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Come creare una e-leadership
per lo sviluppo della sanità digitale
Certificazioni Ecdl per 4mila operatori
A scuola per gestire l’e-health
COMPETENZE INFORMATICHE
PRIMI RISULTATI
La sanità elettronica nel suo com-
plesso è un’opportunità fondamen-
tale per migliorare i processi di cura e
aumentare l’efficienza nell’uso delle
strutture ospedaliere e territoriali.
Nel nostro Paese il percorso di digi-
talizzazione nel settore sanitario proce-
de da tempo, ma con lentezza: ancora
nel 2013, secondo dati di una ricerca
Himms Analytics Europe presentati al
Forum Pa, sette strutture su dieci non
vanno oltre la cartella elettronica, e la
quota di spesa sanitaria ospedaliera
per l’informatizzazione era pari appe-
na all’1,4% del totale.
A fronte del progressivo sviluppo
dell’Agenda digitale italiana è lecito
attendersi una accelerazione, quanto
mai necessaria sia per offrire ai cittadi-
ni servizi sanitari innovativi e più effi-
cienti, sia per realizzare significativi
risparmi. L’Osservatorio Ict in Sanità
del Politecnico di Milano ha quantifi-
cato di recente in circa 15 miliardi di
euro l’anno i risparmi ottenibili da un
impiego efficace delle tecnologie digi-
tali e dalla migliore erogazione di ser-
vizi - senza compren-
dere peraltro nella sti-
ma altri elementi,
quali a esempio le ef-
ficienze che possono
essere indotte da un
migliore e più rapido
accesso all’informa-
zione e alla documen-
tazione scientifica su
supporto elettronico,
da parte di operatori
e pazienti.
Un fattore fondamentale per il suc-
cesso del percorso verso la sanità digi-
tale è rappresentato da una adeguata
competenza nell’utilizzo degli stru-
menti a essa connessi, da parte di tutto
il personale medico, infermieristico,
tecnico, amministrativo. L’ignoranza
informatica ha costi insostenibili in
termini di perdita di produttività e può
arrivare a vanificare i risultati di sforzi
di aggiornamento tecnologico impor-
tanti; anche per la sanità digitale vale
ciò che Aica afferma da tempo in
tema di Agenda digitale, ovvero la
necessità di allineare all’investimento
in tecnologie un adeguato investimen-
to in cultura e competenze.
Per la realizzazione completa di
una sanità digitale efficace ed efficien-
te, non bisogna però fermarsi alla sola
formazione operativa sugli strumenti
digitali.
È necessario investire anche nella
creazione di quella che la Comunità
europea ha definito “e-leadership”: ov-
vero investire nella creazione di un
“humus” di competenze che non sono
soltanto digitali, ma che incrociano
diverse altre discipline, così che chi
guida le organizzazioni sia in grado di
comprendere al meglio le opportunità
tecnologiche e di conseguenza utiliz-
zarle al massimo, e chi opera in una
organizzazione sappia comprendere il
valore delle innovazioni introdotte nel-
la sua quotidianità e sviluppi un atteg-
giamento favorevole.
Anche secondo l’Agid, che ha inse-
rito lo sviluppo dell’e-leadership nel
piano delle competenze digitali, è que-
sta la vera sfida dell’innovazione: dif-
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tori dovrebbero avere, necessarie a
“Immaginare, proporre, promuovere e
animare l’innovazione” nelle organiz-
zazioni; guidati in questo dall’impe-
gno e dall’esempio di figure di vertice
(e-leader) che abbiano fatto questa
strada e siano in grado di patrocinare,
sostenere, stimolare l’atteggiamento
collaborativo e innovativo necessario.
In particolare nella sanità digitale,
ciò significa essere capaci di progetta-
re, implementare e gestire servizi in
telemedicina, e strumenti operativi e
amministrativi digitali attraverso un
percorso nuovo, in cui si incontrano
diverse discipline: informatica, inge-
gneria, medicina, biologia, economia
aziendale, project management, gover-
nance di sistema, statistica e documen-
tazione...
Sono percorsi il cui sviluppo non
può essere pianificato senza una ade-
guata conoscenza del fenomeno, e co-
munque non senza avere coinvolto tutti
i livelli dell’organizzazione sanitaria:
con una formazione
di base degli operatori
sanitari, una formazio-
ne manageriale speci-
fica a livello di Dire-
zione generale e sani-
taria e una formazio-
ne specialistica dei
medici.
L’obiettivo finale
è la diffusione di una
cultura digitale che,
attraverso interventi di formazione
specifici per le varie figure professio-
nali, unisca i più vari elementi: il sa-
per fare tecnologico, che investe gli
strumenti del lavoro quotidiano e so-
prattutto l’essenziale elemento della
programmazione e gestione della sicu-
rezza operativa e del dato nei sistemi
di sanità digitale; la consapevolezza
che scegliere e utilizzare sistemi infor-
matici senza padroneggiarli è un ri-
schio, che inoltre compromette la buo-
na governance del sistema sanitario e
il livello delle prestazioni; la compren-
sione dell’impatto complessivo delle
tecnologie utilizzate sulle procedure
di cura e di assistenza.
È necessaria quindi una azione pen-
sata e concertata, cui Aica sta dando il
suo contributo partecipando ai diversi
tavoli dell’Agenda digitale e contri-
buendo alla riflessione sul tema, sulla
scorta anche di un serrato confronto
con le associazioni delle professioni
sanitarie e del settore e con la comuni-
tà accademica; il tutto configurando e
progettando percorsi di allineamento
che consentano di ricondurre anche le
competenze digitali del settore sanita-
rio nel quadro dei framework europei
di definizione delle competenze (e-
Cf), così da allineare il percorso italia-
no al percorso europeo dell’Agenda
digitale anche per questo importante
aspetto.
Pierpaolo Maggi
responsabile Ecdl Health - Aica
(Associazione italiana per
l’informatica e il calcolo automatico)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITALY FORUM 2014/ Formare professionisti in un settore che vale 6,8 mld di risparmi
I
dati parlano chiaro: introducendo
soluzioni tecnologiche in ambito sa-
nitario, le strutture potrebbero ri-
sparmiare 6,8 miliardi, di cui 168 per le
prenotazioni on line, 370 milioni per la
consegna dei referti via web, 1,39 miliar-
di della cartella clinica elettronica, 3 mi-
liardi con la deospedalizzazione di pa-
zienti cronici e all’assistenza domicilia-
re, 860 milioni per la dematerializzazio-
ne di referti e immagini, 860 milioni
attraverso sistemi di gestione informatiz-
zata dei farmaci, 150 milioni con il pro-
gressivo impiego di tecniche di virtualiz-
zazione. In più, tutto questo porterebbe a
un progressivo miglioramento nella qua-
lità dei servizi offerti ai pazienti con una
maggiore accessibilità e un risparmio
economico che potrebbe consentire di
investire risorse nel settore.
Sono questi i dati che hanno fatto da
sfondo a Sanitaly, forum sull’innovazio-
ne che si è svolto al Senato la scorsa
settimana a Roma con il patrocinio del
ministero della Salute. E in cui sono
state messe in evidenza alcune carenze
per la piena attuazione dell’e-health gra-
zie all’agenda digitale. In questo quadro
le professioni sanitarie - secondo Fernan-
do Capuano, presidente dei tecnici di
laboratorio biomedico - devono essere
soggetti attivi del processo, con una certi-
ficazione europea delle competenze digi-
tali. Il dossier formativo del professioni-
sta deve contenere necessariamente un
numero di crediti Ecm dedicati all’Ict. Il
Fascicolo sanitario elettronico, la tessera
sanitaria, la prescrizione digitale devono
avere una diffusione omogenea e decisa
su tutto il territorio nazionale. In più, il
prossimo Patto per la salute dovrebbe
già tenere conto dei programmi attuativi
della sanità digitale che ha assicurato
sicurezza nelle prestazioni, nella consul-
tazione dei dati clinici, anamnestici e
nella tracciabilità delle cure ricevute.
«La rete ha generato imponenti flussi
di dati - ha commentato Giovanni Scara-
muzzino, organizzatore dell’incontro -
che hanno coinvolto direttamente cittadi-
ni, medici, amministratori. Gli operatori
sanitari hanno in tempo reale i dati di
salute del paziente, mentre il cittadino
per la prima volta potrà consultare onli-
ne tutta la sua storia clinica, il Fascicolo
sanitario elettronico: le reti e-Care per
l’assistenza a domicilio, Cupweb per
l’accesso elettronico, le cartelle cliniche
elettroniche dei medici di famiglia. La
sanità deve fare i conti con lo sviluppo
mediatico. Un recente sondaggio condot-
to dal motore di ricerca Google ha mes-
so in evidenza che l’84% dei pazienti ha
rivelato di utilizzare sia fonti online che
offline per la valutazione delle strutture,
mentre il 98% ha effettuato la ricerca
tramite un pc fisso o portatile e circa un
terzo ha utilizzato un tablet o smartpho-
ne per effettuare prenotazioni a visite
specialistiche».
Red.San.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tema della e-health, nel quadro dello sviluppo dei
sistemi di telemedicina e di sanità elettronica, è in costan-
te evoluzione. Gli operatori delle professioni sanitarie si
trovano a utilizzare in modo sempre più pervasivo strumen-
ti digitali nell’attività quotidiana, pertanto le modalità con
cui assicurare sviluppo di competenze professionali adegua-
te, come meta finale del percorso formativo complessivo
(pre-laurea, post laurea, formazione continua) sono sogget-
te a un continuo cambiamento.
L’attività di Aica, l’Associazione italiana per l’informati-
ca e il calcolo automatico, incrocia tutte queste direttrici.
Aica rappresenta nel nostro Paese l’Ecdl Foundation, e
porta avanti le attività legate alle certificazioni informati-
che europee individuali e professionali. Da alcuni anni, ha
introdotto in Italia Ecdl Health: una certificazione informa-
tica volta ad assicurare la competenza del personale medi-
co nel gestire dati sanitari registrati elettronicamente e in
generale i processi automatizzati, attraver-
so l’uso di sistemi informativi computeriz-
zati. Ecdl Health si è diffusa rapidamente
nel quadro di numerose iniziative e pro-
grammi di importanti associazioni ed enti
sanitari italiani.
A oggi sono state erogate circa 4.000
certificazioni Ecdl health.
L’evoluzione del contesto operativo,
delle tecnologie disponibili e dei program-
mi per realizzare la sanità digitale ha impo-
sto nel tempo una serie di cambiamenti
che si sono concretizzati nell’aggiornamento del syllabus, il
documento che descrive le competenze da certificare per
ottenere Ecdl health; da ottobre scorso la prova d’esame
consente di scegliere diverse software suite indirizzate a
differenti categorie di addetti (medici di medicina generale,
medici ospedalieri, infermieri e amministrativi), per certifi-
care le competenze in materia di Sistema informativo sanita-
rio, di compiti e responsabilità professionali, di abilità del-
l’utente riguardo all’utilizzo dei sistemi e dei dati.
A questo cambiamento necessario si affianca, in conside-
razione della crescente diversificazione e complessità delle
attività sanitarie che richiedono l’utilizzo di strumenti digita-
li, un confronto serrato con le associazioni degli operatori
sanitari allo scopo di attuare ulteriori cambiamenti, che
consentano di integrare alle competenze di base quelle
richieste dalle specifiche attività: dall’utilizzo della cartella
clinica digitale (differente per medici e infermieri, a esem-
pio) alla capacità di gestire nel formato digitale gli esiti
degli esami di diagnostica per immagini, all’introduzione a
livello amministrativo del Fascicolo elettronico.
Sono inoltre state condotte interessanti sperimentazioni
legate all’ampliamento delle competenze digitali generali
richieste dalle professioni sanitarie. A partire da una prima
esperienza proposta fra il 2012 e il 2013, nell’aprile 2014 si
rinnova l’iniziativa in collaborazione con Club Medici,
Omceo di Rieti e Pc Servizi che propone corsi di informati-
ca a operatori sanitari, personale in ruolo amministrativo e/o
tecnico e studenti universitari delle facoltà di Scienze medi-
che. Si propone un percorso basato sulla Nuova Ecdl -
Patente Europea del Computer, che oggi ha una struttura
dinamica che consente di associare ad alcuni moduli base
moduli specifici a scelta relativi a specifiche competenze
digitali. Il modello proposto prevede un mix di elementi: sei
moduli provenienti dal percorso di certificazione Ecdl (cono-
scenze di base del computer, conoscenze
per il web, word processing, fogli di calco-
lo, presentazione, strumenti di collabora-
zione online) cui si aggiungono il modulo
Image Editing, per l’utilizzo dei program-
mi di gestione delle immagini (a esempio,
per consultare referti di diagnostica per
immagini digitali) e un modulo ereditato
dalla certificazione Ecdl - Diritto e Ict dedi-
cato al tema “Protezione dei dati personali:
privacy e sicurezza”.
Inoltre, Aica ha affrontato specifica-
mente anche il secondo aspetto della rivoluzione digitale -
quello legato all’accesso all’informazione e documentazio-
ne scientifica - sperimentando un nuovo modulo formativo
denominato Health Doc - Informazione e documentazione
scientifica. Il primo corso pilota si è concluso il 26 marzo
scorso, ed è stato realizzato presso l’Istituto Regina Elena di
Roma in collaborazione con Bibliotecari e Documentalisti
Sanità Ssn, che ha costituito un gruppo di lavoro composto
da esperti medici e scientifici collegati a organismi sanitari
e di ricerca italiani (Ifo Irg, Iss). Health doc ha l’obiettivo di
illustrare e far comprendere le metodologie di ricerca, im-
portanti per l’accesso ai trattamenti medici più aggiornati,
riguardanti: banche dati biomediche, e-journals, parametri
per la valutazione della ricerca, qualità del sito web, stru-
menti per l’educazione e responsabilizzazione del paziente,
applicazioni Web 2.0.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Si deve investire
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  • 1. Come creare una e-leadership per lo sviluppo della sanità digitale Certificazioni Ecdl per 4mila operatori A scuola per gestire l’e-health COMPETENZE INFORMATICHE PRIMI RISULTATI La sanità elettronica nel suo com- plesso è un’opportunità fondamen- tale per migliorare i processi di cura e aumentare l’efficienza nell’uso delle strutture ospedaliere e territoriali. Nel nostro Paese il percorso di digi- talizzazione nel settore sanitario proce- de da tempo, ma con lentezza: ancora nel 2013, secondo dati di una ricerca Himms Analytics Europe presentati al Forum Pa, sette strutture su dieci non vanno oltre la cartella elettronica, e la quota di spesa sanitaria ospedaliera per l’informatizzazione era pari appe- na all’1,4% del totale. A fronte del progressivo sviluppo dell’Agenda digitale italiana è lecito attendersi una accelerazione, quanto mai necessaria sia per offrire ai cittadi- ni servizi sanitari innovativi e più effi- cienti, sia per realizzare significativi risparmi. L’Osservatorio Ict in Sanità del Politecnico di Milano ha quantifi- cato di recente in circa 15 miliardi di euro l’anno i risparmi ottenibili da un impiego efficace delle tecnologie digi- tali e dalla migliore erogazione di ser- vizi - senza compren- dere peraltro nella sti- ma altri elementi, quali a esempio le ef- ficienze che possono essere indotte da un migliore e più rapido accesso all’informa- zione e alla documen- tazione scientifica su supporto elettronico, da parte di operatori e pazienti. Un fattore fondamentale per il suc- cesso del percorso verso la sanità digi- tale è rappresentato da una adeguata competenza nell’utilizzo degli stru- menti a essa connessi, da parte di tutto il personale medico, infermieristico, tecnico, amministrativo. L’ignoranza informatica ha costi insostenibili in termini di perdita di produttività e può arrivare a vanificare i risultati di sforzi di aggiornamento tecnologico impor- tanti; anche per la sanità digitale vale ciò che Aica afferma da tempo in tema di Agenda digitale, ovvero la necessità di allineare all’investimento in tecnologie un adeguato investimen- to in cultura e competenze. Per la realizzazione completa di una sanità digitale efficace ed efficien- te, non bisogna però fermarsi alla sola formazione operativa sugli strumenti digitali. È necessario investire anche nella creazione di quella che la Comunità europea ha definito “e-leadership”: ov- vero investire nella creazione di un “humus” di competenze che non sono soltanto digitali, ma che incrociano diverse altre discipline, così che chi guida le organizzazioni sia in grado di comprendere al meglio le opportunità tecnologiche e di conseguenza utiliz- zarle al massimo, e chi opera in una organizzazione sappia comprendere il valore delle innovazioni introdotte nel- la sua quotidianità e sviluppi un atteg- giamento favorevole. Anche secondo l’Agid, che ha inse- rito lo sviluppo dell’e-leadership nel piano delle competenze digitali, è que- sta la vera sfida dell’innovazione: dif- fondere competenze che tutti i lavora- tori dovrebbero avere, necessarie a “Immaginare, proporre, promuovere e animare l’innovazione” nelle organiz- zazioni; guidati in questo dall’impe- gno e dall’esempio di figure di vertice (e-leader) che abbiano fatto questa strada e siano in grado di patrocinare, sostenere, stimolare l’atteggiamento collaborativo e innovativo necessario. In particolare nella sanità digitale, ciò significa essere capaci di progetta- re, implementare e gestire servizi in telemedicina, e strumenti operativi e amministrativi digitali attraverso un percorso nuovo, in cui si incontrano diverse discipline: informatica, inge- gneria, medicina, biologia, economia aziendale, project management, gover- nance di sistema, statistica e documen- tazione... Sono percorsi il cui sviluppo non può essere pianificato senza una ade- guata conoscenza del fenomeno, e co- munque non senza avere coinvolto tutti i livelli dell’organizzazione sanitaria: con una formazione di base degli operatori sanitari, una formazio- ne manageriale speci- fica a livello di Dire- zione generale e sani- taria e una formazio- ne specialistica dei medici. L’obiettivo finale è la diffusione di una cultura digitale che, attraverso interventi di formazione specifici per le varie figure professio- nali, unisca i più vari elementi: il sa- per fare tecnologico, che investe gli strumenti del lavoro quotidiano e so- prattutto l’essenziale elemento della programmazione e gestione della sicu- rezza operativa e del dato nei sistemi di sanità digitale; la consapevolezza che scegliere e utilizzare sistemi infor- matici senza padroneggiarli è un ri- schio, che inoltre compromette la buo- na governance del sistema sanitario e il livello delle prestazioni; la compren- sione dell’impatto complessivo delle tecnologie utilizzate sulle procedure di cura e di assistenza. È necessaria quindi una azione pen- sata e concertata, cui Aica sta dando il suo contributo partecipando ai diversi tavoli dell’Agenda digitale e contri- buendo alla riflessione sul tema, sulla scorta anche di un serrato confronto con le associazioni delle professioni sanitarie e del settore e con la comuni- tà accademica; il tutto configurando e progettando percorsi di allineamento che consentano di ricondurre anche le competenze digitali del settore sanita- rio nel quadro dei framework europei di definizione delle competenze (e- Cf), così da allineare il percorso italia- no al percorso europeo dell’Agenda digitale anche per questo importante aspetto. Pierpaolo Maggi responsabile Ecdl Health - Aica (Associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico) © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITALY FORUM 2014/ Formare professionisti in un settore che vale 6,8 mld di risparmi I dati parlano chiaro: introducendo soluzioni tecnologiche in ambito sa- nitario, le strutture potrebbero ri- sparmiare 6,8 miliardi, di cui 168 per le prenotazioni on line, 370 milioni per la consegna dei referti via web, 1,39 miliar- di della cartella clinica elettronica, 3 mi- liardi con la deospedalizzazione di pa- zienti cronici e all’assistenza domicilia- re, 860 milioni per la dematerializzazio- ne di referti e immagini, 860 milioni attraverso sistemi di gestione informatiz- zata dei farmaci, 150 milioni con il pro- gressivo impiego di tecniche di virtualiz- zazione. In più, tutto questo porterebbe a un progressivo miglioramento nella qua- lità dei servizi offerti ai pazienti con una maggiore accessibilità e un risparmio economico che potrebbe consentire di investire risorse nel settore. Sono questi i dati che hanno fatto da sfondo a Sanitaly, forum sull’innovazio- ne che si è svolto al Senato la scorsa settimana a Roma con il patrocinio del ministero della Salute. E in cui sono state messe in evidenza alcune carenze per la piena attuazione dell’e-health gra- zie all’agenda digitale. In questo quadro le professioni sanitarie - secondo Fernan- do Capuano, presidente dei tecnici di laboratorio biomedico - devono essere soggetti attivi del processo, con una certi- ficazione europea delle competenze digi- tali. Il dossier formativo del professioni- sta deve contenere necessariamente un numero di crediti Ecm dedicati all’Ict. Il Fascicolo sanitario elettronico, la tessera sanitaria, la prescrizione digitale devono avere una diffusione omogenea e decisa su tutto il territorio nazionale. In più, il prossimo Patto per la salute dovrebbe già tenere conto dei programmi attuativi della sanità digitale che ha assicurato sicurezza nelle prestazioni, nella consul- tazione dei dati clinici, anamnestici e nella tracciabilità delle cure ricevute. «La rete ha generato imponenti flussi di dati - ha commentato Giovanni Scara- muzzino, organizzatore dell’incontro - che hanno coinvolto direttamente cittadi- ni, medici, amministratori. Gli operatori sanitari hanno in tempo reale i dati di salute del paziente, mentre il cittadino per la prima volta potrà consultare onli- ne tutta la sua storia clinica, il Fascicolo sanitario elettronico: le reti e-Care per l’assistenza a domicilio, Cupweb per l’accesso elettronico, le cartelle cliniche elettroniche dei medici di famiglia. La sanità deve fare i conti con lo sviluppo mediatico. Un recente sondaggio condot- to dal motore di ricerca Google ha mes- so in evidenza che l’84% dei pazienti ha rivelato di utilizzare sia fonti online che offline per la valutazione delle strutture, mentre il 98% ha effettuato la ricerca tramite un pc fisso o portatile e circa un terzo ha utilizzato un tablet o smartpho- ne per effettuare prenotazioni a visite specialistiche». Red.San. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il tema della e-health, nel quadro dello sviluppo dei sistemi di telemedicina e di sanità elettronica, è in costan- te evoluzione. Gli operatori delle professioni sanitarie si trovano a utilizzare in modo sempre più pervasivo strumen- ti digitali nell’attività quotidiana, pertanto le modalità con cui assicurare sviluppo di competenze professionali adegua- te, come meta finale del percorso formativo complessivo (pre-laurea, post laurea, formazione continua) sono sogget- te a un continuo cambiamento. L’attività di Aica, l’Associazione italiana per l’informati- ca e il calcolo automatico, incrocia tutte queste direttrici. Aica rappresenta nel nostro Paese l’Ecdl Foundation, e porta avanti le attività legate alle certificazioni informati- che europee individuali e professionali. Da alcuni anni, ha introdotto in Italia Ecdl Health: una certificazione informa- tica volta ad assicurare la competenza del personale medi- co nel gestire dati sanitari registrati elettronicamente e in generale i processi automatizzati, attraver- so l’uso di sistemi informativi computeriz- zati. Ecdl Health si è diffusa rapidamente nel quadro di numerose iniziative e pro- grammi di importanti associazioni ed enti sanitari italiani. A oggi sono state erogate circa 4.000 certificazioni Ecdl health. L’evoluzione del contesto operativo, delle tecnologie disponibili e dei program- mi per realizzare la sanità digitale ha impo- sto nel tempo una serie di cambiamenti che si sono concretizzati nell’aggiornamento del syllabus, il documento che descrive le competenze da certificare per ottenere Ecdl health; da ottobre scorso la prova d’esame consente di scegliere diverse software suite indirizzate a differenti categorie di addetti (medici di medicina generale, medici ospedalieri, infermieri e amministrativi), per certifi- care le competenze in materia di Sistema informativo sanita- rio, di compiti e responsabilità professionali, di abilità del- l’utente riguardo all’utilizzo dei sistemi e dei dati. A questo cambiamento necessario si affianca, in conside- razione della crescente diversificazione e complessità delle attività sanitarie che richiedono l’utilizzo di strumenti digita- li, un confronto serrato con le associazioni degli operatori sanitari allo scopo di attuare ulteriori cambiamenti, che consentano di integrare alle competenze di base quelle richieste dalle specifiche attività: dall’utilizzo della cartella clinica digitale (differente per medici e infermieri, a esem- pio) alla capacità di gestire nel formato digitale gli esiti degli esami di diagnostica per immagini, all’introduzione a livello amministrativo del Fascicolo elettronico. Sono inoltre state condotte interessanti sperimentazioni legate all’ampliamento delle competenze digitali generali richieste dalle professioni sanitarie. A partire da una prima esperienza proposta fra il 2012 e il 2013, nell’aprile 2014 si rinnova l’iniziativa in collaborazione con Club Medici, Omceo di Rieti e Pc Servizi che propone corsi di informati- ca a operatori sanitari, personale in ruolo amministrativo e/o tecnico e studenti universitari delle facoltà di Scienze medi- che. Si propone un percorso basato sulla Nuova Ecdl - Patente Europea del Computer, che oggi ha una struttura dinamica che consente di associare ad alcuni moduli base moduli specifici a scelta relativi a specifiche competenze digitali. Il modello proposto prevede un mix di elementi: sei moduli provenienti dal percorso di certificazione Ecdl (cono- scenze di base del computer, conoscenze per il web, word processing, fogli di calco- lo, presentazione, strumenti di collabora- zione online) cui si aggiungono il modulo Image Editing, per l’utilizzo dei program- mi di gestione delle immagini (a esempio, per consultare referti di diagnostica per immagini digitali) e un modulo ereditato dalla certificazione Ecdl - Diritto e Ict dedi- cato al tema “Protezione dei dati personali: privacy e sicurezza”. Inoltre, Aica ha affrontato specifica- mente anche il secondo aspetto della rivoluzione digitale - quello legato all’accesso all’informazione e documentazio- ne scientifica - sperimentando un nuovo modulo formativo denominato Health Doc - Informazione e documentazione scientifica. Il primo corso pilota si è concluso il 26 marzo scorso, ed è stato realizzato presso l’Istituto Regina Elena di Roma in collaborazione con Bibliotecari e Documentalisti Sanità Ssn, che ha costituito un gruppo di lavoro composto da esperti medici e scientifici collegati a organismi sanitari e di ricerca italiani (Ifo Irg, Iss). Health doc ha l’obiettivo di illustrare e far comprendere le metodologie di ricerca, im- portanti per l’accesso ai trattamenti medici più aggiornati, riguardanti: banche dati biomediche, e-journals, parametri per la valutazione della ricerca, qualità del sito web, stru- menti per l’educazione e responsabilizzazione del paziente, applicazioni Web 2.0. © RIPRODUZIONE RISERVATA Si deve investire nella capacità di utilizzo degli strumenti Tre modelli di applicazione e un modulo per i file scientifici Crediti Ecm anche per l’Ict - Pazienti in cerca di web-prestazioni 15-21 aprile 2014 21LAVORO/PROFESSIONE