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REPORT
SEMINARIO ARCI NAZIONALE
ARGICOLTURA DI PROMOZIONE SOCIALE EXPO
MILANO, 24 SETTEMBRE 2015
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Agricoltura di Promozione Sociale,
L'agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e
dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni.
Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature da anni o perchè incentivate da
progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell'autonoma iniziativa dei cittadini che hanno
poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più pronte ad essere presentate e in
qualche modo ad essere messe in relazione.
Il lavoro fatto in questi anni sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire
proprio che ha portato i suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie
attorno a questi temi.
E' forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della
nostra Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei
prodotti. Per questo abbiamo invitato il Ministero dell'Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il
fenomeno, ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le
loro Storie, le storie di queste straordinarie esperienze
l’Agricoltura e la trasformazione dell’agro-alimentare come percorsi e strumenti di inclusione sociale e
emancipazione lavorativa, nella rete dell’Arci. L’agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della
Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti
nella vita delle nostre associazioni. Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature
da anni o perché incentivate da progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell’autonoma
iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più
pronte ad essere presentate e in qualche modo ad essere messe in relazione. Il lavoro fatto in questi anni
sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire proprio che ha portato i
suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie attorno a questi temi. E’
forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della nostra
Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei prodotti.
Per questo abbiamo invitato il Ministero dell’Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il fenomeno,
ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le loro Storie,
le storie di queste straordinarie esperienze.
DEFINIZIONE E STORIA
L’Agricoltura Sociale comprende l’insieme di pratiche svolte su un territorio da imprese agricole,
cooperative sociali e altre organizzazioni che coniugano l’utilizzo delle risorse agricole con le attività sociali.
Le attività dell’Agricoltura Sociale sono finalizzate a generare benefici inclusivi, favorire percorsi terapeutici,
riabilitativi e di cura; sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a
rischio di marginalizzazione; favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. Tali attività
sono realizzate in cooperazione con i servizi socio-sanitari e gli enti pubblici competenti del territorio e
sottoposte a verifiche periodiche.
L’agricoltura sociale è una prassi di sviluppo locale sostenibile socialmente, economicamente ed
ecologicamente.
In quanto parte dell’agricoltura multifunzionale, essa può offrire un’ampia gamma di servizi finalizzata a
perseguire il benessere dell’intera cittadinanza e quindi rispondere ad un più ampio bisogno di politiche di
welfare.
L’Agricoltura Sociale mira a riunificare bisogni, identità, tutele ed istanze di libertà per tutti i cittadini,
indipendentemente dalle loro più o meno elevate abilità. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo
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come fonte di reddito individuale, ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e
sostenibile.
Le prime esperienze di AS in Italia possono essere individuate nell’attività che le cooperative sociali agricole
sorte negli anni ’70 del secolo scorso hanno fatto nel campo dell’inserimento lavorativo di persone con
difficoltà di vario tipo. Agricoltura Capodarco e Agricoltura Nuova a
Roma ed altre realtà cooperative sono un esempio di come la produzione agricola possa coniugare con
efficacia ed efficienza l’inclusione sociale, promuovendo modelli di impresa e di sviluppo locale sostenibili
dal punto di vista economico, sociale e, spesso, ambientale.
I NUMERI
Secondo le stime il settore vale circa 200 milioni di euro di fatturato l’anno (con oltre mille esperienze
distribuite sul territorio italiano).
Un’indagine di AIAB del 2013 (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) nel triennio
2007-2010 l’incidenza nel settore agricolo, privato e cooperativo, delle realtà che praticano l’agricoltura
sociale è passata dal 24,3% a circa il 33% del totale.
In Italia sono circa un migliaio le aziende che si occupano di agricoltura sociale: un buon numero ma ancora
poche se si considerano le 2.100 fattorie presenti in Francia.
Da un’indagine Aiab del 2010 è emerso che le categorie più presenti in azienda sono: disabilità mentale
32%,
disabilità fisica 19%, detenuti o ex detenuti 12,5%. Per le attività le più diffuse sono: coltivazione o
allevamento 38%, ortoterapia 23%, pet therapy 7%, florovivaismo 5%.
Emanuele Patti
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Progetto Staffetta
ARCI STAFFETTA
Via Dell'Argine Vecchio, 255 - 56019 Vecchiano (PI)
http://www.lastaffetta.com/
Il circolo verde arci “La Staffetta” nasce ufficialmente nel 2013, ma le origini effettive risalgono ad almeno
un anno prima, quando, in una delle tante case universitarie pisane, tre studenti della Facoltà di Agraria
fanno per la prima volta la birra artigianale con il metodo tradizionale “all grain” e, anche se probabilmente
ancora non ne predicessero le reali potenzialità, covano quello che poi diventerà il “Progetto Staffetta”.
L’aver cominciato prima di costituirsi come soggetto giuridico è simbolico dello spirito che, dopo due anni di
vita, pervade l’Associazione all’interno del “Progetto Staffetta”, perché alla base c’è sempre stato il lavoro
volontario dei primi soci fondatori, finalizzato alla costituzione di una vera e propria impresa sociale
sottoforma di Associazione di Promozione Sociale (circolo arci). In questo quadro, la birra artigianale e la
coltivazione del luppolo per la produzione rappresentano il cuore pulsante delle tante attività strutturatesi
nel corso dei mesi. Tuttavia la sua autoproduzione non ha come scopo quello di creare utili, bensì
sviluppare lavoro specifico e collaterale per svolgere la funzione di promozione della birra di qualità e, in
generale, del cibo a filiera sostenibile, nonché quello di reinvestire nel Progetto Staffetta tutti i contributi
dei soci e gli utili derivanti dalla residuale attività commerciale all’interno delle reti locali di economia
solidale.
Dall’esperienza associativa, poi, quest’anno è nata una S.N.C., fondata da tre soci che, utilizzando il marchio
“Staffetta”, sviluppano interamente attività commerciale, tenendo saldi i valori fondanti del Circolo:
trasparenza, sostenibilità, valorizzazione del lavoro, qualità.
A corroborare il tutto si pone, poi, uno dei fiori all’occhiello delle attività de La Staffetta: la formazione. Fin
da subito abbiamo messo in piedi un corso per l’autoproduzione di birra artigianale e ad oggi abbiamo
superato il numero di 100 soci iscritti e formati, molti dei quali continuano la loro attività casalinga in
continua sinergia con il circolo.
Ma la formazione di cui si occupa La Staffetta è anche accademica e di ricerca. La collaborazione con il
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della Facoltà di Agraria di Pisa è agli inizi ma
ormai realtà, e si sviluppa, oltre che sull’asse scientifico/laboratoriale, anche attraverso
l’accompagnamento dei laureandi lungo un percorso di formazione, incentrato sulla birra artigianale. Nello
specifico, si parte dai tirocini curriculari, contiuando con la preparazione di una tesi di laurea sperimentale
fino, ed è questa la nostra nuova sfida, alla formazione professionale post laurea, in sinergia con i Birrifici
della nostra rete, gli Enti Locali e l’Università.
In ultima analisi si pone, infine, la progettazione, che l’Associazione
ha
sviluppato nel corso di questi due anni in maniera molto intensa, partecipando a tre bandi culturali
regionali e vincendone due, oltre ad aver costituito, nel Comune di Cascina, un’Antenna Eurodesk,
affiliandosi alla Rete Nazionale Eurodesk Italia, per la progettazione con i fondi diretti europei. Formazione,
progettazione e autoimprenditorialità, inclusione e impresa sociale, economia solidale e sostenibilità
ambientale della produzione e della filiera brassicola.
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Sono questi i cardini di un nuovo inizio della nostra associazione che, dopo una prima fase incentrata sulla
definizione di un marchio di riconoscibilità della qualità delle nostre ricette, mette al centro della propria
attività, lo sviluppo di formazione e lavoro per i soci.
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Forno di Mortella: piccole storie di comunità
ARCI LA TARANTOLA
Corso Garibaldi, 88 – Rotondella (PZ)
https://www.facebook.com/arcilatarantola.rotondella
La pratica “Comunità di pane” nasce per recuperare la funzionalità di un vecchio forno pubblico ubicato in
una piccola frazione (Mortella) del comune di Rotondella (PZ).
Rotondella è un comune rurale. Il grano e il lavoro dei campi sono stati per un lungo periodo elementi
importanti nella vita degli abitanti. Nella piccola frazione di Mortella come testimonianza di questo legame
la comunità ha al centro dell’abitato un piccolo forno pubblico. L’idea della sua realizzazione nasce in
seguito alle richieste dei cittadini del rione, quando ancora la decrescita demografica non aveva fatto
ingresso nella storia locale; nuclei familiari numerosi, di umile estrazione sociale, avevano bisogno di una
struttura che poteva contribuire al soddisfacimento dell’esigenza primaria, quella alimentare, attraverso
l’auto produzione del bene principe, il pane (u’ pan): il contenimento dei costi risultava fondamentale in
contesti come questo!
L’arte della panificazione, esercitata dalle massaie del tempo, diventava occasione per la condivisione di
vere e proprie pratiche di cittadinanza attiva e di socialità: è intorno al forno che la comunità si ritrovava,
con esigenze condivise e con l’espletamento di attività tese al loro soddisfacimento. Le famiglie, attraverso
un’oculata autogestione della struttura, riuscivano a renderla efficiente: provvedendo, insieme, a procurarsi
la legna con cui ardere, a recuperare e custodire gli attrezzi, a pulire, insomma, per dirla con termini che
richiamano l’affettività, e siamo certi di non dire il falso, accudiscono, si prendono cura del bene comune.
Gli abitanti organizzavano sapientemente i turni di utilizzo del forno: le “donne di casa” del rione si
accordavano sui giorni e sugli orari delle infornate: ogni famiglia sapeva, con cadenza settimanale, come
procedere, sia in merito alle quantità di pane e derivati da preparare che agli orari in cui panificare. Le
massaie badavano alla conservazione del lievito madre (u’ lvat): era un accordo tacito, ognuna di loro lo
cederà a chi dovrà panificare successivamente, e il tutto avveniva secondo i canoni del rispetto reciproco e
dell’agire di comunità. E poi, non tutti sapevano ardere il forno! Bisognava chiedere alle “specialiste” e”
specialisti” (i furnar”) la propria disponibilità che non veniva lesinata, perché presto ricambiata con altri
aiuti: si era di fronte ad un baratto di servizi!
Con il passare del tempo la funzionalità del forno è stata persa, anche se esistono degli abitanti del rione
che “resistono”. Il circolo Arci La Tarantola ha avviato due azioni con l’obiettivo di recuperarla. La prima
azione in collaborazione con i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Rotondella ha elaborato e proposto al
consiglio comunale il riconoscimento dei beni comuni presenti sul territorio comunale e un regolamento
d’uso del forno in particolare. Il sindaco e qualche consigliere si sono assunti l’impegno di far approvare il
regolamento in consiglio comunale ma di fatto ad oggi non è stato fatto.
La seconda azione è partita propria in questi giorni ed ha l’obiettivo di costruire una “comunità del pane”.
Una decina di famiglie (tra cui alcune che abitano il rione) che ragionando come un gruppo di acquisto
solidale, periodicamente si metteranno insieme per produrre focacce, friselle e pane. Abbiamo coinvolto
anche qualche agricoltore (due) produttore di grano per iniziare il processo dall’inizio. Tra la fine di Luglio e
Agosto andremo ad un molino nel parco del Pollino per fare con il nostro grano la farina da utilizzare per la
panificazione
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Una terza azione di recupero verrà attivata tra qualche mese cercando di raccontare questa piccola storia di
comunità, insieme magari ad altre piccole storie del passato e del presente che meritano di essere
raccontate.
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“Terrae … un orto per l’inclusione sociale”
ARCI MANTOVA
Via Ludovico Ariosto 47 – Mantova
http://www.arcimantova.com/
La mission del progetto Terrae si pone a metà strada tra imprenditoria e inclusione sociale. Tali obiettivi
strizzano l’occhio e un obiettivo di II livello che è costituito dalla sostenibilità ambientale. Ripartire dalla
Terra, dalla Madre Terra, costituisce inoltre una metafora della rinascita degli utenti che vengono coinvolti
nel progetto. Il rapporto con la “Madre Terra” prevede una relazione fondamentale. Per questo l’intervento
di operatori addetti al reinserimento è parallelo a quello degli educatori che promuovono l’intervento più
squisitamente pedagogico, volto all’acquisizione di competenze relazionali e affettive assenti o precarie.
Nutrendo la terra si nutre se stessi. Nutrendo la relazione si nutre la propria psiche.
Agli obiettivi imprenditoriali e di sostenibilità, ecco affiancarsi quelli di integrazione sociale fondati sulla
promozione della relazione, presupposto imprescindibile per la crescita dell’individuo e che si pone nel
Progetto “Terrae” come elemento da trasferire tanto importante quanto quello tecnico agronomo e di
imprenditoria.
Terrae nasce dalla collaborazione di Comunità Emmanuel, Arci, Caritas Diocesana eAzienda Agricola Colle
Solatìo per la realizzazione di un orto e di una rete di G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) per l’inserimento
lavorativo e l’inclusione sociale di categorie svantaggiate, nella fattispecie quell’utenza in trattamento da
parte delle associazioni promotrici: richiedenti asilo e rifugiati politici, ospiti del progetto Sprar (Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati ) del Comune di Rieti, utenti della Comunità Emmanuel (Comunità
terapeutica per tossicodipendenti) inviati dai servizi tossicodipendenze e in carico al SSN.
Un orto da coltivare, un orto da lavorare e saper far fruttare, come punto di partenza per sviluppare nuove
possibilità per la persona, un orto come luogo in cui seminare e far germogliare una nuova rete di relazioni.
Terrae… viene realizzato nella fertile terra della piana reatina, messa a disposizione dalla Comunità
Emmanuel e lavorata dai ragazzi ospiti nei progetti Sprar e dagli accolti del Centro Emmanuel. L’azienda
agricola Colle Solatìo, che dal 2007 collabora con l’Arci di Rieti per l’inserimento lavorativo dei richiedenti
asilo e rifugiati ospiti del progetto di accoglienza di Fara in Sabina mette a disposizione la professionalità e
l’investimento economico iniziale necessario allo start-up del progetto, e permette l’attivazione di tirocini
formativi, garantendo una formazione effettiva e pratica sulle tecniche di agricoltura e potatura, in un
ambiente lavorativo protetto ed accogliente.
Terrae… ha scelto il metodo di coltivazione biologico che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, cioè
presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi chimici, diserbanti,
insetticidi). Le sementi utilizzate provengono dal Centro sperimentale appenninico Carlo Jucci
dell’Università di Perugia che ha sede a Rieti e che porta avanti la ricerca bioagronomica con lo scopo di
potenziare la produzione qualitativa delle coltivazioni, nella salvaguardia dell’ambiente, con particolare
attenzione alle specie più rispondenti alle condizioni pedoclimatiche locali e quindi al miglioramento delle
tecniche colturali.
Terrae… valorizza le varietà orticole locali e promuove il Km zero come mezzo per ridare vitalità
all’economia del territorio e offrire una concreta opportunità di inserimento sociale e lavorativo.
Terrae… promuove la rete di distribuzione dei GAS (gruppo di acquisto solidale), come strumento di vendita
partecipata dei prodotti e come mezzo per la divulgazione dei contenuti del progetto e sensibilizzazione del
territorio sulle tematiche della Decrescita.
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ORTO COMUNE
ARCI MIELE
Via Anna D Austria, 73100 Lecce
http://www.naturamediterranea.it/
La nostra idea di Orto Comune è inserita nel più ampio progetto di G.A.P. Gruppo di Acquisto e
Produzione che ha visto, da circa 1 mese, la nascita del piano SOCIAL COIN e prevede il coinvolgimento
di tutti i soci interessati alla produzione, raccolta, trasformazione ma anche allo svolgimento delle varie
attività della nostra associazione.Lo scopo è quello di rendere tutti partecipi alla vita della masseria e venire
incontro anche a chi ha problemi di natura economica e non può partecipare alle attività stesse (serate,
corsi, cene, laboratori, escursioni, ecc.) o acquistare prodotti (uova, marmellate, liquori, sali aromatici,
miele, ortaggi e verdura), stiamo dunque cercando di creare una comunità che, in qualche modo, possa
avviare delle politiche solidali, oltre che sociali e culturali.
In diversi modi si può aderire al progetto G.A.P., da normali “acquirenti” o con l’adesione al piano
SOCIAL COIN, e quindi partecipando ai lavori dell’Orto Comune, dalla pulizia del terreno alla
raccolta, collaborando durante lo svolgimento delle attività, controllo tessere, bar, cucina, pulizia locali,
ecc. prendendo parte alle attività di produzione e raccolta, come la preparazione della salsa, delle
marmellate, dei liquori oppure la raccolta di erbe e prodotti spontanei, o lo svolgimento dei corsi e
laboratori vari, ecc.
Tutti i partecipanti che aderiscono al piano SOCIAL COIN accumuleranno un monte ore
che si trasformano in crediti, utilizzabili per acquistare prodotti o partecipare alle varie attività, una forma di
banca del tempo, tutte le nostre attività non hanno scopo e caratteristiche commerciali ma si riferiscono
solo a tesserati ARCI.
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CLUB CLARABEL
Via delle Polle n.1800 - 25049 Iseo (Bs)
http://www.cascinaclarabella.it/
Per Club terapeutico si intende un’associazione collettiva, paritaria e democratica composta da pazienti,
operatori, familiari e volontari.
All’interno del Club tutti hanno gli stessi diritti e tutti sono tenuti in base alle loro capacità ad assumersi
compiti per il mantenimento e per il raggiungimento degli scopi del Club.
Il suo obiettivo principale è quello di affrontare il problema del rapporto fra operatori e pazienti:
l’abbattimento degli statuti al fine di uscire da ruoli convenzionali e sostenere una relazione fra soggetti che
condividono difficoltà, potenzialità e responsabilità.
La condivisione della funzione curante crea un luogo attento a non moltiplicare sentimenti di isolamento,
sostiene l’eterogeneità come differenza e come rispetto della singolarità di ognuno.
Il club si candida ad essere uno spazio di accoglienza e risocializzazione, dove si esercita il sapere
psichiatrico senza il potere psichiatrico.
Il suo funzionamento è democratico perché tutte le iniziative sono sottoposte al voto dell’assemblea e non
ci sono imposizioni, ogni partecipante può aspirare ai ruoli di presidente, vice e tesoriere; l’adesione e la
permanenza nel CLUB sono libere e volontarie, l’unico obbligo che viene richiesto è il rispetto degli altri
partecipanti e degli impegni assunti.
La funzione di accoglienza si esplica attraverso un clima aperto, tollerante e non giudicante.
Questo serve a contrastare l’inerzia, la cronicizzazione e l’isolamento, valorizzando l’individuo attraverso
una organizzazione che stimola le sue iniziative, lo aiuta a riscoprire le proprie capacità relazionali ed
operative.
Il nostro Club si è costituito come associazione per gestire:
• circoli ricreativi legati alle comunità protette ad alta assistenza
• iniziative culturali e gastronomiche a tema in Franciacorta
Le risorse economiche vengono gestite dal collettivo che decide in modo democratico come impiegarle.
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“OFFICINE DEL FUTURO”
ARCI MANTOVA
Strada comunale Ronchi n.99 - Gonzaga (MN)
http://www.arcimantova.com/
Il progetto, ideato nel 2013 e realizzato come start up tra luglio 2014 e giugno 2015, nasce con l’intento di
rispondere ai bisogni occupazionali di giovani socialmente fragili valorizzando contemporaneamente le
ricchezze agricole ed enogastronomiche del territorio mantovano.
L’idea principale è di costruire un laboratorio per la produzione di marmellate e altre conserve dove
formare e impiegare giovani maggiorenni e minorenni con fragilità sociali, respinti dal normale mercato del
lavoro. Contestualmente promuovere tra i giovani il mutualismo e il protagonismo civico che
contraddistingue da sempre l’associazionismo di promozione sociale affinché gli stessi beneficiari siano
artefici di un cambiamento sociale positivo, di legami di coesione, etc.
“Officine del futuro” nasce in un’area, il Destra Po Sinistra Secchia, molto colpita dalla crisi economica in
termini di chiusura di attività industriali e con conseguente perdita di posti di lavoro, ma al contempo è
zona di prodotti tipici ricercati: melone, zucca, etc., così come i lavorati tipo mostarda, formaggio
parmigiano reggiano, etc. La disoccupazione crescente è un ulteriore ostacolo per chi o per disabilità o
perché con problemi socio-famigliari gravi tanto da determinare anche un allontanamento dalla famiglia, ha
già poche opportunità di crescere professionalmente e di trovare lavoro, ma il settore primario e quello di
lavorazione dei prodotti agricoli offrono secondo noi una via d’uscita.
Il progetto nel suo primo anno di vita ha permesso la sperimentazione in una sede ben attrezzata, ma
provvisoria, delle tecniche artigianali con cui si producono marmellate, giardiniere, mostarde, etc. e la
formazione a riguardo sia di operatori sociali sia di giovani utenti. Si sono formati 15 ragazzi/e provenienti
dal Servizio Formativo per l’Autonomia della coop. C.H.V. e dalla Comunità e Centro diurno per minori della
coop. Tante Tinte. Tra questi un ragazzo minorenne ha avuto accesso ad un tirocinio remunerato presso un
caseificio locale. A livello associazionistico è nato un nuovo circolo giovanile, Arci Ca’ 104, che si occuperà di
temi legati all’agricoltura sociale e alla promozione civica tra i giovani.
L’obiettivo più a lungo termine, sul quale stiamo lavorando in questo periodo, è di rendere l’esperienza
un’attività stabile e imprenditorialmente funzionale. Miriamo in sostanza a stabilizzare la linea di
produzione artigianale di confettura, salse, etc. collaborando con realtà del territorio profit e non profit con
cui siamo entrati in contatto quest’anno, utilizzare prodotti provenienti da realtà agricole sociali, proseguire
il lavoro formativo, d’inserimento lavorativo e di occupazione di giovani socialmente fragili in maniera
crescente e più efficace.
Arci sino ad oggi è stato l’ente promotore dell’iniziativa, ma per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale e di
servizio è stata identificata nella cooperativa sociale partner il soggetto più indicato a proseguire. Oltre a
coadiuvare la cooperativa nel rafforzamento del progetto, Arci Mantova svolgerà un ruolo importante e
nuovo nella creazione di uno dei circuiti per la distribuzione dei prodotti attraverso i propri circoli,
promuovendo temi come il consumo consapevole, socialmente ed economicamente equo e ecosostenibile
utilizzando la formula dei g.a.s. o affini.
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KARADRÀ
ARCI ARADEO
Piazzetta Indipendenza, 28, 73040 - Aradeo LE, Italia
http://www.clubgallery.altervista.org/
“….Torno nei campi, perché
le piazze sono piene
ma le terre vuote.”
(cit. M.Colizzi)
Arci Club Gallery, dopo il Dopolavoro, ha deciso di creare il Lavoro:
“Karadrà” è un progetto agricolo legato al nuovo concetto di multifunzionalità che da all’agricoltura, oltre al
suo compito primario, il compito di fare comunità, tutelare il patrimonio culturale e naturale di un
territorio, ridisegnarne le linee. Questa terra fatta di “muretti a secco” e “canali asciutti”, di “ulivi” e
“mandorli solitari” ci ha spinti non all’agricoltura, ma all’aridocoltura.
L’agricoltura oggi deve fare i conti non solo con l’aumento dei consumi, ma anche con la diminuzione delle
risorse, l’aumento della temperatura terrestre e la conseguente desertificazione, le produzioni devono
necessariamente soddisfare tutti questi bisogni per poter non solo essere “etiche” ma anche bastevoli.
L’aridocoltura è l’insieme degli accorgimenti volti a consentire la coltivazione in ambiente arido, cioè in
assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. Questa ci permette di portare sul mercato
prodotti naturali cresciuti nel rispetto della terra e della risorsa acqua a costi competitivi facendoci scoprire,
oltretutto, che l’evoluzione di per sé ha donato a molte piante la capacità di produrre frutti ad alto
contenuto nutrizionale e dalla lunga conservazione. Da qui il nostro impegno nel recupero delle biodiversità
locali.
Siamo già a lavoro da tempo. Da quattro anni siamo impegnati sul territorio con attività culturali e di
promozione sociale e da due abbiamo deciso di impegnare il nostro Tempo Lavoro anche nei campi,
reinvestendo di volta in volta il ricavato di tutto ciò, a sostegno delle spese agricole e della nostra
formazione. Il sistema virtuoso che abbiamo creato prevede la concessione d’uso di terreni incolti ed
abbandonati, la loro bonifica e messa a produzione.
Vogliamo la Cooperativa
Stiamo lavorando alla creazione di “Karadrà – Cooperativa Agricola Produzione Lavoro”, che darà a noi e al
nostro territorio la possibilità NON di resistere, ma di prosperare.
La sfida più grande per noi è dimostrare e dimostrarci, che è il lavoro a pagare e a crearne di nuovo, senza
dimenticare che il cibo serve al corpo, come l’arte serve all’anima. Siamo vicini al nostro traguardo, i frutti
raccolti quest’anno, i Pomodori d’Inverno dei nostri campi, le Pende ci daranno la spinta finale!
La Penda. Un’ Icona!
La globalizzazione ha reso possibile avere tutto, qualsiasi prodotto in qualsiasi luogo e tempo, questo a
scapito non solo della qualità ma anche del nostro ambiente e del nostro futuro.
La Penda in questo sistema “distorto”, rappresenta per noi il rispetto del tempo, della stagionalità, della
risorsa acqua, della terra e del lavoro dell’uomo… diventa simbolo del cambiamento. La nostra Icona!!!
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PROGETTO DRAGO
COOPERATIVA LAVORO E NON SOLO
Via Francesco Crispi, 56, 90034 Corleone PA
www.lavoroenonsolo.org
Nata nel febbraio 2000, la Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo” gestisce un’azienda agricola su terreni
confiscati alla mafia, nel territorio di Corleone e Monreale. Infatti, nel corso degli anni ha avuto affidati terreni
e beni confiscati da diversi enti: il Consorzio Sviluppo e Legalità, il Comune di Corleone e il Comune di Cancattì.
L’attuale compagine sociale della cooperativa è composta da 16 soci (di cui 3 cosiddetti svantaggiati L.n.
381/91 e 8 soci sovventori). I soci della Cooperativa svolgono insieme diverse attività per il territorio:
- Attività agricola
Sui terreni gestiti vengono prodotti: grano duro, ceci, lenticche, pomodori, melanzane, peperoni, uva,
fichidindia, mandorle, olive. Tutti i prodotti confezionati sono inseriti nei circuiti di mercato e acquistabili
presso la Bottega della Legalità a Corleone. - Attività di inserimento lavorativo
La cooperativa, per le attività di inserimento lavorativo dei soci e lavoratori con svantaggio, fin dall’inizio
dell’attività, collabora con il Dipartimento di Salute Mentale di Corleone, offrendo l’opportunità di percorsi
specifici.
- Attività di animazione e promozione di cittadinanza attiva
In questi anni la nostra Cooperativa ha avviato nel territorio del corleonese progetti di animazione sociale e
cittadinanza attiva coinvolgendo i giovani e avviando percorsi specifici e stipulando protocolli d’intesa con le
scuole di tutto il terriotorio nazionale.
Dal 2006, ha operato nel territorio di Corleone grazie all’attuazione del progetto “EQUAL Sole”, finanziato
dalla Comunità Europea, Ente capofila Provincia regionale di Palermo, partner ASL 6 Palermo D.S.M. Corleone
- che ha previsto 2 inserimenti in Borsa Lavoro; dal 2008 gestisce il progetto “LiberArci dalle spine”, finanziato
dalla ASL 6 Palermo D.S.M. – Corleone, con inserimenti in Borsa Lavoro, successivamente finanziati
dall’Unione dei Comuni del Corleonese. La Cooperativa, insieme all’Arci e Libera organizzano dal 2005,
nell’ambito del progetto “LiberArci dalle spine”, campi di lavoro e studio sui terreni confiscati alla mafia nel
periodo compreso tra giugno e ottobre. Al suddetto progetto aderiscono: Banca Popolare Etica, CGIL Toscana
e CGIL Sicilia, Legacoop Toscana e Sicilia, Comune di Corleone, Consorzio Sviluppo e Legalità, Comune di
Canicattì, Regione Toscana, Provincia di Firenze. Il progetto prevede un’esperienza formativa e di lavoro
destinata a ragazzi e ragazze di età tra 16 e 28 anni, e offre ai giovani la possibilità di partecipare attivamente
alla vita della nostra Cooperativa. L’organizzazione delle giornate di partecipazione ai campi di lavoro e di
studio prevedono ogni anno diversi impegni: lavoro diretto sui terreni, partecipazione ai laboratori ed agli
incontri di educazione alla legalità democratica, attività di animazione e socializzazione con le comunità del
territorio. Nel corso di questi anni sono stati diversi i campi organizzati che hanno visto la partecipazione di
quasi 2000 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia. I campi di lavoro vedono anche la partecipazione
consolidata di 2 Comunità di recupero per tossicodipendenti: il “Doccio” di Bientina e la Cooperativa
“Incontro” di Pistoia. I campi di lavoro sono stati anche strumento per consolidare la progettualità riabilitativa
con il D.S.M. di Corleone. Nel 2009 in collaborazione con il D.S.M. di Lucca uno dei campi è stato caratterizzato
dall’attività di arte/video/terapia che ha visto partecipare utenti dei D.S.M. di Lucca e Corleone e il
coinvolgimento delle Comunità Alloggio di Corleone e Lercara Friddi. Durante i campi di lavoro si svolgono
spesso attività che hanno come oggetto la promozione della lettura attraverso presentazione di libri con la
presenza degli autori, o la promozione della storia del territorio corleonese. Di volta in volta sono state
organizzate delle rassegne di cinema scegliendo titoli che facessero riflettere su temi di attualità
(l’emigrazione, la precarizzazione del mondo del lavoro, l’intercultura, il mediterraneo, l’esclusione sociale).
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La Cooperativa Lavoro e non solo fa parte dell’associazione Laboratorio della legalità, ed insieme a questa
gestisce a Corleone (PA) un bene confiscato a Bernardo Provenzano all’interno del quale è stato creato un
percorso iconografico con i quadri del pittore Gaetano Porcasi sulla mafia e sul movimento antimafia dalla
fine dell’800 fino all’arresto dei boss Lo Piccolo. Il luogo, visitato ogni giorno da turisti e studiosi, è oggi sede
di attività culturali, progetti di cittadinanza attiva e formazione.
La Cooperativa si dedica anche ad interventi che promuovano l’integrazione sociale e la formazione degli
immigrati. Progetti svolti con questo obiettivo sono “BibliotechiAmo” e “D.R.A.G.O. (ancora in corso),
supportati dalla Fondazione Con il Sud.
Il progetto D.R.A.G.O. Developement Resources Agricultural Growth Organic
La Cooperativa Lavoro e non solo, insieme al Laboratorio della Legalità, il Comune di Corleone e altre
associazioni del nostro territorio, ha promosso e si trova ad attuare un’ambiziosa iniziativa: il progetto
D.R.A.G.O., sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, che ha l’obiettivo di rilanciare l’agricoltura sostenibile
favorendo l’inclusione sociale di soggetti in condizione di disagio e di marginalità.
Rispondendo anche all’attuale situazione di emergenza e criticità, il progetto D.R.A.G.O. è destinato a
beneficiari immigrati, giunti in Sicilia attraverso i drammatici sbarchi che tutti conosciamo. Accolti all’interno
del bene confiscato “Casa Caponnetto” a Corleone, assegnato alla nostra Cooperativa, i protagonisti del
progetto stanno svolgendo un percorso formativo teorico-pratico, che li condurrà a sviluppare tutte le
competenze necessarie per seguire l’intero processo di filiera riguardante la coltura, il confezionamento e la
diffusione sul mercato dei prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia. Infatti, attraverso il progetto
è stato potenziato un Laboratorio dei Legumi creato all’interno di un bene confiscato a Corleone, sito in
contrada Chiatta/Drago. I giovani immigrati, protagonisti del progetto, stanno, inoltre, svolgendo attività di
accoglienza dei turisti che ogni anno visitano il Laboratorio della Legalità a Corleone, spiegando loro il
percorso museale, per il quale i giovano stessi stanno sviluppando una guida virtuale, all’interno delle ore
previste per il laboratorio di informatica. Sempre nell’arco del progetto, stanno incrementando competenze
relative alla vendita dei prodotti provenienti dalle terre confiscate, esercitandosi direttamente all’interno
della Bottega della Legalità o attraverso l’attività di e-commerce prevista dal Laboratorio di marketing. Il
progetto prevede un percorso di sostegno all’apprendimento della lingua italiana L2, alcuni giovani hanno
conseguito la licenza media e vengono supportati per il percorso relativo all’acquisizione della patente di
guida. Il progetto realizza a piccoli passi l’inserimento socio-lavorativo dei nostri giovani, attraverso
l’acquisizione di competenze spendibili in diversi settori.
Il progetto D.R.A.G.O. si qualifica come iniziativa esemplare, per innovatività, complessità di gestione e
qualità dei risultati raggiunti, che come tali meritano di essere diffusi e messi in rete.
16
DIARIO DI BORDO
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18
PARLANO DI NOI
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_23/milano-expo-l-agricoltura-sociale-che-crea-inclusione-
lavoro-a0c50210-61cb-11e5-a22c-898dd609436f.shtml
http://cascina.fondazionetriulza.org/it/initiative/agricoltura-di-promozione-
sociale/5760/
http://www.expo2015.org/cs/ContentServer?c=ExternalEvent&childpagename=EX
POVisit%2FExternalEvent%2FEVLayoutExternalEvent&rendermode=preview&page
name=EVWrapper&cid=1392501506140
http://www.energiafelice.it/24-settembre-seminario-agricoltura-di-promozione-
sociale-a-expo-milano-2015/
http://www.vita.it/it/article/2015/09/21/peace--food-la-settimana-in-cascina-
triulza/136603/

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  • 1. 1 REPORT SEMINARIO ARCI NAZIONALE ARGICOLTURA DI PROMOZIONE SOCIALE EXPO MILANO, 24 SETTEMBRE 2015
  • 2. 2 Agricoltura di Promozione Sociale, L'agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni. Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature da anni o perchè incentivate da progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell'autonoma iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più pronte ad essere presentate e in qualche modo ad essere messe in relazione. Il lavoro fatto in questi anni sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire proprio che ha portato i suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie attorno a questi temi. E' forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della nostra Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei prodotti. Per questo abbiamo invitato il Ministero dell'Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il fenomeno, ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le loro Storie, le storie di queste straordinarie esperienze l’Agricoltura e la trasformazione dell’agro-alimentare come percorsi e strumenti di inclusione sociale e emancipazione lavorativa, nella rete dell’Arci. L’agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni. Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature da anni o perché incentivate da progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell’autonoma iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più pronte ad essere presentate e in qualche modo ad essere messe in relazione. Il lavoro fatto in questi anni sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire proprio che ha portato i suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie attorno a questi temi. E’ forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della nostra Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei prodotti. Per questo abbiamo invitato il Ministero dell’Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il fenomeno, ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le loro Storie, le storie di queste straordinarie esperienze. DEFINIZIONE E STORIA L’Agricoltura Sociale comprende l’insieme di pratiche svolte su un territorio da imprese agricole, cooperative sociali e altre organizzazioni che coniugano l’utilizzo delle risorse agricole con le attività sociali. Le attività dell’Agricoltura Sociale sono finalizzate a generare benefici inclusivi, favorire percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura; sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione; favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. Tali attività sono realizzate in cooperazione con i servizi socio-sanitari e gli enti pubblici competenti del territorio e sottoposte a verifiche periodiche. L’agricoltura sociale è una prassi di sviluppo locale sostenibile socialmente, economicamente ed ecologicamente. In quanto parte dell’agricoltura multifunzionale, essa può offrire un’ampia gamma di servizi finalizzata a perseguire il benessere dell’intera cittadinanza e quindi rispondere ad un più ampio bisogno di politiche di welfare. L’Agricoltura Sociale mira a riunificare bisogni, identità, tutele ed istanze di libertà per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro più o meno elevate abilità. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo
  • 3. 3 come fonte di reddito individuale, ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e sostenibile. Le prime esperienze di AS in Italia possono essere individuate nell’attività che le cooperative sociali agricole sorte negli anni ’70 del secolo scorso hanno fatto nel campo dell’inserimento lavorativo di persone con difficoltà di vario tipo. Agricoltura Capodarco e Agricoltura Nuova a Roma ed altre realtà cooperative sono un esempio di come la produzione agricola possa coniugare con efficacia ed efficienza l’inclusione sociale, promuovendo modelli di impresa e di sviluppo locale sostenibili dal punto di vista economico, sociale e, spesso, ambientale. I NUMERI Secondo le stime il settore vale circa 200 milioni di euro di fatturato l’anno (con oltre mille esperienze distribuite sul territorio italiano). Un’indagine di AIAB del 2013 (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) nel triennio 2007-2010 l’incidenza nel settore agricolo, privato e cooperativo, delle realtà che praticano l’agricoltura sociale è passata dal 24,3% a circa il 33% del totale. In Italia sono circa un migliaio le aziende che si occupano di agricoltura sociale: un buon numero ma ancora poche se si considerano le 2.100 fattorie presenti in Francia. Da un’indagine Aiab del 2010 è emerso che le categorie più presenti in azienda sono: disabilità mentale 32%, disabilità fisica 19%, detenuti o ex detenuti 12,5%. Per le attività le più diffuse sono: coltivazione o allevamento 38%, ortoterapia 23%, pet therapy 7%, florovivaismo 5%. Emanuele Patti
  • 4. 4 Progetto Staffetta ARCI STAFFETTA Via Dell'Argine Vecchio, 255 - 56019 Vecchiano (PI) http://www.lastaffetta.com/ Il circolo verde arci “La Staffetta” nasce ufficialmente nel 2013, ma le origini effettive risalgono ad almeno un anno prima, quando, in una delle tante case universitarie pisane, tre studenti della Facoltà di Agraria fanno per la prima volta la birra artigianale con il metodo tradizionale “all grain” e, anche se probabilmente ancora non ne predicessero le reali potenzialità, covano quello che poi diventerà il “Progetto Staffetta”. L’aver cominciato prima di costituirsi come soggetto giuridico è simbolico dello spirito che, dopo due anni di vita, pervade l’Associazione all’interno del “Progetto Staffetta”, perché alla base c’è sempre stato il lavoro volontario dei primi soci fondatori, finalizzato alla costituzione di una vera e propria impresa sociale sottoforma di Associazione di Promozione Sociale (circolo arci). In questo quadro, la birra artigianale e la coltivazione del luppolo per la produzione rappresentano il cuore pulsante delle tante attività strutturatesi nel corso dei mesi. Tuttavia la sua autoproduzione non ha come scopo quello di creare utili, bensì sviluppare lavoro specifico e collaterale per svolgere la funzione di promozione della birra di qualità e, in generale, del cibo a filiera sostenibile, nonché quello di reinvestire nel Progetto Staffetta tutti i contributi dei soci e gli utili derivanti dalla residuale attività commerciale all’interno delle reti locali di economia solidale. Dall’esperienza associativa, poi, quest’anno è nata una S.N.C., fondata da tre soci che, utilizzando il marchio “Staffetta”, sviluppano interamente attività commerciale, tenendo saldi i valori fondanti del Circolo: trasparenza, sostenibilità, valorizzazione del lavoro, qualità. A corroborare il tutto si pone, poi, uno dei fiori all’occhiello delle attività de La Staffetta: la formazione. Fin da subito abbiamo messo in piedi un corso per l’autoproduzione di birra artigianale e ad oggi abbiamo superato il numero di 100 soci iscritti e formati, molti dei quali continuano la loro attività casalinga in continua sinergia con il circolo. Ma la formazione di cui si occupa La Staffetta è anche accademica e di ricerca. La collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della Facoltà di Agraria di Pisa è agli inizi ma ormai realtà, e si sviluppa, oltre che sull’asse scientifico/laboratoriale, anche attraverso l’accompagnamento dei laureandi lungo un percorso di formazione, incentrato sulla birra artigianale. Nello specifico, si parte dai tirocini curriculari, contiuando con la preparazione di una tesi di laurea sperimentale fino, ed è questa la nostra nuova sfida, alla formazione professionale post laurea, in sinergia con i Birrifici della nostra rete, gli Enti Locali e l’Università. In ultima analisi si pone, infine, la progettazione, che l’Associazione ha sviluppato nel corso di questi due anni in maniera molto intensa, partecipando a tre bandi culturali regionali e vincendone due, oltre ad aver costituito, nel Comune di Cascina, un’Antenna Eurodesk, affiliandosi alla Rete Nazionale Eurodesk Italia, per la progettazione con i fondi diretti europei. Formazione, progettazione e autoimprenditorialità, inclusione e impresa sociale, economia solidale e sostenibilità ambientale della produzione e della filiera brassicola.
  • 5. 5 Sono questi i cardini di un nuovo inizio della nostra associazione che, dopo una prima fase incentrata sulla definizione di un marchio di riconoscibilità della qualità delle nostre ricette, mette al centro della propria attività, lo sviluppo di formazione e lavoro per i soci.
  • 6. 6 Forno di Mortella: piccole storie di comunità ARCI LA TARANTOLA Corso Garibaldi, 88 – Rotondella (PZ) https://www.facebook.com/arcilatarantola.rotondella La pratica “Comunità di pane” nasce per recuperare la funzionalità di un vecchio forno pubblico ubicato in una piccola frazione (Mortella) del comune di Rotondella (PZ). Rotondella è un comune rurale. Il grano e il lavoro dei campi sono stati per un lungo periodo elementi importanti nella vita degli abitanti. Nella piccola frazione di Mortella come testimonianza di questo legame la comunità ha al centro dell’abitato un piccolo forno pubblico. L’idea della sua realizzazione nasce in seguito alle richieste dei cittadini del rione, quando ancora la decrescita demografica non aveva fatto ingresso nella storia locale; nuclei familiari numerosi, di umile estrazione sociale, avevano bisogno di una struttura che poteva contribuire al soddisfacimento dell’esigenza primaria, quella alimentare, attraverso l’auto produzione del bene principe, il pane (u’ pan): il contenimento dei costi risultava fondamentale in contesti come questo! L’arte della panificazione, esercitata dalle massaie del tempo, diventava occasione per la condivisione di vere e proprie pratiche di cittadinanza attiva e di socialità: è intorno al forno che la comunità si ritrovava, con esigenze condivise e con l’espletamento di attività tese al loro soddisfacimento. Le famiglie, attraverso un’oculata autogestione della struttura, riuscivano a renderla efficiente: provvedendo, insieme, a procurarsi la legna con cui ardere, a recuperare e custodire gli attrezzi, a pulire, insomma, per dirla con termini che richiamano l’affettività, e siamo certi di non dire il falso, accudiscono, si prendono cura del bene comune. Gli abitanti organizzavano sapientemente i turni di utilizzo del forno: le “donne di casa” del rione si accordavano sui giorni e sugli orari delle infornate: ogni famiglia sapeva, con cadenza settimanale, come procedere, sia in merito alle quantità di pane e derivati da preparare che agli orari in cui panificare. Le massaie badavano alla conservazione del lievito madre (u’ lvat): era un accordo tacito, ognuna di loro lo cederà a chi dovrà panificare successivamente, e il tutto avveniva secondo i canoni del rispetto reciproco e dell’agire di comunità. E poi, non tutti sapevano ardere il forno! Bisognava chiedere alle “specialiste” e” specialisti” (i furnar”) la propria disponibilità che non veniva lesinata, perché presto ricambiata con altri aiuti: si era di fronte ad un baratto di servizi! Con il passare del tempo la funzionalità del forno è stata persa, anche se esistono degli abitanti del rione che “resistono”. Il circolo Arci La Tarantola ha avviato due azioni con l’obiettivo di recuperarla. La prima azione in collaborazione con i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Rotondella ha elaborato e proposto al consiglio comunale il riconoscimento dei beni comuni presenti sul territorio comunale e un regolamento d’uso del forno in particolare. Il sindaco e qualche consigliere si sono assunti l’impegno di far approvare il regolamento in consiglio comunale ma di fatto ad oggi non è stato fatto. La seconda azione è partita propria in questi giorni ed ha l’obiettivo di costruire una “comunità del pane”. Una decina di famiglie (tra cui alcune che abitano il rione) che ragionando come un gruppo di acquisto solidale, periodicamente si metteranno insieme per produrre focacce, friselle e pane. Abbiamo coinvolto anche qualche agricoltore (due) produttore di grano per iniziare il processo dall’inizio. Tra la fine di Luglio e Agosto andremo ad un molino nel parco del Pollino per fare con il nostro grano la farina da utilizzare per la panificazione
  • 7. 7 Una terza azione di recupero verrà attivata tra qualche mese cercando di raccontare questa piccola storia di comunità, insieme magari ad altre piccole storie del passato e del presente che meritano di essere raccontate.
  • 8. 8
  • 9. 9 “Terrae … un orto per l’inclusione sociale” ARCI MANTOVA Via Ludovico Ariosto 47 – Mantova http://www.arcimantova.com/ La mission del progetto Terrae si pone a metà strada tra imprenditoria e inclusione sociale. Tali obiettivi strizzano l’occhio e un obiettivo di II livello che è costituito dalla sostenibilità ambientale. Ripartire dalla Terra, dalla Madre Terra, costituisce inoltre una metafora della rinascita degli utenti che vengono coinvolti nel progetto. Il rapporto con la “Madre Terra” prevede una relazione fondamentale. Per questo l’intervento di operatori addetti al reinserimento è parallelo a quello degli educatori che promuovono l’intervento più squisitamente pedagogico, volto all’acquisizione di competenze relazionali e affettive assenti o precarie. Nutrendo la terra si nutre se stessi. Nutrendo la relazione si nutre la propria psiche. Agli obiettivi imprenditoriali e di sostenibilità, ecco affiancarsi quelli di integrazione sociale fondati sulla promozione della relazione, presupposto imprescindibile per la crescita dell’individuo e che si pone nel Progetto “Terrae” come elemento da trasferire tanto importante quanto quello tecnico agronomo e di imprenditoria. Terrae nasce dalla collaborazione di Comunità Emmanuel, Arci, Caritas Diocesana eAzienda Agricola Colle Solatìo per la realizzazione di un orto e di una rete di G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di categorie svantaggiate, nella fattispecie quell’utenza in trattamento da parte delle associazioni promotrici: richiedenti asilo e rifugiati politici, ospiti del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ) del Comune di Rieti, utenti della Comunità Emmanuel (Comunità terapeutica per tossicodipendenti) inviati dai servizi tossicodipendenze e in carico al SSN. Un orto da coltivare, un orto da lavorare e saper far fruttare, come punto di partenza per sviluppare nuove possibilità per la persona, un orto come luogo in cui seminare e far germogliare una nuova rete di relazioni. Terrae… viene realizzato nella fertile terra della piana reatina, messa a disposizione dalla Comunità Emmanuel e lavorata dai ragazzi ospiti nei progetti Sprar e dagli accolti del Centro Emmanuel. L’azienda agricola Colle Solatìo, che dal 2007 collabora con l’Arci di Rieti per l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati ospiti del progetto di accoglienza di Fara in Sabina mette a disposizione la professionalità e l’investimento economico iniziale necessario allo start-up del progetto, e permette l’attivazione di tirocini formativi, garantendo una formazione effettiva e pratica sulle tecniche di agricoltura e potatura, in un ambiente lavorativo protetto ed accogliente. Terrae… ha scelto il metodo di coltivazione biologico che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, cioè presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi chimici, diserbanti, insetticidi). Le sementi utilizzate provengono dal Centro sperimentale appenninico Carlo Jucci dell’Università di Perugia che ha sede a Rieti e che porta avanti la ricerca bioagronomica con lo scopo di potenziare la produzione qualitativa delle coltivazioni, nella salvaguardia dell’ambiente, con particolare attenzione alle specie più rispondenti alle condizioni pedoclimatiche locali e quindi al miglioramento delle tecniche colturali. Terrae… valorizza le varietà orticole locali e promuove il Km zero come mezzo per ridare vitalità all’economia del territorio e offrire una concreta opportunità di inserimento sociale e lavorativo. Terrae… promuove la rete di distribuzione dei GAS (gruppo di acquisto solidale), come strumento di vendita partecipata dei prodotti e come mezzo per la divulgazione dei contenuti del progetto e sensibilizzazione del territorio sulle tematiche della Decrescita.
  • 10. 10 ORTO COMUNE ARCI MIELE Via Anna D Austria, 73100 Lecce http://www.naturamediterranea.it/ La nostra idea di Orto Comune è inserita nel più ampio progetto di G.A.P. Gruppo di Acquisto e Produzione che ha visto, da circa 1 mese, la nascita del piano SOCIAL COIN e prevede il coinvolgimento di tutti i soci interessati alla produzione, raccolta, trasformazione ma anche allo svolgimento delle varie attività della nostra associazione.Lo scopo è quello di rendere tutti partecipi alla vita della masseria e venire incontro anche a chi ha problemi di natura economica e non può partecipare alle attività stesse (serate, corsi, cene, laboratori, escursioni, ecc.) o acquistare prodotti (uova, marmellate, liquori, sali aromatici, miele, ortaggi e verdura), stiamo dunque cercando di creare una comunità che, in qualche modo, possa avviare delle politiche solidali, oltre che sociali e culturali. In diversi modi si può aderire al progetto G.A.P., da normali “acquirenti” o con l’adesione al piano SOCIAL COIN, e quindi partecipando ai lavori dell’Orto Comune, dalla pulizia del terreno alla raccolta, collaborando durante lo svolgimento delle attività, controllo tessere, bar, cucina, pulizia locali, ecc. prendendo parte alle attività di produzione e raccolta, come la preparazione della salsa, delle marmellate, dei liquori oppure la raccolta di erbe e prodotti spontanei, o lo svolgimento dei corsi e laboratori vari, ecc. Tutti i partecipanti che aderiscono al piano SOCIAL COIN accumuleranno un monte ore che si trasformano in crediti, utilizzabili per acquistare prodotti o partecipare alle varie attività, una forma di banca del tempo, tutte le nostre attività non hanno scopo e caratteristiche commerciali ma si riferiscono solo a tesserati ARCI.
  • 11. 11 CLUB CLARABEL Via delle Polle n.1800 - 25049 Iseo (Bs) http://www.cascinaclarabella.it/ Per Club terapeutico si intende un’associazione collettiva, paritaria e democratica composta da pazienti, operatori, familiari e volontari. All’interno del Club tutti hanno gli stessi diritti e tutti sono tenuti in base alle loro capacità ad assumersi compiti per il mantenimento e per il raggiungimento degli scopi del Club. Il suo obiettivo principale è quello di affrontare il problema del rapporto fra operatori e pazienti: l’abbattimento degli statuti al fine di uscire da ruoli convenzionali e sostenere una relazione fra soggetti che condividono difficoltà, potenzialità e responsabilità. La condivisione della funzione curante crea un luogo attento a non moltiplicare sentimenti di isolamento, sostiene l’eterogeneità come differenza e come rispetto della singolarità di ognuno. Il club si candida ad essere uno spazio di accoglienza e risocializzazione, dove si esercita il sapere psichiatrico senza il potere psichiatrico. Il suo funzionamento è democratico perché tutte le iniziative sono sottoposte al voto dell’assemblea e non ci sono imposizioni, ogni partecipante può aspirare ai ruoli di presidente, vice e tesoriere; l’adesione e la permanenza nel CLUB sono libere e volontarie, l’unico obbligo che viene richiesto è il rispetto degli altri partecipanti e degli impegni assunti. La funzione di accoglienza si esplica attraverso un clima aperto, tollerante e non giudicante. Questo serve a contrastare l’inerzia, la cronicizzazione e l’isolamento, valorizzando l’individuo attraverso una organizzazione che stimola le sue iniziative, lo aiuta a riscoprire le proprie capacità relazionali ed operative. Il nostro Club si è costituito come associazione per gestire: • circoli ricreativi legati alle comunità protette ad alta assistenza • iniziative culturali e gastronomiche a tema in Franciacorta Le risorse economiche vengono gestite dal collettivo che decide in modo democratico come impiegarle.
  • 12. 12 “OFFICINE DEL FUTURO” ARCI MANTOVA Strada comunale Ronchi n.99 - Gonzaga (MN) http://www.arcimantova.com/ Il progetto, ideato nel 2013 e realizzato come start up tra luglio 2014 e giugno 2015, nasce con l’intento di rispondere ai bisogni occupazionali di giovani socialmente fragili valorizzando contemporaneamente le ricchezze agricole ed enogastronomiche del territorio mantovano. L’idea principale è di costruire un laboratorio per la produzione di marmellate e altre conserve dove formare e impiegare giovani maggiorenni e minorenni con fragilità sociali, respinti dal normale mercato del lavoro. Contestualmente promuovere tra i giovani il mutualismo e il protagonismo civico che contraddistingue da sempre l’associazionismo di promozione sociale affinché gli stessi beneficiari siano artefici di un cambiamento sociale positivo, di legami di coesione, etc. “Officine del futuro” nasce in un’area, il Destra Po Sinistra Secchia, molto colpita dalla crisi economica in termini di chiusura di attività industriali e con conseguente perdita di posti di lavoro, ma al contempo è zona di prodotti tipici ricercati: melone, zucca, etc., così come i lavorati tipo mostarda, formaggio parmigiano reggiano, etc. La disoccupazione crescente è un ulteriore ostacolo per chi o per disabilità o perché con problemi socio-famigliari gravi tanto da determinare anche un allontanamento dalla famiglia, ha già poche opportunità di crescere professionalmente e di trovare lavoro, ma il settore primario e quello di lavorazione dei prodotti agricoli offrono secondo noi una via d’uscita. Il progetto nel suo primo anno di vita ha permesso la sperimentazione in una sede ben attrezzata, ma provvisoria, delle tecniche artigianali con cui si producono marmellate, giardiniere, mostarde, etc. e la formazione a riguardo sia di operatori sociali sia di giovani utenti. Si sono formati 15 ragazzi/e provenienti dal Servizio Formativo per l’Autonomia della coop. C.H.V. e dalla Comunità e Centro diurno per minori della coop. Tante Tinte. Tra questi un ragazzo minorenne ha avuto accesso ad un tirocinio remunerato presso un caseificio locale. A livello associazionistico è nato un nuovo circolo giovanile, Arci Ca’ 104, che si occuperà di temi legati all’agricoltura sociale e alla promozione civica tra i giovani. L’obiettivo più a lungo termine, sul quale stiamo lavorando in questo periodo, è di rendere l’esperienza un’attività stabile e imprenditorialmente funzionale. Miriamo in sostanza a stabilizzare la linea di produzione artigianale di confettura, salse, etc. collaborando con realtà del territorio profit e non profit con cui siamo entrati in contatto quest’anno, utilizzare prodotti provenienti da realtà agricole sociali, proseguire il lavoro formativo, d’inserimento lavorativo e di occupazione di giovani socialmente fragili in maniera crescente e più efficace. Arci sino ad oggi è stato l’ente promotore dell’iniziativa, ma per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale e di servizio è stata identificata nella cooperativa sociale partner il soggetto più indicato a proseguire. Oltre a coadiuvare la cooperativa nel rafforzamento del progetto, Arci Mantova svolgerà un ruolo importante e nuovo nella creazione di uno dei circuiti per la distribuzione dei prodotti attraverso i propri circoli, promuovendo temi come il consumo consapevole, socialmente ed economicamente equo e ecosostenibile utilizzando la formula dei g.a.s. o affini.
  • 13. 13 KARADRÀ ARCI ARADEO Piazzetta Indipendenza, 28, 73040 - Aradeo LE, Italia http://www.clubgallery.altervista.org/ “….Torno nei campi, perché le piazze sono piene ma le terre vuote.” (cit. M.Colizzi) Arci Club Gallery, dopo il Dopolavoro, ha deciso di creare il Lavoro: “Karadrà” è un progetto agricolo legato al nuovo concetto di multifunzionalità che da all’agricoltura, oltre al suo compito primario, il compito di fare comunità, tutelare il patrimonio culturale e naturale di un territorio, ridisegnarne le linee. Questa terra fatta di “muretti a secco” e “canali asciutti”, di “ulivi” e “mandorli solitari” ci ha spinti non all’agricoltura, ma all’aridocoltura. L’agricoltura oggi deve fare i conti non solo con l’aumento dei consumi, ma anche con la diminuzione delle risorse, l’aumento della temperatura terrestre e la conseguente desertificazione, le produzioni devono necessariamente soddisfare tutti questi bisogni per poter non solo essere “etiche” ma anche bastevoli. L’aridocoltura è l’insieme degli accorgimenti volti a consentire la coltivazione in ambiente arido, cioè in assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. Questa ci permette di portare sul mercato prodotti naturali cresciuti nel rispetto della terra e della risorsa acqua a costi competitivi facendoci scoprire, oltretutto, che l’evoluzione di per sé ha donato a molte piante la capacità di produrre frutti ad alto contenuto nutrizionale e dalla lunga conservazione. Da qui il nostro impegno nel recupero delle biodiversità locali. Siamo già a lavoro da tempo. Da quattro anni siamo impegnati sul territorio con attività culturali e di promozione sociale e da due abbiamo deciso di impegnare il nostro Tempo Lavoro anche nei campi, reinvestendo di volta in volta il ricavato di tutto ciò, a sostegno delle spese agricole e della nostra formazione. Il sistema virtuoso che abbiamo creato prevede la concessione d’uso di terreni incolti ed abbandonati, la loro bonifica e messa a produzione. Vogliamo la Cooperativa Stiamo lavorando alla creazione di “Karadrà – Cooperativa Agricola Produzione Lavoro”, che darà a noi e al nostro territorio la possibilità NON di resistere, ma di prosperare. La sfida più grande per noi è dimostrare e dimostrarci, che è il lavoro a pagare e a crearne di nuovo, senza dimenticare che il cibo serve al corpo, come l’arte serve all’anima. Siamo vicini al nostro traguardo, i frutti raccolti quest’anno, i Pomodori d’Inverno dei nostri campi, le Pende ci daranno la spinta finale! La Penda. Un’ Icona! La globalizzazione ha reso possibile avere tutto, qualsiasi prodotto in qualsiasi luogo e tempo, questo a scapito non solo della qualità ma anche del nostro ambiente e del nostro futuro. La Penda in questo sistema “distorto”, rappresenta per noi il rispetto del tempo, della stagionalità, della risorsa acqua, della terra e del lavoro dell’uomo… diventa simbolo del cambiamento. La nostra Icona!!!
  • 14. 14 PROGETTO DRAGO COOPERATIVA LAVORO E NON SOLO Via Francesco Crispi, 56, 90034 Corleone PA www.lavoroenonsolo.org Nata nel febbraio 2000, la Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo” gestisce un’azienda agricola su terreni confiscati alla mafia, nel territorio di Corleone e Monreale. Infatti, nel corso degli anni ha avuto affidati terreni e beni confiscati da diversi enti: il Consorzio Sviluppo e Legalità, il Comune di Corleone e il Comune di Cancattì. L’attuale compagine sociale della cooperativa è composta da 16 soci (di cui 3 cosiddetti svantaggiati L.n. 381/91 e 8 soci sovventori). I soci della Cooperativa svolgono insieme diverse attività per il territorio: - Attività agricola Sui terreni gestiti vengono prodotti: grano duro, ceci, lenticche, pomodori, melanzane, peperoni, uva, fichidindia, mandorle, olive. Tutti i prodotti confezionati sono inseriti nei circuiti di mercato e acquistabili presso la Bottega della Legalità a Corleone. - Attività di inserimento lavorativo La cooperativa, per le attività di inserimento lavorativo dei soci e lavoratori con svantaggio, fin dall’inizio dell’attività, collabora con il Dipartimento di Salute Mentale di Corleone, offrendo l’opportunità di percorsi specifici. - Attività di animazione e promozione di cittadinanza attiva In questi anni la nostra Cooperativa ha avviato nel territorio del corleonese progetti di animazione sociale e cittadinanza attiva coinvolgendo i giovani e avviando percorsi specifici e stipulando protocolli d’intesa con le scuole di tutto il terriotorio nazionale. Dal 2006, ha operato nel territorio di Corleone grazie all’attuazione del progetto “EQUAL Sole”, finanziato dalla Comunità Europea, Ente capofila Provincia regionale di Palermo, partner ASL 6 Palermo D.S.M. Corleone - che ha previsto 2 inserimenti in Borsa Lavoro; dal 2008 gestisce il progetto “LiberArci dalle spine”, finanziato dalla ASL 6 Palermo D.S.M. – Corleone, con inserimenti in Borsa Lavoro, successivamente finanziati dall’Unione dei Comuni del Corleonese. La Cooperativa, insieme all’Arci e Libera organizzano dal 2005, nell’ambito del progetto “LiberArci dalle spine”, campi di lavoro e studio sui terreni confiscati alla mafia nel periodo compreso tra giugno e ottobre. Al suddetto progetto aderiscono: Banca Popolare Etica, CGIL Toscana e CGIL Sicilia, Legacoop Toscana e Sicilia, Comune di Corleone, Consorzio Sviluppo e Legalità, Comune di Canicattì, Regione Toscana, Provincia di Firenze. Il progetto prevede un’esperienza formativa e di lavoro destinata a ragazzi e ragazze di età tra 16 e 28 anni, e offre ai giovani la possibilità di partecipare attivamente alla vita della nostra Cooperativa. L’organizzazione delle giornate di partecipazione ai campi di lavoro e di studio prevedono ogni anno diversi impegni: lavoro diretto sui terreni, partecipazione ai laboratori ed agli incontri di educazione alla legalità democratica, attività di animazione e socializzazione con le comunità del territorio. Nel corso di questi anni sono stati diversi i campi organizzati che hanno visto la partecipazione di quasi 2000 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia. I campi di lavoro vedono anche la partecipazione consolidata di 2 Comunità di recupero per tossicodipendenti: il “Doccio” di Bientina e la Cooperativa “Incontro” di Pistoia. I campi di lavoro sono stati anche strumento per consolidare la progettualità riabilitativa con il D.S.M. di Corleone. Nel 2009 in collaborazione con il D.S.M. di Lucca uno dei campi è stato caratterizzato dall’attività di arte/video/terapia che ha visto partecipare utenti dei D.S.M. di Lucca e Corleone e il coinvolgimento delle Comunità Alloggio di Corleone e Lercara Friddi. Durante i campi di lavoro si svolgono spesso attività che hanno come oggetto la promozione della lettura attraverso presentazione di libri con la presenza degli autori, o la promozione della storia del territorio corleonese. Di volta in volta sono state organizzate delle rassegne di cinema scegliendo titoli che facessero riflettere su temi di attualità (l’emigrazione, la precarizzazione del mondo del lavoro, l’intercultura, il mediterraneo, l’esclusione sociale).
  • 15. 15 La Cooperativa Lavoro e non solo fa parte dell’associazione Laboratorio della legalità, ed insieme a questa gestisce a Corleone (PA) un bene confiscato a Bernardo Provenzano all’interno del quale è stato creato un percorso iconografico con i quadri del pittore Gaetano Porcasi sulla mafia e sul movimento antimafia dalla fine dell’800 fino all’arresto dei boss Lo Piccolo. Il luogo, visitato ogni giorno da turisti e studiosi, è oggi sede di attività culturali, progetti di cittadinanza attiva e formazione. La Cooperativa si dedica anche ad interventi che promuovano l’integrazione sociale e la formazione degli immigrati. Progetti svolti con questo obiettivo sono “BibliotechiAmo” e “D.R.A.G.O. (ancora in corso), supportati dalla Fondazione Con il Sud. Il progetto D.R.A.G.O. Developement Resources Agricultural Growth Organic La Cooperativa Lavoro e non solo, insieme al Laboratorio della Legalità, il Comune di Corleone e altre associazioni del nostro territorio, ha promosso e si trova ad attuare un’ambiziosa iniziativa: il progetto D.R.A.G.O., sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, che ha l’obiettivo di rilanciare l’agricoltura sostenibile favorendo l’inclusione sociale di soggetti in condizione di disagio e di marginalità. Rispondendo anche all’attuale situazione di emergenza e criticità, il progetto D.R.A.G.O. è destinato a beneficiari immigrati, giunti in Sicilia attraverso i drammatici sbarchi che tutti conosciamo. Accolti all’interno del bene confiscato “Casa Caponnetto” a Corleone, assegnato alla nostra Cooperativa, i protagonisti del progetto stanno svolgendo un percorso formativo teorico-pratico, che li condurrà a sviluppare tutte le competenze necessarie per seguire l’intero processo di filiera riguardante la coltura, il confezionamento e la diffusione sul mercato dei prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia. Infatti, attraverso il progetto è stato potenziato un Laboratorio dei Legumi creato all’interno di un bene confiscato a Corleone, sito in contrada Chiatta/Drago. I giovani immigrati, protagonisti del progetto, stanno, inoltre, svolgendo attività di accoglienza dei turisti che ogni anno visitano il Laboratorio della Legalità a Corleone, spiegando loro il percorso museale, per il quale i giovano stessi stanno sviluppando una guida virtuale, all’interno delle ore previste per il laboratorio di informatica. Sempre nell’arco del progetto, stanno incrementando competenze relative alla vendita dei prodotti provenienti dalle terre confiscate, esercitandosi direttamente all’interno della Bottega della Legalità o attraverso l’attività di e-commerce prevista dal Laboratorio di marketing. Il progetto prevede un percorso di sostegno all’apprendimento della lingua italiana L2, alcuni giovani hanno conseguito la licenza media e vengono supportati per il percorso relativo all’acquisizione della patente di guida. Il progetto realizza a piccoli passi l’inserimento socio-lavorativo dei nostri giovani, attraverso l’acquisizione di competenze spendibili in diversi settori. Il progetto D.R.A.G.O. si qualifica come iniziativa esemplare, per innovatività, complessità di gestione e qualità dei risultati raggiunti, che come tali meritano di essere diffusi e messi in rete.
  • 17. 17