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CAPITOLO 2

STORIE, METAFORE E PROSPETTIVE NELLA TEORIA
           DELL’ORGANIZZAZIONE




       Anna Corradi, Marta Frizziero, Giulia Poli (MOSS)
                  Andrea Capaccioli (LOSI)
Le tre fasi dell’industrialismo
1. FASE : sviluppo delle macchine per aumentare la produttività del lavoro. Nasce il sistema della
fabbrica in alternativa al sistema del subappalto. Da lavoratore a contratto a capomastro che esegue gli
ordini del direttore generale o del proprietario della fabbrica (diminuzione delle responsabilità e libertà
degli impiegati).
2. FASE : decollo industriale (1850-1860) con crescita e maggiore complessità tecnica dei processi di
produzione. Espansione dei sistemi di organizzazione sociale e burocratici con enfasi sul controllo, sulla
routine e sulla specializzazione. Forte espansione dei quadri amministrativi e dirigenziali, migliorie nel
sistema dei trasporti e delle comunicazioni, maggiore libertà di commercio, crescente interesse
dell’opinione pubblica per i prodotti di consumo industriali.
3. FASE : la produzione tende a superare la domanda spontanea di beni all’interno di un paese.
Dipendenza dell’organizzazione capitalistica dalla crescita della produzione che porta a una maggiore
sensibilità alle esigenze del consumatore, nuove tecniche per stimolare il consumo dei beni (pubblicità,
ricerca di mercato, marketing, sondaggi..), internazionalizzazione delle imprese in cerca di nuovi mercati e
sviluppo di nuove tecnologie. Nuovo rapporto tra imprese e mercati che richiede maggiore flessibilità
delle organizzazioni. Tutti i membri di un’impresa si impegnano a sostenere lo sviluppo economico e ciò
comporta uno stile organizzativo più partecipativo.

                                                                                                          2
Post-industrialismo e organizzazione postindustriale

• Società industriale = è organizzata in base al controllo della produzione di beni.
• Società post-industriale = si basa sulla produzione delle conoscenze e sull’utilizzo delle informazioni e
si definisce in base alle sue modalità di acquisizione, elaborazione e distribuzione delle informazioni
rivoluzionate dall’introduzione del computer. Creazione di network o reti di comunicazione (+ asse
orizzontale).
 Caratteristiche del post industrialismo:
- Ambiente  competizione globale, deconcentrazione del capitale, frammentazione dei mercati,
decentralizzazione della produzione; il consumatore ha più scelta; crescita dei movimenti sociali
(pluralismo, diversità, localismo);
- Tecnologia  processi di produzione flessibili, utilizzo del computer, sistemi di “just-in-time”,
velocità, innovazione;
- Struttura sociale  nuove forme organizzative (network, alleanze strategiche., organizzazioni virtuali),
comunicazione orizzontale e responsabilità manageriale; outsourcing, confini incerti;
- Cultura  qualità, servizio al consumatore, diversità, innovazione;
- Struttura fisica (spazio-tempo)  diffusione delle persone sul territorio, tempi ridotti di trasporto,
compressione della dimensione temporale;
- Natura del lavoro  frenetica, complessa; lavoro di squadra interfunzionale, enfasi
sull’apprendimento, auto-impiego, telelavoro (collaborazione e partecipazione di esperti all’interno delle
organizzazioni)

                                                                                                         3
L’influenza dei classici sulla teoria delle organizzazioni

     Due correnti di pensiero:
1)   Corrente sociologica: si concentra su mutevoli forme e ruoli
delle organizzazioni all’interno della società ed esamina l’impatto
dell’industrializzazione sulla natura del lavoro e le conseguenze
per i lavoratori.
2)   Teoria classica del management e della gestione d’impresa: si
concentra sui problemi pratici che devono affrontare i manager di
organizzazioni industriali.


                                                                  4
Autori che hanno dato origine alla teoria organizzativa
• Adam Smith         efficienza della divisione del lavoro, ripartizione dei compiti lavorativi,
specializzazione del lavoro
• Karl Marx       teoria del capitale (forza lavoro come fondamento della realtà sociale, lotta
tra interessi del capitale e di forza lavoro, alienazione)
• Emille Durkheim          passaggio da società agricola a industriale come mutamento in
termini di più specializzazione, gerarchia e interdipendenza dei compiti lavorativi
• Frederick Winslow Taylor          inventore del management scientifico, ruolo dei manager
(controllo e supervisione), sminuire autorità dei lavoratori, razionalizzazione organizzativa
• Henri Fayol         principi universali di gestione razionale delle attività organizzative
(controllo, gestione di casi eccezionali, integrazione, comando e gerarchia) ; responsabilità
del manager (pianificazione, organizzazione, comando, coordinamento, controllo
• Max Weber         crescita della burocrazia con carattere razionale, presenza di un’autorità
formale basata su regole e procedure precise e generalizzate; teoria della burocrazia,
razionalizzazione burocratica ed efficienza tecnica
• Chester Barnard        organizzazione come sistemi sociali di cooperazione (comunicazione
degli obiettivi e motivazione per gli operatori)

                                                                                                5
Approcci contemporanei alla teoria dell’organizzazione
Approccio modernista
Bertallanfy  teoria generale dei sistemi (ricercare leggi e principi che spieghino i fenomeni)
Boulding  gerarchia dei sistemi (contesto, meccanismi, sistemi di controllo, sistemi aperti,
sistemi genetici, animali, esseri umani, organizzazioni asociali, sistemi trascendentali)

Approccio simbolico-interpretativo
Weick  teoria dell’enactement (origini soggettive delle realtà organizzative, reificazione)
Berger e Luckman  teoria della costruzione sociale della realtà (ordine sociale è risultato di
negoziazioni interpersonali)
Idea della realtà oggettivata (costruita socialmente)

Approccio post-modernista
•
Valore della diversità, approccio relativista perché non cerca criteri universali di verità, questioni
etiche come costruzioni sociali; frammentazione;
•
Prospettive future: inserimento in organizzazioni più piccole decentrate, informali e flessibili che
saranno orientate verso servizi e informazione, basate su strategie di produzione automatizzare e
tecnologie informatiche (organizzazioni più eclettiche, partecipative e con rapporti meno
rigidamente definiti)
• Decostruzione (professioni, potere …)
• Auto-riflessività (scoprire cosa è stato dato per scontato
                                                                                                      6
Differenze epistemologiche tra le prospettive
- Oggettivista (modernismo): non si può conoscere qualcosa soltanto attraverso
l’osservazione “indipendente” dal fenomeno. Credere che il mondo esista
indipendentemente dalla nostra conoscenza di esso. I fenomeni da studiare sono “là
fuori” e le teorie possono essere verificate confrontandole con la realtà.
- Soggettivista (simbolico-interpretativo): le conoscenze del mondo vengono filtrate
dall’osservatore e mediate dall’esperienza; risultano alterate da forze cognitive e/o
sociali e culturali. Le conoscenze si riferiscono sempre a chi le possiede. La realtà è “qui
dentro” cioè definita dall’esperienza soggettiva dell’individuo, influenzato anche dal
contesto sociale e culturale.
- Postmodernista : tutte le conoscenze sono il prodotto di processi sociali e culturali; le
nostre dicotomie (soggetto/oggetto) sono arbitrarie e intrinsecamente instabili. La
soggettività individuale è vista come la costruzione di noi stessi all’interno di un certo
contesto culturale e sociale. Il concetto di individuo è costruito attraverso l’uso del
linguaggio (etichettamento).


                                                                                          7
PROSPETTIVA CLASSICA

OGGETTO  il tema centrale degli studi organizzativi erano gli effetti dell’industrialismo/
organizzazione sulla società (approccio sociologico) o come rendere l’organizzazione più
efficace e efficiente dal punto di vista gestionale (approccio manageriale).


METODI DI RICERCA                 osservazione e analisi storica, riflessioni personali
sull’esperienze che producono tipologie o indicazioni prescrittive.


RISULTATI        tipologie e modelli teorici, prescrizioni e consigli per manager.


Gli individui dotati di autorità (proprietari e manager) hanno il diritto di parlare e di
influenzare gli altri, comunicando e condividendo le capacità che hanno accumulato durante
la pratica.



                                                                                          8
PROSPETTIVA MODERNISTA

OGGETTO         attenzione all’organizzazione in sé, spiegando le diverse forme organizzative
e i loro risultati (rendimento, profittabilità, controllo). Usa un’epistemologia oggettivista che
studia l’organizzazione come oggetto dalle dimensioni misurabili.


METODI DI RICERCA                  descrizione e analisi statistica basate sull’oggettività
(correlazioni tra misure standardizzate). Misurazione e ricerca di leggi generali.


RISULTATI        studi comparati e analisi statistiche multivariate.


Concentra l’autorità nelle mani del management; si preoccupa di come creare e sostenere il
potere e il controllo manageriale



                                                                                                9
PROSPETTIVA SIMBOLICO-INTERPRETATIVA



OGGETTO             attenzione all’organizzazione in sé, utilizzando un’epistemologia
soggettivista che studia l’organizzazione come un soggetto pieno di significati che devono
essere capiti e apprezzati.


METODI DI RICERCA                  tecniche etnografiche (partecipazione dell’osservatore e
intervista etnografica),.


RISULTATI         descrizioni narrative come studi e analisi dei casi, etnografie organizzative
(ricerca di significati e interpretazioni).




                                                                                             10
PROSPETTIVA POSTMODERNA

OGGETTO            attenzione alla teoria delle organizzazioni e ai processi di teorizzazioni in
generale. L’analisi riguarda il ricercatore o il manager che cercano di capire l’organizzazione
in sé e anche i modi in cui viene costruita, attraverso il tentativo di teorizzarla.


METODI DI RICERCA              decostruzionismo (le categorie vengono messe in discussione e i
concetti scardinati o sovvertiti) e altre forme di critica delle pratiche di teorizzazione.


RISULTATI            auto-riflessività e narrazioni riflessive (ricerca di significati e
interpretazioni).


Sono i teorici ad essere chiamati a riflettere su se stessi e a rilevare apertamente le proprie
convinzioni. Tutti gli individui dotati di autorità (autori di teorie organizzative e manager delle
organizzazioni) hanno il dovere e responsabilità di rivelare le proprie interpretazioni
soggettive e le proprie motivazioni, con l’obbligo di non imporle agli altri. Tale posizione
inoltre si preoccupa della moralità dell’azione organizzativa.
                                                                                                11
LE METAFORE DELLA TEORIA ORGANIZZATIVA

Metafora: è un mezzo utile per riconoscere e comprendere
l’essenza di un dato fenomeno. Suggerisce il collegamento tra due
esperienze (similitudini o parallelismi). È servita alla teoria
organizzativa come strumento per capire e analizzare le
organizzazioni.


Limiti : la metafora non dice nulla sulle differenze e i fenomeni
non vengono compresi a pieno. Le metafore originarie della teoria
organizzativa creano vuoti di percezione e di ragionamento.


                                                               12
PROSPETTIVA           METAFORA         IMMAGINE
ORGANIZZAZIONE                    IMMAGINE
MANAGER




  Periodo
classico       MACCHINA     Costruire
macchina
per
scopi
specifici
       Ingegnere
che
progeFa
e
fa 

                                                   produCvi                                funzionare





    Modernismo           ORGANISMO   Sistema
vivente
che
adoFa
strategie
per
 Parte
interdipendente
di
un

                                      sopravvivenza
(ambiente,
tecnologia

e
           sistema
                                            adaFamento
struFurale)


Approccio
simbolico
‐
    CULTURA       Schema
di
significaR
di
individui
che
             È
un
simbolo

   interpretaRvo                     vivono
in
colleCvità
(condivisione
valori,
       dell’organizzazione
                                                tradizioni
e
usanze)




  Postmodernismo
         COLLAGE    Teoria
organizzaRva
è
un
collage
faFo
di
      Manager
=
teorico
che
è

                                            tanR
pezzi
di
conoscenze
e
                anche
un
arRsta
                                                  interpretazioni




                                                                                                               13

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Presentazione ok cap. 2

  • 1. CAPITOLO 2 STORIE, METAFORE E PROSPETTIVE NELLA TEORIA DELL’ORGANIZZAZIONE Anna Corradi, Marta Frizziero, Giulia Poli (MOSS) Andrea Capaccioli (LOSI)
  • 2. Le tre fasi dell’industrialismo 1. FASE : sviluppo delle macchine per aumentare la produttività del lavoro. Nasce il sistema della fabbrica in alternativa al sistema del subappalto. Da lavoratore a contratto a capomastro che esegue gli ordini del direttore generale o del proprietario della fabbrica (diminuzione delle responsabilità e libertà degli impiegati). 2. FASE : decollo industriale (1850-1860) con crescita e maggiore complessità tecnica dei processi di produzione. Espansione dei sistemi di organizzazione sociale e burocratici con enfasi sul controllo, sulla routine e sulla specializzazione. Forte espansione dei quadri amministrativi e dirigenziali, migliorie nel sistema dei trasporti e delle comunicazioni, maggiore libertà di commercio, crescente interesse dell’opinione pubblica per i prodotti di consumo industriali. 3. FASE : la produzione tende a superare la domanda spontanea di beni all’interno di un paese. Dipendenza dell’organizzazione capitalistica dalla crescita della produzione che porta a una maggiore sensibilità alle esigenze del consumatore, nuove tecniche per stimolare il consumo dei beni (pubblicità, ricerca di mercato, marketing, sondaggi..), internazionalizzazione delle imprese in cerca di nuovi mercati e sviluppo di nuove tecnologie. Nuovo rapporto tra imprese e mercati che richiede maggiore flessibilità delle organizzazioni. Tutti i membri di un’impresa si impegnano a sostenere lo sviluppo economico e ciò comporta uno stile organizzativo più partecipativo. 2
  • 3. Post-industrialismo e organizzazione postindustriale • Società industriale = è organizzata in base al controllo della produzione di beni. • Società post-industriale = si basa sulla produzione delle conoscenze e sull’utilizzo delle informazioni e si definisce in base alle sue modalità di acquisizione, elaborazione e distribuzione delle informazioni rivoluzionate dall’introduzione del computer. Creazione di network o reti di comunicazione (+ asse orizzontale). Caratteristiche del post industrialismo: - Ambiente  competizione globale, deconcentrazione del capitale, frammentazione dei mercati, decentralizzazione della produzione; il consumatore ha più scelta; crescita dei movimenti sociali (pluralismo, diversità, localismo); - Tecnologia  processi di produzione flessibili, utilizzo del computer, sistemi di “just-in-time”, velocità, innovazione; - Struttura sociale  nuove forme organizzative (network, alleanze strategiche., organizzazioni virtuali), comunicazione orizzontale e responsabilità manageriale; outsourcing, confini incerti; - Cultura  qualità, servizio al consumatore, diversità, innovazione; - Struttura fisica (spazio-tempo)  diffusione delle persone sul territorio, tempi ridotti di trasporto, compressione della dimensione temporale; - Natura del lavoro  frenetica, complessa; lavoro di squadra interfunzionale, enfasi sull’apprendimento, auto-impiego, telelavoro (collaborazione e partecipazione di esperti all’interno delle organizzazioni) 3
  • 4. L’influenza dei classici sulla teoria delle organizzazioni Due correnti di pensiero: 1) Corrente sociologica: si concentra su mutevoli forme e ruoli delle organizzazioni all’interno della società ed esamina l’impatto dell’industrializzazione sulla natura del lavoro e le conseguenze per i lavoratori. 2) Teoria classica del management e della gestione d’impresa: si concentra sui problemi pratici che devono affrontare i manager di organizzazioni industriali. 4
  • 5. Autori che hanno dato origine alla teoria organizzativa • Adam Smith  efficienza della divisione del lavoro, ripartizione dei compiti lavorativi, specializzazione del lavoro • Karl Marx  teoria del capitale (forza lavoro come fondamento della realtà sociale, lotta tra interessi del capitale e di forza lavoro, alienazione) • Emille Durkheim  passaggio da società agricola a industriale come mutamento in termini di più specializzazione, gerarchia e interdipendenza dei compiti lavorativi • Frederick Winslow Taylor  inventore del management scientifico, ruolo dei manager (controllo e supervisione), sminuire autorità dei lavoratori, razionalizzazione organizzativa • Henri Fayol  principi universali di gestione razionale delle attività organizzative (controllo, gestione di casi eccezionali, integrazione, comando e gerarchia) ; responsabilità del manager (pianificazione, organizzazione, comando, coordinamento, controllo • Max Weber  crescita della burocrazia con carattere razionale, presenza di un’autorità formale basata su regole e procedure precise e generalizzate; teoria della burocrazia, razionalizzazione burocratica ed efficienza tecnica • Chester Barnard  organizzazione come sistemi sociali di cooperazione (comunicazione degli obiettivi e motivazione per gli operatori) 5
  • 6. Approcci contemporanei alla teoria dell’organizzazione Approccio modernista Bertallanfy  teoria generale dei sistemi (ricercare leggi e principi che spieghino i fenomeni) Boulding  gerarchia dei sistemi (contesto, meccanismi, sistemi di controllo, sistemi aperti, sistemi genetici, animali, esseri umani, organizzazioni asociali, sistemi trascendentali) Approccio simbolico-interpretativo Weick  teoria dell’enactement (origini soggettive delle realtà organizzative, reificazione) Berger e Luckman  teoria della costruzione sociale della realtà (ordine sociale è risultato di negoziazioni interpersonali) Idea della realtà oggettivata (costruita socialmente) Approccio post-modernista •
Valore della diversità, approccio relativista perché non cerca criteri universali di verità, questioni etiche come costruzioni sociali; frammentazione; •
Prospettive future: inserimento in organizzazioni più piccole decentrate, informali e flessibili che saranno orientate verso servizi e informazione, basate su strategie di produzione automatizzare e tecnologie informatiche (organizzazioni più eclettiche, partecipative e con rapporti meno rigidamente definiti) • Decostruzione (professioni, potere …) • Auto-riflessività (scoprire cosa è stato dato per scontato 6
  • 7. Differenze epistemologiche tra le prospettive - Oggettivista (modernismo): non si può conoscere qualcosa soltanto attraverso l’osservazione “indipendente” dal fenomeno. Credere che il mondo esista indipendentemente dalla nostra conoscenza di esso. I fenomeni da studiare sono “là fuori” e le teorie possono essere verificate confrontandole con la realtà. - Soggettivista (simbolico-interpretativo): le conoscenze del mondo vengono filtrate dall’osservatore e mediate dall’esperienza; risultano alterate da forze cognitive e/o sociali e culturali. Le conoscenze si riferiscono sempre a chi le possiede. La realtà è “qui dentro” cioè definita dall’esperienza soggettiva dell’individuo, influenzato anche dal contesto sociale e culturale. - Postmodernista : tutte le conoscenze sono il prodotto di processi sociali e culturali; le nostre dicotomie (soggetto/oggetto) sono arbitrarie e intrinsecamente instabili. La soggettività individuale è vista come la costruzione di noi stessi all’interno di un certo contesto culturale e sociale. Il concetto di individuo è costruito attraverso l’uso del linguaggio (etichettamento). 7
  • 8. PROSPETTIVA CLASSICA OGGETTO  il tema centrale degli studi organizzativi erano gli effetti dell’industrialismo/ organizzazione sulla società (approccio sociologico) o come rendere l’organizzazione più efficace e efficiente dal punto di vista gestionale (approccio manageriale). METODI DI RICERCA  osservazione e analisi storica, riflessioni personali sull’esperienze che producono tipologie o indicazioni prescrittive. RISULTATI  tipologie e modelli teorici, prescrizioni e consigli per manager. Gli individui dotati di autorità (proprietari e manager) hanno il diritto di parlare e di influenzare gli altri, comunicando e condividendo le capacità che hanno accumulato durante la pratica. 8
  • 9. PROSPETTIVA MODERNISTA OGGETTO  attenzione all’organizzazione in sé, spiegando le diverse forme organizzative e i loro risultati (rendimento, profittabilità, controllo). Usa un’epistemologia oggettivista che studia l’organizzazione come oggetto dalle dimensioni misurabili. METODI DI RICERCA  descrizione e analisi statistica basate sull’oggettività (correlazioni tra misure standardizzate). Misurazione e ricerca di leggi generali. RISULTATI  studi comparati e analisi statistiche multivariate. Concentra l’autorità nelle mani del management; si preoccupa di come creare e sostenere il potere e il controllo manageriale 9
  • 10. PROSPETTIVA SIMBOLICO-INTERPRETATIVA OGGETTO  attenzione all’organizzazione in sé, utilizzando un’epistemologia soggettivista che studia l’organizzazione come un soggetto pieno di significati che devono essere capiti e apprezzati. METODI DI RICERCA  tecniche etnografiche (partecipazione dell’osservatore e intervista etnografica),. RISULTATI  descrizioni narrative come studi e analisi dei casi, etnografie organizzative (ricerca di significati e interpretazioni). 10
  • 11. PROSPETTIVA POSTMODERNA OGGETTO  attenzione alla teoria delle organizzazioni e ai processi di teorizzazioni in generale. L’analisi riguarda il ricercatore o il manager che cercano di capire l’organizzazione in sé e anche i modi in cui viene costruita, attraverso il tentativo di teorizzarla. METODI DI RICERCA  decostruzionismo (le categorie vengono messe in discussione e i concetti scardinati o sovvertiti) e altre forme di critica delle pratiche di teorizzazione. RISULTATI  auto-riflessività e narrazioni riflessive (ricerca di significati e interpretazioni). Sono i teorici ad essere chiamati a riflettere su se stessi e a rilevare apertamente le proprie convinzioni. Tutti gli individui dotati di autorità (autori di teorie organizzative e manager delle organizzazioni) hanno il dovere e responsabilità di rivelare le proprie interpretazioni soggettive e le proprie motivazioni, con l’obbligo di non imporle agli altri. Tale posizione inoltre si preoccupa della moralità dell’azione organizzativa. 11
  • 12. LE METAFORE DELLA TEORIA ORGANIZZATIVA Metafora: è un mezzo utile per riconoscere e comprendere l’essenza di un dato fenomeno. Suggerisce il collegamento tra due esperienze (similitudini o parallelismi). È servita alla teoria organizzativa come strumento per capire e analizzare le organizzazioni. Limiti : la metafora non dice nulla sulle differenze e i fenomeni non vengono compresi a pieno. Le metafore originarie della teoria organizzativa creano vuoti di percezione e di ragionamento. 12
  • 13. PROSPETTIVA METAFORA IMMAGINE
ORGANIZZAZIONE IMMAGINE
MANAGER Periodo
classico MACCHINA Costruire
macchina
per
scopi
specifici
 Ingegnere
che
progeFa
e
fa 
 produCvi funzionare
 Modernismo ORGANISMO Sistema
vivente
che
adoFa
strategie
per
 Parte
interdipendente
di
un
 sopravvivenza
(ambiente,
tecnologia

e
 sistema adaFamento
struFurale) Approccio
simbolico
‐
 CULTURA Schema
di
significaR
di
individui
che
 È
un
simbolo
 interpretaRvo vivono
in
colleCvità
(condivisione
valori,
 dell’organizzazione tradizioni
e
usanze) Postmodernismo
 COLLAGE Teoria
organizzaRva
è
un
collage
faFo
di
 Manager
=
teorico
che
è
 tanR
pezzi
di
conoscenze
e
 anche
un
arRsta interpretazioni 13

Editor's Notes

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  13. \n