Scheda tecnica della Forra fatta dall'associazione di torrentisti "Toboga Club".
http://www.canyoningitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=51:peschiorosso&catid=25:molise-schede-tecniche&Itemid=37
22 itinerari
Se chiedete a qualsiasi biker che cosa vuol dire per lui la mountain bike, con tutta probabilità vi risponderà che essa rappresenta una delle massime espressioni di libertà, e pensandoci bene ha ragione. Pedalare tra i boschi, arrampicandosi su irti sentieri o gettandosi a capofitto lungo adrenaliniche discese, appaga completamente il desiderio di evasione e di ricerca del contatto con la natura, che molto spesso nel quotidiano si tende a smarrire.
I Colli Euganei sono un perfetto mix di natura e luoghi di estremo interesse storico, religioso e culturale. La mountain bike è il mezzo ideale per scoprirli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=147
22 itinerari
Se chiedete a qualsiasi biker che cosa vuol dire per lui la mountain bike, con tutta probabilità vi risponderà che essa rappresenta una delle massime espressioni di libertà, e pensandoci bene ha ragione. Pedalare tra i boschi, arrampicandosi su irti sentieri o gettandosi a capofitto lungo adrenaliniche discese, appaga completamente il desiderio di evasione e di ricerca del contatto con la natura, che molto spesso nel quotidiano si tende a smarrire.
I Colli Euganei sono un perfetto mix di natura e luoghi di estremo interesse storico, religioso e culturale. La mountain bike è il mezzo ideale per scoprirli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=147
75 relazioni di vie di media difficoltà in: Civetta, Moiazza, Fanis, Tofane, Nuvolau, Averau Cinque Torri, Croda da Lago, Pomagagnon, Dolomiti Zoldane, Marmarole, Cadini di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti di Sesto
Le Dolomiti, Patrimonio Naturale dell'Umanità, hanno ricevuto il loro riconoscimento ufficiale. Le pareti color sangue delle Dolomiti Ampezzane e i riflessi ambrati che il Civetta sprigiona al tramonto ne erano la manifesta rivelazione. Questa dichiarazione in ogni caso ha suscitato approvazione ed entusiasmo e anche qualche celebrazione, ma se si deve fare festa mi pare che il modo migliore l'abbia individuato Emiliano Zorzi con questo volume che completa il panorama dolomitico seguendo a quel primo del 2009.
Le cime scelte nei Gruppi proposti sono forse le più belle, vere immagini e simulacri, emblemi e icone indimenticabili.
Il volume non deve essere scambiato per uno dei tanti di scalate scelte che sono poco più di un diario, spesso causale. Risponde a precisi criteri e approfondimenti con commenti e schede storiche e a un disegno ben preciso, la dimostrazione che le Dolomiti sono un eccellente tema per un'indagine ottimistica e analitica del nostro andare per monti. In una parola sono il tessuto della nostra passione e della nostra sete di superamento del reale e di desiderio di armonia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=10
Escursione semplice e panoramica su sentieri agevoli in Alpi Apuane, nei pressi di Palagnana.
Molto bella la vista dalla cima del monte Croce sul Procinto, il Matanna e la Pania.
Unica difficoltà particolare un passaggio di pochi metri un po’ più impegnativo ed esposto ma è stato reso sicuro con delle catene fisse.
Il tracciato si svolge tutto in faggete e praterie d’altura.
Da evitare il periodo estivo più caldo per la bassa quota a cui si svolge.
In primavera è spettacolare la fioritura multicolore che si offre sui prati del Croce.
75 relazioni di vie di media difficoltà in: Civetta, Moiazza, Fanis, Tofane, Nuvolau, Averau Cinque Torri, Croda da Lago, Pomagagnon, Dolomiti Zoldane, Marmarole, Cadini di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti di Sesto
Le Dolomiti, Patrimonio Naturale dell'Umanità, hanno ricevuto il loro riconoscimento ufficiale. Le pareti color sangue delle Dolomiti Ampezzane e i riflessi ambrati che il Civetta sprigiona al tramonto ne erano la manifesta rivelazione. Questa dichiarazione in ogni caso ha suscitato approvazione ed entusiasmo e anche qualche celebrazione, ma se si deve fare festa mi pare che il modo migliore l'abbia individuato Emiliano Zorzi con questo volume che completa il panorama dolomitico seguendo a quel primo del 2009.
Le cime scelte nei Gruppi proposti sono forse le più belle, vere immagini e simulacri, emblemi e icone indimenticabili.
Il volume non deve essere scambiato per uno dei tanti di scalate scelte che sono poco più di un diario, spesso causale. Risponde a precisi criteri e approfondimenti con commenti e schede storiche e a un disegno ben preciso, la dimostrazione che le Dolomiti sono un eccellente tema per un'indagine ottimistica e analitica del nostro andare per monti. In una parola sono il tessuto della nostra passione e della nostra sete di superamento del reale e di desiderio di armonia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=10
Escursione semplice e panoramica su sentieri agevoli in Alpi Apuane, nei pressi di Palagnana.
Molto bella la vista dalla cima del monte Croce sul Procinto, il Matanna e la Pania.
Unica difficoltà particolare un passaggio di pochi metri un po’ più impegnativo ed esposto ma è stato reso sicuro con delle catene fisse.
Il tracciato si svolge tutto in faggete e praterie d’altura.
Da evitare il periodo estivo più caldo per la bassa quota a cui si svolge.
In primavera è spettacolare la fioritura multicolore che si offre sui prati del Croce.
Rilevante ricerca che tratta anche di S. Maria in Altissimis, nostra "Permanenza architettonica Benedettina". (Almanacco del Molise, Edizioni Enne, 1990.)
L ’interesse per il passato preistorico in Molise ha radici più antiche di quanto non si pensi. Presentiamo in questa sede il carteggio tra il canonico Francesco Scioli di Monteroduni ed uno dei maggiori paletnologi di fine Ottocento, Luigi Pigorini.
Archeomolise - L'alta valle del volturno - Michele RaddiGea Monteroduni
L’Alta Valle del Volturno, costituita da depositi fluvio-lacustri
o lacustri frammisti a lapilli e pomici provenienti dalla zona
vulcanica di Roccamonfina, si snoda in una conca inframontana che si estende da Sesto Campano fino a Colli a Volturno.
Archeomolise n.1, sett./ott. 2009 - I bifacciali di monteroduniGea Monteroduni
L’area indagata è stata oggetto di segnalazione
nel 2005 da parte della sig.ra Concetta
Leone, proprietaria del terreno in cui lei stessa
casualmente raccolse, proprio nello stesso
anno, un bifacciale, insieme a diversi manufatti
litici.
Le Grotte, località che conserva, oltre a questa importante e antica opera, compiutamente descritta nell'articolo che pubblichiamo, anche diversi altri notevoli e intriganti resti del nostro passato remoto.
1. Forra del Pescorosso
giovedì 01 novembre 2007
Ultimo aggiornamento lunedì 31 marzo 2008
Comune
Monteroduni - ISERNIA
Quote
Ingresso 750
Uscita 400
Dislivello 350
Sviluppo 3 km
Visualizza la planimetria
Tempi
Navetta 15 km
Avvicinamento 5 min
Progressione 3 h
Ritorno 1,5 h
in effetti l'uscita dall'alveo, sul sentiero con bolli, si fa in 5' mentre è necessaria almeno un’ora e mezza per compiere il
lungo tratto finale nell'alveo
Difficoltà
V5 A5 III
Numero calate
10, max 35m
Corde consigliate
2 da 60m
Periodo
Da marzo a maggio e dopo forti piogge
Vie d'uscita
No
Materiali
Muta completa indispensabile
Cartografia
IGM 1:25000 161 III NE
Coord. punto d'accesso al greto
UTM 33T 428944E 4595899N
Toboga Club - Torrentismo in Italia
http://www.torrentismo.it Realizzata con Joomla! Generata: 21 August, 2009, 17:59
2. Coord. punto d'abbandono del greto
UTM 33T 431912E 4594444N
Presentazione generale: gola ad andamento verticale molto interessante, divertente e continua nel tratto centrale, un po’
noiosa l’uscita di almeno un'ora e mezza. In presenza di forte scorrimento alcune calate risultano tecnicamente
impegnative. Attenzione alle scariche di sassi causate dalla roccia spesso poco compatta.
Accesso a valle: procedendo sulla SS 85, nel tratto tra Isernia e Venafro, imboccare la SS 158 in direzione Capriati al
Volturno, fino a raggiungere, poco prima del ponte di S.Spirito, una strada asfaltata sulla sinistra (bollo Pro Canyon su un
manufatto in muratura). Imboccata la strada si continua per alcune centinaia di metri fino ad un incrocio, prendere la
strada a destra che in breve diventa sterrata. In prossimità di una marcata curva a sinistra e di una casetta diroccata a
destra (bollo Pro Canyon) si può parcheggiare l'auto. La traccia di stradina che si stacca sulla destra della curva, porta
nell'alveo del torrente.
Accesso a monte: tornare fino all'incrocio e svoltare a destra, continuare sempre sulla strada principale che risale la valle
e punta decisamente verso Monteroduni (il paese che si vede in alto a sinistra). Si continua per circa 5 Km, dopo aver
affrontato un tornante su un ponticello, si raggiunge il cimitero di Monteroduni e poi il centro abitato. Continuare fino ad
un incrocio, dove si svolta a destra in direzione di Gallo Matese, poi ancora per circa 10 km, prima affrontando dei
tornanti in salita e poi ancora per una serie di curve fino a quando, effettuata una curva a sinistra, la strada procede per
un rettilineo in leggera discesa. A questo punto sulla nostra sinistra c'è la possibilità di parcheggiare. Poco più avanti a
destra il guard-rail , con bollo Pro Canyon, si apre per dare accesso al sentiero che in breve porta al ponte romano, già
visibile dalla strada, dove ha inizio il percorso.
Descrizione: in prossimità del ponte romano si scende nell'alveo. Su un masso (sinistra orografica), sono presenti due
fittoni utili per la prima calata di 6 m(S1), questa può essere facilmente disarrampicata in presenza di un esiguo
scorrimento. Immediatamente dopo si trova un salto (S2), di circa 15 m, non attrezzato in quanto aggirabile sulla sinistra
orografica. Si cammina per un tratto di almeno 200 m fino a trovare il salto (S3) da 15 m attrezzato con due fittoni per il
mancorrente più una catena. Continuando si arriva in prossimità di una vasca da attraversare a nuoto, tenendosi sulla
destra si arrampica fino a trovare due fittoni per il mancorrente e la catena per il salto (S4) da 10 m. Dopo un tratto di
camminata con qualche facile disarrampicata si arriva alla cascata più alta dell'itinerario (S5) da 35 m. La calata prevede
un frazionamento che per essere raggiunto facilmente necessita dell'utilizzo del deviatore posto alla sinistra orografica
della prima catena, raggiungibile con mancorrente. In caso di portata abbondante si consiglia di utilizzare sia il deviatore
che il frazionamento, posto su un comodo terrazzino, per evitare di essere investiti dal getto dell'acqua soprattutto nella
parte centrale della cascata. A questo punto, una volta usciti a nuoto dalla grande vasca sottostante, inizia un tratto in
discesa molto stretto che porta direttamente sul salto (S6) da 20 m. In caso di forte scorrimento, per raggiungere la
catena di calata del C6, si possono utilizzare i due fittoni posti in alto a sinistra appena fuori dalla grande vasca. Ancora
una lunga nuotata e, dopo un breve tratto a piedi, ci si affaccia da un punto molto panoramico sul salto da 32 m (S7) che
porta nella parte più impegnativa della forra. Infatti il successivo salto da 20 m (S8), con catena posta molto in alto a
sinistra, costringe a scendere in uno stretto meandro dove, pur utilizzando il deviatore posto sulla destra, ci si trova ad
essere investi dal getto della cascata. Fare molta attenzione nel raggiungere il deviatore in quanto il terreno risulta
particolarmente scivoloso e in caso di caduta si finirebbe direttamente sotto il potente getto dell'acqua. Questa calata può
essere attrezzata con una teleferica grazie ai due fittoni posti alla base del salto, sulla sinistra idrografica (indispensabili
le due corde da 60m). Dalla base si arriva in breve al salto (S9) da 26 m, attrezzato con mancorrente con punto
intermedio e catena, posti sulla destra. Ancora una vasca da superare a nuoto e subito dopo in alto a destra si trovano
due fittoni che devono necessariamente essere utilizzati per raggiungere la catena (non visibile) che si trova su un
terrazzino posto circa 3 metri sotto il ciglio della cascata. Raggiunta la catena, con un salto da 15 m (S10), si arriva in
una grande vasca usciti dalla quale si disarrampica un saltino da 3 m. Non resta che camminare per quasi un paio d'ore
fino a trovare i bolli che indicano l'uscita dall'alveo, in 5 minuti si torna all'auto.
Note: Si consiglia di verificare se esiste scorrimento sotto il ponte di S. Spirito, in caso affermativo la discesa del torrente
potrebbe risultare proibitiva.
Toboga Club - Torrentismo in Italia
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