Norco College - M4MH Athlete Pilot - 4.30.24 - Presentation.pdf
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1. IL VELO DI MAYA
“... è Maya il velo dell’illusione, che ottenebra le
pupille dei mortali e fa loro vedere un mondo di cui non
si può dire né che esista né che non esista; il mondo,
infatti, è simile al sogno, allo scintillio della luce solare
sulla sabbia che il viaggiatore scambia da lontano per
acqua, oppure ad una corda buttata per terra ch’egli
prende per un serpente.”
antica saggezza religiosa indiana, conservata nei versi dei Veda
prof.ssa Elisabetta
2. Arthur SCHOPENHAUER
Danzica 1788 – 1860 Francoforte
“La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.
Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è
sognare.”
Le influenze culturali
“Il mondo come volontà e
rappresentazione”
L'oggettivazione della Volontà
Dolore – piacere - noia
L'iter salvifico: arte – etica - ascesi
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
3. VITA e OPERE
Viaggi: Francia, Inghilterra, Germania, Italia.
università di Gottinga
1813: si laurea a Jena “Sulla Quadruplice radice del principio di Ragion
Sufficiente”
1818: opera principale “Il mondo come volontà e rappresentazione”
1820 - 1832: docente Università di Berlino con scarso successo
lascia Berlino a causa del colera e va a Francoforte
1851: “Parerga und Paralipomena”
Pessimismo cosmico
Anti-idealismo e anti-hegelismo
TEMATICHE PRINCIPALI
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
4. LE INFLUENZE CULTURALI
PLATONE la dottrina delle idee: forme eterne
sottratte alla caducità del mondo
KANT
impostazione soggettivistica della gnoseologia;
aspirazione presente nell'uomo alla metafisica;
fenomeno/noumeno
ILLUMINISMO
analisi della vita psichica come fisiologia del
sistema nervoso;
ironia e tendenza demistificatrice
ROMANTICISMO
irrazionalismo;
importanza dell’arte e della musica;
tema dell’infinito e del dolore
IDEALISMO: filosofia delle università
“bestia nera” critica a Hegel
SPIRITUALITA’
ORIENTALE
la sapienza orientale: il Velo di Maya e
l’ascesi come via di liberazione dal dolore;
ampio uso di immagini ed espressioni
prof.ssa Elisabetta
5. RAPPRESENTAZIONE – Vorstellung – Fenomeno – Gnoseologia
È la dimensione esteriore che l’individuo conosce applicando le
categorie di SPAZIO, TEMPO e CAUSALITÀ
È illusione, dimensione fenomenica - onirica: il Velo di Maya
“IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE”
Die Welt als Wille und Vorstellung
Schopenhauer delinea una duplicità di prospettive che vengono fatte
corrispondere alla distinzione kantiana fra FENOMENO E NOUMENO
VOLONTÀ – Cosa in Sé – Metafisica
È l’orizzonte che si schiude all’individuo quando rivolge lo sguardo alla
sua interiorità
È essenza della realtà, accessibile al filosofo che oltrepassa il Velo di
Maya
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
6. DIFFERENZE CON L’IMPOSTAZIONE KANTIANA
SCHOPENHAUER
FENOMENO NOUMENO FENOMENO NOUMENO
“cosa così
come
appare”
«illusione e
sogno»
Significato vicino alla filosofia
orientale
Illusione ingannevole, Velo di Maya
Rappresentazione
Esiste solo dentro la conoscenza
Oggetto della conoscenza
Unica realtà accessibile alla
mente umana
Esistente fuori dalla
conoscenza
Appreso tramite 12 forme a
priori
“cosa in sé”
inconoscibile,
concetto limite che
serve da pro-memoria
“realtà che si
nasconde dietro il
fenomeno”
realtà nascosta dietro
il Velo di Maya
KANT
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
7. LA COSA IN SÈ
IN KANT IN
SCHOPENHAUER
è NOUMENO in quanto
contrapposto al fenomeno, cioè
alla realtà quale oggetto di
conoscenza da parte di un
soggetto
è la REALTÀ considerata
indipendentemente da come
viene conosciuta
è un CONCETTO-LIMITE che ci
rammenta i confini della
conoscenza umana
è INCONOSCIBILE
è NOUMENO in quanto contrapposto
alla rappresentazione cioè alla
percezione illusoria a soggettiva
della realtà
è la REALTÀ considerata “al di là”
di ciò che appare
è “la” REALTÀ AUTENTICA che si
cela dietro alle apparenze
fenomeniche
è CONOSCIBILE
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
8. GNOSEOLOGIA
“Il mondo è una mia rappresentazione”
Kant: fenomeno è una realtà oggettiva ed esiste fuori dalla coscienza
Schopenhauer: il fenomeno è illusione ed esiste solo dentro la coscienza:
- questa scoperta è merito di Kant
- assioma di partenza della filosofia
OGGETTO
“ciò che viene conosciuto”
Soggetto e Oggetto sono indissolubilmente connessi
- MATERIALISMO: falso, in quanto nega il soggetto riducendolo
all’oggetto o alla materia
- IDEALISMO (Fiche): falso, in quanto nega l'oggetto riducendolo al soggetto
SOGGETTO
“ciò che tutto conosce senza
essere conosciuto da alcuno”
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
9. FORME A PRIORI
Schopenhauer ammette tre forme a priori: SPAZIO, TEMPO e CAUSALITA’. Esse sono
paragonate a dei vetri sfaccettati attraverso cui la visione delle cose si deforma.
La rappresentazione è, per questo, considerata una fantasmagoria ingannevole e la vita
qualcosa di simile ad una dimensione onirica.
KANT:
SPAZIO – TEMPO
+ 12 forme a priori
SCHOPENHAUER:
SPAZIO – TEMPO
+ 1 forma a priori
CAUSALITA'
la CAUSALITA' assume forme diverse a seconda degli ambiti in cui opera
principio di ragion sufficiente: nulla si verifica senza che sia possibile
indicare una ragione sufficiente a spiegare perché è così e non altrimenti
Esistere = produrre effetti sulla realtà cioè esistere significa “essere causa”
DIVENIRE
ratio fiendi,
fisica: regola i
rapporti tra i
fenomeni naturali
“necessità fisica”
ESSERE
ratio essendi,
matematica:
connessioni spazio
temporali e rapporti
matematici
AGIRE
ratio agendi,
morale: regola i
rapporti tra un’
azione e le sue
motivazioni
CONOSCERE
ratio cognoscendi,
logica: regola i
rapporti tra premessa
e conseguenze
“necessità formale”
CATEGORIE
prof.ssa Elisabetta
10. CORPO come via d’accesso privilegiata alla “cosa in sé”
corpo come oggetto (rappresentazione)
corpo come sede di bisogni e di desideri (volontà)
SCOPERTA DELLA COSA IN SÉ
Non può avvenire attraverso l’intelletto: che guarda alle cose
esteriori e le conosce come rappresentazioni, fenomeni, attraverso
le forme a priori
Ma con l’autocoscienza, rivolgendo lo sguardo dentro di noi, si
scopre un’altra dimensione quella della volontà, un mondo
irrazionale
VOLONTÀ
Principio metafisico: volontà di vivere
Principio cieco e irrazionale (contro Hegel)
UOMO = «animale metafisico»: si stupisce della propria esistenza e si interroga
sull’essenza ultima della vita “Il mondo è volontà”
LA VOLONTÀ DI VIVERE
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
11. ponendo la VOLONTÀ come ESSENZA DEL REALE
Schopenhauer individua una irrazionalità di fondo nella realtà, che lo
pone agli antipodi della tradizione idealistica:
Mentre Platone individua un dualismo
- IDEA (noumeno)
- MONDO SENSIBILE (copia fenomeno)
Per Schopenhauer la VOLONTA' (essenza della realtà) è immanente a
tutte le sue manifestazioni.
Schopenhauer afferma che la volontà non è solo l’essenza dell’uomo
ma l’essenza segreta di tutte le cose, la cosa in sé dell’universo
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
12. VOLONTÀ DI VIVERE: CARATTERI
INCONSCIA
perché è oltre la dimensione
fenomenica e si sottrae alle
forme a priori che la
caratterizzano
UNICA
perché esiste al di fuori
di spazio e tempo che
moltiplicano e
dividono gli enti
ETERNA
perché è oltre la forma del
tempo quindi non ha né
inizio né fine INCAUSATA
perché è oltre la
categoria di causa e si
configura come forza
libera
VOLONTÀ di VIVERE
energia a-logica e irrazionale
Con questa caratterizzazione della Volontà, Schopenhauer approda alla
tesi di ateismo.
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
13. L’ATEISMO
nel doloroso universo di Schopenhauer non trova spazio un Dio
che sia ente unico, incausato, eterno: questi caratteri,
tradizionalmente attribuiti a Dio, nel pensiero del filosofo
definiscono la
VOLONTÀ DI VIVERE
l'unico e vero assoluto per Schopenhauer
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
14. VOLONTÀ REALTÀ:
LE OGGETTIVAZIONI DELLA VOLONTÀ
La realtà finita (fenomenica) è una manifestazione della
volontà infinita che si oggettiva in essa attraverso due gradi
in un sistema di forme – modelli
- archetipi immutabili, universali
(aspaziali/atemporali) e unici di
tutte le cose: le IDEE nelle REALTÀ NATURALI,
strutturandosi in un sistema
gerarchico di gradi: SPAZIO -
TEMPO – CAUSALITÀ generano
la molteplicità di tutte le
cose finite
VOLONTÀ
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
15. DOLORE, PIACERE, NOIA
“La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra il dolore e la noia,
passando attraverso l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere.”
VOLERE = FONTE E CAUSA DI SOFFERENZA
DESIDERIO: NASCE DALLA MANCANZA
NON TROVA MAI APPAGAMENTO DEFINITIVO È INFINITO
Schopenhauer teorizza tre
STATI ESISTENZIALI
DOLORE
realtà originaria e principale
Posta la Volontà quale essenza
della realtà e poiché volere
significa desiderare qualcosa che
non si ha, lo stato di tensione
continua che ne deriva genera
sofferenza
PIACERE
Il godimento (fisico) e la
gioia (psichica) è
cessazione del dolore,
scarico da uno stato
preesistente di tensione,
che ne è condizione
indispensabile
NOIA
Subentra quando
viene meno il
desiderio o il
pungolo delle
preoccupazioni
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
16. PIACERE
la concezione del piacere come cessazione del dolore era stata già sostenuta
da Pietro Verri e da Giacomo Leopardi. Schopenhauer, in uno scritto, cita
esplicitamente il poeta Leopardi manifestando grande apprezzamento per
“l’italiano che ha saputo rappresentare in maniera profonda il dolore”
DOLORE
poiché la Volontà di vivere si manifesta in tutte le cose, il dolore non
riguarda solo l’uomo ma investe ogni creatura. L’uomo, tuttavia, soffre
più d’ogni altra creatura perché è dotato di maggiore consapevolezza ed è
destinato a sentire in maniera più vivace e distinta il pungolo della
Volontà. Fra tutti gli uomini, poi, il genio sperimenta la più acuta
sofferenza: “chi aumenta il sapere moltiplica la sofferenza” Ecclesiaste I, 18
Anche a questo proposito è evidente l’analogia con Leopardi: “Non gli
uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di
necessità. Non il genere umano solamente ma tutti gli animali. Non gli
animali soltanto ma tutti gli esseri al loro modo. Non gl’individui, ma le
specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi”. Pensieri, LXVIII
prof.ssa Elisabetta
17. NOIA
se nei concetti di piacere e dolore si riscontra una sostanziale analogia fra la
filosofia leopardiana e quella di Schopenhauer, i due pensatori divergono a
proposito della concezione della noia.
Per Leopardi la noia è prova della grandezza e della nobiltà dell’uomo, in quanto
segno di sproporzione tra la nullità e l’insufficienza delle cose terrene e la
grandezza del nostro desiderio.
“La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani: considerare
l’ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi,
e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio…” LXVII
Zibaldone
Per Schopenhauer esistono due tipi di noia: quella superficiale per cui “L'annoiato
lungi dal non volere, vuole” e rimpiange la vita intensamente vissuta nella tensione.
Una volontà più sofisticata, ma non meno tenace e sfibrante.
Ma esiste anche una noia profonda che caratterizza colui che è arrivato al termine
del percorso disperato della volontà di vivere: è la noia dell'asceta e del
contemplativo che non sfuggono più la noia anzi si sprofondano in essa poiché
questa condizione è il primo passo del raggiungimento della «morte in vita», del
rovesciamento della voluntas in noluntas
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
18. L’ITER SALVIFICO
l’influenza
delle sentenze pessimistiche del pensiero orientale “esistere è
soffrire”
di Platone “è meglio non essere nati piuttosto che vivere”
della tradizione biblico-cristiana “la vita è valle di lacrime”
inducono Schopenhauer alla teorizzazione della forma più radicale di
pessimismo mai formulata nella storia del pensiero occidentale.
Egli stesso però, rifiutando il SUICIDIO, come fuga da questo universo
doloroso, individua un percorso salvifico che conduca l’uomo alla
liberazione dal dolore.
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
19. IL RIFIUTO DEL SUICIDIO
Schopenhauer rifiuta il suicidio perché
non è negazione della Volontà ma, al contrario, la sua stessa forte
affermazione: “il suicida vuole la vita ed è solo malcontento delle condizioni
che gli sono toccate”
il suicidio è negazione di una sola manifestazione della Volontà, la quale, pur
morendo in un individuo, rinasce in mille altri
LA RINUNCIA ALLA VOLONTÀ (NOLUNTAS)
La volontà produce sofferenza: è il male
Malum mundi e mala in mundo
Redenzione dalla sofferenza (dal male)
rinunciare a volere (noluntas)
Tre modi per liberarsi dal male
ARTE produzione e fruizione estetica
ETICA della giustizia e della compassione
ASCESI prof.ssa Elisabetta
Sangalli
20. ARTE
l' ARTE è una forma di conoscenza che si rivolge alle idee, ossia alle forme
pure, ai modelli eterni delle cose. Ciò avviene perché in una qualsiasi
produzione artistica questo amore, questa guerra, questa sofferenza
vengono SUBLIMATE per rappresentare l’amore, la guerra, la sofferenza.
La contemplazione di un’opera d’arte permette all’uomo di svincolarsi
dalla realtà, dalla dimensione del particolare, ma solo temporaneamente:
subito dopo, infatti, l’uomo ricade vittima della Volontà.
PRODUZIONE e FRUIZIONE ARTISTICA
Produzione dell’opera d’arte ad opera del genio
Fruizione dell’opera d’arte da parte dell’uomo comune
Il creatore/fruitore:
- puro occhio che guarda
- la volontà tace
La cosa rappresentata: l’idea, il modello della cosa (Platone)
Transitorietà dell’esperienza estetica
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
21. ETICA della PIETÀ
L'ETICA implica, a differenza dell'arte, un impegno concreto nel mondo a favore del
prossimo. La morale schopenhaueriana non nasce da un imperativo categorico, come per
Kant, ma da un sentimento di pietà attraverso cui l’individuo avverte come proprie le
sofferenze degli altri (compassione). Ai suoi massimi livelli la pietà consiste nel far proprio
il dolore di tutti gli esseri passati e presenti e nell’assumere su di sé la sofferenza cosmica.
Ma anche l’etica della pietà permette una liberazione solo parziale dalla Volontà
FONDAMENTI E PRINCIPI DELL'ETICA
PRINCIPI
Giustizia volontaria (Neminem laede): astenersi dal fare il male
Com-passione (Adiuva omnes quantum potes): aiutare l’altro (agàpe, càritas)
Distinzione tra éros e agàpe
FONDAMENTI
Il passaggio dall’egoismo all’altruismo come redenzione dalla sofferenza e
dal male: Etica della giustizia e della compassione
L’altro uomo: stessa essenza, stessa sofferenza superamento del principium
individuationis (velo di Maya)
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
22. sarà con l’ascesi che l’uomo si riscatterà definitivamente dalla condizione di
vittima della VOLONTÀ DI VIVERE
L’ascesi è l’esperienza attraverso cui l’uomo si propone di espiare il proprio
desiderio di esistere, godere, volere. Essa è preparatoria allo stato di
NIRVANA, in cui i legami con il mondo sono completamente azzerati. L’ascesi
è la cessazione di qualsiasi istinto ed impulso ed è assoluta “indifferenza ”
verso le cose.
ASCESI
la castità perfetta che libera dall’impulso della generazione;
rinuncia ai piaceri, l’umiltà e il digiuno;
soppressione della Volontà ossia affermazione della NOLUNTAS spiegabile
anche con l’esperienza del nirvana o dell’estasi ed è l’esperienza del
nulla. Il NULLA in questo caso non è il niente ma è la negazione del
mondo. Se il mondo con le sue illusioni, le sue sofferenze è un nulla, il
nirvana è un tutto, è un oceano di pace in cui si dissolve la nozione
dell’io.
prof.ssa Elisabetta
Sangalli
23. LA CONDIZIONE DELLA NOLUNTAS
Dal punto di vista dell’uomo comune
è una condizione di non-vita
è un trapasso nel “vuoto nulla”
è una condizione assurda
Dal punto di vista del santo, del mistico
è una condizione di vita paradisiaca (nirvana)
IL MONDO INVECE È NULLA (SENZA-SENSO), PERCHÉ È
SOFFERENZA
prof.ssa Elisabetta
Sangalli