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28 novembre 2013

Rapporto Cncpt: in cinque anni 995 morti nei
cantieri, ma il trend è in discesa
di Massimo Frontera
Gli infortuni in edilizia hanno un costo sociale calcolato in 5 miliardi all'anno (su 45 miliardi complessivi degli
infortuni sul lavoro). Lo dicono i dati contenuti nel Rapporto 2013 sulla sicurezza nelle costruzioni elaborati dal
Cresme con il Cnpct (Commissione nazionale dei comitati paritetici territoriali costituiti da rappresentati di imprese e
sindacati). Il rapporto, presentato oggi a Roma, è il frutto di una puntuale e intensa attività di ricognizione condotta
effettuando quasi 50mila visite in 28.448 cantieri in Italia. Attività che ha consentito di riscontrare 73mila
inadempienze di cui 15mila gravi. Sia dalla ricognizione effettuata sul campo dal sistema dei Cpt, sia dai più
sistematici dati rilevati dall'Inail, emerge chiaramente una tendenza in calo, sia per le morti in cantiere, sia più in
generale per gli infortuni.
I numeri
Nel corso dei cinque anni del periodo 2008-2012 gli infortuni in cantiere sono passate da 96.255 a 52.046, quasi
dimezzandosi (-46%). Il calo è avvenuto a una velocità pressoché doppia rispetto all'analoga tendenza generale
degli infortuni sul lavoro, che nel 2012 sono stati 656.514, in calo del 25% rispetto al 2008.
Anche per quanto riguarda i soli incidenti mortali il rapporto rileva (sulla base dei dati Inail) una diminuzione dai 218
del 2008 ai 137 del 2012. «ll calo non è dovuto solo alla riduzione degli occupati operanti nel settore dovuta alla
crisi - sottolinea l'indagine -. Rapportando il numero di casi mortali agli occupati nel settore, l'indice per gli infortuni
mortali nell'edilizia al livello nazionale è stato nella media del quinquennio di circa 11 casi ogni 100 mila occupati nel
triennio 2008-2010, sceso a 10 nel 2011 e a meno di 8 nei dati del 2012». Questo per quanto riguarda la statistica
nazionale. L'analisi a livello territoriale fa emergere il maggior numero di incidenti mortali nelle regioni del Sud. In
valore assoluto nei cantieri del nord Italia, ci sono state 64 morti in cantiere nel 2012 contro i 53 morti nel
Mezzogiorno e le 20 morti nel Centro. Ma se si guarda l'incidenza (rispetto agli occupati), il tasso è maggiore al
Sud, con 0,105 contro 0,072 del nord e 0,055 del Centro Italia. Non solo. I dati mostrano che il trend di calo è stato
più veloce al nord, con un trend di diminuzione del 40% degli infortuni mortali, contro un tasso di -26,4% al Sud e 048 al centro. Insomma c'è molto ancora da fare.
Curiosamente, se si prendono in considerazione l'insieme degli infortuni, le regioni del Sud appaiono più virtuose,
nel senso che - stando ai dati rilevati dall'Inail sulle segnalazioni di infortuni in cantiere - le regioni del nord, e in
particolare del nordest, mostrano numeri più elevati delle stesse regioni del Mezzogiorno. «Il sospetto - spiega
Lorenzo Bellicini, amministratore delegato del Cresme - è che nelle aree del Mezzogiorno non vengano segnalati
molti infortuni non gravi».
La proposta
«Sulla sicurezza nei cantieri è stato fatto molto ma non basta - dice Pino Moretti direttore di Cncpt (Commissione
nazionale enti paritetici) -. Il tema delle morti sul lavoro è un tema che abbiamo di fronte e il ruolo dei cpt è
decisivo». Dagli enti paritetici è partita anche una proposta che promette di dare un contributo sia alla riduzione
delle morti e degli infortuni, sia alla costruzione di una cultura della sicurezza. Si tratta della cosiddetta
"'asseverazione" dei modelli organizzativi delle imprese all'interno del cantiere in tema sicurezza. «In realtà il
sistema dell'asseverazione è già previsto dal testo unico sulla sicurezza, ma è tuttora inattuato», riferisce Moretti.
«In base alle possibilità di attivare iniziative in materia di sicurezza attribuite ai Cpt dal testo unico sulla sicurezza spiega Moretti - ci siamo attivati coinvolgendo l'Uni, l'ente italiano di normazione, nella definizione di una lista di
accorgimenti organizzativi finalizzati alla sicurezza sui quali chiedere l'impegno da parte dell'impresa». «Nel caso
l'impresa si impegni ad adottare questo modello organizzativo, il cpt territorialmente competente può asseverarlo».
In questo caso, oltre a ridurre all'origine le situazioni di rischio per i lavoratori del cantiere, l'impresa ottiene subito
un concreto vantaggio. «Si tratta - aggiunge Moretti - del vantaggio previsto dall'articolo 30 del testo unico sulla
sicurezza». Si tratta in particolare, recita l'articolo 30 del Dlgs 81 del 2008 (testo unico sulla sicurezza)
dell'«efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle
associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231».
28 novembre 2013
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