La qualità sviluppa l'agricoltura Regione LazioMarco Garoffolo
La qualità sviluppa l'agricoltura
Regione Lazio
C’è un modo oggi di promuovere l’Agricoltura della nostra Regione e così facendo salvaguardareil territorio, lebiodiversità e programmare un modello di sviluppo innovativo esostenibile:avvicinare la campagna alla città, favorendo un dialogo altrimenti conflittuale e antitetico.
Tutto questo può avvenire ricorrendo al rapporto antico e solidale dell’uomo col mondo rurale, al suo legame atavico con la Terra. Ma non si tratta di una visione meramente sentimentale ma di una modalità che ora, alla luce delle esperienze europee in campo,trova sintesi avanzate e economicamente rilevanti.
Stiamo parlando di quella che viene definita Agricoltura sociale ossia quel complesso di esperienze e attività che permettano a persone provate da diverse forme di svantaggio e disagio di trovare nell’impiego in agricoltura una chance
per dare significato alla propria vita, di dare un senso alle proprie capacità attraverso percorsi di inclusione sociale e
lavorativa nonché di servizi educativi, terapeutici e riabilitativi.Tanto più oggi in cui la crisi economica spinge sempre più persone sotto la soglia di povertà e non garantisce le fasce più disagiate e deboli e le persone con disabilità in un loro reinserimento nelmondo del lavoro.
Questa modalità di approccio all’Agricoltura è cresciuta molto in questi ultimi anni e ha trovato forza espansivaper il suo approccio etico e solidale.
Il trend è in forte incremento in tutti i paesi Europei: l’Italia non è da meno.Basti pensare che tra il 2003 e il 2005 c’è stato un aumento del 21% delle attività agricole finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate:un dato in netta controtendenza a quello delle imprese agricole tout court.
Anche il Lazio ha visto affermarsi un modello di agricoltura sociale: ad oggi sono oltre 60 le aziende impegnate su questo fronte.
Si va dalla produzione di olio e vino,all’ortofrutta,dalle piante aromatichee biologiche ai laboratori di zooterapia con diversi animali. Prodotti che oggi trovano mercato e un’attenzione sempre crescente da parte di quel consumo "critico" e "consapevole" che si sviluppa nei segmenti dell'eeconomie solidalie dell’ambientalmente corretto attraverso la vendita diretta, lo sviluppo delle filiere corte, l’espansione dimercatini bio come anche nella ristorazione collettiva e nei gruppi di acquisto solidale.
Linee guida per iniziative di agricoltura socialeMarco Garoffolo
Linee guida per progettare iniziative di Agricoltura Sociale
Alfonso Pascale
Il volume è stato realizzato nell’ambito del progetto INEA “Promozione della cultura contadina” finanziato dal Mipaaf, coordinato da Francesca Giarè.
Il testo è stato redatto da Alfonso Pascale, Presidente della Rete Fattorie Sociali,
al quale va un ringraziamento per il suo impegno nel promuovere l’agricoltura sociale e supportare quanti intendono avviare o consolidare esperienze in questo ambito. Un ringraziamento anche a Giuseppe Gaudio e Maria Carmela Macrì, ricercatori INEA, per i suggerimenti al testo.
L’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Comunità Emmanuel e inaugurato nel 2012
con la Caritas diocesana, rappresenta sul nostro territorio un indiscutibile ed affidabile
punto di riferimento per decine di famiglie che vivono una situazione di particolare disagio
economico.
L’opera encomiabile di tutti coloro che quotidianamente offrono il proprio impegno per
far funzionare questo valido modello di sostegno consente, infatti, di garantire attente e
tempestive risposte ai bisogni e alle istanze provenienti delle fasce sociali più povere, sempre
più in aumento a causa della dilagante crisi economico-finanziaria che continua ad esporre
un sempre crescente numero di individui a condizioni di impoverimento e vulnerabilità.
L’esperienza dell’Emporio, oltre a coinvolgere un gran numero di volontari, impegnati
ogni giorno sul campo della solidarietà, ha saputo stimolare e coinvolgere anche una rete di
soggetti pubblici e privati che, con grande senso di responsabilità, collaborano al progetto
per contrastare il problema della povertà e dell’esclusione sociale.
In tale contesto, un particolare significato in termini di maggiore e ulteriore supporto
all’attività dell’Emporio, assume la recente proposta di legge, attualmente all’esame del
Parlamento, finalizzata a contrastare lo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la
donazione e la distribuzione dei prodotti invenduti ad associazioni senza fini di lucro che
effettuano la raccolta di alimenti per fini benefici.
Eccoci alla seconda edizione del bilancio sociale dell’Emporio della Solidarietà di Lecce relativo all’annualità 2013. Anche questo, purtroppo, è passato alla storia come un anno di crisi. Anzi, per essere più precisi, è stato l’anno in cui si sono raggiunti livelli di precariato, disoccupazione e deprivazione materiale di eccezionale gravità. Purtroppo il nostro Salento ha fatto registrare dinamiche economiche e sociali ancora più drammatiche che nel resto della Puglia e del Mezzogiorno. Tant’è che le statistiche disegnano ormai scenari così cupi che sono in tanti a chiedersi se da questo abisso sarà possibile venirne fuori. Eppure la situazione non è affatto irreversibile. Per trovare le giuste soluzioni, però, è necessario aprire bene gli occhi (oltre che il cuore e la mente) e cercare di capire cosa sta realmente succedendo intorno a noi. Infatti la povertà e la deprivazione anche alimentare non sono il risultato della “mancanza di risorse”, ma di uno scandaloso spreco delle stesse. A livello mondiale, uno studio della FAO ha certificato uno spreco annuale di circa 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Se si riuscisse a recuperare tutte le perdite e gli sprechi, si potrebbe dare da mangiare, per un anno intero, a circa metà dell’attuale popolazione mondiale. In questa situazione “primeggiano” i consumatori europei e nordamericani che sprecano ogni anno 95-115 kg di cibo a testa.
Questi numeri ci dicono in maniera inequivocabile che lo spreco alimentare non è solo una questione etica (com’è possibile buttare via tanto cibo quando c’è così tanta gente che soffre la fame fino a morirci!?!). È, in realtà, anche una grande questione economica ed ambientale almeno sotto due profili: il primo è lo spreco di risorse naturali utilizzate per produrre i beni che poi vanno persi, il secondo è il costo che hanno per la collettività i prodotti sprecati quando diventano rifiuti e finiscono in discarica. Si tratta, quindi, di un problema non solo di carattere sociale ed etico ma anche economico. Combattere lo spreco alimentare significa sviluppare un grande progetto di green economy che può produrre riduzione dei rifiuti, occupazione e innovazione nella ricerca. Ecco allora che l’Emporio della Solidarietà può essere visto anche sotto una prospettiva differente: non soltanto un servizio che aiuta “i poveri” a venire fuori dalla loro condizione, ma un servizio che aiuta la comunità a prendersi cura di sé stessa, riequilibrando senz’altro la distribuzione dei beni disponibili, ma operando al tempo stesso per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali e per promuovere modelli di produzione e di consumo meno presuntuosi e meno voraci.
La qualità sviluppa l'agricoltura Regione LazioMarco Garoffolo
La qualità sviluppa l'agricoltura
Regione Lazio
C’è un modo oggi di promuovere l’Agricoltura della nostra Regione e così facendo salvaguardareil territorio, lebiodiversità e programmare un modello di sviluppo innovativo esostenibile:avvicinare la campagna alla città, favorendo un dialogo altrimenti conflittuale e antitetico.
Tutto questo può avvenire ricorrendo al rapporto antico e solidale dell’uomo col mondo rurale, al suo legame atavico con la Terra. Ma non si tratta di una visione meramente sentimentale ma di una modalità che ora, alla luce delle esperienze europee in campo,trova sintesi avanzate e economicamente rilevanti.
Stiamo parlando di quella che viene definita Agricoltura sociale ossia quel complesso di esperienze e attività che permettano a persone provate da diverse forme di svantaggio e disagio di trovare nell’impiego in agricoltura una chance
per dare significato alla propria vita, di dare un senso alle proprie capacità attraverso percorsi di inclusione sociale e
lavorativa nonché di servizi educativi, terapeutici e riabilitativi.Tanto più oggi in cui la crisi economica spinge sempre più persone sotto la soglia di povertà e non garantisce le fasce più disagiate e deboli e le persone con disabilità in un loro reinserimento nelmondo del lavoro.
Questa modalità di approccio all’Agricoltura è cresciuta molto in questi ultimi anni e ha trovato forza espansivaper il suo approccio etico e solidale.
Il trend è in forte incremento in tutti i paesi Europei: l’Italia non è da meno.Basti pensare che tra il 2003 e il 2005 c’è stato un aumento del 21% delle attività agricole finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate:un dato in netta controtendenza a quello delle imprese agricole tout court.
Anche il Lazio ha visto affermarsi un modello di agricoltura sociale: ad oggi sono oltre 60 le aziende impegnate su questo fronte.
Si va dalla produzione di olio e vino,all’ortofrutta,dalle piante aromatichee biologiche ai laboratori di zooterapia con diversi animali. Prodotti che oggi trovano mercato e un’attenzione sempre crescente da parte di quel consumo "critico" e "consapevole" che si sviluppa nei segmenti dell'eeconomie solidalie dell’ambientalmente corretto attraverso la vendita diretta, lo sviluppo delle filiere corte, l’espansione dimercatini bio come anche nella ristorazione collettiva e nei gruppi di acquisto solidale.
Linee guida per iniziative di agricoltura socialeMarco Garoffolo
Linee guida per progettare iniziative di Agricoltura Sociale
Alfonso Pascale
Il volume è stato realizzato nell’ambito del progetto INEA “Promozione della cultura contadina” finanziato dal Mipaaf, coordinato da Francesca Giarè.
Il testo è stato redatto da Alfonso Pascale, Presidente della Rete Fattorie Sociali,
al quale va un ringraziamento per il suo impegno nel promuovere l’agricoltura sociale e supportare quanti intendono avviare o consolidare esperienze in questo ambito. Un ringraziamento anche a Giuseppe Gaudio e Maria Carmela Macrì, ricercatori INEA, per i suggerimenti al testo.
L’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Comunità Emmanuel e inaugurato nel 2012
con la Caritas diocesana, rappresenta sul nostro territorio un indiscutibile ed affidabile
punto di riferimento per decine di famiglie che vivono una situazione di particolare disagio
economico.
L’opera encomiabile di tutti coloro che quotidianamente offrono il proprio impegno per
far funzionare questo valido modello di sostegno consente, infatti, di garantire attente e
tempestive risposte ai bisogni e alle istanze provenienti delle fasce sociali più povere, sempre
più in aumento a causa della dilagante crisi economico-finanziaria che continua ad esporre
un sempre crescente numero di individui a condizioni di impoverimento e vulnerabilità.
L’esperienza dell’Emporio, oltre a coinvolgere un gran numero di volontari, impegnati
ogni giorno sul campo della solidarietà, ha saputo stimolare e coinvolgere anche una rete di
soggetti pubblici e privati che, con grande senso di responsabilità, collaborano al progetto
per contrastare il problema della povertà e dell’esclusione sociale.
In tale contesto, un particolare significato in termini di maggiore e ulteriore supporto
all’attività dell’Emporio, assume la recente proposta di legge, attualmente all’esame del
Parlamento, finalizzata a contrastare lo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la
donazione e la distribuzione dei prodotti invenduti ad associazioni senza fini di lucro che
effettuano la raccolta di alimenti per fini benefici.
Eccoci alla seconda edizione del bilancio sociale dell’Emporio della Solidarietà di Lecce relativo all’annualità 2013. Anche questo, purtroppo, è passato alla storia come un anno di crisi. Anzi, per essere più precisi, è stato l’anno in cui si sono raggiunti livelli di precariato, disoccupazione e deprivazione materiale di eccezionale gravità. Purtroppo il nostro Salento ha fatto registrare dinamiche economiche e sociali ancora più drammatiche che nel resto della Puglia e del Mezzogiorno. Tant’è che le statistiche disegnano ormai scenari così cupi che sono in tanti a chiedersi se da questo abisso sarà possibile venirne fuori. Eppure la situazione non è affatto irreversibile. Per trovare le giuste soluzioni, però, è necessario aprire bene gli occhi (oltre che il cuore e la mente) e cercare di capire cosa sta realmente succedendo intorno a noi. Infatti la povertà e la deprivazione anche alimentare non sono il risultato della “mancanza di risorse”, ma di uno scandaloso spreco delle stesse. A livello mondiale, uno studio della FAO ha certificato uno spreco annuale di circa 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Se si riuscisse a recuperare tutte le perdite e gli sprechi, si potrebbe dare da mangiare, per un anno intero, a circa metà dell’attuale popolazione mondiale. In questa situazione “primeggiano” i consumatori europei e nordamericani che sprecano ogni anno 95-115 kg di cibo a testa.
Questi numeri ci dicono in maniera inequivocabile che lo spreco alimentare non è solo una questione etica (com’è possibile buttare via tanto cibo quando c’è così tanta gente che soffre la fame fino a morirci!?!). È, in realtà, anche una grande questione economica ed ambientale almeno sotto due profili: il primo è lo spreco di risorse naturali utilizzate per produrre i beni che poi vanno persi, il secondo è il costo che hanno per la collettività i prodotti sprecati quando diventano rifiuti e finiscono in discarica. Si tratta, quindi, di un problema non solo di carattere sociale ed etico ma anche economico. Combattere lo spreco alimentare significa sviluppare un grande progetto di green economy che può produrre riduzione dei rifiuti, occupazione e innovazione nella ricerca. Ecco allora che l’Emporio della Solidarietà può essere visto anche sotto una prospettiva differente: non soltanto un servizio che aiuta “i poveri” a venire fuori dalla loro condizione, ma un servizio che aiuta la comunità a prendersi cura di sé stessa, riequilibrando senz’altro la distribuzione dei beni disponibili, ma operando al tempo stesso per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali e per promuovere modelli di produzione e di consumo meno presuntuosi e meno voraci.
Il sindaco uscente di Ferrara Tiziano Tagliani presenta quanto è stato fatto durante la sua ultima legislatura.
In 48 pagine Tagliani spiega ai cittadini "le principali linee di intervento e le azioni relaizzate".
Working4Work | Agricoltura sociale come innovazione socialeEtifor srl
di Francesco Di Iacovo. Presentazione realizzata per l'evento "Agricoltura sociale e inclusione lavorativa" all'interno del progetto Working 4 Work finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto (Misura 16.9.1). Scopri di più su http://bit.ly/etifor-w4w.
Presentazione realizzata per l'evento "Agricoltura sociale e inclusione lavorativa" all'interno del progetto Working 4 Work finanziato da Progetto finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto (Misura 16.9.1). Scopri di più su http://bit.ly/etifor-w4w.
L’ Emporio della Solidarietà è diventato ancor di più un modello di riferimento sia sul territorio locale, sia riguardo ad altre iniziative similari sorte nel resto d’ Italia
Tale prestigio è riconducibile ad alcuni fattori di particolare rilievo:
• è un servizio che ha saputo stimolare e coinvolgere un rete di soggetti che in vario modo hanno collaborato agli interventi realizzati: dai comuni ed enti locali alle organizzazioni di terzo settore, dalle scuole alle imprese
• ha attivato canali di comunicazione con il territorio (rapporti strutturati con media, utilizzo di internet e social network …..) per generare un flusso continuo di dati e notizie indispensabili per dare contezza in tempo reale di ogni azione compiuta;
• in tal modo ha fatto della trasparenza e della tracciabilità il proprio punto di forza, fornendo sistematicamente i resoconti della propria attività sia riguardo ai beni ed alla risorse ricevute che riguardo alla loro utilizzazione. Se oggi l’Emporio della Solidarietà è un riferimento certo ed affidabile sia per le persone in difficoltà che per le istituzioni e gli altri attori sociali impegnati nella lotta alla povertà, ciò è dovuto in particolar modo ad un modello di gestione incentrato sull’informatizzazione dei processi. Il che permette un monitoraggio costante dei servizi, la piena tracciabilità di tutte le merci e dei prodotti gestiti, l’agevole strutturazione di una rete di partenariato in cui ogni attore può conoscere in tempo reale le informazioni sugli altri attori coinvolti, condividendo le informazioni sul chi fa cosa ed evitando sprechi e duplicazioni. Il dettaglio delle attività svolte, sono contenuti nelle pagine seguenti che vi invitiamo a leggere con attenzione.
Nutrire il Pianeta, dicevamo all’inizio, è compito prezioso e ricco di soddisfazioni. Ma non è compito semplice, né indolore. Nutrire … Aver cura … Far crescere …. Sono tutte operazioni che richiedono tenacia, pazienza, magnanimità, capacità di sopportazione e, soprattutto, la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, facendo squadra con tutti gli uomini di buona volontà, costruendo relazioni leali e collaborative con altri soggetti che vogliono condividere lo stesso percorso orientato al bene comune. L’Emporio è tutto questo, non un manipolo di eroi, ma un sistema di relazioni e di condivisioni che anche in questi anni di crisi lascia intuire che un mondo migliore non solo è possibile, ma è già in costruzione … lo stiamo già costruendo con le nostre mani, le nostre menti ed i nostri cuori! Ecco dunque che anche questo bilancio sociale per il 2014 vuole ribadire il senso del nostro piccolo ma deciso impegno. Nutriamo il Pianeta, Amiamo la Vita, Costruiamo il Futuro!
Riprogettare il welfare. Socializziamo le buone pratiche, promuoviamo l’innov...paolamarani
Intervento di Paola Marani, responsabile welfare PD Bologna e Consigliere regionale Emilia-Romagna
Lunedì 5 dicembre 2011, Partito Democratico, Bologna
linee guida per la stesura del programma elettorale 2009Giuseppe Piasentin
In questa presentazione le linee guida su cui sarà costruito il programma ammnistrativo del Partito democratico per le elezioni comunali del 2009.
Le linee guida sono state presentate al pubblico nel corso di una serata pubblica il 17.12.2008
Qaritus - Un Semplice atto di generosità crea un'onda senza fineManuel Mori
Qaritus è un’organizzazione senza scopo di lucro che intende ridurre lo spreco di cibo e rivalutarlo donandolo a chi ne ha davvero bisogno.
L’iniziativa intende creare una Community solidale che, attraverso una piattaforma di matching, possa contribuire a limitare lo spreco quotidiano di cibo dovuto al suo esubero, alle cattive abitudini, alla mancanza di tempo o alla mancanza di contatti con possibili beneficiari delle donazioni. Lo spreco di cibo è una drammatica realtà: solo in Italia, ogni anno, lo 0.5% del PIL finisce nella spazzatura; gran parte di questo spreco avviene nelle case dei privati, per un totale di circa 8 miliardi di euro all’anno.
Qaritus intende porre un freno a questo fenomeno puntando sull’interazione facile, sulla velocità e sulla localizzazione delle necessità più urgenti. Un gruppo di volontari - scelti prevalentemente tra coloro i quali si trovano in condizioni economiche svantaggiate - provvederà a raccogliere il cibo che i benefattori intendono donare, ne organizzerà il trasporto e la consegna alle persone o associazioni che ne hanno bisogno.Una volta preso in consegna, tutto il cibo destinabile al consumo alimentare sarà recapitato a coloro che ne hanno bisogno, nel più breve tempo possibile.
A fine giornata, tutto il cibo avanzato che non può essere destinato al consumo alimentare (cibo in scadenza immediata o già scaduto, deperito, non in condizioni idonee per essere mangiato o donato) sarà raccolto e destinato al compostaggio, a privati o aziende che lo richiederanno; questi soggetti beneficiari saranno individuati tra coloro che supportano le attività dell'associazione.
La piattaforma, disponibile su dispositivi mobili e desktop, garantirà i giusti tempi di ricezione e consegna del cibo e intuitività nella gestione dei trasporti, combinando perfettamente le potenzialità di un servizio on Demand con i capisaldi della Sharing Economy.
Una volta preso in consegna, tutto il cibo destinabile al consumo alimentare sarà recapitato a coloro che ne hanno bisogno, nel più breve tempo possibile.
Agricoltura sociale, altra economia e sviluppo locale Emanuele Messina
Elementi per la conoscenza e la progettazione negli ambiti integrati dell'agricoltura sociale, l'altra economia e lo sviluppo locale. A partire dalle risorse e dalle competenze, strumenti per creare reti di sviluppo per il rilancio dei territori e il coinvolgimento proattivo della comunità e delle imprese
Il sindaco uscente di Ferrara Tiziano Tagliani presenta quanto è stato fatto durante la sua ultima legislatura.
In 48 pagine Tagliani spiega ai cittadini "le principali linee di intervento e le azioni relaizzate".
Working4Work | Agricoltura sociale come innovazione socialeEtifor srl
di Francesco Di Iacovo. Presentazione realizzata per l'evento "Agricoltura sociale e inclusione lavorativa" all'interno del progetto Working 4 Work finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto (Misura 16.9.1). Scopri di più su http://bit.ly/etifor-w4w.
Presentazione realizzata per l'evento "Agricoltura sociale e inclusione lavorativa" all'interno del progetto Working 4 Work finanziato da Progetto finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto (Misura 16.9.1). Scopri di più su http://bit.ly/etifor-w4w.
L’ Emporio della Solidarietà è diventato ancor di più un modello di riferimento sia sul territorio locale, sia riguardo ad altre iniziative similari sorte nel resto d’ Italia
Tale prestigio è riconducibile ad alcuni fattori di particolare rilievo:
• è un servizio che ha saputo stimolare e coinvolgere un rete di soggetti che in vario modo hanno collaborato agli interventi realizzati: dai comuni ed enti locali alle organizzazioni di terzo settore, dalle scuole alle imprese
• ha attivato canali di comunicazione con il territorio (rapporti strutturati con media, utilizzo di internet e social network …..) per generare un flusso continuo di dati e notizie indispensabili per dare contezza in tempo reale di ogni azione compiuta;
• in tal modo ha fatto della trasparenza e della tracciabilità il proprio punto di forza, fornendo sistematicamente i resoconti della propria attività sia riguardo ai beni ed alla risorse ricevute che riguardo alla loro utilizzazione. Se oggi l’Emporio della Solidarietà è un riferimento certo ed affidabile sia per le persone in difficoltà che per le istituzioni e gli altri attori sociali impegnati nella lotta alla povertà, ciò è dovuto in particolar modo ad un modello di gestione incentrato sull’informatizzazione dei processi. Il che permette un monitoraggio costante dei servizi, la piena tracciabilità di tutte le merci e dei prodotti gestiti, l’agevole strutturazione di una rete di partenariato in cui ogni attore può conoscere in tempo reale le informazioni sugli altri attori coinvolti, condividendo le informazioni sul chi fa cosa ed evitando sprechi e duplicazioni. Il dettaglio delle attività svolte, sono contenuti nelle pagine seguenti che vi invitiamo a leggere con attenzione.
Nutrire il Pianeta, dicevamo all’inizio, è compito prezioso e ricco di soddisfazioni. Ma non è compito semplice, né indolore. Nutrire … Aver cura … Far crescere …. Sono tutte operazioni che richiedono tenacia, pazienza, magnanimità, capacità di sopportazione e, soprattutto, la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, facendo squadra con tutti gli uomini di buona volontà, costruendo relazioni leali e collaborative con altri soggetti che vogliono condividere lo stesso percorso orientato al bene comune. L’Emporio è tutto questo, non un manipolo di eroi, ma un sistema di relazioni e di condivisioni che anche in questi anni di crisi lascia intuire che un mondo migliore non solo è possibile, ma è già in costruzione … lo stiamo già costruendo con le nostre mani, le nostre menti ed i nostri cuori! Ecco dunque che anche questo bilancio sociale per il 2014 vuole ribadire il senso del nostro piccolo ma deciso impegno. Nutriamo il Pianeta, Amiamo la Vita, Costruiamo il Futuro!
Riprogettare il welfare. Socializziamo le buone pratiche, promuoviamo l’innov...paolamarani
Intervento di Paola Marani, responsabile welfare PD Bologna e Consigliere regionale Emilia-Romagna
Lunedì 5 dicembre 2011, Partito Democratico, Bologna
linee guida per la stesura del programma elettorale 2009Giuseppe Piasentin
In questa presentazione le linee guida su cui sarà costruito il programma ammnistrativo del Partito democratico per le elezioni comunali del 2009.
Le linee guida sono state presentate al pubblico nel corso di una serata pubblica il 17.12.2008
Qaritus - Un Semplice atto di generosità crea un'onda senza fineManuel Mori
Qaritus è un’organizzazione senza scopo di lucro che intende ridurre lo spreco di cibo e rivalutarlo donandolo a chi ne ha davvero bisogno.
L’iniziativa intende creare una Community solidale che, attraverso una piattaforma di matching, possa contribuire a limitare lo spreco quotidiano di cibo dovuto al suo esubero, alle cattive abitudini, alla mancanza di tempo o alla mancanza di contatti con possibili beneficiari delle donazioni. Lo spreco di cibo è una drammatica realtà: solo in Italia, ogni anno, lo 0.5% del PIL finisce nella spazzatura; gran parte di questo spreco avviene nelle case dei privati, per un totale di circa 8 miliardi di euro all’anno.
Qaritus intende porre un freno a questo fenomeno puntando sull’interazione facile, sulla velocità e sulla localizzazione delle necessità più urgenti. Un gruppo di volontari - scelti prevalentemente tra coloro i quali si trovano in condizioni economiche svantaggiate - provvederà a raccogliere il cibo che i benefattori intendono donare, ne organizzerà il trasporto e la consegna alle persone o associazioni che ne hanno bisogno.Una volta preso in consegna, tutto il cibo destinabile al consumo alimentare sarà recapitato a coloro che ne hanno bisogno, nel più breve tempo possibile.
A fine giornata, tutto il cibo avanzato che non può essere destinato al consumo alimentare (cibo in scadenza immediata o già scaduto, deperito, non in condizioni idonee per essere mangiato o donato) sarà raccolto e destinato al compostaggio, a privati o aziende che lo richiederanno; questi soggetti beneficiari saranno individuati tra coloro che supportano le attività dell'associazione.
La piattaforma, disponibile su dispositivi mobili e desktop, garantirà i giusti tempi di ricezione e consegna del cibo e intuitività nella gestione dei trasporti, combinando perfettamente le potenzialità di un servizio on Demand con i capisaldi della Sharing Economy.
Una volta preso in consegna, tutto il cibo destinabile al consumo alimentare sarà recapitato a coloro che ne hanno bisogno, nel più breve tempo possibile.
Agricoltura sociale, altra economia e sviluppo locale Emanuele Messina
Elementi per la conoscenza e la progettazione negli ambiti integrati dell'agricoltura sociale, l'altra economia e lo sviluppo locale. A partire dalle risorse e dalle competenze, strumenti per creare reti di sviluppo per il rilancio dei territori e il coinvolgimento proattivo della comunità e delle imprese
Vegetation composition of extensive green roofs in Oslo, Norway / Defense of ...Marina Bakhtina
Extensive green roofs in Oslo – a presentation that was given by Marina Bakhtina on defense of master thesis at the University College of Southeast Norway (formerly, Telemark University College). The presentation outlines the master thesis with the special focus on the fieldwork in which 18 extensive green roofs were studied.
More photos from green roofs in Oslo 2015 in my blog: https://marinabakhtina.wordpress.com/
GMS is a Moscow-based IT recruitment firm specializes in selection of top-notch tech talents. Primarily focusing on software engineers, UI/UX designers, product managers, big data/data science specialists, devops, QA.
Our core clients are tech companies and fast-growing startups, including Yandex, Kaspersky Lab and Parallels.
Презентация Сергея Дмитриченко, основателя GMS и сооснователя AmazingHiring о том, что происходило на рынке HR Tech в 2015 году и направлениях развития
Intervento dell'associazione Sistema Sviluppo nell'ambito del convegno "La responsabilità sociale d'impresa nel quadro delle Linee Guida OCSE" Implicazioni per il territorio e per le politiche di sviluppo locale
Con il bilancio sociale Albatros vuole coinvolgere i soci, i clienti e tutta la comunità nella vita della cooperativa e condividere risultati, valori e obiettivi.
Rossella Sobrero - Il terzo settore sarà in grado di adattarsi ad un mondo di...Stefano Saladino
Prospettive nuove e necessità di cambiare. Innovazione radicale sicuramente ma anche incrementale, sopratutto per chi non aveva, prima della crisi, trovato risorse e tempo per strutturarsi.
Come combattere la contro informazione sul webMarco Ciacchi
Me and my team develeloped a communication strategy about the right consumption of meat, to fight the misleading informations on web. We analyzed costumers opinions on blogs, forums, and Facebook, especially veg opinions, to create a succesfull plan of actions.
Bilancio di Impatto Kilowatt_edizione 2018Kilowatt
Bilancio d'impatto delle attività di Kilowatt del 2018: uno strumento per riflettere sulle sfide che abbiamo cercato di cogliere e i risultati raggiunti, i compagni di viaggio, gli insegnamenti appresi, gli impatti generati.
Agricoltura sociale per il benessere, l’inclusione e la salute: dove e comeEtifor srl
Autrice intervento: Catie Burlando, Etifor | Valuing Nature
Presentazione realizzata durante il webinar “Forest therapy e Agricoltura Sociale: gestire gli spazi naturali per il nostro benessere” del 24 settembre 2020. Per ulteriori dettagli visita la pagina: https://bit.ly/green4c-2409
Presentazione di Giuliana Colussi all'evento "Green Care: le aree verdi per il benessere, la salute, l’inclusione sociale" del 14 ottobre 2021. L'evento è stato realizzato nell'ambito del progetto europeo Green4C. Scopri di più su greenforcare.eu
L’azienda sostenibile non ha paura di misurarsi e raccontarsi; lo fa per migliorarsi: perché un prodotto sostenibile vale di più e piace di più, ed è il segreto del suo vantaggio competitivo, nel vero spirito della catena del valore!
LICET si pone l’obiettivo di coinvolgere amministratori ed imprenditori (pubblici e privati) del territorio, soprattutto delle filiere agroalimentari, artigianali e turistiche; esperti di comunicazione, blogger, giornalisti, tour operator.
Lo scopo è presentare un modello innovativo di sviluppo sostenibile basato sulla misura di comportamenti (più efficace e facile da capire rispetto all’uso di indicatori standard come i “grCO2”) per un mercato sempre più fondato sulla credibilità e sulla fiducia delle relazioni.
LICET utilizza la metafora della dieta mediterranea per mettere in risalto quanto una forma mentis, un linguaggio comune e comportamenti chiari e trasparenti permettano a tutti gli attori del territorio di lavorare insieme su progetti specifici ed integrando tutti gli aspetti della sostenibilità.
Un modo semplice ed efficace per fare incontrare domanda-offerta, per “portare il cliente in azienda”, per far vedere il luogo ed il processo di produzione così da rendere più consapevoli del valore del lavoro e dell’attenzione a tutte le risorse materiali ed immateriali.
2. 2
Agricoltura di Promozione Sociale,
L'agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e
dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni.
Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature da anni o perchè incentivate da
progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell'autonoma iniziativa dei cittadini che hanno
poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più pronte ad essere presentate e in
qualche modo ad essere messe in relazione.
Il lavoro fatto in questi anni sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire
proprio che ha portato i suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie
attorno a questi temi.
E' forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della
nostra Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei
prodotti. Per questo abbiamo invitato il Ministero dell'Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il
fenomeno, ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le
loro Storie, le storie di queste straordinarie esperienze
l’Agricoltura e la trasformazione dell’agro-alimentare come percorsi e strumenti di inclusione sociale e
emancipazione lavorativa, nella rete dell’Arci. L’agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della
Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti
nella vita delle nostre associazioni. Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che o perchè già mature
da anni o perché incentivate da progetti e inseriti in reti importanti, o infine perchè frutto dell’autonoma
iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più
pronte ad essere presentate e in qualche modo ad essere messe in relazione. Il lavoro fatto in questi anni
sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, possiamo proprio dire proprio che ha portato i
suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie attorno a questi temi. E’
forse ora tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della nostra
Associazione, esperienze di rete, crescere sul tema della sostenibilità economica e diffusione dei prodotti.
Per questo abbiamo invitato il Ministero dell’Agricoltura, sentiremo economisti per inquadrare il fenomeno,
ci confronteremo con il tema del commercio e della distribuzione, ma soprattutto sentiremo le loro Storie,
le storie di queste straordinarie esperienze.
DEFINIZIONE E STORIA
L’Agricoltura Sociale comprende l’insieme di pratiche svolte su un territorio da imprese agricole,
cooperative sociali e altre organizzazioni che coniugano l’utilizzo delle risorse agricole con le attività sociali.
Le attività dell’Agricoltura Sociale sono finalizzate a generare benefici inclusivi, favorire percorsi terapeutici,
riabilitativi e di cura; sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a
rischio di marginalizzazione; favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. Tali attività
sono realizzate in cooperazione con i servizi socio-sanitari e gli enti pubblici competenti del territorio e
sottoposte a verifiche periodiche.
L’agricoltura sociale è una prassi di sviluppo locale sostenibile socialmente, economicamente ed
ecologicamente.
In quanto parte dell’agricoltura multifunzionale, essa può offrire un’ampia gamma di servizi finalizzata a
perseguire il benessere dell’intera cittadinanza e quindi rispondere ad un più ampio bisogno di politiche di
welfare.
L’Agricoltura Sociale mira a riunificare bisogni, identità, tutele ed istanze di libertà per tutti i cittadini,
indipendentemente dalle loro più o meno elevate abilità. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo
3. 3
come fonte di reddito individuale, ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e
sostenibile.
Le prime esperienze di AS in Italia possono essere individuate nell’attività che le cooperative sociali agricole
sorte negli anni ’70 del secolo scorso hanno fatto nel campo dell’inserimento lavorativo di persone con
difficoltà di vario tipo. Agricoltura Capodarco e Agricoltura Nuova a
Roma ed altre realtà cooperative sono un esempio di come la produzione agricola possa coniugare con
efficacia ed efficienza l’inclusione sociale, promuovendo modelli di impresa e di sviluppo locale sostenibili
dal punto di vista economico, sociale e, spesso, ambientale.
I NUMERI
Secondo le stime il settore vale circa 200 milioni di euro di fatturato l’anno (con oltre mille esperienze
distribuite sul territorio italiano).
Un’indagine di AIAB del 2013 (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) nel triennio
2007-2010 l’incidenza nel settore agricolo, privato e cooperativo, delle realtà che praticano l’agricoltura
sociale è passata dal 24,3% a circa il 33% del totale.
In Italia sono circa un migliaio le aziende che si occupano di agricoltura sociale: un buon numero ma ancora
poche se si considerano le 2.100 fattorie presenti in Francia.
Da un’indagine Aiab del 2010 è emerso che le categorie più presenti in azienda sono: disabilità mentale
32%,
disabilità fisica 19%, detenuti o ex detenuti 12,5%. Per le attività le più diffuse sono: coltivazione o
allevamento 38%, ortoterapia 23%, pet therapy 7%, florovivaismo 5%.
Emanuele Patti
4. 4
Progetto Staffetta
ARCI STAFFETTA
Via Dell'Argine Vecchio, 255 - 56019 Vecchiano (PI)
http://www.lastaffetta.com/
Il circolo verde arci “La Staffetta” nasce ufficialmente nel 2013, ma le origini effettive risalgono ad almeno
un anno prima, quando, in una delle tante case universitarie pisane, tre studenti della Facoltà di Agraria
fanno per la prima volta la birra artigianale con il metodo tradizionale “all grain” e, anche se probabilmente
ancora non ne predicessero le reali potenzialità, covano quello che poi diventerà il “Progetto Staffetta”.
L’aver cominciato prima di costituirsi come soggetto giuridico è simbolico dello spirito che, dopo due anni di
vita, pervade l’Associazione all’interno del “Progetto Staffetta”, perché alla base c’è sempre stato il lavoro
volontario dei primi soci fondatori, finalizzato alla costituzione di una vera e propria impresa sociale
sottoforma di Associazione di Promozione Sociale (circolo arci). In questo quadro, la birra artigianale e la
coltivazione del luppolo per la produzione rappresentano il cuore pulsante delle tante attività strutturatesi
nel corso dei mesi. Tuttavia la sua autoproduzione non ha come scopo quello di creare utili, bensì
sviluppare lavoro specifico e collaterale per svolgere la funzione di promozione della birra di qualità e, in
generale, del cibo a filiera sostenibile, nonché quello di reinvestire nel Progetto Staffetta tutti i contributi
dei soci e gli utili derivanti dalla residuale attività commerciale all’interno delle reti locali di economia
solidale.
Dall’esperienza associativa, poi, quest’anno è nata una S.N.C., fondata da tre soci che, utilizzando il marchio
“Staffetta”, sviluppano interamente attività commerciale, tenendo saldi i valori fondanti del Circolo:
trasparenza, sostenibilità, valorizzazione del lavoro, qualità.
A corroborare il tutto si pone, poi, uno dei fiori all’occhiello delle attività de La Staffetta: la formazione. Fin
da subito abbiamo messo in piedi un corso per l’autoproduzione di birra artigianale e ad oggi abbiamo
superato il numero di 100 soci iscritti e formati, molti dei quali continuano la loro attività casalinga in
continua sinergia con il circolo.
Ma la formazione di cui si occupa La Staffetta è anche accademica e di ricerca. La collaborazione con il
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della Facoltà di Agraria di Pisa è agli inizi ma
ormai realtà, e si sviluppa, oltre che sull’asse scientifico/laboratoriale, anche attraverso
l’accompagnamento dei laureandi lungo un percorso di formazione, incentrato sulla birra artigianale. Nello
specifico, si parte dai tirocini curriculari, contiuando con la preparazione di una tesi di laurea sperimentale
fino, ed è questa la nostra nuova sfida, alla formazione professionale post laurea, in sinergia con i Birrifici
della nostra rete, gli Enti Locali e l’Università.
In ultima analisi si pone, infine, la progettazione, che l’Associazione
ha
sviluppato nel corso di questi due anni in maniera molto intensa, partecipando a tre bandi culturali
regionali e vincendone due, oltre ad aver costituito, nel Comune di Cascina, un’Antenna Eurodesk,
affiliandosi alla Rete Nazionale Eurodesk Italia, per la progettazione con i fondi diretti europei. Formazione,
progettazione e autoimprenditorialità, inclusione e impresa sociale, economia solidale e sostenibilità
ambientale della produzione e della filiera brassicola.
5. 5
Sono questi i cardini di un nuovo inizio della nostra associazione che, dopo una prima fase incentrata sulla
definizione di un marchio di riconoscibilità della qualità delle nostre ricette, mette al centro della propria
attività, lo sviluppo di formazione e lavoro per i soci.
6. 6
Forno di Mortella: piccole storie di comunità
ARCI LA TARANTOLA
Corso Garibaldi, 88 – Rotondella (PZ)
https://www.facebook.com/arcilatarantola.rotondella
La pratica “Comunità di pane” nasce per recuperare la funzionalità di un vecchio forno pubblico ubicato in
una piccola frazione (Mortella) del comune di Rotondella (PZ).
Rotondella è un comune rurale. Il grano e il lavoro dei campi sono stati per un lungo periodo elementi
importanti nella vita degli abitanti. Nella piccola frazione di Mortella come testimonianza di questo legame
la comunità ha al centro dell’abitato un piccolo forno pubblico. L’idea della sua realizzazione nasce in
seguito alle richieste dei cittadini del rione, quando ancora la decrescita demografica non aveva fatto
ingresso nella storia locale; nuclei familiari numerosi, di umile estrazione sociale, avevano bisogno di una
struttura che poteva contribuire al soddisfacimento dell’esigenza primaria, quella alimentare, attraverso
l’auto produzione del bene principe, il pane (u’ pan): il contenimento dei costi risultava fondamentale in
contesti come questo!
L’arte della panificazione, esercitata dalle massaie del tempo, diventava occasione per la condivisione di
vere e proprie pratiche di cittadinanza attiva e di socialità: è intorno al forno che la comunità si ritrovava,
con esigenze condivise e con l’espletamento di attività tese al loro soddisfacimento. Le famiglie, attraverso
un’oculata autogestione della struttura, riuscivano a renderla efficiente: provvedendo, insieme, a procurarsi
la legna con cui ardere, a recuperare e custodire gli attrezzi, a pulire, insomma, per dirla con termini che
richiamano l’affettività, e siamo certi di non dire il falso, accudiscono, si prendono cura del bene comune.
Gli abitanti organizzavano sapientemente i turni di utilizzo del forno: le “donne di casa” del rione si
accordavano sui giorni e sugli orari delle infornate: ogni famiglia sapeva, con cadenza settimanale, come
procedere, sia in merito alle quantità di pane e derivati da preparare che agli orari in cui panificare. Le
massaie badavano alla conservazione del lievito madre (u’ lvat): era un accordo tacito, ognuna di loro lo
cederà a chi dovrà panificare successivamente, e il tutto avveniva secondo i canoni del rispetto reciproco e
dell’agire di comunità. E poi, non tutti sapevano ardere il forno! Bisognava chiedere alle “specialiste” e”
specialisti” (i furnar”) la propria disponibilità che non veniva lesinata, perché presto ricambiata con altri
aiuti: si era di fronte ad un baratto di servizi!
Con il passare del tempo la funzionalità del forno è stata persa, anche se esistono degli abitanti del rione
che “resistono”. Il circolo Arci La Tarantola ha avviato due azioni con l’obiettivo di recuperarla. La prima
azione in collaborazione con i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Rotondella ha elaborato e proposto al
consiglio comunale il riconoscimento dei beni comuni presenti sul territorio comunale e un regolamento
d’uso del forno in particolare. Il sindaco e qualche consigliere si sono assunti l’impegno di far approvare il
regolamento in consiglio comunale ma di fatto ad oggi non è stato fatto.
La seconda azione è partita propria in questi giorni ed ha l’obiettivo di costruire una “comunità del pane”.
Una decina di famiglie (tra cui alcune che abitano il rione) che ragionando come un gruppo di acquisto
solidale, periodicamente si metteranno insieme per produrre focacce, friselle e pane. Abbiamo coinvolto
anche qualche agricoltore (due) produttore di grano per iniziare il processo dall’inizio. Tra la fine di Luglio e
Agosto andremo ad un molino nel parco del Pollino per fare con il nostro grano la farina da utilizzare per la
panificazione
7. 7
Una terza azione di recupero verrà attivata tra qualche mese cercando di raccontare questa piccola storia di
comunità, insieme magari ad altre piccole storie del passato e del presente che meritano di essere
raccontate.
9. 9
“Terrae … un orto per l’inclusione sociale”
ARCI MANTOVA
Via Ludovico Ariosto 47 – Mantova
http://www.arcimantova.com/
La mission del progetto Terrae si pone a metà strada tra imprenditoria e inclusione sociale. Tali obiettivi
strizzano l’occhio e un obiettivo di II livello che è costituito dalla sostenibilità ambientale. Ripartire dalla
Terra, dalla Madre Terra, costituisce inoltre una metafora della rinascita degli utenti che vengono coinvolti
nel progetto. Il rapporto con la “Madre Terra” prevede una relazione fondamentale. Per questo l’intervento
di operatori addetti al reinserimento è parallelo a quello degli educatori che promuovono l’intervento più
squisitamente pedagogico, volto all’acquisizione di competenze relazionali e affettive assenti o precarie.
Nutrendo la terra si nutre se stessi. Nutrendo la relazione si nutre la propria psiche.
Agli obiettivi imprenditoriali e di sostenibilità, ecco affiancarsi quelli di integrazione sociale fondati sulla
promozione della relazione, presupposto imprescindibile per la crescita dell’individuo e che si pone nel
Progetto “Terrae” come elemento da trasferire tanto importante quanto quello tecnico agronomo e di
imprenditoria.
Terrae nasce dalla collaborazione di Comunità Emmanuel, Arci, Caritas Diocesana eAzienda Agricola Colle
Solatìo per la realizzazione di un orto e di una rete di G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) per l’inserimento
lavorativo e l’inclusione sociale di categorie svantaggiate, nella fattispecie quell’utenza in trattamento da
parte delle associazioni promotrici: richiedenti asilo e rifugiati politici, ospiti del progetto Sprar (Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati ) del Comune di Rieti, utenti della Comunità Emmanuel (Comunità
terapeutica per tossicodipendenti) inviati dai servizi tossicodipendenze e in carico al SSN.
Un orto da coltivare, un orto da lavorare e saper far fruttare, come punto di partenza per sviluppare nuove
possibilità per la persona, un orto come luogo in cui seminare e far germogliare una nuova rete di relazioni.
Terrae… viene realizzato nella fertile terra della piana reatina, messa a disposizione dalla Comunità
Emmanuel e lavorata dai ragazzi ospiti nei progetti Sprar e dagli accolti del Centro Emmanuel. L’azienda
agricola Colle Solatìo, che dal 2007 collabora con l’Arci di Rieti per l’inserimento lavorativo dei richiedenti
asilo e rifugiati ospiti del progetto di accoglienza di Fara in Sabina mette a disposizione la professionalità e
l’investimento economico iniziale necessario allo start-up del progetto, e permette l’attivazione di tirocini
formativi, garantendo una formazione effettiva e pratica sulle tecniche di agricoltura e potatura, in un
ambiente lavorativo protetto ed accogliente.
Terrae… ha scelto il metodo di coltivazione biologico che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, cioè
presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi chimici, diserbanti,
insetticidi). Le sementi utilizzate provengono dal Centro sperimentale appenninico Carlo Jucci
dell’Università di Perugia che ha sede a Rieti e che porta avanti la ricerca bioagronomica con lo scopo di
potenziare la produzione qualitativa delle coltivazioni, nella salvaguardia dell’ambiente, con particolare
attenzione alle specie più rispondenti alle condizioni pedoclimatiche locali e quindi al miglioramento delle
tecniche colturali.
Terrae… valorizza le varietà orticole locali e promuove il Km zero come mezzo per ridare vitalità
all’economia del territorio e offrire una concreta opportunità di inserimento sociale e lavorativo.
Terrae… promuove la rete di distribuzione dei GAS (gruppo di acquisto solidale), come strumento di vendita
partecipata dei prodotti e come mezzo per la divulgazione dei contenuti del progetto e sensibilizzazione del
territorio sulle tematiche della Decrescita.
10. 10
ORTO COMUNE
ARCI MIELE
Via Anna D Austria, 73100 Lecce
http://www.naturamediterranea.it/
La nostra idea di Orto Comune è inserita nel più ampio progetto di G.A.P. Gruppo di Acquisto e
Produzione che ha visto, da circa 1 mese, la nascita del piano SOCIAL COIN e prevede il coinvolgimento
di tutti i soci interessati alla produzione, raccolta, trasformazione ma anche allo svolgimento delle varie
attività della nostra associazione.Lo scopo è quello di rendere tutti partecipi alla vita della masseria e venire
incontro anche a chi ha problemi di natura economica e non può partecipare alle attività stesse (serate,
corsi, cene, laboratori, escursioni, ecc.) o acquistare prodotti (uova, marmellate, liquori, sali aromatici,
miele, ortaggi e verdura), stiamo dunque cercando di creare una comunità che, in qualche modo, possa
avviare delle politiche solidali, oltre che sociali e culturali.
In diversi modi si può aderire al progetto G.A.P., da normali “acquirenti” o con l’adesione al piano
SOCIAL COIN, e quindi partecipando ai lavori dell’Orto Comune, dalla pulizia del terreno alla
raccolta, collaborando durante lo svolgimento delle attività, controllo tessere, bar, cucina, pulizia locali,
ecc. prendendo parte alle attività di produzione e raccolta, come la preparazione della salsa, delle
marmellate, dei liquori oppure la raccolta di erbe e prodotti spontanei, o lo svolgimento dei corsi e
laboratori vari, ecc.
Tutti i partecipanti che aderiscono al piano SOCIAL COIN accumuleranno un monte ore
che si trasformano in crediti, utilizzabili per acquistare prodotti o partecipare alle varie attività, una forma di
banca del tempo, tutte le nostre attività non hanno scopo e caratteristiche commerciali ma si riferiscono
solo a tesserati ARCI.
11. 11
CLUB CLARABEL
Via delle Polle n.1800 - 25049 Iseo (Bs)
http://www.cascinaclarabella.it/
Per Club terapeutico si intende un’associazione collettiva, paritaria e democratica composta da pazienti,
operatori, familiari e volontari.
All’interno del Club tutti hanno gli stessi diritti e tutti sono tenuti in base alle loro capacità ad assumersi
compiti per il mantenimento e per il raggiungimento degli scopi del Club.
Il suo obiettivo principale è quello di affrontare il problema del rapporto fra operatori e pazienti:
l’abbattimento degli statuti al fine di uscire da ruoli convenzionali e sostenere una relazione fra soggetti che
condividono difficoltà, potenzialità e responsabilità.
La condivisione della funzione curante crea un luogo attento a non moltiplicare sentimenti di isolamento,
sostiene l’eterogeneità come differenza e come rispetto della singolarità di ognuno.
Il club si candida ad essere uno spazio di accoglienza e risocializzazione, dove si esercita il sapere
psichiatrico senza il potere psichiatrico.
Il suo funzionamento è democratico perché tutte le iniziative sono sottoposte al voto dell’assemblea e non
ci sono imposizioni, ogni partecipante può aspirare ai ruoli di presidente, vice e tesoriere; l’adesione e la
permanenza nel CLUB sono libere e volontarie, l’unico obbligo che viene richiesto è il rispetto degli altri
partecipanti e degli impegni assunti.
La funzione di accoglienza si esplica attraverso un clima aperto, tollerante e non giudicante.
Questo serve a contrastare l’inerzia, la cronicizzazione e l’isolamento, valorizzando l’individuo attraverso
una organizzazione che stimola le sue iniziative, lo aiuta a riscoprire le proprie capacità relazionali ed
operative.
Il nostro Club si è costituito come associazione per gestire:
• circoli ricreativi legati alle comunità protette ad alta assistenza
• iniziative culturali e gastronomiche a tema in Franciacorta
Le risorse economiche vengono gestite dal collettivo che decide in modo democratico come impiegarle.
12. 12
“OFFICINE DEL FUTURO”
ARCI MANTOVA
Strada comunale Ronchi n.99 - Gonzaga (MN)
http://www.arcimantova.com/
Il progetto, ideato nel 2013 e realizzato come start up tra luglio 2014 e giugno 2015, nasce con l’intento di
rispondere ai bisogni occupazionali di giovani socialmente fragili valorizzando contemporaneamente le
ricchezze agricole ed enogastronomiche del territorio mantovano.
L’idea principale è di costruire un laboratorio per la produzione di marmellate e altre conserve dove
formare e impiegare giovani maggiorenni e minorenni con fragilità sociali, respinti dal normale mercato del
lavoro. Contestualmente promuovere tra i giovani il mutualismo e il protagonismo civico che
contraddistingue da sempre l’associazionismo di promozione sociale affinché gli stessi beneficiari siano
artefici di un cambiamento sociale positivo, di legami di coesione, etc.
“Officine del futuro” nasce in un’area, il Destra Po Sinistra Secchia, molto colpita dalla crisi economica in
termini di chiusura di attività industriali e con conseguente perdita di posti di lavoro, ma al contempo è
zona di prodotti tipici ricercati: melone, zucca, etc., così come i lavorati tipo mostarda, formaggio
parmigiano reggiano, etc. La disoccupazione crescente è un ulteriore ostacolo per chi o per disabilità o
perché con problemi socio-famigliari gravi tanto da determinare anche un allontanamento dalla famiglia, ha
già poche opportunità di crescere professionalmente e di trovare lavoro, ma il settore primario e quello di
lavorazione dei prodotti agricoli offrono secondo noi una via d’uscita.
Il progetto nel suo primo anno di vita ha permesso la sperimentazione in una sede ben attrezzata, ma
provvisoria, delle tecniche artigianali con cui si producono marmellate, giardiniere, mostarde, etc. e la
formazione a riguardo sia di operatori sociali sia di giovani utenti. Si sono formati 15 ragazzi/e provenienti
dal Servizio Formativo per l’Autonomia della coop. C.H.V. e dalla Comunità e Centro diurno per minori della
coop. Tante Tinte. Tra questi un ragazzo minorenne ha avuto accesso ad un tirocinio remunerato presso un
caseificio locale. A livello associazionistico è nato un nuovo circolo giovanile, Arci Ca’ 104, che si occuperà di
temi legati all’agricoltura sociale e alla promozione civica tra i giovani.
L’obiettivo più a lungo termine, sul quale stiamo lavorando in questo periodo, è di rendere l’esperienza
un’attività stabile e imprenditorialmente funzionale. Miriamo in sostanza a stabilizzare la linea di
produzione artigianale di confettura, salse, etc. collaborando con realtà del territorio profit e non profit con
cui siamo entrati in contatto quest’anno, utilizzare prodotti provenienti da realtà agricole sociali, proseguire
il lavoro formativo, d’inserimento lavorativo e di occupazione di giovani socialmente fragili in maniera
crescente e più efficace.
Arci sino ad oggi è stato l’ente promotore dell’iniziativa, ma per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale e di
servizio è stata identificata nella cooperativa sociale partner il soggetto più indicato a proseguire. Oltre a
coadiuvare la cooperativa nel rafforzamento del progetto, Arci Mantova svolgerà un ruolo importante e
nuovo nella creazione di uno dei circuiti per la distribuzione dei prodotti attraverso i propri circoli,
promuovendo temi come il consumo consapevole, socialmente ed economicamente equo e ecosostenibile
utilizzando la formula dei g.a.s. o affini.
13. 13
KARADRÀ
ARCI ARADEO
Piazzetta Indipendenza, 28, 73040 - Aradeo LE, Italia
http://www.clubgallery.altervista.org/
“….Torno nei campi, perché
le piazze sono piene
ma le terre vuote.”
(cit. M.Colizzi)
Arci Club Gallery, dopo il Dopolavoro, ha deciso di creare il Lavoro:
“Karadrà” è un progetto agricolo legato al nuovo concetto di multifunzionalità che da all’agricoltura, oltre al
suo compito primario, il compito di fare comunità, tutelare il patrimonio culturale e naturale di un
territorio, ridisegnarne le linee. Questa terra fatta di “muretti a secco” e “canali asciutti”, di “ulivi” e
“mandorli solitari” ci ha spinti non all’agricoltura, ma all’aridocoltura.
L’agricoltura oggi deve fare i conti non solo con l’aumento dei consumi, ma anche con la diminuzione delle
risorse, l’aumento della temperatura terrestre e la conseguente desertificazione, le produzioni devono
necessariamente soddisfare tutti questi bisogni per poter non solo essere “etiche” ma anche bastevoli.
L’aridocoltura è l’insieme degli accorgimenti volti a consentire la coltivazione in ambiente arido, cioè in
assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. Questa ci permette di portare sul mercato
prodotti naturali cresciuti nel rispetto della terra e della risorsa acqua a costi competitivi facendoci scoprire,
oltretutto, che l’evoluzione di per sé ha donato a molte piante la capacità di produrre frutti ad alto
contenuto nutrizionale e dalla lunga conservazione. Da qui il nostro impegno nel recupero delle biodiversità
locali.
Siamo già a lavoro da tempo. Da quattro anni siamo impegnati sul territorio con attività culturali e di
promozione sociale e da due abbiamo deciso di impegnare il nostro Tempo Lavoro anche nei campi,
reinvestendo di volta in volta il ricavato di tutto ciò, a sostegno delle spese agricole e della nostra
formazione. Il sistema virtuoso che abbiamo creato prevede la concessione d’uso di terreni incolti ed
abbandonati, la loro bonifica e messa a produzione.
Vogliamo la Cooperativa
Stiamo lavorando alla creazione di “Karadrà – Cooperativa Agricola Produzione Lavoro”, che darà a noi e al
nostro territorio la possibilità NON di resistere, ma di prosperare.
La sfida più grande per noi è dimostrare e dimostrarci, che è il lavoro a pagare e a crearne di nuovo, senza
dimenticare che il cibo serve al corpo, come l’arte serve all’anima. Siamo vicini al nostro traguardo, i frutti
raccolti quest’anno, i Pomodori d’Inverno dei nostri campi, le Pende ci daranno la spinta finale!
La Penda. Un’ Icona!
La globalizzazione ha reso possibile avere tutto, qualsiasi prodotto in qualsiasi luogo e tempo, questo a
scapito non solo della qualità ma anche del nostro ambiente e del nostro futuro.
La Penda in questo sistema “distorto”, rappresenta per noi il rispetto del tempo, della stagionalità, della
risorsa acqua, della terra e del lavoro dell’uomo… diventa simbolo del cambiamento. La nostra Icona!!!
14. 14
PROGETTO DRAGO
COOPERATIVA LAVORO E NON SOLO
Via Francesco Crispi, 56, 90034 Corleone PA
www.lavoroenonsolo.org
Nata nel febbraio 2000, la Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo” gestisce un’azienda agricola su terreni
confiscati alla mafia, nel territorio di Corleone e Monreale. Infatti, nel corso degli anni ha avuto affidati terreni
e beni confiscati da diversi enti: il Consorzio Sviluppo e Legalità, il Comune di Corleone e il Comune di Cancattì.
L’attuale compagine sociale della cooperativa è composta da 16 soci (di cui 3 cosiddetti svantaggiati L.n.
381/91 e 8 soci sovventori). I soci della Cooperativa svolgono insieme diverse attività per il territorio:
- Attività agricola
Sui terreni gestiti vengono prodotti: grano duro, ceci, lenticche, pomodori, melanzane, peperoni, uva,
fichidindia, mandorle, olive. Tutti i prodotti confezionati sono inseriti nei circuiti di mercato e acquistabili
presso la Bottega della Legalità a Corleone. - Attività di inserimento lavorativo
La cooperativa, per le attività di inserimento lavorativo dei soci e lavoratori con svantaggio, fin dall’inizio
dell’attività, collabora con il Dipartimento di Salute Mentale di Corleone, offrendo l’opportunità di percorsi
specifici.
- Attività di animazione e promozione di cittadinanza attiva
In questi anni la nostra Cooperativa ha avviato nel territorio del corleonese progetti di animazione sociale e
cittadinanza attiva coinvolgendo i giovani e avviando percorsi specifici e stipulando protocolli d’intesa con le
scuole di tutto il terriotorio nazionale.
Dal 2006, ha operato nel territorio di Corleone grazie all’attuazione del progetto “EQUAL Sole”, finanziato
dalla Comunità Europea, Ente capofila Provincia regionale di Palermo, partner ASL 6 Palermo D.S.M. Corleone
- che ha previsto 2 inserimenti in Borsa Lavoro; dal 2008 gestisce il progetto “LiberArci dalle spine”, finanziato
dalla ASL 6 Palermo D.S.M. – Corleone, con inserimenti in Borsa Lavoro, successivamente finanziati
dall’Unione dei Comuni del Corleonese. La Cooperativa, insieme all’Arci e Libera organizzano dal 2005,
nell’ambito del progetto “LiberArci dalle spine”, campi di lavoro e studio sui terreni confiscati alla mafia nel
periodo compreso tra giugno e ottobre. Al suddetto progetto aderiscono: Banca Popolare Etica, CGIL Toscana
e CGIL Sicilia, Legacoop Toscana e Sicilia, Comune di Corleone, Consorzio Sviluppo e Legalità, Comune di
Canicattì, Regione Toscana, Provincia di Firenze. Il progetto prevede un’esperienza formativa e di lavoro
destinata a ragazzi e ragazze di età tra 16 e 28 anni, e offre ai giovani la possibilità di partecipare attivamente
alla vita della nostra Cooperativa. L’organizzazione delle giornate di partecipazione ai campi di lavoro e di
studio prevedono ogni anno diversi impegni: lavoro diretto sui terreni, partecipazione ai laboratori ed agli
incontri di educazione alla legalità democratica, attività di animazione e socializzazione con le comunità del
territorio. Nel corso di questi anni sono stati diversi i campi organizzati che hanno visto la partecipazione di
quasi 2000 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia. I campi di lavoro vedono anche la partecipazione
consolidata di 2 Comunità di recupero per tossicodipendenti: il “Doccio” di Bientina e la Cooperativa
“Incontro” di Pistoia. I campi di lavoro sono stati anche strumento per consolidare la progettualità riabilitativa
con il D.S.M. di Corleone. Nel 2009 in collaborazione con il D.S.M. di Lucca uno dei campi è stato caratterizzato
dall’attività di arte/video/terapia che ha visto partecipare utenti dei D.S.M. di Lucca e Corleone e il
coinvolgimento delle Comunità Alloggio di Corleone e Lercara Friddi. Durante i campi di lavoro si svolgono
spesso attività che hanno come oggetto la promozione della lettura attraverso presentazione di libri con la
presenza degli autori, o la promozione della storia del territorio corleonese. Di volta in volta sono state
organizzate delle rassegne di cinema scegliendo titoli che facessero riflettere su temi di attualità
(l’emigrazione, la precarizzazione del mondo del lavoro, l’intercultura, il mediterraneo, l’esclusione sociale).
15. 15
La Cooperativa Lavoro e non solo fa parte dell’associazione Laboratorio della legalità, ed insieme a questa
gestisce a Corleone (PA) un bene confiscato a Bernardo Provenzano all’interno del quale è stato creato un
percorso iconografico con i quadri del pittore Gaetano Porcasi sulla mafia e sul movimento antimafia dalla
fine dell’800 fino all’arresto dei boss Lo Piccolo. Il luogo, visitato ogni giorno da turisti e studiosi, è oggi sede
di attività culturali, progetti di cittadinanza attiva e formazione.
La Cooperativa si dedica anche ad interventi che promuovano l’integrazione sociale e la formazione degli
immigrati. Progetti svolti con questo obiettivo sono “BibliotechiAmo” e “D.R.A.G.O. (ancora in corso),
supportati dalla Fondazione Con il Sud.
Il progetto D.R.A.G.O. Developement Resources Agricultural Growth Organic
La Cooperativa Lavoro e non solo, insieme al Laboratorio della Legalità, il Comune di Corleone e altre
associazioni del nostro territorio, ha promosso e si trova ad attuare un’ambiziosa iniziativa: il progetto
D.R.A.G.O., sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, che ha l’obiettivo di rilanciare l’agricoltura sostenibile
favorendo l’inclusione sociale di soggetti in condizione di disagio e di marginalità.
Rispondendo anche all’attuale situazione di emergenza e criticità, il progetto D.R.A.G.O. è destinato a
beneficiari immigrati, giunti in Sicilia attraverso i drammatici sbarchi che tutti conosciamo. Accolti all’interno
del bene confiscato “Casa Caponnetto” a Corleone, assegnato alla nostra Cooperativa, i protagonisti del
progetto stanno svolgendo un percorso formativo teorico-pratico, che li condurrà a sviluppare tutte le
competenze necessarie per seguire l’intero processo di filiera riguardante la coltura, il confezionamento e la
diffusione sul mercato dei prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia. Infatti, attraverso il progetto
è stato potenziato un Laboratorio dei Legumi creato all’interno di un bene confiscato a Corleone, sito in
contrada Chiatta/Drago. I giovani immigrati, protagonisti del progetto, stanno, inoltre, svolgendo attività di
accoglienza dei turisti che ogni anno visitano il Laboratorio della Legalità a Corleone, spiegando loro il
percorso museale, per il quale i giovano stessi stanno sviluppando una guida virtuale, all’interno delle ore
previste per il laboratorio di informatica. Sempre nell’arco del progetto, stanno incrementando competenze
relative alla vendita dei prodotti provenienti dalle terre confiscate, esercitandosi direttamente all’interno
della Bottega della Legalità o attraverso l’attività di e-commerce prevista dal Laboratorio di marketing. Il
progetto prevede un percorso di sostegno all’apprendimento della lingua italiana L2, alcuni giovani hanno
conseguito la licenza media e vengono supportati per il percorso relativo all’acquisizione della patente di
guida. Il progetto realizza a piccoli passi l’inserimento socio-lavorativo dei nostri giovani, attraverso
l’acquisizione di competenze spendibili in diversi settori.
Il progetto D.R.A.G.O. si qualifica come iniziativa esemplare, per innovatività, complessità di gestione e
qualità dei risultati raggiunti, che come tali meritano di essere diffusi e messi in rete.