16/05/214 - GREEN BAT 2014 - Convegno “SISTEMA RIFIUTI: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE, AUTORIZZAZIONI, ECO-REATI” - Intervento dell'Ing. Stefano Ciafani, Vice Presidente Nazionale di Legambiente
Chiara Arnaudo, Corpo Forestale dello Stato, Comandante di Asti.
La definizione di bosco e l'inquadramento giuridico della tutela, i vincoli da rispettare, la convivenza tra bosco e vigneto.
Relazione presentata il 21 Ottobre 2016 a Moncalvo nel workshop "Flavescenza Dorata e gestione del territorio: ruolo dell'associazionismo e delle pubbliche amministrazioni" organizzato da Società Italiana di Viticoltura ed Enologia, nell'ambito del progetto europeo WINETWORK.
Chiara Arnaudo, Corpo Forestale dello Stato, Comandante di Asti.
La definizione di bosco e l'inquadramento giuridico della tutela, i vincoli da rispettare, la convivenza tra bosco e vigneto.
Relazione presentata il 21 Ottobre 2016 a Moncalvo nel workshop "Flavescenza Dorata e gestione del territorio: ruolo dell'associazionismo e delle pubbliche amministrazioni" organizzato da Società Italiana di Viticoltura ed Enologia, nell'ambito del progetto europeo WINETWORK.
Denunce, multe e sequestri della Polizia Ambientale - Aprile 2013Luigi de Magistris
L'attiva svolta dagli agenti della Polizia Ambientale di Napoli. Il dettaglio delle attività è relativo all'individuazione di discariche abusive, allacci fognari non autorizzati, multe a cittadini per deposito fuori orario, sanzioni per deposito fuori dai cassonetti, mancato utilizzo delle palette per la deiezione di animali domestici.
Amianto - Il caso amianto nella Regione Lazioangerado
Il caso amianto nella Regione Lazio
Dossier di: Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio
Roma, 29 maggio 2012 - Regione Lazio - Sala Tirreno
_______________________
[source: legambientelazio.it]
Dossier amianto 2012
- 29 maggio 2012 -
L'Osservatorio Regionale
Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio
presenta
“Il CASO AMIANTO
NELLA REGIONE LAZIO”
________________________________
source: http://www.legambientelazio.it
Le slide dell'intervento "Come Milano è diventata la una delle città europee modello per la raccolta differenziata" dell'Assessore Ambiente e Mobilità Municipio 8 di Milano al convegno "Governare Green" organizzato il 23 ottobre a Roma dalla Fondazione dei Verdi Europei (GEF), Ecolo e Fondazione ECO, con il supporto finanziario del Parlamento Europeo. http://www.fondazioneco.it
Copia e incolla striscia 02 03 15 sindaco copionePino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
“Abbancamenti cinerari ed altre esternalità negative riconducibili all'attivi...Daniela Patrucco
La presentazione - che ha avuto luogo il 12 Gennaio 2016 presso la Commissione Bonifiche del Comune della Spezia - evidenzia l'impatto ambientale e sanitario derivante dalle ceneri della combustione del carbone. Il caso Illustrato riguarda la centrale Enel della Spezia.
Denunce, multe e sequestri della Polizia Ambientale - Settembre 2013Luigi de Magistris
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17/05/214 - GREEN BAT 2014 - Tavola Rotonda "LE 3R: Riuso, Riduco, Riciclo” - Intervento del Dott. Dott. Angelo Guarriello, Presidente Associazione “Orizzonti”
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L'Osservatorio Regionale
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source: http://www.legambientelazio.it
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IN DIRITTO
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Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
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S. Ciafani - I delitti contro l’ambiente nel codice penale: una riforma di civiltà
1. I DELITTI CONTRO L’AMBIENTE
NEL CODICE PENALE:
UNA RIFORMA DI CIVILTÀ
Stefano Ciafani
Vice presidente nazionale di Legambiente
2. Ecomafia
Termine coniato da Legambiente nel 1994, per
indicare il ruolo delle organizzazioni mafiose nei fenomeni
di aggressione al patrimonio ambientale del nostro Paese.
Di questo termine esiste, del resto, una definizione
linguistica in senso stretto, essendo entrato, a partire
dall’edizione del 1999, nel vocabolario Zingarelli della
lingua italiana. Che così recita:
"Ecomafia (comp. di eco- e mafia, 1994), s.f. Settore della
mafia che gestisce attività altamente dannose per
l’ambiente come l’abusivismo edilizio e lo smaltimento
clandestino dei rifiuti tossici”.
3.
4.
5.
6.
7. 1994: Legambiente, insieme al Comando generale dell’Arma dei
carabinieri e all’Eurispes, presenta il primo Rapporto Ecomafia.
Obiettivo: l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice
penale e norme più severe contro l’abusivismo edilizio.
1995: istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul
ciclo dei rifiuti
1997: il rapporto Ecomafia di Legambiente diventa un
appuntamento annuale.
La cronistoria
8. 8 marzo 2001: nell’ultimo giorno della XIII legislatura
viene approvato il delitto di organizzazione di traffico
illecito di rifiuti
Art. 53bis del decreto Ronchi (Attività organizzate per
il traffico illecito di rifiuti) (oggi art. 260 del Codice
ambientale d.lgs 152/2006)
“Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con
più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e
attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta,
esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente
ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da
uno a sei anni.
Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena
della reclusione da tre a otto anni”
9. Febbraio 2002: viene arrestato il primo trafficante di
rifiuti in Umbria (operazione “Greenland”)
Dall’operazione “Greenland” del febbraio 2002 ad oggi è
stata dimostrata l’esistenza nel nostro Paese di vere e
proprie organizzazioni criminali, non
necessariamente di stampo mafioso, che operano
illecitamente nel ciclo dei rifiuti su tutto il territorio
nazionale, dalla Lombardia alla Sicilia, passando per
l’Umbria e la Toscana.
10. Fino al 10 maggio 2013 sono state 216 le indagini avviate
dalle forze dell’ordine, soprattutto dal Comando tutela
ambiente dell’Arma dei carabinieri ma anche dai nuclei
investigativi del Corpo Forestale e dalla Guardia di
Finanza, che hanno portato all’emissione di ordinanze di
custodia cautelare.
Le procure che hanno coordinato le inchieste: 30 del
Nord, 27 del Centro e 33 del Sud/Isole. Tra le altre:
Milano, Busto Arsizio (Va), Spoleto, Napoli, Torre Annunziata,
Paola (Cosenza), Bari, Siracusa, Venezia, Mondovì (Cn),
Trani (Ba), Palermo, Trapani, Larino (Cb), Firenze, Nola (Na),
Rieti, Alessandria, Forlì, Taranto, Livorno, Udine.
Le inchieste contro i trafficanti di rifiuti
11. I numeri che riassumono queste 216 inchieste:
- 1367 le ordinanze di custodia cautelare emesse;
- 4055 le persone denunciate;
- 698 le società coinvolte, dalla produzione al trasporto
fino allo smaltimento;
- 19 le regioni interessate (tutte meno la Valle d’Aosta).
Emerge una fitta ragnatela di connivenze e complicità, che
coinvolge produttori di rifiuti, società di raccolta e
trasporto, gestori di impianti di smaltimento ma
anche insospettabili titolari di aziende agricole.
12. Alcune tipologie di rifiuti trafficati
Lungo le rotte dei traffici illeciti, che restano
prevalentemente quelle Nord-Sud, viaggia davvero di
tutto:
- scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio
- fanghi conciari
- polveri di abbattimento fumi (derivanti spesso da
industrie siderurgiche)
- trasformatori con oli contaminati da Pcb
- reflui liquidi contaminati
- rifiuti e terre provenienti da attività di bonifica
13. Alcune tecniche di smaltimento illegale
- fanghi industriali altamente contaminati diventano
fertilizzati utilizzati in aziende agricole
- polveri di abbattimento fumi, particolarmente tossiche,
finiscono nelle fornaci in cui si producono laterizi o nei
cementifici
- residui di fonderia vengono smaltiti, illegalmente,
nelle fondamenta di cantieri edili
- rifiuti speciali e pericolosi vengono “trasformati”
in innocui rifiuti urbani da avviare a impianti di
incenerimento
- rifiuti pericolosi che vengono miscelati illegalmente
oppure occultati sul fondo di fusti che contengono
sostanze apparentemente “innocue”
14. IL NETWORK DELLO
SMALTIMENTO ILLEGALE
• PRODUTTORI
• AZIENDE AGRICOLE COMPIACENTI
• IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO
• IMPIANTI DI TRATTAMENTO/RECUPERO DI
RIFIUTI
• CAVE IN RIPRISTINO AMBIENTALE
24. 2013: scoppia il caso della Terra dei fuochi
- Nel Rapporto Ecomafia 2003 il capitolo a pag 197 si intitola
“La Terra dei fuochi” (dieci anni prim!)
- Nel 2005 esce “Gomorra”, il bestseller di Roberto Saviano
- Il primo decreto del governo per la Terra dei fuochi è del
dicembre 2013 (Dl 136/2013): approvato il secondo delitto
ambientale
25. A quando gli altri delitti
ambientali per fermare i ladri
di futuro, che speculano e
guadagnano impunemente ancora
oggi danneggiando l’ambiente,
facendo concorrenza sleale alle
imprese che rispettano la legge, e
mettendo a rischio la
sicurezza, la salute dei
cittadini e l’economia sana?
Disegno di legge “Disposizioni in
materia di delitti contro l’ambiente”
approvato dalla Camera il 26
febbraio scorso.
Ora in discussione al Senato.
26. Il ddl approvato alla camera presenta alcune lacune ed
è sicuramente perfettibile (non si deve restringere il campo
di applicazione dei nuovi delitti solo alle violazioni alla
normativa a tutela dell’ambiente; si deve garantire ancora la
possibilità di contestare il disastro cosiddetto innominato;
occorre riformulare la definizione di disastro ambientale).
È fondamentale approvare al più presto il disegno di legge,
evitando allungamenti dei tempi e un ennesimo fallimento,
come già avvenuto nelle precedenti legislature, che si
trasformerebbe in un imperdonabile regalo alle
ecomafie.
27. Non possiamo rimanere
ancora con un Codice Penale
per cui l’inquinamento
ambientale è “getto
pericoloso di cose” e il
disastro ambientale è
“altro”.
Il Parlamento deve dare
seguito all’interesse generale
del Paese.
L’Italia non può più
aspettare.