75 relazioni di vie di media difficoltà in: Civetta, Moiazza, Fanis, Tofane, Nuvolau, Averau Cinque Torri, Croda da Lago, Pomagagnon, Dolomiti Zoldane, Marmarole, Cadini di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti di Sesto
Le Dolomiti, Patrimonio Naturale dell'Umanità, hanno ricevuto il loro riconoscimento ufficiale. Le pareti color sangue delle Dolomiti Ampezzane e i riflessi ambrati che il Civetta sprigiona al tramonto ne erano la manifesta rivelazione. Questa dichiarazione in ogni caso ha suscitato approvazione ed entusiasmo e anche qualche celebrazione, ma se si deve fare festa mi pare che il modo migliore l'abbia individuato Emiliano Zorzi con questo volume che completa il panorama dolomitico seguendo a quel primo del 2009.
Le cime scelte nei Gruppi proposti sono forse le più belle, vere immagini e simulacri, emblemi e icone indimenticabili.
Il volume non deve essere scambiato per uno dei tanti di scalate scelte che sono poco più di un diario, spesso causale. Risponde a precisi criteri e approfondimenti con commenti e schede storiche e a un disegno ben preciso, la dimostrazione che le Dolomiti sono un eccellente tema per un'indagine ottimistica e analitica del nostro andare per monti. In una parola sono il tessuto della nostra passione e della nostra sete di superamento del reale e di desiderio di armonia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=10
75 relazioni di vie di media difficoltà in: Civetta, Moiazza, Fanis, Tofane, Nuvolau, Averau Cinque Torri, Croda da Lago, Pomagagnon, Dolomiti Zoldane, Marmarole, Cadini di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti di Sesto
Le Dolomiti, Patrimonio Naturale dell'Umanità, hanno ricevuto il loro riconoscimento ufficiale. Le pareti color sangue delle Dolomiti Ampezzane e i riflessi ambrati che il Civetta sprigiona al tramonto ne erano la manifesta rivelazione. Questa dichiarazione in ogni caso ha suscitato approvazione ed entusiasmo e anche qualche celebrazione, ma se si deve fare festa mi pare che il modo migliore l'abbia individuato Emiliano Zorzi con questo volume che completa il panorama dolomitico seguendo a quel primo del 2009.
Le cime scelte nei Gruppi proposti sono forse le più belle, vere immagini e simulacri, emblemi e icone indimenticabili.
Il volume non deve essere scambiato per uno dei tanti di scalate scelte che sono poco più di un diario, spesso causale. Risponde a precisi criteri e approfondimenti con commenti e schede storiche e a un disegno ben preciso, la dimostrazione che le Dolomiti sono un eccellente tema per un'indagine ottimistica e analitica del nostro andare per monti. In una parola sono il tessuto della nostra passione e della nostra sete di superamento del reale e di desiderio di armonia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=10
Scheda tecnica della Forra fatta dall'associazione di torrentisti "Toboga Club".
http://www.canyoningitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=51:peschiorosso&catid=25:molise-schede-tecniche&Itemid=37
Il ghiaccio ha sempre attratto gli alpinisti. I grandi scivoli, i profondi canaloni, le seraccate e le esili goulottes catturano lo sguardo con le loro forme eleganti e sembrano suggerire percorsi, linee di salita perfette tracciate dalla natura stessa.
Questa guida insostituibile illustra, con relazioni dettagliate, fotografie e tracce, 105 vie di ghiaccio dal Monviso al Grossglockner, passando per Delfinato, Gran Paradiso, Monte Bianco, Gran Combin, Monte Rosa, Mischabel, Alpi Bernesi, Gruppo del Bernina, Alpi Orobie, Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella, Zillertal, Dolomiti e Alti Tauri.
Una scelta completa per un alpinismo emozionante.
Le vie presentate comprendono le più belle salite classiche su Monviso, Les Bans, Mont Pelvoux, Barre des Écrins, Grande Ciamarella, Grande Casse, Becca di Monciair, Ciarforon, Gran Paradiso, Roccia Viva, Domes de Miage, Monte Bianco, Tour Ronde, Mont Blanc du Tacul, Aiguille du Midi, Grandes Jorasses, Aiguille Verte, Les Droites, Aiguille d’Argentière, Combin de Valsorey, Breithorn Occidentale, Lyskamm Orientale, Lenzspitze, Allalinhorn, Fletschhorn, Mönch, Monte Disgrazia, Piz Roseg, Piz Bernina, Pizzo di Coca, Monte Cristallo, Ortles, Gran Zebrù, Punta San Matteo, Cima Presanella, Cima Brenta, Cima Tosa, Palla Bianca, Wildspitze, Marmolada, Grossglockner e molte altre cime.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=137
1. Piz Palù centrale – Sperone Bumiller
Relazione da una ripetizione del 30-07-2008.
Primi salitori: Hans Bumiller - Martin Schocher - Johann Gross - Christian Zippert,1-9-1887.
Difficoltà: V e A0 su roccia, 70° su ghiaccio, Dsup.
Lunghezza: 800 metri.
Tempi: 8-12 h dal rifugio alla vetta. 3h per la discesa fino al rifugio. Molto variabile a seconda delle
condizioni.
Materiale: qualche nut e qualche friend. I chiodi non sono indispensabili in quanto i punti duri sono
ben chiodati, ma potrebbero essere utili in caso di ritirata o errori di percorso. per la parte di
ghiaccio qualche vite da ghiaccio e due picche a testa.
Commento: il bumiller è il più impegnativo e il più imponente dei tre magnetici speroni del palù
che si allungano paralleli verso nord. Compreso tra gli altri due speroni è anche il primo dei tre ad
essere stato salito nel 1887 dopo che bumiller convinse le tre guide ad azzardare l’ascensione
compilando un testamento in loro favore. È altresì il più impegnativo dei tre sia per le difficoltà che
si incontrano su roccia sia per la delicata uscita sotto il grande seracco finale.
2. Il seracco finale visto dalla vicina cresta kuffner con lo sviluppo del tiro di misto.
Avvicinamento: dal rifugio diavolezza scendere per tracce sul sottostante ghiacciaio [è meglio
studiarsi il percorso il giorno prima con la luce] e raggiungere con percorso non obbligato il piede
dello sperone [1h].
Descrizione: La via è idealmente suddivisibile in tre parti.
Prima parte: si risale l’ampio canalone tra lo sperone centrale e quello di destra [via zippert].
superata nei punti deboli la prima fascia di seracchi [60° con qualche breve tratto più ripido], si
punta verso sx la cresta rocciosa a monte dell’evidente gendarme roccioso [II/III]. Si segue per 2
lunghezze la cresta [III] che, con percorso non obbligato, conduce al facile crestino nevoso mediano
da risalire interamente fino alla base del salto principale. Sosta da attrezzare.
Seconda parte:
1° tiro: risalire le placche grigie fessurate e appoggiate a sx dello spigolo nei punti deboli [numerosi
chiodi e cordini] fino a sostare su un fix con maglia rapida. [IV, 50-55 m]
2° tiro: seguire il sistema di fessure sovrastanti la sosta [chiodi e cordini] fino a qualche metro sotto
un’evidente strapiombo con cordino. Sosta su un chiodo rinforzabile con friends. [IV, 45-50 m]
3° tiro: risalire la fessura fino allo strapiombo e superarlo [cordino + friend incastrato]. Salire fino
ad un chiodo e traversare a sx fino ad un terrazzino con 2 chiodi su cui si sosta. È eventualmente
presente un’altra sosta su due chiodi 2 metri a sx. [V, 45-50 m]
4° tiro: alzarsi sulle placchette sovrastanti la sosta fino a prendere un chiodo visibile dalla sosta.
Seguire ora la fila di chiodi verso dx che conduce sotto l’evidente tetto [friend incastrato].
Traversare 5 metri a sx fino alla sosta, rinforzabile, su due chiodi. [V e A0, 25 m]
5° tiro: traversare qualche metro a sx [chiodi] e superare il tetto nel punto più facile [chiodo].
Seguire la rampa sotto il filo dello spigolo verso sx [qualche chiodo] fino ad un intaglio sullo
spigolo. [IV, 50-55 m]
3. 6° tiro: seguire il filo della cresta o qualche metro sotto essa fino ad un profondo intaglio [chiodo].
Superarlo e sostare qualche metro dopo su tre chiodi presso un terrazzino da cui parte verso dx una
fessura. [IV+, 35-40 m]
7° tiro: seguire la fessura [chiodi] e proseguire sul filo della cresta fino a una sosta. [IV+, 50-55 m]
8° tiro: seguire il filo della cresta [qualche chiodo] fin sotto il grande seracco finale. Sosta su due
chiodi qualche metro sotto di esso sulla sx [III, 55-60 m]
Terza parte: con un tiro delicato di misto si traversa sotto il seracco su ghiaccio fino a delle rocce
chiodate [doccia gratuita!] che si superano verso sx. Sosta su viti da ghiaccio al termine del
traverso. Si prosegue ora sul pendio di neve e ghiaccio sovrastante: inizialmente inclinato a 70° si fa
via via più appoggiato fino ai plateau nevosi sommitali. Si aggira a sx un’altra seraccata e si
prosegue fino in vetta aggirando verso dx un enorme crepaccio.
Discesa: dalla vetta traversare facilmente seguendo la cresta fino al palù orientale. continuare a
seguire la cresta est della normale fino a un colle e da qui scendere lungamente sul ghiacciaio
seguendo le tracce della normale (attenzione crepacci allucinogeni!) fino al plateau alla base degli
speroni. continuare sulla dx fino alla morena che si risale faticosamente e da questa facilmente al
rifugio diavolezza.
Tracciato della via nella seconda e nella terza parte.