Le ferie retribuite sono un diritto sancito dalla Costituzione Italiana. Sono una conquista che i lavoratori hanno ottenuto a partire dal Novecento, con l’affermarsi dello Stato sociale.
1. QUANDO LO STATO TI MANDA
IN VACANZA… E SEI PAGATO
Luglio 2016
2. FERIE: CHE TRAGUARDO!
Le ferie retribuite sono un diritto sancito dalla Costituzione Italiana:
«Illavoratorehadiritto(…)aferieannualiretribuite,enonpuòrinunziarvi»
(art. 36, comma 3); il nostro Codice Civile stabilisce che il lavoratore
«ha diritto (…) ad un periodo annuale di ferie retribuito, possibilmente
continuativo».
Anche la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, all’art.
31, sancisce: «Ogni lavoratore ha diritto a una limitazione della durata
massima del lavoro e a periodi di riposo giornalieri e settimanali e a
ferie annuali retribuite».
Ma è stato sempre così?
No. Si tratta di una conquista che i lavoratori hanno ottenuto a partire
dal Novecento, con l’affermarsi dello Stato sociale, dapprima solo per
poche categorie di lavoratori — soprattutto impiegati — e per periodi
limitati.
3. Il sostantivo ferie deriva dal latino
feriae e, nel mondo romano, indicava
il giorno dedicato al culto degli Dei
durante il quale erano sospese tutte
le altre attività.
Eraancheproibitoesercitareilpotere
giudiziario e convocare comizi.
Con il diffondersi del Cristianesimo,
la parola ferie cambia di significato:
indica i giorni della settimana non fe-
stivi dedicati alla celebrazione di un
Santo, dal lunedì (feria secunda) al
venerdì (feria sexta).
LE ORIGINI
Curiosità
La differenza di significato
tra ferie e feriale.
Il sostantivo indica un pe-
riodo di vacanza, l’aggettivo
(dal latino ferialis) invece un
periodo lavorativo.
4. REGNO UNITO: DAL BANK HOLIDAY ACT...
Nel 1871, il Parlamento del Regno Unito approvò il Bank Holiday Act,
una legge che elencava i giorni di festa.
Fu proposta da John Lubbock, archeologo e banchiere appassionato
di cricket tanto da asserire che i lavoratori delle banche dovessero
avere il diritto di partecipare ai match di questo sport.
Ai lavoratori delle banche di Inghilterra, Irlanda e Galles furono
riconosciuti quattro giorni di ferie all’anno, più o meno concomitanti
con le principali competizioni di cricket.
5. ... A OGGI
AmenodiduesecolidalBank
Holiday Act, i lavoratori sono
passati da quattro giorni a
quattro settimane di ferie
l’anno obbligatorie, nel senso
che non è possibile converti-
re in denaro le vacanze non
godute.
Tutele & contro tutele
Il lavoratore ha l’obbligo di chiedere
le ferie con un anticipo almeno pari
al doppio dei giorni richiesti. Per
esempio, se si vogliono due giorni di
ferie è necessario chiederli almeno
quattro giorni prima.
Il datore di lavoro può negare
l’autorizzazione solo se lo dice tanti
giorni prima quanto quelli richiesti
dal lavoratore. Per esempio, se i
due giorni sono il 10 e l’11 agosto, il
diniego arriverà entro l’8 agosto.
6. FRANCIA: LE FERIE FANNO LA “FELICITÀ”
Francia, 1925: l’Assemblée nationale approva un disegno di legge
che riconosce quindici giorni di ferie retribuite a tutti i lavoratori. Peccato
che questa proposta sia stata bocciata dal Senato!
Nel 1936, con il Front populaire al Governo, viene riesaminata
e finalmente approvata. La Francia è l’unico Paese d’Europa a
riconoscere il diritto alle ferie a tutti i lavoratori che, per la prima volta,
durante quell’estate, scoprirono cosa volesse dire andare in vacanza.
Léo Lagrange, Sottosegretario allo Sport e al Tempo libero, definì il
1936 «1° anno della felicità» e ottenne dalle Ferrovie francesi il 40%
di sconto sul biglietto per gli operai diretti al mare o in montagna.
7. Il lavoratore matura il diritto alle
ferie dal primo mese di contratto
fino a trenta giorni l’anno (due giorni
e mezzo ogni quattro settimane di
lavoro).
Deve trascorrere almeno 24 giorni di
vacanza all’anno, la metà dei quali tra
maggio e ottobre.
W la solidarietà
Se in Francia lavori ma vuoi
prenderti un periodo di
assenza, non per vacanza
né per malattia ma per
aiutare gli altri, puoi ottenere
un congedo di solidarietà
internazionale non pagato
fino a 6 mesi.
FRANCIA: VADO IN VACANZA
MA PER AIUTARE GLI ALTRI
8. GERMANIA: DALLE FERIE
AL “LAVORO QUANDO VOGLIO”
Il lavoratore tedesco, più o meno al pari di tutti i suoi colleghi in
Europa, usufruisce di 24 giorni di ferie pagate: Anspruch auf bezahlten
Erholungsurlaub.
Maeccoun’iniziativapionieraepotenzialmentedirompente.L’azienda
Trumpf, che produce macchinari laser, ha messo a punto un’innovativa
organizzazione del lavoro fondata su orari flessibili: ogni dipendente
può scegliere di svolgere da 15 a 40 ore a settimana, quando vuole.
Nonsolo,maèpossibileancheprendereun annosabbaticoolavorare
per metà anno a mezzo stipendio.
Il fatturato ne risente? Macché, secondo la titolare Nicola Leibinger-
Kammueller, i lavoratori sono più produttivi e motivati. Lei stessa è
una fan del tempo libero e, diversamente dalla maggior parte dei suoi
colleghi nel mondo, non è mai raggiungibile se fuori ufficio.
9. IN ITALIA. ABBASSO LA DEMAGOGIA!
Giuseppe Bottai, Ministro delle Cor-
porazioni e dell’Educazione Naziona-
le, considerò le ferie «pratici benefici
che i lavoratori non erano mai riusciti
a raggiungere attraverso i cartelloni
demagogici della democrazia [...]».
La Carta del Lavoro fu poi integrata
nel Codice Civile del 1942, e acquisì
valore di Legge.
La Carta del Lavoro, ap-
provata dal Gran Consiglio
del Fascismo nel 1927, sancì
all’art. XVI: «Dopo un anno
di ininterrotto sevizio il pre-
statore d’opera, nelle impre-
se a lavoro continuo, ha di-
ritto ad un periodo annuo di
riposo feriale retribuito».
10. ME LE VUOI PAGARE DI MENO? NON PUOI!
Il Decreto Legislativo 66/2003 stabilisce il diritto a un minimo di
quattro settimane di ferie, cioè ventotto giorni di calendario.
È un periodo minimo, che può essere esteso tramite i contratti di
lavoro collettivi o individuali.
Le ferie sono stabilite per lo più dal datore di lavoro: se l’azienda
chiude per un determinato periodo allora si parla di ferie collettive
e in questo caso il lavoratore non può opporsi.
Sono un diritto irrinunciabile, quindi il datore di lavoro ha l’obbligo
di assegnarle e dare al lavoratore la stessa retribuzione. Ogni patto
individuale o collettivo che preveda una remunerazione inferiore è
incostituzionale.
11. UN DIRITTO A MACCHIA DI LEOPARDO
Negli Stati Uniti le ferie non
sono un diritto garantito
dalla Legge, così come
neppure il giorno di riposo
settimanale.
Ed è così anche in Australia,
Nuova Zelanda, Sri Lanka,
per citarne alcuni.
Questo discorso non vale
però per le festività nazio-
nali, che negli USA sono
sacrosante! Nessuna retribu-
zione è prevista, neanche se
ti ammali.
Il contesto
Le ferie sono pattuite liberamente
tra datore di lavoro e lavoratore e, in
media, il 77% dei cittadini USA gode
di vacanze remunerate, circa tredici
giorni l’anno.
Tuttavia, poiché le ferie non sono
garantite dalla Legge, i lavoratori
part-time e quelli meno pagati si
sentono penalizzati, e non avendo la
certezza del lavoro preferiscono non
chiedere giornate di riposo.
12. GIAPPONESI, I VERI EREDI DI STACHANOV
Che in Giappone si lavori molto è cosa risaputa, tanto che solo
il giapponese dispone di un termine ad hoc per indicare la morte
causata da stress da lavoro, karoshi.
Il fenomeno ha un boom negli anni Novanta: la crisi economica
fa perdere il lavoro a molti e gli altri, per paura di perdere il posto,
lavorano sempre di più.
È un fenomeno ingestibile, tanto che il Governo Giapponese ha
proposto le ferie per legge, obbligando tutti i lavoratori giapponesi
a trascorrere almeno cinque giorni di vacanze, dei dieci previsti
per legge.
È anche un provvedimento pro-consumi: i giapponesi che
lavoreranno meno avranno modo di uscire e fare acquisti, con il
duplice auspicato effetto di rilanciare i consumi.
13. FERIE? CI RINUNCIO!
Secondol’Expedia’s2015VacationDeprivationStudy,nonèsololo
“spirito di servizio” a spingere i lavoratori di tutto il mondo a rinunciare
alle ferie bensì una serie di altre motivazioni:
il 19% è una formica, ovvero vuole accumulare le vacanze dell’anno
in corso per prenderle insieme a quelle che gli spetteranno il
prossimo anno;
il 23% non riesce a coordinare i giorni liberi con quelli della propria
famiglia;
il 17% preferisce convertire le ferie in denaro;
il 7% ha paura che la richiesta di riposo sia malvista dai propri
datori di lavoro, soprattutto nella Corea del Sud e in India.
14. TROPPO LAVORO FA MALE
Aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e accresce la
stanchezza: è il risultato di uno studio che evidenzia la correlazione
tra super-lavoro e salute; non solo, è dimostrato che ogni ora in più
trascorsa in ufficio è meno produttiva di quella precedente.
Senzacontarecheanchequandosiamoinvacanzaosemplicemente
fuori ufficio, smart-phone, tablet eccetera possono riportarci con la
mente al lavoro. In vacanza e-mail e messaggi sono controllati una
volta al giorno in media dal 25% dei lavoratori.
Non ci fermiamo mai, neppure quando prendersi una pausa è una
questione di salute!
15. ALLA RICERCA DEL GIUSTO EQUILIBRIO
Secondo un’altra ricerca, le vacanze servono agli impiegati per
essere più produttivi e motivati, tuttavia, non tutti i datori di lavoro
sembrano essere così illuminati:
peril40%deilavoratoriilpropriocapononècontentodiconcedere
le ferie, chiede di non staccare mai la spina e di occuparsi delle
questioni d’ufficio anche fuori orario;
glialtri,cheincoraggianoipropridipendentiadandareinvacanza,
sono considerati degli eroi!
Investire nel benessere dei propri dipendenti può avere un impatto
positivo sulla produttività della propria squadra, a partire dal
management che su questo dovrebbe dare il buon esempio. E al
ritorno, tutti più felici di lavorare!
16. LA FINE DELLE FERIE?
Le ferie iniziano a essere un concetto desueto, una conquista del
Novecento che mal si adatta alle condizioni contemporanee del
lavoro.
Siamo agli albori del loro superamento?
Si diffonde una nuova mentalità: dalle ferie in giorni concordati
all’orario flessibile di lavoro, affinché i lavoratori siano se non padroni,
quantomeno comproprietari del loro tempo.
17. LEIBINGER-KAMMUELLER
E BRANSON. NUOVI EROI!
Un altro esempio, oltre alla già citata Nicola Leibinger-Kammüller:
Richard Branson (Virgin) cancella l’orario di lavoro e sul suo blog
afferma che sono i dipendenti a dover gestire il proprio tempo libero,
sono i risultati che contano:
«Sta ai dipendenti decidere quando hanno voglia di prendersi
qualche ora, un giorno, una settimana o un mese di ferie, con la sola
consapevolezza che lo faranno quando si sentono al 100% fiduciosi
che la loro assenza non danneggerà il lavoro, e naturalmente
nemmeno la loro carriera».
L’inizio di una nuova rivoluzione nel mondo del lavoro?
18. Telos Analisi & Strategie
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