sono scaricati al fine di essere preparati
per il successivo trasporto in un impianto di
recupero, trattamento o smaltimento, e lo
stoccaggio di rifiuti in attesa di recupero o
trattamento per un periodo inferiore a tre anni
come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti
in attesa di smaltimento per un periodo
inferiore a un anno
12. Nozione di gestore
art. 2, comma 1, lett. o) d.lgs 36/2003
il soggetto responsabile di una qualsiasi
delle fasi di gestione di una discarica, che
vanno dalla realizzazione e gestione della
discarica fino al termine della gestione
post-operativa compresa;
tale soggetto può variare dalla fase di
preparazione a quella di gestione
successiva alla chiusura della discarica;
13. REQUISITI GENERALI PER LE
DISCARICHE
La direttiva 99/31/CE nell’Allegato I descrive i requisiti generali
da rispettare in fase di progettazione e costruzione di nuovi
impianti; essi sono:
Ubicazione del sito
Controllo delle acque e gestione del percolato
Protezione del suolo e delle acque
Controllo del biogas
Disturbi e rischi che possano sorgere durante la gestione della
discarica
Stabilità e recinzione del sito
14. La discarica controllata
È un metodo di smaltimento che prevede lo stoccaggio dei rifiuti
nel terreno per strati sovrapposti in modo razionale, allo scopo
di facilitare la fermentazione della materia organica ed evitare,
al contempo, ogni rischio di perturbazione ed di inquinamento
per l’ambiente e l’insorgere di pericoli ed inconvenienti per la
salute pubblica; consente inoltre, la migliore utilizzazione della
superficie a disposizione.
15. In funzione delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche
del sito prescelto per realizzare la attività di discarica
Se evidenziano:
Discariche in avvallamento o in trincea: sono realizzate per
riempimento di vecchie cave dismesse o di “fosse” scavate
appositamente nel terreno
Discariche in rilevato: poggiano a livello del piano campagna e
si sviluppano in altezza
Discariche in pendio: sono realizzate a ridosso di pendii, per
riempimento di squarci aperti lungo i versanti dovuti a cave, aree
calanchive e impluvi
22. La normativa
D.lgs 13 gennaio 2003 n. 36
DM 03.08.2005
23. Finalità
art. 1 d.lgs 36/2003
Per conseguire le finalità di cui all‘art. 2 del d.lgs.
22/1997 il presente decreto stabilisce requisiti
operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche,
misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire
o a ridurre il più possibile le ripercussioni
negative sull'ambiente, in particolare
l'inquinamento delle acque superficiali, delle
acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e
sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra,
nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle
discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita
della discarica.
24. Rifiuti inerti
art. 2, comma 1, lett. e) d.lgs 36/2003
i rifiuti solidi che non subiscono alcuna
trasformazione fisica, chimica o biologica
significativa;
i rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano
né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o
chimiche, non sono biodegradabili e, in caso
di contatto con altre materie, non comportano
effetti nocivi tali da provocare inquinamento
ambientale o danno alla salute umana
25. Classificazione
art. 4 d.lgs 36/2003
Ciascuna discarica è classificata in una
delle seguenti categorie:
a) discarica per rifiuti inerti;
b) discarica per rifiuti non pericolosi;
c) discarica per rifiuti pericolosi.
26. Rifiuti ammessi
art. 7 d.lgs 36/2003
1. I rifiuti possono essere collocati in discarica
solo dopo trattamento. Tale disposizione non si
applica:
a) ai rifiuti inerti il cui trattamento non sia
tecnicamente fattibile;
b) ai rifiuti il cui trattamento non contribuisce al
raggiungimento delle finalità di cui all‘art. 1,
riducendo la quantità dei rifiuti o i rischi per la
salute umana e l'ambiente, e non risulta
indispensabile ai fini del rispetto dei limiti
fissati dalla normativa vigente
27. Rifiuti ammessi
art. 7 d.lgs 36/2003
2. Nelle discariche per rifiuti inerti possono
essere ammessi esclusivamente i rifiuti
inerti che soddisfano i criteri della
normativa vigente.
4. Nelle discariche per rifiuti pericolosi
possono essere ammessi solo rifiuti
pericolosi che soddisfano i criteri della
normativa vigente.
28. Rifiuti ammessi
art. 7 d.lgs 36/2003
3. Nelle discariche per i rifiuti non pericolosi
possono essere ammessi i seguenti rifiuti:
a) rifiuti urbani;
b) rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine
che soddisfano i criteri di ammissione dei rifiuti
previsti dalla normativa vigente;
c) rifiuti pericolosi stabili e non reattivi che
soddisfano i criteri di ammissione previsti dal
decreto di cui al comma 5
29. Rifiuti ammessi
art. 7 d.lgs 36/2003
5. I criteri di ammissione in discarica sono
definiti con decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio di
concerto con i Ministri delle attività
produttive e della salute, sentita la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome [1].
D.M. 3 agosto 2005
30. Sottocategorie discariche
art. 7, comma 1, DM 3 agosto 2005
Le autorità territorialmente competenti possono
autorizzare, anche per settori confinati, le seguenti
sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi:
a) discariche per rifiuti inorganici a basso contenuto
organico o biodegradabile;
b) discariche per rifiuti in gran parte organici da suddividersi
in discariche considerate bioreattori con recupero di
biogas e discariche per rifiuti organici pretrattati;
c) discariche per rifiuti misti non pericolosi con elevato
contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di
rifiuti inorganici, con recupero di biogas.
31. Monodiscariche
art. 7, comma 3, DM 3 agosto 2005
Le autorità territorialmente competenti possono,
altresì, autorizzare
monodiscariche per rifiuti non pericolosi derivanti
da operazioni di messa in sicurezza
d'emergenza e da operazioni di bonifica dei siti
inquinati ai sensi del DM 471/1999,
prendendo in considerazione i parametri previsti
dalla tabella 1, allegato 1, colonna B, al DM
471/1999
32. Piano gestione operativa
art. 8, comma 1, lett. g) dlgs 36/2003
il piano di gestione operativa della
discarica, redatto secondo i criteri
stabiliti dall‘allegato 2, nel quale devono
essere individuati i criteri e le misure
tecniche adottate per la gestione della
discarica e le modalità di chiusura della
stessa
33. Piano gestione post
art. 8, comma 1, lett. h) dlgs 36/2003
il piano di gestione post-operativa della
discarica, redatto secondo i criteri
stabiliti dall‘allegato 2, nel quale sono
definiti i programmi di sorveglianza e
controllo successivi alla chiusura;
34. Piano sorveglianza
art. 8, comma 1, lett. i) dlgs 36/2003
il piano di sorveglianza e controllo, nel quale
devono essere indicate tutte le misure necessarie
per prevenire rischi d'incidenti causati dal
funzionamento della discarica e per limitarne le
conseguenze, sia in fase operativa che post-
operativa, con particolare riferimento alle
precauzioni adottate a tutela delle acque
dall'inquinamento provocato da infiltrazioni di
percolato nel terreno e alle altre misure di
prevenzione e protezione contro qualsiasi danno
all'ambiente; i parametri da monitorare, la
frequenza dei monitoraggi e la verifica delle
attività di studio del sito da parte del richiedente
sono indicati nella tabella 2 (alle. 2)
35. Piano ripristino
art. 8, comma 1, lett. l) dlgs 36/2003
il piano di ripristino ambientale del sito a
chiusura della discarica, redatto secondo i
criteri stabiliti dall‘allegato 2, nel quale
devono essere previste le modalità e gli
obiettivi di recupero e sistemazione della
discarica in relazione alla destinazione
d'uso prevista dell'area stessa;
36. Piano finanziario
art. 8, comma 1, lett. m) dlgs 36/2003
il piano finanziario che preveda che tutti i costi
derivanti dalla realizzazione dell'impianto e
dall'esercizio della discarica, i costi connessi alla
costitizione della garanzia finanziaria di cui all'
articolo 14, i costi stimati di chiusura, nonché
quelli di gestione post-operativa per un periodo
di almeno trenta anni, siano coperti dal prezzo
applicato dal gestore per lo smaltimento, tenuto
conto della riduzione del rischio ambientale e
dei costi di post-chiusura derivanti dalla
adozione di procedure di registrazione ai sensi
del regolamento (CE) 761/2001
37. Rilascio autorizzazione
art. 9 dlgs 36/2003
CONDIZIONI
a) il progetto di discarica soddisfi tutte le prescrizioni dettate
dal presente decreto e dagli All. 1-2;
b) la gestione operativa della discarica sia affidata a persone
fisiche tecnicamente competenti; in particolare, il personale
addetto deve avere una adeguata formazione professionale
e tecnica;
c) il piano di sorveglianza e controllo contenga le misure
necessarie per prevenire gli incidenti e, limitarne le
conseguenze;
d) il richiedente abbia prestato le garanzie finanziarie o altre
equivalenti, ai sensi dell’art. 14
38. Rilascio autorizzazione
art. 9 dlgs 36/2003
3. L'autorizzazione all'esercizio della
discarica
è rilasciata
solo dopo l'accettazione da parte della
regione delle garanzie finanziarie
39. Procedure ammissione
art. 11 dlgs 36/2003
verificare la conformità delle caratteristiche dei rifiuti
indicate nel formulario di identificazione, di cui ai criteri di
ammissibilità;
effettuare l'ispezione visiva di ogni carico di rifiuti conferiti
in discarica prima e dopo lo scarico e verificare la
conformità del rifiuto alle caratteristiche indicate nel
formulario;
annotare nel registro di carico e scarico dei rifiuti tutte le
tipologie e le informazioni relative alle caratteristiche e ai
quantitativi dei rifiuti depositati, con l'indicazione
dell'origine e della data di consegna da parte del detentore
40. Procedure ammissione
art. 11 dlgs 36/2003
Nel caso di deposito di rifiuti pericolosi, il registro deve
contenere apposita documentazione o mappatura atta ad
individuare, con riferimento alla provenienza ed alla
allocazione, il settore della discarica dove è smaltito il
rifiuto pericoloso;
e) sottoscrivere le copie del formulario di identificazione dei
rifiuti trasportati;
f) effettuare le verifiche analitiche della conformità del rifiuto
conferito ai criteri di ammissibilità, con cadenza stabilita
dall'autorità territorialmente competente e, comunque, con
frequenza non superiore ad un anno. I campioni prelevati
devono essere opportunamente conservati presso
l'impianto a disposizione dell'autorità territorialmente
competente per un periodo non inferiore a due mesi
41. Procedura chiusura
art. 12 dlgs 36/2003
3. La discarica, o una parte della stessa, è considerata
definitivamente chiusa solo dopo che l'ente territoriale
competente al rilascio dell'autorizzazione … ha eseguito
un'ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni
presentate dal gestore ai sensi dell'art. 10, comma 1, lettera l), e
comunicato a quest'ultimo l'approvazione della chiusura. L'esito
dell'ispezione non comporta, in alcun caso, una minore
responsabilità per il gestore relativamente alle condizioni stabilite
dall'autorizzazione. Anche dopo la chiusura definitiva della
discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della
sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa
per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare
rischi per l'ambiente.
42. Garanzie finanziarie
art. 14 dlgs 36/2003
1. La garanzia per l'attivazione e la gestione operativa della discarica,
comprese le procedure di chiusura, assicura l'adempimento delle
prescrizioni contenute nell'autorizzazione e deve essere prestata
per una somma commisurata alla capacità autorizzata della
discarica ed alla classificazione della stessa … In caso di
autorizzazione per lotti della discarica … la garanzia può essere
prestata per lotti.
2. La garanzia per la gestione successiva alla chiusura della discarica
assicura che le procedure siano eseguite ed è commisurata al costo
complessivo della gestione post-operativa. In caso di
autorizzazione della discarica per lotti la garanzia per la post-
chiusura può essere prestata per lotti.
43. Garanzie finanziarie
art. 14 dlgs 36/2003
3. Fermo restando che le garanzie di cui ai commi 1 e 2, nel
loro complesso, devono essere trattenute per tutto il tempo
necessario alle operazioni di gestione operativa e di
gestione successiva alla chiusura della discarica e salvo che
l'autorità competente non preveda un termine maggiore
qualora ritenga che sussistano rischi per l'ambiente:
a) la garanzia di cui al comma 1 è trattenuta per almeno due
anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma
3;
b) la garanzia di cui al comma 2 è trattenuta per almeno trenta
anni dalla data della comunicazione di cui all‘art. 12, comma
3.
44. Caratterizzazione base
art. 2 DM 3.08.2005
1. Al fine di determinare l'ammissibilità dei rifiuti
in ciascuna categoria di discarica, così come
definite dall'art. 4 dlgs. 36/2003, il produttore
dei rifiuti è tenuto ad effettuare la
caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di
rifiuti conferiti in discarica.
Detta caratterizzazione essere effettuata prima
del conferimento in discarica ovvero dopo
l'ultimo trattamento effettuato.
2. La caratterizzazione di base determina le
caratteristiche dei rifiuti attraverso la raccolta
di tutte le informazioni necessarie per lo
smaltimento finale in condizioni di sicurezza…
45. Caratterizzazione base
art. 2 DM 3.08.2005
3. La caratterizzazione di base è effettuata in
corrispondenza del primo conferimento e ripetuta
ad ogni variazione significativa del processo che
origina i rifiuti e, comunque, almeno una volta
l'anno.
46. Verifica in loco
art. 4, comma 1, DM 3.08.2005
Ai fini dell'ammissione in discarica,
il gestore dell'impianto deve sottoporre
ogni carico di rifiuti ad ispezione
prima e dopo lo scarico e
controllare la documentazione attestante
che il rifiuto è conforme ai criteri di
ammissibilità dal presente decreto per la
specifica categoria di discarica.
47. Verifica conformità
art. 3, comma 1 e 2, DM 3.08.2005
I rifiuti giudicati ammissibili a una determinata
categoria di discarica sulla base della
caratterizzazione di base di cui all'art. 2 del
decreto, sono successivamente sottoposti alla
verifica di conformità per stabilire se possiedono
le caratteristiche della relativa categoria e se
soddisfano i criteri di ammissibilità previsti
La verifica di conformità è effettuata dal gestore
sulla base dei dati forniti dal produttore in fase di
caratterizzazione, con la medesima frequenza
della caratterizzazione di base
48. Analisi ambientale della
gestione dei rifiuti:
studiata con il metodo
dell’Analisi del Ciclo di Vita
(LCA)
49. Scopo dello studio
Valutare l’impatto ambientale causato
dalla gestione integrata dei rifiuti
mediante l’Analisi del Ciclo di Vita
LCA ( Life Cycle Assessment )
50. LCA (Life Cycle Assessment)
“L’LCA è un processo che permette di valutare gli
impatti ambientali associati ad un prodotto,
processo o attività, attraverso l’identificazione e
la quantificazione dei consumi di materia ed
energia e delle emissioni nell’ambiente e
l’identificazione e la valutazione delle opportunità
di diminuire questi impatti.”
“SETAC” ( Society of Environmental Toxicology and
Chemistry, [1993] )
51. Schema dell’LCA (UNI–ISO 14040)
OBIETTIVO
UNITA’ FUNZIONALE
FUNZIONE DEL SISTEMA
CONFINI
MATERIALI ENERGIE
INVENTARIO
PROCESSI
COMPETENZE:
INGEGNERIA, FISICA,
EMISSIONI BIOLOGIA, CHIMICA,
MEDICINA, ECONOMIA
CLASSIFICAZIONE CARATTERIZZAZIONE NORMALIZZAZIONE VALUTAZIONE
VALUTAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE
METODO ECO INDICATOR 99
PROPOSTE PER LA
RIDUZIONE DEL DANNO
52. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DEI
CONFINI DEL SISTEMA
Obiettivo dello studio I confini del sistema
Determinare il danno I consumi di materia ed
ambientale dovuto alla energia e gli stress
gestione integrata degli ambientali connessi con lo
RSU a Monte di Procida smaltimento RSU di Monte
da Maggio 2002 ad aprile
di Procida in un anno.
2003
Unità funzionale 1 TONNELLATA DI RIFIUTI
53. ANALISI D’ INVENTARIO
(per ogni componente dell’inventario è stato creato un processo)
Raccolta dei dati
Process Organico
Process Secco Indiff.
Process Metalli
Process Gestione
Impatto Ambientale
Process Vetro inegrata rifiuti MdP
Process Plastica
Process Carta-cartone
Process Ingombranti
54. Eco Indicator 99
1 kg di SOSTANZA EMESSA 1 kg CO2
fattori di CARATTERIZZAZIONE
SALUTE UMANA: SOSTANZE CANCEROGENE
(DALY: Disability MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. ORG.) 2,1E-7daly/kg
Adjusted Life Years) MALATTIE RESPIRATORIE (SOST. INORG.)
CAMBIAMENTI CLIMATICI
IMPOVERIMENTO DELLO STRATO DI OZONO
RADIAZIONI IONIZZANTI
QUALITA’ : ACIDIFICAZIONE/EUTROFIZZAZIONE
dell’ECOSISTEMA ECOTOSSICITA’
(PDF*m2*anno: Potentially USO DEL TERRITORIO
Disappeared Fraction)
IMPOVERIMENTO MINERALI
di RISORSE : COMBUSTIBILI FOSSILI
(MJ Surplus)
64,7
(salute umana)
fattori di NORMALIZZAZIONE
Inverso del danno subito dal cittadino medio europeo in 1 anno
300
(salute umana)
fattori DI VALUTAZIONE
Importanza relativa delle categorie di danno 0,004076 Pt/kg
55. Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a
Monte di Procida
Rifiuti
RACCOLTA PORTA A
PORTA
Raccolta Raccolta
differenziata Indifferenziata
IMPIANTO
STOCCAGGIO Secco Organico
indifferenziato
Riciclo DISCARICA IMPIANTO DI
PRETRATTAMENTO
PERCOLATO BIOGAS
Ammendante
TERRENO AMBIENTE
56. Esempio di tratta,emto dei dati con il metodo
con ECO-indicator 99
Human Healt
1 kg di co2 Calcoli statistici 2,1E-7 DALY/kg
(Climate change)
Caratterizzazione Fattore di 2,1E-7 DALY/kg
Caratterizzazione(x 1)
Fattore di
Normalizzazione Normalizzazione(x 64,7) 1,36E-5 [-]
Fattore di
Valutazione 3,4E-5 Pt/kg
Valutazione(x 2,5)
57. Diagramma a blocchi della gestione integrata RSU a
Monte di Procida
Stazione
di Ingomb
stoccaggio
Carta Plastica Allum. Metalli Vetro Legno
TRASPORTI
PAPIROSUD CO.RE.PLA. C.I.A.L. C.N.A. EUROVETRO Rilegno
s.r.l. Lombardia Lombardia Puglia s.a.s. s.p.a.
Scafati (Sa) Volla(Na) Avellino
58. Lo studio
Dati MdP
LandGEM HELP
produzione produzione
del biogas di percolato
-Raccolta e trasporto LCA della -Raccolta Differenziata
RSU gestione dei -processi di selezione
-compattazione RSU rifiuti a MdP
Danno
ambientale
59. HELP
Dati d’input:
• dati climatici giornalieri (precipitazioni, temperatura,
irraggiamento solare), generali(umidità relativa);
• superficie della discarica;
• caratteristiche stratigrafiche della discarica;
P + RC – R – ET = Lr + Li
P: precipitazioni;
RC: ricircolo;
R: ruscellamento;
ET: evapotraspirazione effettiva;
Li: percolato infiltrato in falda;
Lr : percolato raccolto dai dreni.
60. LandGEM
Dati d’input:
•Quantità di rifiuti conferiti annualmente
•Caratteristiche dei rifiuti (frazione degradabile, peso specifico)
•Caratteristiche dell’impianto di captazione (profondità e raggio di
influenza dei pozzetti)
•Anno di chiusura della discarica
Emissioni di CH4
400000
In uscita il programma 350000
restituisce anno per anno 300000
le emissioni di ogni 250000
componente del biogas
CH4(mc)
200000
150000
100000
50000
0
1980 2030 2080 2130 2180 2230
anni
61. Struttura dello studio
LCA dei rifiuti LCA dei rifiuti
da raccolta da raccolta
indifferenziata differenziata
LCA della gestione
integrata dei
rifiuti nel comune
di Monte di
Procida
62. Caratterizzazione del Process Gestione
integrata RSU MdP
La CARATTERIZZAZIONE:
Human Health: -4,06E-9DALY;
Ecosystem Quality: -0.00479 PDFm2y;
Resources: -0.152 MJ Surplus.
63. Valutazione del Process Gestione
integrata MdP
La VALUTAZIONE:-0,00019Pt/Kg
Energia:64,68%;
Human Health: 0,346%;
Ecosystem Quality: 1.232% ;
Resources: 33,74%.
64. Caratterizzazione del process ‘discarica’
La CARATTERIZZAZIONE:
Human health: (3,73E-7 DALY); il danno maggiore è dovuto alle emissioni
di metano e CO2(56%);
Ecosystem Quality: (0.0218 PDF*m2y); il danno maggiore è dovuto alle
emissioni di ammoniaca del percolato (73%);
Resources: (0,024 MJ Surplus); il danno maggiore è dovuto al consumo di
combustibile per la raccolta(90%)
65. Ricerca di soluzioni meno
impattanti
Confronto tra tre metodi di valutazione
dell’impatto ambientale per determinare
eventuali analogie e differenze. Il
confronto è stato condotto tra lo
smaltimento rifiuti in discarica e con
termovalorizzatore.
Ecoindicator 99 EPS 2000 Edip 96
66. Il metodo EPS 2000
1.Caratterizzazione C(j) 2.Valutazione
Aspettativa di vita
VD(j)=C(j)*V(j)
Malattia grave
Malattia Unità di misura
Salute umana
Disturbo serio delle 4
Disturbo
categorie di
Person Years (YOLL)
danno è ELU
(environmental
Capacità di crescita dei raccolti load unit)
Capacità di crescita della foresta
Capacità di
Produzione di carne e di pesce 3.Ponderazione
produzione
Acidificazione del suolo
dell’ecosistema Per tutte le 4
Produzione di acqua per irrigare
Produzione di acqua potabile categorie il
Kg e H+ eq. per Acidif. del suolo fattore di
ponderazione
Quantità di Esaurimento delle riserve vale 1. Le unità
risorse abiotiche ELU/Kg
di misura sono
le stesse
Biodiversità Estinzione di specie
ELU
67. Il metodo Edip 96
1. Caratterizzazione P(j) 2.Normalizzazione
C 1. Riscaldamento terrestre g CO2
A 2. Impoverimento dell’ozono g CFC11 NP(j) = P(j)/T*R(j)
T
E 3. Acidificazione g SO2 T:tempo di durata
G del servizio,
O 4. Eutrofizzazione g NO3
R R(j):danno mondiale
5. Smog fotochimico g etano
I
E 6. Ecotossicità cronica nell’acqua
7. Ecotossicità acuta nell’acqua
8. Ecotossicità cronica nel suolo
D g/m3
’ 9. Tossicità umana dovuta all’aria
10. Tossicità umana dovuta all’acqua 3.Ponderazione
I
M 11. Tossicità umana dovuta al suolo
P 12. Rifiuti da discarica
A WP(j) = NP(j)*WF(j)
13. Rifiuti rischiosi
T 14. Rifiuti radioattivi kg
T 15. Scorie/ceneri WF(j) = Danno 1990
O 16. Risorse (tutte) Target 2000
68. Confronto con ECO-indicator WE
La VALUTAZIONE:
Il processo di smaltimento in discarica provoca un danno totale di
6,44E-5 Pt dovuto al biogas e al percolato(come visto in
precedenza).
Il processo di smaltimento con l’inceneritore provoca un danno
evitato totale di –2,73E-5 Pt,bilanciato tra il danno dovuto alle
emissioni conseguenti al processo di combustione come CO2,polveri e
metalli pesanti(2,94E-5 Pt) e il danno dovuto al recupero di energia
elettrica(4,06E-5 Pt).
69. Confronto con EPS 2000
La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 0,141 Pt.
Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale
0,0954 Pt.
70. Confronto con EDIP 96
La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,26 Pt.
Il danno dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore vale 0,118 Pt.
71. Confronto con EDIP 96(solo risorse)
La VALUTAZIONE:
Il danno dovuto allo smaltimento in discarica vale 1,65E-8 Pt.
Il danno evitato dovuto allo smaltimento con termovalorizzatore
vale –1,87E-6 Pt.
72. Tutti e tre i metodi hanno evidenziato un minor impatto ambientale
dello smaltimrnto Rsu con termovalorizzatore.Infatti anche se i tre
metodi non sono confrontabili per le categorie di impatto,essi
indicano una direzione di valutazione univoca.
Analogie
Differenze
1.I valori del danno sull’ambiente e sull’uomo sia nella fase di
caratterizzazione sia nella fase di valutazione sono diversi, così
come sono diverse le unità di misura che esprimono per i tre metodi
il valore del danno.
2.Diverse categorie di impatto.
73. Conclusioni
Lo studio mette in evidenza i vantaggi dovuti al riciclo
dei materiali.In particolare si è visto come siano
particolarmente vantaggiosi il riclo di metalli,plastica e
cartoni.Per quanto riguarda il confronto, nei tre metodi
ha influito molto il recupero di energia elettrica.